Description
IN ESCLUSIVA ABE IL LIBRO INEDITO DI ANTONIO SCIOTTI A CASA TUA
In pubblicazione il n.7 ALMANACCO DELLA CANZONE NAPOLETANA e DEL TEATRO dell’opera di Antonio Sciotti sulla storia della canzone napoletana dedicato a Isa Danieli, e ai tanti artisti di una famiglia secolare, quale quella dei Di Napoli, alle radici del Teatro Napoletano, che calca la scena da 200 anni!
Nelle vesti di spettatore ho sempre ammirato Isa Danieli e la sua straordinaria capacità interpretativa. Conservo con affetto il ricordo lontano di quando seduto nel buio di una sala cinematografica venni letteralmente rapito dall’imponenza sanguigna ed appassionata del personaggio di Carmela in Un complicato intrigo di donne vicoli e delitti della compianta regista Lina Wertmüller.
Una prova di grande attrice che si misurava anche con una voce intensa capace di restituire sonorità eccezionali nella struggente Quanto è bella Napoli, la drammatica ballata che lei interpretava nel film e della quale posseggo ancora l’antico vinile. Una carriera leggendaria che ho applaudito dai tempi dell’adolescenza e che ho continuato a seguire sempre con lo stesso entusiasmo.
Il suo eclettismo artistico non conosce tregue e se nel cinema e nella televisione è stata interprete di grande successo, nel teatro le sue travolgenti e carismatiche interpretazioni la consacrano nell’olimpo delle grandi attrici. Il desiderio di omaggiarla è cresciuto nel corso degli anni, ma non ho inteso farlo con una biografia che avrebbe ridotto la sua storia ad una narrazione personale. Ho preferito, piuttosto, renderle un duplice omaggio, raccontando di lei come magnifica interprete e, allo stesso tempo, rintracciando nella sua avvincente storia familiare la discendenza artistica che si è intrecciata con i grandi autori del teatro napoletano, da Petito ad Altavilla, da Marulli a Minichini, da Scarpetta a Di Giacomo, a Murolo, Chiurazzi, Viviani, De Filippo, Mangini, De Simone e Moscato. Un lungo percorso che inizia con l’alba dei primi Pulcinella dell’Ottocento e si conclude con Ruccello, uno degli ultimi commediografi partenopei.
La Danieli diventa il faro di antiche compagnie teatrali e suggella l’assunto che non ci può essere un presente senza conoscere il passato.
Antonio Sciotti
Indice
Famiglia Di Napoli – E. A. Mario
e Famiglia Di Napoli – Gargano
3. Artisti della Famiglia Di Napoli – Danieli:
Del Giudice Alfonso
4. Alfredo Di Napoli
5. Concetta Di Napoli
6. Emilia Di Napoli
7. Gennarino Di Napoli
8. Gennaro Di Napoli
9. Marianna Di Napoli
10. Marietta Del Giudice
11. Rosa Moretti
12. Nino Di Napoli
13. Raffaele Di Napoli (Papiluccio)
14. Raffaele Di Napoli
15. Renato Di Napoli
16. Isa Danieli Mostra meno
Ha radici antiche la mia stirpe d’artista. Larghe e profonde. Anche se la chioma di quell’albero, non mi diede ombra e ristoro. Sono un suo frutto ma caddi lontano dai suoi rami.
Sono stata una figlia dell’amore e non della colpa. Almeno questo, dell’amore e non della colpa. Lo sapevano tutti tranne me, che ero la figlia di Renato Di Napoli e nipote di Ninuccio e Gennarino Di Napoli.
Il segreto si infranse in un pomeriggio, in teatro, per un dispetto quasi infantile. Una mia giovane collega mi chiese: “Come ti chiami?” Io sorpresa risposi: “Luisa”.
“ No! Per intero”, incalzò.
“Luisa Amatucci!”, le ribadii.
“Non è vero! Tu ti chiami Di Napoli!”
E scappò via.
Avevo diciassette anni o giù di lì. Ero turbata e quando arrivai a casa, ne chiesi ragione a mia madre. Quasi mi svenne davanti. Trasecolò!
Tutto quello sforzo di anni per mantenere il segreto, venne giù di colpo, come tutti i silenzi, gli ammiccamenti, le tenerezze, gli sguardi sornioni e curiosi a cui adesso riuscivo a dare risposta.
Per anni avevo chiamato zio, Ninuccio Di Napoli per affetto e simpatia e lui lo era per davvero! Non ero più figlia di un vigile urbano deceduto da cui avevo ereditato il cognome. Appartenevo ad una delle più antiche famiglie teatrali della tradizione napoletana.
Volli incontrare mio padre.
Ci vedemmo a Roma, in Via Nazionale, al bar davanti al Teatro Eliseo. L’abbraccio impacciato, fu preceduto dallo sguardo degli occhi corvini, incorniciati dai capelli ricci simili ai miei, da cui svettava lo stesso orecchio a sventola che avevo io. Un terremoto dell’anima che non posso spiegare ma che forse avrà casa e luogo su altre pagine. Renato, mio padre, ci lasciò l’anno dopo per un cancro terribile. Ma ironia della sorte, dalla nuova famiglia che si era creato, non è venuto fuori un Di Napoli attore. Probabilmente quel sangue o la linfa che spinge dal basso quella chioma dell’albero, mi hanno sostenuta lo stesso, anche a mia insaputa di quei primi anni.
“Il frutto non cade lontano dall’albero”, dice il proverbio. Io lo smentisco, se quel frutto ne sente il profumo. Io l’ho sentito. Forte e chiaro. Ringrazio Antonio Sciotti, per la sapienza, la dedizione con cui cura la memoria di un mondo che andrebbe smarrito e disperso. Perchè lui sa, che tra quella “polvere”, in certe colpevoli dimenticanze, c’è l’essenza viva del nostro presente e del nostro futuro.
Con riconoscenza, Luisa Amatucci,
di fu Maria Santoro in arte Rosa Moretti
e di fu Renato Di Napoli,
in arte Isa Danieli.
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