Description
Il Barone concede ai torrionesi le terre di Tufo pari a 2.200 once!
Se diversi forestieri possederono terre in territorio di Torrioni è anche vero il contrario, cioè che molte famiglie di Torrioni possedevano beni, specie a Tufo. Questo perchè, come vedremo, fu lo stesso Barone di Torrioni, Don Pasquale, Conte Piatti e Marchese del Tufo, a concederglieli in cambio di un annuo reddito, cioè a censo. Un nobile che si definisce Ecc[ellentissi]mo Sig[no]r D[on] Pasquale Conte Piatti Marchese del Tufo Barone di Torrejoni, patrizio beneventano privileggiato napolitano Ill[ustr]e possessore di questa T[err]ra del Tufo, e Castello di Torrejoni.
Il documento fu stilato, evidentemente, soprattutto per assegnare ai cittadini di Torrioni delle terre più fertili, sebbene in territorio di Tufo, altro feudo di proprietà dello stesso Barone, in quanto l’intestazione precisa è: Censi seu annui redditi si esiggono da particolari di Torrejoni per concessione di territori in pertinenza del Tufo, come distintamente si descrivono ut infra.
In questo caso si tratta quindi di beni del feudatario. Vale la pena di ricordare che i forestieri censuari dei beni posseduti in Tufo dal Barone, quasi tutti di Torrioni, su territorio del Piatti, producono un reddito imponibile pari a once 2.140.11 e 5/12. Fra essi si distinguono un Lepore, un dell’Abbate ed un Centrella, i quali, essendo benestanti e non dovendo pagare tassa alcuna, non superano le 15 once ciascuno.
Si tratta di terre date dal barone a Giuseppe Lepere a Piano, Giacchino Lepere a Piano, Angiolo Oliviero a Piano, Francesco dell’Abbate a S.Stefano, seu Vallo dell’Asino, Andrea dell’Abbate a S.Stefano seu Vallo dell’Asino, Domenico Lepere a S.Stefano, Michele Di Vito a Capanaro, Matteo di Vito a Torre de Lento, Pietro di Vito a S.Stefano, Giovanni di Vito a Torre de Lenti, Nicolò di Vito a S.Stefano. Vi sono poi altri piccoli fondi che Piatti ha assegnato a censo ad altri forestieri come Giuseppe Sarracino di S.Angiolo à Scala a S.Stefano, Felice Barone di Ceppaloni a S.Stefano, Crescenzo Zoina a Capo.Nero e Vallo dell’Asino, Giovanni Centrella a Vallo dell’Asino, Francesco Zoina a Vallo dell’Asino, Pietro Zoina di Monte Rocchetto a S.Stefano, Pietro Oliviero a La Pagana a La Pantana, Sabbato Oliviero a La Pantana e a La Pagana, Crescenzo Oliviero a La Pagana e a La Pantana, Bernardino Avella a La Pantana, Angelo Garofalo a Li Marianielli, a S.Stefano e a Capanaro, Antonio Cennerazzo a La Pagana, Donato Oliviero a S.Stefano, Carmine Oliviero a S.Stefano, gli eredi di Nicola Sabbato a S.Stefano, Lorenzo Centrella a Li Manganielli, Simone Iommazzo a Capanaro, Nicola Oliviero a La Pantana, Nicola Saracino a Piano.
In Giurisdizione di Tufo ha chiesto beni al Barone perfino la Chiesa Parrocchiale di Torrejoni per un territorio seminatorio a La Pagana, oltre Lorenzo Lepere che lo tiene a Li Pellegrini.
Nello stesso documento vengono quindi elencati l’infrascritti Corpi Feudali, ch’esso Signor Conte D.Pasquale Piatti Marchese del Tufo, e Barone del Castello di Torrejoni, possiede in q.[ue]sta sud.[dett]a T.[err]a [del Tufo].
E’ interessante notare che i cittadini di Tufo, oltre i torrionesi forestieri ivi presenti, hanno da pagare, oltre quelle conosiute, un’infinità di tasse, come il Molino, le Prime e seconde cause, lo Jus Scannagi (macellazione), quella sulla Taverna con Passo (almeno in un luogo del territorio), il Forno, la Mastrodattìa civile, criminale e bagliva.
Il Barone di Torrioni, dal canto suo, in Tufo possiede numerosi beni, fra cui il Palazzo Marchesale, col suo rivellino, e giardino attorno, con magazzino, dove si ripongono le vittovaglie che si raccolgono nel feudo, che gli servono per uso proprio; e i territori di: Li Limiti, S.Lucia, e Bosco del Serrone, La Mela, e S.Paolo, A Chiaviniano, la Corte di Giovan farina per uso del Molino. Si aggiungano inoltre la Fida delle Capre e Pecore ed altri animali forastieri fiscali in d.a Terra, Grani sei per ogni fuoco nella medesima Terra, il Giardino sopra La Taverna, e perfino il cappone il giorno di Capo d’anno tenuto dare l’Università all’Illustre Signor Marchese.
Oltre questi ha preteso i diritti su prete, chiesa, nomina dei sindaci e vendita del vino, gualchiera ed altri redditi minuti: Jus patronato dell’Arcipretura, Jus patronato della Chiesa Arcipretale, Jus di eligere [i sindaci] due delle quattro persone nominate in Pubblico Parlamento per Eletti, Sindaci dell’Università suddetta, lo Jus proibendi [sul vino] nel mese di agosto à cittadini di vendere vino, avendo egli solo la facoltà di far vendere il vino a minuto nella sua cantina, Balchiera col pargo. Senza aggiungere i proventi dovuti dai censuati di Santa Paolina e dal Principe della Riccia per l’appoggio della Palata nel fiume Sabbato in giurisdizione del’esso Ecc.mo Sig. Marchese annui docati trenta.
Il documento si conclude con l’esatta delimitazione dei 14 confini fra Tufo e gli altri comuni. In particolare si definiscono quelli fra la Giurisdizione di Torrioni e la Giurisdizione di Tufo posti nell’anno 1716 dal Regio Tavolario Magnifico Antonio Piatti coll’intervento del Regio Consigliero Andreasso Commissario in quel tempo, come appare dagli atti in Banca, del Mastrodatti allora in Napoli, oggi Bova, scrivano. Si parte quindi col primo confine dal Ponte delle Tavole di Prata sulla Tea, e sale per la strada pubblica che divide la Giurisdizione del Tufo, e [la Giurisdizione di] Castel Muzzo, e tira via via sino alla Fontana di S.Lucia, ed ivi stà il primo termine lapideo distante da detta fontana da sopra la strada palmi sessantaquattro in c.a che divide le Giurisdizioni del Tufo e Castel Muzzo. Si ha quindi il secondo termine piantato in Fontana Tea, nel principio della viocciola, che sale sul Montetto, dove stà edificata la Massaria di Giacom’Aniello Zuzzolo, ed all’incontro di detto termine, vi è la via che cala al Ponte di Zeza. Seguono il terzo termine che sta posto in puntone dove si incontrano due vie, e proprio nel punto dove si dice Cappella di Sette Grani, e quivi termina la Giurisdizione di Castel Muzzo, e comincia quella [detta Giuridizione] di Montefuscolo e S.Paolina, il quarto che sta nella Callina, dov’era la Cappella di S.Felice, il quinto termine sta posto nell’angolo della strada che da Torrejoni va a Montefuscolo, distante dalla Fontana nominata Zirfa, passi quarantadue in c.a frà due termini si camina Serra serra acqua pendente. Vi è poi tutto il tracciato dal sesto termine sta posto nel luogo detto Il Sambuco, che dal detto quinto termine camina strada strada. Il settimo termine stà posto sopra il Vallone di Cincipaglia, e fra questo ed il sesto termine, vi è la linea retta, che cala per mezzo un concavo territorio, ed in questo punto termina la Giurisdizione di Montefuscolo e S.Paolina e comincia quello di Cucciano, l’ottavo termine stà posto sopra un Montetto detto Le Canfore, il nono termine sta posto sopra una collina, e proprio nel luogo detto Francomero, il decimo termine stà posto in un crucifero pubblico e proprio nel luogo detto Lo Pezzaco sopra il Montetto, l’undicesimo termine sulla selva di Orsola Ferraro in Giurisdizione del Tufo, da dove poi la linea retta si cala al basso. Vi sono poi il dodicesimo termine che stà posto sopra la Fontana delle Mandre, e da questo sino alla sommità del Monte detto Varvazzano, con il tredicesimo termine stà posto in detta sommità del Monte Varvazzano, dal quale si cala la linea verso basso. Per quanto riguarda il quattordicesimo termine è sito a Lo Pezzaco di Masto Agnello, da sopra un piede di castagno vecchio, dove vi sta incisa una croce per maggiore evidenza, restando però detto castagno in Giurisdizione di Toccanisi; come anche Il Pantano, che sta distante da detto termine passi dieci in circa, e da questo ultimo punto descritto tira la linea retta, sino alla Fontana dell’Acqua Fresca, dove finisce la giurisdizione di Toccanisi e questa costantemente serve per termine e di là serro serro per quello era del fù Francesco di Vito cala la via, che và a Petruro, e poi cala per sopra li Valli di Petruro, ed esce al Montetto, dove si dice il Termine Rotto, e di là cala sierro sierro sopra la via, che va a Petruro, che vi stà altro termine, e di sopra la linea esce al Vallone si chiama Recupo, da sopra il territorio di Giulio Capozzo e cala per d.o Vallone sino alla via pubblica, che và a Benevento. Qui risaliva per la via vicinale, uscendo oltre il salto, nel luogo detto La Pera, seu La Pantana, ove sta posto altro termine, e di la esce alla via pubblica che va al Ponte d’Arcone, e, serra serra del Boschetto, esce a Pietra Amara, che è avanti la Taverna del Celso in Giurisdizione di Altavilla.Li l’Università del Tufo s’incatasta dal Vallone detto Recupo, e viene via via sino al montetto del Capanaro e cala per detta strada pubblica sino a S.Stefano, risalendo per la via pubblica di S.Paolo che esce al Vallone di Salacino. Da qui il confine risale con la via a Le Profichi ed esce al terzo termine dove si dice Cappella di Sette Grani. In questo luogo sotto resta la Giurisdizione del Tufo e, sopra, comincia la Giurisdizione di Torrejoni.
Per la maggior parte, dunque, si tratta di torrionesi che, ovviamente, nel Catasto di Tufo, sono considerati forestieri bonatenenti non abitanti restando la loro dimora in Torrioni.
Si notano l’infrascritti Corpi Feudali, ch’esso Signor Conte D.Pasquale Piatti Marchese del Tufo, e Barone del Castello di Torrejoni, possiede in q.[ue]sta sud.[dett]a T.[err]a, e sono, cioè:
– Il Molino
– Le Prime e seconde cause
– Il Jus Scannagi
– La Taverna con Passo in tutto il terr.[ritori]o, però in un sol luogo si deve pagare
– Il Forno
– La Mastrodattìa civile, criminale e bagliva
– Il Palazzo Marchesale, col suo rivellino, e giardino attorno, con magazzino, dove si ripongono le vittovaglie che si raccolgono nel feudo, che gli servono per uso proprio
– Il ter.[ritori]o nominato Li Limiti
– Il ter.[ritori]o d.[ett]o S.Lucia, e Bosco del Serrone
– Il ter.[ritori]o d.[ett]o La Mela, e S.Paolo
– La vigna d.[ett]a A Chiaviniano
– Il ter.[ritori]o d.[ett]o La Corte di Giovan Farina per uso del Molino
– Fida delle Capre e Pecore ed altri animali forastieri fiscali in d.a Terra
– Grani sei per ogni fuoco nella medesima Terra
– Il Giardino sopra La Taverna
– Il Cappone il giorno di Capo d’anno tenuto dare l’Uni.[versit]à all’Ill.[ustr]re Sig.[no]r Marchese p.[rese]nte
– Il Jus p.[atro]nato dell’Arcipretura
– Il Jus p.[atro]nato della Chiesa Arcipretale
– Il Jus di eligere [i sindaci] due delle quattro persone nominate in Pubblico Parlamento per Eletti, Sindaci dell’Uni.[versi]tà sud.[dett]a
– Il Jus proibendi [sul vino] nel mese di agosto à cittadini di vendere vino, avendo egli solo la facoltà di far vendere il vino a minuto nella sua cantina
– Balchiera col pargo
– E’ tenuta l’Uni.[versi]tà del Tufo a far esigere li redditi ch’esso ecc.mo Sig. Marchese tiene in S.Paolina, che sono docati [ ] come dal relevo che da nel S.R.C.
– Esigge ogni anno da S.E. il Sig. Principe della Riccia per l’appoggio della Palata nel fiume Sabbato in giurisdizione dl’esso Ecc.mo Sig. Marchese annui docati trenta, come dallo strumento rogato dal Mag.[nifi]co N.[ota]r Salvatore Palombo a 8 luglio 1733.
Si nota come i confini della Giurisdizione del Tufo, sono l’infrascritti quattordici termini lapidei posti nell’anno 1716 dal R.[egi]o Tavolario Mag.[nifi]co Antonio Piatti coll’intervento del Regio Consigliero Andreasso Commissario in quel tempo, come appare dagli atti in Banca del Mastrodatti allora in Napoli, oggi Bova scrivano, comincia tal Giurisdizione [del Tufo] al Ponte delle Tavole di Prata sulla Tea, e sale per la strada pub.[bli]ca che divide la Giurisdizione del Tufo, e [la Giurisdizione di] Castel Muzzo, e tira via via sino alla Fontana di S.Lucia, ed ivi stà il p.[ri]mo termine lapideo distante da d.[ett]a fontana da sopra la strada palmi sessantaquattro in c.a che divide le Giurisdizioni del Tufo e Castel Muzzo; [/]
il secondo termine stà piantato in Fontana Tea, nel principio della viocciola, che sale sul Montetto, dove stà edificata la Massaria di Giacom’Aniello Zuzzolo, ed all’incontro di d.[ett]o termine, vi è la via che cala al Ponte di Zeza. [/]
Il terzo termine stà posto in puntone dove si incontrano due vie, e proprio nel punto dove si dice Cappella di Sette Grani, e quivi termina la Giurisdizione di Castel Muzzo, e comincia quella [detta Giuridizione] di M.[on]tefuscolo e S.Paolina; [/]
Il quarto termine stà posto nella Callina, dov’era la Cappella di S.Felice; [/]
Il quinto termine stà posto nell’angolo della strada che da Torrejoni va a M.[on]tefuscolo, distante dalla Fontana nominata Zirfa, passi quarantadue in c.a frà due termini si camina Serra serra acqua pendente; [/]
il sesto termine stà posto nel luogo detto Il Sambuco, che dal d.[ett]o quinto termine camina strada strada. [/]
Il settimo termine stà posto sopra il Vallone di Cincipaglia, e fra questo ed il sesto termine, vi è la linea retta, che cala per mezzo un concavo territorio, ed in questo punto termina la Giurisdizione di Montefuscolo e S.Paolina e comincia quello di Cucciano; [/]
l’ottavo termine stà posto sopra un Montetto d.[ett]o Le Canfore per linea retta di sud.[dett]o termine, e proprio nel territorio che fù d’Angiolo Lepere. [/]
Il nono termine sta posto sopra una collina, e proprio nel luogo d.[ett]o Francomero, nel quale punto si uniscono fra gli altri, due territorij, uno di Rocco Melone, e l’altro del q.[uonda]m Cesare Ferraro. [/]
Il decimo termine stà posto in un crucifero pub.[bli]co e proprio nel luogo d.[ett]o Lo Pezzaco sopra il Montetto in mezzo di essa via a costo della quale vi sono due tronchi di castagno. [/]
L’undicesimo termine stà posto sopra la selva di Orsola Ferraro, che vi sono due alberi di castagno giovine, nelli quali per migliore dimostrazione, vi sono incise croci, e da sopra vi stà la selva de q.[uonda]m Vincenzo Severino di Altavilla, che resta in giurisdizione del Tufo, da dove poi la linea retta si cala al basso. [/]
Il duodecimo termine stà posto sopra la Fontana delle Mandre, non essendosi potuto mettere nel luogo della Fontana per esservi vicino un vallone, e proprio dove si uniscono i territorij del q.[uonda]m Orazio Macchia da un lato versa il Tufo, due partite di territorij una d’Angiolo Bianco e l’altra di Giulio di Pasqua, che restano in Giurisdizione del Tufo, e da questo seguita la linea per li confini de’ territori di Giulio di Pasquale sino alla sommità del Monte [detto Varvazzano]; [/]
Il decimo terzo termine stà posto in d.[ett]a sommità del Monte d.[ett]o Varvazzano, dal quale si cala la linea verso basso; [/]
Il decimo quarto ed ultimo termine stà posto nel luogo d.[ett]o Lo Pezzaco di Mas[t].o Agnello, da sopra un piede di castagno vecchio, dove vi sta incisa una croce per maggiore evidenza, restando però d.[ett]o castagno in Giurisdizione di Toccanisi; come anche Il Pantano, che sta distante da d.[ett]o termine passi dieci in c.[ir]ca, e da questo ultimo punto descritto tira la linea retta, sino alla Fontana dell’Acqua Fresca, dove finisce la giurisdizione di Toccanisi e questa costantemente serve per termine e di là serro serro per quello era del fù Franc.[esc]o di Vito cala la via, che và a Petruro, e poi cala per sopra li Valli di Petruro, ed esce al Montetto, dove si dice il Termine Rotto, e di là cala sierro sierro sopra la via, che va a Petruro, che vi stà altro termine, e di sopra la linea esce al Vallone si chiama Recupo, da sopra il ter.[ritori]o di Giulio Capozzo e cala per d.o Vallone sino alla via pub.[blic]a, che và a Benevento, e sale per detta via sino a quello di D.[omeni]co Capozzo, che si piglia per la via vicinale, che stà da salto, ed esce dentro la vigna, che si chiama La Pera, seu La Pantana, ove sta posto altro termine, e di la esce alla via pub.[bli]ca che va al Ponte d’Arcone, e di la piglia serra serra del Boschetto, ed esce a Pietra Amara, che è avanti la Taverna di Altavilla d.[ett]a del Celso, dalla quale Giurisdizione [di Altavilla] l’Uni.[versit]à del Tufo s’incatasta dal Vallone detto Recupo, e viene via via sino al Montetto d.[ett]o Capanaro e cala per detta strada pub.[bli]ca sino a S.Stefano, e proprio dove stà il Parlamento dell’Eredi di Ferraro, e di là per linea retta al Parmiento delli Pasqua, e cala al Vallone, e poi sale li territorij di Gennaro di Vito, ed esce linea retta, e va sotto la Massaria di Paolino Aufiero, che resta in Giurisdizione del Tufo, e sale alla via pub.[bli]ca d.[ett]a di S.Paolo e per di là via via esce al Vallone d.[ett]o Salacino, sale per d.[ett]a via, d.[ett]a Le Profichi, ed esce al terzo termine dove si dice Cappella di Sette Grani, e da sotto resta la Giurisdizione del Tufo, e da sopra quella [detta Giurisdizione] di Torrejoni.12
Nel Catasto seu Onciario formato per l’Unità di q’esta Terra del Tufo, giusta le reali istruzioni, nel quale sono tassati cittadini, forestieri, eccl.[esiasti]ci, chiese, e luoghi pij, principato nell’anno del governo di Nicolò Florio Sind.[aco] e Biaggio Grosso eletto dal 1741 in 42 e terminato nell’anno del governo di Angelo Izzo Sind.[ac]o e Franc.[esc]o Vicario eletto dal 1752 in 53. Nel Catasto di Tufo vengono riportate anche le famiglie di forastieri che si sono definitavemente insediate in quel paese. Sono solo due: Alessandro Oliviero di Torrioni che abita nel logo detto Monnezzaro e Giovanni di Pierro.
Le famiglie di forestieri di Torrioni in Tufo sono due: quella del bracciale Alessandro Oliviero di 27 anni, con la moglie Teresa Lucenno di 24 anni e la figlia Angela di 3 anni, proveniente da Terrajoni; quella del bracciale Giovanni di Pierro di 40 anni con la moglie Angela Barile di 40 anni e i figli Pasquale di 9, Fortunato di 4 e Teresa di 2 anni. La famiglia torrionese di Alessandro Oliviero abita in casa propria sita nel luogo di Tufo chiamato Monnez.[zaro] e possiede 3/4 di terreno seminato e un paio di giovenchi che tiene alla società con Luca Petrizzi, pagando 2,20 once. La famiglia di Pierro, invece, abita in casa di Michele Genovese di S.Paolina e non possiede altro, vivendo colle sue proprie fatighe, pertanto paga 1,2 once e 10, solo per lo jus habit.[atio]nes.
Sempre a Tufo sono decine i torrionesi ufficiali non residenti, quindi considerati forestieri, cioè non abitanti laici, in quanto possessori di beni per i quali debbono pagare le once che riportiamo in parentesi. Si tratta di: Angiolo Garofalo (once 2,27 e 1/2), Angiolo Oliviero (once 0,12), Antonio Sabbato figlio di Nicola (1,20), Andrea dell’Abbate (4,48 e 1/2), Antonio di Vito (3,10), Andrea Cennerazzo (3,28), Berardino Avella (6), Ciriaco di Vito con tre terreni a S.Stefano e uno a Ripafavale (once 23,20), Crescenzo Zoina (4,15 e 2/3), Carmine Oliviero (1,5 e 1/2), Crescenzo Oliviero con la madre Angiola de Lo Franco (3,28), Carlo Romano (2,15), Domenico Lepore (0,20), Domenico di Vito (1,8), Francesco dell’Abbate (1,6 e 1/3), Francesco Zoina (4,14), Gioacchino Lepore (42,13 e 1/2), Giuseppe Lepore con territorio seminato arbustato e vitato a Piano (3,17 e 1/2), Giovanni di Vito (2,28 e 1/2), Giovanni Centrella (3,17 e 1/2), Gennaio Cennerazzo col territorio parte seminatorio e parte vitato a Padube (2,5), Lorenzo Centrella (3,7 e 1/2), Michele di Vito (0,5), Nicola Saracino (1), Nicola Oliviero (2,18 e 1/2), Onofrio di Vito con un territorio seminatorio con poche viti a S.Stefano (0,20), Pietro Oliviero (2,20 e 5/6), Simone Iommazzo (0,15) e Sabbato Oliviero (8,10 e 5/6)………..
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