Costanza de Chiaromonte. Costanza de’ Clermont

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indice

I. Le Calabrie divise fra i reami
II. «Taurento» fu il Principato di Teate
III. L’eredità di Federico: l’isola sicana
IV. Manfredi III: vicario e viceré

1.

trattaNO I GENITORI DEGLI SPOSI

— L’ascesa della famiglia Chiaromonte
— Il declino della famiglia Durazzo
— Le aspettative della Regina madre
— Il Consiglio invia gli ambasciatori in Sicilia
— Gli onori di Manfredi III che fa il patto

2.

la siciliana e l’amore negato

— Il Vicario impegna la figlia senza il Papa
— Monito degli Angioini lanciato al Conte
— Lacrime di Costanza per l’amato garzone
— Ultima notte nelle braccia del fidanzatino

3.

il matrimonio del secolo

— La partenza della sposa carica d’oro
— Il saluto alla Sicilia e all’amore perduto
— Costanza e la dote sulla barca del Viceré
— La parola data per le nozze decise
— Bonifacio investe Ladislao: lo sposalizio
4.

reali a gaeta: 3 anni di guerra

— L’incoronazione a maggio del 1390
— Re a 14 anni coi magni viri delle Vicarie
— C’è la sconfitta e Margherita spende tutto
— Il nemico é a Napoli: si spende la dote
— La guerra s’attenua, muore Manfredi
— I 4 vicari siciliani allontanano gli Aragonesi
— Senza Manfredi, l’invasione di Martino
— La riconquista di Ladislao: i Giustizierati

5.

la regina ripudiata

— Costanza perde l’eredità e il fratello
— Le dicerie di Corte sulla madre vedova
— Il papa annulla il matrimonio
— Margherita fa ripudiare la sposa dal Re
— Enrico in convento per ritrovar l’amata
— Costanza ripudiata promessa al ministro
— L’amore di Ladislao si chiama Gesualdo

6.

de capua ministro e sposo riparatore

— La Regina retrocessa a Contessa
— Enrico scompare: le nozze con De Capua
— La sposa dal suocero che resta ucciso
— Costanza col Conte, Ladislao si risposa
— Il nuovo Regno di Dio a Napoli
— Torna il Regno di Sicilia a Castelnuovo
— La novella di Masuccio appena nata
— Nasce Maria, Andrea parte per Otranto

7.

principessa in altavilla di sepino

— Principi e Conti d’Altavilla di Sepino
— Gli ultimi anni di vita trascorsi a Riccia
— La peste di Salerno uccide Sirocchia e Re
— Costanza è madre alla morte di Ladislao
— La Principessa di Sepino sepolta a Riccia

 

Description

Nella Valle Basilicata, quella che racchiude gli antichi territori della Fiumara e del Fiumitello da Forenza a Lagopesole, la corte al seguito della sovrana si fermò dal 6 aprile al settembre del 1266. Il 30 giugno Beatrice era in camera palatii Lacuspensilis. Qui, la Regina, dilaniata dalla malattia, dettò le sue ultime volontà, senza più sperare di poter trascorrere una sola giornata di svago fra i colli della distrutta Civitate Florentia.
Al suo capezzale non c’era alcun messere di Venosa, Acerenza o Gravina. Donna Beatrice, degna erede di sua maestà Beatrice di Savoia, volle che l’attorniasse solo la corte, quella che la seguiva in Provenza, come nelle vicarie del suo reame. E Bartolomeo Pignatelli, arcivescovo di Messina, Goffredo di Beaumont, cappellano del papa e cancelliere reale, Giovanni d’Acy, il comandante Barral di Beaux, e il milite Pietro di Cambelin furono pronti per quest’ultimo atto di affetto verso la di loro sovrana.70
Beatrice non aveva avuto tempo di vedere terminato il Palazzo di Valle Basilicata, in quel di Lagopesole, base militare degli Angioni. Non ebbe tempo neppure di dare seguito alle rifiniture operate dai grandi maestri del marmo di Forenza, o dalle altre maestranze che da Venosa e da Acerenza si partivano per fare bello il suo reame. Sembrava scaduto tutto il tempo necessario per inaugurare questa nuova reggia itinerante, che Carlo I d’Angiò, marito allegro e premuroso, aveva dedicato alla sua dolce moglie. Da allora per i sudditi non ci sarebbe stata altra occasione se non quella della preghiera, specie verso Montevergine. E a quella madonna che proprio da qui, nell’immenso dei boschi forentani, gli Angioni mostrarono i segni della devozione, ora un intero popolo volgeva lo sguardo.
Le campane festose che suonavano a distesa da S.Angelo a S.Maria degli Armeni, o a S.Martino de Pauperibus, ultimo baluardo gerosolomitano dei Cavalieri Templari di Barletta, smisero all’improvviso di gioire, annunziando per prime al mondo che la più giovane fra tutte le regine di Napoli aveva appena chiuso gli occhi al mondo.

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Editorial Review

COSTANZA REGINA DI ALTAVILLA IRPINA E ALTAVILLA DI SEPINO

Costanza di Chiaromonte è una figura controversa, nata in un periodo di grandi mutamenti storici, erede di una delle più ricche e illustri famiglie della Sicilia.
Figlia del barone Manfredi è costretta ad una vita di privazioni, più emotive che economiche. Essa ci sembra intrappolata in una fitta ragnatela che il fato e soprattutto gli intrigati giuochi di potere hanno contribuito a tessere, e per questo dovrà rinunciare alla terra natia, ma soprattutto agli amori giovanili.
La bella siciliana viene forzatamente fatta sposa di Re Ladislao, il quale approfitterà della ricca dote per muovere guerra ai baroni angioni nel tentativo di assoggettare l’intero regno al suo volere.
Come per uno sventurato scherzo del destino i tumultuosi cambiamenti geopolitici fanno sì che la Sicilia diventi oggetto delle mire espansionistiche di un altro nemico, rappresentato dagli Aragonesi, i quali posero fine alla famiglia Chiaromonte, riducendo in povertà la famiglia della giovane regina.
Vista ormai come un peso, Costanza, subisce l’umiliazione di essere ripudiata dal marito, il quale ne stabilì il divorzio, ottenendo la dispensa papale.
La sfortunata sovrana del Regno di Napoli finì così in sposa a uno dei baroni fedeli del Sovrano, Andrea De Capua del feudo di Altavilla del Principato e signore di altri luoghi storici, come Riccia.
La tenacia con cui Costanza ha affrontato le innumerevoli disavventure è segno di una profonda e incrollabile forza interiore, riconosciuta dall’amata patria sicula e dalle popolazioni locali assoggettate al marito. Ella imparò ad amare i suoi sudditi che ne apprezzarono le gesta, tanto che c’è ancora oggi chi ne ricorda e ne immagina l’affetto, perché Costanza fu Regina sia d’animo che di fatto....