IL PUPO INCORONATO CONSOLE IMPERIALE: FEDERICO II RE D’ITALIA E PRINCIPE DI ‘TEATE’ NELLA LECCE DEL 1194 ISBN 9788872974049

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LA REGINA DI GERUSALEMME MORTA IN PUGLIA


Sebbene Isabella fosse stata così a lungo lontana dall’Inghilterra, tuttavia, quando la sua vita stette per volgere al termine, i pensieri e gli affetti si aggrapparono ai momenti belli della sua giovinezza. Si dice che la sua ultima richiesta fatta al marito fosse quella di instaurare rapporti ancora più amichevoli con suo fratello, il Re Enrico III, e assisterlo con consigli paterni ogni volta che ne avesse avuto bisogno.
La sua morte avvenne a Foggio, nella regione di Napoli, e fu sepolta con gli onori imperiali nell’antica città di Andria.
L’Imperatore ritenne opportuno che i suoi funerali fossero celebrati in tutta la Puglia, e scrisse la seguente lettera alla magistratura della provincia:
Così la lettera di Pier della Vigna: – Non siamo riusciti a sfuggire alle insidie di un nemico nascosto, poiché, dopo aver sottomesso innumerevoli regioni al giogo della nostra maestà, e mentre possedevamo pace e tranquillità, la sventura di una morte improvvisa ci ha portato via violentemente la serenissima Augusta, nata da stirpe reale. Non possiamo dunque mostrare gioia nel volto, poiché la morte del nostro consorte ci spreme una coppa di amarezza, e ci molesta e ci opprime molto. Tuttavia non siamo disposti, per l’amarezza del nostro dolore, a influenzare la nostra maestà in modo da offendere il nostro Creatore, o a lasciare che l’immensità del nostro dolore ci impedisca di conferire degnamente e con riverenza l’onore che si conviene e si addice alla nostra consorte, poiché desideriamo particolarmente che la memoria di un tale partecipe dei nostri onori sia celebrata su tutta la terra. Perciò vi ordiniamo severamente che le sue esequie siano celebrate universalmente in tutta la vostra giurisdizione, da tutti gli abitanti in ogni luogo, e principalmente dal clero e dal popolo delle città – le campane vengono suonate ovunque – affinché coloro che sono riuniti nelle chiese possano raccomanda soprattutto l’anima dell’Augusta al Dio vivente, che toglie lo spirito dei principi. Guardatevi dalla disobbedienza, se non volete incorrere nel pungiglione della nostra indignazione.
Federico non era presente nemmeno per accarezzare il cuscino della sua consorte morente, essendo impegnato nell’assedio di Faenza.
Scrisse però una missiva di suo pugno al di lei fratello per annunciare il triste evento piuttosto in ritardo, essendo passati quasi due mesi dalla morte dell’Imperatrice.
Nessun dolore appassionato si respira nell’epistola in questa occasione, sebbene gli rassicuri il Re che nulla di ciò che il tenero amore o il caldo zelo avrebbero potuto fare fosse stato risparmiato per salvarla

Description

mago merlino lo predisse figlio del macellaio


ricapitolazione.

REGNO D’ITALIA A PAVIA, PRINCIPATO ITALIA A TEATE

Quando stette per nascere Federico II il papa aveva già quasi posto fine al disegno criminoso dei predecessori di spogliare l’antico Principato dei greci e di far nascere una Civitate Dei per sovrintendere sulle diocesi in costruzione, quelle nate proprio dall’annessione dei distrutti e dilaniati territori delle diaconie greche.
L’urbe vaticana di Viano, in Laureto, ancora stette per scippare ai greci l’urbe pagana detta Civitatense per far nascere la diocesi di Larino. Anche S.Angelo di Canosa divenne vicaria templare, quando fu costruita la nuova sede di Barletta che ne assorbì beni, territori e primaziato.
S.Marco in Lamis si ritrovò così staccato dall’ex S.Angelo, che a sua volta venne detto dai nuovi proprietari papalini S.Giovanni in Lamis, ma non era altro che l’ex Civitate delle Terre Beneventane, relegando i greci nell’ex urbe S.Maria in Lama, l’unica rimasta ai greci, e non ai latini, perché simbolo del paganesimo.
Furono quindi i Templari a richiamare l’Imperatore per sconvolgere la geografia storica, più che per mettere ordine in Puglia, spostando la sede del Principato Apulia di rito misto da «Berola» di Canosa a «Baruletta», dove si praticò il solo rito latino, cambiando la geografia storica della città-stato dell’Apulia, Urbe Principato a Vetere, fondata da Ruggero Borsa presso i ruderi della Reggia paterna del Guiscardo (e rasa al suolo dal sima del 1088), prima di essere ricacciato a Salerno dal fratellastro Boemondo, rimasto fedele solo al Vaticano nella guerra del 1101, che ripudiò anche la matrigna Sichelgaita.
Le 30 Terre di mezzo di Puglia e Lucania furono quindi lasciate ai templari di Canosa, mentre nasceva Barletta, mettendo le mani dall’Adriatico al Golfo di Policastro, prima di partire per la liberazione di Gerusalemme.
All’Imperatore, intanto, fu promessa la corona longobarda di Re d’Italia in Pavia, quella dismessa dell’originario Principato Regio barolitano e canosino, e forse quella di Duca pontificio, essendo stato rifondato il seggio nella provincia ducale di Nova Barletta, quindi Re d’Italia, Principe e Duca di Puglia.
Fatto è che Enrico VI appare contrariato e impone ai suoi Balbani e Svevi di prendere sia la Neapolis e l’isola di Sicilia, perché vuole tutto, a cominciare dalla corona appartenuta al padre della moglie. L’Imperatore non solo pretende Pavia e la Puglia, ma il Regno di Sicilia Ultra e Citra, contro Tancredi e i parenti della moglie Costanza.
Da qui lo stop imposto dai papalini di Sanseverino, conte di Tricarico, che occuparono il Bradaro, alla morte di Re Tancredi, per dichiarare Lecce giustizierato vaticano soggetto a Capua e congelare con le armi quel Principato, senza il possesso del quale sarebbe stato nulla il titolo di Re di Sicilia Ultra. Intanto l’Imperatore si prese la Sicilia Citra e l’ex Regina Sibilla e Guglielmo III sono costretti a cedere il trono di Palermo, invasa e spodestata dai parenti che si autoincoronarono Re di Sicilia Citra, costringendo l’ex Regina Sibilla a sposare il fratello del sovrano svevo: ora era Costanza la reggente dell’Imperatore, pronto a ripartire per sedare le rivolte in Lombardia, contraria alla corona.
Ma la sovrana aspetta un figlio e riparte anch’ella per Jesi, col tesoro trasportato da 30 muli, dove nascerà il frutto del suo grembo, Federico II, affatturato da Mago Merlino, tale che il cronista Salimbene, lo dirà «figlio al beccaio».
La morte dell’Imperatore rasserena gli animi appena aizzati in Sicilia, ma Costanza, per restare tranquilla, decide di lasciare i regni al figlio e la di lui tutela al papa.
Federico II era già Re di Pavia a solo un anno, ma anche erede di Puglia e Sicilia, per volere dei Templari che protessero la madre e la invitarono a tornare, ottenendo il Castello Ydronti a Torre del Mare e la definitiva cessione di ogni diritto reale al Papa, poco prima di spirare.
Innocenzo III ha vinto su tutti. Il padrone dell’Italia è un pargoletto nelle sue mani e i regni di Puglia e Sicilia sono rimasti feudi della Chiesa. Non resta che reimpiantare il castelletto militare dei giustizierati, per difendere con le armi i reami di proprietà della chiesa, affidandone la sola amministrazione della giustizia ai priori di tutte le arcipreture ecclesiastiche, dipendenti dalle rocche ducali dei rettori, senza più principi fra i piedi.
Torna così il Giustizierato di Puglia in Lecce, vicaria di Capua papalina e non della Neapolis imperiale, sotto la guida di un Visconte, a guardia dell’ex Regina Sibilla, e della figlia, fatta sposare all’erede dei Brienne del Lussemburgo, fedelissimi del Vaticano, prossimo a Giustiziere.
Fu allora che si rividero in tutto l’ex Principato di Puglia i militi del Giustiziere papalino di Lecce, da Taranto a Benevento, con il patronato delle confraternite che gestivano le preture vaticane, trasferendo ai Sanseverino il potere papalino che era stato di Re Tancredi Altavilla.
Lecce tornò così a capo della ex Contea Apulia imperiale che, sotto il baliato del Papa, subì il ripristino del Giustizierato capuano in cui finirono tutte le Terre confiscate dagli imperiali ai «tancredini».
Solo allora il Papa fece il passo più lungo e si sentì di annunciare al mondo di ripristinare l’epoca dei Marchionati del Regno d’Italia, italianizzati in Marchesati, territori formati da una città-stato detta Principato dell’urbe arcidiocesana e dalla sua provincia ducale diocesana.
In sintesi, mentre Federico II cresceva, Innocenzo III impiantava l’apparato giudiziario della Marca papalina di Lecce, divenuta Gran Contea, provincia dell’Urbe Laureto, vero Principato Apulia detto Caureto o Caurato, che era l’originaria Loreto dove i Romani trucidarono i martiri greci nel mercato Urrita in Teate apulo, famoso consolato di Bubulco.

indice

Ricapitolazione
REGNO D’ITALIA A PAVIA, PRINCIPATO ITALIA A TEATE

1.
IL CONSOLATO DELLA GRAN CONTEA

La vicaria templare era a S.Angelo di Canosa prima di Barletta

L’Urbe Viano di Laureto scippa la Civitate greca e nasce Larino

S.Marco staccato da S.Angelo detto S.Giovanni di Lama

S.Giovanni in Lamis papalina è l’ex Civitate Terre Beneventane

Urbe S.Maria in Lama paolina fu Civitate dei greci non dei latini

2.
i TEMPLARI chiamano ENRICO VI

Il Principato Apulia da «Berola» di Canosa a «Baruletta»

Parti di Puglia e Lucania lasciate ai templari di Canosa

3.
le 30 terre di mezzo dei templari

Barletta vicaria albarolitana fra Adriatico e Golfo di Policastro

Il Papa coi Templari per liberare Gerusalemme

4.
l’apulia è’ di costanza: l’invasione

L’imperatore riavrà Pavia e il Principato di Puglia

Ma Balbani e Svevi prendono Napoli e la Sicilia

Enrico vuole essere Re di Sicilia Ultra e Citra contro Tancredi

Sanseverino conte di Tricarico occupa il Bradaro

Re Tancredi muore, ora l’Imperatore vuole tutto

L’ex Regina Sibilla e Guglielmo III cedono il trono

L’Imperatore invade Palermo e spodesta gli Altavilla
Enrico VI e Costanza incoronati Re di Sicilia

La nuora di Sibilla si risposa col fratello dello Svevo

Enrico VI nomina Costanza a sua reggente e riparte

5.
costanza PARTORISCE A JESI e torna

Costanza parte per Jesi col tesoro trasportato da 30 muli

«Nascerà Re Federico, ma è figlio al beccaio»
L’erede di Puglia e Sicilia è Re d’Italia a 1 anno

Lombardia e Sicilia si ribellano, Enrico torna e muore

Il ritorno di Costanza voluto dai Templari

Il Castello Ydronti di Torre del Mare

Costanza cede i diritti reali al Papa e muore

Torna il Giustizierato di Puglia,
Lecce vicaria di Capua sotto Visconte

L’ex Regina Sibilla fa sposare la figlia
all’erede dei Brienne prossimo a Giustiziere

Militi del Giustiziere papalino
su Taranto, Avellino e Benevento

6.
il papa ripristina i marchionati del regno

Il patronato delle confraternite: le preture vaticane

Ai Sanseverino il potere papalino che era degli Altavilla

Lecce a capo della Contea Apulia, sotto il baliato del Papa

Terre confiscate ai «tancredini»: ripristino Giustizierati capuani

note bibliografiche

1. Arturo Bascetta, Il Catalogo dei Baroni del 1093, ABE 2017.
2. http://www.bibar.unisi.it/sites/www.bibar.unisi.it/files/testi/testisami/sami3/2_29_res.pdf
3. Commissione feudale, Supplimento del Bullettino della commissione feudale, Napoli, Tipografia Trani, Napoli 1829.
4. P. Soccio, San Giovanni in Lamis, San Marco in Lamis, origine e fine di una badia, nascita di una città, Bari, 1982, p. 97.
5. G. Tardio Motolese, La Chiesa in San Marco in Lamis dal medioevo alla metà del XVII sec. (abbazia, collegiata, confraternite), 2000.
6. P. Doroteo Forte, Il santuario di San Matteo in Capitanata, Bari, 1978. Da: Sitografia da: https://www. lavalledeglieremi.it/ wp-content/uploads /2013/edizioni_smil/084.pdf
7. A.Bascetta, Catalogus Baronum, ABE Napoli, 2018.
8. Catalogo dei Baroni, cit.
9. Gabriele Tardio, Lama, Lamae… Lamis; Locus Lamæ, cit., pagg.45-47. Cfr. https://www.lavalledeglieremi.it/wp-content/uploads/2013/edizioni_smil/084.pdf,
10. Ivi.
11. Ivi
12. Ivi.
13. Placido Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, Montevergine 1990.
14. Giacomo Bosio, Istoria Della Sacra Religione Et Illma Militia Di S. Gio Gierosolno, Volume 8, 1621, pag. 607
15. Sebastiano Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta, Lucca 1733, pag. 238.
16. Sebastiano Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta, Lucca 1733, pag. 458.
17. Sebastiano Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta, Lucca 1733, pag. 227.
18. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino
19. Il Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta raccoglie i vari documenti dell’Archivio di Sorìa, pubblicati da Salvatore e Giandomenico Marescandoli in Lucca nel 1733.
20. Ivi.
21. Ivi.
22. Ivi.
23. A.Bascetta, Storia di Monteverde, ABE, Avellino 1999.
24. Ivi.
25. Il Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta raccoglie i vari documenti dell’Archivio di Sorìa, pubblicati da Salvatore e Giandomenico Marescandoli in Lucca nel 1733.
26. M. Cesare Cantù, Storia Universale, Tomo IV, Edizione VII, Cugini Pomba & C., Torino 1851 pagg.40-41.
27. M. César Cantu, Hist . univ . Al. XI, pag. 68. Cfr. Francis Lacombe, Histoire de la monarchie en Europe: depuis son origine jusqu’a nos …, Volume 1, Amyot, Paris 1853, pag.132 e segg.
28. Ivi.
29. Ivi.
30. Francis Lacombe, Histoire de la monarchie en Europe: depuis son origine jusqu’a nos …, Volume 1, Amyot, Paris 1853, pag.132 e segg.
31. Placido Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, Montevergine 1990.
32. Francis Lacombe, Histoire de la monarchie en Europe: depuis son origine jusqu’a nos …, Volume 1, Amyot, Paris 1853, pag.132 e segg.
33. G.A.Summonte, cit.
34. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino.
35. Girolamo Marciano, Descrizione, origini e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli 1855. Cfr. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino. 60.
36. Tesi del Conte di Palamara.
37. Girolamo Marciano, Descrizione, origini e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli 1855. Cfr. Norbert Kamp, Gualtieri di Brienne, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 14, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1972.
38. Fernand de Sassenay, Les Brienne de Lecce et d’Athènes, Hachette & C., Parigi 1869.
39. Girolamo Marciano, Descrizione, origini e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli 1855. Cfr. Norbert Kamp, Gualtieri di Brienne, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 14, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1972.
40. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino
41. Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_di_Medania.
42. Cfr. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino.
43. V.Napolillo, cit.
44. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino.
45. Lodovico Antonio Muratori, Annali d’Italia, dal principio dell’era volgare sino all’ anno 1500, pag.88 e segg.
46. Lodovico Antonio Muratori, ibidem.
47. Palamara, cit.
48. Marciano, cit.
49. Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Gualtieri _III_di_Brienne. https://www.wandruszka-genealogie.eu/Antonio/Antonio_Upload/Brienne.pdf. Voce: de BRIENNE.
50. Otto de Sancto Blasio, Chronica, a cura di A. Hofmeister, in MGH, Scriptores rerum Germ. in usum scholarum, XLVII, Hannover-Leipzig 1912. Cfr. P. De Leo, Tancredi conte di Lecce, in: Tancredi conte di Lecce re di Sicilia, Atti del convegno internazionale di studio, Lecce, 19-21 febbraio 1998, a cura di: H.Houben – B.Vetere, Galatina 2004. Cfr. Ryccardus de Sancto Germano, Chronica, a cura di C.A. Garufi, in RIS2, VII, 2, Bologna 1936-1938.
51. C.R. Bruhl, Rogerii II. Regis diplomata latina. In: Il borgo medioevale di Monteserico; da: N.Masini, Tarsia; cfr. sito: http://www.archeopolis.it/Pubblica/genzano/storia/index.htm?borgo_monteserico.htm&1. Cfr. P.Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, pagg.135-137, Vol 12, Edizione Padri Verginiani, 1999. Ne avevano già dato notizia il Mongelli in Vol.VII; il Fortunato in Badie Feudi e Baroni, a cura di Pedio, III, pag.185; Iannuzzi nel Regesto; Colamarco, Le carte di S.Maria degli Armeni, alla cui edizione si riferisce la trascrizione riportata nel CDV.
52. P.Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, pagg.135-137, Vol 12, Edizione Padri Verginiani, 1999. Cfr. Ibidem. Cfr. Cuozzo, Commentario, p.271.
53. Girolamo Marciano, IV, 24, 96.
54. Casimiro di S.M.Maddalena, Cronica della provincia de’ minori osservanti scalzi di S. Pietro, Stefano Abbate, Napoli 1729.
55. Salimbene da Parma, Cronica, 1287.
56. Ivi.
57. Ivi.
58. Ivi.
59. Ivi.
60. Ivi.
61. Giacomo Bosio, Istoria Della Sacra Religione Et Illma Militia Di S. Gio Gierosolno, Volume 8, 1621, pag. 467.
62. Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta, Carta di Costanza Imperadrice, Constantia Dei gratia Romanorum Imperatrix semper Augusta, e An.1197, Regina Siciliæ.
63. Ivi.
64. Salimbene da Parma, Cronica, 1287.
65. John N.D. Kelly, Grande Dizionario Illustrato Dei Papi, Oxford University Press, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1992.
66. Salimbene (da Parma), Cronica, volume 2.
67. Marciano, cit.
68. Ivi.
69. Le notizie sui beni verginiani, date anche da Prignano, sono nei Regesti di Mongelli, Fortunato, Cuozzo, Martin, Colamarco, cit., alla cui edizione si riferisce la trascrizione riportata nel CDV di Tropeano, pag.273-275, Vol 12, Edizione Padri Verginiani, 1999.
70. A.Bascetta, Apice, ABE 2023
71. Casimiro di S.M.Maddalena, Cronica della provincia de’ minori osservanti scalzi di S. Pietro, Stefano Abbate, Napoli 1729.
72. Pasquale Marangio, Saggio istorico della città di Lecce, Vol.1, tipografia Vincenzo Marino, Lecce 1807.
73. Ibidem. Cfr. L’Apologia del Ferrari nella Quest. XIII del Lib.III.
74. Marango aggiunge su Carlo V che «a si grande Imperadore si eresse un magnifico Arco Trionfale, che nobilmente è tenuto in essere ed è quello sito presso la Porta di S.Giusto in Lecce: fu eretta ancora a suo onore nella maggiore Piazza della Città medesima la di lui Statua Equestre, che tuttavia esiste. Da quel tempo il titolo di Conte di Lecce restò alli di lei Sindaci pro tempore. A Carlo V. succedette Filippo II suo figlio. A Costui il III, ed indi il IV, ed a questi Carlo II ultimo Principe della Gente Austriaca in linea diretta discendente da Carlo V, ed avendo Lecce da Carlo II ricevute grandi beneficenze giustamente innalzò a sua gloria una Statua Equestre, ch’è collocata sulla fontana in Piazza». Pasquale Marangio, Saggio istorico della città di Lecce, Vol.1, tipografia Vincenzo Marino, Lecce 1807.
75. Ivi.

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Editorial Review

indice

 

gli anni di federico ii imperatore
alla conquista della lombardia

1. L’eredità della guerra di religione
2. Fiorentino a Yriano, fra Lucera e Torremajor
3. Federico II su Civitatense, la Teate del Papa
4. Montesacro (Pulsano) di Barola con Lamis
5. Tutti fra Trani e Canosa: Casteldelmonte
6. Il Papa risposa Federico con la Brienne
7. Federico scippa Gerusalemme al Papa
8. Accordi col Re d’Inghilterra per Isabella
9. La guerra contro Brienne: ex Re e suocero
10. Andria sì, no a Beneventum Terra di Lavoro
11. Il Regno di Pavia col vicetrono in Apulia
12. Federico II fra scomunica e deposizione
13. Isabella sposa, sorella di Re Enrico III

1.
Madama sabella d’inghilterra

— Re Giovanni, nemico di Robin Hood: il padre
— Isabella d'Angoulême: la madre

2.
nata regina di sangue blu

— Isabella jr figlia di Isabella e di Re Giovanni
— La morte del padre e l’abbandono materno
— L’adolescenza col fratello Re Enrico III

3.
nozze da favola con federico

— La mano della sorella al migliore offerente
— Il sarto della Regina che comprava al mercato
— Il soggiorno forzato nella Torre di Londra
— La tradizione inglese dei regali di Natale
— Il viaggio e la festa teatrale di Colonia
— Isabella scioglie e i veli nelle braccia del Re
— Le nozze in pompa magna e il lauto pranzo
— La magia dei doni a corte per scalzare la fede

4.
L’HAREM DA IMPERATORE D’ORIENTE

— Le accuse di eresia per il Re che ama le donne
— La morte del figlio Giordano: il primo dolore
— La traslazione di s.Elisabetta e la riconquista
— Rinascita del Regno di Langobardia a Pavia
— Isabella esiliata in Sicilia, a Civitate Adrium
— Natale a Parma, battesimo rinviato: c’è Foggia

5.
L’IMPERATrice in sicilia e aPULIA

— Isabella spesso in ritiro fra Andria e Foggia
— Morte dei preti detenuti a Napoli: in Apulia
— Il Principe Riccardo in Sicilia e da Isabella
— La fine della Regina spentasi a Foggia
— L’omaggio dei regnicoli al figlio Enrico
— L’altra lettera sull’eccidio dei Crociati
— Il principino ucciso dal fratellastro Corrado

Fra’ Salimbene de Adam da Parma, Cronica, 1287, v.702-703.
4. L.Giuliani, Storia statistica sulle vicende e condizioni della città di San Marco in Lamis, Bari, 1846. Da: Sitografia da: https://www. lavalledeglieremi.it/ wp-content/uploads /2013/edizioni_smil/084.pdf.
5. Paola De Santis, Il complesso cimiteriale di Ponte della Lama (Canosa): nuove acquisizioni dagli scavi delle catacombe e dell'area subdiale, in RENDICONTI PONTIFICIA ACCADEMIA ROMANA DI ARCHEOLOGIA LXXIX, 2007, pp. 219-253 (con C. Carletti e D. Nuzzo).
6. E’ evidente che la Contea di Civitatense fu «vicina a quella di Chieti, divise da quelle di Larino, e Termoli sino a Campomarino, e Castelvetere» e che, sotto Innocenzo III, nel 1204, fu sospeso il Conte di Civitatense, già comune comitale dei conti Luca e Radichio.
Sieguì l’altra epistola rivolta al «clero, et populo Civitatensi. Per Apostolicas litteras vobis dudum recolimus mandavisse, ut quondam Civitaten[se]. Comite sublato... R.Comiti Theatino intenderetis de custodia Comitatus, qui propter potentiam, et quoniam vicinus est vobis, Comitatum... poterat defensare. Sicut ex litteris vestris intellerimus per nuntios vestros, quos ad Panormitanam Curiam destinastis, mandatum sub nomine Regio recepistis, ut nobili viro P. Celano sororio Regii Cancellarii tanquam vestro Comiti juvaretis.
Cum igitur sicut vestra Universitas non ignorat, ut Regia tutela, et Regni baliatus ad nos pertineat . devotioni vestrae.. mandamus, quatenus non obstante mandato contrario (quod non debet aliquatenus contradiri..) jam dicto Comiti Theatino de custodia Comitatus unanimiter intendatis; quia licet. . P. videlicet Celanen sincere diligamus affectu,.. ad custodiam tamen.. vestram .. Comitem Theatinum. . idoneum reputamus. / Datum tertio Kal. Januarii.
7. Matteo Fraccacreta, Teatro topografico storico-poetico della Capitanata,Vol.3, Tipografia Angelo Codam Napoli 1834. Cfr. Rerum in: Rev. Curia Regii Capellani majoris judicatarum. Tomus primus, Regia Tipografia, Napoli 1777, pagg.257-67. In causa reintegrationis Regii juris patronatus in Abbatias S. Joan. nis in Lamis, & S. Maria de Puljano. Die 7. Novembris 1782.
8. Ivi. Quando gli abusi dei reali di Napoli superarono ogni limite, la Corte Romana rovesciò l'antica legge dei monasteri, e perdonò i Commendatori. Di conseguenza, anche la Corte borbonica e il Cappellano maggiore, con la volontà del Consigliere reale D.Dominici Potenza, consultore ordinario dello stesso, decretò che «cum constet igitur, Abbatias S. Joannis in Lamis, & S.Mariæ de Pulsano per Neapolitanos Principes opulenter fuisse dotatas, atque in eas patronatum exercuisse, Curia censuit, prædictarum Abbatiarum patronatum ad Principem, ejusque in Regno successores pertinere. Id & jus civile jubet, & ea in re Canones cum jure civili conveniunt. Eo accedit, prædictis Abbatiis feuda etiam fuisse concessa.
Absurdum autem foret, ut ad libitum exterorum Principum eis quisquam investiatur. Id ipsum igitur fuadet, ut in controversas Abbatias patronatus necessario Principi afferatur. Cum fumma quidem Principum Neapolitanorum injuria Romana Curia veterem Monasteriorum forinam invertit, atque concellit Commendatariis, qui redituum unice studiosi ea dissolvi sunt passi: æquiffimum camen videtur, ut Regalis Corona in jus suum vetus restituatur, cum facultate & eligendi Abbatis, & Abbatias ipfas æquius melius ordinandi, prout ipsias religioni videbitur.
Eapropter Curia Ill. & Rev. Capellani Majoris, cum voto Domini Regii Consiliarii D. Dominici Potenza ordinarii Consultoris ejusdem, ita decrevit...
Monasterium sive Abbatiam S. Joannis in Lamis, ai Monasterium sive Abbatiam S.Marie de Pulsano, cum feudis, bonis, juribus, reditibus, exemptionibus, Ecclesiis, Granciis, & pertinentiis oinnibus, fuisse, & elle de Regio patronatu.
Proinde in eum Regiam Coronam redintegrari oportere, sicut præsenti sententia redintegratur, ac restituitur, cum facultate eligendi Abbatis, quoties Abbatias vacare contigerit, & cum reliquis juribus e Regio patronatu pendentibus: salva facultate Principis secus ftatuendi de Abbatiarum bonis, prout ejus religioni visum fuerit, ob extinctionem corporum, quibus liberalitate Neapolitanorum Principum concera fuerunt. Ne quando autem injuria temporum jus Principis calumniam patiatur, tam dictum Monasterium sive Abbatia S.Joannis in Lamis, quam præfatum Monasterium sive Abbatia S.Maria de Pulsano referantur in libros Curie inter Monasteria, & Abbatias, in quas jus patronatus Principi competit».
9. Riccardo D’Urso, Storia della Città di Andria, Varana, Napoli 1842, pag.229.
10. R.O.Spagnoletti, I lagnoni e S.Croce in Andria, investigazioni, Bari, Stab.Tip. del Meridionale, 1892, pp.11,-12.
11. Riccardo D’Urso, Storia della Città di Andria, Varana, Napoli 1842.
12. Delle Donne, cit.; cfr. Gestes des Chiprois, a cura di G. Paris - L. de Mas Latrie, in Recueil des historiens des croisades. Documents arméniens, II, Paris 1906, pp. 666, 668, 674.
13. Salimbene da Parma, Cronica, 1287
14. Paris, cit., III parte, pag.173.
15. Paris, cit., parte III, pp.319-320.
16. Ivi.
17.Riccardo D’Urso, Storia della Città di Andria, Varana, Napoli 1842; Delle Donne, cit.; cfr. R. Grousset, Histoire des croisades, Paris 1934-36; L. Böhm, Johann von Brienne, König von Jerusalem, Kaiser von Konstantinopel, diss., Heidelberg 1938, pp. 16-19; Riccardo D’Urso, Storia della Città di Andria, Varana, Napoli 1842; Catherine Gaullier-Bougassas, Les ruses de Philippe de Novare et la publicité de sa défense des Ibelins contre Frédéric II. Écriture de l’histoire, instrumentalisation de la justice et fabrique du droit. Da: https://journals.openedition.org/crmh/13065; Le Livre au roi, éd. cit., p. 147-150; Congregazione dei Benedettini di San Mauro, L'Arte di verificare le date dei fatti storici delle inscrizioni, pubblicata a Parigi nel 1819, Volume 3, Giuseppe Gattei, Venezia 1833.
18. G. di Franco, Di Santa Maria de’ Miracoli libri tre, stamperia Tarquinio Longo, Napoli, 1606, pp. 380-390. Cfr. Giovanni di Franco da Catania, Della fondatione, del dominio, & del governo della Città d’Andria, nel cui Territorio stà fondata la Chiesa, & il Monasterio di Santa Maria de’ miracoli; & del grande, & particolar amore, c’ha mostrato Iddio verso i suoi popoli d’Andria, vol. III. Da: https://www. andriarte.it/ Biblioteca/ Di Santa Maria Dei Miracoli- GdiFranco/Libro3_capitolo01.html; Diurnali Ms A di Parigi in: Honoré Théodore Paul Joseph d'Albert de Luynes, Commentaire historique et chronologique sur Les Éphémérides intitulées Diurnali di Messer Matteo di Giovinazzo, Librarie de Firmin Didot frères, Paris 1839. Cfr. Diurnali Ms B in: I Diurnali di Messer Matteo Spinelli da Giovinazzo, Edizione Nuovissima con Discorso e note filologiche, Tipografia Cannone, Bari 1865 [I diurnali di messer Matteo Spinelli da Giovinazzo con discorso del professore Luciano Loparco e con note filologiche di Ciro D’Agostini]; Benedetto Di Falco, Raccolta Di Varii Libri, Overo Opvscoli D'Historie Del Regno Di Napoli
19. Salimbene, cit.
20. Fra’ Salimbene de Adam da Parma, Cronica, 1287, v. 699-703.
21. Ivi.
22. Mary Anne Everett Green, Lives of the Princesses of England, from the Norman Conquest, a cura di Henry Colburn, vol. 2, London, 1850, pp. 1–47.
23. Cronaca di Partenope.
24. Diurnali Ms A di Parigi in: Honoré Théodore Paul Joseph d'Albert de Luynes, cit.
25. Frank McLynn, Lionheart and Lackland: King Richard, King John and the Wars of Conquest, Londra, Vintage Books, 2007, ISBN 978-0-7126-9417-9. Cfr. Jim Bradbury, Philip Augustus and King John: Personality and History, 2007; Ralph Turner, King John: England's Evil King?, Stroud, UK, History Press, 2009, ISBN 978-0-7524-4850-3; Frank Barlow, The Feudal Kingdom of England, 1042–1216, Harlow, UK, Pearson Education, ISBN 0-582-38117-7; Lewis Warren, King John, Londra, Methuen, 1991, ISBN 0-413-45520-3. Cfr. sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_d%27Inghilterra#cite_note-15.
26. Frederik Maurice Powike, I regni di Filippo Augusto e Luigi VIII di Francia, in: Storia del mondo medievale, vol. V, cap. XIX, 1999, pp. 776–828; Charles Petit-Dutaillis, Luigi IX il Santo, in: Storia del mondo medievale, vol. V, cap. XX, 1999, pp. 829–864; Frederik Maurice Powike, Inghilterra: Riccardo I e Giovanni, in Storia del mondo medievale, vol. VI, cap. IV, 1999, pp. 143–197; E. F. Jacob, Inghilterra: Enrico III, in Storia del mondo medievale, vol. VI, cap. V, 1999, pp. 198–234.
27. Mary Anne Everett Green, Lives of the Princesses of England, from the Norman Conquest, a cura di Henry Colburn, vol. 2, London, 1850, pp. 1–47.
28. Fulvio delle Donne, Isabella d'Inghilterra, regina di Sicilia, imperatrice, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 62, 2004. Cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/isabella-d-inghilterra-regina-di-sicilia-imperatrice_%28Dizionario-Biografico%29; Nancy Goldstone, Four Queens: The Provençal Sisters who ruled Europe, New York, Viking Penguin, 2007, ISBN 9780670038435; Kate Norgate, Isabella (1214-1241) in: Dictionary of National Biography, a cura di Leslie Stephen, vol. 29, Smith, Elder & Co, 1892, pp. 62–63.
29. James Panton, Historical Dictionary of the British Monarchy, Scarecrow Press, 2011, pp. 263–264, ISBN 978-0810874978.
30. Mary Anne Everett Green, Lives of the Princesses of England, from the Norman Conquest, a cura di Henry Colburn, vol. 2, London, 1850, pp. 1–47.
31. Ivi. 1. Bartolomeo di Norwich. Cotone. MS., Nerone, C. v., f. 190, b., e segg. Forma il rotolo n. 2644, presso il Queen's Remembrancer Office, Carlton Ride. Marcire. claus., 3 Enrico III., p. 393.
32. Ivi.
33. Ivi. Vedi Cotone. MS., Julius E I. f. 298 e il manoscritto Harleiano, 3860.
34. Ivi. Royal Letters, Tower of London, No. 917. Rot. claus., 13 Hen. III., m. 8. 4 Rot. claus., 14 Hen. III., m. 21. Ibid., m. 13. Ibid., 16 Hen. III., m. 8. 7 Ibid., m. 19; Cron. Augustensis, Freher, vol. I., pag. 520; Ricardo. San Germe. Muratori, vol. VII, col. 999. Herman Corner, Echard, vol. II., col. 856.
35. Ivi. V. Bayley's Tower, vol. I, pag. 114. «Nell'anno 1240, quel grande mecenate, il re Enrico III, diede istruzioni particolari per riparare e ornare questa cappella, e tra le altre cose che furono ordinate da fare, c'erano tre finestre di vetro, una verso nord, con una Maria piccola che tiene il bambino, e altre due verso mezzogiorno, che rappresentano la Santissima Trinità, e San Giovanni apostolo ed evangelista. Anche la croce e la croce dovevano essere dipinte bene e con buoni colori; e similmente si dovevano fatte e dipinte, dove si poteva fare meglio e più convenientemente nella detta cappella, due belle immagini, una delle quali raffigura Sant'Edoardo che tiene un anello e lo presenta a San Giovanni Evangelista».
36. Ivi. «La cappella reale dedicata a San Giovanni, oggi conosciuta con il nome di cappella di Cesare o di Guglielmo il Conquistatore, è la meno alterata e, nella rozza semplicità degli archi normanni e delle colonne con i capitelli scolpiti, rimane ancora una venerabile reliquia. della remota antichità. Questa cappella fu usata per le devozioni della famiglia reale durante il regno di Enrico III, ed egli le diede considerevoli fatiche e spese. Gli altri appartamenti principali erano la grande sala, che era dipinta con una storia di Antioco, e la camera di stato del re. Gli appartamenti privati occupavano il resto della Torre Bianca, ad eccezione del piano terra, destinato alla guarnigione; e si estendevano anche alla Torre Lanthorn e alla Torre della Culla, che si suppone siano state costruite durante il regno di Guglielmo il Rosso. In assenza di tutte le informazioni autentiche sull'origine del nome della Cradle Tower, si può azzardare l'ipotesi che fosse così chiamata perché lì erano situati gli appartamenti della famiglia reale».
37. Ivi.
38. Ivi. Matteo Paris, vol. II, pag. 414. Vedi Rymer, vol. 10, punto. I, pp. 223 e 224, dove, sebbene l'anno sia calcolato male, il giorno è indicato correttamente.
39. Ivi.
40. Ivi. Cfr. Madox, Storia dello Scacchiere, vol. I, pag. 593.
41. Ivi. «Il ms Cotton, Cleopatra, A IX, ff. 4-10, contiene una curiosa poesia in francese antico, sugli scacchi, con una strana leggenda di una partita giocata nell'antichità da due baroni, uno dei quali scommise sulla questione la testa e l'altro la figlia! È illustrato da diverse miniature del gioco in diverse fasi, con istruzioni in prosa per giocarci: la scrittura è della fine del XIII o dell'inizio del XIV secolo. Nel Libro del Guardaroba n.29 di Edoardo I, ff. 150-151, si trovano voci per famiglie di avorio, di aspro e cristallo, con cui giocare a scacchi, e lo stesso Edoardo I spesso vi giocava, come alluso nella copia del Libro del guardaroba n.6 di Edoardo I, di Craven Ord, Middlehill, ms., n. 1003, fol. 3. Il primo libro mai stampato in Inghilterra fu un piccolo trattato sul gioco degli scacchi, tradotto dal francese da Caxton e uscito dalla sua tipografia nel marzo 1474, quando fu collocato nell'Almonry dell'Abbazia di Westminster (Smith's, History of London and Westminster, p. 429, nota).
Nel continente veniva giocato anche prima che in Inghilterra. Il principe Enrico, figlio di Guglielmo il Conquistatore, poi Enrico I, mentre era in visita alla corte di Francia, giocava con il giovane delfino Luigi, quando scoppiò una lite, che finì con Luigi che scagliò i suoi pezzi degli scacchi in faccia al giovane antagonista, che ricambiò il complimento con un colpo alla scacchiera, che fece infuriare così tanto il principe francese che Enrico dovette fuggire immediatamente dalla corte. (Cron. de Norm., 12mo., Rouen, 1610, fol. 1186.).
L'origine del gioco è abilmente discussa da M.Freret, in Memoires de l'Academie des Inscriptions et Belles Lettres, vol. v., pag. 250. Un trattatino molto ingegnoso sugli scacchi è stato scritto da Ruy Lopez, spagnolo, in cui l'autore asserisce che essi sono non solo un'occupazione lodevole, ma addirittura necessaria all'esistenza! Questo trattato fu tradotto in italiano e stampato a Venezia già nel 1584.
42. Ivi. Paris, vol. II, pag. 415; Cronaca di Martin Pole, Royal ms. 13, c. VII, f. 34. Naugelière, bish. Saint Brien, Middlehill MS. 1852; Guglielmo di Tiro, Martène, Col. amp., vol. v., col. 696. Histoire de Jean de Brienne roy de Jerusalem, 12mo., Parigi, 1727, p. 351.
43. Ivi. Annales, Godefridi, St. Pantaleonis, Freher Rer. Germe. Copione. Ant., vol. I, pag. 400. Paris, vol.II, pag. 415.
44. Mary Anne Everett Green, Lives of the Princesses of England, from the Norman Conquest, a cura di Henry Colburn, vol. 2, London, 1850, pp. 1–47.
45. Ivi. V. Paris, vol. II, pag. 416; Graevius Thes, Antich. Sicilia, vol. VIII, tavola. Un suo ritratto dall'aspetto classico si trova nel Geschichte Hohenstaufen di Raumer, vol. III, ma è di dubbia autenticità; Cronologia di Martino, MSS., Bib. Reg. 13, c vi., f. 72, b. Hoveden, pag. 449.
46. Ivi .V. Cron. Elwayense Freher, vol. I, pag. 678. Herman Corner Echard, vol. ii., col. 863. Cron. Tewkesbury, Cotton MS., Cleopatra, A. vii., f. 31. Annali di Bamberga di Hoffman, Ludevig, Rer. Germe, vol. I, pag. 156, indica come data del matrimonio l'8 calende di agosto, ovvero il 25 luglio.
47. Ivi. v. Johannis rerum Mogunticarum Scriptores, vol. I, pag. 597; Cron. Elway. Freher, vol. I, pag. 678; Heinec. de formica, Goslar, pag. 250. Cronologia di Martin Pole, Bib. reg., MS. 13, c. VI, f. 34; Herman Corner Echard, vol.II, col. 863.
48. Ivi. Lettere di Vigna, libro IV, n. 1; Chron., Anon., Erfurt, Schannat Vindemiæ litterariæ, vol. i. p. 98; Paris, cit; Deutsche Geschichte di Kohlrausch, p.251. Il manoscritto Arundel, n. 295, fol. 1196, contiene la ricetta curiosa; Storia Ricobalda, Echardi Scriptores, vol. 10, col. 1170.
49. Ivi. Vita di Michael Scott di Tyler, Scottish Worthies, vol. I, pp. 102-3. Thevet, vol. IV, pag.3; Martino Polo, MS., Bib. Reg., 13 c. vi., f. 34; Mittarelli, Annales Camaldunenses, vol.V, pag. 1; Cronologia Dempster. Eccellente. Scotorum, vol. II, pag. 495.
«Questo autore, nato nel 1579, racconta che, quando era ragazzo, si diceva che esistessero ancora i libri magici di Michael Scott, ma che nessuno osava aprirli, per paura dei demoni che sarebbero apparsi. Questa superstizione popolare ha dato origine a uno dei passaggi più belli delLai dell'ultimo menestrello».
50. Ivi. Cron. Menconis Matthaeus, Analecta Medii Evi, vol.II, pag. 171; Pars, vol.II, pag. 608. Martin Pole, f. 34. Cron. Menconis, ut sup.
51. Mary Anne Everett Green, Lives of the Princesses of England, from the Norman Conquest, a cura di Henry Colburn, vol. 2, London, 1850, pp. 1–47.
52. Ivi. v. «Annale. Dio. Freher, vol.i, pag. 463. Paris, vol.II, pag. 444. Rauch, Rer Austriaco, vol. II., pag.241; Paris, vol.II, pag. 455. V. lettera agli abitanti di Palermo. Epistole Petri de Vincis, lib.III, n.70; Ricobald, Echard, vol.10., col. 1174. Henrich, Geschichte des Teutschen Reich, vol. i., pag. 283.
53. Ivi.
54. Ivi. v. Scalacronica di Gray, edita per il club Maitland, da J. Stevenson, Esq., pagina 96; Reynaldi, Ann. eccles. sub anno 1239, art. 25; Paris, vol. II, p. 764); Dante, Inferno, canto XIII, verso 58, ecc.
55. Ivi. v. Muratori, Riccardo da San Germano, vol. VII, col.1040.
56. J.A. Giles, Matthew Paris's English history, from 1235 to 1273, Volume 1. Henry G.Bohr, London 1853, pp.275-276.
57. Paris, vol.IV, pag.129; Huillard-Bréholles, c. P. 1125.
58. Paris, cit., parte IV, pag.130.
59. Mary Anne Everett Green, cit. v. Muratori, Riccardo da San Germano, vol. VII, col.1040.
60. Ivi. Paris, vol.II., pag. 569-578; v. lettera di Henry a Frederic, Fœdera, vol.I, punto I, pag. 280; Muratori, Riccardo da San Germano, cit: Per l’episola v.Petri de Vineis, Middlehill, MS, 8390, collated MS 337.
61. Ivi. Paris, vol.II, pag. 578; Rinaldo, Ann. Eccles. sub anno 1241, art. 87.
62. París, vol.II., pag. 679; Art de verifier les date, vol.VII, pag. 344.
63. Ivi. A questo matrimonio si riferisce la sedicesima lettera del VI libro delle Epistole di De Vinea. v. Lettera di Federico al re, già acclusa nelle lettere di Vigna, libro III, n. 21. E Fœdera, vol.I, punto I, pag. 267. Su Corrado v. Rinaldo, annale. eccles., vol.II., sub. anno 1254, art. xliiii.
64. J.A. Giles, Matthew Paris's English history, from 1235 to 1273, Volume 2. Henry G.Bohr, London 1853, pp.218-219.
65. Paris, cit., IV parte, pag.25. Cfr. J.A. Giles, Matthew Paris's English history, from 1235 to 1273, Volume 2. Henry G.Bohr, London 1853, pp.491-493.
66. Giuliano Volpe, in: Storia e archeologia globale dei paesaggi rurali in Italia fra tardoantico e Medioevo, alla nota n.30 scrive: «Le vicende della crociata di Riccardo Cuor di Leone e di Filippo II Augusto re di Francia, una delle principali fonti di conoscenza per Matthew Paris e per il suo predecessore a St Albans, Ruggero di Howden (che vi prese direttamente parte), della geografia meridionale, sono nell’itinerario di Riccardo di Londra, in cui si citano, oltre al porto di Messina, convenuto tra il re inglese e quello francese come porto di partenza per entrambi, i porti di Marsiglia, Venezia, Genova, Barletta e Brindisi; nei Gesta regis Ricardi, 227-228 e nell’itinerario del re di Francia di ritorno dalla Terrasanta, nel 1191: Ex gestis Henrici II et Ricardi I, 130-132: Otranto, Brindisi, Petrolla, Monopoli, Bari, Trani, Barletta, Salpi, San Lorenzo in Carminiano, Troia, Sant’Eleuterio dove inizia la Terra di Lavoro, di lì Benevento, Maddaloni, Capua, Caiano, Mignano, Cassino. Sull’itinerario italiano di Filippo augusto cfr. Magoun 1942 e Stopani 1992, 31-33. Allo stesso modo, un’importante fonte per Matthew Paris è il resoconto della crociata di Riccardo di Cornovaglia e del percorso attraversato da Simone V di Montfort, conte di Leicester, su cui cfr. Chronica majora, IV, 43-47, 138-148, 166-167, 180, e in particolare 44, nota 6: «[Simone di Montfort] comes Leycestriae – si imbarca – cum uxore ipsius, sorore domini regis, per Lombardiam et per Apuliam, ascendentes naves apud Brundusium. Uxor autem S[imonis] de Monteforti comitis, soror regis Anglia; H[enrici], remansit in Apulia juxta Brundusium in castro quod cum terra magna datum sibi… [illeggibile]». Segnalo infine, come possibile fonte per Matthew Paris, un «eximiae et prudentiae et literaturae vir», parole di Matthew stesso, come Simon de Apulia, diacono di York e vescovo di Exeter, che muore nel 1233».
Da: Insulae Diomedeae, Collana di ricerche storiche e archeologiche n.32, Edipuglia 2018, ISBN 978-88-7228-790-3. Cfr. Matthæi Parisiensis, Chronica Majora, Edizione 57,Volume 3, Henry Richards Luard, Anni 1216-1239, London 1874, pp.270-273.