LETTERE IMPUDICHE DI UNO SCOMUNICATO: IL NOCE DELLE STREGHE, IL FALSARIO DI MONTECALVO IL PUTTANONE DI PIAZZA DELL’OLMO E ALTRE STORIE NAPOLETANE E BENEVENTANE DI NICOLO’ FRANCO ISBN 9788872973745 (super SCONTO: SOLO 29 EURO) ESCE IL 7 NOVEMBRE

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INDICE

PREMESSA

opere preziose di un letterato
rivoluzionario del cinquecento

CAPITOLO I

LETTERE AL FRATELLO VINCENZO
E AL MARCHESE CASTRIOTA DI ATRIPALDA

1. l’abate francesco aquila
di Montefusco che mette allegria

2. IL CARDINALE COLONNA
DECADE DA VICERE’

3. IL PULEDRO AQUILANO E IL MORELLO SALTATORE
AMMAESTRATI DAL DUCA DI FERRANDINA

4. LA PIAZZA DELL’OLMO E IL MONASTERO
DELLE PUTTANONE PECCATRICI

5. IL RACCONTO AL ‘DOLCE PADRONE’
DEI TRADIMENTI DEGLI AMICI PER IPOCRISIA

CAPITOLO II

LO SCAMBIO DI NOTIZIE E SENTIMENTI
CON I giovani DI BENEVENTO E DEL SANNIO

1. BENEMERENTI POSUERUNT: L’EPITAFFIO
CHE TANTO PIACE AGLI SBARBATELLI

2. L’ABATE ANISIO CON GLI ZOCCOLI FRAPPATI
E I RUMORI GIOVANILI DI BENEVENTO

3. IL NOCE DELLE STREGHE
E LE ALCHIMIE DA NEGROMANTI

4. A MESSER GASPARE E A MESSER PORFIRIO
PER RICORDARE MANSELLA E IL SORICEO

CAPITOLO III
IL FALSARIO DI MONTECALVO
E ALTRE STRANE STORIE CHE GIRAVANO

1. MASCAMBRUNI, RELIGIOSO E FALSARIO,
E PIROTTO DA MONTECALVO

2. PECOREO, CRISPINO DI TRIPALDA
E L’ABATE GREGORIO DI BENEVENTO

3. L’ALCHIMISTA
GIOVAN BATTISTA ANGERIANO

4. A PROPOSITO DELLA MORTE
DEL VICERE’ CARDINAL POMPEO

NOTE BIBLIOGRAFICHE

NOTE BIBLIOGRAFICHE

1. Nicolò FRANCO fece il suo esordio letterario con gli epigrammi latini raccolti sotto il titolo di Hisabella,edito a Napoli nel 1535; a Venezia nel 1536 pubblicò il poemetto in ottave intitolato Il tempio di Amore ; sempre a Venezia le Pistole nel 1539;i Dialoghi piacevoli; nel 1541 il dialogo Il Petrarchista; Dialogo dove si ragiona delle bellezze, del 1542; le Rime e la Priapea ci sono giunte in una edizione, la terza, stampata a Basilea ne 1548; la tragedia Sophonisba , Venezia 1546; a Mantova fu pubblicata la Philena nel 1547. Per notizie più dettagliate cfr. Franco Pignatti – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 50 (1998) s. v. Franco, Nicolò
2. Eleonora IMPIERI, Nicolò Franco prosatore e poeta tra innovazione e tradizione, Università di Pisa Facoltà di Lettere e Filosofia Corso DI Laurea Magistrale in Lingua e Letteratura Italiana, a.a. 2012/2013. https://core.ac.uk/download/pdf/20258464.pdf
3. Le Pistole Vulgari qui riportate sono quelle dell’edizione del 1542 ristampate a Venezia presso Antonio Gardane. On line https://books.google.it/books?id=5d8TAAAAQAAJ
4. G. GALASSO, Dal Comune medievale all’Unità. Linee di storia meridionale, Bari 1969.
5. Società Storica del Sannio, Benevento nell’età pontificia www.samnium.org/recensioni/item/14-benevento-nell-eta-pontificia cfr. Giovanni de NICASTRO, Benevento sacro, edizione a stampa Benevento 1976; Aurelio MUSI, Benevento tra Medioevo ed età moderna, Manduria 2004; Vito Antonio SIRAGO, Storia di Benevento nel Sannio, Benevento 2007.
6. Con il termine erasmiano si vuole indicare un seguace di Erasmo da Rotterdam (1466 o 1469-1536), “celebre umanista olandese che diffuse in Europa gli ideali dell’umanesimo italiano e propugnò una graduale riforma della Chiesa, mediante un ritorno al primitivo spirito del Vangelo” (Treccani, Vocabolario on line). Erasmo mostrò “la fiducia e la speranza in una riforma lenta, graduale, ragionevole e, soprattutto, pacifica della Chiesa; la sua idea di tolleranza si poneva come coronamento al suo ideale umanistico (Treccani, Dizionario di filosofia, 2009, s.v.).
7. Eleonora IMPIERI, op. cit. p.6
8. Nicolò FRANCO, Dialoghi piacevolissimi, Venezia 1593
9. Ibidem, Dialogo X, p. 138-139
10. Questa e le lettere appresso qui riportate sono tratte dal libro: De le lettere di Nicolò Franco scritte a Principi, Signori ed altri Personaggi, e suoi Amici, Libri tre ne le quali si scuopre l’arte del politico e del terso scrivere, nell’edizione Venezia 1615.
11. Antonio E. FELLE, Inscriptiones christianae Italiae septimo saeculo antiquiores, Volume 8 Regio II Hirpini, Edipuglia, Bari 1993 p.22. Altre notizie biografiche, a cura di F. LENZO e L. MILETTI si trovano in http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/77
12. G. Reichenbach,1937.
13. Enciclopedia Italiana (1937) s.v. Tebaldeo, Antonio
14. Nicola VACCA, Saggio storico sulla ceramica salentina, in Rinascenza salentina, A. 5, n. 4, n.s., 1937, XVI. p,295:”Da notare anche che il Ragusa [Bartolomeo Ragusa] nel Catasto onciario del 1752 è segnato come discepolo di rovagnaro mentre in questo del 1792 come maestro faenzaro: è evidente che anche nel 700 non si faceva distinzione tra rovagnaro e faenzaro non solo come designazione generica di mestiere, ma anche come qualità di prodotti delle loro officine (se di ceramica grossolana e di uso comune, oppure di ceramica decorata, eletta, artistica). La differenziazione formale e sostanziale crediamo sia venuta dopo, nell’ottocento, e persiste tuttavia. Comunque non è detto che il figulo generico, con le qualifiche varie e generiche di cretaro, rovagnaro, faenzaro non producesse, come ora, ceramica grossolana e ceramica decorata contemporaneamente”.
15. Virginio GAMBONE, Vocabolario montellese-italiano, Napoli 2010 p.198 “Rouagno o rovagno recipiente qualsiaso, specialmente di creta, anche di pietra o do legno…C’è chi propone il latino medievale robaneus, derivato dal germanico rauba “armatura” e anche “veste”. Il D’Ascoli propone il greco organon “utensile”.
16. Giammaria MAZZUCCHELLI, Gli scrittori d’Italia cioè notizie storiche, e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, Volumi 1 parte 2, Brescia 1753 p.899, dove si legge questo profilo del frate:
“AQUILA (Francesco dell’-) Cappuccino della Provincia dell’Abruzzo, Professore di Teologia, e Predicatore celebre al suo tempo11, fi annovera fra gli Scrittori del suo Ordine dal P. Dionigi da Genova (1), e dal P. Bernardo da Bologna (2) i quali scrivono, che edidit ex Antonio Toppio in sua Bibliotheca Neapolitana Conciones nonnullas de diversis materiis. Chi sia quest’Antonio Toppi di cui qui si cita la Bibl. Napol, a noi non è noto. Noto ci è bensì Niccolò Toppi che ha scritta un’Opera col titolo suddetto, la quale abbiamo sotto gli occhi, ma niuna menzione troviamo farsi in essa di questo Francesco Aquilano Cappuccino; quando pur non fosse quel Francesco Ficetola della Città dell’Aquila cappuccino Filosofo e Predicatore famoso morto in sua patria nel 164o. quivi mentovato a car. 9o ma senza farsi cenno che abbia lasciate Opere o stampate, o manoscritte” .
17. Papàs Francesco CHETTA-SCHIRO’, I Castriota principi d’Albania nell’Ordine sovrano e militare di Malta, Valletta 1929. Cfr. Giovanni Agostino CACCIA, Satire e capitoli piacevoli (1549) a cura di Benedetto Buono, 2013; Apologia di tre Seggi Illustri di Napoli di M. Antonio TERMINIO da Contorsi. Non erit aspernanda brevitas, quae veritate, grandioris afferat fructum voluminis [non bisogna disprezzare la brevità, quando, ad onore del vero, possa dare frutti migliori di un libro troppo voluminoso] Venezia 1581; Carolus du Fresne DU CANGE, Historia Byzantina Duplici commentario illustrata: prior familias ac stemmata imperatorum Constantinopolitanorum, Venezia 1729.
18. Leandro ALBERTI. Descrittione di tutta l’Italia, et isole pertinenti ad essa, Venezia 1577 p,269. Cfr, F. BARRA, Atripalda Profilo storico, Atripalda 1985. G.A. GALANTE, Il Cemetero di S. Ippolisto Martire in Atripalda, ristampa anastatica, Atripalda 1984. N. GAMBINO, Lo Specus Martyrum di Atripalada, in Civiltà Altirpina a. VIII 1983- a. IX 1984
19. Cathopedia l’Enciclopedia Cattolica, s.v. Pompeo Colonna. Cfr. Franca PETRUCCI, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 27 ,1982, s. v. Colonna, Pompeo.
20. La biografia riportata di Alfonso Castriota si può leggere on line
www.comune.copertino.le.it › Territorio › Personaggi illustri › Personaggi illustri
21. Giovambattista FERRARO, Delle razze, disciplina del cavalcare, ed altre cose pertinenti ad essercizio così fatto, Napoli 1560 p.52.
22. Carolus du Fresne DU CANGE, Historia Byzantina Duplici commentario illustrata: prior familias ac stemmata imperatorum Constantinopolitanorum, Venezia 1729
23. Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli t.IV, Napoli 1804 p.51 e p.61
24. Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli.Tomo VII, Napoli 1804 p.252
25. N. FRANCO, Il Petrarchista – Dialogo, nel quale si scuoprono nuovi secreti sopra il Petrarca e si danno a leggere molte lettere, Venezia 1539.
26. Vincenzo CIARLANTI, Memorie historiche del Sannio, Isernia 1644
27. Salvatore SPIRITI, Memorie degli scrittori cosentini raccolte da Salvatore Spiriti de’ marchesi di Casabona, Napoli 1750 p.78.
28. Gabriella LAVINA – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 18 (1975) s. v. Capobianco, Pietro Paolo.
29. N. FRANCO, Dialoghi piacevolissimi, edizione espurgata, Venezia 1609, Dialogo VI, pp. 92-93
30. C. SVETONI TRANQUILLIi, De Grammaticis, c. 24 on line THE LATIN LIBRARY
31. Giano ANISIO (propr. Giovanni Francesco), nacque a Napoli intorno al 1465 e nella città partenopea morì molto probabilmente dopo il 1540). Fece parte dell’Accademia Pontaniana. Scrisse molto ed in latino: Varia poemata et satyrae (1531), Variorum poematum libri novem Sententiae et satyrae (1536), Epistulae de religione et epigrammata (1538), e la tragedia Protogonos (1536) sul peccato originale. Anna BUIATTI – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 3 (1961) s. v. Anisio, Giovanni Francesco.
32. Di questo particolare sull’ abbigliamento dei religiosi cfr. Volume che contiene gli Statuti della sacra Religione Gerosolimitana…l’ordine che si tiene nel dar l’Abito a chi professa nella Religione… Borgo Novo 1719, p.161
33. Gigliola FRAGNITO – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 21 (1978) s. v. Castellesi, Adriano
34. Enea Silvio Piccolomini (Siena 1406- Ancona 1464) fu papa col nome di Pio II fu tra gli umanisti più versatili e prolifici del suo tempo cfr. Marco Pellegrini – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 83 (2015) s. v. Pio II, papa.
35. Si tratta di Beroaldo Filippo senior (Bologna 1453-1505) per distinguerlo dall’altro Beroaldo Filippo iunior Bologna (1472-Roma 1518), entrambi scrittori e poeti umanisti. “Di tutte le opere erudite del Beroaldo senior, i Commentarii su Apuleio esercitarono probabilmente la maggiore influenza e illustrano sufficientemente le caratteristiche del suo metodo e del suo stile” cfr. Myron GILMORE – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 9 (1967) s. v. Berolado Filippo senior; – Ettore Paratore – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 9 (1967) s. v. Beroaldo Filippo junior.
36. Berolado senior fu autore di Commentarii su Apuleio cfr. M. Gilmore op.cit.; mente Marziano Capella, “scrittore latino di Cartagine (inizio sec. 5º d. C.) fu autore di un’opera enciclopedica in nove libri, De nuptiis Mercurii et Philologiae, in forma di favola mitologica misticheggiante” cfr. Treccani, Enciclopedia on line s. v. Marziano Capella, Minneo Felice.
37. Girolamo Borgia (Senise 1475- Napoli 1550?), vescovo di Massa Lubrense ,discepolo del Pontano, scrisse Historiae de bellis italicis, sulle guerre dal 1494 in poi, e poesie latine. Cfr. Gianni Ballistreri – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 12 (1971) s.v. Borgia, Girolamo.
38. Jacopo Sannazaro (Napoli 1457-1530) poeta e umanista, conosciuto in tutta Europa per la sua opera Arcadia.
39. Notizie di Gaspare Aquila in Gaetano MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri, vol.XXXV, Venezia 1845, pp.57-59
40. Francesco Pecoreo è della schiera la forma “umanistica” del cognome Pecora/Pecoraro, da cui è derivata anche la forma ipocoristica Pecorelli.
41. Gianni Ballistreri, op. ci.
42. G. Moroni, op. cit.
43. Giovanni Maria MAZZUCCHELLI, Gli scrittori d’Italia cioè notizie storiche, e critiche intorno …, Volume I parte 2,, Brescia 1752 pp. 799-801. In nota il Mazzuchelli scrive: Il passo del Franco per quanta poca fede se gli volesse dare, non si può forse omettere senza demeritare presso al curioso Lettore. Egli è fra suoi Dialoghi, il IV ( Nel quale si finge, che Caronte esamina alcune anime, per che conto niuna di loro habbia in bocca l’obolo, che fintamente è solito di darglisi, per lo passaggio),ed è conceputo colle seguenti e sanguinose esclamazioni:
Anisio resterà scolpato de’ suoi vizi in Napoli? Anisio resterà impunito? Ansio senza di essere bruciato, resterà vivo? Che cos’è ch’i possa difendere? Che cosa è che’egli abbia ardire di domandare? Che cosa è ch’egli pensi che se gli bisogna concedere? Non ha egli posto in uso la…? Non ha depravati i buoni costumi? Non ha egli fatti tanti versacci, che non vagliano pur un quattrino? Oh, non s’è egli finalmente volto a ogni scelleratezza?
44. E il Mazzuchelli, op. cit., aggiunge che con buona “ragione l’Amenta (Niccolò ) ne’ suoi Ragguagli di Parnaso a car. 144 abbia finto, che molti Letterati disgustati del Franco, de’ quali Giano Anisio tiene il primo luogo, si erano uniti al famoso Pietro Aretino per conciar il Franco pe’ dì delle feste. Per altro noi non sapremmo dissimulare che forse a sì fatte accuse contra l’Anisio può aver contribuito certo suo divertimento, che fu per avventura innocentissimo, descrittoci da lui medesimo nella Satira VIII del libro III a Giano Parrasio indirizzata, nella quale dopo avere narrato come distribuiva egli le ore ciascuna mattina, passa al dopo pranzo, dicendo ch’era solito uscire di casa per mutar aria, e che cercava que’ luoghi dove sono iuvenes dicto factoque procaces”.
45. Giovan Francesco II PICO della MIRANDOLA, DIALOGO detto Strega o sia il primo libro dell’illusioni del demonio composto dall’illustre e molto dotto principe segnore ..volgarizzato da Leandro Alberti, Bologna 1524
46. La Strega ovvero degli inganni de’ Demoni Dialogo di Giovan Francesco Pico della Mirandola tradotto in lingua toscana da TURINO TURINI, Milano 1864
47. Francesco D’OVIDIO, Varieta filologiche: Scritti di filologia classica e di lingua italiana, X Napoli 1874, p.133 si trova menzione in Cicerone, che colloca la quercia di Mario in territorio di Sora, sed cum eam tempestas vetustasve consumpserit, tamen erit his in locis quercus, quam Marianam quercus vocabant Cicero, De legibus, lib. I,2
48. Carlo SIMIANI, Nicolò Franco la vita e le opere, Torino-Roma ,1894 p.16
49. Angela ASOR ROSA – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 47 (1997) s. v. Filocalo, G. Tommaso
50. Anna BUIATTI – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 3 (1961) s. v. Anisio, Giovanni Francesco. Cfr. Emilio Santini – Enciclopedia Italiana (1929) s. v. Anisio, Giano.
51. Anna Buiatti, op. cit.
52. Niccolò TOPPI, Biblioteca napoletana, et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno, Napoli 1678, p.338
53. Gionata Liboni, Sozzino Benzi, Basilio Sabazio e la corruttibilità del cielo. La controversia cosmologica in una lettera al cardinale Benedetto Accolti, in Castelli di Yale, IX (9). 2008, pp. 123-154. ISSN 1591-2353
54. E. Impieri, op. cit., p.12
55. Su questa famiglia, Soriceo, e suoi personaggi più importanti cfr. Maria Anna Noto, Viva la Chiesa, mora il tiranno: il sovrano, la legge, la comunità e i ribelli, Benevento 1566, Guida, Napoli 2010. Il cognome dovrebbe essere Soricelli, ma latinizzando alla maniera degli umanisti è diventato Soriceo.
56. Nell’Archivio di Stato di Benevento, è conservato il documento Fondo Pedicini (1423-1677) ASBN, Pedicini, 34, un atto della fine del XVI secolo riguardante la famiglia Soriceo. monasterium.net:8181/mom/IT-ASBN/Pedicini/ASBN_Pedicini_34/charter
57. Malleus Maleficarum, in tres divisus partes, in quibus: Concurrent¡a ad maleficia / Maleficiorum effectus ,/ Remedia adversus maleficia. Et modus procedendi, ac puniendi maléficos abunde ñîtinetur, praecipue autem omnibus Inquisitoribus, et divini verbi concionatoribus utilis ac necessarius. Auctore R. P. F. Iàñîbî SPRENGER. Ordinis Praedicatorum inqusitorc clariss. Venezia 1576. 189
58. Pietro d’ABANO, La seconda parte della geomantia, Venezia 1550- 1552, I parte “ Non è altro la Geomanthia che una vera scientia, per la quale per virtù d’Astrologia si dà a conoscere il fine ed effetto delle cose che s’hanno ad operare, con l’ausilio delli celesti influssi, senz’il mezzo de’ quali niuno vero giudicio a perfetta cognizione ridur si può”- 2° parte p.7 la geomanzia “ meritò da’ Greci esser nominata Geos, che latinamente significa terra, e manthia, che s’interpreta divinatione, che congiunti suonano Geomanthia, ch’altro non vuol esprimere che divinazione in terra”. P.3″ Li convenevoli stromenti e necessari all’uso di cotal arte sono una penna bene temperata, et carta bombacina, con negro inchiostro, ovvero una tavola di giesso, o piana terra, o pianata polve, ovvero nell’arena, con uno stilo di ferro, o d’alcun altro metallo, sieno di che materia esser vogliano, pur che si abile a formare la lienatione”.
59. Iàñîbî Sprenger, op. cit.
60. Stefano CARNAZZI, Cos’è l’alchimia. L’arte della trasmutazione di sé. 6 novembre 2016 https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/alchimia
61. Gabriella Lavina, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 18 (1975) s. v. Capobianco, Pietro Paolo
62. Notizie sui Mascambruno in Vincenzo Ciarlanti, Memorie historiche del Sannio chiamato hoggi Principato Ultra, contado di Molisi, e parte di Terra di Lavoro, Isernia 1644, lib. IV p.353 Cfr. Famiglia Mascambruno antica e nobile di Benevento con sette (arci)vescovi (sec. XV-XVII):
63. Ferrante della MARRA, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere o non comprese ne’ Seggi di Napoli imparentate colla Casa della Marra, Napoli 1641 p.212.
64. Alfredo dei Baroni del Pozzo, Famiglia Mascambruno, in Giornale Araldico 26 (1898),pp.36-38; cfr. A. ZAZO, Dizionario 245-252…Alfonso, 1526 governatore e castellano di Benevento (ibidem 245) [Legati e governatori dello Stato Pontificio -Prosopografia, Masini p.776 www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Sussidi/Sussidi_7_c.pdf
65. In una rivista rivive l’eredità di San Pompilio, Corriere dell’Irpinia, 08.11.2005
66. Paolo BERTOLINI – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 36 (1988) s. v. Dei, Andrea
67. Anna Buiatti – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 3 (1961) s. v. Angeriano, Girolamo
68. Treccani, Enciclopedia on line, s v. Angeriano, Girolamo. Un’edizione delle opere è stata di recente pubblicata nella città in cui il poeta morì:
Girolamo ANGERIANO, Erotopaegnion Eclogae De obiti Lydae De vero poeta De Parthenope De principum miseria, a cura di Antonio D’Antuono- Stanislao Scapati, Ariano Irpino 2003

Description

ARSO VIVO O IMPICCATO? COSì MORì NICOLO’ FRANCO

In questi ultimi anni l’interesse per Nicolò Franco, poeta e scrittore beneventano del XVI secolo, è andato crescendo per una serie di motivazioni. La sua vicenda umana, la condanna per oltraggio e la conseguente esecuzione capitale, è stata oggetto di studio e di ricerche. Come si sa, Nicolò Franco, nato a Benevento nel 1515, dopo aver frequentato gli ambienti culturali di diverse città tra cui Napoli, Venezia, Mantova, Monferrato, Roma, finì i suoi giorni sul patibolo l’11 marzo 1570 in seguito a sentenza del Sant’Uffizio, per aver scritto pamphlet contro famiglie allora in auge nella Chiesa.
I suoi libri,1 che per essere stati pubblicati quando fiorivano in Italia grandi poeti e scrittori, sono stati letti badando più agli accostamenti e ai confronti con essi, oggi ricevono la giusta attenzione di studiosi e lettori, dando il dovuto rilievo ad uno dei protagonisti della letteratura italiana della prima metà del Cinquecento.
Per Eleonora Impieri è “Nicolò Franco un uomo di pensiero aperto alle novità intellettuali del suo tempo, degno esponente di una cultura alternativa in grado di ipotizzare e presagire l’immagine di una società felice. Non si tratta di una pura e semplice utopia, bensì di un sogno continuamente riproposto da un moralista non certo privo di contraddizioni e alieno ai compromessi, ma pur sempre vero e autentico in ogni sua dissacrante invettiva sorta dalla sua travagliata esistenza”.2
Delle opere di Nicolò Franco l’Epistolario3 ha catturato il mio interesse, in particolare, per le sue annotazioni su personaggi e paesi della sua città, Benevento, e Provincia di origine, il Principato Ulteriore. Benevento ha una peculiarità: appartenere allo Stato Pontificio e trovarsi, un’ enclave, nel territorio del Regno di Napoli. La città sannita fu l’unico centro urbano del Mezzogiorno che non cadde in potere dei Normanni, essendosi posta sotto la protezione della Chiesa.4 Nel 1077, infatti, dopo il Principato Longobardo, passò sotto il dominio del Papa e vi rimase quasi ininterrottamente fino all’Unità d’Italia.
Quando nacque Nicolò Franco la città di Benevento soffriva dei forti contrasti tra i ceti dei Nobili e dei Popolani. “Dopo la proclamazione di Ferrante d’Aragona a re di Napoli a discapito della dinastia angioina, nel 1458, Benevento allora si trovò divisa in due partiti, quello “di sopra” agganciato alla Rocca e quello “di bascio” ruotante attorno al Duomo. Ciascuno di essi possedeva milizie e bandiere, all’insegna della Rosa Rossa per i soprani e della Rosa Bianca per i sottani. Tutta la città rimase coinvolta dalle dispute diventando teatro di violenze e omicidi: della torbida situazione, inoltre, profittavano banditi e criminali di ogni angolo del Reame che nell’enclave trovavano insperato rifugio. Il massimo del caos assoluto culminò nel 1528 quando settemila Lanzichenecchi di Carlo V, reduci dal sacco di Roma, raggiunsero la città occupandola per due mesi. La situazione fece riflettere i beneventani che, stimolati dalle parole di un famoso frate cappuccino, padre Ludovico Marra, assistito dal governatore Diomede de Beneinbene, si convinsero a riconciliarsi: deposte le armi, fu raggiunto l’accordo. Era il 10 febbraio 1530″.5
I tre libri dell’Epistolario sono di particolare interesse per ricostruire amicizie, ambienti dei luoghi di origine di Nicolò Franco. Ho posto particolare attenzione al tema delle relazioni umane e culturali dell’autore, che nell’Epistolario si ritrovano diffuse in diverse lettere. Recentemente “Nicola Badaloni si è preoccupato di approfondire i temi trattati da Nicolò alla luce della scoperta del ms. Vat. Lat. 5642. Quest’ultimo contiene, infatti, lettere redatte da Franco e da lui ricevute in un arco di tempo compreso tra il 1540 e il 1559, dalle quali emerge un atteggiamento molto importante dell’autore; egli, infatti, una volta che ha preso coscienza della realtà del suo tempo, non rimane fermo alla constatazione del problema, bensì – e in questo risiede il più grande insegnamento erasmiano6- si mette alla ricerca di una soluzione, che viene individuata in una radicale riforma della società. Questa alta motivazione morale può essere letta come anche la spinta della ricerca formale, ossia la sperimentazione di generi e forme letterarie alle quali ricorre spesso il beneventano”.7
Nei Dialoghi piacevolissimi,8 pubblicato nel 1539, Nicolò Franco fa riferimento ad alcune caratteristiche di paesi e abitanti del Regno di Napoli, alla maniera dei blasoni popolari di cui comunemente la gente si serviva per indicare un paese, in sostituzione del nome di esso.
Scrive, infatti, nel X Dialogo: “Quando mai studiarono in agricoltura i poeti, che sono così fini ortolani e mostrano di sapere quando è il tempo di rompere la terra, e quando di piantare nei fossi, e quando di seminare, come debbia essere il terreno fertile per le fave, come quello per li ravani, e via scorrendo. Quando i poeti diedero opera alla Geografia, che fanno tutti i quadri e i tondi del mondo, come sien fatti, di sorte che ci fan nomare per testimoni i Tolomei con gli Straboni? Né solamente sanno ragionare de i paesi, ma di scriverne le nature, e dire, la India manda l’avorio, i Sabei gli incensi. Da terra d’Otranto vengono i belli asini. In Puglia si fa buon olio. In quella Calabria gli unichi infilza perle. In Barletta i buoni melloni. In Siena i bravi ingegni. Quanti Cavalieri in quel Napoli. Quante gemme in quel mare Eritreo (Golfo Persico). Quante gioie nell’arene di quel Pattòlo (fiume dell’Asia Minore,). Quanti zaffiri nel sabbione del Tago. E quanti coralli nell’Hermo (fiume della Lydia)”.9
Che dire poi del nome che sceglie per sé nei Dialoghi, dove si denomina Sannio, ed ha interlocutore il suo amico Vincenzo Cautano, che nel cognome porta il nome del paese di provenienza. Il comune di Cautano è oggi parte della provincia beneventana, ubicato nel parco del Taburno, massiccio calcareo dell’Appennino campano, ad ovest di Benevento da cui dista pochi chilometri. Le “lettere” di Nicolò Franco hanno come destinatari un pubblico vasto e, soprattutto recano un’impronta letteraria, secondo il genere degli epistolari. Sono lettere appositamente scritte per il grande pubblico, da condividere con chiunque può ed abbia la volontà di leggerle.
Riferirsi in esse, al proprio luogo di origine, è per Nicolò Franco un guardare, senza retorica, il mondo in cui è cresciuto; e a noi, oggi, offre la possibilità di attingere ad una quantità di notizie, che senza le sue annotazioni sarebbero finite nell’oblio, a non avere una storia. Al fine di rendere più agevole la lettura, alle lettere riportate, raggruppate per destinatario, viene dato un numero progressivo, che non hanno nel testo, dove l’ordine progressivo è quello cronologico (le date in numero romano) Le epistole in tutto sono 273, con quella di introduzione, divise in tre libri; il primo ne contiene 109, il secondo 125 e il terzo 38. Una quarantina in tutto quelle utilizzate per questa ricerca.
Occorre sottolineare che all’ edizioni dell’Epistole, successive alla prima del 1539, vennero apportate delle correzioni . Vennero aggiunte delle frasi e cambiati dei nomi per evitare fraintendimenti con la dottrina della Chiesa e soprattutto espressioni che potessero suonare volgari alle orecchie di lettori benpensanti. Il testo di riferimento per le Epistole riportate appresso è quello dell’edizione veneta del 1542. Sarebbe interessante confrontare le aggiunte e le espunzioni nelle edizioni successive. Verrebbe di dire “nulla di nuovo sotto il sole”, considerando quello che avviene ai nostri giorni in termini di “correttezza” e di rispondenza ai “canoni” delle nuove tendenze culturali.
V. I.

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Editorial Review

 

LE PARTI DI CUI SI COMPONE L'OPERA

L'UOMO DEL PRE ILLUMINISMO UCCISO DALLA CHIESA

CAPITOLO I

LETTERE AL FRATELLO VINCENZO
E AL MARCHESE CASTRIOTA DI ATRIPALDA

1. l’abate francesco aquila
di Montefusco che mette allegria

2. IL CARDINALE COLONNA
DECADE DA VICERE’

3. IL PULEDRO AQUILANO E IL MORELLO SALTATORE
AMMAESTRATI DAL DUCA DI FERRANDINA

4. LA PIAZZA DELL’OLMO E IL MONASTERO
DELLE PUTTANONE PECCATRICI

5. IL RACCONTO AL ‘DOLCE PADRONE’
DEI TRADIMENTI DEGLI AMICI PER IPOCRISIA

CAPITOLO II

LO SCAMBIO DI NOTIZIE E SENTIMENTI
CON I giovani DI BENEVENTO E DEL SANNIO

1. BENEMERENTI POSUERUNT: L’EPITAFFIO
CHE TANTO PIACE AGLI SBARBATELLI

2. L’ABATE ANISIO CON GLI ZOCCOLI FRAPPATI
E I RUMORI GIOVANILI DI BENEVENTO

3. IL NOCE DELLE STREGHE
E LE ALCHIMIE DA NEGROMANTI

4. A MESSER GASPARE E A MESSER PORFIRIO
PER RICORDARE MANSELLA E IL SORICEO

CAPITOLO III
IL FALSARIO DI MONTECALVO
E ALTRE STRANE STORIE CHE GIRAVANO

1. MASCAMBRUNI, RELIGIOSO E FALSARIO,
E PIROTTO DA MONTECALVO

2. PECOREO, CRISPINO DI TRIPALDA
E L’ABATE GREGORIO DI BENEVENTO

3. L’ALCHIMISTA
GIOVAN BATTISTA ANGERIANO

4. A PROPOSITO DELLA MORTE
DEL VICERE’ CARDINAL POMPEO

NOTE BIBLIOGRAFICHE

1. Nicolò FRANCO fece il suo esordio letterario con gli epigrammi latini raccolti sotto il titolo di Hisabella,edito a Napoli nel 1535; a Venezia nel 1536 pubblicò il poemetto in ottave intitolato Il tempio di Amore ; sempre a Venezia le Pistole nel 1539;i Dialoghi piacevoli; nel 1541 il dialogo Il Petrarchista; Dialogo dove si ragiona delle bellezze, del 1542; le Rime e la Priapea ci sono giunte in una edizione, la terza, stampata a Basilea ne 1548; la tragedia Sophonisba , Venezia 1546; a Mantova fu pubblicata la Philena nel 1547. Per notizie più dettagliate cfr. Franco Pignatti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998) s. v. Franco, Nicolò
2. Eleonora IMPIERI, Nicolò Franco prosatore e poeta tra innovazione e tradizione, Università di Pisa Facoltà di Lettere e Filosofia Corso DI Laurea Magistrale in Lingua e Letteratura Italiana, a.a. 2012/2013. https://core.ac.uk/download/pdf/20258464.pdf
3. Le Pistole Vulgari qui riportate sono quelle dell’edizione del 1542 ristampate a Venezia presso Antonio Gardane. On line https://books.google.it/books?id=5d8TAAAAQAAJ
4. G. GALASSO, Dal Comune medievale all’Unità. Linee di storia meridionale, Bari 1969.
5. Società Storica del Sannio, Benevento nell’età pontificia www.samnium.org/recensioni/item/14-benevento-nell-eta-pontificia cfr. Giovanni de NICASTRO, Benevento sacro, edizione a stampa Benevento 1976; Aurelio MUSI, Benevento tra Medioevo ed età moderna, Manduria 2004; Vito Antonio SIRAGO, Storia di Benevento nel Sannio, Benevento 2007.
6. Con il termine erasmiano si vuole indicare un seguace di Erasmo da Rotterdam (1466 o 1469-1536), “celebre umanista olandese che diffuse in Europa gli ideali dell’umanesimo italiano e propugnò una graduale riforma della Chiesa, mediante un ritorno al primitivo spirito del Vangelo” (Treccani, Vocabolario on line). Erasmo mostrò “la fiducia e la speranza in una riforma lenta, graduale, ragionevole e, soprattutto, pacifica della Chiesa; la sua idea di tolleranza si poneva come coronamento al suo ideale umanistico (Treccani, Dizionario di filosofia, 2009, s.v.).
7. Eleonora IMPIERI, op. cit. p.6
8. Nicolò FRANCO, Dialoghi piacevolissimi, Venezia 1593
9. Ibidem, Dialogo X, p. 138-139
10. Questa e le lettere appresso qui riportate sono tratte dal libro: De le lettere di Nicolò Franco scritte a Principi, Signori ed altri Personaggi, e suoi Amici, Libri tre ne le quali si scuopre l’arte del politico e del terso scrivere, nell’edizione Venezia 1615.
11. Antonio E. FELLE, Inscriptiones christianae Italiae septimo saeculo antiquiores, Volume 8 Regio II Hirpini, Edipuglia, Bari 1993 p.22. Altre notizie biografiche, a cura di F. LENZO e L. MILETTI si trovano in http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/77
12. G. Reichenbach,1937.
13. Enciclopedia Italiana (1937) s.v. Tebaldeo, Antonio
14. Nicola VACCA, Saggio storico sulla ceramica salentina, in Rinascenza salentina, A. 5, n. 4, n.s., 1937, XVI. p,295:”Da notare anche che il Ragusa [Bartolomeo Ragusa] nel Catasto onciario del 1752 è segnato come discepolo di rovagnaro mentre in questo del 1792 come maestro faenzaro: è evidente che anche nel 700 non si faceva distinzione tra rovagnaro e faenzaro non solo come designazione generica di mestiere, ma anche come qualità di prodotti delle loro officine (se di ceramica grossolana e di uso comune, oppure di ceramica decorata, eletta, artistica). La differenziazione formale e sostanziale crediamo sia venuta dopo, nell’ottocento, e persiste tuttavia. Comunque non è detto che il figulo generico, con le qualifiche varie e generiche di cretaro, rovagnaro, faenzaro non producesse, come ora, ceramica grossolana e ceramica decorata contemporaneamente”.
15. Virginio GAMBONE, Vocabolario montellese-italiano, Napoli 2010 p.198 “Rouagno o rovagno recipiente qualsiaso, specialmente di creta, anche di pietra o do legno…C’è chi propone il latino medievale robaneus, derivato dal germanico rauba “armatura” e anche “veste”. Il D’Ascoli propone il greco organon “utensile”.
16. Giammaria MAZZUCCHELLI, Gli scrittori d’Italia cioè notizie storiche, e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, Volumi 1 parte 2, Brescia 1753 p.899, dove si legge questo profilo del frate:
“AQUILA (Francesco dell’-) Cappuccino della Provincia dell’Abruzzo, Professore di Teologia, e Predicatore celebre al suo tempo11, fi annovera fra gli Scrittori del suo Ordine dal P. Dionigi da Genova (1), e dal P. Bernardo da Bologna (2) i quali scrivono, che edidit ex Antonio Toppio in sua Bibliotheca Neapolitana Conciones nonnullas de diversis materiis. Chi sia quest’Antonio Toppi di cui qui si cita la Bibl. Napol, a noi non è noto. Noto ci è bensì Niccolò Toppi che ha scritta un’Opera col titolo suddetto, la quale abbiamo sotto gli occhi, ma niuna menzione troviamo farsi in essa di questo Francesco Aquilano Cappuccino; quando pur non fosse quel Francesco Ficetola della Città dell’Aquila cappuccino Filosofo e Predicatore famoso morto in sua patria nel 164o. quivi mentovato a car. 9o ma senza farsi cenno che abbia lasciate Opere o stampate, o manoscritte” .
17. Papàs Francesco CHETTA-SCHIRO’, I Castriota principi d’Albania nell’Ordine sovrano e militare di Malta, Valletta 1929. Cfr. Giovanni Agostino CACCIA, Satire e capitoli piacevoli (1549) a cura di Benedetto Buono, 2013; Apologia di tre Seggi Illustri di Napoli di M. Antonio TERMINIO da Contorsi. Non erit aspernanda brevitas, quae veritate, grandioris afferat fructum voluminis [non bisogna disprezzare la brevità, quando, ad onore del vero, possa dare frutti migliori di un libro troppo voluminoso] Venezia 1581; Carolus du Fresne DU CANGE, Historia Byzantina Duplici commentario illustrata: prior familias ac stemmata imperatorum Constantinopolitanorum, Venezia 1729.
18. Leandro ALBERTI. Descrittione di tutta l’Italia, et isole pertinenti ad essa, Venezia 1577 p,269. Cfr, F. BARRA, Atripalda Profilo storico, Atripalda 1985. G.A. GALANTE, Il Cemetero di S. Ippolisto Martire in Atripalda, ristampa anastatica, Atripalda 1984. N. GAMBINO, Lo Specus Martyrum di Atripalada, in Civiltà Altirpina a. VIII 1983- a. IX 1984
19. Cathopedia l’Enciclopedia Cattolica, s.v. Pompeo Colonna. Cfr. Franca PETRUCCI, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 27 ,1982, s. v. Colonna, Pompeo.
20. La biografia riportata di Alfonso Castriota si può leggere on line
www.comune.copertino.le.it › Territorio › Personaggi illustri › Personaggi illustri
21. Giovambattista FERRARO, Delle razze, disciplina del cavalcare, ed altre cose pertinenti ad essercizio così fatto, Napoli 1560 p.52.
22. Carolus du Fresne DU CANGE, Historia Byzantina Duplici commentario illustrata: prior familias ac stemmata imperatorum Constantinopolitanorum, Venezia 1729
23. Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli t.IV, Napoli 1804 p.51 e p.61
24. Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli.Tomo VII, Napoli 1804 p.252
25. N. FRANCO, Il Petrarchista - Dialogo, nel quale si scuoprono nuovi secreti sopra il Petrarca e si danno a leggere molte lettere, Venezia 1539.
26. Vincenzo CIARLANTI, Memorie historiche del Sannio, Isernia 1644
27. Salvatore SPIRITI, Memorie degli scrittori cosentini raccolte da Salvatore Spiriti de’ marchesi di Casabona, Napoli 1750 p.78.
28. Gabriella LAVINA - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975) s. v. Capobianco, Pietro Paolo.
29. N. FRANCO, Dialoghi piacevolissimi, edizione espurgata, Venezia 1609, Dialogo VI, pp. 92-93
30. C. SVETONI TRANQUILLIi, De Grammaticis, c. 24 on line THE LATIN LIBRARY
31. Giano ANISIO (propr. Giovanni Francesco), nacque a Napoli intorno al 1465 e nella città partenopea morì molto probabilmente dopo il 1540). Fece parte dell’Accademia Pontaniana. Scrisse molto ed in latino: Varia poemata et satyrae (1531), Variorum poematum libri novem Sententiae et satyrae (1536), Epistulae de religione et epigrammata (1538), e la tragedia Protogonos (1536) sul peccato originale. Anna BUIATTI - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961) s. v. Anisio, Giovanni Francesco.
32. Di questo particolare sull’ abbigliamento dei religiosi cfr. Volume che contiene gli Statuti della sacra Religione Gerosolimitana…l’ordine che si tiene nel dar l’Abito a chi professa nella Religione… Borgo Novo 1719, p.161
33. Gigliola FRAGNITO - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978) s. v. Castellesi, Adriano
34. Enea Silvio Piccolomini (Siena 1406- Ancona 1464) fu papa col nome di Pio II fu tra gli umanisti più versatili e prolifici del suo tempo cfr. Marco Pellegrini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 83 (2015) s. v. Pio II, papa.
35. Si tratta di Beroaldo Filippo senior (Bologna 1453-1505) per distinguerlo dall’altro Beroaldo Filippo iunior Bologna (1472-Roma 1518), entrambi scrittori e poeti umanisti. “Di tutte le opere erudite del Beroaldo senior, i Commentarii su Apuleio esercitarono probabilmente la maggiore influenza e illustrano sufficientemente le caratteristiche del suo metodo e del suo stile” cfr. Myron GILMORE - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967) s. v. Berolado Filippo senior; - Ettore Paratore - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967) s. v. Beroaldo Filippo junior.
36. Berolado senior fu autore di Commentarii su Apuleio cfr. M. Gilmore op.cit.; mente Marziano Capella, “scrittore latino di Cartagine (inizio sec. 5º d. C.) fu autore di un’opera enciclopedica in nove libri, De nuptiis Mercurii et Philologiae, in forma di favola mitologica misticheggiante” cfr. Treccani, Enciclopedia on line s. v. Marziano Capella, Minneo Felice.
37. Girolamo Borgia (Senise 1475- Napoli 1550?), vescovo di Massa Lubrense ,discepolo del Pontano, scrisse Historiae de bellis italicis, sulle guerre dal 1494 in poi, e poesie latine. Cfr. Gianni Ballistreri - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971) s.v. Borgia, Girolamo.
38. Jacopo Sannazaro (Napoli 1457-1530) poeta e umanista, conosciuto in tutta Europa per la sua opera Arcadia.
39. Notizie di Gaspare Aquila in Gaetano MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri, vol.XXXV, Venezia 1845, pp.57-59
40. Francesco Pecoreo è della schiera la forma “umanistica” del cognome Pecora/Pecoraro, da cui è derivata anche la forma ipocoristica Pecorelli.
41. Gianni Ballistreri, op. ci.
42. G. Moroni, op. cit.
43. Giovanni Maria MAZZUCCHELLI, Gli scrittori d’Italia cioè notizie storiche, e critiche intorno ..., Volume I parte 2,, Brescia 1752 pp. 799-801. In nota il Mazzuchelli scrive: Il passo del Franco per quanta poca fede se gli volesse dare, non si può forse omettere senza demeritare presso al curioso Lettore. Egli è fra suoi Dialoghi, il IV ( Nel quale si finge, che Caronte esamina alcune anime, per che conto niuna di loro habbia in bocca l’obolo, che fintamente è solito di darglisi, per lo passaggio),ed è conceputo colle seguenti e sanguinose esclamazioni:
Anisio resterà scolpato de’ suoi vizi in Napoli? Anisio resterà impunito? Ansio senza di essere bruciato, resterà vivo? Che cos’è ch’i possa difendere? Che cosa è che’egli abbia ardire di domandare? Che cosa è ch’egli pensi che se gli bisogna concedere? Non ha egli posto in uso la…? Non ha depravati i buoni costumi? Non ha egli fatti tanti versacci, che non vagliano pur un quattrino? Oh, non s’è egli finalmente volto a ogni scelleratezza?
44. E il Mazzuchelli, op. cit., aggiunge che con buona “ragione l’Amenta (Niccolò ) ne’ suoi Ragguagli di Parnaso a car. 144 abbia finto, che molti Letterati disgustati del Franco, de’ quali Giano Anisio tiene il primo luogo, si erano uniti al famoso Pietro Aretino per conciar il Franco pe’ dì delle feste. Per altro noi non sapremmo dissimulare che forse a sì fatte accuse contra l’Anisio può aver contribuito certo suo divertimento, che fu per avventura innocentissimo, descrittoci da lui medesimo nella Satira VIII del libro III a Giano Parrasio indirizzata, nella quale dopo avere narrato come distribuiva egli le ore ciascuna mattina, passa al dopo pranzo, dicendo ch’era solito uscire di casa per mutar aria, e che cercava que’ luoghi dove sono iuvenes dicto factoque procaces”.
45. Giovan Francesco II PICO della MIRANDOLA, DIALOGO detto Strega o sia il primo libro dell’illusioni del demonio composto dall’illustre e molto dotto principe segnore ..volgarizzato da Leandro Alberti, Bologna 1524
46. La Strega ovvero degli inganni de’ Demoni Dialogo di Giovan Francesco Pico della Mirandola tradotto in lingua toscana da TURINO TURINI, Milano 1864
47. Francesco D’OVIDIO, Varieta filologiche: Scritti di filologia classica e di lingua italiana, X Napoli 1874, p.133 si trova menzione in Cicerone, che colloca la quercia di Mario in territorio di Sora, sed cum eam tempestas vetustasve consumpserit, tamen erit his in locis quercus, quam Marianam quercus vocabant Cicero, De legibus, lib. I,2
48. Carlo SIMIANI, Nicolò Franco la vita e le opere, Torino-Roma ,1894 p.16
49. Angela ASOR ROSA - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997) s. v. Filocalo, G. Tommaso
50. Anna BUIATTI - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961) s. v. Anisio, Giovanni Francesco. Cfr. Emilio Santini - Enciclopedia Italiana (1929) s. v. Anisio, Giano.
51. Anna Buiatti, op. cit.
52. Niccolò TOPPI, Biblioteca napoletana, et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno, Napoli 1678, p.338
53. Gionata Liboni, Sozzino Benzi, Basilio Sabazio e la corruttibilità del cielo. La controversia cosmologica in una lettera al cardinale Benedetto Accolti, in Castelli di Yale, IX (9). 2008, pp. 123-154. ISSN 1591-2353
54. E. Impieri, op. cit., p.12
55. Su questa famiglia, Soriceo, e suoi personaggi più importanti cfr. Maria Anna Noto, Viva la Chiesa, mora il tiranno: il sovrano, la legge, la comunità e i ribelli, Benevento 1566, Guida, Napoli 2010. Il cognome dovrebbe essere Soricelli, ma latinizzando alla maniera degli umanisti è diventato Soriceo.
56. Nell’Archivio di Stato di Benevento, è conservato il documento Fondo Pedicini (1423-1677) ASBN, Pedicini, 34, un atto della fine del XVI secolo riguardante la famiglia Soriceo. monasterium.net:8181/mom/IT-ASBN/Pedicini/ASBN_Pedicini_34/charter
57. Malleus Maleficarum, in tres divisus partes, in quibus: Concurrent¡a ad maleficia / Maleficiorum effectus ,/ Remedia adversus maleficia. Et modus procedendi, ac puniendi maléficos abunde ñîtinetur, praecipue autem omnibus Inquisitoribus, et divini verbi concionatoribus utilis ac necessarius. Auctore R. P. F. Iàñîbî SPRENGER. Ordinis Praedicatorum inqusitorc clariss. Venezia 1576. 189
58. Pietro d’ABANO, La seconda parte della geomantia, Venezia 1550- 1552, I parte “ Non è altro la Geomanthia che una vera scientia, per la quale per virtù d’Astrologia si dà a conoscere il fine ed effetto delle cose che s’hanno ad operare, con l’ausilio delli celesti influssi, senz’il mezzo de’ quali niuno vero giudicio a perfetta cognizione ridur si può”- 2° parte p.7 la geomanzia “ meritò da’ Greci esser nominata Geos, che latinamente significa terra, e manthia, che s’interpreta divinatione, che congiunti suonano Geomanthia, ch’altro non vuol esprimere che divinazione in terra”. P.3" Li convenevoli stromenti e necessari all’uso di cotal arte sono una penna bene temperata, et carta bombacina, con negro inchiostro, ovvero una tavola di giesso, o piana terra, o pianata polve, ovvero nell’arena, con uno stilo di ferro, o d’alcun altro metallo, sieno di che materia esser vogliano, pur che si abile a formare la lienatione”.
59. Iàñîbî Sprenger, op. cit.
60. Stefano CARNAZZI, Cos’è l’alchimia. L’arte della trasmutazione di sé. 6 novembre 2016 https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/alchimia
61. Gabriella Lavina, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975) s. v. Capobianco, Pietro Paolo
62. Notizie sui Mascambruno in Vincenzo Ciarlanti, Memorie historiche del Sannio chiamato hoggi Principato Ultra, contado di Molisi, e parte di Terra di Lavoro, Isernia 1644, lib. IV p.353 Cfr. Famiglia Mascambruno antica e nobile di Benevento con sette (arci)vescovi (sec. XV-XVII):
63. Ferrante della MARRA, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere o non comprese ne’ Seggi di Napoli imparentate colla Casa della Marra, Napoli 1641 p.212.
64. Alfredo dei Baroni del Pozzo, Famiglia Mascambruno, in Giornale Araldico 26 (1898),pp.36-38; cfr. A. ZAZO, Dizionario 245-252…Alfonso, 1526 governatore e castellano di Benevento (ibidem 245) [Legati e governatori dello Stato Pontificio -Prosopografia, Masini p.776 www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Sussidi/Sussidi_7_c.pdf
65. In una rivista rivive l’eredità di San Pompilio, Corriere dell’Irpinia, 08.11.2005
66. Paolo BERTOLINI - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36 (1988) s. v. Dei, Andrea
67. Anna Buiatti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961) s. v. Angeriano, Girolamo
68. Treccani, Enciclopedia on line, s v. Angeriano, Girolamo. Un’edizione delle opere è stata di recente pubblicata nella città in cui il poeta morì:
Girolamo ANGERIANO, Erotopaegnion Eclogae De obiti Lydae De vero poeta De Parthenope De principum miseria, a cura di Antonio D’Antuono- Stanislao Scapati, Ariano Irpino 2003