Marrano, Chierico e Monello. Eresie di un cattivo suddito di Clemente VII. vol.2

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Copertina posteriore

Le danger de la satire: Vita di Niccolò Franco, il poeta beneventano del rinascimento italiano

Volle lasciarsi nell’anonimato l’autore della biografia-romanzo di Nicolò Franco. Si tratta di un francese che nel saluto al marchese di Seignelay, colonnello del reggimento di Champagne, premesso al libro, si firma Abbé***, Censeur Royal. La censura reale In Francia , a partire dal XVII secolo, era l’incarico dato a dei censori di giudicare la legittimità editoriale di un manoscritto e autorizzarne la pubblicazione. Insomma dare l’imprimatur.
L’opera di questo anonimo scrittore si intitola Le danger de la satire ou La vie de Nicolo Franco poete satirique italien (Il pericolo della satira ovvero La vita di Nicolò Franco poeta satirico italiano) e venne pubblicata a Parigi nel 1778. Di essa si trovano accenni in alcuni autori, forse perché considerata poco biografia e più romanzo. Ne dà notizia Benvenuto Gasparoni, curatore del periodico IL BUONARROTI (Un Dialogo tra Niccolò Franco e il Buonarroti, in: IL BUONARROTI scritti sopra le arti e le lettere raccolti per cura di Benvenuto Gasparoni, Roma 1866 vol. I p.90, Il Quaderno IV datato aprile 1866):” Capitatoci a questi giorni fra mani un libro francese, assai malagevole a trovarsi, intitolato Le danger de la satire, ou la vie de Nicolò Franco poeta satirique italien, e vedutovi dentro un dialoghetto fra Niccolò e Michelangelo, fu subito nostra cura il voltarlo nella italiana favella, e farne parte a’ leggitori cortesi”. Il Gasparoni dà anche un giudizio su questo libro, affermando che “Né veramente sappiamo quanta fede possa meritarsi quel suo racconto che disteso a mo’ dei romanzieri che sursero sullo scorcio del passato secolo (e appunto il libro è stampato a Parigi del 1778) non contiene a parer nostro che qualche fondo di vero, sul quale poi l’autore ha tessuta la tela di parecchi avvenimenti, a quella guisa che si costuma in que’ romanzi che tolgon nome di storici. Ad ogni modo non potrà essere senza piacer di chi legge il vedere questo dialoghetto che, pognamo non sia veramente accaduto, certo potrebbe essere almeno probabile”; e più avanti “l’autor della vita o vogliam dire romanzo di Niccolò Franco (che veramente è pieno di buona morale, ed è tutto inteso a mostrare come la satira sia cosa malvagia e pericolosa) racconta un altro fatterello in cui ha parte il Buonarroti, e però anche questo volemmo tradurre pe’ nostri lettori”. L’anonimo autore della biografia di Nicolò Franco attinge le sue notizie da una tradizione che non aveva cessato di avere i suoi cultori. Nel Nuovo Dizionario Istorico, alla voce Franco N., a proposito della sua morte, per impiccagione a Roma nel 1570, si legge:” la tragica morte di questo sciagurato scrittore seguì nel 1569, avendo sbagliato alcuni, che l’hanno fissata al 1554, come pure sbagliano coloro, i quali asseriscono, che fuggisse di carcere, che fosse appiccato solamente in effigie, e che di cordoglio e vergogna morisse poco dopo in Benevento” (l’ opera composta da una Società di Letterati in Francia, venne tradotta in italiano col titolo Nuovo Dizionario Istorico, Napoli 1791, tomo XI). Invece ad essa fa riferimento l’autore francese, quando narra la morte in Benevento di Nicolò Franco. In Francia l’interesse per le opere di Nicolò Franco si manifestò già nel XVI secolo; se nel 1579 Gabriel Chapuis pubblicò la traduzione francese dei Dialogi piacevoli.
Nelle città in cui Nicolò Franco è stato, ha lasciato sicura traccia della sua permanenza, così a Venezia con l’amicizia/inimicizia di Pietro Aretino, a Casal Monferrato dove fondò l’Accademia degli Argonauti, a Cosenza, dove promosse un’accademia. Il giudizio morale ha pesato molto sul nostro autore beneventano. Ma Girolamo Tiraboschi nella sua monumentale storia della letteratura italiana (prima edizione 1772-1788 in tredici volumi, seconda edizione 1787-1794 in sedici volumi) dedica un lungo saggio al poeta e di lui così scrive:” Se all’ingegno e allo studio fosse stato in lui uguale il senno, dovrebbe aver luogo tra i migliori poeti Niccolò Franco. Ma ei fu un di coloro che col reo uso che fanno de’ lor talenti, si chiudon la via all’immortalità del nome, e lasciano di lor medesimi poco onorata memoria. Ei nondimeno non debb’ essere dimenticato nella Storia della Letteratura, che anche i vizi de’ letterati, debbe indicar come scogli da cui guardarsi, e io ne parlo ancora più volentieri, perché niuno sinora ne ha scritta la Vita”.
Mentre il Tiraboschi scriveva queste parole, in Francia veniva pubblicata la biografia-romanzo di Nicolò Franco, che l’autore francese fa morire in effigie. Potrebbe sembrare un espediente letterario, ma oggi noi possiamo comprendere meglio cosa significhi morire “in effigie”, quando quotidianamente assistiamo in questa immensa piazza, che è la televisione e i mezzi di comunicazione in genere, alla condanna alla forca di tanta gente. Che poi dovesse risultare colpevole o innocente, non interessa più nessuno. La piazza rimane vuota.

Description

La biografia di Nicolò Franco scritta da un autore anonimo francese nel 1778, viene tradotta per la prima volta in italiano. Considerata in passato, forse a torto, poco biografia e più romanzo, quest’opera riprende una tradizione che, tra l’altro, faceva morire il Franco nella sua Benevento. La vita del Franco raccontata così da un autore straniero è la riprova della sua fama europea; non solo, ma ci invita a riflettere sull’ autore beneventano, che ebbe modo di distinguersi per i suoi meriti culturali e per il suo spirito libero.

Dettagli

EAN

9788872970997

ISBN

8872970997

Pagine

80

Autore

Iandiorio

Editore

ABE Napoli

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