CASALE MONFERRATO E LA SUA BELLA GENTE

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Vita di Niccolò Franco, il poeta beneventano del rinascimento italiano

VolVirgilio Iandiorio, professore di latino, preside, oggi in pensione, va riscoprendo, mese
dopo mese, personaggi e altre storie a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento. La sua
caratteristica, essendo latininista, linguista di francese, è quella di non copiare, ma di
tradurre dal latino all’italiano cronache o fatti raccontati, in parte editi a sprizzi e a sprazzi,
a volte addirittura inediti, descritti da cronisti e cantastorie dell’epoca, lasciando inalterati
i toponimi, come nello stile del revisionismo storico lanciato dalla ABE,
Sono spaccati di vita, come quelli tratti dal giurista Eliseo Danza di Montesfusco, o
da Roberto Maranta di Venosa. Eliseo Danza riferisce dei banditi di Benevento e del famoso
drago ucciso nel XV sec. nel bosco tra Montefusco e San Nicola Manfredi. Di esso si fecero
ritratti e fu allegato a libri di scienza, storia e fisica Un contemporaneo, Andreano de
Ruggero di Atripalda, pubblicò perfino un dramma pastorale ambientato sul Mito del
Dragone nella Valle del Sabato incentrato sulla uccisione del drago che infestava la Valle
in epoca pagana.
Con Nicolò Franco, invece, scrittore beneventano giustiziato a Roma nel 1570, che ha
da sempre interessato gli studiosi per il suo dialogo, considerato perfino irriguardoso
dalla tradizione letteraria classica, Iandiorio ha dimostrato che tale fu non solo per
rivelazione di intrighi editi ed inediti, ma per essere uno che certo non le mandava a dire.
Questa seconda parte dedicata a Niccolò Franco contiene per intero la traduzione del
volume «Le danger de la satire, ou la vie de Nicolo Franco, poète satirique Italien»,Parigi,
Frères De Bure, Quai des Augustins, 1778.
Ad inizio 2018 il preside Iandiorio è stato insignito del Premio Costa d’Amalfi alla
carriera per aver tradotto per la prima volta per intero il De Bello Neapolitano di Giovanni
Gioviano Pontano uscito in tre volumetti pubblicati da ABE, per i quali si è già meritata
la Penna d’Argento 2017.

Description

VIAGGIO NEL RINASCIMENTO FRA BENEVENTO E CASALE MONFERRATO

TERRE DELLA DUCHESSA E DEL DUCA DI MANTOVA GONFALONIERE DEL PAPA

 

Nel mese di gennaio di due anni fa (era il 2018)
venne dedicata molta attenzione al poeta Nicolò
Franco, la cui figura fu proposta da ABE, in
occasione della Manifestazione StregArte, a Palazzo
Paolo V di Benevento, la città dove era nato nel
1515.
L’interesse per il poeta beneventano è continuato
anche dopo la conclusione della riuscita kermesse.
La lettura e lo studio delle sue opere è momento
importante per non ripetere valutazioni che la
critica letteraria ha codificato.
In questo libro, in particolare, ci si sofferma su
una delle opere che il Franco scrisse durante il suo
soggiorno a Casale Monferrato. Il soggiorno
monferrino, durato alcuni anni, consentì al nostro
autore di dedicarsi alla stesura del romanzo
intitolato Philena, un nome greco attribuito alla
donna amata, come, prima di lui, aveva fatto
Giovanni Boccaccio, chiamando con nomi greci i
protagonisti di alcune sue opere.
Con questo romanzo, Philena, il Franco si
cimenta con gli autori che avevano trattato, in prosa
e in versi, il tema dell’amore, che da passione
diventa motivo di riscatto sociale e culturale.
Il poeta sembra dirci che la metafora della vita
come un sogno, non deve distrarci dalla speranza e
dalla ricerca continua del bene, anche quando tutto
sembra lasciarci in balia delle onde del mare in
tempesta:
Noi siamo veramente sembianze d’onde marine,
le quali mentre sospinte sono hora da prosperi, e
hora da venti avversi, quando avanti si traggono, e
quando indietro si chinano. La qual cosa fa, che
durar non può sempre il rigor dei contrari fiati. E
perciò veggiamo i mari hora con ispumose montagne
alzati, e pur’ hora ridutti ne le pianezze
piacevolissime, cosi come e rapidi torrenti non
sempre torbidissimi correre, e danneggiare i confini
loro, ma solere a la limpidezza dei lor christalli, e a
la lentezza dei corsi in breve spatio ritornare. Il
nimico, e guazzoso Verno non è sempre intera parte
de la stagione: e veggiamo similmente l’Autunno
suto già spogliato de suoi honori, rinvigorirsi
tantosto nel verde suo. Mal fa chi d’e vostri pari si
trova nel male, e non spera il bene.
In appendice mi sono pregiato di ripore la
biografia dettagliata che Girolamo Tiraboschi, alla
fine del XVIII secolo, dedicò al Franco nella sua
monumentale Storia della Letteratura Italiana.
Una biografia documentata e attenta, anche se il
Tiraboschi non apprezza la sua satira e i suoi
atteggiamenti irriguardosi…

Dettagli

EAN

9788872970997

ISBN

8872970997

Pagine

80

Autore

Iandiorio

Editore

ABE Napoli,

ABE Torino

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Editorial Review

Era arrivato a Casale Monferrato venendo da
Venezia, quasi come un esule. Nicolò Franco aveva
lasciato la città della laguna, dove aveva fatto
amicizia con Pietro Aretino1; ma dopo non molto
tempo l’amicizia si era trasformata in aperto
contrasto.
Eppure all’inizio era stato diverso. Si
incontrarono per caso ad una cena di amici.
Racconta l’episodio l’autore francese della biografiaromanzo
di Nicolò Franco, che si firma Abbé***,
Censeur Royal.2 La censura reale In Francia , a
partire dal XVII secolo, era l’incarico dato a dei
censori di giudicare la legittimità editoriale di un
manoscritto e autorizzarne la pubblicazione,
insomma dare l’imprimatur. L’opera si intitola Le
danger de la satire ou La vie de Nicolo Franco poete
satirique italien (La pericolosità della satira ovvero
La vita di Nicolò Franco poeta satirico italiano),
pubblicata a Parigi nel 1778.
Nicolò soggiornò per un tempo molto
considerevole a Venezia. Era stato indirizzato ad
un ricco mercante, che gli aveva indicato uno dei
suoi amici, per fargli vedere dettagliatamente gli
edifici più belli della città...