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CATALOGO INVERNO 2025 DEDICATO AL VOLUME ALMANACCO DEL TEATRO D’ARTE NAPOLETANO di Antonio Sciotti
NAPOLI – Fino alla seconda metà dell’Ottocento, il teatro dialettale napoletano è rappresentato esclusivamente dal repertorio di Pulcinella ed è totalmente assente il teatro popolare partenopeo, ovvero quello che porta in scena gli usi e costumi e gli episodi di vita reale napoletana. Fino a che Antonio Petito domina al teatro San Carlino, Pulcinella continua a regnare nei teatrini di Napoli, ma dopo la morte di Petito, si inizia ad avvertire la reale esigenza di avere un teatro libero dalla nota maschera partenopea, dai lazzi, dalle improvvisazioni e dalle continue battute (spesso noiose e ripetitive), e che rappresentasse la tragedia napoletana, il dramma popolare, storie veraci e sanguigne nelle quali il pubblico possa immedesimarsi e di riflesso commuoversi alle azioni sceniche ricche di verismo, crudezza e di verità.
Una prima svolta avviene nel 1879, quando Eduardo Scarpetta, in seguito alla morte del noto Pulcinella Antonio Petito e dell’impresario del teatro San Carlino Giuseppe Maria Luzj, tenta di formare un nuovo teatro napoletano che si sovrapponga al dominio della maschera di Pulcinella e che sostituisca quello della storica maschera. L’attuazione di questo tentativo avviene egregiamente con la proposta della macchietta di Don Felice Sciosciammocca che trova grandissimo successo e che, in seguito, tenendo fisse alcune sue caratteristiche, diventa a sua volta una nuova maschera.
Il teatro scritto da Eduardo Scarpetta sul personaggio di Felice Sciosciammocca, anche se è una grossa e trionfale novità, non diventa, però, rappresentativo del teatro dialettale napoletano, in quanto non porta gli usi e costumi napoletani o la vita popolare in generale in scena, bensì la vita borghese francese tratta dalle commedie parigine e tradotta in dialetto per le scene partenopee.
Il successo è subito copiato da imitazioni mal riuscite. Così, dopo il grande trionfo conseguito da Eduardo Scarpetta (che per anni sbanca i botteghini dei maggiori palcoscenici della Penisola), si formano numerose altre compagnie che imitano la strategia e che, abbandonando farse e zarzuele, portano in scena adattamenti in napoletano di commedie comiche francesi.
In definitiva, gli adattamenti e le riduzioni delle pochade francesi diventano l’ufficiale alternativa alla commedia di Pulcinella, ovvero alla cosiddetta recitazione a braccio.
Ciò non appaga molti attori dialettali, ma soprattutto non soddisfa commediografi, giornalisti e critici che, invece, percepiscono il naturale bisogno del teatro d’arte napoletano, ovvero della commedia napoletana, di una rappresentazione che riproduca la vita del popolo napoletano e che diventi lo specchio del costume locale. Si avverte fortemente la necessità di una scuola della verità scenica, fedele ai testi, alla misura dell’espressione, alla naturalezza del dialogo, all’integrazione del personaggio.
Il noto critico e commediografo Giuseppe Pagliara inizia a scrivere numerosi articoli sui periodici nei quali specifica la necessità del teatro d’arte napoletano e, soprattutto, dopo l’invasione nei teatri napoletani delle commedie francesi, di liberare il teatro dialettale partenopeo dalle sovrastrutture parodistiche e dalle incrostazioni convenzionali per avviarlo ad una più umana e sincera concezione e rappresentazione della vita, come vanno facendo Toselli e Moro Lin per la commedia piemontese e veneziana.
Pagliara specifica pure che il genere del dramma, rispetto alla commedia grottesca, rappresenterebbe ottimamente il teatro d’arte napoletano perché esso rispecchia al meglio i costumi e le abitudini locali.
Anche Roberto Bracco, restio a scrivere le sue commedie in dialetto, scende in campo per dire che è necessario un cambiamento nonostante Pulcinella, ancor vivo, festevole, burlone, povero di quattrini e ricco di espedienti favolosamente comici, continui a riempire le sale e a commuovere e far ridere a crepapelle il pubblico.
Specifica che il cambiamento non deve offendere l’arte di Pulcinella e dei suoi compari, dal guappo al tartaglia, da Picchio a Chiachieppe, ma questo è necessario perché il teatro napoletano è rimasto indietro rispetto agli altri. Andare a teatro per ritrovare la solita ingenuità di un intreccio da racconto infantile e l’improvvisazione autentica e schietta che spumeggia allegramente dal nulla e sull’inverosimile e fonde insieme in un umorismo senza doppiofondo le cose più diverse e più schiocchine e gli avvenimenti più imprevedibili, hanno fatto il suo tempo.
E con Pulcinella, anche i personaggi che lo circondano sono oramai stantii e sorpassati, oltre a non essere rappresentativi del costume partenopeo: le donne che gridano col turpiloquio stereotipato della baruffa plebea; l’uscita del buffo con la cabaletta alla Cicco e Cola e con le parole vertiginosamente pronunciate alla Casaccia e alla Casaciello; il guappo pauroso che crede di dominare il vicolo ma è sopraffatto dalla moglie e dagli scugnizzi del quartiere; il balbuziente tartaglia che storpia un linguaggio già profondamente storpiato da un dialetto usato nella sua massima volgarità.
Ebbene, queste rappresentazioni, afferma Bracco, hanno resistito al tempo grazie a delle lievi variazioni e trasformazioni, in parte dovute all’influenza della canzonetta del caffè-concerto e in parte dall’uso delle riduzioni delle pochade francesi, ma nei tempi attuali non hanno più ragione di esistere se non per un pubblico infantile che cerca nella semplicità più pura un’ora di svago.
La vittoria indiscutibile e immensa riportata da Eduardo Scarpetta e la sovrapposizione della sua cifra alla comicità del teatro San Carlino demolito ma non sparito sono la conseguenza naturale e legittima del suo grande valore personale e non d’una necessità determinata dall’arte o dal pubblico. Scarpetta, in fondo, ha derivato dall’antica comicità la sua cifra e la sua scuola e tra una canzonetta e la pochade ha perfezionato la sua personalità d’attore eccezionale.
Nonostante inciti i nuovi autori a scrivere drammi di vita popolare, Bracco si astiene dall’esporsi in prima persona.
Ad ogni modo, il tanto parlare fa fortunatamente rumore e alle parole iniziano i fatti; nascono così, anche se in maniera sporadica, i primi tentativi di portare in scena il teatro drammatico partenopeo su iniziativa degli attori Gennaro Pantalena e Federico Stella.
Pantalena, comico più spontaneo e più umano nella recitazione di Eduardo Scarpetta, dal 1888 si stacca da Scarpetta e mette su una propria compagnia che agisce al teatro Nuovo e, rischiando un probabile fallimento, inserisce nei programmi dell’intera stagione teatrale alcuni drammi di nuovi autori partenopei mischiati alle cosiddette commedie di cartello che fanno sempre la felicità degli impresari e dei botteghini.
Pure Federico Stella, superbo attore eclettico e valido direttore artistico del teatro San Ferdinando, decide di avviare la sua compagnia verso il dramma popolare, anche se inizialmente preferisce recitare il dramma in lingua e soprattutto quello storico e solo in un secondo momento e gradualmente inserisce quello dialettale.
Sia la compagnia di Pantalena che quella di Stella diventano, in questo modo, le formazioni leader dei primi tentativi di teatro d’arte e, per questo, sono prese di mira da tre validissimi commediografi: Salvatore Di Giacomo, Francesco Gabriello Starace e Eduardo Minichini.
Tutti e tre inizieranno a scrivere i primi drammi napoletani, i primi due d’ambiente familiare e il terzo d’ambiente storico. Minichini, infatti, predilige storie tratte da fatti storici partenopei (anche tratte da semplici episodi di cronaca napoletana), sui quali tesse le trame dei suoi lavori.
Ognuno dei tre commediografi, forse inconsapevolmente, sono identificabili nelle origini del teatro d’arte napoletano. Essi consegnano a Pantalena e a Stella nel 1889 i primi capolavori, assai rappresentativi della vita popolare napoletana: ‘O vuto – Mala vita di Salvatore Di Giacomo e Goffredo Cognetti, I camorristi nel carcere di Castel Capuano di Eduardo Minichini, Buona e malavita di Federico Stella, Nu guaglione ‘e mala vita di Francesco Gabriello Starace. Poi, nel 1891, si forma la compagnia del teatro popolare napoletano diretta da Vincenzo Di Napoli-Vita che inaugura la primissima tournée del teatro d’arte cui seguiranno molte altre e che lanceranno al successo dei capolavori dialettali, quali Assunta Spina, ‘O mese mariano, Masaniello, Montevergine, La fondazione della camorra, A San Francisco, Anema nova, Anema bella, Pezziente sagliute, ‘O quatto ‘e maggio, Casa antica e molti altri.
Il libro Almanacco del Teatro d’Arte Napoletano analizza, anno per anno, l’andamento del teatro popolare fin dalle sue origini e termina nel 1910 (per riprendere dallo stesso anno in un prossimo volume).
Per ogni anno, al quadro generale del movimento artistico, sono scelte cinque e oltre rappresentazioni tra le più significative e di successo del teatro d’arte; per ognuna di esse sono scritte le trame, le recensioni sul lavoro, le critiche sulla compagnia e sui protagonisti e i dati storici.
Questo libro nasce da una meticolosa ricerca elaborata esclusivamente su documenti di prima mano.
Antonio Sciotti
INTRODUZIONE DELL’AUTORE
1880 – 1910
1. Teatro d’Arte 1887/1890
Abbascio puorto di Salvatore Di Giacomo e Goffredo Cognetti
A Santa Lucia di Salvatore Di Giacomo e Goffredo Cognetti
‘O vuto – Mala vita di Salvatore Di Giacomo e Goffredo Cognetti
Buona e malavita di Federico Stella
Nu guaglione ‘e mala vita di Francesco Gabriello Starace
2. Teatro d’Arte 1891
Na passione di Pietro De Tommaso
Core d’oro di Achille Torelli
Il delitto di via Foria di Giovanni Arrighi
Gnesella di Francesco Gabriello Starace
Rosella la spigaiola del Pendino di Federico Stella
3. Teatro d’Arte 1892
La pettinatrice di San Giovanni a Carbonara di Federico Stella
Gli sparatori di Francesco Longo
La cieca del Molo di Eduardo Minichini
L’emigrazione di Pio Luigi Graziali
Il fondaco verde di Eduardo Minichini
4. Teatro d’Arte 1893
La bella di Portacapuana di Federico Stella
Na vendetta di Eduardo Pignalosa
Il paese di cuccagna di Francesco Gabriello Starace
Il capo della camorra di Eduardo Minichini
Il Proscenio di Gaspare Di Martino
4. Teatro d’Arte 1894
Il campanile maledetto di Giovanni Arrighi
La rossa del Mercato di Vincenzo Di Napoli-Vita
La figlia del gatto di Federico Stella
Compare Pietro di Francesco Bernardini
Pioggia d’oro di Federico Stella
Sangue di camorrista di Vincenzo Di Napoli-Vita
5. Teatro d’Arte 1895
Strana vendetta di Vincenzo Di Napoli-Vita
Catena di forzato di Pietro De Tommaso
La bella Giovanna di Crescenzo Di Maio
Le tre orfanelle di Giovanni Arrighi
Il delitto di via Nardones o Ciccio l’astrologo di Eduardo Minichini
6. Teatro d’Arte 1896
Il lustrascarpe di Porta San Gennaro di Eduardo Pignalosa
Mmiez’’a Carrera di Crescenzo Di Maio
Graziella la lavandaia di Antignano di Federico Stella
A San Francisco di Carlo Sebastiani e Salvatore Di Giacomo
Masaniello sorrentino di Pietro De Tommaso
7. Teatro d’Arte 1897
‘O schiaffo di Pasquale Ponzillo
La tigre di Pozzuoli di Lorenzo Rocco
I figli della camorra di Crescenzo Di Maio
I rettili di Napoli di Pasquale Pensa/Eduardo Minichini
Na mala sciorta di Gaspare Di Martino
A San Francisco di Salvatore Di Giacomo
Un voto a Mamma Schiavona di Eduardo Minichini
Mastro Santa il calzolaio di Federico Stella
8. Teatro d’Arte 1898
Donna Marianna a cap’’e Napole di Eduardo Minichini
Sangue innocente o I cammoristi del Largo Barracche di P.Pensa/E.Minichini
Pentita di Giambattista De Curtis
Gli spiriti di Mondragone di Eduardo Minichini
Ammore ‘e mamma di Eduardo Pignalosa
‘E ccape a Vecaria di Eduardo Minichini
9. Teatro d’Arte 1899
‘O rre ‘e Miezocannone di Eduardo Minichini
La morte di Antonio Allegretti
La fondazione della camorra di Eduardo Minichini
Fra Manisco di Eduardo Minichini
Marta Galla o Il delitto di Posillipo di Pasquale Pensa
10. Teatro d’Arte 1900
A chiar’’e luna di Vincenzo Scarpetta
‘O mese mariano di Salvatore Di Giacomo
Papele di Pietro De Tommaso
Lo scrivano della posta o L’eredità della nonna di Eduardo Minichini
I misteri delle prigioni o Napoli nel 1860 di Eduardo Minchini
11. Teatro d’Arte 1901
La mala vita a Napoli ò L’angelo del male di E.Minichini/F.Muller
Il debutto di Gemma di Eduardo Scarpetta/Jacona Crescimone
Mafia e Camorra di Eduardo Minichini
La casa infame o Alta e Bassa Camorra di Eduardo Minichini
Il delitto di via Falconieri di Pasquale Pensa
12. Teatro d’Arte 1902/1903
Mala nova di Libero Bovio
‘A vita ‘e notte di Eduardo Pignalosa
Il romanzo d’una canzonettista di Eduardo Minichini
‘A vicchiarella di Crescenzo Di Maio
Paglietella di Pietro De TommasoIi parte
13. Teatro d’Arte 1904
‘E campagnuole di Eduardo Pignalosa
‘O fatto ‘e Rosa di Giuseppe Cecchi
Il cieco del Carmine di Vittorio Farinati
La pioggia di sangue di Enrico Campanelli
Monsignor Perrelli di Francesco Gabriello Starace
Nuvola nera di Crescenzo Di Maio
14. Teatro d’Arte 1905
Mala fercola di Eduardo Minichini
Suicidio o delitto? o Lo spagnolo di Portacapuana di Giuseppe Cecchi
‘E ddoje catene di Achille Torelli
Masaniello di Eduardo Minichini
‘A vita di Diego Petriccione
Peccate viecchie penitenza nova di Giovanni Arrighi
15. Teatro d’Arte 1906
‘O ‘mpuosto di Ernesto Murolo
Casa antica di Libero Bovio
N’ommo ‘e core di Eduardo Pignalosa
L’uocchie d’’o pate di Ernesto Murolo
Ncopp’’e Quartiere di Eduardo Pignalosa
Nuvena ‘e passione di Francesco Vittorio Guarino
Anema nova di Carlo De Flaviis
16. Teatro d’Arte 1907
‘O quatto ‘e maggio di Diego Petriccione
‘O gallo e ‘a gallina di Diego Petriccione
Cuofeno saglie cuofeno scenne di Diego Petriccione
Montevergine di Domenico Romano
‘O quadro ‘e Gnesella di Diego Petriccione
Il ritiro dalle scene di Elvira Pantalena
La morte di Pietro De Tommaso
La morte di Luigi Bartolomeo
17. Teatro d’Arte 1908
‘O figlio di Diego Petriccione
La fondazione di Napoli di Eduardo Minichini
Pezziente sagliute di Eduardo Pignalosa
Fra nu sì e nu no di Diego Petriccione
Signorine di Ernesto Murolo
18. Teatro d’Arte 1909
Il Quarantotto di Giovanni Arinelli
L’ombra di Diego Petriccione
Assunta Spina di Salvatore Di Giacomo
Chiachiello di Diego Petriccione
Calzoneria Majetta di Aniello Costagliola
Storia vecchia di Carlo Netti
19. Teatro d’Arte 1910
Stanze in famiglia di Eduardo Pignalosa
Cronaca nera di Aniello Costagliola
Assassina di Carlo Netti
Addio mia bella Napoli di Ernesto Murolo
Anema bella di Ernesto Murolo
Note sull’Autore
Ringraziamenti
Bibliografia
– Notizie Biografiche e Bibliografiche di Pietro Martorana (Ed. Chiurazzi, 1874, Napoli).
– Letterati e giornalisti italiani contemporanei di Teodoro Rovito (Ed. Rovito, 1922, Napoli).
– Napoli e Napoletani di Ieri di Franco Scozio (Ed. Agar, 1971, Napoli).
– Archivio del Cinema italiano: Il cinema muto 1905-1931 di Aldo Bernardini (Ed. Anica 1991, Roma).
– L’Enciclopedia dello Spettacolo fondata da Silvio D’Amico (Ed. Maschere 1959, Milano).
– Il Dizionario del Cinema Italiano di Enrico Lancia e Roberto Poppi (Ed. Gremese 2003, Roma).
– Cronaca del Teatro San Carlino (1738-1884) di Salvatore Di Giacomo (Ed. Di Giacomo, 1891, Napoli).
– Storia del Teatro Napoletano di Vittorio Viviani (Ed. Guida, 1992, Napoli).
– Varietà dell’Ottocento di Adolfo Narciso (Ed. Adriana, 1944, Napoli).
– Napoli che se ne va di Aniello Costagliola (Ed. Berisio, 1967, Napoli).
– Vecchia Napoli di Amilcare Lauria (Ed. Enrico Voghera, 1895, Napoli).
– Varietà dell’Ottocento di Adolfo Narciso (Ed. Adriana, 1944, Napoli).
– Il Bibliotecario Salvatore Di Giacomo di Maria Angarano Moscarelli (Ed. Liguori, 1987, Napoli).
– Salvatore Di Giacomo di Franco Schlitzer (Ed. Sansoni, 1966, Firenze).
– La poesia dialettale napoletana di Enrico Malato (Edizioni Scientifiche Italiane 1960, Napoli).
– I signori del riso di Arturo Lancellotti (Ed. Maglione, 1931, Roma).
– Da San Carlino ai Fiorentini di Eduardo Scarpetta (Ed. Pungolo Parlamentare, 1899, Napoli).
– Napoli nobilissima di Giovanni Artieri (Ed. Longanesi & C., 1955, Milano).
– Andiamo al Teatro Nuovo di Gino Rossetti (Ed. Cortese, 1962, Napoli).
– Il Teatro Nuovo di Napoli di Mario Mangini e Felice De Filippis (Ed. Berisio, 1967, Napoli).
– Enciclopedia della Canzone Napoletana di Ettore De Mura (Ed. Il Torchio, 1969, Napoli).
– Almanacco della Canzone Napoletana 1880-1922 Vol. 1 di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2020, Napoli).
– Almanacco della Canzone Napoletana 1923-1980 Vol. 2 di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2021, Napoli).
– Isa Danieli e la Dinastia Teatrale dell’800 1800-2000 di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2021, Napoli).
– I Divi della Canzone Comica 1900-2000 di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2021, Napoli).
– Storia della Sceneggiata 1840-1980 Guappi di cartone dal teatro alla tv (Ed. Bascetta, 2024)
– Vincenzo Scarpetta. Teatro (1910-1920) Volume 1 di Maria Beatrice Cozzi-Scarpetta (Ed. Liguori, Napoli, 2015).
– Vincenzo Scarpetta. Teatro (1900-1910) Volume 2 di Maria Beatrice Cozzi-Scarpetta (Ed. Liguori, Napoli, 2016).
– Vincenzo Scarpetta. Teatro (1920-1930) Volume 3 La vita artistica tra Rivista, Piedigrotta e Sciosciammoca di Maria Beatrice Cozzi-Scarpetta (Ed. Liguori, Napoli, 2016).
PERIODICI
Il Proscenio, Occhialetto, Fortunio, Cronaca Partenopea, Caporal Terribile, Penombra, La Maschera, La Scena, Lo Spettacolo, Il Tirso, Il Teatro Illustrato, Programma Giornaliero degli Spettacoli balli feste concerti ed altri divertimenti pubblici, La Scintilla, Corriere del Teatro, Rivista dei Teatri, Gazzetta Teatrale, Venere, Cafè Chantant, Diavolo Rosso, La Follia, La Lanterna, Masto Rafaele, Monsignor Perrelli.
QUOTIDIANI
Il Corriere di Napoli, Don Marzio, Il Giornale d’Italia, Il Giorno, La Stampa, Il Mattino, Il Piccolo, Il Pungolo, La Tribuna, Roma, Il Napoli, La Discussione.
RINGRAZIAMENTI
A fatica terminata voglio ringraziare quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo lavoro di recupero della memoria teatrale partenopea di cui il presente volume è solo una parte, anche se notevole. Si ringraziano Mariolina Cozzi-Scarpetta, Claudio Pennino, Maria Rosaria Vassallo, Anna Sciotti, Maria Tommasina La Rocca, Assunta Coccorese, Laura Bourellis, Vincenzo D’Anna, Attilio Laviano, Anna Venuso e l’editore Arturo Bascetta.
Ringrazio principalmente mio padre, Alberto Sciotti, il suo prezioso archivio si è rivelato, ancora una volta, una fonte inesauribile e imprescindibile per la realizzazione di questo libro.
NOTE SULL’AUTORE
Antonio Sciotti, napoletano, classe 1967, figlio e nipote d’arte, ha ereditato dal padre una mirabile collezione di cimeli legati al teatro e alla canzone napoletana.
Saggista, scrittore e storico del teatro e della canzone partenopea, si occupa attivamente di tutto il movimento relativo al recupero della memoria storica del mondo di Cantanapoli. Cura gli archivi musicali della casa editrice La Canzonetta e collabora con diversi periodici di collezionismo musicale. Direttore artistico del teatro Cortese di Napoli.
Ha scritto: Gilda Mignonette Napoli New York solo andata (Ed. Magmata, 2008), Ada Bruges, l’ultima sciantosa di Cantanapoli (Ed. Rabò, 2010), Alcuni successi de La Canzonetta: Da Tu ca nun chiagne a Indifferentemente (Ed. La Canzonetta, 2011), Cantanapoli: L’Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981 (Ed. Luca Torre, 2012), Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 1° 1880-1922 (Ed. Bascetta, 2020), Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 2° 1923-1980 (Ed. Bascetta, 2020), Le Dive del Fonografo 1900-2000 (Ed. Bascetta, 2021), I Divi della Canzone Comica 1900-2000 (Ed. Bascetta, 2021), Isa Danieli e la Dinastia Teatrale dell’800 1800-2000 (Ed. Bascetta, 2021), La Storia della Bottega dei 4 di Libero Bovio 1934-1940 (Ed. Bascetta, 2022), Le Dive dalla vita spezzata 1850-1950 (Ed. Bascetta, 2022), Storia delle Canzoni dedicate a Ischia 1880-1980 (Ed. Bascetta, 2023), Storia delle Canzoni di Pulcinella 1890-1990 (Ed. Bascetta, 2023), La Canzone Napoletana d’America 1923-1934 (Ed. Bascetta, 2023), Storia del Festival di Piedigrotta 1890-2010 (Ed. Bascetta, 2023), Storia della Sceneggiata 1840-1980 Guappi di cartone dal teatro alla tv (Ed. Bascetta, 2024), Capri 1890-1990 Cent’anni di Canzoni e Festival dedicati all’Isola delle Sirene (Ed. Bascetta, 2024), Storia della Piedigrottissima 1957-1973 (Ed. Bascetta, 2024), Angela Luce la Dea dello Spettacolo (Ed. Bascetta, 2024).
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