IL REGNO DI RUGGIERO SANSEVERINO NEL CATALOGO DEI BARONI DEL 1093 LA MAGNA SPEDIZIONE DEL 1111 SUL MONTE S.ANGELO NEI FEUDI DEL PRINCIPATO DI «HEA APULA» SCIPPATI AI LOMBARDI DAL RE DI NEAPULIA LA MAGNA SPEDIZIONE II Edizione aggiornata

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Copertina posteriore

I Comes di Enrico IV Re d’Italia

A Senatori di Calabria, Molise e Abruzzo

Nel Catalogus Baronum Partenope Regni Apulie – A.D. 1093

Description

1093 – 1097

regno d’italia di pavia E granduceto LOMBARDO DI BISCEGLIE
Il Marchesato regio in Urbiviano di Ruggiero I Altavilla vicaria di Corrado di Lorena

1097 – 1101

regno imperiale di roma e principato di puglia a s.m.vetere
Il Principato di Ruggero Borsa fu Guiscardo nell’Urbe Regia a Barulo di Urbevetere

1101 – 1111

regno di neapulia at-laureto del monte sant’angelo
Il Principato di Tancredi Marchisio e Ruggero dell’Aquila I Re di Neapulia a Urberiano

Ruggiero di caSERTA e’ Re di Neapulia:
uccide il Re di Puglia (1111) e va a salerno

Ruggiero dell’Aquila fa fuggire la madre e il neonato fratellastro Ruggiero II Altavilla da Salerno a Palermo.

Giordano divenne glorioso erede del Principato di Nova Capua del padre Riccardo, nel 1111, quando Re Ruggiero I dell’Aquila della stirpe dei ‘Magni’ di Goffredo normanno in Lecce (del trono in at-Laureto del Monte Sant’Angelo chiamata Neapulia) corse a Barulo (Regno di Puglia in Rama del Monte Cavoso) per uccidere Guglielmo (fu Roberto Schiavo?), il ribelle nipotastro, e così poté finalmente sottomettere la decaduta Urbe capitale del Regno di Puglia dei Guiscardelli, alla Civitate Dei del papa. Fu allora, nel 1111, morti i due ribelli e riunendo i loro stati di Barulo e M.S.Angelo in Principato di Capua Nova, venne inaugurato il vicino Castellone della Civitate sul Monte Sableta.
Il disegno del papa si compiva. Aveva sottomesso a Civitate dei beneventani il trono di Puglia (dei Guiscardelli di Borsa) e il trono di Neapuglia (dei Normanni di Goffredo di Lecce), facendo ereditare da Ruggiero I dell’Aquila Principe di Benevento anche Capua, Principato che fu del padre Riccardo II.
Con tre Principati fra le mani, Ruggiero I, si ritrovò il Regno di Puglia, il Regno di Neapulia e il Regno di Dio in Benevento con il Principato di Capua, incitato dalla Curia di Pasquale II, a prendere il Principato di Salerno, appartenuto a Ruggiero II Altavilla, neonato orfano dell’ucciso Reggero I granduca della stirpe dei ‘Gloriosi’ della Sarmazia che fuggì con la madre a Palermo.
Re Ruggiero I dell’Aquila di Puglia si impadronì della Salerno nuova (al Monte Aureo di Sorrento alla cava di San Leone) che il Papa elevò a sede del Principato di Sicilia nel 1118, gettando le premesse per la creazione del Regno di Sicilia
A Salerno vi lasciò Guglielmo Altavilla a I Principe vicario del Principato dei Tre monti in demanio dei Sanseverino, che ivi avevano costruito un potente castello ereditato da Guidelmo Marchisio II (morto il fratello Tancredi Marchisio senza eredi, essendo figli di Mabilia Guiscardo e Widelmo Grandmesnil de Blois) nel 1118 gli lasciò la reggia canosina di Heapula, ex vicaria del Principato Italia del Regno di Pavia.
Fu Ruggiero dell’Aquila, Re di Puglia e Neapuglia, insomma, a essere indicato anche a Re di Sicilia, avendo preso il Principato di Salerno e cacciato il piccolo Ruggiero II Altavilla fuggito a Palermo.
Il Principe Ruggiero dell’Aquila, morto Tancredi Marchisio senza eredi e, subentrandogli Guidelmo in nome del fratello, divenne titolare di Neapulia.
Se Tancredi non fu il I Re di Neapulia, lo fu Ruggiero dell’Aquila, in quella reggia sul M.S.Angelo appartenuta agli abati Grandmesnil giunti con la principessa Mabilia Altavilla. Lo stesso Sanseverino fu anche prossimo alla investitura del Regno di Sicilia, avendo conquistato la vicaria di Salerno, pronta a essere rivendicata dagli Altavilla palermitani.
Così Ruggiero dell’Aquila, a quanto pare nato a Sanseverino, divenne padrone e fu il vero Re di Puglia, Neapuglia e Sicilia.

Dettagli

EAN

9788872970812

ISBN

8872970814

Pagine

160

Autore

Bascetta

Editore

ABE Napoli

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Editorial Review

IL CATALOGO DEI FEUDI DEI BARONI LOMBARDI

Alla morte del Re Guiscardo in Puglia, avendo litigato i fratelli con gli eredi Altavilla, i caetani si erano dati da fare per fondare un nuovo Principato della curia papalina da sottomettere al nuovo Regno di Pavia. La cosa mandò su tutte le furie l’Imperatore, che vedeva solo i ruderi della Capua di Strabone, l’antica capitale della dodecapoli etrusca, per vicaria imperiale.
Di parere opposto il figlio di Enrico, Corrado di Lorena, il quale, rimasto senza eredità, fu coptato dal papa e fatto sposare alla principessa Matilde di Canosa. In nome della Curia consolare fu così insediato alla guida del Regno d’Italia, rispolverando la sede storica dei Longobardi di Pavia, essendo Roma occupata da Enrico dichiarato Imperatore dei Romani, nonché del Principato imperiale dei Greci e dei veri Longobardi, che doveva restare Capua, a suo tempo affidata dalla stirpe capetingia dei Dregot della Normandia.
Ma sobillata Capua dai nemici Altavilla, il Papa, fece in modo di annullare i vecchi principati e riunire i Duchi in un solo triumvirato nelle mani di un Gran Duce, che fu Ruggero I Altavilla, al quale fu fatta sposare al novello Re la figlia Costanza in Canosa, e tutti risiedettero nella Reggia che ebbe sede ad Urbiviano, la nuova urbe della Civitate Regia presso Bisceglie che annullò le sedi di Trani, Barletta e Molfetta, dando seguito al Regno di Pavia, che durò dal 1093 al 097, quando ebbe fine la guerra della magna spedizione imperiale, con la morte di Re Corrado durante l’assedio di Forenza.
Bisognava fondere il rito greco al rito latino, partendo dal luogo pagano per eccellenza, cristianizzato a suo tempo da Arechi, facendovi rinascere la prima chiesa di rito misto, mentre la Chiera romana voleva che tutti fossero di ripo apostolico.
Ecco perché il Papa fu sfrattato da Roma dall’Imperatore Enrico IV, perché ebbe a sostenere il figlio Corrado che la Chiesa riconobbe a Re d’Italia, donandogli la Reggia d’Apulia vicaria in Puglia Piana, facendo passare come sede del Principato dei Lombardi nel Sud. Ma questa operazione non fu tollerata dagli Imperiali che riconoscevano una sola vicaria dei Longobardi: Capua, rinata presso la Vetere Urbe dei Beneventani.
L’Imperatore aveva rubato la sede romana al Papa e il pontefice, appoggiando il figlio diseredato a Pavia, gli aveva sottratto la Capua, castello dei Drengot discesi dai magni capetingi. Ma non solo. I Lombardi, con l’aiuto dei congiunti Altavilla, sobillato e annullato il principato imperiale capuano che fu dei beneventani che simboleggiava la vicaria di Roma, proseguirono l’invasione su quelli di Salerno, Troia e Benevento.
La prima parte del catalogo dei baroni è il registro dei feudi e dei feudatari della città-stato del Viceregno lombardo di Pavia, cominciato sul finire del 1092, partendo dal Palazzo sorto a S.Venere, perché ivi era il tempio di Venus, quello che spuntava ai piedi del Foro giuliano, la sede del martirio di tutti gli schiavi romani.
Divenuto nemico del Magno l’Imperatore dei Franchi e sostenitore del cesaropapismo, il Papa, cacciato da Roma, partì per la riconquista del disfatto Regno di Puglia fondato nell’Urbe Vetere dal fu Roberto Altavilla detto il Guiscardo in quel di Rama (Andria), la città della Porta, per sostenere i comitati militi nella nascita del primo vicariato consolare denominato Nova Principato.
Sistemata la provincia del Ducato di Gaeta e del Principato di Urbe Nova-ex Benevento nelle mani del console dell’Aquila, il pontefice strinse accordo con i bizantini per federare il suo Marchesato di rito latino a quello greco di Eca.
In quell’anno che si apriva, nel 1093, la capitale greca dell’Impero di Costantino Magno (1081-1101), era l’arcidiaconia di Torre Regina Maria, la polis sede del Doge della Magna Grecia: il Ducato di Hea troiana.
Si seguì lo stesso procedimento di Gaeta divenuta provincia, in cui rientrò Capua antica, della città di Nova Capua, pur essendo Civitate Vetere dei Beneventani in Santa Maria Major, proprio per poter usufruire del sedile vescovile, sede di uno stato feudale preesistente e riconosciuto.
Il Ducato dei greci di Hea Apula, invece, quello di Santa Maria Minor, era stato lasciato al vescovo bizantino, cioè al Doge Giovanni, figlio del Magno, il quale, restò seduto nella Torre ducale detta Regina Minor.
Vi fu quindi il Ducato di S.Maria Major a Nova in mano a Ruggiero I, e il Ducato di S.Maria Minor ai greci di Hea nel luogo dell’Acquola o Accola o A cola, o Ascola dei greci, il primo mitologico santuario troiano fondato da Enea, cioè in Equa o in Eca, prima di partire per approdare ad Atino presso Uria.