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Roberto Boschetto Governatore di Benevento e altri personaggi inediti
Il Conte Roberto Boschetto era Signore di…. L’anno dopo è «assediato in Mirandola dai pontifici; avvia trattative con Giovan Francesco della Mirandola per un’eventuale resa nelle mani di Marcantonio Colonna: i colloqui non hanno alcun esito a causa di Alessandro da Trivulzio. Fatto prigioniero quando il castello è espugnato, si riscatta e si offre al servizio del marchese di Mantova. Il pontefice gli impone di non ritornare più al servizio dei da Trivulzio; non obbedisce. Quando i francesi recuperano Mirandola viene nominato loro luogotenente. E’ segnalato nella sfilata delle truppe francesi che si svolge davanti al re Luigi XII»….
Nel 1512 partecipa alla battaglia di Ravenna; viene armato cavaliere per il valore dimostrato nello scontro e l’anno dopo è inviato da Trivulzio «presso l’imperatore Massimiliano d’Austria al fine di ottenere il riconoscimento di Mirandola a loro favore. La signoria della città è, invece, assegnata a Giovan Francesco della Mirandola, mentre al pupillo di Roberto Boschetti, Galeotto della Mirandola, è assicurata quella di Concordia. Passa al servizio di Giuliano dei Medici. A Modena per fungere da paciere tra le fazioni dei Rangoni, dei Tassoni, dei Carandini e dei da Fogliano, divisi tra partigiani del pontefice e sostenitori dell’ imperatore e degli estensi. Sempre in Modena presenzia ad una cerimonia religiosa con il nuovo governatore pontificio Fabiano Lippo. Prende parte al successivo consiglio generale cittadino. Viene inviato dal luogotenente di Piacenza Goro Gheri presso Giuliano dei Medici. Alla morte di Giuliano dei Medici si trasferisce agli stipendi del papa Leone X, sempre di casa Medici».147
Nel 1516 ancora combatteva al fianco di Francesco Maria della Rovere nel ducato di Urbino al comando di 2000 fanti, di cui 800 fra corsi e spagnoli. Ottenuto per accordo Maiolo, assediò San Leo e si impadronì del monte sopra la rocca…..
«Nel 1517 si porta ad Ancona come commissario pontificio. Ha il compito di provvedere all’ approvvigionamento di tutto l’esercito pontificio nella guerra provocata dal della Rovere.
E’ inviato a Roma dal cardinale di Bibbiena Bernardo Dovizi per perorare la causa dei Bentivoglio che desiderano rientrare in Bologna.
Gli viene concessa la cittadinanza di Ancona. Si sposta in Toscana e controlla nel Casentino i movimenti del della Rovere. Al termine del conflitto è scelto dal duca di Urbino Lorenzo dei Medici come viceduca e suo luogotenente nel ducato.
Nell’esercizio della sua carica si comporta in modo esoso; perseguita i simpatizzanti del della Rovere.
Alla morte di Lorenzo dei Medici viene confermato nel suo incarico dal papa. Si porta a Gubbio; a Cagli scopre una congiura ai suoi danni: i complici del complotto sono catturati e strangolati…. Essendo successo quello che in Roma è successo, il nostro M. Celio non è stato senza fastidi, essendogli fatto intendere per lo Giustiziere di Montefoscolo in nome del S.r Colletterale Cons.re di Napoli che volesse dargli Benevento in mano e cedergli il governo atteso lo assedio fatto per il Signor Don Ugo contra la Santità di N. S. e la obbedienza la quale gli aveva levato in Roma, con molte altre pacie (sic) secondo per una di Messer Lelio mi è stato scritto, la quale ho mandata a Roma in mano del R.mo Arcivescovo teatino, acciò la Santità di N. S. sia capace di quanto si tentava in Regno contro S. B.ne e questo fu alli 23 di Settembre.
Di piú mi avvisava come nella città vi era maneggio per alcuni gentiluomini della città in favore degli imperiali contro N. S. e che pensava stare nel maschio della rocca dove aveva vettovaglia per un mese.
Di poi alli 25 del detto mi scrive che essendo venuto il Vicerè della provincia presso Benevento a due miglia con molta gente da piede e da cavallo per fare la impresa di Benevento, ebbe detto Vicerè una staffetta che se ne ritornasse e più non molestasse Benevento attenta la buona concordia la quale trattava fra la Cesarea Maestà e la Santità del Nostro Signore per mezzo del Signor Don Ugo; così se ne ritornò e licenziò tutta la gente; scrivendo tutto questo a M. Lelio e offerendosi al suo governo e pregandola a non volere procedere contro a quelli che si fossero esibiti in favore dello Imperio per il che apertamente si comprende che dentro avevano maneggio. Fu Dio non ha voluto vedere tanto male e al tutto ha posto fine, cosi.150
Nel 1529 il Conte Roberto Boschetto morì a San Cesario sul Panaro e fu pianto dalla moglie Susanna della Mirandola, figlia naturale di Giovan Francesco.
Così l’epitaffio posto sulla sua tomba: – D.O.M.S./ Roberto Buscheto viro ingenio atque animi magni/ tudine singulari qui cum Ferdinando Aragonum regi Leoni/ et Clementi pontificibus maximis carissimus fuisset ac sibi/ ab illis commissa Beneventi Pinnae et Urbini gubernacula/ fide ac virtute summa tenuisset receptus postremo in/ Alphonsi Ferrariae ducis intimam familiaritatem huma/ norum honorum cursu confecto caelestos vitae praemia/ appetiit. Filii pientissimi p. o. m. p. p. / Vixit annos 57, mens. 6, dies 15. Obiit anno a Christo nativitate 1529….
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