3.DIRITTO & DELITTI NEL CINQUECENTO. Nella Venosa di Roberto Maranta – 3 p. Scene del Crimine. Palazzo San Gervasio e Venosa

15,00


Copertina posteriore

TRADUZIONI DI FATTI CRIMINOSI DI 500 ANNI FA ACCADUTI FRA PUGLIA E BASILICATA:

Roberto Maranta nacque a Venosa (PZ) nel 1476, e in questa città lucana morì quasi certamente poco dopo il 1534. Giurisperito molto apprezzato dai contemporanei non solo della sua terra, Roberto Maranta era chiamato dalle varie corti (tribunali) delle città del Regno di Napoli a dare il suo autorevole parere su controversie giudiziarie che erano insorte tra i privati cittadini.

Attraverso i suoi 148 pareri quasi vincolanti, raccolti nel libro Consilia sive responsa, edizione postuma del 1591, si può ripercorrere la storia quotidiana della sua città, e di altre del Regno, nella prima metà del XVI secolo. Vita quotidiana fatta di relazioni tra i cittadini, fra le famiglie, e il loro rapporto con le istituzioni locali. Le controversie giudiziarie, con il loro carico di delusioni, ire e talvolta di vendette, ci forniscono elementi sicuri per ricostruire i rapporti sociali nelle comunità del Mezzogiorno di mezzo millennio fa.

Description

NOTA INTRODUTTIVA di Donato Bellasalma*

La terza parte della saga dei Diritti e Delitti nel Cinquecento nella Lucania di Roberto Maranta, è tradotta e raccontata in maniera mirabile dal Prof. Virgilio Iandiorio ed è un punto rilevante nel suo lavoro intenso e ricco di spunti di ricerca.
Storie di crimini e misfatti che descrivono una spaccato della società e dell’amministrazione della giustizia di quei tempi.
Ogni capitolo racconta un punto di vista sul mondo, è dedicato a un tema diverso ed è coniugato con il racconto di episodi, aneddoti ed esperienze di carattere giuridico. Una sorta di biografia spezzettata di Roberto Maranta che non segue un arco temporale lineare, ma racconta episodi della vita e della società di quel tempo.
Il giurista, nato a Venosa nella seconda metà sec. XV, si affermò nell’ambito della corrente cosiddetta dei “pratici”; insegnò diritto nello Studio salernitano e operò anche in Sicilia. Tra le sue opere pubblicate postume, la più importante è il Tractatus de ordine iudiciarum sive Speculum aureum (1540). Altre opere: Consilia seu responsa (1591), Singularia et iuris notabilia (1616).
Vicende raccontate in ordine cronologico, che accompagnano il lettore dalle atmosfere del passato antico con casi noti e meno noti della cronaca del Cinquecento: grandi e piccoli episodi criminali. Brevi saggi dedicati a temi di un Cinquecento «minore» indagato attraverso fonti agiografiche, letterarie e iconografiche.
Ne emerge un mondo in cui realtà e immaginario, sacro e profano, consueto e straordinario, dramma e leggerezza si integrano non senza ironia e con ingenuità solo apparente, a veicolare contenuti e insegnamenti mai superficiali: un Cinquecento inaspettato e affascinante.
I Consilia di Roberto Maranta sono il focus di questo libro; tutto ruota intorno a essi. Nel testo si spiega, in maniera semplice e a grandi linee, come era disciplinato l’ordinamento e il pensiero giuridico dell’epoca.
Un messaggio, che come racconta il Prof.Virgilio Iandiorio va comunicato al grande pubblico e non solo agli operatori del diritto o addetti ai lavori. Auspico, infine, che l’azione dell’autore e dell’editore Arturo Bascetta possa proseguire nel futuro al fine di valorizzare e promuovere ulteriormente la figura e le risorse umane e intellettuali dei giuristi dell’epoca, e in particolare di Roberto Maranta.
Donato Bellasalma*

*Avvocato, Presidente Associazione Forense «Roberto Maranta»

Dettagli

EAN

9788872970959

ISBN

8872970954

Pagine

96

Autore

Iandiorio

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Editorial Review

EPISODI CRIMINOSI ACCADUTI IN DECINE DI PAESI TRADOTTI DAL LATINO PER LA PRIMA VOLTA DAI CONSILIA E ALTRI TESTI

 

Nelle manifestazioni dedicate ai libri, siano essi saloni fiere o meeting, si fanno intervenire personaggi famosi e autori noti, che discutono in pubblico di argomenti attinenti alla lettura e alle materie da essi trattati nelle loro opere.
L’interesse per la lettura da parte di un pubblico vasto non deriva soltanto dall’importanza che alcuni argomenti possono avere, ma anche dal modo come vengono presentati.
Le narrazioni di natura storiografica sono, in genere, considerate appannaggio degli specialisti o dei cultori di patrie storie. Il problema che mi affascina da sempre è come portare il racconto storico ad un pubblico sempre più vasto, e non esclusivamente a chi si interessa per motivi professionali o per personale passione della storia.
La narrazione, la ricostruzione di fatti storici può risultare accattivante e interessante quando si portano anche all’attenzione del lettore non specialista i personaggi e gli eventi come se fossero davanti ai nostri occhi. Un poco come avviene per i film, che parlano attraverso le immagini a tutti gli spettatori, senza distinzione di età, di cultura e di sesso.
Nel nostro tempo in cui spesso e volentieri l’ideale si trasforma pericolosamente in ideologia, che si fa violenta contro la tradizione e la storia in ossequio al pensiero unico e a chi lo impersona, il lavoro storiografico ci dice che non si può rinunciare agli ideali, che hanno fatto e fanno la storia; e ci conferma nella convinzione che ogni ricostruzione storica, che cerca onestamente e con la necessaria competenza la verità, è aperta ad interpretazioni diverse.
Il senso dell’eredità del passato è nella consapevolezza che il tempo non è mai perduto.
Non domandare: come mai i tempi antichi erano migliori del presente? poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza. (Qoelet, 7, 10)

V. I.

 

1.
de bono accavallo, l’EMIGRATO
e la guerra di lautrec a melfi

2.
i panni DI LANA rivendicati
da una moglie di venosa

3.
«DI QUA NON SI PASSA»:
la via del trappeto di donato

4.
Portare aiuto al percosso
non è reato: il caso di venosa

5.
Furto di capre nel venosino:
testimonianza di un minorenne

6.
Quattro greci accusati
di omicidio DALLA CURIA DI LAVELLO

7.
IL «Non ti pago!» E I CONSIGLI
AL GIUDICE DI MOLFETTA

8
Posa l’osso: IL POPOLO di Lavello
contro l’esattore DELLE TASSE

9.
AL GIUDICE DI MELFI: SE NELla
rissa DI ASCOLI ci scappa il morto

10.
I TESTIMONI DI MARSICO
SUl pelo del cavallo DI CAPOSELE

11.
PER LA CURIA DI VICO DEL GARGANO
La colpa del suicidio E’ DElla città

12.
Il padrone DI VENOSA
colpevole per il suo cane

13.
IL SINDACO DI MELFI DENUNCIA:
pagaTE la svalutazione monetarIA

14.
PER L’incendio della casa DEVE
PAGARE l’Università DI MOLFETTA

15.
IL VICARIO DI MOLFETTA DENUNCIA
L’Accoltellamento tra I frati

16.
A BARLETTA il canone non si paga
IN CASO DI eventi eccezionali

17.
LAdote CALCOLATA IN SALME
COME QUELLE DI BOVE

18.
Il costo del frumento
come alla borsa

19.
Una donna fa scagliare pietre
sulla casa del Capitano

20.
Diritto di sepoltura
per gli antenati di lacedonia

21.
Il prestito all’ebreo venosino
come fosse deposito bancario

22.
Quando l’azienda fallisce...
il caso del frumento di tramonti

PROFILO BIOGRAFICO DELL’AUTORE