3.CRIMINE E POTERE NEL TARDO MEDIOEVO. Trenta curiosi casi nazionali dell’avvocato Maranta da Venosa 1476-1535

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MARANTA PERSONAGGIO MODERNISSIMO

Nelle manifestazioni dedicate ai libri, siano essi saloni fiere o meeting, si fanno intervenire personaggi famosi e autori noti, che discutono in pubblico di argomenti attinenti alla lettura e alle materie da essi trattati nelle loro opere.
L’interesse per la lettura da parte di un pubblico vasto non deriva soltanto dall’importanza che alcuni argomenti possono avere, ma anche dal modo come vengono presentati.
Le narrazioni di natura storiografica sono, in genere, considerate appannaggio degli specialisti o dei cultori di patrie storie. Il problema che mi affascina da sempre è come portare il racconto storico ad un pubblico sempre più vasto, e non esclusivamente a chi si interessa per motivi professionali o per personale passione della storia.
La narrazione, la ricostruzione di fatti storici può risultare accattivante e interessante quando si portano anche all’attenzione del lettore non specialista i personaggi e gli eventi come se fossero davanti ai nostri occhi. Un poco come avviene per i film, che parlano attraverso le immagini a tutti gli spettatori, senza distinzione di età, di cultura e di sesso.
Nel nostro tempo in cui spesso e volentieri l’ideale si trasforma pericolosamente in ideologia, che si fa violenta contro la tradizione e la storia in ossequio al pensiero unico e a chi lo impersona, il lavoro storiografico ci dice che non si può rinunciare agli ideali, che hanno fatto e fanno la storia; e ci conferma nella convinzione che ogni ricostruzione storica, che cerca onestamente e con la necessaria competenza la verità, è aperta ad interpretazioni diverse.
Il senso dell’eredità del passato è nella consapevolezza che il tempo non è mai perduto.
Non domandare: come mai i tempi antichi erano migliori del presente? poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza.*

V. I.

INDICE

Nota introduttiva di Donato Bellasalma
Premessa dell’autore
Prologo: Vita quotidiana nei ‘Consilia’

trenta curiosi casi dell’avvocato maranta

capitolo i
i consilia dettati dall’esperienza
e la guerra di lautrec a melfi

1.
de bono accavallo, l’EMIGRATO
Conslium XXVI
2.
i panni DI LANA rivendicati a venosa
Consilium XXVII
3.
la via del trappeto di donato
Consilium XXXVI
4.
aiutare L’AGGREDITO non è reato
Consilium CXXII
5.
Furto di capre e testimone minorenne
Consilium XII
6.
i greci accusati di omicidio a LAVELLO
Consilium XVIII
7.
IL «Non ti pago!» deL GIUDICE DI MOLFETTA
Consilium XXXIV
8.
Lavello contro l’esattore DELLE TASSE
Consilium CVI
9.
giudice di MELFI: rissa col morto
Consilium CXXVII
10.
CAVALLO DI MARSICO COMPRATO A CAPOSELE
Consilium CXXIX
11.
VICO GARGANO: suicidi, colpa della città
Consilium CXXXV
12.
Il padrone DI VENOSA colpevole per il cane
Consilium CXXXVI
13.
IL SINDACO: MELFI paga la svalutazione
Consilium CXXXVIII
14.
incendio di casa, paga il comune di MOLFETTA
Consilium CXLV
15.
VICARIO denuncia:Accoltellato IL fratE
Consilium CXLVII
16.
A BARLETTA il canone non si paga
Consilium CXLVIII
17.
LAdote CALCOLATA IN SALME DI OLIO
Consilium CXXXIX
18.
PREZZO del frumento come in borsa
Consilium CXXVIII
19.
GRAGNUOLA suLLA casa del Capitano
Consilium CXXI
20.
Diritto di sepolturA A Lacedonia
Consilium C
21.
prestito all’ebreo venosino: COME BANCA
Consilium IX
22.
VENOSA, fallisce l’azienda del frumentoprestito
Consilium IX

capitolo ii
Come risolvere le liti:
I Consigli di Roberto Maranta
1.
Il Consilium Sapientis giudiciale
Conslium XXVII
2.
Andriana, la nipote, può ereditare?
Conslium XXVII
3.
diritto longobardo, come un fiume carsico
4.
Il pelo del cavallo
Conslium cxxix
5.
Confutazione filosofica, dei testimoni
6.
Adulterio familiare
Conslium cxi
LEGES IN ANGLIA CONDITAE
XLVII. Dell’adulterio
XLVIII. Degli incestuosi
XLIX. Di chi viola una vedova
7.
Adulterio con delitto
Conslium xvi
8.
Rosella la testimone
9.
Quando si può uccidere l’adultero
10.
Come far fuori l’adultero
11.
Le colpe del cane ricadono sul padrone?
Conslium cxxxvi

capitolo iii
Gli immigrati sono cittadini a pieno titolo?

capitolo iv
INTERVISTA IMPOSSIBILE ALL’AVVOCATO

1. COME nacque il dirittO?
2. L’invenzione dei pronomi possessivi
3. Il reato dell’usura
4. I beni feudali
5. Avvocati e poeti
6. Il vizio di forma: l’abito fa il monaco?

capitolo v
Il vero giudice

capitolo vi
CRONACA DI UN adulterio
1. consilium CXLIV
2. CONSILIUM CXVII
3. CONSILIUM XVI

APPENDICE I
ROBERTO MARANTA DA VENOSA:
STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
Girolamo Tiraboschi

APPENDICE II
BARTOLOMEO MARANTA DA VENOSA:
STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
Girolamo Tiraboschi

APPENDICE III
il fratello del vescovo
ORIGINARIO DI TRAMONTI
Enrico Bacco

NOTE BIBLIOGRAFICHE
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
PROFILO BIOGRAFICO DELL’AUTORE

Description

LA STORIA DEL DIRITTO NEL REGNO DI NAPOLI


NOTA INTRODUTTIVA di Donato Bellasalma*

La terza parte della saga dei Diritti e Delitti nel Cinquecento nella Lucania di Roberto Maranta, è tradotta e raccontata in maniera mirabile dal Prof. Virgilio Iandiorio ed è un punto rilevante nel suo lavoro intenso e ricco di spunti di ricerca.
Storie di crimini e misfatti che descrivono una spaccato della società e dell’amministrazione della giustizia di quei tempi.
Ogni capitolo racconta un punto di vista sul mondo, è dedicato a un tema diverso ed è coniugato con il racconto di episodi, aneddoti ed esperienze di carattere giuridico. Una sorta di biografia spezzettata di Roberto Maranta che non segue un arco temporale lineare, ma racconta episodi della vita e della società di quel tempo.
Il giurista, nato a Venosa nella seconda metà sec. XV, si affermò nell’ambito della corrente cosiddetta dei “pratici”; insegnò diritto nello Studio salernitano e operò anche in Sicilia. Tra le sue opere pubblicate postume, la più importante è il Tractatus de ordine iudiciarum sive Speculum aureum (1540). Altre opere: Consilia seu responsa (1591), Singularia et iuris notabilia (1616).
Vicende raccontate in ordine cronologico, che accompagnano il lettore dalle atmosfere del passato antico con casi noti e meno noti della cronaca del Cinquecento: grandi e piccoli episodi criminali. Brevi saggi dedicati a temi di un Cinquecento «minore» indagato attraverso fonti agiografiche, letterarie e iconografiche.
Ne emerge un mondo in cui realtà e immaginario, sacro e profano, consueto e straordinario, dramma e leggerezza si integrano non senza ironia e con ingenuità solo apparente, a veicolare contenuti e insegnamenti mai superficiali: un Cinquecento inaspettato e affascinante.
I Consilia di Roberto Maranta sono il focus di questo libro; tutto ruota intorno a essi. Nel testo si spiega, in maniera semplice e a grandi linee, come era disciplinato l’ordinamento e il pensiero giuridico dell’epoca.
Un messaggio, che come racconta il Prof.Virgilio Iandiorio va comunicato al grande pubblico e non solo agli operatori del diritto o addetti ai lavori. Auspico, infine, che l’azione dell’autore e dell’editore Arturo Bascetta possa proseguire nel futuro al fine di valorizzare e promuovere ulteriormente la figura e le risorse umane e intellettuali dei giuristi dell’epoca, e in particolare di Roberto Maranta.
Donato Bellasalma*

*Avvocato, Presidente Associazione Forense «Roberto Maranta»

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Editorial Review

La vita quotidiana scaturita dai consilia

 

PROLOGO

 

Quanto più leggi i “Consilia” di Roberto Maranta più trovi in essi delle cose nuove, cioè personaggi, episodi, fatti che ti presentano aspetti della vita di tutti i santi giorni, che probabilmente non troveresti in altri autori o in altra documentazione.
Il bello degli autori giurisperiti è proprio questo: ti mettono davanti uno scorcio di vita, portandolo all’attenzione non solo dei tribunali, ma del “pubblico”.
E sono riferimenti di prima mano a fatti e personaggi di una determinata città, portati da testimoni che hanno visto con i loro occhi azioni delittuose o le hanno sentite con le loro orecchie da altri riferite. Testimonianze che sono prodotte o per liberare un imputato da una colpa o per accusare qualcuno di un reato commesso.
Le dispute in genere riguardano la proprietà di beni di privati, in particolare quelle derivanti da eredità.
Quelli che hanno fatto ricorso alla sentenza del giudice per dirimere le loro controversie non appartengono alla nobiltà feudale, ma sono cittadini proprietari di appezzamenti di terreni, artigiani, notai o che assolvono una qualche funzione pubblica nell’amministrazione dei paesi o città di appartenenza.
Naturalmente, di ogni Consilium esaminato viene data la traduzione delle parti salienti. Roberto Maranta come tanti uomini di cultura del suo tempo, scriveva in un latino molto accessibile anche a persone, che avessero poca dimestichezza con la lingua di Cicerone.
Abbondano nelle sue “risposte” i riferimenti ai giurisperiti italiani più famosi del suo tempo e di quelli precedenti, utili per corroborare le sue tesi con l’autorevolezza di periti giuridici di comprovata esperienza, citando i passi delle loro opere con l’acribia di un filologo. Parliamo di Bartolo da Sassoferrato, Baldo degli Ubaldi, Alessandro d’Alessandro (o Alessandri), Cipolla (Caepolla) Bartolomeo, Angelo Rizzo, Luca di Penne; ma numerosi sono i riferimenti alla legislazione (Constitutiones) del Regno di Napoli.
Per non essere prolisso, riferisco qual è il mio intento con le parole di un autore del XVII secolo:

Amico Lettore,
Spero che questa selva di varie lettione sacra e morale, che ti presento, non sia per dispiacerti. Ella contiene historie curiose, e questioni amene, e riti antichi di varie sorti. Leggendo in diversi Autori m’è cresciuta fra lei mani, mentre andava notando quelle cose che mi pareva potessero servire per materia di conversatione grave, gioconda, e profittevole.
So che la varietà ricrea, e non lascia che facilmente si stanchi la mente di chi legge, conforme a quello che dice Quintiliano: Reficit animos Varietas: e Plutarco, vbique vnius tenoris cantilena Satietetem affert, et offendit, che però non sarà rincrescevole, come mi dò a credere, questo libro, che da una materia passa ad un’altra, né serva altr’ordine, che di procedere senza obligatione d’ordine...
É ben vero che alcune narrationi più prolisse l’ho ristrette, e ridotte in breve, senza pregiuditio però della verità, e della sostanza delle cose; e in alcuni dubij, e questioni, oltre l’haver fatto il medesimo, ho anco procurato di dar loro forma migliore, e renderle più chiare, e distinte; in molti luoghi ho aggiunto quello che mi occorreva del mio, usando in questa scrittura non solo la fatica di Collettore, ma insieme la libertà d’Autore…
Hor questa qualità di passare da una materia ad un’altra, con tutto che convenga, come ho detto, a questo mio libro; esso però non è tale, che possa degnamente portare in fronte così honorato, e specioso titolo, come quello di «consilia sive responsa».*

*. G.Stefano Menochio, Delle Stuore, Roma 1653, parte i, ii edizione