STORIA DELLE CANZONI DEDICATE A ISCHIA

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CANTANTI, PERSONAGGI, DIVE E GENTE DEL MONDO DELLO SPETTACOLO CHE NESSUNO COME SCIOTTI HA SAPUTO RICORDARE

Così, tra balli, operette, carmi, poemetti, poesie e atti unici teatrali, viene svolta una meravigliosa operazione di raccolta fondi a favore dei sopravvissuti del disastro dell’isola verde.
Ma oltre al mondo teatrale, anche il mondo delle sette note si muove in tal senso, cosicchè pure la musica è determinante per raccogliere fondi. Inoltre, considerando che il terremoto è scoppiato a poco più di trenta giorni dalla secolare Festa di Piedigrotta, molti autori sono ispirati dalla sciagura per scrivere le loro nuove canzoni.
Tralasciando quelle che sono solo le composizioni musicali e le canzoni che sono pubblicate negli album senza, però, essere eseguite in nessuna occasione, la prima canzone, in ordine cronologico dedicata all’isola verde è L’orfana di Casamicciola (Canto de lo marenaro de Napole), una canzone-attualità di Giovanni Gagliardi e Crescenzo De Miniello che fin dalla prima pubblicazione è ben voluta dalla stampa e dal popolo che la elegge come canzone-simbolo di Piedigrotta.
Segue la canzone L’orfana di Casamicciola, scritta e musicata da Gaetano Muratori, è dedicata a sua Maestà Margherita Regina d’Italia. La canzone racconta di una giovane orfana che ha perso tutta la famiglia nella sciagura e che è aiutata dal Re Umberto nel conforto morale e pure economico. Il motivo, oltre che sui carri piedigrotteschi, viene cantato dal tenore Pasquale Panzetta il 5 settembre al teatro Bellini, in occasione del concerto dell’accademia strumentale e vocale in pro dei danneggiati di Casamicciola.

Description

UN PICCOLO CAPOLAVORO FATTO DI RICERCHE MINUZIOSE,

INTERVENTI E FRAMMENTI DI CRONACA ANCHE INEDITI

PREFAZIONE di Claudio Niola


Quando Antonio Sciotti mi ha chiesto di scrivere la prefazione del libro “Storia delle canzoni dedicate a Ischia” lo stupore della richiesta ha lasciato subito lo spazio, nella mia mente, all’isola che da sempre per me è la mia seconda casa. Mi piace sentirmi cittadino adottivo di questa meravigliosa isola dove ho vissuto momenti indimenticabili quali la prima passione, la prima vacanza, la prima regia di un video con la talentuosa Mirna Doris e tanti altri attimi personali e professionali della mia vita.
Per questo motivo non mi sono stupito più di tanto quando leggendo il libro ho notato di quanti autori si siano impegnati a fissare nelle loro canzoni tutte quelle emozioni che io e tanti come me hanno vissuto grazie alle atmosfere incantate che solo Ischia sa donare. E neanche immaginavo l’incredibile numero di canzoni piedigrottesche e festivaliere scritte per l’isola verde, tutte elencate in maniera precisa e cronologica, e le storie affascinanti che ognuna di loro possiede.
Ringrazio Antonio Sciotti a nome di tutti noi amanti della cultura napoletana e che, come me, lavorano nel mondo dello spettacolo e in particolare della canzone, non solo per questo volume ma per il suo impegno di sempre nella ricerca continua di documenti e testimonianze che arricchiscono le nostre conoscenze e soprattutto ci tengono legati alle nostre radici culturali.
Spesso, quando gli telefono, lo trovo immerso in qualche biblioteca a leggere e fotografare reperti rarissimi, e subito mi inizia a raccontare l’ennesima scoperta, proiettandomi con lui nel momento storico che sta vivendo e che mi fa vivere.
È proprio vero la storia maestra di vita, ma sono gli storici come Antonio Sciotti che la rendono anche musica.

Claudio Niola

 

 

 

 

PREMESSA

Storia delle canzoni dedicate ad Ischia

E’ un libro diviso in tre parti ognuna delle quali raggruppa tutte le melodie dedicate all’isola verde nell’arco di un secolo (1880-1980).
La prima parte contempla la musica dedicata al terribile disastro di Casamicciola del 1883 che causò la decimazione di quasi la metà della popolazione.
Nella seconda parte sono raggruppate rigorosamente in ordine cronologico tutte le canzoni con le sue storie a partire dal 1899, anno della prima composizione dedicata all’isola verde scritta nel periodo dell’industrializzazione della musica napoletana, per terminare con gli ultimi successi di Tony Tammaro e Salvatore Minopoli della fine degli anni ’80 del Novecento.
La terza parte è dedicata a Ischia festivaliera, o meglio al Festival della Canzone Marina che dal 1957 al 1961 ha rallegrato e movimentato il turismo ischitano con tante belle melodie.
Seguendo il criterio di questa divisione, ad ogni parte viene assegnata una titolazione: 1) Per Casamicciola tutto il mondo di Piedigrotta; 2) La storia delle canzoni che omaggiano l’isola verde; 3) Ischia festivaliera tra melodie, twist e yè yè.
La prima carrellata di canzoni avviene nel 1883 in seguito al terribile terremoto di Casamicciola. Poeti, commediografi e musicisti s’impegnano a scrivere a titolo di beneficenza una notevole produzione canora e teatrale per ricavarne somme di denaro destinate ai superstiti dell’isola. La carrellata termina con l’inaugurazione nel 1888 del teatro Pergolesi che sorge a Barano d’Ischia, che diventa il simbolo del risollevamento dell’isola verde.
Dopo questo periodo, la canzone napoletana mette in pausa la musica che canta Ischia, fino a che, a partire dal 1899, con il motivo ‘Ncopp’’a ll’isula, s’inizia sporadicamente a scrivere per omaggiare l’isola verde con i suoi panorami e le sue bellezze naturali.
Il grande boom della produzione canora avviene negli anni ’50 del Novecento, quando iniziano a diffondersi i primi festival che vanno a sostituire le antiche audizioni di Piedigrotta e, soprattutto, quando inizia il fenomeno della commercializzazione della canzone napoletana: l’abbondanza delle nuove composizioni si rifanno ad Ischia come meta turistica e come ritrovo di incontri d’amore. Sono soprattutto le case editrici del nord Italia che pubblicano la maggior parte di queste composizioni che sono eseguite in particolar modo da cantanti-chitarristi, assai numerosi sull’isola verde, che ravvivano le taverne e altri ritrovi turistici: Scarola, Enzo Gagliardi, Silvio Rosi, Vittorio, Ernesto De Maria, Pizzulin, Rino Da Positano, Armando Romeo, Roberto Murolo, Ugo Calise, Umberto Boselli, Gianni Festinese, Geppino Battaglia, Ettore Lombardi, Giovanni Mazzella, Nino Soprano, Gianni Morena, Franco Di Costanzo, Mimmo Di Lello, Rino De Sisto, Tony Sigillo, Gianni Mario, Franco Esposito, Salvatore Zurria e tanti altri.
La grande abbondanza delle canzoni dedicate all’isola verde avviene nella seconda metà degli anni ’50 del Novecento, ovvero negli anni in cui si tengono le tre edizioni del Festival della Canzone Marinara. Nonostante la grande concorrenza del periodo che non si riduce soltanto al Festival di Sanremo e al Festival della Canzone Napoletana (i soli che oggi si ricordano) ma anche a quella di altre prestigiose gare canore, quali il Festival Adriatico di Ancona, il Festival della Canzone Romana, il Festival siciliano della Canzone di Palermo o ancora i festival di Zurigo, Velletri, Trani, Como, Magenta, Vibo Valentia, Vasto, Montecatini, Viareggio e tanti altri, quello di Ischia non passa in sordina. Grazie ad una organizzazione attenta e di qualità, si riesce a organizzare delle edizioni di grande prestigio con la partecipazioni di poeti e musicisti di notevole spessore (Salvatore Mazzocco, Domenico Modugno, Vincenzo Acampora, Riccardo Pazzaglia, Nisa, Francesco Saverio Mangieri, Eros Sciorilli, Bixio Cherubini, Carlo Concina, Carlo Donida, Bruno Pallesi, Nino Oliviero, Ettore De Mura, Enzo Bonagura, Leo Chiosso, Giorgio Fabor, Marcello Zanfagna, ecc.), di case editrici tra le più rinomate (Leonardi, Everest, Accordo, Titanus, Curci, Smeraldo, Ricordi, Durium, Emi, Rendine, ecc.) e soprattutto di cast artistici formati dai cantanti più in voga del periodo, dei quali la maggior parte oggi hanno lasciato il segno nella storia della musica italiana (Gino Latilla, Teddy Reno, Luciano Rondinella, Aurelio Fierro, Jimmy Fontana, Marisa De Frate, Carla Boni, Miranda Martino, Franca Raimondi, ecc.). Per questo motivo, la cronistoria delle tre edizioni del Festival della Canzone Marinara viene affiancata dalla sezione delle “Istantanee” dedicata a tutti i cantanti partecipanti.
Dopo l’ultima edizione festivaliera del 1961, la produzione musicale dedicata all’isola verde torna a rallentare. Per ogni canzone (eccetto quelle non coperte dal copyright editoriale) è scritta la prima strofa per un immediato riconoscimento del lettore, in quanto molte canzoni possiedono titoli uguali. Ad esempio, brani col titolo Ischia ammore mio ve ne sono ben quattro e tutti raggruppati nel breve periodi di due decadi, per non parlare dell’abbondanza di motivi dal semplice titolo Ischia. La scelta delle composizioni considerate (disposte in maniera cronologica) è legata alla popolarità acquisita o, comunque, alla semplice pubblicazione in un album musicale o su un disco. Per questo motivo non sono state contemplate le canzoni senza incisioni, senza pubblicazione editoriale, e che sono state eseguite solo in concerti privati. Sono state pure escluse le canzoni in lingua inglese e i brani strumentali.
La nostra ricerca ristretta al secolo non ha permesso di allungare la carrellata fino ai nostri giorni, nonostante ci siano state tante altre belle canzoni dedicate all’isola verde, tra il 1990 e il 2022, in particolare la quasi strumentale di Pino Daniele Ischia sole nascente o l’allegra Vieni con me ad Ischia di Gianluca Corsini e Giuseppe Colella cantata da Gaetano Maschio.
Tra le ultimissime scritte che mi piace ricordare è Ischia (Mar mare) del 2020, scritta, musicata e cantata dal cantante-chitarrista Giuseppe Impagliazzo (Napoli, 26 dicembre 1965). La canzone è quasi atipica: si sviluppa come un mantra con il suo ritornello parossistico che induce all’abbandono del controllo, quasi come una tammurriata persistente che ripete sempre i suoi colpi. Ischia (Mar mare), un omaggio al mare d’Ischia e alle bellezze dell’isola verde, presenta un testo molto appassionato e viscerale nato da chi ama le proprie radici, il proprio mestiere e la propria terra. La musica si avvale dei preziosi arrangiamenti di Luca Ricci.
Impagliazzo dice che coltivare la passione del «cantautore» non è facile, anche perché si ha sempre paura di essere derisi, forse perché tutti, in fondo, speriamo in quel «botto» che sembra non arrivare mai. Ma se questa rinascita è vera, finché l’ultima canzone, anche «sconcia», che ascolteremo avrà parole d’amore così intense, come quelle che lui ha dedicato a Ischia, la musica non morirà mai.
L’Autore

 

STORIA DELLE CANZONI DEDICATE A ISCHIA
(1880-1980)

Prefazione di Claudio Niola

Premessa

capitolo i.
PER CASAMICCIOLA
TUTTO il mondo di Piedigrotta

L’orfana di Casamicciola: Canto de lo marenaro de Napole
Casamicciola
Casamicciola: Dèlire d’une mère
Casamicciola è morta
La sarvata di Casamicciola
I’ resto ccà
L’orfana di Casamicciola

capitolo II.
1° Festival della Canzone Marinara:
1957

capitolo III.
2° Festival della Canzone Marinara:
1959

capitolo IV.
3° Festival della Canzone Marinara:
1961

capitolo V.
1° Festival della Canzone di Ischia:
1961

capitolo VI.
1° Epomeo d’Oro:
1962

APPENDICE DOCUMENTARIA
N.1

Storia delle canzoni che omaggiano l’isola verde

1. ‘Ncopp’’a ll’isula
2. L’ischitana (‘A canzone d’Ischia)
3. Isola verde
4. Ischitana
5. Ischia
6. Ischia mia (Paraviso ‘e giuventù)
7. Ischia
8. Lo scugnizzo di Porto d’Ischia
9. Ischia: parole e musica
10. Casetta rosa
11. Ischia bella
12. Ischitana
13. Marina d’Ischia
14. ‘N’inglesina ‘nnammurata
15. Auf wiedershen
16. Ischia
17. Carulina Saint Tropez
18. A Lacco Ameno / Souvenir di Lacco Ameno
19. Ischia sì ttu
20. Amo te Ischia
21. Ischia
22. Rendez-vous a Ischia
23. Luna ischitana
24. Ischia ‘ncantata
25. Citara d’Ischia
26. Ischia sto cu’ te
27. Forza Ischia
28. Ischia terra d’ammore
29. Ischia tutta pini tutta sole
30. Fu un morir d’Ischia l’addio
31. Notte ischitana
32. Ischia ammore mio
33. Ischia ‘e te so’ ‘nnammurato
34. Da Ischia con amore
33. A Ischia cu’ tte
34. Ischia ammore mio
35. Arrivederci Ischia /A Porto d’Ischia
36. Ischia solo tu
37. Ischia sì tu
38. Tarantella ischitana / ‘Na sera a Ischia
39. Le canzoni di Ischia / Estate a Ischia/ Ischia me parla ‘e te / ‘Nu raggio verde / Bella straniera
40. Ischia amore blu
41. Ischia tu
42. Ischia ammore mio
43. ‘Na serenata d’Ischia
44. Stasera a Ischia
45. ‘A fata d’Ischia
46. Lacco Ameno
47. Ischia
48. Sera ischitana
49. Capri e Ischia
50. Ischia cche ‘ssi
51. Ischia amore mio
52. Ischia / Ischia è ammore
53. Bella ischitana
54. Isola verde
55. Ischia faie sunnà
56. Una notte a Ischia
57. Il rock dei tamarri
58. Ischia

Cronologia delle Canzoni

APPENDICE DOCUMENTARIA
n. 2
Istantanee: cast festivaliero

Roberto Altamura
Lucia Altieri
Lucia Barsanti
Antonio Basurto
Carla Boni
Ugo Calise
Lello Caravaglios
Aura D’Angelo
Carol Danell
Marisa Del Frate
Leda Devi
Aurelio Fierro
Jimmy Fontana
Rosanna Gherardi
Luciano Glori
Grazia Gresi
Gino Latilla
Jenny Luna
Miranda Martino
Gianni Marzocchi
Elio Mauro
Nani
Giuseppe Negroni
Floriana Pan
Enrico Pianori
Marcello Ponti
Quartetto Due+Due
Quartetto Okay
Franca Raimondi
Teddy Reno
Luciano Rondinella
Anita Sol
Claudio Terni
Lucia Valeri

Ringraziamenti
Note sull’autore
Bibliografia

Recensioni

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Editorial Review

IL LIBRO DA LEGGERE TUTTO D'UN FIATO

 

PER CASAMICCIOLA
TUTTO IL MONDO DI PIEDIGROTTA

Fino all’ultimo quarto di secolo dell’Ottocento, il mondo della canzone napoletana è assai dubitabile, discutibile e anche equivoco. Senza una protezione editoriale, senza un’officina della musica e senza una documentazione certa, la musica partenopea si basa su tante incertezze e molte ipotesi e solo in maniera eccezionale su delle notizie sicure. In altre parole, sono assai discutibili i dati anagrafici di una canzone, almeno per le composizioni più importanti della storia della canzone napoletana. Ne è un clamoroso esempio Te voglio bene assaie, il motivo più famoso dell’Ottocento e della storia della canzone partenopea, del quale ancora oggi si tengono studi approfonditi basati su documenti cartacei dell’epoca per capire chi fosse l’autore della bella musica o il reale anno di pubblicazione.
Dal 1880, grazie all’interessamento della casa editrice Ricordi per la musica partenopea, si diffonde in maniera vertiginosa il fenomeno dell’industrializzazione della musica napoletana, grazie al quale oggi, attraverso studi certosini, si può risalire alla maggior parte dei dati per una compilazione di una scheda anagrafica di una canzone: dagli autori all’anno di pubblicazione, dalla prima esecuzione strumentale, vocale e corale al luogo e al contesto dell’esecuzione, al copyright editoriale, ecc. ecc.
Il fenomeno dell’industrializzazione della musica napoletana è strettamente legato al grandissimo successo della canzone Funiculì Funiculà, scritta per l’inaugurazione della funicolare del Vesuvio. Da questo momento, nasce il fenomeno della canzone-attualità, ossia di una canzone il cui testo si riferisce ad un episodio clamoroso dell’attualità non riguardante specificamente il settore professionale dell’arte. Nascono canzoni-attualità su eventi politici, militari, gastronomici, religiosi, scientifici e altro. Tra tanti argomenti utilizzati per la nuova produzione napoletana, anche piccoli fatti di cronaca bastano ad alcuni poeti per sviluppare la propria fantasia come, per esempio, la canzone Vita napoletana (sottotitolata No fritto di sardelle) di Federico Verdinois e Giulio Cottrau del 1883 che racconta di una clamorosa rissa avvenuta a Napoli in un’osteria e scoppiata per un semplice fritto di sardelle, rissa cui è stato spettatore lo stesso autore della canzone.
Dal 1883, anche le calamità naturali diventano l’obiettivo principale delle canzoni-attualità. Infatti, nel periodo piedigrottesco la canzone-attualità trova terreno fertile a causa di un terribile cataclisma: alle 21,30 del 28 luglio 1883 un violento terremoto colpisce l’isola di Ischia con una scossa tellurica della durata di circa 13 secondi che causa oltre 2.300 vittime, senza contare i tantissimi feriti. E considerando che l’isola, all’epoca, conta una popolazione di circa 4.300 persone, si può ben immaginare come la scossa tellurica abbia decimato più della metà della popolazione. Della maggior parte dei morti, circa 1.700 si contano nella zona di Casamicciola. Tra le vittime del terremoto, anche i genitori e la sorella del filosofo Benedetto Croce.
In seguito al disastro naturale, le canzoni-attualità in lingua e in dialetto napoletano sulla tragedia ischitana abbondano.
E non solo il mondo delle sette note ricorda l’olocausto, ma anche quello teatrale che organizza, in più riprese, spettacoli di beneficenza a favore delle vittime, spesso coinvolgendo noti nomi della prosa, dell’opera e dell’operetta. Si organizzano spettacoli di beneficenza e vanno in scena atti unici, poemetti o intere commedie sul terremoto di Casamicciola, scritte per l’occasione.
Ecco quanto il periodico Emporio Pittoresco del 12 agosto 1883, scrive in merito:
- L’immane disastro di’Ischia ha scosso tutte le fibre del cuore italiano e infiammato la fantasia dei poeti che, come già il profeta sulle rovine di Gerosolima, versano lagrime e canti inspirati di patrio dolore sulle rovine dell’isola, ridotta in un batter d’occhio dal più bel giojello del mar Tirreno in un immenso cimitero.
In seguito alla catastrofe, tutto il mondo teatrale napoletano, si adopera per commemorare le vittime e raccogliere beneficenza a loro favore.
In ordine cronologico, il primo spettacolo, si tiene il 4 agosto 1883 al teatro Delle Varietà dove, al termine dell’operetta Giorgina di Francesco Herbin, Elisa Baracchi declama il poemetto La cieca di Casamicciola del conte Agostino Antonelli. Il ricavato viene devoluto direttamente al sindaco di Casamicciola.
Nello stesso giorno, l’associazione filodrammatica Gustavo Modena diretta da Luigi e Enrico Mongelli, tiene una serata a beneficio dei superstiti di Casamicciola con la messa in scena di Cardon I nostri buoni villici, recitata al Bellini, teatro generosamente accordato per tale scopo dal barone La Capra.

 

 

RINGRAZIAMENTI

A fatica terminata voglio ringraziare quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo lavoro di recupero della memoria musicale partenopea di cui il presente volume è solo una parte, anche se notevole. Si ringraziano Rino De Sisto, Vito Colella, Tony Sigillo, Claudio Niola, Ciro Barrucci della Zeus Record, Fernando Esposito della Phonotype Record, Salvatore Minopoli, Peppe Giorgio, Pasquale Scialò, Raffaele Di Mauro, Mariolina Cozzi-Scarpetta, Claudio Pennino, Mario Messina, Fabrizio Fierro, Salvatore Pirrone, Federico Vacalebre, Liliana Misurelli, Maria Tommasina La Rocca, Sal Esposito, Maria Rosaria Vassallo, Mario Buonafede, Teresa Bosco, Rosanna Aprea, Maurizio Pica, Pietro Catauro, Domenico Livigni, Armando Altieri, Mario Fedele della Canzonetta Record, Anna Sciotti, e soprattutto Salvo Domina, sempre attento che la memoria storica dell’arte napoletana sia divulgata in maniera precisa, chiara e indiscutibile, e che ha messo a disposizione la sua collezione per l’iconografia di questo libro.
Ringrazio principalmente mio padre, Alberto Sciotti, il suo prezioso archivio si è rivelato, ancora una volta, una fonte inesauribile e imprescindibile per la realizzazione di questo libro.

NOTE SULL’AUTORE

Antonio Sciotti, napoletano, classe 1967, figlio e nipote d’arte, ha ereditato dal padre una mirabile collezione di cimeli legati al teatro e alla canzone napoletana. Saggista, scrittore e storico del teatro e della canzone partenopea, si occupa attivamente di tutto il movimento relativo al recupero della memoria storica del mondo di Cantanapoli. Cura gli archivi musicali della casa editrice La Canzonetta e collabora con diversi periodici di collezionismo musicale. Docente di Storia della Popular Music (Canzone classica napoletana) presso il Conservatorio Nicola Sala di Benevento; direttore artistico del teatro Cortese di Napoli.
Ha scritto: Gilda Mignonette: Napoli New York solo andata (Ed. Magmata, 2008), Ada Bruges, l’ultima sciantosa di Cantanapoli (Ed. Rabò, 2010), Alcuni successi de La Canzonetta: Da Tu ca nun chiagne a Indifferentemente (Ed. La Canzonetta, 2011), Cantanapoli: L’Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981 (Ed. Luca Torre, 2012), Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 1° 1880-1922 (Ed. Bascetta, 2020), Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 2° 1923-1980 (Ed. Bascetta, 2020), Le Dive del Fonografo 1900-2000 (Ed. Bascetta, 2021), I Divi della Canzone Comica 1900-2000 (Ed. Bascetta, 2021), Isa Danieli e la dinastia teatrale dell’800 (Ed. Bascetta, 2021), La Storia della Bottega dei 4 di Libero Bovio (Ed. Bascetta, 2022), Le dive dalla vita spezzata (Ed. Bascetta, 2022).