IL GRANDUCATO DI PUGLIA: Ruggero I Altavilla dei Gloriosi e la Marca Sabba di Civitate Vicaria Vaticana di S.Severo

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IL RINVENIMENTO DI ALCUNE CARTINE ANTICHE -CON BARULA A MANFREDONIA E IL LAGO PANTANO -AVVALORA LA TESI DI BASCETTA-CUTTRERA

L’ex Contea imperiale di Termoli era Vaticana,
extra qualsiasi territorio già prima del Mille

All’antica Contea di Termoli, riunita in Comitato imperiale, sotto Errico II, stando ad una bolla col sigillo d’oro descritta dall’Ostiense e riportata dal Muratori, nell’anno 1014, si confermano questi confini, che già aveva da anni:
Rivus Planus a capite
Thermule a pede mare
latere flume Trinium cum aqua et Portu suo
ab altero Rivus qui dicitur Ticcle.
Seguono i Castelli di Petrafracida, Ripamala, col monastero di San Benedetto in Larino, Fara, Ripaursa, Mons Bellus, Pescloli, alcuni colonizzati dai cassinesi, fino a Ripa Orsa, con cui stare sempre a litigare sui confini, come accaduto per Casal Gardo per il possesso del fondo Teodosio di Difesa nuova. Una Contea comitale di gran rispetto, quella di Termoli, già nota per la presenza di capuani nobilibus, atque judicibus. Nel 1191 vi terrà corte Re Tancredi con i suoi baroni per guerreggiare contro Errico VI, giunto con grosso esercito per la conquista del Regno, tradendo gli imperiali e ricevendo altri danni dal passaggio francigeno per le crociate. Leone di Trivento, già nel 945, abate del monastero di S.Benedetto eretto in Larino, e Benedetto tornarono da Roma, fatto chi primo vescovo di Trivento e chi di Termoli. Si intendeva far dipendere Larino da Termoli, ma Termoli era beneventana e perciò anche Benedetto vescovo di Termoli fu deposto l’anno dopo su reclamo di Giovanni III di Benevento, essendo in giurisdizione della chiesa beneventana del Ducato che ancora non era Metropoli, forse perché unita a Siponto.
Comunque Termoli, nel 969, quando era vescovo Sicone, era soggetta solo a Roma, solo in seguito fu annessa a suffraganea Beneventana Metropoli, con Bovino, Ascoli, Larino, Trivento e Benevento, per calamitate oppressis dice De Meo, quando si ritrovarono nel Beneventano Principato. Secondo Ughelli, nel 1375 circa, Ugone diede la rendita della Parrocchiale di San Paolo al primicerio del primiceriato maggiore, cioè al primo primicerio. Poi c’è quella del Primicerio Secondo, indi la prebenda del Tesoriere e le rendite del beneficio in quel di S.Niccolò à Turris Paganorum.
Certo è che nel 1088 molti luoghi scomparvero: Petacciuto, Monte la Teglia, S.Leucio, intere aree furono riabitate da colonie schiavoni e albanesi, ancora nel 1400, quando fondarono Montecilfone dagli Albanesi, Montemitro, S.Felice, Tavenna, Ripalba, S.Giacomo della mensa termolese, dagli Schiavoni. La Nenia di Berardo, monaco di S.Stefano in rivo maris, riportata dal Marchesati nella Storia di Vasto, ancora sembra emergere dalle onde:
Plangite Sariculae, Vastanae plangite gentes,
Plangite Ruricolae, praedia nuda pagi.
Tu quoque da lacrymas, infelix Termule tristis
Despoliata bonis, atque onerata malis.
Qui facerent hostes Fidei? Quid Turcos et Afer?
Armata in Numen quid furibonda manus? 49

Contea di Alarino comprese Larino antica,
ma extra Civitate Gaudia e Tremiti del Vaticano

Civita à Mare, detta Gaudia, oppido fondato dagli Irpini di Caudium, secondo l’Anonimo Ravennate, era alla foce del Fortore dal 1045, quando nell’atto del Castello di Serra Montoro la si cita dall’abate Alberico di quel monastero dell’isola Tremitense, territorio del Comite Larinese, del fu Principato beneventano. L’atto dice che il Conte della Contea di Larino vecchia aveva assegnato al monastero delle Tremiti il territorio che andava dal fiume Fortore al Vallone al mare e poi fino a Vena de Causa e giunto alla Carrara, arrivando a Casale Genestrino. Territorio dell’abbazia delle Tremiti, poi, era ancora quello che scendeva per Colle Pietro, via Molino Roffredo, giungeva a Ponte sul fiume Fortore, tornando al mare, extra Porto Fortore che era del Conte Tesselgardo, vedovo della Comitissa Alarada, figlia del Conte Masenolfo.50

Description

IL GRANDUCATO DI PUGLIA

La Sabina dell’abbazia di Ripalta,
nel Pantano Curiliano di Lesina

In sostanza, quando si parla del Vico scomparso (poi finito in demanio della pretura), in territorio di Campomarino del Ducato Apulia, siamo alla chiesa di S.Angelo, quella presso Dragonarie, e la venerabili ecclesie Sancti Mathei, a Sculcula, località di Fiorentina, da riferirsi alla Leggenda di S.Giovanni, di cui si parla anche nella relativa Epitome metrica ad essa apposta.
Nel 1068 si chiamava in Sabinis il non meglio precisato territorio di alcuni documenti farfensi e benedettini che citano vocabuli assai familiari, più a noi che leggiamo che agli amanuensi che li trascrissero in maniera anche errata. Sotto Papa Alessandro II, una parte di esso si chiamava Feclini e si estendeva da un lato nel Pantanum de Curiliano, a II latere via de Ripalda, a III latere Pantanum heredum Azonis, al III lato c’era il fossato degli eredi Guinizonis.
In Sabinis c’era anche Casale S.Andrea a mons S.Cosmato, nel 1071, con Lumerano in Sabinis. Nel 1072, Sculcula è nella parte del Pantano prosciugatasi e divenuta Campo Adonis qui nominatur Cerreta, probabile corruzione di Canneta del bosco Marotta, fra le terre degli eredi di Maroze a pede laia, fossato, sul rigo Aquam Viva, res in Sabinis delle terre del monastero dell’abate Berardo.25
Che appaiono proprio quelle dell’abbazia circestense di Ripalta di Lesina, che diverrà priorato di San Bernardo.

Beata Virginis de Ripaldo in «Accola»,
l’ospizio del monastero dei pellegrini

Fra il 1427 e il 1436 Civitate Beneventana, Olim Hirpinorum Colonia, fu retta dal vescovo Filippo di Larino, che sedette mel monastero di S.Lorenzo delle monache per riappacificarle con quelle di S.Deodato di Avellino.
Fra le altre cose il vescovo scrisse di un monastero in cui, nel 1436, si ebbe priore nell’Ospizio cistercense che fu creato fra i ruderi dell’antichissimo monastero della Beata Vergine di Ripaldo Accola dei monaci cistercensi, situata in Oppido di Serra, che divenne così Convento di S.Angelo nel 1474 quando vi fu instituito il priore. Ma prima del 1436 era il Monafterii B. Virginis de Ripaldo Accola hofpitium, non lontana dall’Urbe Beneventana, gia chiamata Irpinum, quella col monastero di S.Lorenzo e il corpo di S.Deodato Avellino.26
Il fatto: – In eodem Regno Neapolitano extra Civitatem Beneventanam, olim Hirpinorum Coloniam, nunc furis Pontificis , habitabant Clarisse in Monafterio S. Laurentii, prope alterum Sororum Ordinis S. Benedicti sub titulo S.Deodati: sed ne paterent oftium injuriis, translatæ funt ad ipfam Civitatem, domiciliumque derelictum petierunt cives concedi Fratribus Regularis obfervantia.
Negli Annali Francescani, che accuratamente esaminano anno per anno le memorie dell’Ordine Serafico «in otto grandi, eruditi, e dotti volumi: parlando egli, adunque, del Monistero di Monache coll’Istituto di Regola Clarissa, posto fuori le mura di Benevento, lasciato da esse Monache, e concesso a’ PP. di S. Francesco l’anno 1427, con Bolla di Martino V, dice, che alla domanda ne fu dal Papa preaccennato imposto l’esame a Filippo, Vescovo di Larino, il quale si trovava allora in Benevento.
«Sicché non può dubbitarsi, che in detto anno 1427. Filippo governalse questo Vescovado di Larino, nè di esso abbiamo altra memoria».

1.tre ducati: APULIA, SICILIA, CALABRIA

La morte del Guiscardo crea litigi
ma il Ducato Apulia resta a Borsa

Sichelgaita sta col figlio Ruggiero
e non col figliastro Boemondo

Ruggero I accetta Borsa e nel 1090
caccia Ruggiero dei «Loritelli» da Matera

I «Guiscardelli» restano per poco:
tre anni e poi lasciano la Puglia

Vicaria del Ducato Calabria
a S.Maria di Salerno Vetere

Vicaria del Ducato Sicilia
a S.Maria Capua Vetere

Vicaria del Ducato Puglia
a S.Maria Barola Vetere

2. il ducato apulia delle tre ex contee

S.Paolo di Civitate Morcone è S.Maria Severiana:
nell’ex Contea di Umfredo

Sono detti giudei degli Schiavi Mariani
perché adoravano i Martiri romani

Civitate Barola-Verola dei Mariani di S.Maria

Il sisma del 1088 distrugge l’Episcopio di Borsa:
addio a S.Maria dei giudei a capitale in Lamis

La donazione di S.Maria Episcopio (S.Paolo)
a s.Angelo in grotta di Monte Drogo (Apricena)

S.Paolo di Civitatemorcone di Orcone,
l’ex Marconia distrutto dallo tzunami

Ercole degli Illiani alla Defensa:
Serracapriola di S.Giovanni

3. SMEMBRAMENTO CONTEA di BoVIaNO

Il tradimento di Papa Urbano II
favorisce l’ascesa di Ruggero I

Nei Campi Marini di Goffredo figlio di Ruggero:
la badia di Giovanni si trasforma in Civitate Viano

Il Papa scippa la diruta città mariana a Borsa:
Ruggero I è Granduca di Marca «Sabba» dal 1092

Rinasce S.Maria Maggiore a Vico Iliano,
il Sannio degli Iuliano fra Contra e Bella

Le tre Marche del Principato Vaticano detto
Urberiano: Caserta, Velia, Vico Yliano di Lesina

4. SMEMBRAMENTO CONTEA di M.APERTO

L’Iscola di Drogone del Monte Mediano,
fra le abbazie di Serracapriola e Apricena

Nell’ex Contea del M.Aperto di Altruda
degli Iuliano di Vico Yliano sul Sabba

Nel bosco di Corigliano dell’Iscola di Tassone
fra Rocca Pagana e S.Giovanni in Piano

La Sabina dell’abbazia di Ripalta,
nel Pantano Curiliano di Lesina

Beata Virginis de Ripaldo in «Accola»,
l’ospizio del monastero dei pellegrini

5. i tre nuovi vici fra bovino e troia

Ruggero I sui tre monti di Acuto, Pisio e Ylare:
da Biviano ai tre vici di Bovino, Troia e S.Agata

L’usurpazione di S.Maria Berola di Borsa:
è Granducato nella grotta Sabba di Apricena

6. IL GRANDUCATO DI RUGGERO I MARCHIO

Il Re sposa la figlia
di Ruggero I futuro Marchio

La scalata a Viceré della Langobardia Minor

I Siciliani di Rocca Civitate (S.Severo)
conquistano l’ex Contea di Biviano (Peschici)

Ruggero I di Civitatense S.Severo invade Peschici
e si dichiara Marchio in San Paolo di Civitate

L’imperatore sopprime la Langobardia Minor
e la sede papale della Torre Minor di Riano garganico

I militi di Loritello insediano il Tribunale vaticano,
invadono e rifondano i tre vici a Rocca S.Agata

7. RICONQUISTA E CONTEA A TORRE major

Tribunale del Giustiziere sarà a Torre Major:
nel 1101 è Contea Loritello a S.Agata di Puglia

Vico S.Angelo del Fortore distretto di Bovino
confusa dagli storici con l’Alta Irpinia

Defensa di Serracapriola e S.Paolo di Civitate
assorbite dalla Diocesi di Montecorvino

8. RICONQUISTA E CONTEA A venamaggiore

Le ex Terre Beneventane
della Vena Maggiore

Alarino su Venamajor: è Contea di Lesina
presso Civitate Gaudia di Larino

I toponimi in 100 anni
di bolle delle chiese beneventane

La Contea di Alarino di S.Maria Nova,
quella della Vena illiana della Serra

Colle Montecalvo di S.Giuliano
non è Monte Calvo di Rocca Laureto

Dal Vico S.Angelo degli Iuliani
del Sabba di Lesina nascerà la Capitanata

L’ex Contea imperiale di Termoli era Vaticana,
extra qualsiasi territorio già prima del Mille

Contea Lesina di Alarino comprese Larino antica
ma extra Civitate Gaudia e Tremiti del Vaticano

Note

Fonti e Bibliografia Generica

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Editorial Review

 

S.Giovanni in Castelnuovo di Lurano strappa l’Episcopio di S.Marco Ecano dei Bizantini

 

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Biviano, detta Ab Viano, era rappresentata dalla chiesa di S.Martino, costruita nel 922 dal chierico Pietro, sulla vetta del monte che ancora si addimanda col nome, ma pare si sia trattato di una rocca sull’Iscola-Escola-Ascola di s.Maria in Principio del Monte l’Urano che faceva capo all’antico Castello Vetere dei bizantini. Dopo la fondazione, il chierico, chiese a Giovanni Vescovo di Benevento il patronato, fondando la prima chiesa privata ad uso pubblico di tutto il regno e facendo nascere un nuovo metodo, il beneficio all’interno di una diocesi, almeno fino a quando non fu elevata in dignità e conosciuta come l’Episcopio soggetta alla prima fondazione di Beneventum, urbe arcidiocesana del papa dal 969.
L’Episcopio di Biviano divenne sede suffraganea sotto Giovanni, ma i mariani del M.Laureto si lasciarono trascinare dai bizantini, si unirono ai greci di Ecana e fecero prigioniero Pandolfo Capodiferro, quando Re Ottone interruppe loro inutilmente gli acquedotti, perché possedevano profonde cisterne, da qui l’incendio del Casale suburbano.
Questi luoghi dell’Episcopio tornarono quindi ai greci ecani, guidati dal vescovo s.Marco, che li riportò nel regno bizantino, fino a quando il papa non chiese a Roberto il Guiscardo la distruzione di Civitate Episcopio, quella dove nel mentre era nata una S.Nicola dei Greci, con la Porta Ascolense che conduceva al Principato dell’Ascola con la basilica di S.Giovanni battista che si diceva fondata da s.Pietro principe degli apostoli.
Episcopio, Lurano e Uriano Vetere erano vicinissime. Dall’Episcopio, quindi, non solo si raggiungeva il Castellovetere Uriano di Bisanzio fra i ruderi ecani, che era a capo del territorio degli Ecani, ma anche Lurano di S.Pietro. Si tratta di Civitate Asculense e Urbiriano Vetere arciepiscopio greco che non vanno confuse con Ascoli Satriano e Ariano Irpino, dove pervennero i migranti deportati dalle due città. Quell’Ascola At Riano, con la basilica di San Giovanni, sul confine della originaria s.Pietro in Deliceto e s.Arcangelo De Iliceto, prima che fossero tutte distrutte dal terremoto. Lu Riano ovvero Uriano non è Ariano Irpino perché Yriano fu fondata dai salernitani e occupata dal Guiscardo, il quale abitava nella città limitrofa di Ascolense. Fu detta Luriano, sita proprio fuori la porta di Civitate Asculense, dalle cui ceneri nacque s.Mercurio in s.Martino al Bivio o Biviano, che non è la futura Bovino. In altra bolla si leggono di seguito: S.Mauri, S.Giovanni in Asculo, S.Petri, S.Desiderio, tutte elencate dopo la citazione di s.Arcangelo in Eliceto, s.Effrem in Morteto, S.Petri apud Trojam, quando compare s.Mercurio apud Bivinum, accosta a S.Croce in Limosana.
Le chiese beneventane diventano corti occupate dai Capuani: Lapelo, S.Giovanni Loriano, S.Bartolomeo e Petre Stormene furono proprio fondate da quelli di Loco Yriano; Biviano e Civitate Asculense si dissero nella provincia di Canne, dove fecero nascere S.Giuliano.
Nel’anno 972 del Choronicon Beneventani Monasteri, compare l’elenco dei paesi occupati, distrutti e rifondati dai militi del comitato Capuano. Partendo da S.Benedetto in Pantano, S.Vitale, S.Maria in Pallora, Corte de Collina e Corte de Loriano in Petra Strumina casis et silvis, Corte de Lapelo in Boto, S.Pietro in Cortiano, S.Martiano in Cereto.
Nel 997 i capuani, occupate Lurano S.Giovanni e Civitate Episcopio S.Martino e dintorni, si insediarono esattamente a Loco Luriano, sul fiume di Bivino, fuori Asculense, sulla via che conduce a s.Giuliano, territorio uriano.
Siamo a quei due-tre anni prima dell’anno 1000, quando al «Bivio» si consolida S.Mercurio in Beletro flumine, con S.Maria in Luriano che è diventata ufficialmente una cittadella con S.Martino in Civitate Episcopio, a ridosso e infra Civitate Asculense. Passando oltre le mura, compariva S.Giuliano sul fiume di Canne, la chiesa costruita dai militi Ranensi...