Editorial Review
La figlia di Carlo di Valois, erede di Provenza e di Napoli
indice
ricapitolazione
una signoria napoletana nel trecento fiorentino
capitolo i
LA sposa l’erede al trono di napoli
— Nata dal sangue nobile dei Valois e dei Saint-Pol
— Una principessina alla corte di Napoli
— Il pranzo di nozze: galline, agnelli e parmigiano
— Perso il padre e Ludovica, si crea una sala studio
— Le figlie femmine: Margherita, Giovanna e Maria
— La fondazione di S.Martino prima di partire
— Il sopralluogo a dicembre del 1326
capitolo ii
il lungo viaggio di nozze
negli stati del reame
— Il pranzo di 8 giorni e la sfida del cavaliere pisano
— La partenza per Firenze con medico e negromante
— Ruggiero Capograsso di Salerno medico di Corte
capitolo iii
ghibellini contro guelfi:
scontro con la signoria di lucca
— La guerriglia con Castruccio fomentata dal Papa
— Catalani, Bavaro e Lucca alleati contro Napoli
— Carlo col padre in Sicilia, poi Signore di Siena
— Firenze divisa fra guelfi Bianchi e guelfi Neri
— La «Cronica» di Villani bistratta il Duca
capitolo iv
la duchessa a palazzo del bargello,
ripristinate tutte le feste di piazza
— Il Duca sceglie una reggia per la moglie
— La Città dalle cinque cerchie
— 90.000 abitanti, 110 chiese e mille scolari
— Le Logge coi fanali: da palazzi a corti private
— Giochi sociali dei cortigiani: Scacchi e Buzzeca
— Donne in festa con le trecce bianco-gialle
— Il pranzo coreografico con scene in cartapesta
— La battaglia contro Lucca s’arena per gli imperiali
— Il Bavaro Re d’Italia contro Avignone e Napoli
— I Duchi perdono l’erede, ma esplodono le giostre
— Un Signore di pace nella Congiura di Lucca
capitolo v
L’EPISTOLARIO di giugno:
fiorentini nei regesti di napoli
— Maestri e artisti nei libri contabili della Duchessa
— Il Capitano del Balzo e il vizio plebeo del gioco
— Tasse a S.Lorenzo, punizioni a Empoli
— S.Casciano esentasse, arciprete a Colle di Giotto
— Debiti a Poggibonsi, Statuto a Castelfiorentino
— Graziati i Fiorentini, sale al Castello di Signa
— I priori delle arti, le rocche di Latere e Galgani
— La ribellione di Contrada Spoleto ai mercanti
— I tassatori per Prato e l’ufficiale di Fichino
— Castellani, giudici e armigeri catalani a spasso
— Fatti di Casa Rossi, di Capraria e Porta S.Pietro
capitolo vi
dalla fiera delle bestie
ai mercanti d’oro e di seta
— Il bando per la festa di San Giovanni
— Le potenze e due brigate d’amore: gialla e bianca
— «Macchina» del cielo e «Spiritelli» per otto giorni
— Dalla fiera del bestiame al mercato delle sete
— Ori e argenti alla fiera: la vigilia del 23 giugno
— I sollazzi del pomeriggio coi 16 gonfaloni in festa
— Nobili in bella mostra al balcone dello struscio
— I ceri di cartapesta sui carri in processione
— La piazza dei Signori addobbata per la festa
— L’uso dei paliotti tassati a Pisa e ai federati
— La «Ringhiera»: il privè della borghesia
— Le vesti ricamate foderate d’ermellino
capitolo vii
l’addio a firenze per napoli
e l’ultimo viaggio a bari
— La città è in festa, ma la Duchessa è addolorata
— La guerra con Lucca disturba il Rinascimento
— Il ritorno a Napoli e la perdita del marito
— Ultimo viaggio a Bari e commiato del Papa
— Il testamento della signora di terre e castelli
— La sepoltura della Duchessa de Valois-d’Angiò
note bibliografiche
1.
Goro Dati, da:
110. Ammirato, Stor. Lib. I. a 64.
111. Borghini, spogli. Dunque nota «il Borghini nel Cod. 44. cl. 25. a 219. che nel 1369 fi dà ordine, che chi è obbligato a offerire Palio, o Cero fiorito il dì di S.Giovanni si conduca in Piazza, e facciasi scrittura pubblica, e doppo loro vengano i ceri non fioriti, e nota la diftinzione»: cfr. Ammirato, Lib XIII. a 668. «Ne' fopradetti fpogli della Marucelliana fi dice, che nel 1336 la cera offerta pesò libbre 3657, offerendo ancora Torchietti i Sanefi, gli Studenti, ed i Prigioni, che in tal mattina erano liberati.
112. Varchi, Storia, libro 9. a 262. Dice «che la Terre, che afferifcono il Palio la mattina di S. Giovanni fono circa 130, e le Comunità in vece del Palio offeriscono un cero per ciascuno».
113. «Il Vafari nella vita del foprannominato Cecca, ci afficura che i Carri furon fabbricati da esso Cecca, tra il 1480., e il 1499.; poichè egli nacque nel 1457 e mori nel 1499., come lo dichiarava il fuo epitaffio che era in S. Piero Scheraggio, ed è il feguente.
FABRORVM MAGISTER CICCA NATVS
OPPIDIS VEL OBSIDENDIS VEL
TVENDIS HIC LACET. VIX. AN. XLI.
M. IV. D. XIV. OBIIT PRO PATRIA TELO ICTVS
PIAE SORORES MON. FECERVNT
MCCCCXCIX.
Il fopraddetto maeftro Cecca aveva nome Francefco di Agnolo, leggendofi ne' libri dell' Arte de' Mercatanti, che Francefco d'Agnolo detto il Cecca avendo fatto il Ponte in S. Giovanni per raffettare il mofaico della Tribuna con ordine belliffimo, e con molta fottigliezza, fenza impedir la Chiefa fu eletto fotto di 25. Febbraio 1482. per capo maeftro con certe mancie &c».
114. Codice n. 1396, Libreria Strozziana, su modo, e ordini da tenersi delle feste di S. Giovanni.
115. Giovanni del Nero - Stefano Cambi, Priorista, e Cronache di Firenze manoscritte.
116. Tilliot, Memorie per fervire all'Iftoria della Festa de Pazzi. Estratto dell’opera in: Giornale di Firenze, a. 163, Tomo 2, par. 2.
117. Raffael Borghini, Nel riposo, a 393. Da: Gaetano Cambiagi, Memorie, cit.
118. «I maestri di Zecca in tempo di Repubblica erano due, che uno passava per l'Arte de' Mercatanti, e l'altro per quella del Cambio; durava il loro seggio sei mesi, mutandosi di marzo, e di settembre: nelle monete, che si coniavano, oltre la confueta impronta, vi era aggiunto in piccolo l'arme dei medesimi, cioè in quelle d'oro l'arme di quello che passava per l'Arte de' Mercatanti, e in quelle d'argento l'arme dell'altro che passava per l'Arte del Cambio». «E passando a parlare degli altri Carri; giacchè di quefto della Zecca fi è abbastanza ragionato, non erano veruno fabbricati così belli, e magnifici, ma però dipinti, e adornati per mano di ottimi Pittori, dicendo il Vafari nella vita di Andrea del Sarto, le feguenti parole. Fu deliberato per l' Arte de' Mercatanti, che fi faceffero di legname certi trionfi in fu li carri all'ufanza antica, quali dovevano andare a proceffione la mattina di S. Gio. Battifta &c.; tra quefti Andrea fece a olio di chiaro fcuro molte iftoriette, le quali furono molto lodate, e così fi aveva a feguitare di farne ogni anno qualcuno per fine che ogni Città aveffe il fuo, che nel vero farebbe stata una gran diffima pompa».
Altri cento anni più tardi questi carri ebbero la disgrazia di ritrovarsi tutti bruciati a causa di un altro incendio.
Così Bonazzini: - Adì 16. Giugno 1662. effendo andato a definare il Legnaiolo, che raf fettava i quattro Carri foliti fervire per la mattina di S. Giovanni in Piazza del Gran-Duca,& avendo il fattore di effo lafciata una candela accefa fopra di uno di detti Carri, che in tal tempo erono (come lo fono ancora) in ful Prato, confumatafi detta candela diede fuoco ad uno di effi, & effo a tutti gli altri, che due abbrucciarono intieramente, e due rimafero maltrat tati, quali rabberciati fecero ad ogni modo la lo ro comparfa.
«Di quefto incendio de' Carri, nella Magliabechiana cl. XXIX. Cod 52. efifte una difefa a favore di Macftro Pietro Farfetti, Cipriano Baldacci, e Baftjano Saffet Legnaieli proceffati a tal motivo dall' Arte de' Mercatanti».
119. Goro Dati, cit. Cfr. Monfig. Borghini, Spogli manofcritti cl. XXV. Cod. 43. a 15. ter. In: Gaetano Cambiagi, Memorie, cit.
120. Ivi.
121. Gaetano Cambiagi, Memorie, cit. Diario manoscritto, Magliabechiana, Cl. 25. Cod. 17.
122. Gaetano Cambiagi, Memorie, cit. Cfr. Spogli manoscritti fatti dal Senator Carlo Strozzi, Marucelliana, 1366.
123. Gaetano Cambiagi, Memorie, cit. Cfr. Monaldi, Relazione di tali Feste.
124. Gaetano Cambiagi, Memorie, cit. Cfr. Vasari e Ammirato.
125. Ivi. Cfr. Forti, cit.
126. Gaetano Cambiagi, Memorie, cit. Cfr. Corbinelli , tom. I., Istoria della Famiglia Gondi.
127. Gaetano Cambiagi, Memorie, cit. Cfr. Codice TT. 1218 della Libreria Strozziana, a.211, col Codice F. H. 1029.
128. Gaetano Cambiagi, Memorie istoriche riguardanti le feste solite farsi in Firenze, Stamperia Granducale, Firenze 1766, pag.52. Nota sul primo Capitolo del Foro Fiorentino, di Tommaso Forti.
129. Giovanni Villani, Cronica², Lib. X, cap. 29; Stefani, Cronache, rubrica 432, sostiene che l’incendio fu prima dell’alba del 25 luglio, e che le fiamme, partite da casa Angelotti, si propagarono a cinque abitazioni vicine che brucia insieme.
130. Coppi, San Gimignano, p. 222-224; Pasqui, Arezzo, p. 606; Louis Green, Castruccio Castracani, p.212; Cronache senesi, p. 457. Ammirato, Istorie Fiorentine, lib. VII, anno 1327, vol. 1°, p. 141-147,
131. Ivi.
132. Nancy Goldstone, Joanna. The Notorious Queen of Naples, Jerusalem and Sicily, Weidenfeld e Nicolson, Londra 2010, ISBN 9780297860860.
133. Vinni Lucherin, Le tombe angioine nel presbiterio di Santa Chiara a Napoli e la politica funeraria di Roberto d’Angiò. In: Medioevo: i committenti. Atti del convegno internazionale (Parma, 2010), Electa, Milano 2011, pp. 477-179. Sitografia: Reti Medievali, www.retimedievali.it. Da: https://123dok.org/document/ozl76xly-angioine-presbiterio-chiara-napoli-politica-funeraria-roberto-angi%C3%B2.html.
134. Ivi.
135. Ivi. «Un secondo documento, datato da Camillo Minieri Riccio ad un momento compreso tra il 10 settembre 1332 e il 31 agosto 1333, attesta invece un pagamento al maestro Tino da Siena, evidentemente Tino di Camaino, per la nuova sepoltura di Carlo da farsi nella chiesa di Santa Chiara e anche per un sepolcro piccolo, già eseguito, nel quale allora il Duca già riposava».
Carlo de Lellis rinvenne il documento nel Reg. Ang. 1335-1336 C, f. 31 t.:
— Magistro Thino de Senis, pro construenda et facienda quadam sepultura provisa de novo fieri demandato nostro in ecclesia Sancti Corporis Christi pro sepeliendocorpore ducis Calabrie, necnon pro quodam alio sepolcro parvoubi nunc quiescit corpus prefati ducis, de unc. 53 et tar. 3 iussissolvi fuerunt solute 27 et tt. 3.
Camillo Minieri Riccio trasse poi la notizia da un altro registro angioino, come da Reg. 1335 B. f. 197:
— Magistro Tino de Senis, pro construenda quadam sepultura in ecclesia Sancti Corporis Christi prosepeliendo corpore ducis Calabrie et pro quodam alio sepulcroparvo ubi nunc quiescit corpus dicti ducis, unc. 53, tar. 3, concordatis.
136. Matteo Camera, Annali Delle Due Sicilie Dall'Origine E Fondazione Della Monarchia, Firreno, vol.II, Napoli 1860; Ex Regest. An.1550, lit. B. fol. 84.
137. Vinni Lucherin, Le tombe angioine nel presbiterio di Santa Chiara a Napoli e la politica funeraria di Roberto d’Angiò. In: Medioevo: i committenti. Atti del convegno internazionale (Parma, 2010), Electa, Milano 2011, pp. 477-179. Sitografia: Reti Medievali, www.retimedievali.it. Da: https://123dok.org/document/ozl76xly-angioine-presbiterio-chiara-napoli-politica-funeraria-roberto-angi%C3%B2.html
138. Ivi, ex Regest. An. 1332–1355 Indict. 1.a fol. 110 v.o.
139. Matteo Camera, Annali Delle Due Sicilie Dall'Origine E Fondazione Della Monarchia, Firreno, vol.II, Napoli 1860. Ex regest. an. 1350 lit. B. fol. 79; et an. 1355 lit. C. fol. 301,6.
140. Ivi, ex regest. an. 1338-1339 Ratio Thesauri lit. D. fol.170-Sub datum Neapoli die 7 Junii VII Indict.
141. Ivi, ex regest.reg. Roberti 1337 lit. A. fol. 87.
142. Reg. 1338.1339 D., n. 318 fol. 170-172 t.
143. Ivi.
144. Carlo Celano, Notizie del bello dell'antico e del curioso della città di Napoli, Volume 3,Parte 2, Stamperia di Agostino de Pascale, Napoli 1858.
145. Pompeo Sarnelli, Guida de’ forestieri curiosi di vedere e d’intendere le cose più notabili della regal città di Napoli e del suo amenissimo distretto, ritrovata colla lettura de’ buoni scrittori, e colla propria diligenza, dell’abate Pompeo Sarnelli, Napoli 1688. In: Fondazione Memofonte, Studio per l’Elaborazione Informatica delle Fonti Storico-Artistiche, a cura di Federica De Rosa, Alessandra Rullo e Simona Starita (dagli esemplari del Kunsthistorisches Institut in Florenz, N 5997 cm e della Bibliothèque Municipale de Lyon, SJ G 360/4), Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Studi Umanistici, Napoli 2014. Cfr. http://www.memofonte.it/home/files/pdf/SARNELLI_1688.pdf
146. Ivi, pagg.479-482.
147. Nancy Goldstone, The Lady Queen: The Notorious Reign of Joanna I, Queen of Naples, Jerusalem, and Sicily, Walker&Company, 2009, ISBN 978-0-8027-7770-6. Cfr. Rosa Smurra, Una storia di 'integrazione' nella Napoli angioina, in: Ricerche di Pedagogia e Didattica, vol. 6, n. 1, 2011, pp. 1–36.
91. Archivio di Napoli, ivi, f. 180.
92. Archivio di Napoli, ivi, f. 184.
93. Archivio di Napoli, ivi, f. 184.
94. Archivio di Napoli, ivi, f. 186.
95. Archivio di Napoli, ivi, f.187.
96. Lino Chini, Storia antica e moderna del Mugello, Volume 4, Stamperia Carnesecchi e figli, Firenze 1876.
97. Ser Filippo Contruccini, Archivio Diplom. Fior.; cfr. Filippo Baldinucci, Vita di Giotto, note, Batelli, Firenze 1844.
98. Lino Chini, Storia antica e moderna del Mugello, Volume 4, Stamperia Carnesecchi e figli, Firenze 1876.
99. Ser Filippo Contruccini, Archivio Diplom. Fior.; cfr. Filippo Baldinucci, Vita di Giotto, note, Batelli, Firenze 1844.
100. R. Bevere, La signoria di Firenze tenuta da Carlo figlio di re Roberto negli anni 1326 e 1327, in: Archivio storico per le province napoletane, 33, Napoli 1908. Archivio di Napoli, ivi, f.186.
101. Archivio di Napoli, ivi, f. 181.
102. Archivio di Napoli, ivi, f. 186.
103. Archivio di Napoli, ivi, f. 190.
104. Archivio di Napoli, ivi, f. 191.
105. Archivio di Napoli, ivi, f. 191.
106. Archivio di Napoli, ivi, f. 202.
107. Ibidem, f. 187.
108. Archivio di Napoli, ivi, f. 181.
109. Archivio di Napoli, ivi, f. 189.
110. Archivio di Napoli, ivi, f. 198.
111. Archivio di Napoli, ivi, f. 188.
112. Archivio di Napoli, ivi, f. 190; ibidem, f. 189. Da: R. Bevere, La signoria di Firenze tenuta da Carlo figlio di re Roberto negli anni 1326 e 1327, in: Archivio storico per le province napoletane, 33, Napoli 1908.
113. Archivio di Napoli, ivi, f. 199.
114. Archivio di Napoli, ivi, f. 191.
115. Archivio di Napoli, ivi, f. 199.
116. Archivio di Napoli, ivi, f. 199.
117. Archivio di Napoli, ivi, f. 195.
118. Ibidem.
119. Ivi, f. 189.
120. Archivio di Napoli, ivi, f. 190.
121. Archivio di Napoli, ivi, f. 199).
122. Ivi, f. 199.
123. Ivi, f. 190.
124. Archivio di Napoli, ivi, f. 192.
125. Archivio di Napoli, ivi, f. 199.
126. Archivio di Napoli, ivi, f. 190.
127. Archivio di Napoli, ivi, f. 191. Cfr: R. Bevere, La signoria di Firenze tenuta da Carlo figlio di re Roberto negli anni 1326 e 1327, in: Archivio storico per le province napoletane, 33, Napoli 1908.
128. Pietro Fanfani, Cecco d'Ascoli racconto storico del sec. 14, Tip.Carnesecchi, Firenze 1870, pagg.1-245, escluso dal capitolo 38° de «La seconda guerra» in poi.
129.Villani, cit, Cfr. Melchiorro di Coppo Stefani - Goro Dati da: Fanfani, cit.
130. Ivi.
131. Ivi.
132. Ivi.
133. Ivi.
134. Ivi.
135. Reg. 1326-1327 B. fol. 47 t. In: Minieri-Riccio, cit.
Giuseppe Coniglio, ANGIÒ, Carlo d', detto l'Illustre, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 3, 1961. Cfr. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/angio-carlo-d-detto-l-illustre_%28Dizionario-Biografico%29. Cfr. Minieri-Riccio, cit., Reg.1324 A. n. 253 fol. 106. «Petro de Montella Regie Thesaurarie Notario provisio pro solutione unc. 20 convertendarum in certis servitiis et operibus que fieri providimus pro sollemnitate festi sponsaliorum inter nos et Ducissam futuram Consortem nostram celebrandorum in proximo, Domino concedente sub die 28. Aprelis 7. Indict. an. 1324». Vedesi diverse altre annotazioni di spesa del periodo: «Mandatum pro preparatione trium galearum, et aliorum lignorum pro nostro accessu ad Civitatem Gaiete obviam euntes Domino patri nostro, de Provincie partibus illuc redeunti, et Galee sunt videlicet illa per nos donata spectabili Domino Philippo Tarentino Principi patruo nostro Carissimo remorum 120 alia Nicotai Cosse de Iscla remorum 100 et reliqua Nicolai de Turre remorum 96. nec non sagitta una Ligorii de Turre remorum 90 Saetia alia Nicolai Pappacude remorum 26. et Barca seu Parescallum Curie. Ibidem, fol. 191. Cfr. Wikipedia. Eloisa (1325–1325) e Maria (1326 – 1328) morirono infanti.
2. Regesti Angioini, Reg. 1310 H, f. 197. Nel Reg. 1318 B. f. 4 Rat. Thesaur. «Sono notati i nomi dei familiari, tra i quali è quello di Martino de Morra deputato ad ferendum flappas sambucorum domine Ducisse, quando equitatur».
3. Archivio storico per le province napoletane, Volume 12, Società di Storia Patria, Stabilimento tipografico Giannini, Napoli 1887; Reg. 1309 C. n. 187 f. 160; Reg. 1324 C. n. 255 f. 181. Il Duca di Calabria aveva ordinato il pagamento di 20 once da spendersi in certis servitiis et operibus que fieri providimus pro solennitate festi sponsaliorum. Orazio Camera, c. 304, cita il Reg.1330 B. f. 84, ora perduto. Nel Repertorio del Sicola, che conservasi nell'Archivio f. 882, si nota che le fu assegnato in dodarium unciarum duarum millum ad aurum per annum». Ivi. Reg. 1310 H. f. 242; ivi f. 183 t: Ivi. Reg. 1310 H. f. 210. 211.
4. Mastrulli, Montevergine sagro. E’ comunque nella città Beneventana che nel 1338 nascerà la nuova Rettoria: è la nuova Urbe Metropolita sede della provincia di Beneventana, da cui dipenderanno città minori come Ariano.
Benevento sarà considerata una Diaconia Cardinalizia detta di S.Marco, dipendente dal cardinale che non sedeva a Roma ma in Aqueiro, a cui appartiene il Vescovo di Civitate Ariano, il quale, stando ai documenti rinvenuti ad Avignone, aveva integrato per vicissitudini familiari anche l’ex Dominio-badiale di Apice.
Nei documenti rinvenuti nella sede papale di Avignone risulta che l’abate di M.Vergine e il vescovo di Ariano dipenderanno dal Cardinale di Villa S.Marco di Beneventana, provincia papale della Marca Sabba di Ravenna, collocata nel Regno di Sicilia Citra del Patriarca Gotio, che si era seduto al comando di S.Marco, nell’Urbe di fronte al Faro di Partenope del Regno di Sicilia (1338) che gli aragonesi stavano strappando a Roberto.
5. Cfr. date Wikipedia. V. A.Bascetta-S.Cuttrera, Sancia, Regine di Napoli, I-II, ABE Napoli 2019. Cfr. A.Bascetta-S.Cuttrera, Maria d’Ungheria, Regine di Napoli, ABE Napoli 2022.
6. A.Bascetta-S.Cuttrera, Sancia, Regine di Napoli, I-II, ABE Napoli 2019. Cfr. A.Bascetta-S.Cuttrera, Margherita, Regine di Napoli, I-II, ABE Napoli 2022.
7. A.Bascetta, Amanti e Bastardi di Re Roberto il Saggio, ABE Napoli, 2022. V. Loyse De Rosa, Cronache dei tempi miei, II-III parte, a cura di V.Iandiorio, ABE 2022. Cfr. G. De Blasiis, La dimora di Giovanni Boccaccio a Napoli, XVII (1892), pag. 99 e seg.. Cfr. A. Mele, Carlo duca di Calabria, in Samnium, XI, 1938.
8. Minieri-Riccio, cit., Reg. 1326-1327 B. fol. 81. Egli aggiunge: - «Erario Curie Vicarie Regni mandatum quod solvat dominis Berardo et loanni Caraczulo fratribus de Neapoli unc. 170 pro pretio valoris tenimenti eorum extimati in quo construi facimus monasterium nostrum S. Martini in montanea S. Erasmi prope Neapolim quod fuit dictorum fratrum. Landulfo Caraczulo dicto Cannella de Neapoli militi concessio domus site secus muros Civitatis Neapolis in loco qui Carbonarium dicitur edificate hactenus de mandato Domini Regis Caroli Secundi patris nostri ex eo specialiter ut per illam ad ludum qui fit in eodem Carbonario habilior redderetur aspectus sub conditione quod nunquam possit edificari supra domum ipsam, et in altum erigere, et quod nos et successores nostri quotiescumque voluerimus ad dictum ludum Carbonari accedere liberum et licitum possimus habere spectaculum ex eadem, et dicta domus hos habet fines, iuxta hortum Sari Caraczuli de Neapoli militis viam publicam et murum dicte Civitatis.
9. Carlo Ciucciovino, La cronaca del Trecento italiano. Da: https://core.ac.uk/download/pdf/141655618.pdf.
10. Ivi.
11. Pietro Fanfani, Cecco d'Ascoli racconto storico del sec. 14, Tip.Carnesecchi, Firenze 1870, pagg.1-245, escluso dal capitolo 38° de «La seconda guerra» in poi. Cfr. R. Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, Sansoni, 1973, vol. IV, pp. 1054 e segg. Cfr. Piero Gualtieri, 13 gennaio 1326: Carlo di Calabria accetta la nomina a signore di Firenze. Dalla rivista on line: https://www.storiadifirenze.org/?p=1885.
12. Giuseppe Castelli, La vita e le opere di Cecco d'Ascoli, Zanichelli, Bologna 1892. Riporta un brano del prof. Giovanni Spalazzi che descrive il quadro di Giulio Cantalamessa (Ascoli Piceno, 1º aprile 1846 – Roma, 12 settembre 1924). In: G.Spalazzi, Cecco d’Ascoli, Discorso, Tip. Cardi, Ascoli 1876.
13: Villani, cit.; Forti, in Fanfani, cit. Sul medico di Salerno v.: Minieri-Riccio, cit., Reg. 1332 C. fol. 176.
14. Giuseppe Coniglio, ANGIÒ, Carlo d', detto l'Illustre, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 3, 1961. Cfr. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/angio-carlo-d-detto-l-illustre_%28Dizionario-Biografico%29. Cfr. R. Bevere, La signoria di Firenze tenuta da Carlo figlio di re Roberto negli anni 1326 e 1327 [con appendice di documenti], in Arch. Stor. per le Prov. Nap., XXXIII, anno 1908, pagg.439-68; 639-62; XXXIV anno 1909, pp. 3-18, 197-221, 403-431, 597-639; XXXV anno 1910, pagg. 3-46, 205-72, 425-58, 607-36; XXXVI anno 1911, pagg. 3-34, 254-85, 407-33;
15. Giovanni Villani, Cronica, XI vol. Cfr. http://www.intratext.com/IXT/ITA1633/_POS.HTM. «Qui comincia lo XI libro, il quale conta de la venuta in Firenze di Carlo duca di Calavra figliuolo del re Ruberto, per la cui venuta fu cagione che lo re eletto de' Romani venne de la Magna in Italia», I; II; III. L’atto è trascritto in Minieri.Riccio, cit. Reg. 1334. 1335 A. n. 295 fol. 154 t.
16. Ivi.
17. Ammirati, cit. Seguono trascrizioni dei Regesti fatte da Minieri-Riccio, cit. «Notario Borgo Baldini commissio officii Registratoris provisionum spectantium ad regimen Florentinorum, et in assertione legitur. Proviso nuper, et deliberatione consulta fore utile publico boni causa, quod littere sub titulo excellentie nostre facte a tempore nostri felicis accessus ad dictam Civitatem Florentie ac conficiende deinceps, tam super publicis negotiis, quam privatis florentinos cives suosque Comitativos et districtuales tangentibus registrari debeant semotim a Registris nostris aliis in certis libris seu quaternis in Camera dicti Communis ad perpetuam rei memoriam conservandis de tua fide sufficientia et legalitate tibi dictum registrandi officium etc. [Sub datum Florentie die 4. Ianuarii X Indict. 1327, fol. 127 t.; fol. 136 e t.; Ivi fol. 161, 166 t. 167 t. 174. «Vicariis nostris in Regno, mandatum quod revocant ad manus Curie domunculam, sive apothecam sitam prope Regium Castrum novum Civitatis Neapolis iuxta ospitium Curie nostre, quod fuit Ioannis de Tussiaco, via qua intratur dictum Castrum, et alios confines, devolutam per obitum absque liberis q.m magistri Liocti Corduanerii [Regesti, fol. 178 t.].
18. Pietro Fanfani, Cecco d'Ascoli racconto storico del sec. 14, Tip.Carnesecchi, Firenze 1870, pagg.1-245, escluso dal capitolo 38° de «La seconda guerra» in poi.
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