63. Foiano nel 1742

30,00


Le famiglie del paese che nel 1700 era inserito nella provincia della Capitanata di Bovino (oggi provincia di Foggia). Il testo descrive la società di Castelpagano nella metà del Settecento attraverso lo studio analitico del suo Catasto Onciario, voluto da Carlo di Borbone per tutto il Regno di Napoli, passando in rassegna tutte le famiglie, i cognomi, i toponimi, i mestieri, le professioni e gli istituti religiosi di tale comunità in quel periodo, come se si osservasse “una fotografia scattata all’epoca”.

 

 

Toponimi inseriti nel testo

la strada detta La teglia, lo piano della Teglia, il piano dello forno / lo piano del Forno, la strada del forno, alla porta, San Pietro, l’Ulmo, lo piano dell’Ulmo / lo piano del Olmo, la Ripa, l’Ospidale / lo Spidale, lo fosso Masillo, il fosso, li fossi, le Mura dellj Monaci / i Muri delli Monacj, la Croce, la chiesa madre, avanti la Chiesa Madre, dietro la Chiesa Madre, lo piano della Chiesa, la piazza / la piazza publica, lo Casale, l’arco, l’Inforzi, Capo della Terra e la Casa delli Monacj. Zillante, Ragona / Ragone / Dragona, Colaroccia, Cola Vechio / Colavecchia / la Cola Vechia, Lago d’Addesio, Lago Mangino / lago Mancino / lo Mangino / lo Mancino, la Offa capobianca, la fontanella, la Fontana dello Spitale / la fontana del Ospidale, Fontana Antriuccia, la fontana di Salerno, la fontana della noce, la fontana di Sant’Antonio, la fontana di Majo, la fontana delli Salicj, la fontana della Monica / la fontana della Monaca / a la fontana delle Moniche, la fontana della Spinapolce, la fontana della Vetica, la fontana della Ramegna, la Fontana Carpiniello / la Fontana del Carpinello / la Fontana dello Carpiniello, la Fontana Stofania / la Fontana Stufania, la Fontana delli pizziontj, la fonte dello Carpineto, la noce di Nicola d’Onofrio / la noce di Cola d’Onofrio, la noce di Alessandro, Creta Rossa, la Creta, la Creta del Rosario, la Creta di Gioannj di Onofrio, la Creta Maruccio, le Cretj di Piesco, Molino, le pera, le pera dellj Monacj, le pera di Don Antonio, lo pero di Sant’Onofrio, le pera panniello, il perajno di Marciello, Pereto, le pere Scangarole / le pere Scancarole, la gargaria, la Cerreta, li Cerrj, li Cerri Carusi, li Cerri di San Rocco, lo Cierro, Rienzo Coppa, Rienzo Coppa seu li Fossi Milone / j fossi di Milone, lo piano Vorvetta / Rienzo Coppa e proprio ove si dice piano Vorvetta, il fiume / lo fiume, sopra lo fiume / sopra il fiume, la Fiumara, la Serra, la Serra delle forche, la Serra vinditto / Serra Vinditta, la Serra di Colangelo / la Serra di Cola d’Angelo, la Cesa Iafucillj / la Cesa Iafucillo, la Cesa di Bartolomeo Ruggiero, la Cesa di Simone, la Cesa grande / Cesagrande, Cesa Jendrita e Castelluccio, Cesa Cinerita, lo piano del Castelluccio, lo Castelluccio, a Machia dello Castelluccio, la Croce, la Majura / lamajura / a Lama Jura, la Fratta Colella, li Salcj di Giovanni Cirolamo, l’Isca, l’Isca di Majo, Isca retavella, le Lamj, le Lamj di Griego, li Ruinatj / j Rujnati / li rujnatj, lo piano de Masi, il piano delle lansi, lo piano Morcone, lo piano Curatolo, lo piano del Glivella, la piana di perzia, il pedrumone / lo pudronone, li Suglionj, j Pisciariellj, Serra delli pisciariellj, l’imerseo dellj pjsciariellj, lo Vallo, Vallo Molillo, Vallo chiufratanza, li Vorrellj, le Cole petree, j Corognanj / j Corugnanj / lo Cocognano, Panella, le Corse, la Costa Ranaceta / Costa ranauto / la Costa rinaldo, Costa Iafrancisco / la Costa Francisco, la Costa Suriciara, le Costa di Santo Lionardo, Sant’Andrea, Santa Maria della Libera, sopra Santa Maria / sopra Santa Maria la Libera, Santa Maria, San Pietro, Santa Lucia, Sant’Angelo a’ Gradella, San Formiano, Santo Donato, San Biasi, Santa Maria d’Elcito / Santa Maria delgito / Santa, Maria Elcito, Santo Nicola, lo Caso di Santo Nicola, lo pezzillo, formiano, Lagastella / lo Lagastello / Lagastielle , il Casale, piesco Palumbo, Piesco Cupo, lo piesco lommaro / piesco Lumbaro, Pesco d’elfine / lo piesco d’elfine / Piesco, dalfino, lo piesco Massaro, Piesco Molino, Subbilia / piesco Sabbilia, lo pesco ciocemella / Piesco Ciaramella, Sopra il Molino, toppo delli fiuci, Oglio pitronico, la ficurrella / le ficorelle, Lagatara, li lagaronj, padulo d’ancelo / la padula d’Angelo, lo Vado della rena, la rena di Riso, la rina, lo Vado del Urzo / lo Vado dell’Urzo, lo Vado delle Tane, Vado d’Alesio, Gauechia, Crocechia, le Cammere, le Nocj / j Noci / li Noci, la Olivella, Vallone, Vallone Iafulco, lo Vallone Catullo, la Vallochia, Forca Vallone, Codachio, lo Codachio dello Cozzo, Codachio Manilio, lo Codachio di Nicola, Pascale, l’Aia Iarusso, l’Aia Santoro, l’Aia del lupo, la Strada di Fojano, Sopra la Strada di Fojano, Sotto la Strada di Fojano, le Strade, perzio pipulo / perzio Pepolo, la Massaria, sopra la massaria, li Marchetti, l’Immesa, le Mole / le Mola, lo ponte rutto, li Pontillj, la Contosina, lo Vagnaturo, le Critj, la pinsera / la pingera, L’aqua del Vasto, il piano del Vasto, lo Vasto / il Vasto, il podrunone / pedeunone, la Via di Benevento, la via di Roseto, la guardiola, lo Lionardo, lo Guasto, li Tufi, l’intanagliata / l’Intenagliata, la palata, li Strittj, dietro li Strittj, le Murgie, le Morgie di Marino / le Murge de Marino, la Montagna, Caggiano, l’orto di Giacomo lo sordo, l’orto Iafuiane, lambanede, lo Cieuzo, il pozzo di Bartolo, pozzo di Antonio Ferro, la Cerza dello Vaieto, le Cerze, li Scarajazzi, l’omo morto, il Bosco di San Gioannj a’ Mazzocca / San Gioannj Ammazzocca / il Bosco di Mazzoca, la Torra delli Monacj, dietro Corte, le Spine della Corte, la Castagna, Iardino, Corvaro / Corvaro e proprio ove si dice la Massaria delli Trugli, Torra d’Elice, la Frasseneta / Frasseneta seu Isca Caputa, Vado Gauriele confinante con lo feudo della Frasseneta, la Chiusa, Montrone, Machia rapillo, la Machia del pozzo, la Machia dello Monaco, lo Ceraso, le tamarice, Mirabella, lo feudo, Salvagito / Salvaggito , Limmerze di Salvaggito / L’immerza, lo pizzillo, li Mozzuni, li Verellj, Monte d’oro, al Beato Gio: Eremita e li pagliarinj.

ESEMPI TRATTI DAL LIBRO – DIRITTI RISERVATI

Description

CENNI SUI COGNOMI DELLE FAMIGLIE INSERITE NEL TESTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPUANO (6 nuclei familiari) – Cognome diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale, ha i suoi ceppi principali in Campania nel Napoletano e nel Salernitano. Dal punto di vista etimologico, deriva dall’etnico “capuano”, abitante o originario di Capua. Tra i nuclei familiari di Foiano nel 1742, si segnala quello del massaro benestante Giacomo Capuano di 49 anni che abita in casa propria di due membri, uno inferiore e l’altro superiore, a lo piano della Chiesa e paga 61 once, 11 grana e 9 cavalli.

CASAMASSA (4) – Cognome appartenente ad un unico ceppo familiare originario di Foiano di Val Fortore, ha come capostipite un tale Giovanni Carlo Casamassa, agricoltore nato nel citato centro sannita nell’anno 1595: nel corso dei secoli alcuni rami si distinsero dagli altri nuclei familiari omonimi migliorando con l’attività commerciale la propria condizione sociale ed economica. Dal punto di vista etimologico, il cognome in analisi deriverebbe dal toponimo pugliese Casamassima (BA), ampiamente diffuso come cognome in tutta la Puglia fino alla Capitanata confinante con il Sannio. Un’altra ipotesi, meno plausibile della precedente, ricondurrebbe invece l’origine del cognome all’interno degli stessi confini del territorio di Foiano, verso gli inizi del XVI secolo o ancora prima, dalla fusione dei due termini “Casa” e “Massa”, derivanti con ogni probabilità da un toponimo locale10.

CERRITO (1) – Estinto a Foiano, è attualmente registrato in Campania nel Casertano, principalmente nel borgo di Cellole, e nel Napoletano, mentre nel Beneventano è presente solo ad Airola. Il cognome deriva dal toponimo Cerreto, ad indicare la provenienza del ceppo familiare, in origine, da Cerreto Sannita o da altro luogo con tale denominazione per la presenza di “cerri”, varietà di quercia.

CILENTI / CILENTJ (13) – Tra i cognomi più diffusi all’epoca del Catasto Onciario, deriva dall’origine del ceppo familiare, ovvero dal Cilento, area del Salernitano. Secondo la tradizione tramandata in uno ramo di tale casata, il ceppo foianese discenderebbe dalla stirpe normanna dei d’Hauteville, meglio nota con il cognome italianizzato Altavilla o d’Altavilla, giunta in Italia nel 1035 quando cinque figli del capostipite conte Tancredi decisero di muoversi dalla Normandia. Il ramo familiare di Guglielmo detto “Braccio di Ferro”, per vicende politiche, si sarebbe rifugiato a Roccadaspide in provincia di Salerno, e da qui si sarebbe originato il soprannome “del Cilento”, in latino appunto Cilenti. Tale ramo degli Altavilla, imparentato con gli Aragonesi, tornò alla corte di Napoli durante il potere regio di Alfonso V d’Aragona, che nel 1442 sostituì la dinastia angioina. Riaccesasi però la dura lotta per il potere tra Angioini e Aragonesi, nel 1447 Giovanni il Rosso d’Altavilla, detto del Cilento, si sarebbe trasferito a Foiano di Val Fortore per tenersi al riparo dalla tempesta politica che avrebbe inevitabilmente travolto anche la sua famiglia. A Foiano nel 1469 sarebbe nato Andrea, detto Andreotto, capostipite dei Cilenti11.

CINNO (1) – Cognome estinto a Foiano e scomparso in tutto il Meridione d’Italia, deriverebbe dall’antico cognomen romano Cinna, di cui un esempio fu Lucius Cornelius Cinna, nome portato sia da un fautore di Mario che da suo figlio che il 15 marzo del 44 a.C. fu tra gli uccisori di Cesare. L’unica famiglia Cinno registrata nel Catasto Onciario del 1742 è quella del bracciale Pietro Cinno di 60 anni, mentre Antonia Cinno è sposata con il bracciale Raimondo Masella, Maria Cinno è moglie del tavernaro Michele d’Austino (d’Agostino) ed Orsola Cinno è vedova del quondam12 Donato Felippone.

COCCO / COCCA (1) – Estinto a Foiano di Val Fortore, dove nel 1742 è registrata la famiglia del massaro Giambattista Cocco di 24 anni che abita in casa propria a lo fosso Masillo, sopravvive nella duplice forma Cocco e Cocca. Mentre Cocco è panitaliano e diffuso principalmente in Sardegna, Lazio, Abruzzo, Campania e Puglia, ma anche in Veneto, Lombardia e Piemonte, Cocca è tipico del Sannio tra Campania, Puglia e Molise. Dal punto di vista etimologico, il cognome Cocca, nell’antichità Cauca, diede il nome secondo alcuni studiosi all’omonima città spagnola (oggi Coca), mentre in epoche successive si congiunse ad altri cognomi quali ad esempio Cocca-Nari e Cocca-Pani. Verso il XVI secolo nella variante Cocco si sarebbe diffuso a Venezia, come Della Cocca – o semplicemente Cocca o Cocco – in Sardegna ed Emilia Romagna mentre in alcuni stati europei sarebbe diventato Cocceis, Coccei e von Cocceji in alemanno, ma altrettanto usati furono pure Coca, Della Coca e Della Barca (la “cocca”, o “coca”, era appunto una grande barca usata nelle Crociate). Cocca, come toponimo, si ritrova invece utilizzato per un picco delle Alpi di Bergamo, un passo delle Alpi Lombarde e un lago del Principato Ultra. Il cognome è da tempo immemorabile uno dei più diffusi a San Marco dei Cavoti, ma tra le numerose famiglie Cocca qui vissute e tuttora viventi in paese, una in particolare (oggi non più residente in loco) si distinse per agiatezza e signorilità. Secondo un’altra ipotesi, sia Cocco che Cocca potrebbero derivare dalla cognominizzazione del nome normanno di mestiere basato sul termine escohier (“scuoiatore, pellettiere”), oppure da un soprannome originato dal termine longobardo skokka, col significato di “ronzino, cavallo da tiro”13.

CORVINO (1) – Cognome ampiamente diffuso in area meridionale italiana, specialmente in Campania e Puglia, deriva dal nome di persona Corvo o Corvino, attestato come cognomen già in epoca romana nella forma Corbus14. Nell’Onciario del 1743 di Castelpagano sono registrate ben undici famiglie con tale cognome, per cui si può ipotizzare una probabile origine castelpaganese del bracciale Vito Corvino di 32 anni presente nel Catasto Onciario di Foiano dell’anno 1742.

DEL GROSSO / GROSSO (3) – Tipico sannita, ma diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale, deriva dalla cognominizzazione del soprannome e nome Grosso, dal latino grossus, con il duplice significato di “grosso, grossolano” o di “fico che non matura”, ma divenuto già in epoca medievale sinonimo di “grande, imponente”. Si registra, nel Sannio, l’importante famiglia dei del Grosso di Colle Sannita che ha dato i natali all’illustre poeta, abate, matematico ed astronomo Remigio del Grosso (Colle, 1813 – Napoli, 1876)15.

DEL VECHIO / LO VECHIO (1) – Cognome ancora presente a Foiano nella forma Del Vecchio, è registrato per una sola famiglia nel Catasto Onciario del 1742, motivo per il quale si può ipotizzare per tutti i nuclei oggi presenti la comune origine dai capostipiti fratelli massari Donato e Melchiorre che risiedevano insieme con le rispettive mogli ed i figli in una casa di quattro stanze a la Ripa. Alla base del cognome vi è il nome Vecchio, che riflette un originario soprannome, appellativo o determinativo, formato da “vecchio”16.

DE MASI (7) – Diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale, con picchi di maggiore intensità a Roma, in Campania nel Napoletano, Beneventano e Casertano, in Puglia in provincia di Lecce e in Calabria specialmente a Fabrizia e Vibo Valentia, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Maso, aferetico di Tommaso, pluralizzato nella forma Masi. Il ceppo dei De Masi foianesi è originario di Colle Sannita, da dove si trasferirono a più riprese diversi componenti di questa famiglia, tra cui un Bartolomeo de Masi nato intorno al 1654 figlio di Jacopo de Masi e Lugretia Pilla, residente nella contrada Costapagliaja a Colle nel 1689 e che con moglie, e figli n. 3, passa in fuiano come risulta dallo Stato delle Anime della Terra del Colle dell’anno 170417. Tale Bartolomeo originario della Terra del Colle ed impiantatosi a Foiano presumibilmente nell’anno 1702 è sicuramente il padre del massaro possidente Domenico de Masi di 43 anni che nel 1742 abita in casa propria di membri sette, tre inferiori e quattro superiori, a il piano dello forno ed è coniugato con Maria Capuano di 43 anni.

DI MARCO (3) – Cognome panitaliano, ovvero ampiamente diffuso in tutto il territorio nazionale, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Marco, da cui Di Marco, De Marco e altre varianti. Il nome Marco continua l’antico praenomen romano Marcus (da Marticos, derivato di Mars, Martis, propriamente “dedicato, sacro al dio Marte”), affermatosi per il prestigio e il culto di San Marco Evangelista18.

DI ONOFRIO / D’ONOFRIO (5) – Cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Onofrio, si ritrova nel Catasto Onciario nelle forme intercambiabili di Onofrio e d’Onofrio, la seconda delle quali si è cristallizzata nel tempo ed è arrivata fino ai giorni nostri. Mentre Di Onofrio è rarissimo, D’Onofrio è panitaliano, con larga diffusione in Campania, Molise, Puglia, Abruzzo e basso Lazio.

DI TROJA (2) – Tramandato a Foiano nella sua forma semplice Troia, denota la provenienza del ceppo familiare dalla città di Troia in provincia di Foggia. Attualmente, il cognome Troia presenta due ceppi principali, a San Ferdinando di Puglia e in Sicilia occidentale, mentre la variante Di Troia è tipica di Altavilla Irpina nell’Avellinese. De Troia è invece diffuso in particolare a Lucera e a Bari, oltre che a Foggia.

FAUZO (5) – Tipico di Foiano di Val Fortore, dove il ceppo ha avuto probabilmente origine e si è poi trasformato in Fanzo, deriverebbe dalla cognominizzazione del soprannome dialettale “fauzo”, col significato di “falso”, “finto”. Attualmente il cognome Fanzo è registrato soltanto a Benevento, Foiano e San Bartolomeo in Galdo nel Sannio, nonché a Cisterna di Latina e a San Vittore nel Lazio.

FILIPPONE / FELIPPONE (1) – Cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite, è attestato nel Catasto Onciario di Foiano per il nucleo familiare di Orsola Cinno di 36 anni vidua del quondam (defunto) Donato Felippone che abita in casa propria di un membro a le mura delli Monacj. Felippone, quindi Filippone, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite, appunto Filippo o Filippone. In Irpinia, a Calabritto, il cognome è attestato già nel 1582 nella forma de Philippone19.

GENTILCORE (2) – Tipico del Sannio beneventano, dove è maggiormente diffuso a Molinara, Foiano di Val Fortore, Pago Veiano, San Marco dei Cavoti e Pesco Sannita, trae origine dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite, appunto Gentilcore. Nel Salernitano tale cognome è attestato già nel XV secolo con un Tommaso Gentilcore signore del feudo di San Zaccaria in Diano, sconfitto da Marino d’Alemagna conte di Buccino20.

IANZITO (1) – Attualmente tipico di Montefalcone di Val Fortore e registrato anche a Molinara, presentava in passato anche la variante Iansito o Iansiti, forma cognominale appartenuta a signorile famiglia di San Marco dei Cavoti. Particolarmente complessa è l’etimologia del cognome che, secondo quanto affermato dal defunto ingegner Enzo Jansiti, deriverebbe dal tedesco jenseits, stando a significare “dall’altra parte di”, “oltre”. Non è da escludere, in alternativa, che esso possa aver tratto parte dell’origine etimologica dal suffisso locale Ia-, da intendersi come l’espressione di un patronimico oppure come rafforzativo e semplice prostesi, fenomeno peraltro comunissimo non solo a San Marco (Iacocca, Ialeggio), ma anche nei Comuni vicini di Reino (Iavasile, Iadanza) e Colle Sannita (Iamarino, Iapozzuto). Il significato di tale suffisso potrebbe altresì derivare dal latino iam (già) mentre, per quanto concerne la seconda parte del cognome, essa potrebbe correlarsi al termine zito, molto diffuso in tutto il meridione d’Italia e legato a soprannomi dialettali originati appunto da zito e zita (“fidanzato”, “fidanzata”), oppure dal personale Zito, di derivazione persiana e con il significato antico di “fanciullo, fanciulla, vergine”. Ultima ipotesi – che peraltro pare la più verosimile – fa derivare il cognome dai termini latini iam e situs, quest’ultimo inteso sia come verbo che come sostantivo, ad indicare una stirpe che era già presente (iam [in] situ, o iam situs, cioè “già nel sito”, “già sito” oppure più genericamente iam insitus, “già inserito”), come può spiegarsi per San Marco dei Cavoti, all’atto della fondazione del paese avvenuta verso il 1385 circa ad opera dei Gavoti provenzali di Gap, congiuntamente agli scampati al sisma che distrusse il preesistente e non lontano San Severo. Tale tesi, peraltro, sarebbe suffragata dall’antica presenza, a San Marco, del cognome Cavoto, come a voler distinguere appunto i nuovi fondatori (ossia i Gavoti di Gap), dalle famiglie autoctone, cioè già stanziate sul territorio, appunto iam [in] situ, da cui poi, per contrazione, Iansitus21.

IATALESE (4) – Tipico di Foiano di Val Fortore e registrato anche a Molinara e Benevento, è originato dal borgo di provenienza del ceppo familiare, ovvero Telese. Il cognome infatti sembra formato dal suffisso prostetico Ia-, tipico sannita, e dal toponimo Telese, corrotto in Talese. Nel Catasto Onciario di Foiano, il più anziano documentato tra gli Iatalese è il capofamiglia Domenico, bracciale di 66 anni che abita in casa propria di membri due, uno sottano e l’atro soprano, a lo piano della Teglia.

MAFFIA (2) – Cognome campano, diffuso maggiormente nel Salernitano e nel Napoletano, trarrebbe origine dalla cognominizzazione in senso patronimico del personale Maffeo, corrotto per dialettizzazione nelle forme Maffio e Maffia. Gli unici capifamiglia con questo cognome che si ritrovano nel Catasto Onciario di Foiano sono il bracciale Domenico di soli 17 anni e il bracciale Giuseppe di 40 anni.

MARCHETTA / MARCHETTI (3) – Mentre Marchetti, forma pluralizzata, è attualmente massicciamente diffuso in tutta l’Italia e specialmente nelle aree centrale e settentrionale della Penisola, Marchetta si ritrova a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale. L’origine del cognome, in entrambe le forme, è dovuta alla cognominizzazione in senso patronimico del nome Marchetto, o matronimico del femminile Marchetta. Meno probabile la derivazione da “marchetta”, inteso come “piccola marca”, territorio governato da un marchese.

MASELLA (4) – Attualmente registrato principalmente in Lazio, Campania e Puglia, è ancora presente a Foiano nella forma originaria Masella, mentre si ritrova altrove nelle varianti Masello e Maselli. Il cognome dovrebbe derivare dall’aferesi del nome Tommaso, quindi poi Tommasello, Tomasello, Masello, Masella e Maselli. Diffuso attraverso il culto di San Tommaso, il nome è originato dal termine ebraico-aramaico tomà, che significa “gemello” 22.

PALUMBO (3) – Ornitonimo, ovvero cognome derivato da un nome di uccello, deriva dalla forma dialettale meridionale del termine “colombo”, appunto “palumbo”. Tale cognome è la cognominizzazione in senso patronimico del personale o soprannome Palumbo, nel medioevo attribuito agli infanti alla nascita in quanto “piccoli come uccellini”. In alcuni casi è riconducibile a casi di cognomi attribuiti a infanti proietti, ossia trovatelli. È diffuso in tutta Italia, con maggiore concentrazione al sud e specialmente in Campania, Puglia e Sicilia.

PASCALE (3) – Patronimico, è originato dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite, Pasquale o Pascale. Il nome Pasquale si diffuse in epoca medievale grazie al culto del santo e papa Pasquale I, che resse la cattedra di San Pietro dall’anno 817 all’824. Il cognome è diffuso a macchia di leopardo in Italia e trova maggiore concentrazione in area meridionale, in particolare in Campania, Puglia e Basilicata.

PECORA (1) – Diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale, presenta ceppi principali nel Lazio a Roma, in Campania nel Salernitano e nel Napoletano, in Basilicata, in Calabria e in Sicilia. Dal punto di vista etimologico, deriverebbe dalla cognominizzazione del soprannome Pecora, attribuito ai vari capostipiti dei diversi ceppi in relazione a caratteristiche fisiche, alla professione svolta o ad eventi legati alla vita quotidiana.

RICCELLA (2) – Attualmente rarissimo in Italia, registrato soltanto a Salerno, deriva dal soprannome cognominizzato Riccia o Riccella, legato all’aspetto fisico del capostipite, nel caso specifico dai capelli ricci o crespi. Una seconda ipotesi ricondurrebbe il cognome alla contrazione del nome Ricciardella, da Riccarda e quindi Riccardella, divenuto Riccella.

RUGGIERO (9) – Diffuso in tutta Italia ma tipico campano, è originato dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Ruggero o Ruggiero. Il personale è attestato fin dall’epoca medievale, come testimoniano figure storiche di rilievo quali ad esempio Ruggero da Salerno, detto anche Ruggero del Principato o Ruggero d’Antiochia, cavaliere normanno reggente del Principato di Antiochia dal 1112 al 1119. Il cognome risulta tra i più diffusi nella prima metà del Settecento a Foiano, dove tra i Ruggiero registrati spiccano i ricchi massari di campo Antonio e Lionardo.

RUSSO (2) – Panitaliano, ovvero diffuso in tutto il territorio nazionale, ma tipico campano, deriva dal termine latino rubeis, corrotto nella forma tardolatina russus, col significato di “rosso, dai capelli rossi”. Il soprannome “Russus”, poi cognominizzato, sembrerebbe in quest’accezione legato alle popolazioni di origini barbariche insediatesi nel Meridione in epoca medievale: peculiarità specialmente dei Normanni era, appunto, la capigliatura rossiccia23.

SCHETTINO (1) – Tipico campano, particolarmente diffuso nella fascia costiera compresa tra Napoli e Salerno, trae origine dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Schettino, forma aferetica di Franceschettino, da Franceschetto. Tale cognome, oggi estinto a Foiano, era ivi rappresentato all’epoca del Catasto Onciario dalla famiglia di Cosmo Schettino di 31 anni, fabricatore, ovvero mastro muratore.

SILVESTRO (4) – Ancora presente a Foiano nella forma pluralizzata Silvestri, è la cognominizzazione in senso patronimico del personale Silvestro, dal latino sylvestris, “selvatico, abitante della selva, del bosco”. L’agionimo Silvestro si diffuse per effetto del culto cristiano di San Silvestro I, papa dal 31 gennaio 314 al 31 dicembre 335, ed è attestato ad esempio anche a Grumo Nevano e a Frattamaggiore fin dalla prima metà del Seicento nella forma Silvestro, per poi modificarsi nell’attuale forma Silvestre a partire dal XIX secolo24.

TROJANO (1) – Attualmente ancora presente a Foiano, e si può ipotizzare che sia cognome di tutti i discendenti del massaro Giovanni Trojano di 58 anni registrato nel Catasto Onciario, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Troiano o Trojano. Una seconda ipotesi protenderebbe nell’attribuire la derivazione di tale cognome alla provenienza dalla città di Troia, nel Foggiano, accomunando questo ceppo a quello sempre foianese dei di Troja.

Cognomi dei FORASTIERI ABITANTI LAICI

BALLONE da Scanno (3) – Estinto a Foiano, dove è poi diventato Bellone, è stato il cognome di tre famiglie provenienti da Scanno in Abruzzo, regione in cui è attualmente presente a Pescara, a Francavilla al Mare e a San Giovanni Teatino in provincia di Chieti e in altri centri. I Ballone abruzzesi residenti a Foiano all’epoca del Catasto Onciario sono Carlo, fabricatore di 45 anni, Francesco, massaro di 40 anni, e Michele, mastro calzolajo di 45 anni. Il cognome deriverebbe dal patronimico Ballone, variante di Bellone, e dunque dal nome Bello.

BASILONE da Colle (1) – Tra i cognomi tipici di Colle Sannita, Basilone è documentato in loco fin dalle prime attestazioni parrocchiali: nei Libri Baptizatorum più antichi Giovanni Antonio, Francesco, Dolcissima, Laura, Pietro, Giovanni, Diana e Camilla sono i nominativi dei primi Basilone registrati, tra il 1598 e il 1611. Dal punto di vista etimologico, è originato dalla cognominizzazione del nome Basilio, continuazione del latino Basilius, a sua volta adattamento del personale greco Basileios, col significato di “regale” (dal termine Basileus, ossia “re”), affermatosi in Italia già nell’alto medioevo specialmente grazie al culto di tradizione greco-bizantina di San Basile il Grande di Cesarea, vissuto nel IV secolo25.

CAGGIANO da Matrice (1) – Diffuso tra Campania, Basilicata e Puglia, deriva dalla cognominizzazione del toponimo di origine del luogo di provenienza del ceppo familiare, appunto Caggiano, piccolo e grazioso comune in provincia di Salerno oppure da altri toponimi simili. Stesso nei pressi di Foiano vi era un territorio denominato Caggiano. Tale nome di località potrebbe derivare dal genitivo latino Caiani, ovvero “di Caiano”, “appartenente a Caiano”, da Caius intendendo Caianus come “figlio di Caio”. L’unica famiglia Caggiano registrata nel Catasto Onciario di Foiano è quella del capofamiglia Crescenzo, bracciale di 24 anni della Terra di Matrice, attualmente in provincia di Campobasso.

CAPUANO da Baselice (1) – Cognome registrato già per altri nuclei familiari foianesi (cfr. supra, Capuano), ha tra i capifamiglia anche il bracciale Francesco Capuano di 43 anni, che invece proviene dalla Terra di Baselice.

D’ARCANGELO da Montefalcone (1) – Cognome tipico abruzzese, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Arcangelo. Nel Catasto Onciario è presente la rivela del fornaro Domenico d’Arcangelo di 62 anni della Terra di Monte Falcone (Montefalcone di Val Fortore). Le famiglie che attualmente hanno questo cognome e risiedono a Foiano sono probabilmente tutte discendenti dirette di tale Domenico, nato intorno al 1680 e proveniente da Montefalcone.

D’AUSTINO da San Giorgio (D’Agostino, 1) – Panitaliano, ovvero ampiamente diffuso in tutto il territorio nazionale, è una forma cognominale patronimica con alla base il supernomen latino imperiale Augustus, diffusosi nel mondo romano per essere stato il titolo del primo imperatore Gaius Iulius Caesar Octavianus, nominato Augustus dal Senato nel 27 a.C. Il termine “Augusto” deriverebbe del verbo augeo, che ha in latino il significato di “accrescere”: dunque gli “Augusti”, gli imperatori, erano considerati come coloro che avevano il compito e la capacità di accrescere la ricchezza, il benessere, la floridezza dello Stato, grazie al potere che rivestivano. L’appellativo Augusto vuol dire anche “venerabile” e, soprattutto, “protetto dagli dei”, “consacrato agli àuguri, favorito da buoni auspici”, ricollegandosi all’aggettivo greco sebastòs, col significato di “venerabile”, utilizzato in Oriente per indicare le divinità o i sovrani più importanti, innalzati al grado di teòs dopo la morte. Una seconda ipotesi indurrebbe invece a far derivare il nome, e quindi anche il cognome, dal soprannome “Agosto” o “Agostino”, attribuito nei secoli passati agli infanti venuti alla luce nel mese di agosto. Il nome si diffuse poi nei primi secoli del Cristianesimo grazie al culto di Sant’Agostino (354-430), Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, autore delle famose Confessioni. Nel Sannio, oltre ai D’Agostino di Pesco Sannita, è registrata una consistente presenza di ceppi familiari omonimi nei Comuni di Circello e Colle Sannita, mentre persiste il ceppo di Castelpagano, già attestato nell’Onciario del 174326.

DEL GROSSO da Colle (3) – Cfr. supra, Del Grosso.

DI ALESIO da Montefalcone (D’Alessio, 3) – Molto diffuso nel Mezzogiorno, e soprattutto in Campania nell’Avellinese, deriva dal nome del capostipite che si chiamava appunto Alessio. Il personale Alessio è originato dal latino Alexius – adattamento del greco Aléxios, originato a sua volta dal più antico nome Álexis, derivato probabilmente dal verbo aléxein, “proteggere” – e si è diffuso in epoca cristiana grazie al culto dei santi Alessio di Roma, protettore dei mendicanti morto secondo la tradizione nel 412 d.C., ed Alessio Falconieri, fiorentino morto a 110 anni nel 1310. È interessante notare come in un manoscritto redatto in Irpinia, il 15 agosto 1582, per l’elezione del sindaco dell’Università di Calabritto, il cognome compaia trascritto anche nelle forme de Alexio e dealessio27.

DI BELLO da Baselice (1) – Diffuso a macchia di leopardo prevalentemente in Italia centro-meridionale, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del soprannome e poi nome di persona Bello, già frequente con vari alterati e derivati a partire dall’alto medioevo, formato dall’aggettivo “bello” come constatazione di bellezza o augurio che un figlio cresca bello28. L’origine è tardolatina, da bellus-bella-bellum, “piacevole alla vista” 29.

DI GIROLAMO da Molinara (1) – Ampiamente diffuso in Italia centrale e meridionale, in Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia, ha alla base il nome di persona Girolamo, cognominizzato in senso patronimico. La sua variante De Girolamo continua ad essere registrata nel Sannio beneventano a Pago Veiano, Benevento, Pietrelcina, San Nicola Manfredi, San Salvatore Telesino, San Giorgio del Sannio, Paduli e Castelfranco in Miscano.

DI LUZIO da Torricella (2) – Patronimico, derivato dal nome del capostipite Luzio, è cognome tipico abruzzese. Alla base è il praenomen romano, poi cognomen e nomen, Lucius. Più diffusa in Italia è la forma patronimica Luzzi, registrata in Campania maggiormente nel Napoletano e nel Salernitano.

DI ROLLO da Castelpagano (1) – Estinto a Castelpagano, ma ancora molto diffuso in Campania e Puglia nella forma Rollo, deriverebbe dalla cognominizzazione in senso patronimico del personale medievale Rollo, forma alterata del nome Rolando o Rollando, documentato in Italia a partire dal IX secolo nelle forme Rodolandus, Rodelandus o Rodilandus e dal X e dall’XI secolo in quelle Rolandus e Rollandus. Il nome fu introdotto in Italia dai Franchi e si è diffuso ed affermato nel XII secolo con l’epica carolingica francese, e in particolare con la Chanson de Roland, per il prestigio e la notorietà dell’eroe principale Roland, il primo paladino di Carlo Magno. Dal punto di vista etimologico, è originato dai termini hroth, “fama, gloria”, e nanthaz, “audace, ardito” col significato, dunque, di “glorioso per il suo ardimento” o “che ha fama di ardito” 30. Nel Catasto Onciario di Castelpagano, del 1743, risultano residenti in tale borgo quattro famiglie di Rollo, mentre nel 1742 a Foiano è registrata soltanto la famiglia del bracciale Antonio di Rollo di 40 anni della Terra di Castielpagano, che abita nella casa della Venerabile Cappella di Santa Maria della Libera pagandone annui carlini venticinque d’affitto e non possiede altri beni di sorta alcuna vivendo colle sue proprie fatiche.

DI STASIO da Montefalcone (1) – Attualmente registrato a Foiano nelle forme cognominali Di Stasio e Di Stazio. Stasio è tipico di Napoli, Serre nel Salernitano, Sant’Antimo, Cava de’ Tirreni e Torre del Greco; Stasi è partenopeo, con propaggini di diffusione a Durazzano nel Beneventano, Torre del Greco, Benevento e Albanella in provincia di Salerno; Di Stasio è registrato principalmente a Napoli, Luogosano nell’Avellinese, Sessa Aurunca e Caserta, con una larga concentrazione di occorrenze anche nei Comuni di Mugnano di Napoli, Grazzanise, Salerno e Torre del Greco, e risulta anche attestato nei documenti parrocchiali di Vietri sul Mare, vicino Salerno, fin dal XVI secolo; De Stasio, oltre ad essere diffuso nel capoluogo di regione campano, è specifico di Mugnano di Napoli, Benevento, Giugliano e Marano di Napoli. Dal punto di vista etimologico, il cognome Stasio e le sue varianti sono la cognominizzazione in senso patronimico dell’ipocoristico aferetico di Anastasio, Stasio, dal greco Anastasios, composto da ana (“su”, “di nuovo”) e stasis (“che sta”), col significato originario di “risorto”. Il nome di persona Anastasio ed il suo aferetico Stasio si diffusero grazie al Cristianesimo per il culto dei santi Anastasio di Camerino, dove fu martire nel 251 insieme alla moglie Teopista ed i figli Aradio, Evodio (Ebodi), Callisto, Felice, Eufemia e Primitiva, Anastasio vescovo di Antiochia, giustiziato sotto l’imperatore bizantino Foca (602-610), e Anastasio il Persiano, monaco martire a Resafa in Siria nel 62831.

D’OTO da Montefalcone (1) – Attualmente registrato a Foiano nella forma Doto, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome di persona Oto. Il personale affonda le radici nel greco antico Ôtos, nome di un personaggio della mitologia greca, un gigante Aloade, figlio di Poseidone e di Ifimedia.

EMANUELE da Campomarano (1) – Ancora registrato a Foiano nella forma Emanuele, ma all’epoca del Catasto Onciario presente anche a Castelpagano dove si è trasformato in Manuele e da dove si è trapiantato anche a Cercemaggiore32, ha alla base il nome Emanuele, o Manuele con l’aferesi della “E” iniziale, già comune in documenti toscani del XIII secolo nelle forme Hemanuellus, Manuellus o Manovellus. Il nome, israelitico ma anche cristiano, risale, attraverso l’adattamento latino Emmanuel, dal greco biblico Emmanue’l, all’ebraico ‘Immanu’el, che ha il significato di “Dio è con noi”, ed è il titolo con cui il profeta Isaia denomina il futuro Messia. Un Tomaso Emanuele in qualità di vaccaro risulta tra i laici a servizio del monastero nel Catasto Onciario di Cercemaggiore, redatto negli anni 1741-1748. Sempre a Cercemaggiore, l’Onciario di quel paese individua due capifamiglia con il cognome Manuele, ovvero il bracciale Filippo e il sartore Tommaso33.

ESPOSITO (1) – Di derivazione dal latino expositus, exposita, expositum, con il significato di “esposto”, tale cognome era attribuito agli infanti “figli della colpa o del peccato” abbandonati (quindi expositi, ovvero “esposti”) presso brefotrofi, strutture religiose o sugli usci di case private: usata per secoli da istituti di carità, la cosiddetta “ruota degli esposti” era il più comune sistema di accoglimento di neonati abbandonati, escogitato per salvare loro la vita. Dal 1811 a Napoli, per porre fine al “marchio d’infamia” dei cognomi che sottolineavano lo status di trovatello, si propose di assegnare ai neonati abbandonati un cognome d’ufficio, eliminando lo storico Esposito, che fu però ancora attribuito a molti “infanti proietti” fino alla metà del XX secolo34.

FELIGNO da San Bartolomeo (1) – Cognome estinto in tutta Italia, è registrato per la famiglia del bracciale Nicola Feligno di 33 anni della Terra di San Bartolomeo. Dal punto di vista etimologico, sembrerebbe ricondurre all’origine del ceppo familiare da Foligno, nota cittadina umbra.

FIGLIOLA da Montefalcone (1) – Diffuso a macchia di leopardo in tutta Italia, attualmente tipico di Montefalcone di Val Fortore ma registrato anche ad Agropoli nel Salernitano, deriva dalla cognominizzazione del soprannome “figliola”, ancora oggi adoperato come epiteto dialettale nel Sannio per indicare fanciulle o giovani donne.

GIGLIO da Baselice (1) – Cognome panitaliano, ha come origine il soprannome e nome Giglio, dall’omonimo fiore. Nel Sannio tale cognome è registrato nel Settecento sia a Foiano, come proveniente da Baselice, che a Castelpagano, dove appartenne all’arciprete Giovanni Battista Giglio da Castelvetere di Val Fortore. È documentato anche lo stemma familiare dell’antico prelato originario di Castelvetere, con cappellone e nappe ed attualmente murato su un caseggiato prospiciente la piazza, in alto, nell’angolo con via Giuseppe Ottone (già via Fontanella) a Castelpagano; un’altra arme, con iscrizione SVMPTIBVS (…) GIGLIO / AN(NO) D(OMINI) 1751, coronata, è sulla casa arcipretale, in corrispondenza dell’odierna torre dell’orologio, sempre a Castelpagano35.

GURGONE da Baselice (1) – Cognome raro in Italia, attualmente registrato in Campania solo a Torre Annunziata, Scafati, Pompei e Caserta, deriverebbe dalla cognominizzazione di un soprannome legato all’origine del ceppo familiare, da un “gorgo” o “gurgone”, dal latino gurges, ossia “sorgente”, riferendosi ad una fonte d’acqua. Tale toponimo potrebbe riferirsi anche all’aspetto di una “gorga”, ovvero di una gola.

IAMPIETRO da Baselice (2) – Cognome tipico di Baselice, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite, appunto Iampietro dall’unione dei nomi Giovanni e Pietro. Il cognome è attestato a Baselice fin dai documenti tardocinquecenteschi. A Baselice ha origine pure la signorile famiglia dei Giampietro di San Marco dei Cavoti.

MAFFEO / MAFFEI da Roseto (2) – Tipico campano nella forma singolare Maffeo, con propaggini di diffusione anche in Lombardia e Piemonte, e panitaliano nella variante pluralizzata Maffei, è originato dalla cognominizzazione in senso patronimico del personale Maffeo (cfr. supra, Maffia).

MARINO (1) da Castelpagano – Panitaliano, ovvero ampiamente diffuso in tutto il territorio nazionale, deriva dal personale Marino, secondo la tradizione originato dall’aggettivo latino marinus (marino, appartenente al mare) ma con ogni probabilità formatosi dal nome Marius, l’attuale Mario. Il personale Marino acquisì popolarità in epoca altomedievale grazie al culto di San Marino di Cesarea, centurione martirizzato per decapitazione sotto l’imperatore Gallieno (253-268) per il reato di aver affermato la sua fede cristiana. Un tale Urso cognomine de Marino, documentato nel Codice Diplomatico Svevo di Aversa, fece testamento nel 1205 in favore dei figli Filippo e Peregrino36. Nello stesso periodo, come risulta dal Catasto Onciario del 1743 di Castelpagano, non sono ivi registrate famiglie Marino, cognome attestato già dal XVI secolo nei borghi limitrofi come Colle Sannita e Cercemaggiore37.

MARUCCIO da Baselice (1) – Tipico di Baselice, dove attualmente è registrato nella forma pluralizzata Marucci, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite del ceppo familiare, Maruccio, variante di Mariuccio, da Mario, o dal nomen latino Marucius e dal suo derivato medioevale Maruccius.

MAZZONE da Baselice (1) – Estinto sia a Baselice che a Foiano, è attualmente cognome tipico del Napoletano e del Beneventano. Ha alla base il soprannome “mazza”, deverbale di “ammazzare” oppure derivato di un soprannome legato ad un mestiere. Non è da scartare l’ipotesi di origine patronimica dal personale germanico Mazone o Matzone, dal nome Mazo.

MINIELLO da Montefalcone (1) – Cognome attualmente registrato in Molise, con maggiore concentrazione a Ripalimosani, Mirabello Sannitico, Rotello e Campobasso, presenta un altro ceppo nel Napoletano a Mondragone e deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del capostipite Miniello, aferetico di Carminiello, da Carmine.

MUCCIO da San Marco (1) – Attualmente registrato nel Sannio nelle due forme cognominali Muccio e Di Muccio, deriva dalla cognominizzazione del personale Muccio, da Mimmuccio (Mimmo, diminutivo di Domenico). A San Marco dei Cavoti è ancora presente nella variante Di Muccio, mentre in antico il cognome è attestato nel Sannio anche nella versione Iamuccio, con il suffisso prostetico Ia- con funzione patronimica.

PACIFICO da Montefalcone (1) – Tipico cognome dell’Italia centro-meridionale, con maggiore diffusione in Campania e nell’area di confine di tale regione con la Puglia e il Molise, è originato dal nome tardolatino Pacifico, cognominizzato in senso patronimico.

PELUSO da San Bartolomeo (1) – Panitaliano, con più alta concentrazione in Campania, deriva dal soprannome, poi cognominizzato “peloso”. A San Bartolomeo in Galdo il cognome sopravvive nella forma italianizzata e pluralizzata Pelosi.

RICCIO da Baselice (1) – Diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale ma prevalentemente campano, è formato dal soprannome “riccio”, utilizzato nell’accezione di “ricciuto, dai capelli ricci”, da cui anche i cognomi Ricci, Rizzo e Rizzuto38. Attualmente a Foiano il cognome è registrato nella forma pluralizzata Ricci.

RUSSO da Biccari (1) – Cfr. supra, Russo.

SCHETTINO da Lucera (1) – Cfr. supra, Schettino.

SODANO (1) da Montecalvo – Tipico del Napoletano, è originato dal toponimo Sodo, comune come denominazione di piccoli centri e località, dal latino solidum, “terreno non dissodato, duro e compatto”39. In alcuni casi potrebbe derivare dal soprannome Soldano, variante dialettale della carica di sultano.

SPINA (1) da Cercemaggiore – Panitaliano, deriva dal latino spina, “spina” o “punta acuminata”, dal radicale indoeuropeo spin-, “pungente”, onde il significato generale estensivo di “sporgenza appuntita”. Tale cognome è presente a Cercemaggiore, anche se in forma più sporadica, dai primi del XVII secolo grazie a più ondate migratorie dalla vicina Santa Croce del Sannio. Dal 15 agosto del 1640 al 15 del 1641 è noto un “Horatio Spina” insieme a tal Nardo Basile nella carica di amministratore di Santa Maria a Monte. In un appunto dell’arciprete Don Luca Massaro per l’anno 1642 è invece scritto: si è dato in affitto a Mariano Spina due t(omol)i di territorio lavorativo nel loco detto San Giovanni, ed S(ant)o Mariano e Giuseppe Spina suo fratello confinante (…) carlini eius l’anno durante d(ett)o affitto e Duc(at)i sei, q(ua)le territorio del ora q(uonda)m Iacomo Spina. Nel 1651 un Francesco Spina lascia per testamento alla Confraternita del Santissimo Crocifisso del Venerabile Monte di Pietà fra le altre, 2 misure grano e monete per grana 5. Di pochi anni abbiamo notizia dello stesso Francesco et Gio(vanni) Vittorio olim Proc(urato)ri nell’anno 1659 et 6040.

SUMMONTE da Baselice (1) – Cognome tipico di Baselice, dove in passato è documentata una nobile famiglia con tale cognome, ha origine dal toponimo Summonte. Personaggio ben noto con questo cognome fu Giovanni Antonio Summonte, autore della famosa Historia della città e Regno di Napoli, i cui primi due volumi furono pubblicati tra il 1601 e il 1602.

TALIANO da Baselice (1) – Attualmente molto raro, registrato principalmente in Piemonte, ha origine dalla cognominizzazione in senso patronimico del personale Taliano, aferetico di Vitaliano, dal gentilizio latino Vitalianus, che è probabilmente un patronimico del nome Vitale, quindi avente il significato di “figlio di Vitale”, “appartenente a Vitale”.

TOZZI da Montefalcone (1) – Cognome panitaliano, ovvero largamente diffuso in tutto il territorio nazionale, deriva dall’ipocoristico aferetico Tozzo, originato da personali quali ad esempio Lambertozzo, Albertozzo, Robertozzo, Bertozzo, etc. Da non escludere la possibile origine dal longobardo Tozo o Tozilo, documentato in Italia a Bergamo già nella metà dell’VIII secolo, oppure dal soprannome canzonatorio cognominizzato “tozzo”, dal latino tunsus o tusus, participio passato di tundere (pestare, ammaccare), col significato di “persona dalla bassa statura e corporatura pesante e massiccia”41.

ZICCARDO da Alberona (1) – Raro nella forma Zicardo, ma più diffuso nella sua pluralizzazione Ziccardi, registrato principalmente in Campania e Puglia, deriva dalla cognominizzazione in senso patronimico del personale Ziccardo, variante di Riccardo.

ZILLA da Scanno (1) – Rarissimo, attualmente registrato in Campania solo a Montefalcone di Val Fortore e a Benevento, scomparso in Abruzzo da dove proveniva, dal punto di vista etimologico potrebbe derivare dal nome Zilia, da Giulia, o da Egidia, a sua volta dal latino Aegidia.

Altri cognomi sono registrati nel Catasto Onciario di Foiano per i possessori esteri, ovvero coloro che avevano proprietà nel territorio di Foiano ma risiedevano altrove. Tra i possessori di San Bartolomeo in Galdo, troviamo i seguenti cognomi: Aucelli, Austiniello (Agostinelli), Braca, Casamassa, Cenicolo, Codirienzo (Codirenzi), Colagrosso (Colarusso), Colatruglio, Creolese/Crealese (Crialese), dello Marro, di Iura, di Rienzo (Di Renzo), d’Onofrio, Fierro (Ferro), Gallo, Gizzi, Iamiro (Ianiro), Iannantuono, Iaroccia, Mancuso, Mariello, Mascia, Massimo, Minichillo, Monaco, Patuto, Peluso (Pelosi), Petrillo/Pitrillo, Petta, Pizza (Pizzi), Stelluto, Viglione. Tra quelli originari di Montefalcone: d’Imperio, Gizzi, Pauletti/Pauletta (Paoletti), Ruggiero e Zeppa. Infine, tra i baselicesi vi erano le famiglie: Cece, Coluccio (Colucci), di Lella, Lembo, Maruccio (Marucci), Mattia, Paulozza (Paolozza), Pisciotto, Pitrocellj (Petruccelli), Russo, Silvestro (Silvestri), Stravato, Taliano.

Ancora ulteriori cognomi si sono aggiunti nel corso dei secoli a Foiano di Val Fortore, unendosi a quelli antichi autoctoni o introdotti da famiglie trasferitesi in loco in passato. Attualmente, i cognomi nuovi sono: Antonucci, Barbato, Bentivegna, Bianco, Boragine, Brita, Brunetti, Canonico, Caroscio, Caruso, Casiere, Casiero, Castellucci, Cece, Celentano, Cetola, Ciarmoli, Cifelli, Circelli, Colucci, Curiale, De Francesco, D’Imperio, Facchiano, Faioli, Ferro, Giovinetti, Givinetti, Iafaioli, Iafioli, Iammarino, Impietro, La Bella, Lanzetta, La Zazzera, Lucarelli, Maddalena, Mansolino, Mansollino, Marticci, Martucci, Martuccio, Mascia, Mercurio, Miresse, Marciano, Mutarelli, Nicoletti, Olivieri, Paoletta, Paoletti, Patrone, Pellegrino, Petruccelli, Pettorossi, Picuccio, Pistolotto, Polzella, Pulzella, Rainone, Rinaldi, Rossi, Ruggiera, Sannio, Serio, Servodio, Soscia, Stravato, Tripaldella, Tudisco, Tutolo, Valente, Virgilio e Zappile.

 

DIRITTI RISERVATI

Dettagli

EAN

9788872970133

ISBN

887297013X

Pagine

96

Autore

Paolucci

Editore

ABE Napoli

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