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IL VIAGGIO DI NOZZE DELLA REGINA SANCIA DI MAIORCA
Obiettivo primario di Roberto era quello di servire il papa e pertanto contrastare Enrico VII, i cui ambasciatori, vescovo di Costanza compreso, erano stati inviati a spianare la strada per l’invasione della Lombardia.
Ma contro questa si schierarono quasi tutte le città del Nord-Ovest. L’11 luglio anche i Cheraschesi nominarono propri sindaci e procuratori, seguiti da Solari e Astesi, nonostante la forte presenza ghibellina in loco, per fare le dovute riverenze e affidarsi a Roberto, in quel di Alba, per sposare la causa del papa.7
In questa operazione di rastrellamento di consensi la Regina prende parte attiva nella conversione delle popolazioni ghibelline, per riportarle dalla parte della Chiesa. Nella sua Cronaca del Monferrato, Galeotto del Carretto stupisce il lettore e resta stupito egli stesso dalla bellezza di Sancia che in quel di Alba ricevette Bonifacio Povarino, Sibaudo e Carlotto Solaro, che molto accarezzò ed onorò. Questi ultimi due, il 28 luglio, chiuderanno il trattato che impegnava Asti e Re Roberto a prestarsi aiuto militare reciproco in caso di necessità nel nome di Bonifacio Solaro, sindaco della Repubblica, e Bertrando di Marsiglia, procuratore regio.
Il 9 agosto, Roberto e Sancia fecero il loro ingresso ad Asti con un seguito di 40 cavalieri, e il 10 agosto, giorno di s.Lorenzo, diedero gran pranzo invitando i notabili della città nel convento dei frati minori.
Per l’occasione ai servi fu ordinato di sfoggiare il lusso di casa angioina, mai visto in Piemonte, del vasellame d’oro e d’argento anche a mensa. Si videro perfino piatti decorati in argento e bicchieri sopraffini, sia per il vino che per l’acqua, almeno stando al meraviglioso racconto del Ventura.
Il 12 agosto Roberto si diresse ad assediare Alessandria e la conquistò per sottomissione al nuovo siniscalco Riccardo Gambatesa, dal quale pretese giuramento di fedeltà. Questo mentre Enrico VII cominciava la spedizione con solo 500 persone al seguito per passare dalla Svizzera alla Savoia con l’aiuto di Amedeo V.
I sovrani invece continuarono quello che può sembrare un lungo viaggio di nozze, ma in realtà fu una vera e propria sottomissione di repubbliche e signorie italiane agli stati angioini del Papa che fruttò un bel po’ di quattrini.
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