Editorial Review
Quella che segue è la situazione sulla rifondazione dei casali antichi ravvisata al papa di Avignone dopo il sisma del 1348 e la ricollocazione dei migranti dalla Valle della vecchia S.Maria Vetere alle nuove Piazze della provincia diocesana rinata intorno a Benevento.2
1. «In primis Castrum Pontis inhabitatum, & inde ascendo, futura arcipretura di S.Salvatore in Pontelandolfo, quando ci sarà un rettore per S.Michele Arcangelo e S.Pietro.
2. Castrum Casaltuni, Casalduni.
3. Castrum Campilattarii,Campilactari, futura arcipretura di S.Salvatore.
4. Castrum Fragneti Monfortis,Fragneti Montis Fortis, futuro patrono S.Niccolò.
5. Castrum Fragneti Abbatis.
6. Castrum Montisleonis, Montis Leonis.
7. Castrum S.Severii, Sancti Severi
8. Castrum S.Georgii Molinarii, S.Georgii, futura arcipretura di S.Luca in S.Giorgio La Molara, col rettore in San Pietro.
9. Castrum S.Andree de Molinarie o Molinara, futura arcipretura di S.Maria dei Greci col rettore in S.Bartolomeo. [La Rocca del Roseto non è compresa perché è territorio di S.Eustasio del Giustizierato di Urbe Principato Regio e solo dopo si unirà e si dirà Terram Molinarie et Castrum Roseti. Molinara era la Terra con la patrona bruna di S.Maria dei Greci, dove tutto parlava mariano, dalla Fontana Greci a Valle dei Greci, e s.Barbara, dove aveva termine la futura diocesi di Ariano.]
10. Castrum Petre Maioris.Nel Necrologio di S.Spirito leggesi Parochia S.Martini, & S.Nicolai de Petra maiori. [Nel 1138, Re Ruggero II entrò nella città dei Beneventani, proseguì per la successiva San Severo, fu nel Castello di Morcone, indi su San Giorgio e Petra Majore. Pietramaggiore e S.Andrea ricadranno in diocesi di Ariano, mentre S.Giorgio la Molara sarà con Benevento.
11. Castrum Padule cum suo suburbio, Padula.
12 sive Casali S. Arcangeli [Trimonte].
13. Castrum Monti mali, Montis Mali.
14. Casale Timplani [Tenchiano].
15. Castrum Apicii cum Casalibus, futura arcipretura di S.Maria, nonché rettoria di S.Bartolomeo e S.Niccolò.
16. Castrum Merroni, Morroni
17. Castrum Venticani. Nel Necrologio di S.Spirito leggesi Parochia S.Ianuarii de Ventecano [Pietradefusi].
18. Castrum Montis Militum [Montemiletto], futura arcipretura di S.Maria e il rettore in S.Pietro.
19. Castrum Montis aperti, futura arcipretura di S.Eustachio.
20. Castrum Montis Fusculi cum Casalibus.
21. Castrum Tufi, futura arcipretura di S.Maria dell’Assunta.
22. Castrum Altavilla.
23. Castrum Cappellan, Ceppaloni, futura arcipretura di S.Niccolò. Nel Necrologio di S.Spirito leggesi Parochia S. Ioannis de Ceppaloni.
24. Castrum Petre sturmini, Petre Sturnina o Stornina, futura arcipretura di S.Maria de Juso e rettore in San Bartolomeo. Pietra Stornina, chiamata anche Pietra Castagnara, alla copia che vi è di castagneti, distante otto miglia.
25. Castrum S. Martini, futura arcipretura di S.Martino.
26. Castrum Cervinarie, Cervinara, futura arcipretura di S.Gennajo, e i rettori per S.Adiutore, S.Marciano, S.Maria della Valle, S.Niccolò del Piano, S.Potito. Qui ci sarà posto anche per un primicerio.
27. Castrum Montis Sarculi, Montissarculi, futura arcipretura di S.Niccolò, col primicerio, e col rettore curato per S.Angelo in Garganensibus, SS.Annunziata seu S.Giovanni, S.Spirito seu S.Leone, SS.Trinità seu S.Niccolò, e altri due rettori per Cirignano, in S.Angelo e ai Varoni per S.Maria di Lucerino; altro rettore per S.Biagio.
28. Castrum Tocci cum Casalibus. Tocci cum casalibus. [«Tocco, è uno dei xxxvi Casali della Valle di Vitulano», da alcuni identificata come l’ex cattedrale soppressa, divenuta ufficialmente chiesa arcipretale, come le altre due di Lesina e Limosani. Tocco e le altre due furono cioè residenza di “arcipreti delle già Cattedrali”, da cui l’arciprete di Tocco, e Cacciano, e di tutta la Valle di Vitulano, con un vicario curato perpetuo (prete) in S.Vincenzo. In questo caso, però, va ricordato che Tocco e Vitulano, nel 1400, erano solo dei Casali di Montesarchio, dove fra l’altro svettano la chiesa di S.Nicola dei Greci e la chiesa di Nuceriola ai Varoni. L’attuale Tocco, quindi, non sembra affatto identificabile con l’antico e potente possedimento dove nacque la casata dei Tocco di Prata e Montemiletto, da cui il «Castello di Tocco conquistato da Roggiero. Nel Necrologio di S.Spirito è nominata la Parocchia S.Stephani de Scala Casale Tocci». Qui risiederà un prete diocesano, Economo di S.Pietro, unito All’arcipretura di Vitulano.
29. Castrum Terlicosi cum Casali Papisii, Terracusii cum casali paupisiorum, dove vi sarà il futuro rettore di S.Maria del Bosco. A Torrecuso nel 1695, data a cui si rifescono tutti gli altri economi, vi sarà un prete inviato dalla diocesi quale Economo di S.Erasmo unito al Reverendissimo Capitolo Metropolitano.
30. & aliis casalibus».3
Seguono i casali propri dell’urbe Benevento:
31. S.Angeli ad Cupulum della mensa arcivescovile con mero e misto imperio, futura arcipretura di S.Maria, S.Croce, e S.Angelo.
32. Machabeorum, vulgo delli Monaci, giurisdizione cenobio S.Modesto, in quanto vi risiederà un prete diocesano, l’Economo di S.Giovanni unito alla Badia di S.Modesto di Benevento.
33. Balnearea, ac S.Marci ad Montes, giurisdizione ascetereii S.Petri sancti monialium ordini S.Benedicti huiusmet Civitatis. A Bagniara nascerà S.Maria dell’Assunta affidata a un rettore; altro rettore in San Marco di S.Marco ai Monti; altro rettore a S.Niccolò in Pagliara.
34. Pastenarum, iurisdizione patrizia famiglia Capasso, titolo Comitis. A Pastene e Perillo rosoederà un prete diocesano come Economo del SS.Rosario unito all’Arcipretura di S.Maria Attoro.
35. duo castra, s.Leuci e Montis Ursi con eiusdem pertinentiis, nempé Perilli, Macculorum, e Sciarra, giurisdizione della città; a Montorso vi sarà il futuro rettore in S.Donato (e a Monte Rocchetto in S.Bartolomeo).
36. castra inabitate di Francavilla e Capraria, primum ad apostolica camera, o de Avalos, altri della commenda melitensem, seu S.Giovanni gerosolomitano della città.4
Extra Ducato Vetere delle Terre Beneventane di Castello Vetere, dunque, era nata la Contea dell’Episcopio di Civitate Murcone, la diocesi dei 36 paesi arianesi, poi chiamata Ariano di Puglia, quando sarà rifondata dal papa. Qui era l’ex chiesa di S.Maria Greca della Rocca incastonata nel Castello di s.Eleuterio Ecano dei Pagano, demanializzato nel 1092, con la nuova Contea a Civitate Murcone.
Il maniero fu infatti distrutto dal Conte Buonalbergo, con la breve esistenza dei feudi di S.Severo e Apice, e la brevissima lor baronia di Feniculo: S.Giovanni Maytin. et Palata et Gioia. Tutte le Terre extra Ducato beneventano del Papa, cioè i feudi del Regno che rientrarono nella Contea di Ariano o Morcone che dir si voglia, furono: Tamaro, Pesco, Reino, Terra Rubea, Fragnito, Petrapulcina, Ginestra, Monte Calvo, Ferrara, Savignano e Grecia, Monterone, Apice di Molinara, S.Croce, Guasto, Farneto, S.Framondi, etc. L’ex Contea di Murcone, ossia la futura Città di Ariano, come tutti i sedili vescovili, nasceva su tre paesi vicinissimi: un Castello, una Arcipretura con la corte, l’Episcopio.
Con questi labili confini si andò così avanti per un altro secolo, anche nel territorio del nuovo Ducato papalino, che a sua volta compres i 36 oppidi delle rocche pontificie, quelli rifondati dalle popolazioni che ebbero distrutti i loro castelli originari col terremoto del 1347.
Le chiese antiche, preesistenti al sisma, quelle che già facevano parte di Civitate Beneventana del Castello Vetere, erano state elencate nell’Obituarium Sancti Spiritus a far data dal 1198, partendo dalla Giudecca degli ebraici di fede mosaica fino all’ultima chiesa periferica, benché ufficialmente convertiti al cristianesimo degli ebraici seguaci mariani di Cristo, ora protetti, ora avversati dalla casa reale.
2.
i cento arcipreti e rettori curati
della provincia beneventana
Quelle che seguono sono le arcipreture proviciali ai tempi del cardinale Orsini. Indi controlliamo le ex cattedrali soppresse, divenute ufficialmente chiese arcipretali, che sono solo tre, fra cui Tocco, cioè residenza di “arcipreti delle già Cattedrali”, ma sono tutte più o meno lontane da Benevento:
1. Arciprete di Lesina
2. Arciprete di S.Maria di Limosani
3. Arciprete di Tocco, e Cacciano, e di tutta la Valle di Vitulano. In questo caso, va ricordato che Tocco e Vitulano, nel 1400, erano dei Casali di Montesarchio, dove fra l’altro svettano una chiesa di S.Nicola dei Greci, la chiesa di Nuceriola ai Varoni, la chiesa di San Gennaro Serretelle a Cervinara, ma mancherebbe il quartiere principale di S.Eustachio adiacente l’ex cattedrale di S.Maria Maggiore.
Indi le altre arcipreture, rettorie, collegi e quanto altro dato in rettoria ad arcipreti, abati o priori:
1. Arciprete di Altavilla ha cura di anime
2. Arciprete del Collegio di Morcone ha cura di anime
3. Abate del Colegio di Paduli ha cura di anime
4. Abate dell’Insigne collegio di Montecalvo
5. Priore del Collegio di Montefuscoli
Segue l’elenco di tutti i paesi e titolo della chiesa affidata ai relativi arcipreti ricadenti nel territorio diocesano.
1. Apice - Arcipretura di S.Maria
2. Baselice - S.Lionardo
3. Campolattaro - S.Salvatore
4. Campolieto - S.Michele Arcangelo
5. Campo di Pietra - S.Martino
6. Casalnovo - S.Pietro e S.Niccolò
7. Castelpagano - S.Salvatore
8. Castelvetere - S.Niccolò
9. Ceppaloni - S.Niccolò
10. Cercello - S.Michele Arcangelo, seu della SS.Annunciata
11. Cercia Maggiore - S.Maria della Croce
12. Cervianara - S.Gennajo
13. Chiusano - S.Maria degli Angioli
14. Colle - S.Giorgio
15. Fujano - S.Maria dell’Assunta
16. Fragneto - S.Niccolò
17. Gambatesa - S.Bartolomeo
18. Gildone - S.Savino
19. Greci - S.Bartolomeo
20. Jelsi - S.Andrea
21. Lapio - S.Caterina
22. Macchia - S.Niccolò
23. Matrice - S.Silvestro
24. Molinara - S.Maria dei Greci
25. Monacileoni - S.Maria dell’Assunta
26. Monteaperto - S.Eustachio
27. Montecalvo - nella Collegiata di S.Maria dell’Assunta
28. Monte Falcione - S.Maria dell’Assunta
29. Monte Miletto - S.Maria
30. Montesarchio - S.Niccolò
31. Pago - S.Donato
32. Pannerano - S.Maria a Cannaccino seu S.Giovanni
33. Paolisi - S.Andrea
34. Pesco - S.Salvatore
35. Pietracatella - S.Giovanni
36. Pietra Elcina - S.Angelo
37. Pietra Stornina - S.Maria de Juso
38. Pontelandolfo - S.Salvatore
39. Reino - S.Maria in Gruttis
40. Riccia - S.Maria
41. Rocca Basciarana - S.Lionardo
42. S.Angelo a Cupolo - Arciprete di S.Maria, S.Croce, S.Angelo
43. S.Angelo a Scala - S.Giovanni
44. S.Croce di Morcone - SS.Annunziata
45. S.Elia - S.Elia
46. S.Giorgio La Molara - S.Luca
47. S.Giorgio della Montagna - S.Giorgio
48. S.Giovanni in Galdo - S.Giovanni
49. S.Marco dei Cavoti - S.Marco
50. S.Maria Attoro - S.Caterina
51. S.Martino - S.Martino
52. S.Paolina - S.Paolina
53. Savignano - S.Niccolò
54. Terranova fossa ceca - SS.Cosma e Damiano
55. Tufara - SS.Pietro e Paolo
56. Tufo - S.Maria dell’Assunta
57. Tuori - S.Salvatore.5
Infine vi sono i Rettori curati per ogni singola chiesa anche nello stesso paese.
1. Apice - S.Bartolomeo e S.Niccolò
2. Apellosa - S.Maria dell’Assunta
3. Bagniara - S.Maria dell’Assunta
4. Castelpoto - S.Niccolò
5. Cervinara - S.Adiutore. S.Marciano. S.Maria della Valle. S.Niccolò del Piano. S.Potito
6. Chianca e Chianchetella - S.Felice e S.Margherita
7. Ginestra - S.Maria a Vico
8. Grottolella - S.Egidio
9. Lentace - S.Angelo
10. Limusani - S.Stefano
11. Mancusi - S.Niccolò
12. Molinara - S.Bartolomeo
13. Monte Calvo - S.Niccolò
14. Monte Fuscoli - S.Bartolomeo. S.Maria della Piazza. S.Niccolò de Franchis. S.Pietro de Ferrarus.
15. Monte Miletto - S.Pietro
16. Monte Orso - S.Donato
17. Monte Rocchetto - S.Bartolomeo
18. Monte Sarchio - S.Angelo in Garganensibus. SS.Annunziata seu S.Giovanni. S.Spirito seu S.Leone. SS.Trinità seu S.Niccolò.
19. Bonea - S.Maria di Lignano seu S.Niccolò.
20. Cirignano - S.Angelo
21. Varoni - S.Maria di Lucerino
22. Morcone - S.Angelo. S.Giovanni de Restauratis. S.Marco. S.Maria delli Donati. Santa Maria de Stampatis. S.Martino.
23. Pagliara - S.Niccolò
24. Paolisi - S.Tommaso
25. Paupisi - S.Maria del Bosco
26. Petruro - S.Bartolomeo
27. Pietra Sturnina - S.Bartolomeo
28. Ponte Landolfo - S.Michele Arcangelo. S.Pietro
29. Rotonni - SS.Annunziata
30. S.Agnese e Calvi - S.Agnese e S.Margherita
31. S.Angelo a Cancello - S.Angelo
32. S.Angelo Limusani - S.Maria dell’Assunta
33. S.Giorgio La Molara - S.Pietro
34. S.Leucio - S.Leucio
35. S.Marco ai Monti - S.Marco
36. S.Maria in Grisone - S.Maria dei Martiri
37. S.Martino - S.Giovanni
38. S.Niccolò Manfredi - S.Maria del Fosso
39. S.Pietro Indelicato e Toccanisi - S.Pietro e S.Giovanni
40. Tocco - S.Biagio
41. Torriuni - S.Michele Arcangelo
42. Vitulano Foglianese - S.Ciriaco.6
Null’altro, né fra i 4 primiceri del clero di Cervinara, Montesarchio, Paolisi e Vitulano; né fra i vicari curati perpetui (preti) di:
1. Pietra dei Fusi - Vicariato SS.Annunziata
2. S.Nazzaro - S.Nazzaro
3. Tocco - S.Vincenzo
4. Torre delle Nocelle - S.Maria
5. Vitulano - S.Croce. S.Maria. S.Pietro
Tantomeno fra gli Economi (preti) diocesani, che sono quelli di:
1. Maccabei - Economo di S.Giovanni unito alla Badia di S.Modesto di Benevento.
2. Pastene e Perillo - Economo del SS.Rosario unito all’Arcipretura di S.Maria Attoro.
3. Tocco - Economo di S.Pietro unito All’arcipretura di Vitulano.
4. Torrecuso - Economo di S.Erasmo unito al Reverendissimo Capitolo Metropolitano.
Questi dati fanno riferimento alla trascrizione del 24 agosto 1695.7
Nomi e numeri furono poi raccolti da Papa Orsini nel libro sul Sinodo di riferimento.
Alla fine restano da approfondire solo le chiese della Valle Vitulanese: la Parrocchiale di S.Croce con l’ostensorio d’argento con due pezzetti della S.Croce, la Chiesa del Carmine e la Chiesa di S.Anna in Foglianise, la Chiesa di S.Sebastiano a Cacciano, la Chiesa della Trinità con una reliquia di S.Menna Romito.
Ovviamente fra quelle di Tocco vi è anche la Parrocchiale, ma appare quasi inutile cercare un’altra San Lupo se il riferimento è all’antica abbazia il cui cimitero nel 1700 era dentro Benevento, ancora visibile scendendo da Olivola, dopo la Chiesa di S.Giacomo che viene identificata nell’area della nuova costruzione di S.Maria della Verità a Port’Arsa, ma nulla vita che sia S.Martino Sannita.
Questo il sunto della descrizione del sulle parrocchie d
— S.Pietro dei Traseris di 968 anime, morti 42
— S.Donato di 1188 anime, morti 8
— S.Maria di Costantinopoli di 1646 anime, morti 20
— S.Stefano di 1169 anime, morti 2
— S.Salvatore di 1236 anime, morti 4
— della Verità di 692 anime, morti 51
— S.Marco di Savariani di 903 anime, morti 6
— S.Modesto di 554 anime, morti 17.
Di edifici sacri, fra caduti e collabenti, ne contò 33.
— Erano in città 24 i sacri edifizi e fuori delle mura se ne contavono 9.
1. Cattedrale con le colonne di marmo, sconquassata con l’episcopio precipitato.
2. Collegiata di S.Bartolomeo «eretta nuovamente da fondamenti, atterrata».
3. «L’altra collegiata di S.Maria di Costantinopoli, pure fabbricata di nuovo, che è parrocchiale, è diroccata affatto».
4. La parrocchiale di S. Stefano «poco offesa».
5. Della parrocchiale di S.Salvatore devono abbattersi muri e rifarsi glia archi lesionati.
6. Della parrocchiale di S.Andrea, «col seminario», andava abbattuta la facciata e rovinato il campanile «e nel maggior dormitorio bisognerà abbattersi il muro verso la Dogana».
7. La parrocchiale di S.Maria della Verità «è affatto disfatta».
8. Gravemente lesionata la parrocchiale di San Donato.
9. La parrocchiale di S.Modesto dei padri cononici laternanensi ha il volto sopra l’altare sfondato e il «monastero di questi padri è un mucchio di pietre».
10. La chiesa di S.Sofia dei padri Canonici del Salvatore, «riedificata ultimamente», è lesionata solamente con crepature in molte parti, ma senza pericolo. Il loro monastero «è inabitabile per essere in gran parte diroccato».
11. In s.Caterina dei padri celesti (parrocchiale di S.Pietro dei Traseri diroccata dal sisma del 1688) è sfondato «il volto del coro dietro l’altare maggiore, e nell’altro coro della notte à similmente patito. Il restante è aperto. Il monastero è rovinato».
12. La chiesa dei padri domenicani «è flagellata gravissimamente nella facciata». Atterrate due ali del convento e mezza ala del chiostro; caduto il dormitorio maggiore, il minore ne è rimasto offeso.
13. La chiesa di S.Francesco dei padri minori conventuali è rovinata, il convento è precipitato.
14. La chiesa dei padri agostiniani ha la facciata rovinata, il convento è diroccato.
15. La chiesa dei Carmelitani è sfondata, il convento è offeso.
16. Il convento dei Padri Serviti ha gravi lesioni e la chiesa ancora era in costruzione dalle fondamenta.
17. La facciata della chiesa dei Gesuiti è caduta insieme al campanile. Il collegio «nuovamente eretto dalle fondamenti, è distrutto» e le mura minacciano le case vicine.
18. La chiesa dei padri Fatebenefratelli è mezza caduta e il campanile è rovinato elle fondamenta come il convento e il salone dell’ospedale, «abbandonato, in dietro minaccia rovina» coi tanti feriti che non trovano più un ricovero.
19. Il monastero delle monache di San Pietro è disfatto «con apertura della clausura, e la chiesa con grandi lesioni e con pericolo di rovesciarsi addosso il campanile, che è sopra detta chiesa».
20. L’altro monastero delle monache di San Vittorino «è parimenti con gravi rovine, colla clausura ancora aperta».
21. La chiesa della SS.Annunziata ha la facciata diroccata, le cappelle di destra aperte, quelle di sinistra appena lesionate. Sono precipitate alcune stanze dell’organotrofio.
22. La chiesa di S.Nicolò «è abbattuta affatto».
23. La chiesa della madonna del popolo è ‘con molte lesioni’.
24. Così la chiesa di San Paolo. L’ospedale «poi di San Bartolomeo per li pellagrosi, fabbricato da fondamenti, è tutto lesionato ed aperto’ e puntellato».8
— Le chiese fuori di Benevento sono nove e queste pure ànno provato il danno del tremuoto, nella maniera come appresso:
a. La chiesa di San Lorenzo dei P.P. Min. Osservanti à molto patito, e precisamente nel campanile, che è precipitato nella maggior parte. Il convento è molto più offeso della chiesa;
b. La chiesa della Pace dei P.P. Cappuccini è lesionata in molti luoghi: il convento è offeso assai più della chiesa;
c. La chiesa di S.Maria della Libera, come sopra detta;
d. La chiesa di San Lazzaro distrutta dai fondamenti;
e. La chiesa di S.Cosmo e Damiano si trova con lesioni nel volto e nelle mura;
f. Nella chiesa di S.Maria della Pietà, è rovinato il volto, sono aperte le parei da tutti i lati con precipizio di una stanza, ed un’altra offesa;
g. La chiesa di S.Giovanni della Religione di Malta à patito nel tetto per la caduta del campanile sopra d’essa e deò volto colla facciata cadente;
h. La chiesa di S.Onofrio è l’unica senza lesioni.9
«In quanto ai pubblici uffici, il castello, o rocca, nel recinto à il palazzo Mons. governatore, è restato diviso in gran parte per lo mezzo, e sprofondati tutti i volti, a segno che vi restò morto un carcerato, caduto dalle carceri superiori».
«Il palazzo di Mons. Governatore è in parte sfondato, il resto tutto aperto, e trinciato...
Il palazzo del magistrato è in due lati aperto in maniera che attualmente si abbattè per non far rovinare affatto la chiesa del Carmine. Le scale colli volti, per le quali si ascende all’edificio pubblico, o precipitate, o cadenti. In una stanza, ove allora si trovavano alcuni carcerati, è caduto un muro... Le muraglie della città in più e varie parti rovesciate, in altre debilitate o usciti dai loro sesti...
Dei cinque Ponti fuori delle mura, tre ànno patito; quello detto di S.Maria degli Angeli [sul fiume Sabato secondo il Parrino] si mantiene sostenuto per la forma, che vi si trova sotto, altrimenti avrebbe finito di cadere; l’altro detto il Lebbroso rimane pregiudicato per questo nuovo accidente: ed il terzo, detto di Calore, offeso in qualche altra parte...
Le abitazioni private dei cittadini massimamente nella regione meridionale, sono moltissime diroccate, molte aperte in modo che dovranno abbattersi, e le rimanenti con gravi lesioni, ma non con tanta rovina... Le strade pubbliche ingombrate dalel rovine, necessitano sollecito provvedimento, anche per la salute, acciocché non si facciano laghetti per la città... Ma si trova il popolo tutto sotto le baracche, o perché non si può abitare le case, o perché, per le gravi lesioni, teme di restare sepolto: tanto più che si sentono allo spesso fra giorno nuove scosse della terra».10
«La Diocesi à patito anche in molte terre e precisamente:
Apice è rovinato affatto, colla morte di sole 30 persone delle 1128 che la componevano.
La Terra di Fragneto è rimasta diroccata quasi al pari dell’altro tremuoto del 1688, colla morte di sole 4 persone quando l’abitavano 1536. La Terra di Paduli à patito in tutte le case. La chiesa maggiore, fabbricata dopo il detto tremuoto del 1688... è tutta aperta e precipitante ed in alcune parti sono ancora cadute le pareti.
In Montecalvo à fatto il tremuoto gravi danni alle fabbriche, massimamente ecclesiastiche, con distruzione di quasi tutte le chiese e conventi, ma non à offeso le persone».
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