
IL GIOVANE PIU’ AMATO DALLE DONNE E DAGLI UOMINI
ACCOLTO DAL RE DI FRANCIA,
STREGATO DAL GRAN TURCO A COSTANTINOPOLI
indice
ricapitolazione.
don ferrante, il principe «fluido» e moderno
capitolo i
LA MAMMA SI RISPOSA A PIOMBINO,
FERRANTE CRESCIUTO A CAPACCIO
— Il più ricco principino senza genitori
— Il Conte di Capaccio per tutore
— L’orfanello sposa la figlia del padrino
— Ferrante con Fieramosca a Governatore
— Padrone di mezzo regno fin da Piccolo
— Salerno con il Principe, il Regno col Reuccio
— Una Corte come a Madrid, grazie al suocero
— Amico di Carlo V Imperatore e Re di Napoli
capitolo ii
Il PRINCIPE SOCCORRE LE COSTE
PER RESPINGERE I TURCHI
— L’assedio della Costa d’Amalfi
— La flotta “Andrea D’Oria” a Cetara
— La Battaglia del 28 maggio a Capo d’Orso
— L’amato Imperatore si avvicina a Napoli
— Il Viceré d’Orange perseguita i ribelli
— Le Terre affidate date a Gonzaga: i Ducati
— Ferrante all’incoronazione imperiale
— Governatore del Principato e poeta: il Tasso
capitolo iii
IL RE CORTEGGIA LA PRINCIPESSA, IL PRINCIPE SEMPRE PIU’ POTENTE
— Un nemico: il Viceré Don Pedro da Toledo
— Saccheggio barbaro da Cetraro a Sperlonga
— Sanseverino a Tunisi col Conte di Sarno
— L’Imperatore torna dall’Africa a Salerno
— Carlo V ospite della focosa Principessa
capitolo iv
LO SCONTRO CON IL VICERE’
E CON IL MARCHESE DI POLIGNANO
— I contrasti con Toledo, l’antisemita
— Dissidi a corte offuscano i principi di Salerno
— Il Viceré fa arrestare (e uccidere?) il Marchese
— Don Pedro vuole anche paga 40.000 ducati
— Il popolo invia il Principe dal Carlo V
— Il Viceré vuole trattare, ma il popolo evita
— Toledo invia una spia in anticipo al Re
capitolo v
il tentativo dei nobili
di far fuori il vicere’
— Il popolo vuole sollevarsi, Mormile frena
— Il Viceré è assediato: lo salva il Bisignano
— Don Pedro non vuole scuse: grida vendetta
— La furia del generale dopo l’attentato
— Le truppe sparano, i deputati hanno tradito
note bibliografiche
note bibliografiche al testo
1. Laura Malinverni, Ippolita, da: https://www.storiamedievale.net/pre-testi/ippolita.htm.La promettente adolescenza. «Oggi fra i codici conservati a Milano alla Biblioteca Trivulziana, composta nel 1454 e che alla fine reca l’iscrizione: «Baldus Martorellus Piceni has regulas composuit pro illustri Comite Galeaz et inclita domina Hippolita sorore ejus qui non recusat ut quantum de hoc libello tantum de sui parvi nominis fama detrahatur».
2.Michela Pugliese, Messer Cicco milanese eccellentissimo.
3. Da Wikipedia
4. Gio.Bernardino Tafuri, Cronache del Coniger (con note di). In: Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio.Bernardino e Tommaso Tafuri di Nardò. Ristampat ed annotate da Michele Tafuri, Vol.II, dalla stamperia dell’Iride, Napoli 1851. Pagg.471 e segg.
5. Francesco Senatore, Cerimonie regie e cerimonie civiche a Capua (secoli xv-xvi). V. nota. Lettera di Maletta, ivi, p.279. E’ riferito al matrimonio Aragona-Sforza (ottobre 1455).
6. M.Lucio Cardami, Diarii (con note di Tommaso Tafuri) in: Tommaso Tafuri, Diarii di L.Luio Cardami colla di oui vita, e note (composte da Tommaso Tafuri). In: Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio.Bernardino e Tommaso Tafuri di Nardò. Ristampat ed annotate da Michele Tafuri, Vol.II, dalla stamperia dell’Iride, Napoli 1851. Pagg.540 e segg. V. giorno 15 dicembre…
7. Raffaele Colapietra, in: Il ‘400 in Abruzzo e in Molise, Vol. VI, Storia del Mezzogiorno, pagg. 55-56.
8. Muratori, Annali d’Italia,voll.31,pp.514-15, Venezia 1790. Nel tomo XXI (anni 1421-1480) così riporta: “Nel dì 5 di dicembre (1456), e in altri susseguenti giorni un sì terribil tremuoto scosse la terra nel Regno di Napoli, che fu creduto di non essersi da più secoli indietro provato un somigliante eccidio in quelle contrade…Le persone morte sotto le rovine chi le fece ascendere sino a centomila, con esserne perite nella sola città di Napoli, per attestato d’alcuni, venti, o trentamila”.
9. Antinori, Annali degli Abruzzi, nel XV volume. V. anno 1456.
10.Antonello Coniger, Cronica. In: Giovanni Bernardino Tafuri: Annotazioni critiche del sig.Gio:Bernardino Tafuri patrizio della città di Nardò sopra le Cronache di M.Antonello Coniger leccese. In: Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, Tomo VIII, Appresso Cristoforo Zane, Venezia 1733. Pagg: 170 e segg.
11. Balla Enrico, Pereto, storia, tradizioni, ambiente, statuti, Roma 1986, pag. 98-99. In: http://www.pereto.info/terremoto_5dicembre1456.htm. Cfr.De Blasiis G. 1885Il terremoto del 1456Archivio storico prov. napoletano, anno X , Napoli. Cfr. GNGTS – Atti del 22° Convegno Nazionale / 05.04 / U. Fracassi, G. Valensise, E. Guidoboni e G. Ferrari dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma e dello SGA, Storia Geofisica Ambiente srl, Bologna. LA SORGENTE DEL TERREMOTO DEL 1456: NUOVE IPOTESI DAL RIESAME CONGIUNTO DI DATI STORICI E STRUTTURALI. Così scrivono: “Nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal MIUR l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la SGA hanno intrapreso un riesame della catastrofica sequenza sismica iniziata il 5 dicembre 1456. Per l’estensione della zona colpita e la severità dei danni questo terremoto è ancora oggi ritenuto il più forte terremoto della storia italiana. La ricerca si avvale di un’ampia reinterpretazione delle fonti storiche, di una nuova visone d’insieme dell’assetto profondo del settore crostale interessato dall’evento e di analogie con le caratteristiche di sorgente dei terremoti molisani del 31 ottobre-1 novembre 2002″.
12.Gio.Bernardino Tafuri, Cronache del Coniger (con note di). In: Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio.Bernardino e Tommaso Tafuri di Nardò. Ristampat ed annotate da Michele Tafuri, Vol.II, dalla stamperia dell’Iride, Napoli 1851. Pagg.471 e segg.
13.Così nel Diario: – A dì 5 Decembre die Dominico ad hore 11 venne pe tutto lo Reame no tremolizzo grande, che nullo se ricorda averene nteso simile. Rovinao tutta terra de Abbruzzo, s’aprìo in paricchi lochi la terra alla Campagna di Napoli, de Benivento, Esernia, Adice, et Ascoli; parecchi Cittati, et terre se rovinaro adfatto. In Provincia de Terra d’Otranto facio grande damno ad Brindesi, Oria, Alessano, Castro, Mandurio, Nerito, et Lezze. M.Lucio Cardami, Diarii (con note di Tommaso Tafuri) in: Tommaso Tafuri, Diarii di L.Luio Cardami colla di oui vita, e note (composte da Tommaso Tafuri). In: Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio.Bernardino e Tommaso Tafuri di Nardò. Ristampat ed annotate da Michele Tafuri, Vol.II, dalla stamperia dell’Iride, Napoli 1851. Pagg.540 e segg.
14. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo, cit. in Fonti.
15. Francesco Senatore, Cerimonie regie e cerimonie civiche a Capua (secoli xv-xvi), nota, “Da una lettera di A. da Trezzo a F. Sforza, Giugliano 13.VI.1458, ivi, vol. I, p. 651; lettera degli ambasciatori sforzeschi a F.Sforza, Capua 31.VII.1458, ivi, vol. II, p.73. Sulla pergamena di Altavilla del febbraio del ‘58 v. P. Tropeano, CDV, cit.
16. Tristano Caracciolo, Genealogia Caroli Primi regis Neapoli. Tristani Caraccioli. Opuscola historica, pag.145.
17. Roberto delle Donne, Regis servitium nostra mercatura. Culture e linguagi della fislalità nella Napoli aragonese, In: Linguaggi e pratiche del potere. Genova e il Regno di Napoli tra Medioevo ed età moderna, a cura di Giovanna Petti Balbi e Giovanni Vitolo. Centro interuniversitario per la storia delle città campane nel medioevo. Quaderni (4).Laveglia editore, Salerno 2007, dal sito internet: www.fedoa.unina.it/1125. Nota 28.
18.G.Battista Aiello, Napoli e i luoghi celebri delle sue vicinanze, Napoli 1845, vol1. Nella tribuna saranno collocati i “sepolcri di Isabella di Chiaromonte moglie di Ferrante I d’Aragona e di Pietro d’Aragona fratello di re Alfonso, morto nell’assedio di Napoli del 1459 e qui poi trasportato da Castel nuovo e tumulato nel 1444. L’iscrizione è la seguente: OSSIBVS ET MEMORI AE ISABELLAE CLARIMONTIAE / NEAP. REGINAE FERDINANDI PRIMI CONIVGIS / ET PETRI ARAGONEI PRINCIPIS STRENVI / REGIS ALFONSI SENIORIS FRATER / QVI NI MORS EI ILLVSTREM V1TAE CVRSVM INTERRVPISSET / FRATERNAM GLORIAM FACILE ADAEQVASSET / OH FATVM! QVOT BONA PARVVLO SAXOCONDVNTVR. Quivi anche riposa la spoglia di Cristoforo di Costanzo gran siniscalco di Giovanna I, morto nel 1367; e qui Beatrice figliuola di Ferrante I e d’Isabella, rimasa vedova di Mattia re d’Ungheria, leggendovisi l’epigrafe: BEATRIX ARAGONEA PANNONIAE REGINA / FERDINANDI PRIMI NEAP. REGIS FILIA / DE SACRO HOC COLLEGIO OPT. MERITA / HIC SITA EST / HAEC RELIGIONE ET MVNIFICENTIA SE IPSAM VICIT.
19. S. Degli Arienti, op.cit.
20. S. Degli Arienti, op.cit.
21.Gio.Bernardino Tafuri, Cronache del Coniger (con note di). In: Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio.Bernardino e Tommaso Tafuri di Nardò. Ristampat ed annotate da Michele Tafuri, Vol.II, dalla stamperia dell’Iride, Napoli 1851. Pagg.471 e segg.
22. Da: https://www.nartea.com/guida-on-line/san-pietro-martire/
«Ritornati sul corso Umberto I lo si percorre verso piazza Bovio incontrando a sinistra nella piazza Ruggero Bonghi la facciata della chiesa di San Pietro Martire. Carlo II d’Angiò, volendo donare ai frati Predicatori domenicani, a cui già nel 1231 era stata affidata l’antica chiesa di San Michele a Morfisa, una nuova “basilica”, diede incarico di far costruire la Chiesa ed il Convento dedicati a San Pietro Martire, i cui lavori ebbero inizio nel 1294….».
23. S. Degli Arienti, op.cit.
24. Laura Malinverni, Ippolita, da: https://www.storiamedievale.net/pre-testi/ippolita.htm.La promettente adolescenza.
25. Laura Malinverni, Ippolita, da: https://www.storiamedievale.net/pre-testi/ippolita.htm.La promettente adolescenza.
26. Sabatino degli Arienti, Gynevera de le clare donne/31. De Hyppolita Sphorza, duchessa de Calabria.
27. Laura Malinverni, Ippolita, da: https://www.storiamedievale.net/pre-testi/ippolita.htm. Matrimonio ed eclissi.
28. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo, cit. in Fonti.
29. Sabatino degli Arienti, Gynevera de le clare donne/31. De Hyppolita Sphorza, duchessa de Calabria.
30. Veronica Mele, Dietro la politica delle potenze: la ventennale collaborazione tra Ippolita Sforza e Lorenzo de’ Medici, in: «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo», 115 (Giugno 2013), pp. 375-423. V. Cronaca delle cerimoniedi accoglienza per Ippolita e Federico d’Aragona da parte della Repubblica di Firenze,Firenze, Archivio di Stato (d’ora in poi ASF).Cfr. Carolina Mautone, I Medici 3: Chi era Ippolita Sforza, la donna che salvò Lorenzo Il Magnifico. Da: https://www.comingsoon.it/serietv/news.
31. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, Duchessa di Calabria, nelle corrispondenze diplomatiche tra Napoli e Milano. Una enclave lombarda alla corte aragonese di Napoli (1465-1488), pagg. 125-141.
32. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
33. Da: AsMi, Fondo Visconteo Sforzesco; Potenze estere (Napoli); A Autografi (Ippolita Sforza)].
34. Laura Malinverni, Ippolita, da: https://www.storiamedievale.net/pre-testi/ippolita.htm. In famiglia Ippolita diventa per tutti la Principessa.
35. Dal sito internet: www.culturasalentina.wordpress.com. Articolo di Fernando Guida, Isabella di Clermont, regina di Napoli.Per la lettera di cordoglio di Sforza v. BNF, Italien, 1590, 338, Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo, Milano 10 agosto 1464.
36. M.Lucio Cardami, Diarii (con note di Tommaso Tafuri) in: Tommaso Tafuri, Diarii.., op.cit.
37. M.Lucio Cardami, Diarii (con note di Tommaso Tafuri) in: Tommaso Tafuri, Diarii.., op.cit.
38. A.Bascetta – S.Cuttrera, La duchesca e il testamento di Alfonso II
39. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, Duchessa di Calabria, nelle corrispondenze diplomatiche tra Napoli e Milano. Una enclave lombarda alla corte aragonese di Napoli (1465-1488), pagg. 125-141.
40. Veronica Mele, Dietro la politica delle potenze, cit.
41. Carolina Mautone, I Medici 3: Chi era Ippolita Sforza, la donna che salvò Lorenzo Il Magnifico. Da: https://www.comingsoon.it/serietv/news.
42. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
43. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
44. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
45. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
46. Benedetto Croce, Storie e leggende napoletane, seconda edizione riveduta, Bari, Giuseppe Laterza e figli, tipografi editori librai, 1923.Pagg.166-196, cap.VI, Isabella del Balzo. Regina di Napoli. Pagg.166-170.
47. Il 20 agosto 1482 Re Ferdinando nominò Niccolò Allegro a rettore di Benevento, città rimasta in Regno dal 1463, anno in cui, appoggiando le rivolte popolari, fu strappata alla Chiesa insieme a Salerno. Nell’atto compaiono molti civium e habitatorem beneventanorum che chiesero ed ottennero gli statuti comunali ad capitulandum. Valerio dalla Vipera, notajo e sindaco beneventano, fece pubblicare il privilegio. Ma quello fu l’ultimo anno di sovranità del Re, in quanto, il 21 agosto, vi fu la celebre vittoria dei papalini sul Duca Alfonso d’Aragona “presso S.Pieto in Formis, che perciò fu detto Campomorto, dalle genti inviategli contro del Papa, comandate da Girolamo Riario, e da Roberto Malatesta”. I beneventani e gli abitanti di Terracina furono assolti dal delitto di ribellione con bolla papale del 7 gennaio 1483. Il 25 gennaio il pontefice ne dichiarò governatore e castellano Corrado Marcellino, cittadino romano già vescovo di Terracina. Sotto Papa Eugenio Benevento chiederà la separazione del potere politico dalle mani dei Rettori papalini e questi separar separatim facere castellanum a Rettore, seu vicerettore. 21. Stefano Borgia, Memorie istoriche della pontifica città di Benevento dal secolo VIII al Secolo XVIII, Parte III, Volume I, Roma 1769.
48. Civitate Tocco sede vescovile non va confusa con l’Oppido, cioè il Castrum Tocco dipendente direttamente dal papa di Avignone come Castrum Tocci, mentre la precedente Civitate distrutta dal terremoto del 1348 viene dichiarata suffraganea di Benevento. Già papa Stefano X l’avrebbe indicata come dipendenza di Montecassino nel 1058. E’ poi annoverata fra le città suffraganee dal Vipera (Chror. sub Uldarico, pag.90). E qui sarebe l’inghippo perché la vecchia Tocco descritta nel documento non è collocata nella Valle di Vitulano, nella Varvense che non è lo Stretto di Barba (la Varva nel 1800 risulta essere casale di Ceppaloni, ma già nel 1700 era frazione di Chianchetelle, ai piedi di Torrioni, sul finire del vallone San Martino di Terranova Fossaceca all’incontro col fiume Sabato e di fronte Pietrastornina).
Leggendo l’opera “Descrizione dei viaggi compiuti dal Santorino stesso fra 1485 e il 1487, in qualità di cancellarius et scriba del Patriarca di Aquileia (che era arcivescovo di Benevento) nei territori facenti parte dei suoi possedimenti” si capisce che qualcosa non quadra. Infatti, lo scrittore ecclesiastico Paolo Santonino, nel suo viaggio del 1456 descritto nel libro Itinerari dice: quae dicitur Tocco in Valle Varvense, malamente tradotta in Valle Vitulana, ad solum usque deducta defunctorum descriptum non recepi. Vitulano diviene Terra con tre parrocchiali, una delle quali è arcipretura, benchè l’arciprete risieda in Tacciano e dicesi arciprete di tutta la Valle di Vitulano che consta di 36 casali (stranezza del numero uguale ai 36 casali che la memoria popolare diceva possedere sicuramente Pietrastornina, antico feudo delle due torri, che è sita a monte dello Stretto di Barba). Anche Meomartini disse Tocco in Valle di Vitulano.
49. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
50. Giovanni di Fiore, Della Calabria illustrata, vol.3, cit.
51. Monte, cit. Cfr. A.Bascetta, Quattrocento Napoletano, ABE, Napoli 2011.
52. Antonello Coniger, cit.
53. Notar Giacomo, Cronica, in: Paolo Garzilli, Cronica di Napoli di Notar Giacomo, cit., pag.152.
54. Filippo di Commines, Delle memorie, cit.
55. Filippo di Commines, Delle memorie, cit.
56. Ivi.
57. Cap.II, cit., pag.225.
58. Antonello Coniger, cit.
59. Angelo Tafuri, Opere, cit.
60. Notar Giacomo, Cronica, in: Paolo Garzilli, Cronica di Napoli di Notar Giacomo, cit., pagg.153 e segg.
61. Giuseppe Coniglio, I vicere spagnoli di Napoli, Fausto Fiorentino Editore, Napoli 1967, pagg.11-16.
62. Giuseppe Coniglio, I vicere spagnoli di Napoli, Fausto Fiorentino Editore, Napoli 1967, pagg.11-16.
63. Bascetta, Juana, cit.
64. Bascetta, Juana, cit.
65.Luigi Conforti, Napoli dal 1789 al 1796 con documenti inediti, R. tipi di de Angelis (oggi A.Bellisario e C.), Napoli 1887.
66. Luigi Conforti, Napoli dal 1789 al 1796 con documenti inediti, R. tipi di de Angelis (oggi A.Bellisario e C.), Napoli 1887. “La Biblioteca del Principe di Tarsia è superba: la sua scuderia è magnificamente dipinta e decorata, prova che l’intenzione del signore non era quella d’onorare le Muse. La Biblioteca del Principe di Tarsia era non solo ricca di opera, ma le pareti e gli scaffali, di fregi ed oro. Una sala fornita di molti strumenti matematici, un’altra di ritratti d’uomini dotti, nazionali e stranieri. Sulle porte, in caratteri d’oro, si leggeva il seguente distico di G. B. Vico: Heic Jovis e cerehro quae in coelo est nata Minerva / Digna Jove in terris aurea tecta colit. La Regina ha raccolto, da qualche anno a questa parte, una Biblioteca di opere tedesche per suo uso; Fuger, pittore di Vienna, l’ha dipinta con molto gusto. Erano, su per giù, queste le condizioni e la fisonomia sociale del Regno fino ai tempi di Carlo III, salvo, s’intende, quelle differenze proprie delle provincie cagionate dalla maggior o minor prevalenza del feudatario, del cattivo amministratore, e della maggiore minore lontananza dalla Capitale, ove era accentrato il potere il quale, per mancanza di sollecite comunicazioni, di frequenti scambi, non poteva infondere un’azione rapida e concorde in tutte le membra del Reame”).
67. R.Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, Napoli, 1977, vol. II, p.73; Francesco Abbate, Storia dell’arte nell’Italia meridionale, Volume 2, 1998.
68. Notargiacomo; cfr. Scandone.
69. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, Duchessa di Calabria, nelle corrispondenze diplomatiche tra Napoli e Milano. Una enclave lombarda alla corte aragonese di Napoli (1465-1488), pagg. 125-141, Mélanges de la Casa de Velázquez, 45-2, 2015. Cfr. Antonio Cicinello a Francesco Sforza, Napoli 19.II.1465, ASM, Sforzesco, Napoli, 214, cc. 204-206. In: Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
70. Da: Il Quotidiano di Salerno. Articolo: Isabella Villamarina, la Principessa del Rinascimento, di Giovanni Lovito.
71. «L’indiscrezione era stata raccolta da Giovanbattista Bentivoglio e riferita da Zaccaria Barbaro al governo di Venezia, Napoli 17.I.1472, Corrispondenze diplomatiche veneziane da Napoli, ed. Corazzol, pp. 137-138».In: Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, cit.
72. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo, cit. in Fonti.
73. Laura Malinverni, Ippolita, da: https://www.storiamedievale.net/pre-testi/ippolita.htm. Una “sotterranea” attività diplomatica?
74. Notargiacomo; cfr. Summonte. Cfr. Passaro, cit.
75. Archivio virtuale del monastero dei SS. Pietro e Sebastiano ASPS, 117. 1480 Il 29 ottobre 1481, Nicola de Petrutiis, reggente della Magna Curia Vicarii, incarica il capitano di Acerra di costringere Angelillo de Pistasa cittadino di Acerra a restituire, pena quattro once d’oro, entro due giorni una botte di vino sottratta da una casa sita nel casale di San Nicandro di proprietà dei SS. Pietro e Sebastiano.
76. Pergamente di Atella. Diffida del reggente della Magna Curia Vicarii a non violare una terra ed una masseria in Melito (Il monastero femminile domenicano dei SS. Pietro e Sebastiano di Napoli, doc. 526).
77. Arturo Bascetta, Avellino. L’altro volto del Rinascimento, ABE Napoli, Avellino 2016.
78. Tratto da Joanni Maurello, poeta dialettale calabrese, che narrò l’episodio nel Lamento per la morte di Don Enrico d’Aragona, epicedio di 296 versi diviso in quattro parti stampato a Cosenza nel 1478, il più antico documento in dialetto della Calabria Citeriore in cui l’autore mostra il dolore per la morte del suo signore. Il testo fu rinvenuto fra i rogiti della biblioteca vaticana dallo studioro Erasmo Percopo nel 1888 che lo considerò come scritto da un uomo di cultura “non del tutto volgare e popolano, o cantambanco o improvvisatore che dir si voglia”.
79. Stefano Borgia, Memorie istoriche della pontifica città di Benevento dal secolo VIII al Secolo XVIII, Parte III, Volume I, Roma 1769.
80. A.Bascetta, L’Irpinia dei Gonzaga, I, ABE Napoli 2016.
81. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
82. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
83. A. Mazzarella da Cerreto, in: Domenico Martuscelli, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, Volume 3, Nicola Gervasi, 1846.
84. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo. MS Anonimo [Notar Antonino Castaldo jr. / Scipione Guerra ?] , Libro I. Collections Library Yale, «toledo Ms 995», Ms. in Italian. 995 pages. Thick 4to. Contemporary limp vellum. Table of contents at the beginning. Italy (Naples?), 17th century. V.: https://collections.library.yale.edu/mirador/32492480. Il testo, trascritto è tratto dal 1° libro del manoscritto del cronista anonimo, attribuibile ad Antonino Castaldo jr. oppure a Scipione Guerra, copia dell’originale di cui fu autore Antonio Castaldo. E’ una carrellata sulle diverse epoche vicerali che il notaio non ha vissuto, ma che intende trattare il più fedele possibile ai fatti accaduti, avendo letto atti, giornali e documenti d’archivio, specie quelli conservati a S.Lorenzo di Napoli, sede dell’Università comunale degli eletti e dei deputati della Città. Poiché in alcune copie Mss. dei tre volumi delle «Historie», è stato accertato che vengono mutati periodi e addirittura nomi, tagliati e aggiunti, per facilitare il groviglio chiameremo questa copia come quella del Copista A. C’è da dire che la versione originale appare questa da noi riportata, mentre quella conservata a Madrid, è una trascrizione italianizzata già dal secondo rigo con la frase «particolarità degne» mutata in «particolari degni», nonché dalla scrittura molto più leggibile e armonica. Eventuali comparazioni di necessità con altre copie saranno citate e commentate in nota, specificando la diversa trascrizione del Copista B, C, etc.
COPISTA B. Biblioteca Nazionale di Madrid, Mss. 8768, [AntoniNo Castaldo jr.?- antonio castaldo], Historia di Antonio Castaldo Nap[olitano] principale notare del Regno, delle cose occorse in Nap[oli] dal tempo che vi fù Viceré D.Pietro de Toledo, Mar[che]se di Villafrancha, e[t] di alcuni part[icola]ri di molti an[n]i prima insino alla ribbellione di Ferrante Sanseveríno, Principe de Salerno, et di altre occorrenze di poi seguite, S.XVII, papel, 195 x 140 mm., 1 h.+ 177 ff., enc. pergamino. Olim: X, 48. Bib: SÁNCHEZ ALONSO, II, p. 146, n. 5584. V. Vol1, «Historia di alcuni partitolari di molti anni prima».
COPISTA C. Biblioteca napoletana, [antonio castaldo], Istoria di Notar Antonino Castaldo, Libri quattro. Ne’ quali si descrivono gli avvenimenti più memorabili succeduti nel Regno di Napoli sotto il Governo del Viceré D.Pietro di Toledo. E de’ Viceré suoi successori fino al Cardinal Granvela, Nella Stamperia di Giovanni Gravier, Napoli 1769. Libro I.
COPISTA d. IStoria di Notar Antonino Castaldo, libri quattro, ne’ quali si descrivono gli avvenimenti più memorabili succeduti nel Regno di Napoli sotto il Governo del Vicerè D. Pietro di Toledo, e degli altri Vicerè suoi successori fino al Card. di Granvela. Opera manoscritta ora messa pur in luce la prima volta. In: Raccolta di tutti i più rinomati scrittori dell’ istoria generale del regno, Istoria di Notar Antonino Castaldo, Libri quattro. Ne’ quali si descrivono gli avvenimenti più memorabili succeduti nel Regno di Napoli sotto il Governo del Viceré D.Pietro di Toledo. E de’ Viceré suoi successori fino al Cardinal Granvela. Nella Stamperia di Giovanni Gravier, Napoli 30 Gennaro 1769, pag.33 e segg.
85. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
86. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo, cit. in Fonti.
87. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
88. Mario Marti (a cura di), Rogeri de Pacienza [di Nardò], Opere [cod.per. F27 conservato presso la Biblioteca Augusta] edito per la Biblioteca Salentina di Cultura dalle Edizioni Milella, Lecce 1977. Cfr. Benedetto Croce, Storie e leggende napoletane, seconda edizione riveduta, Bari, Giuseppe Laterza e figli, tipografi editori librai, 1923.Pagg.166-196, cap.VI, Isabella del Balzo. Regina di Napoli. Pagg.166-170. Versi in oggetto 225-240.
89. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo, cit. in Fonti.
90. AA.VV., Apice nella Congiura dei Baroni, ABE, Avellino 2011.
91. Camillo Porzio, cit
92. Camillo Porzio, La congiura de’ Baroni del Regno di Napoli contra il Re Ferdinando I. In: F.Bertini (a cura di) La Congiura de’ Baroni del Regno di Napoli contra il Re Ferdinando I raccolta da Camillo Porzio, Tipografia di Francesco Bertini, Lucca 1816. Ristampa della ‘operetta’ rinvenuta dall’autore a Lucca, essendone state fatte in precedenza solo due ristampe, la prima nel 1565 in Roma, la seconda nel 1724 in Napoli a cura di Giovanni Andrea Benvenuto. Ma questa del Bertini, a suo dire, si troverà di quelle due antecedenti molto migliore.
93. Anonimo, Historia di Antonino Castaldo, cit. in Fonti.
94. Benedetto Croce, Storie e leggende napoletane, seconda edizione riveduta, Bari, Giuseppe Laterza e figli, tipografi editori librai, 1923.Pagg.166-196, cap.VI, Isabella del Balzo. Regina di Napoli. Pagg.166-170. Cfr. i versi dal 290 al 310, in: Mario Marti (a cura di), Rogeri de Pacienza, cit. Così Pacientia: – La matre primamente ebbe figliata n’altra figliola e po’ fece Isabella; e po’ in quella medesma giornata [210] ne fe’ un mascul, con gran duol de quella. Questo el fe’ morto: la prima fo allevata, campando certi giorni, e morì ancor ella, restando de li tre questa divina, dal ciel serbata ad esser Regina. [215] De iugno, a’ vintiquattro, in San Ioanne, de sebato questa figliola nacque ne’ mille quattrocento sessanta anni cinque, de Cristo nel presepio iacque; [220] nata questei, per aver affanni sì longo tempo como che a Dio piacque; per reposarse po’ in tranquilla pace, Regina incoronata, alma e verace. Pierre del Balzo detto Pirro, spesso italianizzato in Pietro, era Principe di Squillace, divenuto IV Duca di Andria alla morte del padre Francesco III Duca de Andri (primogenito ereditario del II Duca Guglielmo), quando si divise i beni col fratello Angilberto. Era nato poco dopo il matrimonio del 7 dicembre del 1443 da Francesco e dalla Duchessa Sancia (del fu cavalier Tristano dei Chiaromonte di Lecce), sorella della bellissima Isabella Regina di Napoli. Pirro divenne un uomo valoroso, che ben si distinse nelle armi, sempre al fianco del Re, lo zio acquisito Ferrante I d’Aragona. Aveva appena una quindicina d’anni quando questi salì al trono, vivendo il suo dolore nel 1465, alla morte della zia materna, la Regina Isabella, quando non aveva ancora venti anni. Doppio dolore perché Pirro, a sedici anni, aveva sposato (1459) la cugina della madre e della Regina, Maria Donata Orsini del Balzo (m.1487 ca.), figlia dello zio materno della sovrana.
La moglie Maria era infatti divenuta Duchessa ereditiera di Venosa e delle contee di Montescaglioso e di Caserta, alla morte del padre Gabriele (1453), rimasto senza eredi maschi (era fratello di Caterina, madre di Isabella dei Chiaromonte di Lecce). Subito dopo il matrimonio Pirro si trasferì nella città della moglie, mettendo mano al castello di Venosa e costruendo la nuova cattedrale, affidando l’amministrazione del feudo di Montescaglioso ad un suo procuratore, un certo De Cappellanio, patrizio venusino.
95. Porzio, cit.
96. Cariteo, versi 50-70, in Erasmo Percopo, Le rime di Benedetto Gareth detto il Chariteo, Tip. Accademia delle Scienze, Napoli 1892.
97. Cariteo, versi 50-70, in Erasmo Percopo, Le rime di Benedetto Gareth detto il Chariteo, Tip. Accademia delle Scienze, Napoli 1892.
98. Cariteo, cit., V. Sannazzaro, versi 66-67
99.Cariteo, cit., versi 66-67
100. A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona. Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007. 2. Lettera riportata in Carlo de Frede, L’impresa di Napoli di Carlo VIII, Editore De Simone, Napoli 1982. Cfr. Baldassarre Castiglione, Terzo libro del Cortegiano del Conte Baldasar Castiglione a Messer Alfonso Ariosto. Vedasi il Cap. xxxvi. Eccone un passo: “Ritornando adunque in Italia, dico che ancor qui non ci mancano eccellentissime signore; che in Napoli avemo due singular regine; e poco fa pur in Napoli morí l’altra Regina d’Ongaría, tanto eccellente signora quanto voi sapete e bastante di far paragone allo invitto e glorioso Re Matia Corvino suo marito. Medesimamente la Duchessa Isabella d’Aragona, degna sorella del Re Ferrando di Napoli; la quale, come oro nel foco, cosí nelle procelle di fortuna ha mostrata la virtú e ‘l valor suo…”. Cfr. Raffaele Castagna, Isola d’Ischia – tremila voci titoli immagini, Edizioni de La Rassegna d’Ischia. Parlando della nobiltà che dimorò ad Ischia, scrive: A lungo dimorò donna Castellana di Cardona, madre delle bellissime Giovanna e Maria d’Aragona, e discendente di una nobilissima famiglia spagnola, venuta a Napoli al seguito di Alfonso il Magnanimo; sorella di Raimondo di Cardona, che sarà per tredici anni vicerè di Napoli, aveva sposato Ferdinando Duca di Montalto, figlio illegittimo di Ferrante il Vecchio. Un’altra Cardona era Diana, sorella di Alfonso d’Avalos e d’Aquino e madre di Ferrante d’Avalos. Seguiva il marito Fabrizio Colonna nel volontario esilio sul Castello aragonese Agnesina di Montefeltro, sorella di Guidobaldo Duca di Urbino e madre di Vittoria, la grande poetessa del Rinascimento italiano, la più fulgida figura che abbia mai calpestato il suolo d’Ischia (dalla pubblicazione per il ventennio della Festa di S. Alessandro, 2000). Cfr. Francesco Guicciardini, Storia d’Italia (1492-1534).
101. A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona. Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007.
102. A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona. Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007. 2. Lettera riportata in Carlo de Frede, L’impresa di Napoli di Carlo VIII, Editore De Simone, Napoli 1982. Cfr. Baldassarre Castiglione, Terzo libro del Cortegiano del Conte Baldasar Castiglione a Messer Alfonso Ariosto. V. Iacomo Beldando, Lo specchio de le bellissime donne napoletane.
103. Da: Il Quotidiano di Salerno. Articolo: Isabella Villamarina, la Principessa del Rinascimento, di Giovanni Lovito.
104. Faragalia, Codice diplomatico sulmonese. In: Scandone, cit., pag.122 e segg.
105. Pietro de Stefano, Descrittione dei luoghi sacri della città di Napoli, Napoli 1560. A cura di Stefano D’Ovidio ed Alessandra Rullo, cit.
106. Veronica Mele, La corte di Ippolita Sforza, Duchessa di Calabria, nelle corrispondenze diplomatiche tra Napoli e Milano. Una enclave lombarda alla corte aragonese di Napoli (1465-1488), pagg. 125-141, Mélanges de la Casa de Velázquez, 45-2, 2015.
107. Il manoscritto, custodito dalla Yale University Library e parte della Collections Library Yale, è collocato in: Ms. in Italian. 995 pages. Thick 4to. Contemporary limp vellum. Table of contents at the beginning. Italy (Naples?), 17th century. La versione on line è consultabile al sito: https://edu/catalog/32492480. Cfr. Ignoto, Manoscritto inedito. Estratti in copia di autore ignoto, fedeli all’originale e pubblicati per la prima volta a stampa. Stesura c.a. anno 1580. D’ora in avanti: Ignoto, Manoscritto inedito. Esso è simile alla copia letta da Gravier e firmata da Antonino Castaldo, Avvenimenti più memorabili succeduti nel Regno di Napoli sotto il Governo del Vicerè D.Pietro di Toledo, in: G.Gravier, Raccolta di tutti i più rinomati scrittori dell’istoria generale del Regno di Napoli, Napoli 1769, VI. Ma l’inedito non è stato scritto dalla stessa persona, perché il linguaggio da diurnale dell’Ignoto appare antecedente a quello del copista Castaldo di circa 50 anni, seppure manomesso e storicizzato da Gravier. Pertanto, allo stato, risulta non esatto dire che Ignoto e Castaldo siano state la stessa persona. Ragione per cui, il MSS inedito, da noi consultato in copia originale, certamente differisce per terminologia e orientamento politico (chi è filofrancese, chi filospagnolo) e pertanto si resta dell’opinione che il testo dell’Ignoto, precedente e più genuino, non possa essere stato scritto dal Castaldo, il quale, sicuramente da esso attinge in un secondo momento.
108. Ivi.
109. Ivi, II libro.
110. Il manoscritto, custodito dalla Yale University Library e parte della Collections Library Yale, è collocato in: Ms. in Italian. 995 pages. Thick 4to. Contemporary limp vellum. Table of contents at the beginning. Italy (Naples?), 17th century. Cit.
111. Francesco Palermo, Narrazioni e documenti sulla storia del Regno di Napoli: dall’anno 1522 al 1667, cap.II, Vita di Don Pietro di Toledo, scritta da Scipione Miccio. Osservazioni critiche intorno al Toledo.Miccio, cit., in: Palermo, cit. V. Giannone, Lib. XXXVII, capo 5, §. I. Cfr. Gregorio Rosso, Historia delle cose di Napoli sotto l’imperio di Carlo V, a cura di Gravier, Napoli 1770. V. Pietro Giannone, Istoria civile.
112. Palermo, cit. V. Castaldo, Storia, Lib. 2.
113. Ivi.
114. Ivi.
115. Ivi.
116. Il manoscritto, custodito dalla Yale University Library e parte della Collections Library Yale, è collocato in: Ms. in Italian. 995 pages. Thick 4to. Contemporary limp vellum. Table of contents at the beginning. Italy (Naples?), 17th century. Cit.
117. Ivi.
118. Ivi.
119. MS dell’Anonimo, Libro II, pagg.32-68. Cfr. https://collections.library.yale.edu/mirador/32492480.
120. Ivi.
121. Ivi.
122. Ivi.
123. MS Anonimo, Libro III, pagg.98-100. Cfr. Collections Library Yale, «toledo Ms 995», Ms. in Italian. 995 pages. Thick 4to. Contemporary limp vellum. Table of contents at the beginning. Italy (Naples?), 17th century. Da: https://collections.library.yale.edu/mirador/32492480.
124. Ivi.
125. Ivi.
126. Ivi.
127. Ivi.
128. Ivi.
129. Palermo, cit. V Istorie Fiorentine, ediz. 1824-27, Lib. XXXIII, pag. 346. V. anche Adriani, Istoria de’ suoi tempi, ediz. 1822-23, To. II., pag. 322-324.
130. Palermo, cit. V. Miccio, cit., cap.35-36. Per approfondimenti sulla rivolta e per compendio v. A.Bascetta, Eresie a Napoli, vol.1,2,3 (pre, durante e dopo inquisizione, ABE Napoli 2024.
Recensioni
Non ci sono ancora recensioni.
Only logged in customers who have purchased this product may leave a review.