01b. COMUNE DI PELLEZZANO NEL 1755 – EX CASALE DI SALERNO (SA)

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Description

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pellezzano prima del Catasto: il monastero sulla Rocca

Il nucleo originario di Pellezzano si era andato formando nei secoli intorno a quello che appare il luogo più antico del Casale: la Rocca.
A dire il vero non manca chi cerca di associare le citazioni dei codici salernitani e cavensi degli anni 944, 1006 e 1030 ponendo in stretta relazione quel Locum Pellezanu con il Casale di Pellezzano. Senza entrare nel merito della confusione fra luoghi omonimi dei diversi Principati, è audace sostenere che la citazione antica di Locum Pellezanu possa ricordursi ad un Casale prima che alla Rocca. Molto più concreto è l’affermare che il primo insediamento abitativo accertato, di certo antico anch’esso, fu quello della Rocca sulla collina fra Capriglia e Pellezzano, sul varco che si affaccia da una parte sulla Valle dell’Irno e dall’altra sulla Valle Metelliana, ma ricande nell’originario circuito di Pellezzano.
E’ infatti sulla Rocca che compare la chiesetta più antica, parte integrante del medesimo luogo e chiamata Chiesa dello Spirito Santo, così come la chiamavano anche i Padri dell’Ordine Agostiniano di Colloreto, prima della soppressione pontificia del 6 Maggio 1653.
Sulla Rocca nel Casale di certo la Chiesa dello Spirito Santo continuò ad esistere e ad essere l’unica a rappresentare il capoluogo di Pellezzano.

Sebbenne la soppressione di questo antico monastero della Rocca, la relativa chiesa intitolata allo Spirito Santo continuò ad esistere, affidandone regolarmente le cure ad un sacerdote per la messa.
Anzi, fino a prova contraria, nel 1755, anno della redazione del Catasto Onciario, quella dello Spirito Santo è l’unica Chiesa di Pellezzano, ritrovandocela sotto il nome di Chiesa dello Spirito Santo del Casale di Pellezzano. La sua unica rendita è rappresentata dal bosco a L’Aquara, ma il luogo della Rocca dello Spirito Santo era sicuramente un territorio ad oliveto diviso fra più famiglie: Gaeta, Grieco, Moscarella e Barone.
Fra l’altro, a titolo di esempio, c’è da dire che la famiglie Barone si era spostata da Baronissi e che appaiono presenti da pochi anni quella del cardalana Sabato Grieco, del bracciale Aniello Grieca, del tessitore de’ panni Gennaro Grieco (il titolare di medi territori a L’Arco e a Lo Spirito Santo da 96 once) e del cardatore di lana Matteo Grieco.
Questo confermerebbe che gli originari abitanti e possessori dei territori più antichi anzichè i Grieco potrebbero essere quelli della famiglia Gaeta.
3. Gli abitanti di tutto il territorio erano un terzo di Salerno
All’epoca del Catasto Onciario di Salerno, nel 1755, l’attuale territorio di Pellezzano e relativi casali era inglobato in quello dell’Università Comunale di Salerno.1
Nella seconda metà del 1700, cioè, Pellezzano, Capriglia e Capezzano rappresentavano un terzo di tutta la popolazione di Salerno. Quasi 450 famiglie residenti su un totale di circa 1500 dell’intero territorio della capoluogo del Principato Citra, come allora si chiamava la provincia di Salerno, tutte ricavate dalla trascrizione delle rivele che andò a formare il Libro del Catasto ò sia Onciario ricavato dal General Catasto della Città di Salerno, con la situazione di Grana tre e mezzo per oncia, e con l’esenzione del testatico per ciascun cittadino in esecuzione di Real Dispaccio, terminato e pubblicato per detta Città sotto il 3 Febbraio 1755.2
Vediamo quali erano, in ordine di luogo di residenza, gli abitanti ricadenti nell’attuale territorio del Comune di Pellezzano, cominciando dal medesimo ex Casale di Pellezzano, sebbene, all’epoca fosse più nutrito il Casale di Coperchia.
I capifamiglia sono riportati nelle note in maniera più esaustiva e in ordine alfabetico per cognome, sebbene, come da riscontro in Appendice Documentaria, la trascrizione sia avvenuta per nome, seguendo l’ordine come dal testo originale.3
Appartenevano al Casale di Pellezzano 102 famiglie, pari a scarsi 500 abitanti, quasi tutti dediti alla lavorazione della lana, che ruotavano intorno a tre famiglie di ricchi: Avossa, Barone e Federico.

 

 

 

 

 

 

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