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NOTA INTRODUTTIVA di Donato Bellasalma*
Questo ulteriore lavoro del Prof.Virgilio Iandiorio, appassionato studioso di personaggi del nostro territorio, entusiasta ricercatore di nuovi filoni culturali, è una tappa significativa di ricerca con spunti del tutto originali su due grandi venosini, Roberto Maranta e Luigi Tansillo, giurista eccelso il primo, poeta fecondo ed originale il secondo.
Questo secondo volume sulle vicende venosine del 500, diviso in due parti, accende i riflettori, con una angolazione innovativa sotto forma dell’intervista, sui due personaggi definiti minori della storia di Venosa ma che hanno invece lasciato una traccia indelebile nello studio e nell’applicazione del diritto e nella poetica nazionale. Un’iniziativa volta ad aprire ad un pubblico sempre piu’ vasto la conoscenza di due illustri personaggi che sono stati parte integrante della storia e della cultura non solo nazionale.
La Città di Venosa, famosa a livello internazionale per aver dato i natali a Quinto Orazio Flacco, grande poeta della latinità, a Gesualdo da Venosa, principe dei musici, a Giovanni Battista De Luca, grande giurista del 600. Pasquale del Giudice, nato a Venosa nel 1842, docente e preside della facoltà di Giurisprudenza all’Università di Pavia, deve annoverare Luigi Tansillo e Roberto Maranta nel «Pantheon» di coloro che sono parte integrante della sua storia e della sua cultura.
Luigi Tansillo era una guardia personale del viceré Pedro di Toledo. Nato nel 1510 a Venosa (morì a Teano nel 1568), era nato da una famiglia della nobiltà di Nola. Entrato alla corte del viceré Toledo, lo seguì in molte spedizioni, dividendosi tra gli impegni militari e l’esercizio poetico. Conobbe ed ammirò Vittoria Colonna, strinse amicizia con Garcilaso de la Vega (che lo ricorda nelle sue Rime) e lesse i versi di Juan Boscàn, l’altro grande del Cinquecento spagnolo. Non ebbe grande fortuna editoriale in vita: i versi un po’ lascivi del poemetto Il vendemmiatore gli costarono l’ iscrizione nell’indice dei libri proibiti; ma bastarono i pochi sonetti pubblicati nelle antologie veneziane a fargli guadagnare la stima di lettori e critici contemporanei. Grazie ad un paio di raccolte manoscritte, Tansillo fu presto letto ed imitato non solo dai poeti spagnoli, ma anche in Francia e in Inghilterra.
Roberto Maranta nacque nel 1476 a Venosa (qui mori il 1535), in Basilicata, che all’epoca era angioina (città che peraltro, come prima detto, circa un secolo e mezzo dopo, in pieno Seicento, avrebbe dato i natali anche ad un altro celebratissimo giurista, il cardinale Giovanni Battista de Luca). Si laureò a Napoli prima del 1502 e si dedicò inizialmente e per molti anni alla professione di avvocato, all’incirca tra il 1507 e il 1520, dividendosi tra Salerno, Venosa e Molfetta. La fama così acquistata fu tanta da valergli la chiamata come professore dapprima presso l’Università di Salerno (i biografi peraltro rilevano come l’arrivo allo studium di Salerno del Maranta costituisca un importante tassello del programma mecenatesco del principe di Salerno Ferrante Sanseverino, dando il via ad una stagione di aperture a nuove discipline dopo i fasti della celebre scuola medica).
Dopo l’insegnamento salernitano, quello in terra di Sicilia, probabilmente a Palermo, ed infine nella capitale, con la chiamata presso l’Università di Napoli (rimangono tuttavia ancora non ben definite le date dei passaggi da uno studium all’altro). La sua produzione fu essenzialmente pratica: l’opera che gli diede maggior fama è certamente lo Speculum aureum et lumen advocatorum, redatto tra il 1520 e il 1525 ma edito solo nel 1540 – circa 5 anni dopo la sua morte – per iniziativa del figlio Pomponio, studente padovano, sollecitato a ciò, a sua volta, da un altro grande giurista come Marco Mantova Benavides. Tra le altre opere vanno segnalate Consilia seu Responsa (edito ne1591) e Singularia et iuris notabilia (edito nel 1616). Alcune di queste opere sono conservate nella biblioteca comunale di Venosa all’interno del Castello «Pirro del Balzo». Versato negli studi letterari, scrisse poesie e sonetti in italiano ed in latino, nonché un De Sommariis delle leggi feudali, canoniche e civili, di cui ci dà notizia nella sua Cronaca, Giacomo Cenna letterato e storiografo venosino (Venosa 1560- 1640).
Luigi Tansillo e Roberto Maranta erano accomunati dai natali venosini di cui erano orgogliosi. Tansillo, nella supplica al Vicerè di Napoli, diretta ad ottenere che da Venosa fossero allontanati gli alloggiamento spagnoli scrive di Maranta: — Qui nacque e qui morio ai tempi nostri il Maranta, i cui libri andano il mondo sotto il favor dei privilegi vostri. Legista incorruttibile e profondo. Filosofo cattolico e sottile, e poeta umilissimo e giocondo.
Tansillo di sè stesso scrisse: — Mio padre a Nola io a Venosa nacqui. L’una l’origine mi diede l’altra cuna. Il che nei versi miei talor non tacqui.
Personaggi illustri ma non celebrati adeguatamente. Nell’ambito delle manifestazioni di celebrazione del V Centenario della nascita del poeta Tansillo, l’11 settembre 2010, presso il loggiato del Castello ducale «del Balzo», il Prof. Tobia Toscano, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento Filologia moderna, tenne un pubblica conferenza. Il 24 – 25 settembre 2010, a Nola, in collaborazione con l’Ateneo Federiciano di Napoli, presso la Chiesa dei SS.Apostoli si è svolto un convegno internazionale sulla figura del poeta venosino.
Alla manifestazione, come raccontano le cronache, hanno preso parte studiosi di fama internazionale: Prof. Tobia Toscano (curatore dell’evento), il Prof. Saverio Carillo, i professori Gennaro Toscano, Riccardo Nalli, Amedeo Quondam e Carlos Josè Hernando Sànchez. Per ricordare degnamente la figura di Roberto Maranta , tuttavia bisogna attendere il marzo 2017, allorquando un gruppo di avvocati della zona del Vulture-Melfese ha costituito l’associazione forense che porta il suo nome e di cui mi onoro di essere il Presidente.
L’Associazione, che non ha scopo di lucro, intende promuovere i valori della legalità e della giustizia, nonché favorire l’aggregazione, la condivisione di esperienze e lo scambio di informazioni, rapporti, conoscenze, suggerimenti e aiuti tra coloro che operano nel mondo del diritto. Organizza convegni e incontri su temi di interesse giuridico; assume posizione di fronte ad avvenimenti di attualità che possono interessare il valore e la pratica della giustizia, svolge attività di orientamento e formazione professionale; Svolge attività di impulso nei confronti degli enti istituzionali. L’Associazione Forense «Roberto Maranta» è cresciuta in questi anni non solo nei numeri, potendo annoverare circa 150 associati, ma soprattutto nella considerazione della intera categoria forense. L’azione dell’Associazione proseguirà per il futuro promuovendo l’ opera e la figura del giurista Roberto Maranta e le risorse umani ed intellettuali della nostra classe forense.
Un ringraziamento doveroso va all’editore Arturo Bascetta, persona dotata di sensibilità umanistica non comune e dello slancio tipico degli uomini di passioni generose. La sua attività editoriale è un lievito che documenta e commemora, personaggi, costumi, identità di popoli e luci di civiltà passate.
Donato Bellasalma, Avvocato, Presidente Associazione Forense «Roberto Maranta»
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