Description
I notai del Ducato di Ariano: l’ultimo atto aragonese del 20 giugno 1501 prima della nascita del PRINCIPATO ULTRA A MONTEFUSCO
Con la morte del barone Carillo di Cerviglione, Apice restò nuovamente allo sbando, col Regno diviso a metà (due parti di più province ciasciuno) fra Francesi e Re Ferdinando Il Cattolico di Spagna, dal trattato segreto di Granata che concedeva l’esilio a Federico ed Isabella con giovane Duca Ferrante III in quel di Valenza.36
Apice ricadde in Provincia Principato Ultra et Capitanata, ricadente in una delle due parti che toccarono agli Spagnoli. Nei primi atti notarili conosciuti, quelli che compaiono ad inizio del 1500 e la vedono unita ad Ariano, appare emarginata rispetto al progredire del tempo. I rogiti riferiscono spesso vicende di altri paesi della Baronia e del Calore, specie a firma del notaio Angelo Tartaro di Ariano.37
Il passaggio dei rogiti notarili dal notaio Francesco al figlio Angelo Tartaro di Ariano, era avvenuto definitivamente nel mese di agosto 1500, quando in un frammento rinvenuto fra le pagine si parla del morbo che ha colpito il vecchio notaio e comincia a rogare Angelo fu Francesco (1497-1500), sebbene avesse iniziato sotto Federico de Aragonia dei grazia rege anno secundo.38
Stando ai rogiti arianesi il passaggio dagli Aragonesi agli Spagnoli avvenne in forma lieve. Nel 1499 erano infatti regnanti ancora Federico dei grazia rege Cicilie Hierusalem et Hungaria hanno vero cecilia regni anno quarto feliciter.amen.39
Il notaio Tartaro si diverte ad ‘imbrattare’ i fogli bianchi con invocazioni dal sapore biblico in vista del Natale, come l’Abusio Seculi pauperum efficit sepurbum, dai richiami austeri ad essere più buoni verso i deboli.
Così: – Quia propter hortamus ut in hiis diebus abundantius elemosinas facient ad ecclesiam frequentius convenàtis confexionem peccato rum vestrorum purissime recepiatis, et non salum ab omni immundicia sede etiam ab uxori bus peccatis indignationem et blasfemiam seuperbiam atque… cum omni carnali delictione… a vobis repelatis et cum dies dominii nostri nativitatis advenerit salubriter ipsum celibrare passitis.
Nam et corrumpi non… est quod palpatur et corrumpi non passit quod non palpatur.
Nella sostanza lo scritto esorta “affinché in questi giorni facciate più elemosine, veniate in chiesa più frequentemente, e confessiate completamente i vostri peccati, che vi asteniate con massimo impegno non solo da ogni impudicizia ma anche dai rapporti con le mogli; allontanate da voi l’odio al fratello e la rabbia e la blasfema superbia ed ogni piacere carnale, affinché, quando verrà il giorno natale del Signore Nostro, possiate celebrarlo degnamente.40
Siamo al 6 luglio del 1500 e l’intestazione illegibile pare ancora affermare la presenza di un Regnante Federico anno 5° se è riferito a Federico d’Aragona.
L’ultimo documento arianese, al f.178, riferito a Re Federico sarebbe del 20 giugno 1501, perché il sovrano appare diverso il 2 luglio 1501, quando si dice che già sono 7 anni di detto colendissimo re nel Regno in quella giornata che è la secunda mensis juli.41
Re che il 4 agosto 1501, alla 4 indizione vescovile si dice essere entrato in Napoli, quando si cita il diverso sovrano col titolo di felicissimo eccellentissimi regisi ingressus fuit Neapoli, ricevendo il giuramento di fedeltà dei baroni di Terre e Castra.
Oppure anche 6 anni, stando ad un documento del 22 luglio 1501.
Così: – Die quarto mensis augusti, quarta indictionis.
Felicissimus exercitu christianissimi Regis Ingressus fuit Neapoli et omnes civitates et Terra et castra ad fidelitatem redduut et Sex annis dicti Cristianissimi Regis incipit die vicesimo secundo presentis mensi Julii presente anno.42
Nel die 2 agosto 1501, siamo al f.179, l’intestazione è riferita ad un sovrano al 4° anno di Regno, il 1° a Napoli.
In questo caso è sicuramente Re Ludovico di Francia, perché è relativa al Regnante Xmo rege smi Lodovisio dey grazia francob roy ex Neapolitano rege et mediolanensi Dux regi ut vero Francia anno quarto huius vero anno primo feliciter, amen.43
Idem al f.182 del 1501, anno die m.q. primo, dove si riptere il 4° anno di regi xmo rege m./ Lodovisi dej grazia Franchorum estensj ut mediolanensi Francia vero egno anno quarto.44
Che al f.184, cioè il 5 ottobre 1501, è sempre il 1° vero anno, quando si scrive regnante inthos regno Onha xmo rege Loysio rege franciosi et Camp-Rege essegriia Hispania regnos a vero ejus anno primo feliciter, amen.45
Recensioni
Non ci sono ancora recensioni.
Only logged in customers who have purchased this product may leave a review.