Pirro de Baucio. Pirro del Balzo. Maria Donata Orsini

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Copertina posteriore

Donna Antonia sposa del Gonzaga di Sabbioneta, figlia di Pirro e della bella Donna Donata Orsini

Le figlie del Principe di Taranto e duce di Venosa, Gabriele Orsino detto Romanello sposo di Giovannetta Caracciolo fu Giovanni gran Siniscalco, risultano essere due.
Così Contarini: — Gabriele hebbe due figliuole, Ramondina moglie di Roberto Sanseverino Principe di Salerno, e Maria Donata moglie di Pirro del Balzo primogenito del Duca d’Andri.
Pirro, primogenito di Francesco e Sancia Chiaromonte, sposò la cugina della madre e della regina, Maria Donata Orsini dei del Balzo (1431-1485) figlia di Gabriele, fratello della nonna materna ucciso nel 1453 fuori Costantinopoli, e Giovannetta Caracciolo.
Donna Donata fu impalmata intorno al 1452, prima che divenisse orfana a 22 anni, perché fu duchessa ereditiera della ducea di Venosa e delle contee di Montecavoso e di Caserta, alla morte del padre Gabriele, rimasto senza eredi maschi, dote andata dritto al marito.
Tanti i titoli nobiliari della Duchessa di Venosa, Nobile Romana, Signora di Flumeri, Lavello, Laurenzana, Castelbellotto, Montemilone, Acerra, Città di Vico, Trentola, Capodirisio, Carise, Castello, San Niccolò, San Sozzo, Vallata, Guardia Lombarda, Porcarino, la Rocchetta, Sant’Antonio, Carbonara, Accadia, Montacuto, Minervino, Lauriano, Ruvo e Caprignano.
Morto il padre nel 1453, con il regio assenso del 1454 portò quindi in dote a Pirro tutto il suo stato che comprese Acerra, Guardialombarda, Lacedonia, Lavello, Venosa con il titolo di duca, Ruvo, Carpignano, Galatone, Minervino e Montescaglioso.
Donata ebbe una sola sorella, Ramondina Orsini, andata in sposa al futuro Principe Sanseverino di Salerno, allorquando Taranto andò allo zio Antonio.
Acquisita la dote, subito dopo il matrimonio, e divenuto anche Duce di Venosa, Pirro si trasferì nella città della moglie Maria Donata, mettendo mano al feudo della Rocca dei gonfalonieri papalini che era stato degli Orsini dei Del Balzo di Gabriele, anzi già del padre Raimondello, quando fu fatto Dux da Papa Urbano VI prigioniero a Nocera.
A Venosa, lasciata la Rocca degli Orsini, costruì la nuova cattedrale.
Così la scritta: — Baucius hanc Pyrrhus illustris dux venusinus ecclesiam propriis muneribus aedificavit.
Ma nessuno della famiglia vi trovò riposo. Nemmeno sua moglie che morirà nel 1485 in tempo di Congiura e verrà seppellita fuori le mura della città, sulla via di Melfi. E solo in un secondo momento fu fatto costruire il monumento nella cripta del duomo, voluto dalla Regina Isabella.
Pirro affidò l’amministrazione del feudo dotale di Montescaglioso al suo procuratore de Cappellanio, patrizio venusino.
Così il cantore: — Fu quisto Pirro uno signor benigno, magnanimo, animoso e liberale; lo suo tempo non ebbe par el Regno, prudente, circumspetto, in cor regale. Videndol Re Ferrante in virtù degno, de Altamura lo fe’ Princepe; e fo tale, che fe’ molti baron de la sua casa, che in terra gloria assai gliene è remasa.
Pirro, che Princepe de Altamura gli era, Maria Donata él ebbe per sua sposa, de Gabriel Ursino figlia vera, lo qual fo digno Duca de Venosa.
Dice Campanile: – Et indi nell’anno 1482, hauendosi come primogenita di Gabriello Duca di Venosa, succedette anch’egli al Ducato di Venosa.
Altra figlia di Pirro fu Antonia, che sposerà il fratello del marchese di Mantova, Gianfrancesco, ovvero Giovan Francesco Gonzaga «signor di Sabbioneta», come aggiunge Campanile.
Figlio secondogenito di Ludovico III Gonzaga e di Barbara di Brandeburgo, fu il primo conte di Sabbioneta, dal 1479 al 1496, dando origine al ramo dei Gonzaga di Sabbioneta, con le felici nozze di Antonia, la quale, il 17 luglio 1479, con una dote di 8.000 ducati, lo sposò in pompa magna. Gianfrancesco Gonzaga fu capostipite del ramo cadetto dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo.
Dal matrimonio con Antonia nacquero dieci figli legittimi: – Ludovico (1480-1540), succeduto al padre e sposo di Francesca Fieschi, dalla quale avrà undici figli; – Barbara (1482-1558), sposa di Gianfrancesco Sanseverino, conte di Caiazzo; – Federico (1483-1527), sposo di Giovanna Orsini da cui ebbe il figlio Carlo; – Dorotea (1485-1538), sposa Gian Francesco Acquaviva, marchese di Bitonto; – Susanna (1485-1549), sposa di Pietro di Cardona, conte di Collesano; – Camilla (1488-1529), sposa di Alfonso Granai Castriota, marchese di Atripalda; – Eleonora (1488-1512), che sposò Cristoforo di Weldenberg-Heiligenberg, condottiero imperiale; – Pirro (1490-1529), sposo di Camilla Bentivoglio, figlia di Giovanni II Bentivoglio, da cui ebbe sette figli; – Antonia (1493-1540), sposa Alfonso Visconti, signore di Saliceto; – Gianfrancesco jr. (1493-1500).
Antonia, nonostante i due figli spuri del marito, gli fu sempre fedele e risiedette tra il castello di Bozzolo e il palazzo di Mantova.
Nel 1501 si trasferì a Gazzuolo, circondata da artisti del calibro di Andrea Mantegna e Francesco Bonsignori, e da letterati come Mario Equicola e Matteo Bandello.
Alla morte del marito, con testamento del 25 agosto 1497, ebbe 1.000 ducati, che investì nella corte, da cui ebbe anche un famoso ritratto. Morì nel 1538 e venne sepolta nell’Oratorio di San Pietro di Belforte, a Gazzuolo, presso Mantova.

Description

Genitori di Andria e Copertino, zio di Salerno

Pierre del Balzo detto Pirro, italianizzato in Pietro, fu principe ereditario di Squillace, feudo materno, ma venne anche ricordato come IV duca alla morte del padre Francesco III duca de Andri, a sua volta primogenito ereditario del II duca Guglielmo fu Francesco I, che portò alla divisione dei beni dal fratello Angilberto.
Pirro, Roberto e Angilberto erano nati da Francesco dei de’ Baucio di Andria, appunto, e dalla duchessa Sancia dei Clermont di Copertino, sorella della bellissima Isabella Regina di Napoli, e figlia del fu cavalier Tristano, de’ Clermont di Lecce. Aver avuto un nonno materno come Tristiano, purosangue della maison francese, era motivo di vanto per il giovane, che si ritrovava il peso dell’eredità materna. Ma fu soprattutto il cognome provenzale «de Baucio» poi a renderlo tristemente famoso, potente e vittima della corona aragonese di Napoli.
Dal bisnonno Francesco I duca del Balzo erano nati Giacomo Imperatore d’Oriente e Principe di Taranto, la Regina Antonia di Trinacria, Guglielmo, Bianchina e Margherita.
Guglielmo, adottato Ramondo di Salerno fu Pirro Orsini di Nola come fratello, ebbe per figli Roberto e Francesco, padre di Pirro.
Tutti i figli di Francesco e Sancia dopo il 1426 furono: Jacopo, Pirro, Caterina, Antonia, Anghilberto, duca di Nardò, e probabilmente Baldassare protonotario di Montescaglioso.
Secondo alcuni Pirro nacque nel 1427, secono altri nel 1444. Certo è che Pirro fu un giovane valoroso, che ben si distinse nelle armi, spesso al fianco del Re, lo zio acquisito Ferrante I d’Aragona, sposo della zia Isabella, sorella della fu madre Sancia. Aveva appena una quindicina d’anni quando salì al trono, vivendo un nuovo dolore nel 1465, alla morte della Regina, che per lui era una seconda madre.
Ramondo di Salerno zio adottivo di Pirro del Balzo, fu figlio a Pirro Orsini Conte di Nola e Signore di la Tripalda e di Monforte. Guglielmo del Balzo lo volle adottare in cambio di Soleto che diede al padre Pirro Orsini fu Roberto di Nola e Pitigliano. Ramondo vivendo il padre, fù adottato in figliuolo da Guglielmo del Balso conte d’Andri, il quale per l’adottione gli diede il Contado di Soleto, e la Baronia di Flumeri. Ma non è lo stesso Raimondello al quale Carlo 3 poi gli donò per moglie Maria figluola di Giovanni d’Enghiemo, e di Santia del Balso col Contado di Lecce in dote.
I d’Enghien erano ugualmente già imparentati ma per il tramite della zia. Margherita del Balzo (1394 – 1469) era andata sposa a Pietro I di Saint Pol del Lussemburgo, dalla quale nacque una sfilza di cugini del padre di Pirro, fra cui Luigi, conte de Saint-Pol, di Brienne, di Ligny, di Guisa e di Conversano.
Nacquero così una sequela di Principi, frutto dell’amore, sistemate fra Taranto, Lecce, Copertino e Venosa. Anche perché Raimondello del Balzo Orsini sposo di Maria d’Enghienne ebbe tre figlie femmine e due maschi: – Maria Caterina del Balzo, moglie di Tristano conte di Copertino, nonna di Pirro del Balzo perché madre della Regina Isabella Clermont e di Sancia di Lecce sposa del padre Francesco; -l’altra che sposò Giosa Acquaviva Duca d’Atri; – Isotta del Balzo, fu moglie di de Guevara, gran Siniscalco, conte di Apice e Potenza; – Antonio Principe di Taranto sposo di Anna Colonna fu Giordano; – Gabriele detto Romanello.
Sposa del Principe di Salerno Ramondo Orsini fu Pirro era invece Maria del Balzo, che gli fece avere in dono da Gugliemo la contea di Soleto. Dopo Isabella Caracciolo ed Eleonora d’Aragona, Maria del Balzo fu la terza sposa del Principe Raimondo (fu Pirro) Orsini di Salerno, signore di Amalfi, Nola, Sarno, Atripalda. Ramondo Principe di Salerno, e Duca d’Amalfi, marito di una cugina di Ferdinando Re di Napoli, e poi di Maria del Balzo, hebbe questo Ramondo molti figliuoli, detti Orsini dal Sansovini, Giordano Conte dell’Atripalda, Daniele Conte di Saro, e Felice Principe di Salerno, Conte di Nola, e marito di Maria figliuola naturale di Ferdinando I Re di Napoli. Hebbe anche cinque figliuole, di cui due legittime….

Recensioni

1 review for Pirro de Baucio. Pirro del Balzo. Maria Donata Orsini

  1. Valutato 5 su 5

    Arturo Bascetta

    Un testo fondamentale per l’albero genealogico…

    Pirro divenne padre prima del 1462, quando Donata Orsini diede alla luce Isotta, alla quale seguì Antonia.
    Grazie ai ricchi particolari contenuti ne Lo Balzino, poema del cortigiano Rogieri de Pacientia de Nerito (volgarizzato in Ruggiero di Pacienzia da Nardò) cui si riferiscono i versi, è possibile ricostruire contesto e periodo storico.6
    Pierre e Maria ebbero infatti una discreta figliolanza e la prima fu Isotta, presa in moglie dal siniscalco de Guevara.
    Ben «quattro i figliuole, delle quali la prima chiamata Gisotta Ginefra fu moglie di Pietro di Guevara, Marchese del Vasto, e gran Senescalco del Regno, la qual per honestà, religione, e prudenza fu estimata donna molto singolare. Sostenne costei con gran patienza la privation di tanti stati, e titoli, i quai l’eran venuti per heredità di suo padre, e questo per la ribellion del Marchese suo marito.
    Finalmente morendo in Napoli nell’anno 153o, fu sepellita in una particular cappella nella chiesa di santa Chiara», scrisse il Campanile, «ove si vede la sua effigie scolpita in marmo».

    L’epitaffio in s.Chiara:

    Isotta Baucia Pirro Baucio Altemure Principe,
    ac Maria, Ursina parentibus incliti genita
    Petri Guevare Magni Regni huius Seneschalchi uxor
    prisca matronarum virtute ornatissima mortale sui dimidium sacello in hoc aiuto deponendum vivens curavit coelestem ad patriam spe summa, e fide ducibus migratura. Quid non aevi, longiqua vetustas fortuna obsequente mutat?
    Principatus ad alienos fors transtulit domina titulos servavit inanes. At foemina Princeps licet tot claris orbata
    e titulis, e fortunis,bona tamen animi sanctisima secum retinuit.
    vixit annis 70, anno theogonie 1530. ..
    La zia partena di Pirro, Margherita, aveva sposato Pietro I di Lussemburgo-Saint Pol (1390 – Rambures, 1433) fu conte di Saint-Pol, di Brienne, di Ligny e di Conversano dal 1430 al 1433, generando Luigi, conte de Saint-Pol, di Brienne, di Ligny, di Guisa e di Conversano, allevato dallo zio Giovanni II, il quale fu decapitato. Luigi appare il probabile sposo della figlia di Pirro, perché gli zii acquisiti Pietro e Giovanni II, erano figli a Giovanni I, conte di Saint-Pol, signore di Beauvoir, e di Margherita d’Enghien, contessa di Brienne e di Conversano, e quindi sarebbero troppo vecchi.
    Solo che Luigi fu conte, mentre il nostro un ‘semplice’ monsignore, monsieur, cioè nobile signore anche se della medesima casa del Lussemburgo. Il cronista dice poi che la figlia di Pirro, Clemenza, sposò uno dei Saint Pol del Lussemburgo, che fu ribelle, dopo che la famiglia dette alla luce il famoso cardinale Filippo. Pirro sarebbe stato quindi nonno dell’alto prelato Filippo di Lussemburgo.
    Così Campanile: — Clementia figliuola seconda del Principe Pirro fu maritata a Monsignor di San Polo della casa di Lusimburgo, il quale fu anch’egli ribello.
    E di lor nacque Filippo di Lusimburgo, che nell’anno 1497, a richiesta del Rè di Francia, fu creato Cardinale di santa Chiesa da Alessandro VI sommo Pontefice….

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Editorial Review

 L’ultima giostra per il consuocero

 

Appena tornato a Napoli, il 1 gennio 1487, Re Ferrante fece fare bando a tutti i baroni del regno che erano in città, tanto rebelli, quanto fedeli, che nesciuno, che se partisse da Napoli a pena de la vita.
Il 6 gennaio Antonello S.Severino principe di Salerno che era stato ribelle ebbe salva la vita e cavalcò col Re per Napoli, la sera a Pozzuoli e poi a Roma, avendo lasciato i castelli del salernitano nelle mani di Alfonso.
Il 5 febbraio furono giustiziati il segretario, la moglie e i figli, lo Coppol tagliatali la testa, e squartati, e strascinati per Napoli, come tradituri de lo Signore Re Ferrante.
Il 2 maggio Federico rinunciò al principato di Taranto, al principato di Schillaci e al contado di Lecce, e tutto tornò nelle mani del padre Re Ferrante e del fratello Duca di Calabria Alfonso II. La tristezza era di casa nel castello del Principe Pirro del Balzo. Le cose peggiorarono da quando avvenne il trattato con i baroni, perché il Re ebbe chiaro chi fossero stati i congiurati per somma sventura della dolce Isabella.
Fu così che il 15 maggio si scoprì l’astio nutrito dal padre verso il vecchio Ferdinando. Perciò il Re indì gran festa a Castelnuovo invitando gli ex baroni ribelli, che poi a fine serata fece trarre prigionieri con l’inganno.
L’ultima festa per gli ex congiurati il Re la diede ai primi dell’estate del 1487, invitando ancora una volta i baroni a Castelnuovo, dicendosi sempre disposto a perdonare ogni ribelle.
Si racconta che il Re diede bando di una gran festa, invitando tutti i baroni per festeggiare la fine delle ostilità. Si ballò, si cantò, e si cavalcò fra cavalieri fin dalla mattina, alla luce del giorno, per dare spettacolo e per divertirsi col carosello organizzato da Alfonso II nel fossato.
Fu quello il momento propizio dell’astuto sovrano, il quale, senza remore, trattenne come prigionieri il fior fiore della nobiltà e del parentato, con l’ordine, già dato alla regia Corte, di incamerare i loro beni prima di farli perire.
Stavolta il Re arriverà a rinchiudere amici e nemici: il consuocero Principe di Altamura, il Principe di Bisignano, il Caracciolo Duca di Melfi che lo aveva fatto arrendere e il Conte di Ugento.
Facendo un po’ di conti già dall’11 giugno, vien fuori che furono fatti prigionieri anche il Sanseverino conte di Melito, fra’ Paolo di s.Agostino, e il gentiluomo del seggio di capuana Salvatore Zurlo.
Pirro fu acciuffato durante i giochi a Palazzo, cioè fu preso il Principe di Altamura, dopo aver fatto la giostra nel fosso del Castello, e trattenuto in cattività, quindi in pieno giorno, insieme al Principe di Bisignano e alla vecchia contessa di Sanseverino.
Si aggiunsero il Conte di Lauria col figlio Bernardino Sanseverino, il Conte del Balzo di Ugento, il Caracciolo Duca di Melfi e molti altri, tutti fatti prigionieri.
Eventi seguiti sempre dal festone di Castelnuovo, culminato con la retata di mezzanotte del 4 luglio, quando fu preso lo signore Pietro de lo Bauzio principe di Altamura...