Marie de Blois. Maria di Bretagna Regina di Sicilia

35,00


Categoria:

UNA GRANDE REGINA CHE NON VIDE MAI IL SUO REGNO

Re Luigi lasciò Arles a mezzanotte del giorno 23, travestito di piquet da cameriere, insieme a otto compagni, vestitz totz de pigetz coma vailetz.
Montpellier accenna alla bellezza di questa ragazza tenuta in gran segreto, da essere sconosciuta a tutti, a meno del fratello.
Tornò ad Arles il 26 novembre, all’epoca dei Vespri e il 1 dicembre, Yolande d´Aragon, fece il suo ingresso ad Arles attraverso la Porte della Cavalleria, dopo aver dismesso il vestito da viaggio e indossato per ornamento la sua corona di Regina, e onorato le reliquie portate dalla città benedette dall’arcivescovo di Marsiglia.
La nuova Regina di Sicilia salì poi su una corriera adorna alla maniera regale, facendo il suo ingresso dalla Porta principale e ricevendo grandi onori dai quattro amministratori della città, che indossavano un baldacchino blu decorato, preceduta dal suo futuro marito, scortato da Carlo di Taranto e dal Conte aragonese di Prade.94
Il matrimonio reale restò per molti anni impresso nella memoria dei marsigliesi.
Maria passò a miglior vita il 7 novembre del 1404, prima che Luigi II tentasse la sua seconda riconquista del Regno di Sicilia.
Scrive Francois Arlot che neppuglie ad Arles fu dimenticata, con una bellissima cerimonia funebre, il 21 settembre del 1405.
E’ in Saint Trophime che il suo feretro ebbe un catafalco ricoperto da una tela nera d’oro, fra 100 torce e 400 candele che ardevano tutt’intorno. La messa fu officiata dall’arcivescovo e tutte le chiese della città suonarono il campanello. Ogni amministratore offrì in devozione una torcia, sfilando in silenzio, seguiti dalla gente comune e dai bambini con una candela di cera.
Furono presenti quattro ordini mendicanti, le monache di Saint Césaire, cappellani e canonici della cattedrale per una donna che si era comportata come un Re.
Aveva superato molti principi, per dirla con le parole del Bourdigné, in coraggio e in saggezza.
Proprio come una vera sovrana: Marie de Blois, Regina di Sicilia…

Description

UNA VISCONTI PER NUORA E UN GIOCATORE D’AZZARDO PER COMANDANTE

Una guerra, senza soldi, non può essere sostenuta. E non avendo il nemico, Re Carlo III, ottenuto dai feudatari i fiorini promessi, ripulì la dogana napoletana dei panni dei commercianti Fiorentini, Pisani e Genovesi. E’ così che vestì i suoi crociati per condurli verso la Puglia contro l’esercito di Luigi I, l’antiré avversario che era in attesa del suo nuovo Generale Enguerrando, passato per la Toscana in cerca di moneta per rinfrescare le truppe.
Enguerrano VII di Coucy, personaggio di spicco della corte francese, fece il possibile per intrecciare rapporti con aiuti nell’immediato. Il 2 agosto 1384, a Milano, addirittura riuscì a far sposare per procura il piccolo Luigi II d’Angiò, nominato erede del padre, con Lucia Visconti di Milano, partecipando alla cerimonia di persona e con al seguito i rinforzi militari.11
Luigi d’Angiò, vista la situazione in Francia, ebbe grossi problemi per calare in Italia con risorse sufficienti, sebbene alla fine ottenne l’appoggio del papa di Avignone Clemente VII e di Bernabé Visconti, in cambio del matrimonio di uno dei suoi figli con una figlia di Barnaba.
Il 30 aprile 1384, dopo lunghe trattative, gli ambasciatori di Maria si partirono da Avignone per Milano, al fine di condurre ad Angers la giovane Lucia Visconti, figlia di Bernabò, che sulla carta aveva sposato il giovane figliolo, Luigi II d’Angiò, cioè per procura, in cambio dell’appoggio familiare nella conquista del Regno e di Napoli.
Il matrimonio di Lucia con l’erede, però, sarebbe stato da intralcio. Ecco perché Bianca di Savoia (Chambéry, 1336 – Pavia, 31 dicembre 1387), moglie di Galeazzo II Visconti e con lui signora di Milano, amareggiata per la dipartita del fratello Amedeo VI, il Conte verde, fu invece pronta a sostenere solo le ragioni del nipotino Amedeo VII, figlio dell’erede adottivo di Luigi I d’Angiò.
Ecco perché Bianca sollecitò soltanto il figlio Gian Galeazzo a fermare la potenza dello zio Visconti, che aveva puntato tutto sullo sposalizio della cugina col duchino e su Rodolfo di S.Giorgio al Palazzo, per mettere le mani sul Sud.

Enguerrand varcò le Alpi nel luglio 1384 e si recò prima a Milano per celebrare per procura le nozze precedentemente concordate tra gli Angioini e i Visconti, attraversando poi con maggiore difficoltà il territorio di Firenze, per raggiungere il Regno.
Fatto è che il 2 agosto 1384 i milanesi si convinsero a far sposare Lucia al piccolo Luigi II d’Angiò — nominato erede in vita del padre e della Regina Giovanna —, partecipando alla cerimonia di persona, con amici e parenti, con al seguito i rinforzi militari. Sappiamo che Lucia fu anche in procinto di partire per raggiungere l’amato duchino, ma il colpo di stato attuato da Gian Galeazzo Visconti, che catturò e rinchiuse nel castello di Trezzo lo zio Bernabò coi figli Ludovico e Rodolfo, mandò a monte le nozze e i suoi sogni di diventare Regina. Le sue truppe devastarono il territorio e presero Arezzo, ma a quel tempo Luigi d’Angiò era già morto, e prima di lui Amedeo di Savoia.
Nella sua avanzata verso Napoli subì gravi attacchi istigati da Carlo III Durazzo, che gli fecero perdere gran parte del suo tesoro. Ma ancora più tremendo fu l’inverno, senza riuscire a provocare il suo rivale per farlo scendere in battaglia.

I provenzali davvero erano ridotti male. Lo stesso Luigi, avendo speso tutto il danaro portato dalla Francia, possedeva una vecchia veste d’arme di tela dipinta, e per argenteria una sola tazza, mentre un suo altro uomo fidato, Pietro di Craone, mandato in patria a chiedere aiuti, si sollazzava per strada, sostando nella voluttuosa Venezia.
A Pierre de Craon (circa 1345 – 1409 ) si affezionò al D’Angiò, fra la moltitudine di guerrieri che lo seguirono scialacquarono il suo immenso tesoro di Francia, tanto è vero che Craon mandasse alla moglie somme considerevoli, invece di portarle a Re Luigi, e che anzi trascorse giorni di follia a Venezia, immerso nel gioco d’azzardo e nella dissolutezza, mentre l’esercito francese era assediato da carestia e malattia.
L’infedeltà di Craon suonò gli ultimi ritocchi alle disgrazie del Re Luigi d’Angiò, ferito dal dolore, al punto che la spedizione fu seguita da lunghi disastri. Era ancora a divertirsi quando, a duca morto, seppe che i soldati tornavano dall’Italia tenendosi per mano e chiedendo l’elemosina. Fu allora che Craon riapparì alla corte di Francia.
Il Duca di Berry, nel vederlo entrare al consiglio, esclamò, pieno di rabbia: «Ah! falso traditore, malvagio e sleale, tu sei la causa della morte di mio fratello. Prendetelo e che sia fatta giustizia».
Solo che nessuno si fece avanti per eseguire quest’ordine e Craon si affrettò a scomparire. Tuttavia, secondo altri, sembra che Pierre de Craon in realtà sia stato fatto prigioniero durante tutto l’anno 1384 nel Principato di Ragosa e rilasciato solo nell’aprile 1385. In realtà non è chiaro quando sarebbe potuto andare a Venezia per spendere le somme cospicue che gli vennero addebitate….

Recensioni

Recensioni

Non ci sono ancora recensioni.

Only logged in customers who have purchased this product may leave a review.

Editorial Review

Carlo e Anna i veri fondatori del Comune di Napoli

 

INDICE

1.
LA REGINA DISCESA DALLA BRETAGNA

— La figlia del Duca da maritare in Provenza
— Nozze col fratello di Re Carlo V di Francia
— Venti anni dedicati alla famiglia
— Adozione a erede del Regno e investitura
— Carlo III fomenta i ribelli contro Maria
— Luigi asserragliato sulle Alpi

— La morte di Amedeo Savoia a Campobasso
— Luigi é Re à Castel del Monte di Bisceglie
— A Carlo lo stendardo: crociata contro Luigi
— Luigi è II Re di Gerusalemme presso Andria
— Lettere del Re di Accola alla Regina Maria

— A Carlo, la Signorìa di Napoli, non il trono
— Stendardo del Papa: crociata contro Luigi
— Raimondello con Luigi: pronti alla guerra
— Carlo evita l’attacco: solo scaramucce

— Lucia Visconti e Luigi II sposi
— Le trattative condotte da Enguerrand
— Il tesoro perso al gioco a Venezia da Craone
— Orsini con Luigi d’Angiò per la d’Enghien
— La Regina annuncia le nozze di Luigi II
— La Regina rifiuta le nozze coi Visconti

— Luigi Re di Puglia a S.Maria di Uria
— Luigi e Pietro Luxemburg morti a Bisceglie
— L’eredità del figlio Luigi III sovrano
— Maria, sirocchia e vedova, vuole la guerra

 

— Urbano VI dice No a Carlo III: la fuga
— Saltano le nozze con Lucia Visconti
— Investitura dall’antipapa il 21 maggio 1385
— Terzo fidanzamento con la Visconti
— Carlo III dichiara guerra a Papa Urbano
— Assediano il Papa, fatto liberare da Maria
— Raimondo col Papa per avere Benevento
— Urbano VI fugge e annuncia la fine del Regno
— Carlo spodestato, tornano le vicarie ducali
— Gualtiero Copertino braccio destro di Carlo
— Così morì Carlo III dopo il Parlamento

 

— A cominciare fu L’Aquila: W la Pace!
— Luigi fatto Re delle due parti di Sicilia
— Ladislao e madre in fuga dall’Ovo a Gaeta
— Il Papa dà Maria d’Engenio a Raimondello
— Taranto all’Orsini, ma il titolo è di Re Luigi
— Ladislao signore di Napoli, Ischia e Gaeta
— A Maria: baliato e stendardo dall’antipapa
— I tre anni del baliato di Luigi II (1385-93)
— Luigi acclamato a Napoli a luglio del 1386
— L’antipapa aggancia Ottone e Sanseverino

 

— Clemente e Francia: Luigi j. è III Re di Sicilia
— Sanseverino è Viceré: via i Durazzo da Napoli
— Napoli assediata pro Luigi II dal 1390
— Raimondello sloggia Ladislao a Gaeta
— Aragonesi col l’antipapa: Luigi è unico Re
— Il figlio di Maria è Re dell’Accola (1390)
— Bonifacio ripesca Re Ladislao e Costanza
— Il 1391 s’apre a favore di Luigi Re di Sicilia
— Cecco del Borgo porta l’Abruzzo ai Durazzo
— Luigi perde 1/4 delle Terre: ora è Re di Puglia
— Raimondello con Luigi per il Principato

9.
MARIA MUORE

— Ladislao cacciato, Luigi si riprende Napoli
— L’ultima spedizione organizzata da Maria
— Nozze con Violante: sostegno degli Aragonesi
— Luigi Re di Trinacria e Sicilia: perde Napoli
— La Regina si spegne senza avere il Regno