Description
Calvi Vecchia primo luogo abitato che fu di S.Giorgio
Qui di seguito il lettore troverà un sunto fedele di tutto ciò che si scrisse nel Catasto Onciario di Calvi, a cominciare dall’elenco dei nomi di tutti gli abitanti, del mestiere, dell’età, del luogo di residenza e di qualche bene posseduto.
In realtà, sfogliando le pagine del Catasto, saltano fuori toponimi magari non più in uso, ma di enorme importanza, perché ci lasciano intendere come sono andate veramente le cose nella ripartizione dei casali della Montagna di Montefusco, durante gli scontri fra feudatari e re negli ultimi secoli del Seicento e Settecento. Alcune piccole notizie, come l’esistenza di una Calvi Vecchia, dove abitanto braccianti che debbono soldi o sono legati alla chiesa di San Giorgio la Montagna, fanno capire come questo Casale dove era nato il paese in precedenza sia stato un’ex dipendenza di San Giorgio, non di Montefusco, legata direttamente al vescovo di Benevento.
Lasciamo ora al lettore il divertimento di scoprire questi posti antichi così affascinanti che sono parte integrante della storia di Calvi e del suo nuovo distretto settecentesco che ebbe sede al centro di S.Nazzaro, cioè nella piazza del capitolo dell’arcidiocesi dell’arciprete beneventano dove nacque il nuovo centro, oggi diremmo il capoluogo di una cittadella che rinasceva in un luogo del distretto ben preciso: la Piazza de Li Calvi. E’ qui che fu apposta la Croce di Dio.
Ed è qui che si riuniva la nuova amministrazione comunale che inglobò i casali, quelli di sopra e sotto il Vallone, e la stessa ex amministrazione comunale di S.Agnese, ormai a regimine, cioè retta da un assessore e assorbita da Calvi Vecchia, che ora rinascevano insieme nel luogo detto Piazza de li Calvi, ovvero davanti alla cappella dell’ex casale di S.Nazzaro.
Del nuovo comune distretturale de Li Calvi fecero quindi parte Calvi vecchia con le sue frazioni, l’ex Comune di S.Agnese con le sue frazioni, compresa S.Nazzaro, nel cui perimetro, alla località Piazza, nacque l’arcipretura che si fece coincidere con la sede della nuova amministrazione comunale della cittadella.
Lasciata alle spalle le pagine dell’apprezzo, agli occhi del ricercatore, appare finalmente l’Onciario vero e proprio. Siamo sempre presso l’Archivio di Stato di Napoli (d’ora in avanti leggerai ASNA), nell’antica provincia di Principato Ultreriore, spesso abbreviata in Ultra’. Le pagine di questo librone chiamato col nome di Catasto Generale delli Calvi Casale della Città di Montefusco 1753, in realtà, come si legge dalla pag.I del faldone; si rifanno al Catasto Generale dell’Università del Casale delli Calvi, che è poi il punto di partenza che abbiamo visto anche per le rivele dei cittadini.
Il primo nome che compare è quello di un massaro, Angelo Genito, di 50 anni, il quale abita con la moglie Vittoria Mirra di 43 anni. E così saranno elencati tutti gli abitanti capofamiglia, non ordine alfabetico di nome (non di cognome), seguiti dal nome e dall’età dei propri figlioli, come nel caso di Carlo di 17 anni e Liberatore di 15 anni, Vincenzo di 13 anni, Luigi e Anna di 12, Saveria di 8. Nel caso di familiari adottivi senza casa si adotta il gergo di serva di casa, come Angela Izzo di 15 anni, che pur rientrando nella famiglia Genito ha, appunto, un altro cognome.
Segue poi l’indicazione della abitazione, se è tenuta in affitto, o trattasi come in questo caso di una casa propria di più membri (stanze) sita nel luogo detto Li Calvi con due misure d’orto contigue. Detto questo si passa agli altri beni abitabili o terrieri. In questo caso Genito possiede anche una massaria di fabbrica di 4 membri (due soprani e due sottani) a Loco Le Cesine ed altri beni, fra cui quelli a Campofreddo. Per meglio identificarli spesso, specie se i nomi dei luoghi scarseggiano, oppure un luogo è così ampio da contenere nel proprio perimetro molti appezzamenti, si elencano i confinanti. In questo caso la terra è vicino ai beni delli Signori Giovanni di M.Fuscolo, Paolo Mirra e via pubblica, con il possesso anche di alberi, nel caso sono querce, sempre a Le Cisine esattamente nel luogo di Rendite vicino ai beni delle Reverende Monache di S.Giorgio e via pubblica.
Altre querce del massaro Genito erano a Coppa Corte, che risulterà il centro più popoloso, ovvero Calvi propriamente detta, e altri a Loco Lo Malecangio.
Segue poi la tassazione, sottraendo delle percentuali da pagare se già si paga chi ha affittato un animale, chi ha dato dei soldi in prestito, chi possiede una casa col riscatto trentennale, etc. In questo caso Genito paga pesi alla Camera baronale di S.Agnese, che sappiamo essere un paese a parte che però è privo di sindaco, essendo in regime di reggenza, ed è stato raggruppato insieme a S.Nazario proprio a Calvi. Il distretto di questi tre paesi avrebbe avuto sede nella Piazza di S.Nazario, davanti alla croce, ma è evidente che la sede amministrativa dei tre Casali non va confusa con l’identità delle tre comunità, unite a causa della dissoluzione feudale, a cui abbiamo cercato di dare una indentificazione storica più certa.
Tanto per tornare alle tasse della famiglia Genito, per la rendita perpetuo sull’orto, paga 30 grana annue, alla Collegiata di S.Giorgio deve una percentuale per un prestito da 100 ducati, alla Cappella del SS.Rosario la deve per un capitale avuto da 140 ducati, alla Camera feudale del Barone di S.Agnese la deve per il diritto de Li Maritaggi essendo entrato nel possesso di ben 100 ducati di capitale.
Ha avuto un prestito anche dalla Cappella di S.Maria di Costantinopoli e altri 100 ducati li deve restituire a 6 ducati annui. Infine ha un piccolo debito da 20 carlini annui con la Cappella del Rosario della Chiesa Vicariale di S.Nazzaro per un fondo sopra un pezzo di territorio incorporato alla massaria. L’ultimo numero che leggiamo al termine di ogni dichiarazione dei redditi dei vari capifamiglia è riferito ad un numero chiamato oncia, che risulta essere una unità di misurazione da cui poi la tassazione versa e propria. In questo caso trattasi quasi di un nobile che per la sua industria quasi non paga tasse. Sicuramente ha ben organizzato la detassazione fra pesi e misure. Ad ogni modo, rispetto ad un semplice bracciante da 4/5 once, i Genito ne pagano 134,18.
Seguono così tutti gli altri nomi degli abitanti, Mottola in casa affitto di Baldassarro Mirra, i braccianti Frusciano del Casale delli Audisoli, al confine coi beni di Geronima Casazza e la via pubblica. In questo caso pagano 17 ducati dovuti alle Cappelle di S.Nazzaro, Calvi e S.Agnese quali tasse sopra la casa.
Un altro Mottola, per esempio, con casa propria con orto al Casale dell’Antisoli Distretto di S.Nazzaro, Calvi e S.Agnese luoghi promiscovi dei beni, et abitazione ab antiquo, et immemorabili solito, immune da qualunque peso Università di S.Nazzaro e S.Agnese per la promiscuità suddetta e gode la Chiesa comune sita in S.Nazzaro. Un altro ancora, con casa propria nel Casale di S.Nazzaro Luogo promiscuo de beni ed abitazione ab antiquo solito immune delli pesi Università di S.Nazzaro per la promiscuità suddetta perfettamente goduta ab antiquo at immemorabili solito ma nel caso il peso che assorbe la rendita e quindi non paga tassa. Per altri beni che possiede ivi, si tratta di un membro sottano per uso proprio e un territorio a S.Clemente (vicino i beni di Don Carlo Regina) paga di tasca propria il censo enfiteutico alle Venerabili Cappelle di S.Nazzaro, Calvi e S.Agnese per il suddetto territorio.
Quasi sempre, per gli altri bracciali, come nel caso di Alesantro Cillo, sessagenario bracciale di 64 anni abita con la figlia Angela di 22 anni in casa propria nel Casale di S.Nazzaro luogo promiscuo con Calvi e S.Agnese, si è franchi dai pesi per i suoi beni in S.Nazzaro e S.Agnese….
Recensioni
Non ci sono ancora recensioni.
Only logged in customers who have purchased this product may leave a review.