ISABELLE DE BAUCIO. Isabella dei Del Balzo di Andria

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Isabella lascia per sempre Napoli diretta in Francia e a Ferrara

Stando al cronista Notar Giacomo Isabella restò alla corte partenopea, visto che solo il 21 agosto 1505 si “partì dal Castello dell’Ovo ed andò in Genova, dove arrivò a’ 7 settembre”.79
E’ evidente che il suo viaggio del 1505 proseguisse per la Francia, presumibilmente presso il Palazzo di Blois, alla corte di Germana de Foix, nipote del Re di Francia, dove furono rinvenuti la maggior parte delle testimonianze rinascimentali appartenute a Napoli. Summonte dice che solo allora, l’ex Regina, avendo celebrato i funerali del marito, con grandissimo rammarico “si condusse in Ferrara”, dove divenne gran devota del corpo di s.Buonmercato (festeggiato il 19 giugno), venerato nel monastero di S.Agostino, dov’ella si sarebbe ritirata fino alla morte. Che equivale a dire “in casa del Duca Alfonso da Este, nipote del marito, ove morì, 1533, avendo prima visto morire in diversi tempi i suoi quattro figliuoli”.80
Fatto è che una buona parte della biblioteca napoletana venduta da Isabella si ritrovò nel Palazzo di Blois, nuova reggia della bella Germana de Foix, nipote del Re di Francia, promessa sposa al vedovo Re di Spagna in vista della pace.
Secondo alcuni è proprio a Blois che, per volere del Re di Francia e per accettazione del Re di Spagna, si sarebbe trasferita Isabella, prima di prendere la via di Ferrara.
Così il Castiglione: — Quanti omini conoscete voi al mondo, che avessero tollerato gli acerbi colpi della fortuna cosí moderatamente, come ha fatto la regina Isabella di Napoli? la quale, dopo la perdita del regno, lo esilio e morte del re Federico suo marito e di duo figlioli e la pregionia del Duca di Calabria suo primogenito, pur ancor si dimostra esser regina e di tal modo supporta i calamitosi incommodi della misera povertà, che ad ognuno fa fede che, ancor che ella abbia mutato fortuna, non ha mutato condizione.81
Isabella fu sepolta in s.Caterina di Ferrara il 22 maggio 1533.82

Description

Una bimba-principessa rispetto alle sorelle dispettose

Passarono i primi mesi e la fanciullina crebbe invidiata dalle due sorelle più grandi, Isotta e Antonia, le quali, vedendola bella e buona, cominciarono ad insidiarla, chi pugno le dava e chi buffetto, accusandola di essere il frutto di qualche perfidia. La piccola, però, sebbene la dileggiassero, cercò sempre di evitare scontri e beffe, senza mai vendicarsi e perciò era amata da tutti quelli che la incontravano durante le passeggiate, fra chi le dava e chi le prometteva, specie quando, con i suoi graziosi costumi e per il suo aspetto, incantava quelli di Venosa. E poiché i complimenti erano solo per lei, la principessa madre, costretta a sgridare le sorelle maggiori, le invitava a non prendersela con la più piccola, che già aveva patito tante pene, sebbene le considerasse segnale certo di un ricco futuro.
Così la madre Maria: — Ognuna de voi bene m’ascolte: ché questa haverà ad essere Regina; e sia da voi in reverencia adorata, ché chi se umilia è sempre più exaltata.6

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Editorial Review

Promessa sposa al Principe Francesco: Duchessa de lo Monte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I brutti momenti delle incursioni turche a Nerito del 1481 erano passati grazie alla difesa di quel barone, Francesco de’ Montibus, col ritiro nemico il 10 settembre. Ma nel 1482 i Veneziani mossero guerra ad Ercole duca di Ferrara, sposo di Eleonora figlia di Ferrante I. Per questo motivo al suo fianco il Re aveva mandato Alfonso II duca di Calabria, purtroppo assaltato e messo in fuga dai papalini di Roberto Malatesta mentre si accampava presso Roma il 22 giugno. Però, scoperto il gioco dei Veneziani di impossessarsi di Ferrara, il papa si unì ai sovrani napoletani. Ferrante ne fu contento ma, per recuperare danaro, fu costretto a vendere alcuni feudi del regno, come accadde per Nardò, comprendente l’adiacente Nerito, acquistati da Angelberto del Balzo, zio di Isabella, per 11.000 ducati. Da qui la rabbia dei Veneziani che presero Ortona e, sbarcati nel porto di Ghascito, occuparono Carovigno, cioé Carovighe e Santo Vito. Re Ferrante investì allora Pirro del Balzo, duca di Venosa, a gran contestabile del Regno e gli donò il titolo di Principe di Altamura facendosi restituire Squillace a Federico. Alla bella notizia ne seguì però una brutta in famiglia: la morte del figlio Federico, primo conte di Acerra, che getto le sorelle nel lutto. Isabella pianse infinitamente il germano Federico e, non avendo si non quello frate, morte sel tolse, che fo gran pietate. Era l’estate del 1483, quando il fratello Federico lasciò vedova Costanza d’Avalos, duchessa di Francavilla, sposata nel 1477. Come se non bastasse, a tanti lutti, seguì quello gravissimo per la dipartita (1483) della principessa madre, Donna Maria Donata, lassando questa Isabella senza sposare.8
I dispiaceri della giovinetta continuarono per la perdita del nonno paterno Francesco de Baucio duca d’Andre, alla quale morte apparse una stella de iorno, & veramente se po mettere al numero de li santi per la sua bona, e santa vita. Era stato lui a far ritrovare, per rivelazione a Giacomo Cantelino, i corpi dei tre martiri Sergio, Mauro e Pantaleone (1475). In quei giorni il Re investì quindi Don Federico I a Principe di Schillaci, Bellicastro e Nicastro.9
Federico, col titolo di principe, mostrate le sue doti di ammiraglio conducendo la flotta contro i Veneziani, ottenne Montepeloso e Squillace, investito dal padre il 9 marzo 1483, quando cavalcò per Napoli e fu nominato camerario regio Lorenzo il Magnifico di Firenze.10

Re Ferdinando era contento dei progressi dei figli, anzi, nello stringere i rapporti con Pirro, ebbe modo di conoscere la bella e addolorata Isabella, decidendo di voler far maritare quella dolce diciasettenne con il suo Francesco. Francesco d’Aragona fu quindi investito dal padre del ducato di S.Angelo del Monte senza fiatare: el princepe non seppe replicare, ché la sorte quando vien se dìe pigliare. Né ad Isabella dispiacque quel fresco erede d’Aragona, e così fo fatta questa parenteza con gran piacere de ambodui li sposi. A stretto giro di posta furono quindi ordinati i festeggiamenti e approntate le nozze, poco prima che Isabella compisse 18 anni e che Francesco ne contasse 23, cioè sempre nel 1483.
Don Francesco, sovrani e cortigiani giunsero a casa della promessa sposa in pompa magna, parendoli milli anni vidér quella, con gran contentezza di tutti, a cominciare dal Re. Anche se nel giorno del fidalzamento ufficiale scomparve l’anello di fidanzamento. Il principe Pirro sistemò subito le cose. Bastò prenderne una fede in prestito dai presenti, sebbene si ebbe quasi il presentimento che fosse un segnale negativo per gli sposi, ma ciò poco importò. Quello che contava è che Isabella fosse già per tutti la duchessa di S.Angelo de lo Monte.
Così Rogeri: — Stava Isabella assai contenta e lieta chiamata era Duchessa de lo Monte; de panni, broccati, velluti e seta non era principessa li stesse a ffronte; li varii ornamenti non avea meta, catene, gran collane, gioie in fronte, ch’invero una regina più pomposa non sarìa ossuta andar in omne cosa.11
Intanto, i Veneziani, giunti nel Golfo di Taranto e già insediato il loro provveditore in Gallipoli nel 1484, furono su Nardò che a loro si arrese, avendo quegli stradioti cominciato a fare scorrerie a Nerito, il 3 luglio, e poi in altri luoghi del Salento (Galatone, Recale, Leverano) che, a dire di Cardami e Coniger, si sottomisero consegnando le chiavi delle loro Terre per evitare gli assalti. Corsero in Puglia gli altri due figli del Re. Alfonso II, con al seguito il gran contestabile Pirro e il duca di Melfi Giovanni Caracciolo, fu ricevuto in Lecce sotto il pàllio. Lo raggiunse poi il fratello Federico, mettendo in fuga gli stradioti veneziani alla sola notizia dell’arrivo della sua flotta.12
Il 25 agosto 1484 Don Francesco entrò invece in Napoli in gran trionfo di ritorno dall’Ungheria con tre nobili ungheresi e altri cavalieri, festeggiando la pace del 7 agosto con Venezia al suono delle trombette spiegate nella cattedrale l’8 settembre.13