ISABEL. Isabella di Castiglia

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LA REGINA DI FERRO

Isabella tenne in grande rispetto le corti regionali e
i fueros, cioè piccoli, medi e grandi signori, ai quali
confermò consuetudini e privilegi.
I programmi di governo venivano decisi dalle assemblee
generali, riunendo le Cortes di Castiglia, rappresentate
da nobili, clero e amministratori a cui chiedere
auxilium et consilium prima di prendere decisioni
importanti, come le esenzioni dalle grandi imposte
o il riconoscimento delle eredità regie. La
riorganizzazione del Regno ebbe inizio riunendo le
corti di Madrigal (1476) e di Toledo (1480).
Gli atti prodotti dalle due grandi assemblee assomigliano
ad una vera Costituzione che permetterà di
riappacificare il Regno. Si tratta di severe riforme che
avevano lo scopo di risanare le finanze revocando le
donazioni illegali ai cortigiani e presiedendo settimanalmente
i Tribunali. Isabella dava pubblica udienza
a chiunque ne facesse richiesta.
A partire dal 1480 entrò a Corte un’amica, Juana
de Mendoza, sorella di Iñigo, che vi resterà per quasi
trent’anni, seguendo la Regina e la famiglia in forma
ristretta grazie all’esperienza accumulata negli anni.
Juana visse e partecipò alla politica attiva della
Corte regia in età matura, dopo aver frequentato per
lungo tempo Teresa de Cartagena, la scrittrice
castigliana che partecipò con un trattato alla Querelle
des femmes, come mostrano gli scritti autografi

Description

LA REGINA PIU’ POTENTE DEL MONDO CONOSCIUTO

Isabella si sentiva venerata e un ringraziamento lo
doveva soprattutto ai religiosi. Perciò nel 1478 li riunì
a Siviglia nella congregazione generale e straordinaria
del clero e dei religiosi. Pensando di dover attuare
una vera riforma ecclesiastica nel Regno, si affidò ai
suoi maestri, il confessore fratel Fernando di Talavera,
il Cardinale di Siviglia Pedro González di Mendoza,
e il francescano Francisco Jiménez de Cisneros (1436-
1517) futuro arcivescovo di Toledo. Con questi concerterà
la nascita di nuovi istituti per la preparazione
scolastica degli ecclesiastici e di un episcopato all’altezza
ed in linea con i princìpi di evangelizzazione
cristiana a cui la Chiesa stava per essere chiamata.
La triplice alleanza influì su tutte le decisioni della
Corte tifando per l’elezione di vescovi spagnoli ai
quali si faceva acquisire una tale fama da considerarli
in odore di santità ancora in vita.

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Editorial Review

L'AMORE PER COLOMBO, IL GENOVESE NAPOLETANO...

Un altro uomo che vantava diritto di simpatia da
parte della Regina era Cristoforo Colombo. Questi,
secondo alcuni, non era neppure genovese, in quanto
parrebbe nato a Napoli da una relazione di Innocenzo
VIII fra le mura di Castelnuovo. Nel 1446 il futuro
papa, Giambattista Cibo, allora ancora un piccolo
patrizio di soli quattordici anni, avrebbe incontrato
la nobildonna Anna Colonna, la quale, scopertasi
incinta, si sarebbe trasferita in Emilia affidando il
pargolo a due genitori adottivi genovesi. In ogni caso
Cristoforo crebbe studiando a Pavia, “dove è fondata
opinione che Colombo abbia appreso le prime notizie
di nautica” e dove sono i suoi veri resti, conservati in
alcune ampolline giunte da Santo Domingo nel 1880.14
Dello Studium Ticinense parla lo stesso figlio,
FERNANDO COLOMBO, nelle sue Historie (1571), per bocca
del domenicano BARTOLOMEO DE LAS CASAS (1484-1566),
amico del padre e primo sacerdote a prendere gli
ordini nel Nuovo Mondo, fino a giungere alle grandi
imprese volute dalla Regina Isabella.15