GLI ARMENI DI FORENZA: nei feudi dei templari la sostituzione del culto di S.Maria dei Lombardi nel Marchesato di Gravina. 2 Parte EAN 9788872971246

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LA LANGOBARDIA MINOR RINATA SUL MONTE GARGANO
di Arturo Bascetta

Barletta inglobandola al Principato, sloggiò i giovanniti dal Casale del Castello diruto di Alipergo verso Alberona, e ripristinò il vicetrono di Pavia a Civitate, nella basilica di S.Giovanni de Lama, che faceva coppia con la diruta S.Maria, fra i ruderi del consolato romano di Teate apulo.
Così rinacque la Langobardia Minor nel luogo naturale di Agia Sofia, con l’appoggio dei Bulgari, sottomettendo i mariani che adoravano i martiri della croce di S.Paolo e liberando la capitale del pagani-troiani dai gerosolomitani e dal papa che, falsamente, aveva tentato di rifondare la Langobardia Major del 1092 nella Basilica garganica di S.Pietro, presso il Catepanato dei Troiani di S.Giovanni Rotondo inglobato da Civitate S.Severo.
Ecco perché, detronizzato del titolo imperiale, a Federico II parve cosa buona e giusta riprendersi il trono ecano dei pagani che aveva fatto grande l’Italia longobarda di Pavia, partendo dalla Basilica del Principato di Loreto, nato nella borgata di S.Giovanni in Lamis (e non della Lama, dove il pontefice aveva inglobato il Catepanato di Bizanzio fondando Civitate S.Maria detta S.Maria Maior, nei luoghi che si dissero fondati da San Pietro.
Quella del Loreto, invece, era la madonna nera dei greci, venerata dal paululo Andrea di Patrasso, capo dei cenciosi cristiani della croce di S.Paolo, nata nei luoghi toccati dai seguaci di S.Andrea, nel nome di S.Paolo.
Essa non fu nella basilica di Civitate S.Severo dei napoletani, ma presso l’Andria, che da lui prese nome, e dove ebbe sede il Principato Italia della Sicilia Ultra, cioè presso la vicaria Yriano di Canosa, ex Hea di S.Marco in Eca.
Nell’antiregno dell’altra Urbe S.Maria nata a San Giovanni della Lama, quello presso S.Severo di Foggia, invece, era in territorio di San Marco in Lamis di S.Giovanni Rotondo, che aveva assorbito il Castello del Catepanato troiano di Bisanzio, fra S.Scolastica di Lesina e la Riva Longa di Vieste.
Ecco perché risulta intricato affermare dove sia stata effettivamente ubicata la capitale di Federico II, cioè in quale delle S.Giovanni, in Lama o de Lama, punto che andrebbe posto su Canosa, ovvero nel luogo del Casteldelmonte che da essa si staccò e fu inglobato da Andria.
Fatto è che la Canosa sequestrata a Boemondo fu sede del Principato di Costantinopoli sottomesso a Gerusalemme, cioè alla Longobardia del Regno di Pavia.
L’ex Civitate Regina canosina, ricostruita dai papalini a Trani, fu poi rifondata simbolicamente dagli imperiali, nel massimo luogo pagano, che fu quello di S.Mercurio, sulla via di Andria, a cui posero nome di Castello del Monte.
In Andria abitarono e morirono le regine spose di Federico II quando nacque l’erede.
Non resta che dimostrare che il Principato del Regno di Puglia sia stato Loreto, o nell’appendice castelmontiana di Andria dell’Arco di S.Andrea che dir si voglia, non potendolo confondersi il Principato di Neapuglia in Barulo (fatto nascere da Borsa fu Guiscardo nella futura Manfredonia), né con la Nova Neapulia in Baruletto (Trani), né con la seconda Barletta in Canne, né con la Neapolis gerosolomitana del M.S.Angelo, né con (fatta nascere dal Papa a Trani), né con l’originaria Hea Apula, Civitate Regina di Canosa di San Marco in Eca.
Ciò accadde fino a quando Federico II, detronizzato, non decise di rifare un solo Regno di Puglia, annullando quello di Sicilia Citra di Palermo e di Sicilia Ultra di Salerno.
L’urbe doveva tornare a essere quella del luogo dei pagani di Yrano, dove un tempo svettava la statua di San Mercurio dei medici salernitani.
Era il Principato antico di S.Maria Regina minor di Costantinopoli di Canosa, il Principato ecano e imperiale d’Apulia (sottomesso dai templari alla Neapolis del M.S.Angelo e dal Papa alla Nova Neapolis di Trani).
Solo la Regina di Yrano, città della Luce, capitale lucerina della stella di Diomede e dei pagani di Hea Apula, poi del beato Marco in Eca, avrebbe potuto sottomettere, le altre due S.Maria: Civitate S.Maria degli Armeni salernitani di Sichelgaita (di Barulo del Borsa futura Principato Neapulia della futura Manfredonia) e Civitate papalina S.Maria dei Lombardi (a San Giovanni Rotondo), inglobata nella decaduta badia di S.Giovanni de Lama, annessa a S.Marco in Lamis.
La sua capitale sarebbe nata in Andria, nel cui territorio inglobò i ruderi dell’antica Chaurato, Civitate imperiale dei popoli italici di Capua, che si fregiavano della tunica imperiale del Principato Italia dei bizantini costantinopolitani di Canosa, che poteva essere sottomesso solo a Ravenna, la più antica capitale del Regno d’Italia dell’Adriatico di Adria.
Federico II, però, divenuto adulto, guardò più lontano, litigò coi papi e fu scomunicato. Da qui la decisione di fondare il Regno di Puglia. Ma questa è un’altra storia…

Description

VIAGGIO NELLA VERITA’ STORICA SUGLI ARMENI E I LOMBARDI DEL NORD GIUNTI FRA BASILICATA E IRPINIA

La pubblicazione di una ricerca storica con riferimento a un luogo preciso sarebbe cosa meno ardua, se le vicende non fossero legate agli accadimenti che hanno suscitato e generato interessi e curiosità mai sopite. Consapevoli della difficoltà che una tale prospettiva comporta, sia in ordine sia alla complessità della materia, sia alla scarsità delle fonti, Forenza è oggetto di questa sfida che si affronta allo scopo di dare un utile contributo alla conoscenza di vicende che hanno interessato il nostro territorio.
Sono ricerche che incuriosiscono e che fanno discutere, come sempre accade quando si prova a cimentarsi con storie che vivono da secoli per i tanti misteri che hanno generato, impegnato gli studiosi di ogni tempo.
Con questo secondo volume, nel riassumere in poche parole il lavoro di ricostruzione storica guidato dell’esperto editore Arturo Bascetta, l’idea fondamentale che sorregge la ricerca è quella di dare una spiegazione alla presenza templare a Forenza, inserendo il nostro paese in un discorso secolare più ampio di quella che è stata la presenza templare nel Sud Italia, in un contesto territoriale interessato da precedenti insediamenti e da lasciti storici di diverse dominazioni che hanno avuto incidenze nella lingua, nei costumi, nella mentalità della popolazione.
Ancora una volta, le scarse memorie, vengono rilette e utilizzate per tessere un quadro tale da dare un’idea sempre più precisa per offrire, in umiltà, un contributo alla conoscenza dei fatti. Un lavoro storico è sempre, oltre che opera di ricerca, un atto d’amore verso i luoghi narrati.

Francesco Mastrandrea
Sindaco di Forenza (Pz)

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Editorial Review

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Presentazione del Sindaco di Forenza (pz)
Introduzione dell’Autore
Premessa storica
1. Cade Jerusalem: Baruletta rinasce a Canne
2. S.Martino a Forenza, Domus del governatore
3. Costanza: beni ai Templari e reame al Papa
4. Innocenzo III padrone d’Italia (1198 - 1208)
5. Giustizierati per la confisca ai «tancredini»
6. Federico Re d’Italia: la Lombardia di Pavia

1.
i primi feudatari dell’ex regno greco
nell’impero tedesco dei ghibellini

Ora in Diocesi di Venosa, ora di Acerenza
Forento creduta fra le vigne di cui parla Orazio
Forenza nella Magna spedizione imperiale

2.
dal principato di gerusalemme
al marchesato dei militi di gravina

Con il Principato Neapulia della Sicilia Ultra
Boemondo parte per la I Crociata
L’archivio regio di Lagopesole sotto Carlo II

3.
IL MARCHIONATO DI GRAVINA
E CIVITATE FORENZA nEL XII Secolo

I Templari in Lucania dal Castello Guarianone
Forenza scippata all’ex Marchesa (1093 o 1189)
Il Marchio Silvestro e la madre viventi nel 1132
Il padre Marchio Manfredi sempre vivo nel 1146
E una Marchionessa Feleppa c’era nel 1152
I tre documenti poi autenticati ante 1200
Beni di Forenza contesi da vescovi e marchesi

4.
una rocca fra lagopesole e forenza
e i culti divesi di ARMENI e LOmBARDI

La confisca della Gran Contea di Lecce
Il feudo su Azzolino col quadro armeno di S.Maria
E’ di Aliduce, il Governatore della Capitanata
La domus palazziata del Governatore è una Rocca
Aliduce nel Giustizierato del Capitano Sanseverino
Il Milite Giovanni è il castellano della Rocca armena
La Corte Taurasia confisca S.Maria dei Lombardi
Il giudice dà i feudi mariani ai verginiani di Forenza

5.
ROCCA S.MARTINO ai templari,
casale forenza agli armeni

E’ San Martino la Chiesa dei Gerosolomitani
Niente tasse per i Cavalieri nazareni
Dalla Rocca di Forenza al Casale S.Martino
S.Martino de pauperibus, Acquabella e Acerenza
Napoli M.S.Angelo templare disturba Neapulia
Andria, staccata da Canosa, è Domus di Federico II

note bibliografiche
fonti e bibliografia secondaria

1. Plinio, orentani. In Di Meo, cit.
2. Livio, LX. In Di Meo, cit.
3. Alessandro di Meo, Annali critico-diplomatici del regno di Napoli della mezzana età, Volume 12.
4. Ivi.
5. Alessandro di Meo, Annali critico-diplomatici del regno di Napoli della mezzana età, Volume 12.
6. Vito Ricci, Maruggio città dei Cavalieri, sitografia: https://www.italiamedievale.org/portale/maruggio-citta-dei-cavalieri.
7. De Marinis, cit.
8. Vito Ricci, Maruggio città dei Cavalieri, sitografia: https://www.italiamedievale.org/portale/maruggio-citta-dei-cavalieri.
9. F. d’Ayala Valva, La Commenda Magistrale di Maruggio, in Studi Melitensi, I, anno 1993, pag.84.
10. Ivi.
11. Vito Ricci, Maruggio città dei Cavalieri, sitografia: https://www.italiamedievale.org/portale/maruggio-citta-dei-cavalieri. Cfr. B. Capone, Ricerche sul nome e sulle origini di Maruggio, sede di mansione templare, in: Atti del II Convegno di Ricerche Templari – Maruggio (Ta), 8-9 settembre 1984, Torino 1984, pagg. 10-21.
12. Giuseppe del Giudice, Codice Diplomatico del Regno di Carlo I e II d’Angiò, Stamperia della Regia Università, Napoli 1863, pagg.154-165.
13. Ivi, Reg. 1275 A, fol. 80, at. n.22.
14. Ivi, Reg. 1278 D, fol. 67, at. n.31.
15. Ibidem, fol. 322.
16. Giuseppe del Giudice, Codice Diplomatico del Regno di Carlo I e II d’Angiò, Stamperia della Regia Università, Napoli 1863, pagg.154-165.
17. Ivi.
18. Giacomo Bosio, Istoria Della Sacra Religione Et Illma Militia Di S. Gio Gierosolno, Volume 8, 1621, pag. 467.
19. Catalogus Baronum Partenope Regni Apulie - A.D.1093, a cura di A.Bascetta, ABE 2019. Catalogo dei Baroni del 1092, cit. Cfr Cronicon di Santa Maria, p.14, Gli annales, pag.77. Nel “1089”, scrive Falcone Beneventano, Urbanus papa per Benevento transiens fecit sinodum Melfim. Del resto, nel Cronicon di Santa Maria (p.14), è detto chiaramente che papa, venit Beneventum et tenuit synodum mense Martii ibidem et in Troia et in aliis locis Ytalie.
20. Ivi.
21. Ughelli, Italia Sacra, volume 7, pag.880.
22. Ivi.
23. Giuseppe del Giudice, Registri Angioini del Grande Archivio di Napoli, Reg. N.° 143-1304 e 1305 F fol. 33 e 107. In: Codice diplomatico del Regno di Carlo 1. e 2. d'Angiò, ossia Collezione di leggi, statuti e privilegi, mandati, lettere..., 1265-1309, Stamperia dell’Università, Napoli 1863.
24. Ivi. «In cuius rei testimonium presentes nostras litteras exinde fieri et pendenti maiestatis nostre sigillo iussimos communiri. Datum Neapoli per Bartholomeum de Capua militem, logothetam et prothopolarium Regni Sicilie anno domini M. CCCIIII. die XVII Novembris III e Indictionis regnorum nostrorum anno XX».
25. «Di tutti questi Diplomi il primo è pubblicato dall'Ughelli, Italia Sacra. Vol. 7° pag. 115, e gli altri due sono accennati dallo stesso autore pag. 117. Vedi pure Giustiniani, Dizionario geograficoragionato, Vol. 50 pag. 110. Come potrà osservarsi, il primo diploma da me trascritto dal Registro di Carlo II, ha alcune varianti con quello pubblicato dall’Ughelli... Di altri vescovi di Gravina, come pure della città e de' suoi feudatarii darò diverse notizie, pubblicando appresso secondo l'ordine cronologico del mio Codice Diplomatico parecchi documenti di Carlo I e II d'Angiò. Vedi intanto altro diploma di Unfredo Signore di Gravina del 1080, pubblicato nel Vol. 5° pag. 143 dell'opera intitolata, Regii Neapolitani Archivi monumenta etc».
26. Don Placido Tropeano, CDV, n.III, 1132-1151, Edizione Padri Benedettini, Montevergine 1979, perg. Scriptum Concessionis n.285, pag.348-350. Cfr. Tropeano, mentevergine, II, pp. 23-4.
27. Ivi.
28. Ivi, cfr. Pontieri, Tra i Normanni, p. 422.
29. Ivi, cfr. AC, arca H, n° 28.
30. Ivi, cfr. Jamison, Catalogus baronum, p. 14, n°71. 66. «La cittadina di Forenza, situata a circa 15 km a sud di Venosa, fa parte della provincia Potenza dal cui capoluogo dista circa 73 km; essa è l’erede dell’antica citta pugliese di Forentum definita humulis da Orazio ( Carminum liber III, IV, 6). La presenza di questo documento, come di altre pergamene( nn. 1171,1181,2008 ec.) nell’archivio di Montevergine deriva dal fatto che della prima metà del sec. XIII fino al 1807 i verginiani officiarono la chiesa di Santa Maria degli Armeni ( Tropeano, mentevergine, II, pp. 23-4), ubicata nella vallata ad occidente di Forenza, poco distante dal fiume Signone o Fiumarella».
31. Ivi. Cfr. Liutprandi, legatico, p. 488. Di questo periodo bizantino non ci è rimasto il nome di nessun vescovo, o comunque non dovettero essere molti».
32. Ivi, cfr. Ughelli, VII, col. 115; Ughelli,VII, col. 117; Gams, Series episcoporum p. 884 e del 1155 Di Meo, XI p. 261; Mattei- Cerasoli, Di alcuni vescovi pp. 380-1,
33. Don Placido Tropeano, CDV, n.III, 1132-1151, Edizione Padri Benedettini, Montevergine 1979, perg. Scriptum Concessionis n.285, pag.348-350. Cfr. Iannuzzi: Gravina 1147, mazzo I, n°1. registro primo; Cangiani: XLVI, 123. Regesto: Iannuzzi, I, f 165v; Cangiani, II F, 2112; Mongelli, I p. 96, n°284.; Aggiunta sul verso «di mano del sec XVII: Gravina, iannaurio, indicationis 9, Ursone vescovo di Gravina con sua firma, Rogeri de Piro, Goffredo Camerario, Goffredo Di Francavilla, Guiglielmo Floriano testantur come Manfredo marchese della Florenza et Philippa sua moglie concedono al cavaliere Guglielmo una parte di molino dove si dice al fiume di Signore vendutoli da Guidone di Venosa e assenso».
34. Luca Pomarici Santomasi, Note su gl'Illustri Gravinesi.
35. Uomini Illustri di Gravina, Centro Studi e Documentazione della Civiltà Rurale, Giuseppe Ardito - Peppino Schinco, sitografia: http://www.gravinamateriale.it/documenti/illustri.html.
36. Horts Enzensberger, Un documento di re Guglielmo II per Gravina, estratto da Vedi Gravina IV Istituzioni, uomini, cultura. Associazione amici, Fondazione Ettore Pomarici-Santomasi, Lito Pubblicità & Stampa, Bari 1989, pag.93.
37. Giuseppe del Giudice, Registri Angioini del Grande Archivio di Napoli, Reg. N.° 143-1304 e 1305 F fol. 33 e 107. In: Codice diplomatico del Regno di Carlo 1. e 2. d'Angiò, ossia Collezione di leggi, statuti e privilegi, mandati, lettere..., 1265-1309, Stamperia dell’Università, Napoli 1863.
38. Giuseppe del Giudice, Registri Angioini del Grande Archivio di Napoli, Reg. N.° 143-1304 e 1305 F fol. 33 e 107. In: Codice diplomatico del Regno di Carlo 1. e 2. d'Angiò, ossia Collezione di leggi, statuti e privilegi, mandati, lettere..., 1265-1309, Stamperia dell’Università, Napoli 1863.
39. Don Placido Tropeano, CDV, n.X, 1193-1196, Edizione Padri Benedettini, Montevergine 1986, perg. n.999, pag.324.
“Originale [A], AMV, perg. 994, mm. 215x255; scrittura minuscola rotonda di transizione inchiosto unico. Pergamena rigida, in mediocre stato di conservazione, macchie d’umidità e di muffa sparse, una lacerazione all’altezza del dodicesimo e tredicesimo rigo, margine inferiore ad andamento irregolare ed in parte roso dai topi; nell’angolo superiore sinistro la segnatura archivistica del Cangiani: XLVIV, 62.
40. Ivi. « Sul verso non si registrano altre notazioni se non quella del p. Iannuzzi: Mazzo 3, n° I, registro primo». Cfr. Mongelli, Archivio storico, II, p.88; Idem, Monasteri e monaci, pp. 182-83. Cfr. Regesto: Iannuzzi, I, f. 152v; Cangiani, II, f.1860; Mongelli, I, p.261, n.994.
41. Ivi.
42. Verace, La vera istoria, p. 127.
43. Don Placido Tropeano, CDV, n.X, 1193-1196, Edizione Padri Benedettini, Montevergine 1986, perg. n.999, pag.324. v.note.
44. Ivi.
45. Giovanni Mongelli, Regesto delle pergamene, volume II, Roma 1957.
46. Giovanni Mongelli, Regesto delle pergamene, volume II, Roma 1957.
47. Ivi, perg. 1704. Anno 1231 (1234), ottobre 5, domenica. Ind. V., n.56.
48. Giovanni Mongelli, Regesto delle pergamene, volume II, Roma 1957.
49. Ivi, perg. 1146 del “1201” , gennaio. Ind. V. -
50. Ivi, perg.1171 del “1203”, ottobre. Ind. VI., 51.
51. CDV, Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano, Padri Benedettini, Montevergine 1999, n.1174.
52. Ivi.
53. CDV, Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano, Padri Benedettini, Montevergine 1999, n.1151, §.50.
54. Ivi.
55. Giovanni Mongelli, Regesto delle pergamene, volume II, Roma 1957.
56. Ivi, 1220, agosto. Ind. VIII. Roffrido, noto Ruggiero, giudice, CXXI, 30.
57. Ivi, 1229, aprile. Ind. II. - Federico impero a. 9, n. 1644,XLIV, 64.
58. Ivi, anno 1231 (1234), ottobre 5, domenica. Ind. V., n.1703, XLIV, 55.

59. Ivi, N.1704, anno 1231 («1234»), ottobre 5, domenica. Ind. V. , XLIV, 56.
60. Ivi, n.2707. Anno 1302, marzo 26. Ind. XV, XLIV, 69
61. Ivi, n.2719. Anno 1302, novembre 18, domenica. Ind. I («XV»), XLIV, 52.
62. Ivi, anno n.2748. 1304, marzo 8. Ind. II, XLIV, 47.
63. Ivi, n.2764. 1305, gennaio10. Ind. III. - Carlo II re a. 20, (XLIV, 70).
64. Ivi, n.2765. Anno 1305, febbraio 6. Ind. III. - Carlo II re a. 20 .Forenza. Pietro de Oriente, pubbl. noto di Forenza, (XLIV, 71).
65. Ivi, 2774. Anno 1306, marzo 3. Ind. IV. - Carlo II re a.21. Forenza.Pietro de Oriente, pubbl. noto di Forenza, (XLIV,48).
66. Ivi, n. 2809. Anno 1309, giugno 8. Ind. VII. - Roberto re a. 1.Forenza. Pietro de Oriente, pubbl. noto Bartolomeo de Sire Angelo, giudice di Forenza. (XLIV, 53).
67. Ivi, n.2906. Anno 1316, luglio 16. Ind. XIV. - Roberto re a. 7. Forenza, (XLIV, 54).
68. Ivi, n.3382. Anno 1338, agosto 15. Ind. Roberto re a. 30 («29»). Forenza. Pietro de Oriente, pubbl. noto di Forenza, (XLIV, 61).
69. Ivi, n.3629. Anno 1365, novembre 22. Ind. IV. - Giovanna regina a. 23. Forenza, (XLIV, 49).
70. Ivi, n. 3845. Anno 1387, febbraio l°. Ind. X. - Carlo III re a. 6. Napoli, (XLIV, 72).
71.Sebastiano Paoli, Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolomitano oggi di Malta, raccolta di vari documenti dell’archivio di Sorìa pubblicata da Salvatore e Giandomenico Marescandoli in Lucca nel 1733, pag.457-459.
Così il Tirio lib. 10, cap. 16, pag. 785; il quale, lib. 12, cap: 25, pag. 831; lib.7, cap. 22, pag. 742; «l' Autore delle Gesta de' Franchi expugn. Hieruf. pag. 572; Guiberto Abate, Storia Gerosolimitana, lib. 7, cap. 1, pag. 532; Fulcherio Carnotense , Anno 1099, pag. 396; Alberto Aquense, lib. 5, cap. 42, pag. 272; Raimondo de Agiles, pag. 172; Baldrico, lib. 4, pag. 130. Roberto Monaco, lib. 8, in fine , pag. 73; l' Autore delle Gesta de Franchi, & aliorum, pag. 27. Successore a Roberto dovette essere il nostro Ruggiero, chiamato dal Tirio, lib. 14, cap. 26, Fratello di Rinaldo Primicerio della Milizia di S. Giorgio , che fu ucciso in un'imboscata, intorno al 1142.... nel 1120, Diploma iv, pag. 4, l' esenzione delle decime, concedute allo Spedale dal Patriarca Arnulfo: nel 1120 intervenne al Concilio di Napoli di Samaria, Tirio, lib. 12, cap. 13, pag. 824: nel 1136, Diplom. xvII, pag. 18, è teftimonio ad una donazione fatta dal Re Folco a' Cavalieri Gerosolimitani». Sul trasferimento della sede a Barletta v. Ughelli , Tomo 7, pag. 1038, dell'antica edizione.
72. CDG, cit. Ibidem.
73. CDG, cit. Tirio, lib. 9, cap. 13, pag. 770.
74. Antonella Pellettieri, «... Quod casale fiat ibidem vel villa»: i borghi di nuova fondazione in Basilicata, in: AA. VV., Città e vita cittadina nei paesi dell’area mediterranea: Secoli XI-XV, a cura di Biagio Saitta, Atti del Convegno Internazionale in onore di Salvatore Tramontana, Adrano-Bronte-Catania-Palermo-Viella, Adrano (CT) 2006, pagg. 162 e segg. Sitografia: https://books.google.it/books?id= f2whEAAAQBAJ&pg= PA167&lpg =PA167& dq=constructum+ est+de+novo+post+adventum+ domini+regis+Caroli&source=.
75. Ivi.
76. Ivi.
77.A.Pellettieri, I segni dei cavalieri in Basilicata, Cap.3, Basilicata in tasca, Guida Turistico Culturale, Potenza 2008.
78. Acquabella fu un antico casale di Venosa in località Mattinelle in agro di Palazzo San Gervasio. V. Tommaso Pedìo, La Basilicata dalla caduta dell'impero romano agli Angioini, Levante editore, Bari 1987.
G.Guerrieri, I cavalieri templari del Regno di Sicilia, Trani 1909.
79. Ivi.
80. Cfr. Maria Grazia Rosaria Mele, Mediterraneo e città: Discipline a confronto.
Biblioteca Nazionale di Napoli, Manoscritto XV, D 15, Notizie estratte da un “Reassunto de Diplomi esistente nell’Archivio della Regia Zecca appartenenti all’abolito Ordine de’ Templari , ed all’attuale S.M. Ordine de’ Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, compilato sotto gli ordini del signor Balio fra’ Francesco Antonio Cedronio, ricevitore e ministro dell’Ordine presso S.M. Siciliana, per opera dell’avvocato Felice Parrilli, nell’anno 1803”.