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Carlo, Luigi, Roberto e Filippo: tutti figli nocerini: nati a NOCERA o LUCERA?
La prima figlia di Maria fu femmina. Si presume che Margherita nacque a Nocera (1273 – 31 dicembre 1299), dando inizio alla prole nocerino-capuana dello Zoppo. Fu sposa nel 1290 di Carlo di Valois, principe di Francia e Conte di Valois, dal 1290 fu Contessa d’Angiò e del Maine. Fu la progenitrice della dinastia reale dei Valois, che regnò in Francia dal 1328 al 1589.22
Maria ebbe anche il figlio, poi divenuto santo, partorito durante la permanenza nella reggia di Nocera, anche se gli storici non hanno trovato un accordo, confondendosi, ancora in quei periodi Nocera con Lucera.
Dice Ceva Grimaldi che «nacque nel febbraro del 1275 nel Castello di Lucera in Capitanata, e non come qualcheduno crede nel Castello di Nocera di Pagani città 18 miglia distante da Napoli. Suo genitore fu Carlo lo Zoppo Principe di Salerno poi Re di Napoli e di Gerusalemme nipote di s. Ludovico re di Francia e della B. Isabella degna di lui sorella, la genitrice fu Maria figlia di s. Stefano I Re d’Ungheria perchè si fece cristiano,e propagò ivi il cristianesimo d’onde procedè il titolo di Maestà Apostolica».
In realtà Luigi, detto Ludovico di Tolosa (Nocera dei Pagani, 9 febbraio 1275 – Chateau de Brignoles, 19 agosto 1298), fu vescovo di Tolosa, santificato nel 1317, ma non nacque uomo di chiesa, bensì erede al trono, poi fatto retrocedere per porre fine alla guerra del «Vespro».
Destinato alla corona napoletana, dovrà rinunciare in favore del fratello minore, Roberto, come richiesto dal di lui suocero siculo-aragonese, all’inizio del 1296, che prese in ostaggio il padre. Poi la liberazione del Principe Carlo II, alla morte del Re padre, e lo scambio con Luigi, diventato erede testamentale al trono per la morte del nonno, in quanto Principe di Salerno e Duca di Calabria, allorquando il padre fu sovrano.
Solo allora gli sarà imposto l’abito religioso, nel maggio del medesimo anno, per un patto tra il padre e l’aguzzino reale aragonese, lasciando l’eredità del trono al consanguineo, considerato usurpatore, tanto che si giungerà a processo, presso la corte pontificia, che si pronunciò anche a favore. Una tela gigante di Simone Martini ne raffigurerà la santificazione francescana solo il 7 aprile 1317, voluta da Roberto per legittimarsi al trono, fra mantello in broccato bordato d’oro e gemme preziose, che sanciscono l’ascesa religiosa dell’uno e quella politica dell’altro, in nome dell’unità familiare.
Questo fratello minore, divenuto poi Re col nome di Roberto il Saggio, si disse nato dal grembo di Maria quando ella si trovava a Torre Sant’Erasmo di S.Maria C.V., nel 1276 (morì a Napoli il 20 gennaio 1343). Un altro figlio maschio, Filippo I di Taranto, Maria l’ebbe il 10 novembre 1278 (morì a Napoli il 23 dicembre 1332). Egli divenne Principe di Taranto, Acaia e Morea, despota d’Epiro, signore di Durazzo e del Regno d’Albania, Imperatore titolare di Romania, e di Costantinopoli, pretendente al regno di Tessalonica. Ma andiamo per ordine e torniamo alla nascita del piccolo Luigi in quel di Nocera o Lucera, che portava il nome da s.Ludovico Re di Francia.
Un documento della Biblioteca Brancacciana cita un distico tratto dalla basilica di Santa Chiara in Napoli e attribuito a Re Roberto il Saggio, riferisce che Laetatur stirps Ungariae obtentu tanti nati / dotatur arx Nuceriae huius ortu beati».
Come a dire: — S’allieta la stirpe d’Ungheria per aver ricevuto un così illustre figlio, s’arricchisce la Rocca di Nocera per la nascita di questo beato.
In realtà alcuni lo dicono nato a Lucera, allora chiamata Nocera, rifondata da Carlo I d’Angiò, dopo la distruzione, presso Lucerino, con gli stessi marmi di recupero dell’actum longobardo di Arechi II. S.Antonino vescovo di Firenze scrisse che, nella regione di Capitanata Apulia, Nucera cecidit, arx seu fortellitium ed domorum civitatis, in numero di 300, ma il numero dei morti non si seppe. Quindi, ancora nel Quattrocento, si intendeva Lucera per «Rocca di Nucera», alla stregua della vicina S.Egidio dei Monti Albini, come si intenderanno la Rocca di Nocera dei Pagani con S.Egidio del Monte Albino.
In un manoscritto anonimo del feudatario di Scafati di Nocera, intorno ad alcune notizie raccolte da vari autori, si diceva che Carlo II abitasse nel Castello del Parco, ove la Regina Maria, da lui detta Margherita, partorì quasi tutti i figli, e fra gli altri s.Ludovico.
Lo storico francescano Luca Wadding, negli Annales Minorum, indica più volte Nocera dei Pagani come luogo di nascita del santo, senza tuttavia addurre la minima prova a sostegno delle sue affermazioni.
Guidobaldi, analizzando gli affreschi di Cava, avvalora questa tesi, sostenendo che «è doloroso che nel Grande Archivio di Napoli dai Registri Angioini non sia venuto finora in luce alcun documento positivo intorno alla nascita di s.Ludovico». A suo dire era chiaro «d’esser noto nel Castello del Parco, si è il trovar documenti nei registri Angioini istessi intorno alla nudrice del santo, la quale avea nome Seria, o Serena, o Sibilla la quale dovea esser nocerina; cui poscia venne dato un assegno per averlo allattato. Inoltre una di lei figliuola, nomata Margherita, fu maritata a Riccardo Fronte Ripa di Canosa, il quale era guardabosco di Scafati, dipendenza Nocerina, compreso nella investitura del Principato di Salerno».28
Di certo non fu il solo a dire che «Ludovico nacque nel castello di Nocera de’ Pagani nel febbraio dell’anno 1275, ed ebbe per sua nutrice una certa Seria ossia Serena, ovvero Sibilia moglie di Tommaso de Argentolo, portolano di Brindisi».
A Minieri Riccio fa eco il Palma, secondo il quale «Lodovico svezzato appena dalla sua balia Serena, cominciò qual altro Tobia a dimostrarsi affatto alieno da qualunque puerile trastullo, come sogliono i fanciulli formarne la loro occupazione e diletto; ma vecchio a buon’ora per la pietà e gravità de’ costumi, attendeva con grandi opere di piacere a Dio. Quasi altro Salomone desiderò l’intelligenza e gli fu conceduta; invocò lo spirito di sapienza e venne in lui. Quindi giunto all’età di anni sette gli fu dato per maestro e guida Guglielmo Minieri cavaliere valoroso e forte, ma uomo onesto e dabbene; non che molti altri signori e gentiluomini che il governavano, i quali non mai ebbero bisogno di avvertirlo de’ suoi anche minimi doveri; perchè egli preveniva le loro instruzioni colla sua inclinazione verso la pietà colla quale pareva esser nato, e le loro lezioni lo infiammavano all’amore per la solitudine e per lo studio».30
«I giuochi, i divertimenti, e tutti gli altri esercizi, che nella fastosa regia corte sono i passatempi ed i piaceri ordinari de’ giovani principi, non furono mai di suo genio. Amava invece la lettura de’ libri di pietà e di devozione, ed anche più la santa orazione. Per questo avevansi per lui nella real corte e delle grandi ammirazioni, e del sommo rispetto. La delicatezza e l’amore del piacere, che nascono co’ grandi, e crescono sempre coll’età, nella quale tutto lusinga l’amor proprio ed i sensi, non furono quasi conosciuti dal nostro gran principe. Si sottraeva d’ordinario dalla compagnia di quei onorati fanciulli che insieme con esso erano allevati quando givano al giuoco, ovvero a qualche altro divertimento; e questo per andare a parlamentare per mezzo dell’ orazione innanzi ad una sacra immagine della gran Donna, la quale doveva essere certamente quella che Carlo I d’Angiò avolo del nostro Santo aveva ricevuta da’ sacri luoghi di Gerusalemme, e fatta come inestimabile tesoro nella cappella del regio palazzo collocare, dove era dal Re, e da tutti di sua corte con sommo onore riverita e venerata».
Luigi «fu fin da fanciullo inclinato alla carità e fece anche dei miracoli; spesso prendeva dalla cucina reale i cibi per darli ai poveri; una volta prese un capone e lo portava sotto il mantello, il padre lo sorprese ed avendogli alzato il mantello gli trovò in mano un mazzetto di fiori; fatto più grande tre volte la settimana andava all’ospedale di s. Eligio di Napoli, ove serviva gli infermi»….
1.
FIGLIO A CARLO I E A MARIA D’UNGHERIA
— Re Carlo I d’Angiò: il nonno «Carlotto»
— Maria degli Arpad: la madre
— Carlo II Principe detto lo Zoppo: il padre
— Luigi I Duca Durazzo; lo zio scomparso dalle carte
— Nato nel Palazzo della Corte di Nocera o Lucera?
2.
nato nel castello di «nucera»
— Carlo, Luigi, Roberto e Filippo: tutti figli nocerini
— I Principini fra le mura di una Nocera
— Con la madre in Provenza dal 1282
— Il padre prigioniero perde isole e flotta
— La madre libera gli Svevi: lo scambio fallisce
— Il nemico libera il Re, ma con Luigi ostaggio
3.
all’incoronazione dei genitori
— Nel reame senza sovrani alla morte del nonno
— Carlo è libero, i figli restano prigionieri
— Incoronazione a Rieti, viaggio in Assisi
— Nocera e Salerno passano a Carlomartello
4.
l’erede universale di 4 regni
— Carlomartello Re d’Ungheria: il primogenito
— Luigi erede d’Ungheria prima di Caroberto
— Il Papa fa tosare Luigi alla presenza dei due Re
— Carlo il Senzaterra fu Re Carlo II?
— Niente porpora, sì ai frati: la rinuncia al reame
— Trattato d’Anagni: regno a Roberto, via Luigi
— L’ex Principe era erede universale dal 1295
— Il frate possessore della Madonna di S.Luca
5.
roberto predestinato dai catalani
— La liberazione e i nuovi equilibri: Pace di Anagni
— A Giacomo solo le isole, ma erede sarà il genero
— Carlo è libero se si ritira il primogenito vivente
— I sogni di Luigi ceduti al suocero di Roberto
— Luigi, vescovo improvviso a soli 21 anni
— L’arrivo a Tolosa: la cattedra vescovile
— La rinuncia al titolo e la morte a Brignoles
6.
santificazione e diffusione del culto
— Il testamento dei poveri: libri ai frati
— L’elevazione a santo decisa dal padre
— Le reliquie distribuite dalla madre
— La traslazione e il reliquiario napoletano
— La ricompensa di Roberto: le intitolazioni
— La Regina Margherita non fu figlia di S.Luigi
— Le reliquie traslate a Marsiglia da Sancia
— Il mito alimentato da s.Francesco da Paola
— L’orto di San Luigi: cent’anni dopo
— L’ultimo viaggio da Marsiglia a Valenza
NOTE BIBLIOGRAFICHE
1. C.De Cherrier, Storia della lotta dei papi e degli imperatori della casa di Svevia, Volume 3, Francesco lao Tipografo, Salvatore di Marzo Editore, Palermo 1862.
2. Ricordano Malaspina, Istoria antica dalla edificazione di Fiorenza per insino all’anno 1281, presso Gaetano Romagnoli, stabilimneto tipografico di G.Monti, Bologna 1867, pag.238.
3. Diurnali Ms A di Parigi in: Honoré Théodore Paul Joseph d’Albert de Luynes, Commentaire historique et chronologique sur Les Éphémérides intitulées Diurnali di Messer Matteo di Giovinazzo, Librarie de Firmin Didot frères, Paris 1839. Cfr. Diurnali Ms B in: I Diurnali di Messer Matteo Spinelli da Giovinazzo, Edizione Nuovissima con Discorso e note filologiche, Tipografia Cannone, Bari 1865 [I diurnali di messer Matteo Spinelli da Giovinazzo con discorso del professore Luciano Loparco e con note filologiche di Ciro D’Agostini].
4. Loyse De Rosa, Cronache dei tempi miei, III parte, a cura di V.Iandiorio, ABE 2022.
5. Sitografia. Wikipedia, voce Maria d’Ungheria.Cfr. sitografia: v. Wikipedia, voce Beatrice di Provenza.
6. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/maria-d-ungheria-regina-di-sicilia_%28Dizionario-Biografico%29. Cfr. Fragment d’une cronique anonyme dite Chronique de Reims, in: Recueil des historiens des Gaules et de la France, XXII, Paris 1865. Cfr. Annales Ianuenses / Annales Sancti Victoris Massiliensis, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XXIII, a cura di G.H. Pertz, Hannoverae 1874.
7. Romolo Caggese, Roberto D’Angiò e i suoi tempi, Volume 2.
8. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Stabilimento tipografico di Vincenzo Priggiobba, Napoli 1857.
9. Rerum Italicarum Scriptores vol. 7. pag, 1103. Cfr. CAFFARO Annales Genueses Rer. Ital. Script. vol. 6 CRONICH. PATAV. Rer. Ital Script. vol.8. =ANNALES PISANI Rer. Ital. Script. vol. 6. FRANCISCUS DIPINUS Chronic. Rer. Ital. Script. vol. 9 = CHRONICA PISANA Rer. Ital. Scrip. vol. 6 = MURATORI. Ann. d’Italia ann. 1267-1968.
10. Registro Angioino del grande archivio di Napoli 1274. B. fol. 87=Reg. 1272. C. fol. 72 e at. Vedi il documento XXX. Cfr. il documento XXIX. Ivi. Registro Angioino del grande archivio di Napoli 1274. B. fol. 87=Reg. 1272. C. fol. 72 e at. Vedi il documento XXX. Cfr. il documento XXXI.
11. Ivi. Cfr. Reg. Ang. del grand. arch. di Nap. 1276. B. fol. 9 at. Così: «Tutto ciò leggesi al fol. 36 at. del Registro Angioino del grande archivio di Napoli 1276-1277. A».
12. Registro Angioino del grande archivio di Napoli 1274. B. fol. 99 at. Cfr. documenti XXXI. e XXXII. V. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Priggiobba, Napoli 1857, pagg.12-15.
12. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/ beatrice-di-provenza-regina-di-sicilia_(Dizionario-Biografico). Cfr. Andreae Ungari Descriptio victori. ae a Karolo Provinciae comite reportatae, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, XXVI, Hannoverae 1882.
13.Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/ beatrice-di-provenza-regina-di-sicilia_(Dizionario-Biografico). Cfr. I registri della Cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, I-III, Napoli 1950-1951. «Il brano relativo è pubblicato in: A. de Saint Priest, Histoire de la conquête de Naples par Charles d’Anjou, II, Paris 1849, pp. 304-306)».
14. Diurnali Ms A di Parigi in: Honoré Théodore Paul Joseph d’Albert de Luynes, Commentaire historique et chronologique sur Les Éphémérides intitulées Diurnali di Messer Matteo di Giovinazzo, Librarie de Firmin Didot frères, Paris 1839. Cfr. Diurnali Ms B in: I Diurnali di Messer Matteo Spinelli da Giovinazzo, Edizione Nuovissima con Discorso e note filologiche, Tipografia Cannone, Bari 1865 [I diurnali di messer Matteo Spinelli da Giovinazzo con discorso del professore Luciano Loparco e con note filologiche di Ciro D’Agostini].
15. A. Javierre Mur, Constanza de Sicilia en las cronicas de su tiempo, in Rivista Stor. del Mezzogiorno, I, anno 1966. Cfr. Wikipedia, voce Beatrice di Provenza.
16. Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Corrado_IV di_Svevia. Ernst Kantorowicz, Federico II imperatore, in Elefanti Storia, traduzione di Gianni Pilone Colombo, Milano, Garzanti, p. 673, ISBN 978-88-11-67643-0.
17. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Priggiobba, Napoli 1857. Cfr.Datum Rome XV. madii» (XV.e Indictionis 1272) Reg. 1272 A fol. 204 at. N° 13.
18. Loyse De Rosa, Cronache dei tempi miei, II-III parte, a cura di V.Iandiorio, ABE 2022.
19. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Stabilimento tipografico di Vincenzo Priggiobba, Napoli 1857. Cfr. Francesco Aprile, Della cronologia universale della Sicilia libri tre del padre Francesco Aprile, Tip. Bayona, Palermo 1725, pag.129.
20. Loyse De Rosa, Cronache dei tempi miei, III parte, a cura di V.Iandiorio, ABE 2022.
21. Neocastro, cit. Cfr. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Priggiobba, Napoli 1857.
22. T. P. Boyer, Sacre et théocratie, cit, p. 30. Cfr:Mario Gaglione, Profili di Sovrani Angioini, da Carlo I a Renato (1266-1442), Lampi di stampa, Milano 2009. Formato elettronico di internet: www.lampidistampa.it.
23. Francesco Ceva Grimaldi, Della città di Napoli dal tempo della sua fondazione, Napoli 1857.
24. T. P. Boyer, cit.
25. Cfr. Arm 2, 4, 7. Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_di_Tolosa
26. Giambattista Amelj, Storia della città di Lucera, Tipografia Salvatore Scempi, Lucera 1861.
27. Processus canonizationis et legendae variae sancti Ludovici OFM, in Analecta Franciscana, VII, Quaracchi, Firenze 1951, p. XXVII. Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_di_Tolosa.
28. Domenico de Guidobaldi, Affreschi della vecchio chiesa de Trinità di Cava de’ Tirreni, Tipografia degli Accanttoncelli, Napoli 1869.
29. Camillo Minieri-Ricci, Genealogia di Carlo II. d’Angio, re di Napoli, vol.I, pagg.56-65, Giannini, Napoli 1882.
30. Lodovico da Palma, Vita di S. Lodovico d’Angio, Stamperia reale, Napoli 1855. Cfr. Henricus Sedulius in Historia Seraphicae Religionis; cfr.Petrus Rodulphius in Historia Seraphicae Religionis.
31. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Priggiobba, Napoli 1857.
32. Ceva Grimaldi, cit.
33. Ivi.
34. Camillo Minieri-Ricci, Genealogia di Carlo II. d’Angio, re di Napoli, vol.I, pagg.56-65, Giannini, Napoli 1882.
35. Ivi.
36. Muntaner, Cronache Catalane, cit. Saba Malaspina, cit.
37. Matteo Spinelli, Diurnali, cit.
38. Ivi. Malaspina, cit., pag. 712.
39. Summonte, cit. Minieri-Riccio, «come può leggersi nella sua dotta scrittura intitolata Genealogia di Carlo I d’Angiò, pag.89 e seg.».
40. Rivista Marittima, cit. Cfr. Bernat Desclot, Crónica, a cura di M.Colli Alentorn, Barcelona 1949-51.
41. Ivi
42. Ivi
43. Ivi.
44. Ivi. Cfr..M. Amari, La guerra del Vespro siciliano, a cura di F.Giunta, Palermo 1969. Cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/costanza-di-svevia-regina-d-aragona-e-di-sicilia_%28Dizionario-Biografico%29/
45. Michele Amari, La guerra del Vespro siciliano, Vol.2. «Ad ogni modo Costanza non è celebrata nella cappella dell’Incoronata di Napoli, dove le figure dell’affresco sono attribuibili alla successiva Margherita, in quanto l’idea già fuj scartata a suo tempo.
46. Leonardo Aretino, Istoria fiorentina di Leonardo Aretino, Vol.1.
47. Ceva Grimaldi, cit.
48. Camillo Minieri-Ricci, Genealogia di Carlo II. d’Angio, re di Napoli, vol.I, pagg.56-65, Giannini, Napoli 1882.
49. Camillo Minieri-Ricci, Genealogia di Carlo II. d’Angio, re di Napoli, vol.I, pagg.56-65, Giannini, Napoli 1882.
50. Ricordano Malaspina, Istoria antica dalla edificazione di Fiorenza per insino all’anno 1281, presso Gaetano Romagnoli, stabilimneto tipografico di G.Monti, Bologna 1867, pag.239. Cfr. Treccani, cit. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/ beatrice-di-provenza-regina-di-sicilia_(Dizionario-Biografico). Cfr. J.H.Böhmer, Regesta Imperii, V, a cura di J. Ficker e E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901.
51. Nicola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli, Angeletti, Vol.II, Teramo 1832.
52. John Kelly, Grande dizionario illustrato dei Papi, Edizioni Piemme, Roma 1992. Cfr. L. Wurstemberger, Peter der Zweite, Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine lande, Vol.4, Bern-Zurich 1858. V. par. n.636. Testamentum Beatricis, relictæ Raimundi Berengarii comitis Provinciæ. 1264. Januarii 14. Ambiani; Dai Testam. de’ Princ. di Sav. Fasc. I. N. 11.
53. Aurelio Bianchi-Giovini, Storia dei papi, volume 11, Roma 1862.
54. John Kelly, Grande dizionario illustrato dei Papi, Edizioni Piemme, Roma 1992. Cfr. I Diurnali, cit.
55. Aurelio Bianchi-Giovini, Storia dei papi , volume 11, Roma 1862.
56. John Kelly, Grande dizionario illustrato dei Papi, Edizioni Piemme, Roma 1992. Cfr. I Diurnali, cit.
57. Dino Compagni, Dino Compagni e la sua Cronica: Il testo della Cronica riveduto, Le Monnier, Firenze 1879.
58. Aurelio Bianchi-Giovini, Storia dei papi , volume 11, Roma 1862.
59. Aurelio Bianchi-Giovini, Storia dei papi , volume 11, Roma 1862.
60. Bartholomaeus Neocastrensis, Historia Sicula, a cura di G. Paladino, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XIII, 3, ad ind.; S. Malaspina, Chronica, a cura di W. Koller – A. Nitschke, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XXXV, Hannover 1999.
61. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/maria-d-ungheria-regina-di-sicilia_%28Dizionario-Biografico%29
62. Mariana, Storia di Spagna. Robertson, Vita di Carlo V, introdazione, sezione Ill, note 31, 32.
63. Camillo Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angio: prima generazione, Priggiobba, Napoli 1857. Cfr. Reg. Ang. del gr. ar. di Nap. 1278.
64. Villani, cit.
65. Loise de Rosa – Virgilio Iandiorio, cit.
66. Giuseppe Piatti, Storia Critico-Cronologica De’ Romani Pontefici e de’ Generali, Vol.1, Gravier, Napoli 1767, pag.350.
67. Ivi.
68. Giuseppe Piatti, Storia Critico-Cronologica De’ Romani Pontefici e de’ Generali, Vol.1, Gravier, Napoli 1767, pagg.350-355.
69. Ivi.
70. Ivi.
71. Ivi.
72. AA.VV, Divina C., Venezia, A.Zatta, 1757.
73. Dante Alighieri, Francesco Selmi, Chiose anonime alla prima cantica della Divina Commedia, Stamperia Reale, Torino 1865.
74. Ivi.
75. Dante Alighieri, Paradiso.
76. Dante Alighieri, La Divina Commedia Di Dante Alighieri Giusta La Lezione Del Codice Bartoliniano, Fratelli Mattiuzzi, Udine1823.
77. Ivi
78. Ivi
79. Ivi
80. Ivi
81. Ivi
82. Ivi.
83. Dante Alighieri, Paradiso.
84. Dante Alighieri, La Divina Commedia Di Dante Alighieri Giusta La Lezione Del Codice Bartoliniano, Fratelli Mattiuzzi, Udine1823.
85. Dante Alighieri, Paradiso.
86. Vauchez, La santità nel Medioevo, Nota 62, pag. 326.
87. La lettera di canonizzazione ‘Sol oriens’ di Giovanni XXII, in: Da Ludovico d’Angiò a san Ludovico di Tolosa. I testi e le immagini, a cura di T. D’Urso, A. Perriccioli, D. Solvi, CISAM, Spoleto 2017, pag. 321-353.
88. La rinuncia di Ludovico d’Angiò al trono e il problema della successione nei regni di Napoli e d’Ungheria: sfide giuridiche e artistiche, in: Da Ludovico d’Angiò a san Ludovico di Tolosa. I testi e le immagini, a cura di T. D’Urso, A. Perriccioli, D.Solvi, Spoleto, CISAM, 2017, pagg. 137-152.
89. La rinuncia di Ludovico d’Angiò al trono e il problema della successione nei regni di Napoli e d’Ungheria: sfide giuridiche e artistiche, in: Da Ludovico d’Angiò a san Ludovico di Tolosa. I testi e le immagini, a cura di T. D’Urso, A. Perriccioli, D.Solvi, Spoleto, CISAM, 2017, pagg. 137-152.
90. Ivi.
91. Ivi.
92. Ivi.
93. Minieri Riccio, Genealogia di Carlo II, Nota 1, pagg. 203-204; il 2 febbraio 1297.
94. R.Caggese, Roberto d’Angiò e i suoi tempi, Firenze, 1922, I, pag.7.
95. La rinuncia di Ludovico d’Angiò al trono e il problema della successione nei regni di Napoli e d’Ungheria: sfide giuridiche e artistiche, in: Da Ludovico d’Angiò a san Ludovico di Tolosa. I testi e le immagini, a cura di T. D’Urso, A. Perriccioli, D.Solvi, Spoleto, CISAM, 2017, pagg.137-152.
96. Kelly, Grande dizionario, cit.
97. Anonimo, Cronista di Sessa, cit.
98. Mariana, Storia di Spagna. Robertson, Vita di Carlo V, introdazione, sezione Ill, note 31, 32.
99. Ivi.
100. Vincenzo Di Giovanni, Cronache siciliane dei secoli XIII. XIV. XV, Romagnoli, Bologna 1865.
101. Ivi.
102. Cfr. Wikipedia.
103. Palma, cit.
104. Ivi.
105. Ivi.
106. Mario Gaglione, Converà ti que aptengas la flor, PROFILI DI SOVRANI ANGIOINI, DA CARLO I A RENATO (1266-1442), Milano 2009, da internet: www.lampidistampa.it. V. https://arts.st-andrews.ac.uk/monasticmatrix/sites/monasticmatrix.osu.edu/files/commentaria/primary_texts/3599Text.pdf
107. Ivi.
108. De Rosa, cit.
109. Dice Loyse che «Uno dei nove fratelli, il più piccolo di età, Conte di Avellino era padrone di una galea e venne a Napoli; trovò che era stato strangolato il Re Andrea e che era venuto il Re d’Ungheria e aveva tagliato la testa al Duca di Durazzo e all’Imperatore Filippo.
Egli chiese dove fossero gli altri fratelli. Gli fu detto che ce n’erano due al Castello dell’Ovo e due a Gaeta. Costui andò al Castello dell’Ovo per parlare con loro. Venne ordinato a quelli che erano di guardia alla porta di farlo entrare da solo e di fargli deporre le armi, perché era violento.
Costui fu il maggiore traditore che sia mai nato; Caino ammazzò il fratello Abele, e fu uno solo, ma costui ne ammazzò quattro. Il traditore senza pietà, senza nessuna remora.
Questi più volte entrò nel Castello e una volta fece armare tutta la galea e si recò alla porta. Come gli fu aperto tirò fuori un pugnale e ammazzò il portinaio. Entrarono i compagni della galea e occuparono il Castello e catturarono i due signori e li misero nella galea.
Lasciò il castellano nel castello e se ne va a Gaeta, dove c’erano gli altri due che avevano due galee. Egli scese a terra ed andò a parlare con loro due.
Nella notte, a mano armata, investì le due galee mentre i marinai stavano dormendo e li prese entrambi. E discese a terra e andò dai due fratelli, li prese e li portò nella galea. Il mattino allo spuntare del sole fece lanciare molte bombarde affinché ognuno si affacciasse e sulla poppa della sua galea fece mozzare la testa a tutti e quattro, dicendo che essi avevano impiccato il Re Andrea. Ma egli fece questo per diventare Re lui.
Il secondo giorno venne nella città di Napoli e fece un bel parlamento con i Napoletani e andò a parlare con messere Otto e con la Regina Giovanna.
Si era sparsa la notizia dell’uccisione che aveva fatto a Gaeta, perciò Napoli diede mano alle bombarde contro le galee; fecero vela e il mare se le bevve quelle galee e la gente non seppe mai che fine fecero».
110. Ivi.
111. Dante, Purgatorio XX, 79-81)
112. Montaner, cit. Cfr. Amari, cit.Cfr. D’Esclot, cit.
113. Mariana, Storia di Spagna. Robertson, Vita di Carlo V, introdazione, sezione Ill, note 31, 32.
114. Vincenzo Di Giovanni, Cronache siciliane dei secoli XIII. XIV. XV, Romagnoli, Bologna 1865.
115. Vincenzo Di Giovanni, Cronache siciliane dei secoli XIII. XIV. XV, Romagnoli, Bologna 1865.
116. Ivi.
117. La Bolina, cit. Cfr. Cod. dipl. dei re aragonesi di Sicilia, a cura di G. La Mantia, I, Palermo 1917; II, a cura di A.De Stefano – F.Giunti.
118. La Bolina, cit.a, Palermo 1956.
119. Ivi.
120. Vincenzo Broglio, Storia della guerra del Vespro siciliano, compilata sui più celebri cronisti. ; Cfr. Acta Aragon., a cura di H. Finke, I-II, Berlin-Leipzig 1908.
121. Ivi
122. Ivi.
123. De Rosa, cit.
124. Ivi.
125. Ivi.
126. Ivi.
127. Ivi.
128. Cfr. Wikipedia.
129. De Palma, cit.
130. Camillo Minieri-Ricci, Genealogia di Carlo II. d’Angio, re di Napoli, vol.I, pagg.56-65, Giannini, Napoli 1882
131. Ivi
132. S. Mazzella, Le Vite dei re di Napoli. Con le loro effigie dal naturale, 1594, pagg.137-138.
133. Camillo Minieri-Ricci, cit.
134. S. Mazzella, Le Vite dei re di Napoli. Con le loro effigie dal naturale, 1594, pagg.137-138
135. Camillo Minieri-Ricci, cit.
136. Ivi
137. Ivi.
138. Ivi.
139. Ivi.
140. Ivi.
141. Ivi.
142. S. Mazzella, Le Vite dei re di Napoli. Con le loro effigie dal naturale, 1594, pagg.137-138.
143. Reue/adones, IX, 94. Da: Acta et processus canonizacionis beatae Birgitte. v. I. Collijn, Uppsala, Almqvist & Wiksells, 1924-1931, Stoccolma 1977, p. 635. In: M. Gaglione, Profili di Sovrani Angioini, cit.
144. Ivi.
145. M. Gaglione, Profili di Sovrani Angioini, cit.
146. M. Gaglione, Profili di Sovrani Angioini, cit.
147. S. Mazzella, Le Vite dei re di Napoli. Con le loro effigie dal naturale, 1594, pagg.137-138.
148. M. Gaglione, Profili di Sovrani Angioini, cit.
149. Vincenzo Maria Altobelli libraro napoletano, Giuliano Passero cittadino napoletano o sia prima pubblicazione in istampa che delle Storie in forma di Giornali le quali sotto nome di questo autore finora erano andate manoscritte, ora si fa a sue proprie spese, Vincenzo Orsino, Napoli 1785, pagg.65-66.
150. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
151. Vincenzo Maria Altobelli, cit.
152. Filippo di Commines, Delle memorie di Filippo di Comines, Cavaliero, & Signore d’Argentone, intorno alle principali attioni di Lodovico Undicesimo, & Carlo Ottavo suo figliolo, amendue Re di Francia, Libri VIII, Bertani, in Venetia 1640 pag.223 r – 225 v.
153. A. Mazzarella da Cerreto, in: Domenico Martuscelli, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, Volume 3, Nicola Gervasi, 1846.
154. Archivio storico per le province napoletane, Vol.7., Società di Storia Patria, Giannini, Napoli 1882. Cfr. A.Bascetta-S.Cuttrera, Sancia, ABE Napoli 2020.
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