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Sangue regio di Francia e Navarra
Ebbe in donazione dallo zio Luigi XII di Francia la metà del Regno di Napoli, la portò in dote a Ferdinando il Cattolico e divenne Regina. Giunta in viaggio di nozze nel Sud, ricevette l’omaggio feudale dei baroni napoletani, gratificata da perle e gioielli, d’oro e d’argento. È Germana del Fuso di Guascogna, la Regina delle Due Sicilie. Alla morte del marito si risposò con il Duca di Calabria, figlio degli ex Sovrani Aragonesi, Isabella del Balzo e Federico di Napoli. Relegata nel Viceregno di Valencia, diffuse arte, cultura e costumi del primo Rinascimento incubato nella Metropoli partenopea. Germana de Foix, sorella di Gastone e cugina di Lautrec, già degna consorte sul trono d’Aragona e Napoli, nulla poté contro il destino dell’ex Capitale, finita nelle mani dei Vicerè spagnoli. Lasciò vedovo l’ultimo aragonese napoletano nella lontana Liria, dove si estinse la memorabile Casata originata da Re Alfonso, quel Magnanimo che valorizzò e federò in Province gli antichi Principati e Ducati: gli Stati della storia del Sud, tutto ciò che Spagnoli e Austriaci usurparono, depredarono e affondarono nel mare dell’oblìo.
Germana fu una fanciulla con una formazione dalla forte familiarità con il Rinascimento napoletano. A lei piacevano il lusso, il ballo, la buona cucina e soprattutto profumi e vestiti impreziositi da gioielli. Non per questo non prediligeva la conversazione e la spiritualità.
Crescere alla corte di Francia aveva significato assimilare un bagaglio culturale immenso, che si arricchiva ogni giorno di più, senza disdegnare l’amore per gli uomini di potere.12
Un piatto appetibile per un nobile, magari un Arciduca, ma il destino volle essere ancora più generoso con lei, entrata nelle grazie dello zio Re, proprio mentre cercava una parente che gli facesse stringere alleanza con gli Spagnoli e legittimasse il bottino napoletano.
In seguito al Trattato di pace di Granada dell’11 novembre 1500, infatti, nell’autunno del 1501, l’ex Regno di Napoli era stato diviso fra Spagnoli (Calabria e Puglia) e Francesi (Abruzzo e Terra di Lavoro) con una immaginaria linea di confine che non pose termine alla conquista. La guerriglia fra baroni filo-spagnoli e filo-francesi continuò nel 1502, seguita dalla Disfida di Barletta del 1503 e dall’ingresso a Napoli delle truppe spagnole, comandate dal Prorex Consalvo de Cordova, avvenuto il 14 maggio 1503. Da qui gli ultimi scontri che avevano visto i Francesi sconfitti sul Garigliano con la resa di Gaeta, nel gennaio del 1504, e il riconoscimento forzato di metà delle province napoletane a Luigi XII, avvenuto a Lione, il 31 marzo 1504.
Il 2 novembre 1504, con la morte della Regina Isabella, la Corona di Castiglia e il conquistato Regno di Napoli vacillarono fra le mani della figlia Giovanna la Pazza e quelle del padre vedovo. L’occasione fu propizia per far riaprire gli occhi al Re di Francia e proporre la giovane Germana, di cui si vociferava la sterilità, a nuova sposa del vedovo Ferdinando, per poi rimettere in discussione la paternità delle conquiste napoletane. Ma come fare? Germana era solo la Contessa di Foix e del Béarn, con giurisdizione sulle terre francesi di Nemours… Un piatto troppo povero per un Re spagnolo, se il destino non lo avesse all’improvviso privato delle Terre di Castiglia che, con la morte della Regina Isabella, grazie al testamento, venivano ereditate dalla figlia Giovanna la Pazza, fresca sposa di Filippo il Bello di Fiandra.
Ferdinando tornava ad essere solo Re d’Aragona, e pertanto si sentì presto minacciato dalle pretese vantate da Filippo, pronto a sbarcare in Spagna e non solo per tenere lontano il suocero dal governo della Castiglia.
Per evitare che il Bello guadagnasse terreno e vantasse diritti anche sull’Aragona, Ferdinando il Cattolico, rimasto vedovo, avrebbe dovuto risposarsi al più presto per dare al mondo un erede maschio che avesse la precedenza sull’eredità della figlia Giovanna.
L’occasione sembrò buona per stringere un’alleanza con la Francia che evitando di spingere i suoi regni verso l’Austria, potenziale nemico comune.
E a chi pensò, Re Luigi, se non alla nipote Germana? Bastò dichiararla erede delle Terre francesi conquistate nel Regno di Napoli (visto che l’altra metà spettava ai Regni di Castiglia e d’Aragona) e attendere la proposta dal Re vedovo.
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