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Faibano resa autonoma dai potenti Mastrilli di Rocca: la parrocchia di S.Donato
Il Casale Faibano, presso Casale Camposano, era appartenuto a Nola, e vi primeggiavano i possedimenti del Conte Mastrillo di Rocca e del Duca Caracciolo di Napoli.
Non ritrovandosi un Catasto del Casale di Faibano, come nel caso di Camposano, la ricerca ha avuto esito positivo sfogliando le rivele, cioè gli atti preliminari di un Catasto, datati 1754, rinvenuti presso l’Archivio di Napoli, trascritte dall’Esposito e firmate con il segno di croce di Geronimo Trotta, Matteo Galluccio e D’Antonio Petrella, presumibilmente membri della Commissione designata.
Per certo non può esserci confusione con Faibano di Marigliano, in quanto il nostro Faibano, negli anni a venire, viene sì anch’esso riportato in Terra di Lavoro, distretto e diocesi di Nola, ma nel circondario di Cicciano, riunito al Comune di Camposano. Inoltre maggiore certezza la si ha sfogliando i cognomi con la definitiva sicurezza allorquando compare la chiesa di San Donato.
Potremmo dire che i veri possessori del territorio del Casale Faibano di Nola sono rappresentati dai membri della famiglia Mastrillo di Nola, a cominciare da Don Mario, Conte della Rocca, e dal Duca Don Vincenzo Caracciolo, oltre al priore dei Gerolomini (di Cicciano) e dalle altre fondazioni ecclesiastiche della Diocesi di Nola. Ma ad abitare a Faibano, provenienti da fuori, comparendo fra i forestieri abitanti laici, sono solo il Magnifico Don Michele Mastrillo di Nola e Giovanni Esposito privilegiato dell’A.G.P. di Napoli, seguiti da Pascale Galluccio di Tufino, Filippo Vitale di Cicciano, Marzio Spizuolo di San Paolo.
Primo a comparire fra gli abitanti di Faibano risulta Andrea Trotta, seguito dal parroco reverendo Don Felice Segnaldo della Chiesa Parrocchiale, con la sua Venerabile Cappella di S.Sebastiano, eretta nel luogo della Piazza. L’unico ecclesiastico secolare cittadino è il Reverendo Don Giuseppe Covone, ma il Parroco di Faibano, citato come ecclesiastico forestiero abitante, è il Reverendo Don Felice Gerualdo, che dice messa nella venerabile parrocchiale chiesa del Casale di Faibano dove vi sono anche il beneficio di San Nicola da Bari e la Cappella di San Sebastiano.
Siamo nel cuore del Casale Faibano con i suoi due luoghi principali, quello di San Donato e quello de La Via di Nola. Il paese è abitato soprattutto dai lavoratori delle terre dei benestanti. Si tratta di 65 braccianti, alcuni dei quali hanno come riferimento gli esponenti del ceto intermedio, riconiscibili dal massaro Nicola Covone e, presumibilmente,dal Magnifico D. Don Michele Covone n.g..
Il borgo, fra San Donato e la Via di Nola, è piccolissimo. Vi si distinguono le case del privilegiato dell’Annunziata di Napoli, cioè Giovanni Esposito dell’A.G.P., e degli artigiani. Si tratta dei 3 sarti definiti sartori Giuseppe d’Esposito di Pietro (se non sono due sarti in quanto compare un altro Giuseppe Esposito), Tomase Genualdo e Michele Galluccio, dei 2 seggiari Mario Prisco e Michele Arduino, di 1 segatore Simone Siciliano, del capel(laro=barbiere) Geronimo Bruscino, seguiti da 6 altri cittadini: Maria d’Elia, Luca Covone, Gennaro Russo, Filippo Vitale di Cicciano, Giovanni Finaldi e Domenico Sabano.
Risultano cittadini fuochi assenti, cioè le 5 famiglie residenti non presenti in paese, Paolo Dell’Anno trasferitosi a Gallo, il bottegaro Gennaro Russo che ha preso la via di Castellammare, il massaro Giacomo di Sarno trasferitosi nella vicina Camposano, il bracciale Giovanni Petrillo che ha preso la via di Nola dove si è trasferita anche Anna Del Giudice. Sono rimaste senza marito, ma non senza famiglia, le 3 le vedove: Angela Napolitano moglie del fu Andrea Covone, Antonia Cavallaro del fu Giovanni Massa e Maria de Risi del fu Giovanni Russo.
Fra i bracciali compaiono i nomi di Gaetano Napolitano, Gennaro Di Michele, Geronimo Trotta, Giovanni Finaldi, Giovanni Ruggiero, Giovanni Peluso fu Gennaro, Giovanni Di Sarno, Giovanni Trotta, Giuseppe Forino, Giuseppe Cavallaro, Lorenzo di Fuoco (Zuoco), Luca Covone, Mario d’Elia, Matteo Galluccio, Michele Datino, Nicola Di Meo, Nicola Brosino, Nicola Esposito, Nicola Miele, Nicola Manganiello, Oratio Criscuolo, Oratio Majetta, Pascale fu Domenico De Risi, Sabato Retsiello, Salvatore fu Nicola De Risi, Salvatore Siciliano, Saverio Forino, Sebastiano Majetta, Vincenzo Librera, Giovanni Arduino, Andrea Covone, Angelo Mancaniello, Antonio Mancaniello, Antonio Forino, Antonio Forino, Antonio Trotta, Andrea Trotta, Antonio Riccardo, Giuseppe Esposito, Giovanni Di Sarno, Benedetto Riccardo, Antonio Majetta, Francesco Parento, Antonio Di Francesco, Antonio De Risi, Antonio Riccardo, Benedetto Ciccone, Carmine Teneriello, Crescenzo Majetta, Crescenzo Arduino, Cristofano Siciliano, Domenico Majetta, Domenico D’Arienzo, Domenico Antonio D’Arienzo, Domenico Antonio Spignolo, Donato Manganiello, Donato Forino, Felice Aschettino, Felice Tanneriello, Francesco Panuozzo, Francesco Arduino, Francesco Parente, Francesco Di Lanzi, Francesco Iarinno, Francesco Siciliano.
Fra i forestieri bonatenenti non abitanti laici, cioè i ricchi residenti altrove, compaiono solo il vecchio Magnifico Duca Don Vincenzo Caracciolo di Napoli e i Magnifici Don Antonio Mastrillo e Luigi Mastrillo di Nola con il Magnifico Don Mario Mastrillo Conte della Rocca, e alcuni di ceto elevato, come il Magnifico Carlo Canonico di Gallo, il Magnifico Don Giovanni Battista Testa di Curmignano, Giovanni Battista Santoriello di Cumignano, il Magnifico Dorazio Capece parroco nolano, il Magnifico Paolo dell’Arino di Currignano abitante in Gallo, Vincenzo Stefanelo (?) di Gallo. Gli altri sono identificabili altri 8 benestanti nelle persone di Angelo De Daniele di Gallo, Antonio D’Alfieri di Cimitile, Antonio Marechino di Nola, Carmine Vitale di Nola, Carmine d’Amore di Cimitile, Felice Mercogliano di Cimitile, Felice Di Stefano di Vignola, Gaetano di Curso di Gallo. A cui bisogna aggiungere i forestieri bonatenenti non abitanti ecclesiastici secolari, a cominciare dal Reverendo Don Marcello Mastrillo, Priore regolare della Congregazione de’ Gerolomini di Napoli, dal parroco forestiero che è beneficiario del beneficio di S.Maria degli Angioli eretto nell’Altare Maggiore della Cattedrale di Nola che vi si tiene dal parroco Don Felice Gesualdo di Faibano, dalla Mensa Vescovile della Città di Nola che sovrintende sui suoi possedimenti, dal venerabile monastero de’ SS.Minimi di S.Francesco di Paola della Città di Cimitile, dal venerabile monastero di S.Antonio della Città di Nola, dalla venerabile parrocchia della Chiesa di Gallo.
Dall’epoca del Catasto Onciario all’emigrazione la popolazione di Camposano, a l cui comune fu unito Faibano, resterà più o meno costante fra i 1000 e i 1500 residenti, subendo anche la piaga della guerriglia fra borbonici e piemontesi, attraverso il brigante locale Francesco Liberato aderente alla Banda La Gala.
Il grande boom non si avvertirà infatti neppure con l’Unità d’Italia, quando Camposano e il suo Casale di Faibano furono inseriti nel Collegio di Cicciano che, insieme ai Collegi di Nola e Acerra, eleggeva tre deputati, uno per collegio. Nel Collegio di Cicciano venne eletto il barone nolano Cesare Napoletano.
Bisognerà infatti attendere il nuovo secolo e poi il grande sviluppo post-guerra per vedere questo comune rinascere davvero e moltiplicare i suoi abitanti oltre la soglia delle 5.000 unità.
Oggi Camposano, manco a dirlo, è un comune vivace. Ma non per questo ha rinnegato la storia urbanistica. Anzi, al primo posto delle opere pubbliche rivalutate dall’amministrazione, v’è proprio l’antica Piazza. Segno di una continuità con la memoria storica che non vuole scomparire.
Ma vediamo ora l’estratto dal Catasto con i mestieri di tutti gli abitanti di Faibano, le Chiese, i Forestieri e altre notizie essenziali.1. ASNA, Sezione Regia Corte della Sommaria, Catasti Onciari, busta 950. Frontespizio: Faibano di Nola 1754, provincia Terra di Lavoro, Distretto di Nola, Circondario di Cicciano, Riunito al Comune di Camposano (Na), Diocesi di Nola.
Faibano è stato estratto dall’originale Faibano di Nola 1748, per distrazione unito a Marigliano, essendo l’archivista caduto in errore di omonimia con una frazione di questo comune. Oggi Faibano è parte integrante di Camposano (Na), in cui ricadono anche gli ex comuni di Gallo di Nola e Fellino di Nola, quest’ultimo anch’esso unito per errore ad un altro paese, che è Lauro (Av), ove esiste la contrada del’Arco di Fellino. In effetti, sempre in Provincia di Terra di Lavoro, vi sono diversi casi di questi toponimi, in zona molto comuni, dovuti alle originarie moltiplicazioni delle antichissime celle monastiche di omonimi proprietari, come per Faivano di Caserta, Gallo di Caeta, unito a Piedimonte di Caserta, per non parlare delle decine di tenimenti denominati Lauro o Domicella.
La sicurezza che si tratti di Faibano di Camposano (Na) è data dall’immediato riscontro con gli Atti Preliminari del Catasto, dove, fra i Bonatenenti laici ed Ecclesiastici, sono comparsi subito la Venerabile Chiesa Parrocchiale di Faibano, col Reverendo Don Felice Segnaldo, parroco; la Venerabile Cappella di San Sebastiano eretta in chiesa nel luogo detto La Piazza, Luogo San Donato, etc.
E, sempre nell’Apprezzo, fra i Bonatenenti laici ed Ecclesiastici Forestieri, gli stessi nomi poi riportati nella stesura definiiva del Catasto: Andrea Trotta, abitante in Faibano, originario di Camposano, con il Beneficio Semplice sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli eretto nell’altare maggiore della Cattedrale di Nola, i Forestieri di Marigliano, i Forestieri di Camposano, etc.
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