Description
mago merlino lo predisse figlio del macellaio
ricapitolazione.
REGNO D’ITALIA A PAVIA, PRINCIPATO ITALIA A TEATE
Quando stette per nascere Federico II il papa aveva già quasi posto fine al disegno criminoso dei predecessori di spogliare l’antico Principato dei greci e di far nascere una Civitate Dei per sovrintendere sulle diocesi in costruzione, quelle nate proprio dall’annessione dei distrutti e dilaniati territori delle diaconie greche.
L’urbe vaticana di Viano, in Laureto, ancora stette per scippare ai greci l’urbe pagana detta Civitatense per far nascere la diocesi di Larino. Anche S.Angelo di Canosa divenne vicaria templare, quando fu costruita la nuova sede di Barletta che ne assorbì beni, territori e primaziato.
S.Marco in Lamis si ritrovò così staccato dall’ex S.Angelo, che a sua volta venne detto dai nuovi proprietari papalini S.Giovanni in Lamis, ma non era altro che l’ex Civitate delle Terre Beneventane, relegando i greci nell’ex urbe S.Maria in Lama, l’unica rimasta ai greci, e non ai latini, perché simbolo del paganesimo.
Furono quindi i Templari a richiamare l’Imperatore per sconvolgere la geografia storica, più che per mettere ordine in Puglia, spostando la sede del Principato Apulia di rito misto da «Berola» di Canosa a «Baruletta», dove si praticò il solo rito latino, cambiando la geografia storica della città-stato dell’Apulia, Urbe Principato a Vetere, fondata da Ruggero Borsa presso i ruderi della Reggia paterna del Guiscardo (e rasa al suolo dal sima del 1088), prima di essere ricacciato a Salerno dal fratellastro Boemondo, rimasto fedele solo al Vaticano nella guerra del 1101, che ripudiò anche la matrigna Sichelgaita.
Le 30 Terre di mezzo di Puglia e Lucania furono quindi lasciate ai templari di Canosa, mentre nasceva Barletta, mettendo le mani dall’Adriatico al Golfo di Policastro, prima di partire per la liberazione di Gerusalemme.
All’Imperatore, intanto, fu promessa la corona longobarda di Re d’Italia in Pavia, quella dismessa dell’originario Principato Regio barolitano e canosino, e forse quella di Duca pontificio, essendo stato rifondato il seggio nella provincia ducale di Nova Barletta, quindi Re d’Italia, Principe e Duca di Puglia.
Fatto è che Enrico VI appare contrariato e impone ai suoi Balbani e Svevi di prendere sia la Neapolis e l’isola di Sicilia, perché vuole tutto, a cominciare dalla corona appartenuta al padre della moglie. L’Imperatore non solo pretende Pavia e la Puglia, ma il Regno di Sicilia Ultra e Citra, contro Tancredi e i parenti della moglie Costanza.
Da qui lo stop imposto dai papalini di Sanseverino, conte di Tricarico, che occuparono il Bradaro, alla morte di Re Tancredi, per dichiarare Lecce giustizierato vaticano soggetto a Capua e congelare con le armi quel Principato, senza il possesso del quale sarebbe stato nulla il titolo di Re di Sicilia Ultra. Intanto l’Imperatore si prese la Sicilia Citra e l’ex Regina Sibilla e Guglielmo III sono costretti a cedere il trono di Palermo, invasa e spodestata dai parenti che si autoincoronarono Re di Sicilia Citra, costringendo l’ex Regina Sibilla a sposare il fratello del sovrano svevo: ora era Costanza la reggente dell’Imperatore, pronto a ripartire per sedare le rivolte in Lombardia, contraria alla corona.
Ma la sovrana aspetta un figlio e riparte anch’ella per Jesi, col tesoro trasportato da 30 muli, dove nascerà il frutto del suo grembo, Federico II, affatturato da Mago Merlino, tale che il cronista Salimbene, lo dirà «figlio al beccaio».
La morte dell’Imperatore rasserena gli animi appena aizzati in Sicilia, ma Costanza, per restare tranquilla, decide di lasciare i regni al figlio e la di lui tutela al papa.
Federico II era già Re di Pavia a solo un anno, ma anche erede di Puglia e Sicilia, per volere dei Templari che protessero la madre e la invitarono a tornare, ottenendo il Castello Ydronti a Torre del Mare e la definitiva cessione di ogni diritto reale al Papa, poco prima di spirare.
Innocenzo III ha vinto su tutti. Il padrone dell’Italia è un pargoletto nelle sue mani e i regni di Puglia e Sicilia sono rimasti feudi della Chiesa. Non resta che reimpiantare il castelletto militare dei giustizierati, per difendere con le armi i reami di proprietà della chiesa, affidandone la sola amministrazione della giustizia ai priori di tutte le arcipreture ecclesiastiche, dipendenti dalle rocche ducali dei rettori, senza più principi fra i piedi.
Torna così il Giustizierato di Puglia in Lecce, vicaria di Capua papalina e non della Neapolis imperiale, sotto la guida di un Visconte, a guardia dell’ex Regina Sibilla, e della figlia, fatta sposare all’erede dei Brienne del Lussemburgo, fedelissimi del Vaticano, prossimo a Giustiziere.
Fu allora che si rividero in tutto l’ex Principato di Puglia i militi del Giustiziere papalino di Lecce, da Taranto a Benevento, con il patronato delle confraternite che gestivano le preture vaticane, trasferendo ai Sanseverino il potere papalino che era stato di Re Tancredi Altavilla.
Lecce tornò così a capo della ex Contea Apulia imperiale che, sotto il baliato del Papa, subì il ripristino del Giustizierato capuano in cui finirono tutte le Terre confiscate dagli imperiali ai «tancredini».
Solo allora il Papa fece il passo più lungo e si sentì di annunciare al mondo di ripristinare l’epoca dei Marchionati del Regno d’Italia, italianizzati in Marchesati, territori formati da una città-stato detta Principato dell’urbe arcidiocesana e dalla sua provincia ducale diocesana.
In sintesi, mentre Federico II cresceva, Innocenzo III impiantava l’apparato giudiziario della Marca papalina di Lecce, divenuta Gran Contea, provincia dell’Urbe Laureto, vero Principato Apulia detto Caureto o Caurato, che era l’originaria Loreto dove i Romani trucidarono i martiri greci nel mercato Urrita in Teate apulo, famoso consolato di Bubulco.
indice
Ricapitolazione
REGNO D’ITALIA A PAVIA, PRINCIPATO ITALIA A TEATE
1.
IL CONSOLATO DELLA GRAN CONTEA
La vicaria templare era a S.Angelo di Canosa prima di Barletta
L’Urbe Viano di Laureto scippa la Civitate greca e nasce Larino
S.Marco staccato da S.Angelo detto S.Giovanni di Lama
S.Giovanni in Lamis papalina è l’ex Civitate Terre Beneventane
Urbe S.Maria in Lama paolina fu Civitate dei greci non dei latini
2.
i TEMPLARI chiamano ENRICO VI
Il Principato Apulia da «Berola» di Canosa a «Baruletta»
Parti di Puglia e Lucania lasciate ai templari di Canosa
3.
le 30 terre di mezzo dei templari
Barletta vicaria albarolitana fra Adriatico e Golfo di Policastro
Il Papa coi Templari per liberare Gerusalemme
4.
l’apulia è’ di costanza: l’invasione
L’imperatore riavrà Pavia e il Principato di Puglia
Ma Balbani e Svevi prendono Napoli e la Sicilia
Enrico vuole essere Re di Sicilia Ultra e Citra contro Tancredi
Sanseverino conte di Tricarico occupa il Bradaro
Re Tancredi muore, ora l’Imperatore vuole tutto
L’ex Regina Sibilla e Guglielmo III cedono il trono
L’Imperatore invade Palermo e spodesta gli Altavilla
Enrico VI e Costanza incoronati Re di Sicilia
La nuora di Sibilla si risposa col fratello dello Svevo
Enrico VI nomina Costanza a sua reggente e riparte
5.
costanza PARTORISCE A JESI e torna
Costanza parte per Jesi col tesoro trasportato da 30 muli
«Nascerà Re Federico, ma è figlio al beccaio»
L’erede di Puglia e Sicilia è Re d’Italia a 1 anno
Lombardia e Sicilia si ribellano, Enrico torna e muore
Il ritorno di Costanza voluto dai Templari
Il Castello Ydronti di Torre del Mare
Costanza cede i diritti reali al Papa e muore
Torna il Giustizierato di Puglia,
Lecce vicaria di Capua sotto Visconte
L’ex Regina Sibilla fa sposare la figlia
all’erede dei Brienne prossimo a Giustiziere
Militi del Giustiziere papalino
su Taranto, Avellino e Benevento
6.
il papa ripristina i marchionati del regno
Il patronato delle confraternite: le preture vaticane
Ai Sanseverino il potere papalino che era degli Altavilla
Lecce a capo della Contea Apulia, sotto il baliato del Papa
Terre confiscate ai «tancredini»: ripristino Giustizierati capuani
note bibliografiche
1. Arturo Bascetta, Il Catalogo dei Baroni del 1093, ABE 2017.
2. http://www.bibar.unisi.it/sites/www.bibar.unisi.it/files/testi/testisami/sami3/2_29_res.pdf
3. Commissione feudale, Supplimento del Bullettino della commissione feudale, Napoli, Tipografia Trani, Napoli 1829.
4. P. Soccio, San Giovanni in Lamis, San Marco in Lamis, origine e fine di una badia, nascita di una città, Bari, 1982, p. 97.
5. G. Tardio Motolese, La Chiesa in San Marco in Lamis dal medioevo alla metà del XVII sec. (abbazia, collegiata, confraternite), 2000.
6. P. Doroteo Forte, Il santuario di San Matteo in Capitanata, Bari, 1978. Da: Sitografia da: https://www. lavalledeglieremi.it/ wp-content/uploads /2013/edizioni_smil/084.pdf
7. A.Bascetta, Catalogus Baronum, ABE Napoli, 2018.
8. Catalogo dei Baroni, cit.
9. Gabriele Tardio, Lama, Lamae… Lamis; Locus Lamæ, cit., pagg.45-47. Cfr. https://www.lavalledeglieremi.it/wp-content/uploads/2013/edizioni_smil/084.pdf,
10. Ivi.
11. Ivi
12. Ivi.
13. Placido Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, Montevergine 1990.
14. Giacomo Bosio, Istoria Della Sacra Religione Et Illma Militia Di S. Gio Gierosolno, Volume 8, 1621, pag. 607
15. Sebastiano Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta, Lucca 1733, pag. 238.
16. Sebastiano Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta, Lucca 1733, pag. 458.
17. Sebastiano Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta, Lucca 1733, pag. 227.
18. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino
19. Il Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta raccoglie i vari documenti dell’Archivio di Sorìa, pubblicati da Salvatore e Giandomenico Marescandoli in Lucca nel 1733.
20. Ivi.
21. Ivi.
22. Ivi.
23. A.Bascetta, Storia di Monteverde, ABE, Avellino 1999.
24. Ivi.
25. Il Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta raccoglie i vari documenti dell’Archivio di Sorìa, pubblicati da Salvatore e Giandomenico Marescandoli in Lucca nel 1733.
26. M. Cesare Cantù, Storia Universale, Tomo IV, Edizione VII, Cugini Pomba & C., Torino 1851 pagg.40-41.
27. M. César Cantu, Hist . univ . Al. XI, pag. 68. Cfr. Francis Lacombe, Histoire de la monarchie en Europe: depuis son origine jusqu’a nos …, Volume 1, Amyot, Paris 1853, pag.132 e segg.
28. Ivi.
29. Ivi.
30. Francis Lacombe, Histoire de la monarchie en Europe: depuis son origine jusqu’a nos …, Volume 1, Amyot, Paris 1853, pag.132 e segg.
31. Placido Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, Montevergine 1990.
32. Francis Lacombe, Histoire de la monarchie en Europe: depuis son origine jusqu’a nos …, Volume 1, Amyot, Paris 1853, pag.132 e segg.
33. G.A.Summonte, cit.
34. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino.
35. Girolamo Marciano, Descrizione, origini e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli 1855. Cfr. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino. 60.
36. Tesi del Conte di Palamara.
37. Girolamo Marciano, Descrizione, origini e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli 1855. Cfr. Norbert Kamp, Gualtieri di Brienne, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 14, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1972.
38. Fernand de Sassenay, Les Brienne de Lecce et d’Athènes, Hachette & C., Parigi 1869.
39. Girolamo Marciano, Descrizione, origini e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli 1855. Cfr. Norbert Kamp, Gualtieri di Brienne, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 14, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1972.
40. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino
41. Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_di_Medania.
42. Cfr. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino.
43. V.Napolillo, cit.
44. Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-d-aquino.
45. Lodovico Antonio Muratori, Annali d’Italia, dal principio dell’era volgare sino all’ anno 1500, pag.88 e segg.
46. Lodovico Antonio Muratori, ibidem.
47. Palamara, cit.
48. Marciano, cit.
49. Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Gualtieri _III_di_Brienne. https://www.wandruszka-genealogie.eu/Antonio/Antonio_Upload/Brienne.pdf. Voce: de BRIENNE.
50. Otto de Sancto Blasio, Chronica, a cura di A. Hofmeister, in MGH, Scriptores rerum Germ. in usum scholarum, XLVII, Hannover-Leipzig 1912. Cfr. P. De Leo, Tancredi conte di Lecce, in: Tancredi conte di Lecce re di Sicilia, Atti del convegno internazionale di studio, Lecce, 19-21 febbraio 1998, a cura di: H.Houben – B.Vetere, Galatina 2004. Cfr. Ryccardus de Sancto Germano, Chronica, a cura di C.A. Garufi, in RIS2, VII, 2, Bologna 1936-1938.
51. C.R. Bruhl, Rogerii II. Regis diplomata latina. In: Il borgo medioevale di Monteserico; da: N.Masini, Tarsia; cfr. sito: http://www.archeopolis.it/Pubblica/genzano/storia/index.htm?borgo_monteserico.htm&1. Cfr. P.Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, pagg.135-137, Vol 12, Edizione Padri Verginiani, 1999. Ne avevano già dato notizia il Mongelli in Vol.VII; il Fortunato in Badie Feudi e Baroni, a cura di Pedio, III, pag.185; Iannuzzi nel Regesto; Colamarco, Le carte di S.Maria degli Armeni, alla cui edizione si riferisce la trascrizione riportata nel CDV.
52. P.Tropeano, CDV, Codice Diplomatico Verginiano, pagg.135-137, Vol 12, Edizione Padri Verginiani, 1999. Cfr. Ibidem. Cfr. Cuozzo, Commentario, p.271.
53. Girolamo Marciano, IV, 24, 96.
54. Casimiro di S.M.Maddalena, Cronica della provincia de’ minori osservanti scalzi di S. Pietro, Stefano Abbate, Napoli 1729.
55. Salimbene da Parma, Cronica, 1287.
56. Ivi.
57. Ivi.
58. Ivi.
59. Ivi.
60. Ivi.
61. Giacomo Bosio, Istoria Della Sacra Religione Et Illma Militia Di S. Gio Gierosolno, Volume 8, 1621, pag. 467.
62. Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta, Carta di Costanza Imperadrice, Constantia Dei gratia Romanorum Imperatrix semper Augusta, e An.1197, Regina Siciliæ.
63. Ivi.
64. Salimbene da Parma, Cronica, 1287.
65. John N.D. Kelly, Grande Dizionario Illustrato Dei Papi, Oxford University Press, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1992.
66. Salimbene (da Parma), Cronica, volume 2.
67. Marciano, cit.
68. Ivi.
69. Le notizie sui beni verginiani, date anche da Prignano, sono nei Regesti di Mongelli, Fortunato, Cuozzo, Martin, Colamarco, cit., alla cui edizione si riferisce la trascrizione riportata nel CDV di Tropeano, pag.273-275, Vol 12, Edizione Padri Verginiani, 1999.
70. A.Bascetta, Apice, ABE 2023
71. Casimiro di S.M.Maddalena, Cronica della provincia de’ minori osservanti scalzi di S. Pietro, Stefano Abbate, Napoli 1729.
72. Pasquale Marangio, Saggio istorico della città di Lecce, Vol.1, tipografia Vincenzo Marino, Lecce 1807.
73. Ibidem. Cfr. L’Apologia del Ferrari nella Quest. XIII del Lib.III.
74. Marango aggiunge su Carlo V che «a si grande Imperadore si eresse un magnifico Arco Trionfale, che nobilmente è tenuto in essere ed è quello sito presso la Porta di S.Giusto in Lecce: fu eretta ancora a suo onore nella maggiore Piazza della Città medesima la di lui Statua Equestre, che tuttavia esiste. Da quel tempo il titolo di Conte di Lecce restò alli di lei Sindaci pro tempore. A Carlo V. succedette Filippo II suo figlio. A Costui il III, ed indi il IV, ed a questi Carlo II ultimo Principe della Gente Austriaca in linea diretta discendente da Carlo V, ed avendo Lecce da Carlo II ricevute grandi beneficenze giustamente innalzò a sua gloria una Statua Equestre, ch’è collocata sulla fontana in Piazza». Pasquale Marangio, Saggio istorico della città di Lecce, Vol.1, tipografia Vincenzo Marino, Lecce 1807.
75. Ivi.
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