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I cognomi nascosti di Itri (Latina)
Le piccole realtà come Itri sono un patrimonio di cultura, di storia, di arte, di fatti ed eventi che devono sempre più essere il baricentro da cui partire per comprendere la storia complessiva del basso Lazio e della nostra bella Italia.
Gli storici “locali” sono veri topi di biblioteca e ricercatori pazienti in Abbazie, Chiese, Comuni, Province, Regioni ed Archivi di Stato. Fatiche che spesso non ricevono il dovuto riconoscimento appunto per un male inteso senso della storia, ma che ottengono il plauso e l’encomio di numerosissime personalità che sanno apprezzare il lavoro certosino di chi pone a disposizione di tutti conoscenze che, altrimenti, rimarrebbero nell’oscurità.
Glorie, affanni, tormenti, sconfitte, vittorie, miserie patite dai nostri avi. Gente, popolo, individui, che devono essere sottratti all’oblio che rappresenta uno dei più gravi crimini contro la verità. Ed è la verità dei fatti che diventa viva nella memoria di noi moderni.
Memoria che è veramente un qualcosa di divino, che rievoca scontri, situazioni, eroismi, sacrifici degli antenati facendoci sentire accanto a loro, confortati dal ricordo. Aver memoria di avi lontani, consente di affrontare con più consapevolezza i problemi di oggi. La memoria secondo i Greci è la madre delle Muse. Era chiamata mnemosine. Archelao di Piene, nella sua opera “Apoteosi di Omero”, la presenta effigiata in luogo d’onore ove, in maestoso atteggiamento, rivolge lo sguardo verso Zeus, padre delle Muse stesse.
Memoria oppure Oblio sono i corni del dilemma. La prima è preferita, ammirata, amata da tutti gli uomini che rispettano i valori della storia, della cultura e dell’umanità. La seconda, spesso odiata, è apprezzata soltanto dalle anime scialbe e imbelli.
E’ la memoria storica che affascina il nostro spirito. E’ così. La realtà, la vita, degli antichi e lontani avi di Itri, attraverso la memoria, viene impressa con caratteri di fuoco nel nostro animo e nel contempo risorge “attuale” nel nostro pensiero.
In questo volumetto il lettore troverà l’elenco completo, dalla ‘A’ alla ‘Z’, di tutti gli abitanti, residenti in ordine alfabetico di nome, presenti sul territorio all’epoca della redazione del Catasto Onciario del 1754 voluto da Re Carlo III. E’ quindi una fedele, sebbene parziale, trascrizione di questa sorta di dichiarazione dei redditi che funge, per la prima volta, anche da censimento generale della Itri settecentesca, parte integrante del Regno di Napoli.
Lucio Fiore
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