Editorial Review
Il notaio De Vivo fra Sanseverino e Montefusco
In origine, buona parte della provincia di Avellino era unita a quella di Salerno fino al fiume Calore, come testimoniano le pergamene di Cava, avendo il suo ultimo polo salernitano in Montefusco.
C’è da dire che i primi atti notarili consultabili, quelli ancora conservati nell’Archivio di Stato di Avellino e in quello di Salerno, provengono da rogiti di notai ignoti che appaiono di stanza fra Sanseverino e Montefusco.
Uno di questi notai è Ambrogium de Vivo di Santo Severino. Nell’anno 1506, questi, col giudice al seguito, è a Pastorano, entro il confine cittadino di Salerno, proprio fuori le mura di Sanctj Severini; come pure l’anno dopo, apud fora casali Pandula, sempre a Sanseverino.
Nei primi anni del 1500, quindi, fuori S.Severino, comincia Pastorano che, negli anni a venire, tornerà ad essere un luogo di Salerno città; ma è dubbio che si tratti di un Casale di S.Severino, mentre è territorio sanseverinese proprio Casale Pandola. Siamo ai tempi di Ferdinando Re de Aragonia e delle due Sicilie, dal 1501, quando l’anno comincia nel giorno della natività del 25 dicembre anche in Terra S.Severino.
A Natale del 1510 è poi lo stesso notaio a far notare un cambiamento. Nel fascio attesta il nuovo rogito scritto sub anno a nativitatis dominj 1510, regnante ….catolici... Ferdinando de Aragonia dei grazia rege haragonum et utriusque Sicilia, citra et ultra farum. Regno vero ej hujus regni sicilia citra farum anno octavo feliciter amen. Dominici quoque in dicta terra Sancti Severini. In questi anni il Geronimo de Vivo, scrive apud Terra Prata, Terra Prato alias Prata…. Poi Terre Serini e poi Santi Severini. Sempre a Sanseverino abitano il notaio Ambrogio de Vivo, e il figlio Geronimo, ancora sotto Carlo V dal 1515. Ma è un errore considerare i de Vivo come notai solo di Terra S.Severino perché, fra 1518 e 1529, Don Girolamo compare sia fra Terra Prata che fra Terre Serini, come pure sopra Prata o fuori Serino, in quanto, come da atto legibilissimo: Nos Ambrosino de Vivo di santo severino judex ad contractus et litteram Jeronimus di Vivo de eadem Terra Sancti Severini publicis in Regno Sicilie. Altro fascicolo dell’anno 1516, leggibilissimo, è apud forum Serini. Nos Ambrosino de Vivo di santo severino judex ad contractus et litteram Jeronimus di Vivo de eadem Terra Sancti Severini publicis in regno sicilie. E’ sempre il notaio Ambrogio de Vivo che scrive. Mentre nell’anno 1530 sarà il figlio notaio Geronimo de Vivo de Santo Severino, quando ormai siamo sotto il Regno di Carlo V da 15 anni, cioè a far data dal 1515.
In realtà questi notai De Vivo sembrano circoscritti a Serino, ma a far data dal 1538 non mancano certo i documenti su Montefusco dove scrive un notaio anonimo ‘itinerante’ in quanto i suoi atti vengono redatti anche a Sanseverino.1
Fatto è che il ricordo dell’antica Piazza, quella del centro storico di Montefusco detta del Seggio di San Matteo, cominciò via via a diradarsi. Fu così che il sedile salernitano fece spazio ai nuovi coloni beneventani che pian piano spazzarono via il culto del santo del Principato Citra, testimone secolare dell’appartenenza di quei territori all’abbazia di Cava di Salerno, lasciandone un tiepido ricordo nel catasto onciario, proprio sul fiume Calore, confine naturale della divisione in due Principati...
Questo notaio De Vivo, che dovrebbe essere un De Vivo di Sanseverino, però non sta mai fermo e spazia in tutti quegli anni quasi esclusivamente fra Sanseverino e Montefusco, e loro casali. Nel decennio del 1540 si sofferma proprio fra i Casali della Terra di Sanseverino, specie a Casale Pàndula oltre che a Casali Lancusiorij, finchè non lo ribecchiamo a Casale Sannazaro che, senza dubbio, è la frazione di Montefusco per una quietacio facta per Bartolomeus Soricellum Hettorj Balletta di Casali sancti Nazarj il 25 settembre 1542 quando fu redatto in Terra Montefuscoli alla presenza del giudice annuale, tal Terencio Sansolino. Ettor Balletta è l’agente per parte di Bartolomeo Soricello, personaggio che abbiamo già incontrato. Un altro atto è pro nobili Guerra di Sarno ed Angela Guidi, figlia relitta di Giacomo Bartolotti della Terra di Montefuscoli, presente il tutore di Rizzardus Palumbo di Tramonti, e tutore di Jois Felicis Lauria, e la figlia Cassandra. I Soricello si stanno ramificando bene. A fine decennio si riparla di molti di loro, dei creditori Careto e Fabrizio Suricello de Casali S.ti Nazarj Terra Montefuscoli, davanti al giudice, il nobile Giovanni Angelo Florito. Firma l’atto Licio Tommaso Soricello.16
Fra il 1548 e 1549 il notaio si divide sempre fra Sanseverino e Montefuscolo anche per atti usuali come quelli di uno sposalizio per cui prepara i Capituli matrimoniali in cui compaiono i nomi di Marcantonio Villano e Filippo Villano suo figlio legittimo a naturale, cittadini napolitani, (cancellato de la Terra di Santo Severino) per il matrimonio con la magnifica Agata de Palma figlia del magnifico Prospero de Palma de civitatis Nole. Ma imperversano anche i Cutillo con Giovanni Cutillo in un atto con Barbato e Rizzardo de Turrj, riferito al 3 agosto 1549 in terra Montefuscoli, quando il judice è l’egregio Francesco Cutillo e compare anche il Magnifico Soce Cutillus.17
Il notaio però va avanti e indietro e quindi si ritrova nuovamente fra i Casali Galdo e altri, fuori le mura di Sanseverino: Antonino Groppolo et Mayoro, già dal 26 giugno 1548 erano invece sicuramente della Terre Sanctj Severini principalibus pro giudice Hardo Antonio Fuscoli (f.85). Nello stesso anno, fuori le mura, cioè in foro Terra Sancti Severini il juduce Mario Mercualdo fu chiamato per donazione di Nicola Antoni..nj alla moglie magnifica Vittoria Villane. Si nomina in un atto appena precedente anche Casali Platee Galdi pro rinermiarum Terre Santi Severini et pro fu quondam aula superiore existente in hispizio domorum dy magnifici Nicolaj Amj presso strada pubblica Paduani et Mola. Un atto pro nobili è quello redatto in Sanseverino nel 1549, fra Guerra di Sarno ed Angela Guidi, figlia relitta di Giacomo Bartolotti della Terra di Montefuscoli, Jois Felicis Lauria tutore della figlia Cassandra e di Rizzardus Palumbo di Tramonti.18
Il 13 gennaio 1550 il notaio attesta invece che il giudice annuario, cioè annali giudice Bartolomeo Casacca, incontra Angelo de Adorisio che fa le veci di Vinicio de Adorisio di Terra Montefuscoli. Segue una creditoria pro Bartolomeo et Fabricio Suricello de Casali Santci Nazary pertinenciarij terra Montefuscoli, che ci ricorda come S.NAzaro fosse frazione di Montefusco, ed altri atti, fra cui quello fra Angelo Sarnese e Joe’ Sarolo Pernice.19
Il 25 febbraio 1550, due sorelle, spose di due fratelli, tutti di Montefusco, sono chiamate per dei chiarimenti davanti all’annali giudice Joe’ Angelo Florito eiusdem Terre. Si tratta di Ippolita e Silvia Moscarelle, in nome e pro Vincenzo e Angeli de Adorisio di Montefuscolo: Yppolita Moscarella di Terra Montefuscoli (onesta moglie di Vincenzo Adorisio, uxor honorabilis Vincenzo), e la sorella Silvia Moscarella (eus soror uxor) moglie del fratello honorabilis Angeli de Adorisio che parla a suo nome (frate eiusdem Vincenzo agente).
Le due donne asseriscono che Angelo Adorisio possiede una casa palazziata, una domorum, consistente in diversi e piu membri superiori e inferiori, ed un cortile con orto contiguo, sito e posito in essa Terra Montefuscoli, per la precisione in Parrocchia Santa Maria, supram via publica e vicino ai beni di Marcantonio di Radaco, Antonio Peselle e Marco Savino.20
Nello stesso mese di febbraio 1550 il notaio se ne torna a Sanseverino per un atto riguardante Antonello de Ascolisio del Casali Carbunj, appunto pertinenziario di Terra Sanseverino, cioè sua frazione. Seguono altri atti pro Nobili Bartolomeo de Torj e (anno 1550 in Terra Montefuscoli sotto il giudice annuale Joe’ Angelo Florito) e proAngelo Antonio de Morante. Il 5 settembre 1550 è il nome di Marino Pepe di Casale San Nazaro a comparire in un atto pro nobilis del notaio ignoto, in riferimento ai nobili Argenta de Palma, Garofano di Colella e figli, Nardone de Colella. E’ presenta Donna Anoly de Colella, moglie di Marcantonio Sarrius, come sottoscrivono il testo, Antonio Sorja de Gesualdo, Bartolomeo Cutillus, Jo’ Antonio Imparato de Mayoro.21
Singolare la dote fatta per Pascuale de Pascuccio il 5 dicembre 1550 ad opera di Marino Pepe del Casale di San Nazaro per donazione a Pasquale Pascuccio, alla presenza di Francesco Vulpicelli per un matrimonio. L’atto è sottoscritto da Matteo Cutillo, Spinello de Adinora, Joe Petro de Criscenza, Giovannangelo Florito, Evangelista Colonia ed è quietanzato dagli interessati, cioè Marino Pepe e Pasquale de Pascuccio. Segue un altro atto di Marino Pepe del Casale San Nazaro che precede quelli pro nobili Argenta de Palma, Garofano di Colella e figli, Nardon de Colella. V’è anche una Anoly de Colella moglie di Marcantonio Sarrius, nell’atto firmato da Antonio Sorja de Gesualdo, Bartolomeo Cutillus, Jo’ Antonio Imparato de Mayoro. Il che fa presupporre che questo ramo dei cognomi Garofalo e Nardone fossero in origine dei nomi di appartenenti alla casata de ‘de Colella’. Il 23 maggio 1551, in Terra Montefuscoli, tornano i Soricelli con Mariella Suricella del Casale Sanctj Nazarij prorimencia terra Montefuscoli, presenti Antonio e Virgilio Jarusso sujviri et magni ominis.22
Natale Anno 1556
Della Natività del Signor
Nell’apparir del Sempiterno sole
ch’à mezza notte più risale intorno
c’albor paria di mezzogiorno
Gloria contorno gl’angioli del cielo
tuttintorno udir celesti accenti
pastori, che guardavano gl’armenti.....
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