Description
Il “Prof” Velli, per decenni in servizio nelle Scuole dello Stato, ci consegna il frutto della sua fatica letteraria, una ricca scelta di novelle, favole, espressioni letterarie frutto di una personalità interessante, in grado di raccontare in semplicità e in estrema naturalezza. La specificità di queste storie è agevolmente riconducibile a quei “cunti” che i nostri nonni, liberi dalle molestie del “mezzo televisivo”, scambievolmente offrivano lasciandosi andare ai ricordi, ma anche alla fervida fantasia della gente semplice, segnatamente, nell’ambito di quel fortunato “filone” degli “spiriti”, storie improbabili di fantasmi, di spaventi, di emozioni forti che inevitabilmente sortivano l’effetto dirompente di terrorizzare i bambini.
Velli scrive con naturale fluidità, in forza di una singolare capacità di raccontare avvincendo il lettore, senza sconvolgerlo con particolari artifici letterari o attraverso complessi sustrati filosofici.
Racconta in libertà, ora prendendo in prestito dal mondo degli animali, emulo di Esopo, Fedro, La Fontaine, situazioni in grado di ammaestrare il lettore, con tanto di massima finale, ora attingendo a situazioni tratte dalle vicende della vita di tutti i giorni.
Scrive da educatore, da docente avvezzo a parlare nello sforzo, avvertito quale autentico imperativo categorico (che col tempo diventa automatico), di farsi, comunque, capire.
È la vecchia regola che ha fatto della scuola primaria italiana, prima degli incredibili sforzi per rendere soltanto più complesse le cose moltiplicando i docenti, la migliore in Europa e nel mondo.
Il trionfo del maestro unico, mitico eroe che sapeva raccogliere lo scibile che possedeva, ma sempre attento a farsi capire e a trasmettere l’elemento fondante di ogni azione educativa: la comprensione del testo, chiave di volta dei futuri successi nell’arco della scuola dell’obbligo e fino all’Università.
Tutto questo rivelano i racconti del nostro autore, il quale tra le pieghe di trame comunque avvincenti, offre anche una carrellata di dati circa la società del nostro tempo: la sanità, il mondo della scuola, le disavventure di docenti impegnati in tempi difficili nelle “frazioni” dei centri irpini.
Decisamente pregevole e tenerissimo, se pur “infuocato” da una efficacissima descrizione di un momento di passione, trattato attraverso immagini della migliore vulcanologia… letteraria, un passaggio, che, probabilmente, è tra i “pezzi di bravura” della raccolta.
Qui Velli racconta da scrittore consumato la bella storia d’amore nata nelle frazioni dell’arianese tra due maestri, quando le famiglie colmavano di doni gli insegnanti, doni in natura, quando poteva accadere che tra le mura della scuola si cucinasse e si mangiasse e, ancora, poteva verificarsi una godibilissima situazione nella quale l’arrivo del Direttore Didattico, lungi dal diventare un infortunio, sortiva soltanto l’effetto di un naturalissimo “aggiungi un posto a tavola”. Bei tempi, ben raccontati con una partecipazione emotiva che si avverte e che diventa valore aggiunto dei racconti stessi.
Difficile, intanto, non pensare alla storia d’amore come momento autobiografico…
Decisamente scrivere fa bene a Vincenzo Velli.
La vita non gli ha risparmiato momenti di acuto dolore, che ha saputo stemperare (non cancellare) in questa pratica letteraria della quale occorre avere grande rispetto, non fosse altro che per il successo di questa sua funzione “terapeutica” nella fase più matura di una vita decisamente difficile.
Montefredane, luglio 2017
Antonio Polidoro
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