Description
PRESENTAZIONE D’AUTORE
DI GIANNI RACE
Osservarlo e ascoltarlo, già la prima volta, fu un tutt’uno e conseguenza del fatto rivelatorio. Un fluire incandescente di pensieri, sillabe, frasi e parole il manifestarsi del logos; come immaginavo avvenisse sotto i portici dell’Accademia di Atene, tra allievi frenetici e solenni cattedratici maestri. Come avveniva per le frequentazioni nel foro, da parte d’indomabili giureconsulti o di stupefacenti curiosi, arrivando ad rostra, estasiati davanti ad epigoni di un Cicerone o di un Ortensio e anche di Antonio Oratore. Fiammeggiare di perifrasi e splendore di metafore, con metonimie d’anguille viscide, similitudini lunghe come di treni, carichi di alabastri.
Il divenire dei metri sui piedi della poesia, mutata in musica da miti viventi di arpe d’avorio o tube celestiali: scrivere per ogni artista della penna d’oca o di computer è un disco verde verso infiniti azzurri, spalancati da occhi viperini. La dolcezza di una chitarra, in mano a Garcia Lorca, un calendario sfogliato da Leopardi. Per Arturo Bascetta è dare ascolto alla voce di dentro, alla tarantola che gli rode le visceri. Un ineludibile comandamento dello spirito. Non so dove gli derivi, ma certamente Arturo ha la scorza dello storico. Presumo ambiziosamente la vocazione l’abbia colto, in qualche stellata pausa serale del suo soggiorno nei campi Flegrei, dove Virgilio è di casa, ma anche Omero è un fantasma di sogni ellenici. A sentire Croce, però, lo storico locale non ha bisogno d’ispirazione, nè di modelli. E’. Come Iddio e come la Musa Clio. Arturo dell’amore per i suoi paesi di montagne innevate o aspre rocce, di monconi e moncherini d’alberi, di capre lanose e di lupi accesi nel buio profondo delle notti ululanti, ne ha fatto una religione.
Incanta con le sue argomentazioni, Arturo. Non solo bravo giornalista, testardo nel servire la sua devozione di pennaiolo che butta sudore e stenti per realizzarsi, ma anche storico e scrittore brillante.
Non era nato a fare lo storico, vi dirà. Invece, sa di spacciare bugie. Egli è uno storico, da mandare in brodo di giuggiole anche il più asettico lettore, il meno influenzabile editore. Storico locale, urliamolo con Croce. Cioè vero storico. Gli altri ci guarderanno e ci commiseranno? Non lo credo. Perché il grande Frodoto incominciò con i logoi, che recitava, tutto compito e partecipe, ad Atene, finì con il diventare il massimo degli storici, insieme a Tucidide. Quest’ultimo più scrittore o narratore, meno storico/geografo/militare come l’autore delle lunghe battaglie di popoli di Ellade e di Asia, e dell’invasione persiana. Io, qualcosa, vorrei dirla per contrastare Arturo; “che ce lo troviamo dappertutto?” Per quanto riguarda però l’età moderna, ad andare a spulciare registri e documenti, Arturo Bascetta è capace di strabiliare, è veramente un folletto imprendibile.
Gianni Race †
Umanista e Storico della Campania
LE PARTI DI CUI SI COMPONE L’OPERA
p
indice
presentazione d’autore di gianni race †
capitolo primo
GLI ATTI DEL NOTAIO PAPPONE
NEI PAESI DEL PRINCIPATO ULTRA
— Terre a 29 anni: Enfiteusi e Inventario di Pappone
— Chiese di Apice e feudo del Covante
— Muscettola senza eredi, testamento di Principe
— L’Annunziata di Pietradefusi dipendenza di Apice
capitolo secondo
LA DOTE DELLE FANCIULLE DEI MONTI
GONNA DI SAIA IMPERIALE, FERRO E RAME
— Un diverso uso di fornire il corredo per 4 anni
— Perrelli di Toccanisi, Chianche, Bagnara…
— Il molino sul Sabato del Duca di Monestarace
— Il Monte del Cardinale Perrelli e la cartiera
— Il matrimonio del Duca fatto Cavaliere a Malta
— Perrelli e Zaza perdono i feudi della Montagna
— Lenzuola in seta di Bari per il nobile Sirena
— Il Principe di Castellone e Pietrelcina su Ischia
— Beni della Dogana di Foggia: dote di Donna Carlino
— Suor Vincenza Bonito monaca a S.Giorgio
— Ori e gioielli della ricca zita che sposa a Grotta
— D.Camillo e la masseria a “Cerze” di Santa Sofia
— La «gonnella dello sposalizio di saia imberiale»
capitolo terzo
I CASI DI GUIDONE DI MERCOGLIANO,
ELISEO DANZA E VITTORIA COLONNA
— Le «tre facce dell’avvocato» descritte dai notai
— L’adulterio di Donna Vittoria Colonna
— I ladri di Montecalvo e il Tribunale di Benevento
— Da Summonte un porco al mercato di Atripalda
— In causa per il cuscino di D.Bice Caracciolo
— Segreto per parto e gallina per il freddo
— La gonnella imperiale di saia scarlatta
— Severino e Minucci per la neve di Pietrastornina
— Garofalo di M.Fusco e i Capozzi di Petruro
— Da Foggia: Balba e Chianca al Marchese Salerno
— I Balletta di Montefusco su Buonalbergo
capitolo quarto
NOMI, MESTIERI E LUOGHI DEGLI ABITANTI
NELLA TOPONOMASTICA CITTADINA DEL ‘700
— Per un albero genealogico degli Avellinesi
— «Donne vedove e vergini e date ai voti, nonché assenti»
— Ecclesiastici e forestieri, principi e collettiva delle tasse
— «Beni di Chiese e Monasteri residenti e forestieri»
note documentarie
1. Archivio di Stato di Avellino (d’ora innanzi, ASAV), Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1746, al f.25.
2. ASAV, Notai Avellino, notaio Girolamo Pappone di Apice, Busta 227, anni 1750-52.
3. Archivio di Stato di Napoli (d’ora innanzi, ASNA), Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Buste n.4-6, Inventario, da pag.401.
4. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.401.
5. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.401 e segg. La pianta è la n.70, fol.572 tergo.
6. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.458.
7. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.459.
8. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.460.
9. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei S.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.450.
10.ASAV, Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1747, al f.33.
11. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.533.
12. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.534.
13. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.401.
13 bis. ASAV, Notai di Avellino, B.226, Notaio Onofrio Pappone di Apice, anno 1738.
14.ASAV, Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1747, al f.76
15.ASAV, Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1747, al f.25.
16. ASAV, Notai di Avellino, Busta 223, Apice e San Nazaro, anno 1727.
17. ASAV, Notai di Avellino, Busta 223, Apice e San Nazaro, anno 1717.
18. ASAV, Notai Avellino, Busta 224, notaio di Apice Pappone Onofrio, anno 1732.
19. D.Pascucci, Pietradefusi. Nel Regno di Napoli, ABE, Avellino 2011.
20. G. De Corso, Pietradefusi. Memoria storica di un Cardinale e di un paese, Edizioni Bib.Parr., Pietradefusi 2002. In: D.Pascucci, Pietradefusi. Nel Regno di Napoli, ABE, Avellino 2011.
21. D.Pascucci, Pietradefusi. Paesi dell’ex Principato Ultra. N.35, ABE, Avellino 2011. Il barone dell’epoca era Don Leonardo VII de Tocco (1-1-1698 † 31-3-1776), 4° Principe di Montemiletto, Principe titolare d’Acaia, Marchese di Montefalcione, Manocalzate e Serra, Conte di Montaperto, Signore di Refrancore, Patrizio Napoletano e Patrizio Veneto, 3° Duca di Sicignano dal 1701, Duca d’Apice, Vicario Generale del Principato Ultra, Signore di Fontanarosa e Torre le Nocelle (investito nel 1727, 1734 e 1754). I discendenti assunsero il cognome di Tocco Cantelmo Stuart. Il 16 gennaio 1724 sposò Donna Camilla Cantelmo Stuart, 4° Principessa di Pettorano, 9° Duchessa di Popoli e Grande di Spagna di prima classe dal 1749, figlia ed erede del Principe e Duca Don Restaino e di Donna Beatrice Cantelmo Stuart dei Duchi di Popoli (1700 † 1752).
22. ASAV, Notai di Avellino, anno dei documenti. I notai trascrivono con frequenza atti di compravendita, specie quelli di matrimonio, da cui si evince il valore di una dote, con o meno allegate lettere di chiarimenti e suppliche: Olimpia Iacenna, moglie di Natale Matarazzo della Città di Avellino in Principato Ultra, umilmente serviente di Vostra Eccellenza, con supplica espone come in tempo fu collocata in matrimonio con detto Natale dalli sui genitori; vi furono promessi, e poi consegnati, docati centrotrenta di dote, cioè docati venti di panni di lino, lana, ed oro lavorato, e poi docati centodieci sine fu assegnata una casa di tre stanze, con orto e largo avanti nel Casale della Valle di Mercogliano.
23. ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Apice, anno 1742; ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Pietrastornina, Notaio Ragucci, Busta 5200, pag.298; Ivi, Busta 5201, pag.42; Ivi, Busta 5204, pag.8; Ivi, Busta 5204, pag.253; Ivi, Busta 5200, pag.191; Ivi, fasc.10686; Ivi, pag.399; Ivi, pag.198; Ivi, Busta 5201, pag.130; Ivi, Busta 5202, pag.289; Ivi, Notaio Raguccio, fasc.11059; Ivi, Busta 5198, pag.416; Ivi, pag.401; Ivi, Busta 5195, pag.293; Ivi, Busta 5198, pag.416; Ivi, Busta 5205, pag.88.
24. Ivi, Busta 5205, f.88.
25. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, Notaio di Pietrastornina, fasc.17290.
26. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, cit.
27. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, cit.
28. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, cit.
29.ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
30. Ibidem.
31. Ibidem.
32.ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
33.ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
34. ASAV, Notai di Avellino, Busta 7366, fascicolo anno 1780, inserto al f.69.
35. ASAV, Notai di Avellino, Busta 7366, fascicolo anno 1782, inserto al f.30.
36. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7873, anno 1795.
37. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7894, Anno 1797, 6 gennaio 1797. Nel mezzo dell’atto, così si continuava: “…figlia vergine, legittima e naturale delli Eccellentissimi Signor Marchese Muscati Cassia, e Magnifica Donna Elisabetta Dorel Damico dell’Isola di Malta commoranti, si stipulò per mano di me notaro in questa suddetta Terra di Chianca sotto il dì 18 8bre passato anno 1796 solenne istrumento, o sia mandato amplissimo di procura colla clausola ut alteri ipsi in procura dell’Eccellentissimo Signor cavaliere di Giustizia del del Lug e militare ordine di San Giovanni Gerosolomitano fra Don Vincenzo Perrelli fratello cugino di detto Eccellentisimo Signor Duca Don Domenico, e zio in censeguenza di detto Signor Duchino Don Francesco maria, col quale si concederono al medesimo tutte le facoltà necessarie, e le più ampie, e limitate, o siano Capitoli Matrimoniali colli suddetti Signor Marchese Donna Angiola Muscati Cossia, e Marchese Don Diego Moscati Cossia, e Marchesa Donna Elisabetta Dorel Damico, genitori di detta Signora Marchesa Donna Angiola, sposa, promettendo esso Signor Duchino di S.Caterina, sposo, e Duca di Montestorace di lui genitore di tutto accettare, ratifiare, omologare, per siccome ampiamente si legge ancho stesso mandato di procura, che negli atti miej si conserva, e si è pure anco inserito.
Ed asseriscono inoltre, che in virtù del suddetto istrumento di mandato di procura, fù in effetti solennizzato, fatto e pubblicato nell’Isola di Malta, e nella Città Valletta il detto istrumento dotale, o siano capitoli matrimoniali sotto il giorno sette dello scorso mese di dicembre, ad anno passato scorso 1796, per gli atti del magnifico Notar Alessandro Patrizio Spiteri, copia del quale, valida, autentica e legittimata dalli Illustre Regio Console delle Sicilie nella detta Isola di Malta, Signor Giovanni Battista Abbate, preso di me si conserva”.
Da qui la promessa delle nozze fatta dal Duca Don Domenico Perrelli e del Duchino di S.Caterina Don Francesco Maria Perrelli Castromediano, sposo, davanti ai testimoni di Chianche, Saverio Zarro, Felice Brico e Carminantonio di Guarini, e al testimone di Torrioni, il Magnifico Matteo Agostino giudice ai contratti.
La procura del Console siciliano a Malta, redatta in nome di Gesù, porta la data del 15 dicembre 1796, per il matrimonio da contrarsi per reciproco consenso delle parti, confirmato col loro giuramento, secondo l’uso, e consuetudine dei Greci, e dei Roani, in modo che i beni degli infrascritti Signori Sposi non si confondano giammai e contra la legge abbracciata in quest’Isola di Malta, s’intende contrattato in perpetuo il presente matrimonio.
In esso il padre della sposa dona alla figlia la somma di 70.000 ducati napoletani (cioè quasi il doppio di quanto valevano insieme in feudi di Petruro, Chianche e Torrioni), valente il ducato, secondo la quotazione dell’epoca valevole sull’Isola di Malta, scudi uno, tarì nove, grani sette, e piccioli quattro monete di Malta, per ogni ducato napolitano, e dnon altrimente. 40.000 ducati, cioè 71.277, 964 scudi maltesi, li avrebbe avuti fin da subito, nel giorno del matrimonio, a parte i beni stabili urbani concessi a titolo di semplice locazione, o di enfiteusi, da liquidarsi dai periti del felicissimo Dominio di Malta.
Inoltre, Don Diego, dona alla figlia sposa “un fornimento di gioia, ed alcuni giogali d’oro per di lei uso, ed ornamento, del valore che sarà liquidato dai periti, effettuato che sarà lo sposalizio in faciem Ecclesiae, descritti nella nota dei medesimi, da inserirsi in pie’ del presente contratto. Le quali gioie, ed ori si dovranno dalla detta Signora Sposa conseguire, subito che sarà seguito, ed effettuato in faciam Ecclesiae il suo sposalizio. E tali gioie, ed ori si intendano donati ad essa Signora Sposa liberi da ogni vincolo, ed obbligo; talmente che potrà di essi la medesima indipendentemente da chiunque disporre, così in vita come in morte a suo talento e piacere in favore di chicchessia, e non altrimenti”.
Constituendosi detto Signor Dorante per se, e suoi
ad avere
cedendo, per tanto, e transferenza
Promettendo il predetto Signor Marchese Don Diego Dorante per se, e suoi eredi alla predetta signora sposa per se, e suoi le doti come sopra costituite, e promesse legittimamente difendere.
E da qualunque evizzione vuol essere tenuto
E se in qualche futuro tempo
temessa la necessità di denunciare, laudare.
“Dichiara poi la riferita S.Marchesina Donna Angiola sposa di avere a possedere una Villa con tutti, e singoli suoi diritti, e pertinenze, situata in quest’Isola di Malta, nei limiti della Terra Judia, ovviamente libera da vincolo e come bene extradotale. La madre della sposa, Donna Elisabetta Dorel Damico, le dona invece beli rustici e stabili sia su Malta che sulla vicina Isola del Juzo (Gozo) del valore di 25.000 ducati napoletani, che vanno ad aggiungersi ai 40.000 paterni in faciem ecclesia, cioè che le saranno sborsati a tagli da 40 ducati per ogni mese per mero di lei uso, e come suol dirsi per lo spillatico, cioè nel giro di poco più di otto anni, oltre i frutti da segregarsi sugli stabili per lo spillatico.
A sua volta, Don Vincenzo Perrelli, procuratore del giovane Don Francesco Maria, figlio primogenito del Duca Don Domenico, divenendo sposo, apporta tutti i diritti spettantigli sopra i beni feudali, e spiecialmente sopra la Terra, e feudo nobile di Pianca, attualmente poseduto dal detto Duca Don Domenico di lui padre, senza che questi lo possa in alcun modo pregiudicare, ed aggravare di cosa alcuna in tali diritti, ancorché dimile gravame fosse in beneficio degli altri Signori figli di esso Duca Don Domenico. Anzi, lo speso Signor Cavaliere fra Don Vincenzo Perrelli qual procuratore anche speciale del detto Signor Duca Don Domenio di lui fratello costituito nel dì sopracitato mandato rogato per atti del detto notaro Pasquale Leone il dì suddetto 18 di ottobre scorso, hà promesso, e promette, e si è obbligato, e solennemente s’obbliga che se per vantaggio della famiglia si dovrà devenire alla vendita della terra, e feudo nobile di Pianca, tale vendita eseguire non si possa senza l’espresso consenso non solo del suddetto Don Duchino Don Francesco Maria sposo, ma anche della prefata Signora Marchesina Donna Angiola sposa, essendo tale feudo scritto in contemplazione del presente matrimonio. E prestandosi da tutti, e due i detti Signori Sposi siffatto consenso, in tal caso ne dovrà sempre intendere riservato il diritto alla riferita Signora sposa Donna Angiola, di essere in tale vendita preferita a chiunque, ancorché non esistessero affatto figli dal presente matrimonio, e non altrimente.
Dichiara inoltre lo stesso Signor Procuratore Cavaliere fra Don Vincenzo che il predetto Signor Duchino Don Francesco Maria sposo qual figlio primogenito del Signor Duca Don Domenico apporta pure in riguardo del presente matrimonio il diritto attivo della nomina del Prelato, ed abbate commendatario di Santa Maria a Cappella coll’obbligo delle pensioni attuali in favore degli individui della di lui famiglia, come dall’ultimo istrumento della nomina fatto dal detto Signor Duca Don Domenico padre di eso suo sposo.
Finalmente dichiara il medesimo Signor Cavaliere Fra Don Vincenzo Emmanuele come sopra, che il ridetto Signor Duchino Don francesco Maria sposo apporta in contemplazione anche di questo matrimonio i diritti che gli competono e potranno in qualunque maniera competere in futuro sopra i beni burgensatici della sua famiglia, e sulle doti materne.
Altri patti, leggi, e contizioni sotto le quali tutti, e singole si è parimenti devenuto al presente matrimonio, e non diversamente.
E primo, che premorendo il ripetuto Signor Duchino Don Francesco Maria sposo alla Signora Marchesina Donna Angiola sposa, in tal caso tutti i frutti, e rendite dei di lei beni dotali, che saranno decorsi, e non percepiti in vita del detto Signor Duchino Don Francesco Maria sposo di qualunque somma sieno tali frutti, e rendite, dovranno essere per intiero della replicante Signora Marchesina Donna Angiola sposa, e da essa percepirsi a titolo di dotario. Se però i frutti, e le rendite dei detti beni dotali decorse, e maturate in vita di esso Signor Don Francesco Maria sposo, saranno state da lui intieramente percepite, in tal evento la detta Signora Donna Angiola sposa superstite cade, e rinuncia d’adesso per allora a qualunque dritto à ragione che le competerebbe per premesso dotario sopra i beni ereditarij del defunto suo consorte. Ma se la detta Signora Sposa premorirà al menzionato Signor sposo, questi in tal caso a nulla potrà essere tenuto verso l’eredità della defunta di lui coniuge per ragioni di dotario, e non altrimente.
Secondo che tutto quanto acquistasteranno i predetti Signori Sposi in estanza del presente loro matrimonio, dovrà ciascun di loro percepire quello che avrà acquisito col suo proprio danaro, e non diversamente, cosicché non s’intende mai tra detti Signori sposi pattuito la comunicazione dei beni acquisiti.
Terzo, che i medesimi Signori Sposi s’intendano esclusi, come effettivamente la detta Signora Donna Angiola sposa, e l’anzidetto Signor Cavaliere fra Don Vincenzo a nome, e per parte del surriferito Signor Don Francesco Maria Sposo si escludono vicendevolmente dalla successione l’uno dell’altra, ed al contrario, per mezzo dei comuni figli, rinunciando espressamente a tale successione, e anche a qualunque diritto di legittima, che il superstite di essi Signori Sposi potrebbe pretendere sopra li beni di qualsivoglia specie del predefonto consorte,mediante la persona dei figli, togliendosi totalmente di mezzo, di morto che morendo i detti Signori Sposi senza figli, ovvero con figli, e questi morendo poscia sena figli, ed ulteriori discendenti, e senza testamento, ò disposizione alcuna, i rispettivi loro beni tanto quelli che sono di sopra indicati, quanto quelli che s’acquisteranno in avvenire, ò perverranno loro con qualunque titolo, ò causa, così nel caso in cui passassero nei figli, ò ulteriori discendenti per via di successione intestata, come se passeranno in essi pigli, e discendenti per testamento, ò per altra disposizione del coniuge predefinito, e degl’intermedi ascendenti, dovranno pervenire senza alcuna detrazione di legittima, ò altra porzione legale, in quanto a quelli della Signora Sposa donabile dal suddetto Signor di lei padre, al medesimo, e rapporto a quelli assignati dalla predetta Signora di lei madre, alla medesima ed intorno agli altri, che s’acquisteranno in costanza del presente matrimonio, a tutti e due ugualmente; se saranno in vita, ò al superstite di loro; E on essendo veruno di essi in vita i beni fedecommissari dovranno pervenire agli ulteriori chiamati in essi fede e commissi; ed i beni liberi ai consanguinei più prossimi di detta Signora Sposa secondo la regola della successione intestata. Riguardo poi ai beni del Signor Sposo dovranno pervenire alli prenominati Signor Duca Don Domenico, e Signora Duchessa Donna Eleonora, ed a ciascun di loro che sarà in vita, e non esendo questi alli più prossimi consanguinei di detto Signor Sposo secondo la detta regola della successione intestata; fo nobilis per quelli intestatis con questo patto per altro non s’intendano proibiti né i Signori Sposi, né i loro figli, e discendenti di disporre dei beni, che non vincolati, ò fede commissarij, e non si dovrà intendere apposto alcun nuovo vincolo e fedecommisso, e non altrimente”.
Quanto siccone i più volte mentovati Signori Marchese Don Diego, e Marchesa Donna Elisabetta per grande affetto, e benevolenza che portano alla Signora Sposa Donna Angiola unica loro figlia hanno manifestato il loro piacere, e desiderio, che i Signori Sposi Don Francesco Maria, e Donna Angiola effettuato il loro matrimonio, abitassero con essi Signori Genitori di detta Signora Sposa nella stesa casa, ancorché questi volessero in avvenire fissare altrove priori di Malta il loro domicilio, qualunque siasi il paese che destinerebbero, qualunque ciò il predetto Signor Duchino Don Francesco Maria Sposo in corrispondenza a tale effetto dovrà per tutto il tempo della vita dei predetti Signori Don Diego, e Donna Elisabetta, e di ciascu di loro abitare in compagnia della predetta Signora Donna Angiola sua sposa abitare coi di lei Signori Genitori, ò venendo questi tutti due a morire, in ogniun di tali casi l’antidetto Signor Don Francesco Maria sposo dovrà stabilire, e fissare la propria abitazione in quel paese che più piacerà alla replicata Signora Sposa Donna Angiola senza eccezione alcuna. In caso contrario il mentovato Signor Sposo nulla potrà né anche dai udetti beni dotali di essa Signora Donna Angiola, amministrare, e nulla percepire dai loro frutti, e rendite, siccome né anche potrà in tal caso pretendere i figli, che saran nati, in qualunque età essi si troveranno, ma dovranno i medesimi figli rimandere presso detta Signora madre Donna Angiola, e questa pure dovrà avere l’amministrazione dei suoi beni anche dotali, e percepire i loro fruttati, e rendite in di lei proprio uso, e commodo, ed alimenti proprij e di detti suoi figli, anzi dandosi il caso che il riferito Signor Sposo Don Francesco Maria dovesse per proprij interessi, ò per altra qualsiasi causa, e fine assentarsi per qualche tempo dal paese che si sarà come sopra scelto dalla Signora Donna Angiola Sposa per loro abitazione, e domicilio, allora pel tempo di siile assena di esso Signor Don Francesco Maria si dovranno internamente amministrare, e percepire i frutti, e rendite dotali dalla Signora Donna Angiola per di lei proprio uso, e commodo, ed alimenti proprij, e dei suoi figli come sopra i è convenuto, e parimenti in questo caso i detti figli dovranno rimanere presso la stessa Signora Donna Angiola lor madre, e non altrimente; e alla piena, ed esatta asservanza di tale patto interpone per lo stesso Signor Duchino Don Francesco Maria sposo espressa, e solenne migrazione il suddetto Signor Cavalier Fra Don Vincenzo di lui procuratore speciale come sopra, stipolante, ed accettante la ridetta Signora Donna Angiola sposa.
Finalmente ad ulteriore cautela, si è pattuito, e si pattuisce espressamente, che se il presente istromento non sarà ratificato in tutte, e singole sue parti dal suddetto Dignor Duchino Don Francesco Maria Perrelli sposo, ed in oltre dal Signor Duca Don Domenico suo padre in quelle parti,c he lo riguardano; in tale caso esso istrumento si dovrà intendere, ed avere per casio, invito, nullo, e di nessun vigore, come se non fosse stato mai stipulato: e non altrimente”.
Ed eccoci alla chiusura: “Quali capitoli matrimoniali, e tutte quali cose in essi espresse li prenominati Signori contraenti proprio, e a nome premessi promettono d’avere sperato, e grato, e di adempire, ed osservare. Avendo giurato cioè il predetto Signor Cavaliere Fra Don Vincenzo toccata la croce suo abito, e li predetti Signori Marchese Don Diego, marchesa Donna Elisabetta, e Marchesina Donna Angiola toccate le scritture, respettivamente per tre volte, onde a futura memoria”.
Fatto, e pustillato in Malta, ed in questa Città Valletta, presenti l’infrascritti testimonij, sottoscritti nella minuta originale.
= Angiola Muscati Dorel =
= Cavaliere Fra Vincenzo Perrelli =
= La Marchesa Muscati Dorel =
= Marchese Diego Muscati Cassia =
= Dottor Vincenzo Buttigieri testimonio = Dottor Fra Bartolomeo Vensales Testimonio = Sacerdote Lazzano Camilleri testimonio = Abbate Conventuale Giosué Nocerino della venerabile lingua d’Italia testimonio =
= Il tenore del sopracitato Sovrano rescritto è il seguente, cioé= Altezza Serenissima= Il Marchese Don Diego Muscati Cassia, e la Marchesa Donna Elisabetta Dorel Damico coniugi servitori umilissimi, e vassalli fedelissimi di Vostra Altezza Serenissima, riverentemente ci espongono, che in occasione degli sponsali contrattati tra la Marchesina Donna Angiola Muscati Cassia, ed il Duchino Don Francesco Maria Perrelli di Napoli, li predetti oratori hanno promesso a detta loro figlia, detto Marchese Don Diego a titolo di dote, e detta Marchesa Donna Elisabetta a titolo di donazione irrevocabile, porzione di loro communi sostanze: quindi supplicano umilmente l’A.V. Serenissima perché si degni abbilitarsi a poter essi oratori nel contratto matrimoniale di detti sposi devenire alle assegnazioni di detta dote, e donazione irrevocabile. E della grazia.
Magister Hospitalij Hierusalem= Fiat datum in Palatio die vi xmbris 1796. Rephael Crispinus Xerri Auditor=…
Si ripete l’atto confermato in Napoli dai notai Giovanni Battista Mosino e Gaetano Carifi, in quanto è sottoscritto e vidimato dai diversi notai e dalle autorità.
Don Michele Scotti console, in questa Capitale per la Nazione maltese certifichiamo qualmente li retroscritti notari Pasquale Leone, Vincenzo Campoli, Giobatta Mosino, e Gaetano Carifi dai quali viene firmata la retroscritta scrittura… 21 ottobre 1796. Michele Scotti.+ Loro Sigilli.
38. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7894, anno 1797.
39. ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
40. ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384, f.2.
41. ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384, f. 3
42. V. A.Bascetta, Torrioni nel 1742. Catasto Onciario, Abedizioni 2001.
43. ASA, Lettera, 26.08.1859 e Lettera del ministro Pietro d’Urso.
44. Ivi, lettera del 03.03.1841.
45. Ivi, lettera del sindaco di Chianca Angelo Pizzella all’intendente il 03.03.1841.
46. Ivi, lettera del 10 settembre 1853.
47. Ibidem.
48. Ivi, lettera del 1857.
49. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta …., fascicolo 3562, anno 1841, il matrimonio è al f.22.
50. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta …., cit.
51. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta …., cit.
52. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta …., cit.
53. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta …., cit.
54. ASAV, Notai di Avellino, notaio Carlo Ciampi di Santa Paolina, anno 1740, riguardante l’impegno di matrimonio. Per l’atto sui territori v.ASAV, Notai di Avellino, Notaio Carlo Ciampi di Santa Paolina, B.5972, fascio relativo all’anno 1739, inserto al f.216.
55. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7894, anno 1797.
56. Per il feudatario di Pagliara v. ASAV, Protocolli Notarili di Avellino, vol.7374, anno 1806, fol.64; per l’atto della Marchesa v. vol.7379, Busta 4050. Atti del Notaio Pasquale Leo fu Donato di Torrioni, atto n.63, 1831.
57. ASAV, Protocolli Notarili di Avellino, Vol.7379, Busta 4050, f.64. Atti del Notaio Pasquale Leo fu Donato di Torrioni, anno 1831.
58. ASAV, Protocolli Notarili di Avellino, Busta 7371, fascicolo 7869, anno 1794.
59. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7869, anno 1794. Cfr. ASAV, Protocolli notarili di Avellino, Notai di Prata, anno 1760, pag.38. Nei suoi rogiti si trovano soprattutto documenti riguardanti il bosco di San Martino feodo A.G.P. (f.22), della contrada di San Giovanni a Morcopio, jurisditione Pheudi A.G.P.; et proprie in Aure Francesco Soricelli dicti Feudi A.G.P. (f.43), o materiale di notevole interesse sulla Chiesa Arcipretale di S.Agnesa e Margherita della Terra di S.Agnesa e Calvi con riferimento anche ad antichi Istrumenti di Montevergine, nonchè sul Casale di San Giacomo detto A.G.P. (f.83). Cfr. ASAV, Protocolli notarili di Avellino, Volume 7361, Notaio Donato Leo, pag.3. Cfr. ASAV, Protocolli notarili di Avellino, B.223, fasc.7993; in seguito cfr.B.227-228, anni 1706/1714, notai di Apice, notaio Onofrio Pappone. Cfr. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7894, anno 1797, f.105; ivi, Busta 7351, fascicolo 7894; ivi, B.7377, fasc.8491, notaio Pasquale Leo fu Donato di Torrioni, anno 1821, f.63 et altri. L’atto del Duca Sambiasi e arciprete Majatico è il n.30 al f.14. Cfr. ASAV, Notai Avellino, notaio Girolamo Pappone di Apice, Busta 227, anni 1750-52; Ivi, busta 1761, Notai di Pietrelcina, f.51v.
60. ASAV, Fondo Notai di Avellino, Busta 226, Notaio Onofrio Pappone di Anno 1723.
61. ASAV, Fondo Notai di Avellino, Busta 226, f.7, Notaio Onofrio Pappone di Anno 1737.
62. ASAV, Notai di Avellino, I versamento, notaio Giordano Gaita di Monte Fusco, B.3703, f.165, anno 1674/1675.Parlando di Pietrastornina si accenna della Masseria di Lairella, il Piesco della Torricella, fabbrica fossa della neve, chiesa S.Maria de Juso (sic!). Nel 1721 si parla del Principe di Sulmona per l’affitto del corpo della Bagliva del feudo di Pietrastornina (f.27) ad opera del suo tutore Marcello Lottiero. Si cita Mastro Aniello de Martino abitante al Largo col Piesco arroccato ad esso, cioé sopra il Largo della Piazza Pubblica che confina con il ciesco dell’Elece.
63. ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Apice, anno 1742. Per la dote di Altavilla Irpina v. ASAV, Notai di Avellino, Altavilla, Busta 7718, fascicolo anno 1576. Per l’esempio col feudatario di Casalbore, v. notaio Busta 4999, fascicolo 16388, f.146, datato 23 marzo, alla 15esima indizione, nel 1587, in Napoli. Per il matrimonio di Benevento, v.Busta 4999, fascio 16388, f.184, anno 1587.
64. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3226, Regio Notaio Antonio Zigarelli del Casale di Valle, anno 1789.
65. ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Pietrastornina, Notaio Ragucci, Busta 5200, pag.298.
66. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3219, Notaio Rossi di Mercogliano, anno 1785.
67. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3257, Notaio Salvatore Jacenda o Jacenna di Mercogliano, anno 1789.
68. ASAV, Notai di Avellino, Busta 7372, fascio 6679, Notaio Pasquale Leo di Torrioni, anno 1798.
69. ASAV, Notai di Avellino, notaio Carlo Ciampi di Santa Paolina, anno 1740, riguardante l’impegno di matrimonio. Per l’atto sui territori v.ASAV, Notai di Avellino, Notaio Carlo Ciampi di Santa Paolina, B.5972, fascio relativo all’anno 1739, inserto al f.216.
70. ASAV, Protocolli Notarili di Avellino, Vol.7379, Busta 4050, f.64. Atti del Notaio Pasquale Leo fu Donato di Torrioni, anno 1831.
71. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7873, anno 1795, fascicolo 1842, anno 1842, atto n.42.
72. ASAV, Notai di Avellino, Pasquale Leo notaio in Torrioni, Busta 7371, fascicolo 7894, anno 1796; fascicolo 3562, anno 1841, il matrimonio è al f.22.
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