CAMIOLA MADAMA DI SIENA: Camilla Turinga e Orlando d’Aragona Principe di Sicilia

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La Duchessa di Ariano e Apice che fu moglie di De Guevara Marchese del Vasto

Isotta era molto amata non solo dalle popolazioni dei feudi dotali e di quelli appartenuti al marito, ma anche dai Napoletani. Si dice che per lei stravedesse anche l’Imperatore Carlo V, il quale, non mancò di fargli riverenza dentro casa.
Così Campanile: — Per lo che venedo in Napoli l’Imperadore Carlo V andò à visitarla fino a casa.
Isotta passò a miglior vita nel 1530, a settant’anni compiuti, molti dei quali mai in solitudine, nonostante le infinite crudeltà subite dalla sua famiglia. «Morì Gisotta negli anni di nostra salute M.D.XXX, essendo ella d’anni settanta, e fu seppellita in S.Chiara di Napoli».
Sulla pietra tombale monumentale fu scolpito un memorabile saluto.
Forse gli altri protagonisti della sua vita ebbero più fortuna.
Fra essi sicuramente si possono annoverare le sorelle: Isabella Regina da una parte e Antonia nel Marchesato dei Gonzaga dall’altra.101
Così Filiberto Campanile: — Antonia Secondogenita del Principe Pirro, con dote di ducati otto milia, fu maritata à Giovan Francesco Gonsaga Signor di Sabioneta, fratello di Federico Marchese di Mantova, e di lui generò Lodovico, ch’hebbe moglie di Casa di Fiesco, Federico Signor di Bozzolo,e Pirro cosi chiamato in gratia dell’Avolo materno,e Camilla maritata ad Alfonso Castriota Marchese dell’Atripalda, Barbara moglie di Giovan Francesco Sanseverino Conte di Caiazzo, e Dorotea di Giovan Francesco Acquaviva Marchese.
Ecco l’epitaffio letto in s.Chiara:

Isotta Baucia Pirro Baucio Altemure Principe,
ac Maria, Ursina parentibus incliti genita
Petri Guevare Magni Regni huius Seneschalchi uxor
prisca matronarum virtute ornatissima mortale sui dimidium sacello
in hoc aiuto deponendum vivens curavit coelestem ad patriam spe summa,
e fide ducibus migratura.
Quid non aevi, longiqua vetustas fortuna obsequente mutat?
Principatus ad alienos fors transtulit domina titulos servavit inanes.
At foemina Princeps licet tot claris orbata
e titulis, e fortunis,bona tamen animi sanctisima secum retinuit.
vixit annis 70, anno theogonie 1530.

Description

INDICE

LA FIGLIA DEL MERCANTE CHE GABBO’ IL CAVALIERE ERRANTE

Federico III di Trinacria, figlio della Regina di Sicilia Costanza di Svevia, divenne, alla morte del padre Re Pietro, l’unico signore dell’isola, in contrasto con gli Angioini di Napoli, titolari del reame dato in feudo dalla Chiesa. Cognato di Re Roberto d’Angiò, e zio di Carlo di Calabria, non si trattenne dalla guerra che scaturì fra eredi di diversa stirpe, benché le Regine trattassero la tregua.
Qui entra in scena il bel Rolando, ovvero Orlando, fratellastro del successore Re Pietro II, ma figliastro senza eredità, allorquando si schierò contro la sovrana matrigna, creando non poche scaramucce in Sicilia, mentre a Napoli favoleggiava la corte d’amore, alimentata dagli ambasciatori fiorentini.
Fra i ricchi mercanti toscani primeggiavano i Turinga, frequentatori dei due reami, allorquando Sicilia e Lucca, di partito ghibellino, vollero lo scontro con Napoli e Firenze, sempre più al servizio del papa. I Turinga, tedeschi di Prato, come pure i Bonfiglio, scelsero di stare dalla propria parte, proprio mentre l’eredità familiare fu acquisita dalla bella senese di nome Camilla, da tutti conosciuta come Camiola, che avocò a sé anche le ricchezze di un presunto marito. Fu a quei tempi, quelli in cui ella frequentava la Sicilia per traffici commerciali del padre e del defunto, che la giovane vedova seppe dell’Orlando battuto negli scontri alle Eolie. La flotta di Napoli aveva invaso le coste e preparava la vera guerra con i Siciliani.
Rolando, al comando dell’armata isolana, sconfitto nella Battaglia di Lipari, e rimasto prigioniero a Napoli senza che alcun parente l’avesse riscattato, procurò gran tristezza a Camiola, la quale, manifestò palese i propri desideri amorosi, proponendo un contratto matrimoniale in cambio del pagamento del riscatto. Così, mentre il Papa s’inventava i rettori Angioini, a dispetto dei Siciliani, che rifiutavano la Chiesa nel nome dell’indipendenza catalana e del sangue svevo, Napoli liberava l’amato prigioniero, favorevole allo scambio, rimasto fiducioso in gattabuia fino all’arrivo dei soldi. Camiola, che aveva impegnato una fortuna per vederlo libero, se ne fuggì da Siena per Messina, agognando le braccia dell’adorato sposo, marito per procura, il quale, prima del ti amo, era stato chiaro: «Ti sposo se mi paghi la libertà»!
Una volta tornato a corte, però, senza più catene ai polsi, il bel cavaliere, cortigiano e blasonato, figlio di Re e con nelle vene il mezzo sangue di Costanza di Svevia, rifiutò le insistenze di Camiola. Alla dama, disperata per l’abbandono, non restò che impugnare il contratto sottoscritto e costringere il marito a quelle nozze forzate, ormai solo per umiliarlo e lavare l’onore davanti al tribunale e a tutta la città.
Rimasto senza eredità, essendo fratellastro del vero sovrano di Sicilia, Rolando tornò in sé e chiese scusa, ma fu costretto a subire l’umiliazione del dietrofront di Camiola, almeno secondo il profilo tracciato da Boccaccio. Non gli restò che sposare un’altra donna, dalla quale ebbe quattro figli, guadagnando sul campo le future medaglie e l’ascesa a Governatore di Siracusa per conto del nuovo Re Ludovico. Camiola, ritiratasi fra le mura del monastero di Messina, ritrovò altra fortuna. E di lei non si seppe più nulla.

1.

LA SICILIA DEI RE FEDERICO E PIETRO

— Federico III di Trinacria fu Costanza di Svevia
— Cognato a Re Roberto, zio a Carlo di Calabria
— E’ guerra fra eredi: le Regine trattano la Pace

2.

LA RICCA MADONNA E IL CAVALIERE

— Orlando fratellastro del successore Re Pietro II
— Il bel Rolando, figliastro senza eredità
— Orfano e fratellastro contro la Regina matrigna
— Scaramucce in Sicilia, corte d’amore a Napoli
— Fiorentini alla corte napoletana
— La Toscana ai tempi dei Turinga
— Sicilia e Lucca contro Napoli e Firenze
— I Turinga, tedeschi di Prato, e i Bonfiglio
— La bella senese che ereditò ricchezze regali

3.

L’AMATO SCONFITTO IN BATTAGLIA

— Orlando battuto negli scontri alle Eolie
— Napoli invade le coste e si prepara alla guerra
— Rolando al comando dell’armata siciliana
— Battaglia a Lipari: il cavaliere fatto prigioniero
— Il Papa s’inventa i rettori, i Siciliani rifiutano

4.

LA SPOSA RIPUDIATA CON L’INGANNO

— Napoli trattiene il prigioniero senza riscatto
— Il ritorno del prigioniero liberato
— La vedova, giunta a Messina, fa liberare l’amato
— Il prigioniero sarà libero se sposa la vedova
— «Ti sposo se mi paghi la libertà», ma poi ci ripensa
— La dama impugna il contratto: le nozze forzate
— La vendetta per onore gridata alla città

5.

PENTIMENTO NON FRENA VENDETTA

— Rolando ci ripensa e chiede scusa
— Il discorso di Camilia davanti al giudice
— Il profilo tracciato da Boccaccio
— La scomparsa nel monastero di Messina
— Orlando si risposa e ha ben quattro figli

APPENDICE

ROLANDO E FRATELLO CONTRO PIETRO II
a cura di sabato cuttrera

1. Rolando si rifugia dal fratello e si scontra con il Re
2. Nascita di due fazioni: Palermo contro Messina
3. Rolando e Don Giovanni contro il fratello Re
4. Re Ludovico diviso fra Catalani contro Latini
5. Orlando a Enna col suo Re Ludovico contro Napoli
6. Sconfitto a Mineo diventa Governatore di Siracusa
7. Morto Re Ludovico, sostegno a Federico III il Seplice

note bibliografiche

Dettagli

EAN

9788872970133

ISBN

887297013X

Pagine

96

Autore

Bascetta

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Editorial Review

 

note bibliografiche

1. Vincenzo Di Giovanni, Cronache siciliane dei secoli XIII. XIV. XV, Romagnoli, Bologna 1865.
2. Ivi.
3. La Bolina, cit. Cfr. Cod. dipl. dei re aragonesi di Sicilia, a cura di G. La Mantia, I, Palermo 1917; II, a cura di A.De Stefano - F.Giunti.
4. La Bolina, cit.a, Palermo 1956.
5. Ivi.
6. Vincenzo Broglio, Storia della guerra del Vespro siciliano, compilata sui più celebri cronisti. ; Cfr. Acta Aragon., a cura di H. Finke, I-II, Berlin-Leipzig 1908.
7. Ivi
8. Ivi
9. La Bolina, cit.
10. Ivi.
11. Ivi
12. Muntaner, Cronica Catalana, a cura di Antonio de Bofarull, Jaime Jepus, Barcellona 1860, pag. 351 e segg.
13. Ivi. Cfr. H. Finke, Aus den Tagen Bonifaz VIII., Münster i. W. 1902, pp. XXXVI, CXXVI.
14. Il cronista Bartolommeo di Neocastro, nell’Historia Sicula dice che Violanta ebbe per fratelli anche santa Elisabeth regina Portugalli et dominus Petrus. Da: https://it.wikipedia.org /wiki/Violante_d%27 Aragona _e_Sicilia#cite_note- Aragona-2. Cfr. Violante d'Aragona e Sicilia, in: Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia. Modifica su Wikidata.
15. Ivi.
16. Jornet Benito, n.2013; 133. In: http://www.aboriginemag.com/sanca-de-mallorca-mulier-divinitus-edocta-et-supernis-irradiata-fulgoribus.
17. Revue des langues romanes, Vol.15-18, 1870, pag. 211. Cfr. R.Feraud, La Vida de Sant Honorat, a cura di A.Sardou, Nizza, Impremerie Casisson et Mignon, 1875.
18. Cfr. R. Muntaner, in Cronache catalane, a cura di F. Moisé (1844), Palermo, Sellerio, 1984, p. 336.
19. Ramon Muntaner -Bernard Esclote, Cronache Catalane, traduzione di Filippo Moisè, Tipografia Galileiana, Firenze 1844, Pagg.570-579.
20. Ramon Muntaner -Bernard Esclote, Cronache Catalane, traduzione di Filippo Moisè, Tipografia Galileiana, Firenze 1844, Pagg.570-579. Così termian il capitolo: - Voi non avrete mai in alcuna epoca veduto un re strappare a un altro re il reame, se non sono i popoli che glielo strappino; per la qual ragione Re Roberto travaglierebbesi indarno per venirne a capo; le cose rimarranno sempre quali sono. Anzi lo si avrebbe in molto maggior conto se, finchè gli dura la vita, s‘adoperasse a ravvicinare il suo flgliuolo agli zii e ai cugini; imperciocchè se li lascia in discordia, sarebbe possibile che si levasse un di o l‘altro un imperadore dall'Alemagna che volesse spodestarlo; cosa cui non penserebbe e non potrebbe mai fare se lo trovasse in buona armonia colla casa d'Aragona e di Sicilia.
21. Sentenza data a Nicosia a 30 dicembre 1337 riportata da fra’ Michele da Piazza, Historia Sicula, parte I, cap. VII, presso Di Gregorio, Bib. Arag., tom. I, pag. 534 e seg. Cfr. Anonimo, Chronicon siculum, capo CII. - Ivi, tom. II, pag. 243. Cfr. Diploma di Re Ludovico dato a Catania a 25 maggio 1343, Registri della Regia Cancelleria, anno 1360-1366, foglio 412, riportato da A. Inveges, Cartagine Sicula, lib. II, cap. VI, pag. 256. Cfr. Isidoro, La Lumia,cit. «Un altro diploma di Re Ludovico dato a Catania a 25 maggio 1343 riportato da INVEGES (Op. cit., lib. II, cap VI, pag. 222 e 256), nel quale leggesi il nome di un Rogerium theutonicum quondam Standolfi, qual uno dei procuratori nominati da Giovanni Chiaramonte il Giovine per vendere o pignorare il contado di Modica, onde liberarsi dalla prigionia del re Roberto di Napoli dietro la battaglia navale di Lipari del 1339: nè il quondam debba far supporre che qui si parli di un figliuolo del nostro barone, dappoichè dal diploma del dì 11 maggio 1366 si ha che il de Scandolfo mori senza lasciare figli: liberis, cosi nel diploma, de suo corpore legitimis non relictis; e fa perciò che alla di lui morte la baronia di Fontanafredda ritornò al demanio regio, da cui poscia passò in potere della opulenta famiglia Chiaramonte».
22. Gaetano Di Giovanni, Notizie storiche su Casteltermini e suo territorio, Tip. Montes, Girgenti 1869: « FRAN. APRILE – Cronolog. della Sicilia, cap. I, pag. 174 cit. dal MARCH. DI VILLABIANCA, nella Sic. Nobile, ed. cit., vol. III, par. II, lib. IV, pag. 131. 2 MARCH. VILLABIANCA, luog. cit.
ISIDORO LA LUMIA Matteo Palizzi. – Pal. Giliberti, 1859, cap. I, pag. 18, parag. III, nota 2. 3 VITO AMICO Lex. top. sic., — tom. II, Val. Maz., voce Camarata.
CESARE PASCA Loc. cit. • Vedi il seguente parag. VIII, pag. 269 e seg.
Diego ORLANDO – I feudalismo in Sicilia, cap. VI, parag. VII. Pal. Lao, 1847, pag. 128 e seg.
MARCH. VINCENZO MORTILLARO — Leggende storiche siciliane , Leg. III – Pal. Pensante, 1866, pag. 24.
ISIDORO LA LUMIA - Matteo Palizzi ovvero i Latini e i Catalani, cap. III, parag. III, nel vol. I dei suoi Studi di Storia Siciliana , Pal. Lao, 1870, pag. 458, nota 2.
Il barone di Fontanafredda e di Sutera. — Vedi queste Notizie , pag. 262 e 271, nota 3o.
Ignorasi nome del socio del di Scandolfo, e se era socio nella signoria di Sutera e di Fontanafredda o in altra baronia.
Il barone di Mussaro e quindi dei nostri feudi Chiudia e Manganaro. - Vedi sopra pag. 267.
Il barone di Cabica. Vedi sopra pag. 261, 262 e 265 e seg.
I Signori di Cammarata e della nostra Motta S. Agata. — Vedi sopra pag. 268.
Rollo del servitio militare delli baroni e feudatari fatto nel 1343, in tempo di re Ludovico. - Ms. della Bib. Com. di Pal., Qq. E. 133, n. III.
Vedi pure: Imperatum adohamentum sub rege Ludovico, anno 1343, presso la Bib. Arag. di R. DI GREGORIO, tom. II, pag. 470.
«È mestieri ricordare come si l'una che l'altra delle lezioni, che ci abbiamo del cennato addoamento, non sempre ci danno con esattezza i nomi dei baroni siciliani : così il nostro Rogerius Theutonicus è storpiato nel Rollo in Chaus Theutonicus, e nell'Imperatum adohamentum del Di GREGORIO in Caus Theotonicus; e questo Chaus o Caus evidentemente VIII».
23. Gaetano Di Giovanni, Notizie storiche su Casteltermini e suo territorio, Tip. Montes, Girgenti 1869: «La scorretta lezione della copia riportata dal can. Di Gregorio era stata avvertita anche dall'illustre MARCHESE MORTILLARO, cit. ISIDORO LA LUMIA, Matteo Palizzi, cap. I, parag. VII; cap. II, parag. I, II, IV – ed. cit., vol. I, pag. 392 e seg. Del possesso feudale di Corrado Doria su Cammarata si ha memoria nel diploma di RE LUDOVICO, dato a Calatafimi il 6 genn. 1354, esistente nel vol. ms. della Bib. Com. di Pal. Qq. G. 4, pag. 118, retro. FRA MICHELE DA PIAZZA, da cui abbiamo attinto le notizie comprese nel testo, parla di un Rogerius theutonicus, che qualifica per miles animosus (Historia Sicula, par. I, cap. XLI, XLII e CXIII; e par. II, cap. XXVII; presso la Bibl. Arag. del DI GREGORIO, tom. I, pag. 592 e seg., e pag. 729; e tom. II, pag. 38).
24. Jean Levesque de Burigny - Mariano Scasso - Borrello, Storia generale di Sicilia, tr., illustr. con note, Volume 4, Abate, Palermo 1790. Cfr. Matteo Villani, libro 1, c.31.
25. Ivi.
26. Ivi.
27. Ivi.
28. Jean Levesque de Burigny - Mariano Scasso - Borrello, Storia generale di Sicilia, tr., illustr. con note, Volume 4, Abate, Palermo 1790. Cfr. Tom.IV, Fff il. Cfr. Surit, Histor., Carus. Memor.; Ms. F.Michel.; Surit. Hist.
29. Gaetano Di Giovanni, Notizie storiche su Casteltermini e suo territorio, Tip. Montes, Girgenti 1869.
30.Virgilio Iandiorio, Boccaccio a Napoli, ABE 2020.
31. Ivi.
32. Ivi.
33. Ivi
34. Arturo Bascetta, Amanti e Bastardi di Re Ferrante, ABE 2021.
35. V.Iandiorio, Boccaccio: Fiammetta e Napoli. False verità e presunte bugie sui primi amori, ABE Napoli 2018. Ma il fenomeno ha carattere internazionale, come dimostra R. M. Pidal nella sua Poesia araba e poesia europea, 1949) e al mondo cortese ed intellettualistico dei fabliaux». Cfr. Padoan G, op. cit. L’autore cita il filologo romanzo spagnolo Ramon Menendez Pidal (1869-1968), docente di filologia romanza all’Università di Madrid; autore del volume Poesía árabe y poesía europea, edito nel 1938,trad. it. 1949, in cui chiarisce i rapporti tra la poesia araba andalusa e quella europea. Cfr. Ronald G.Musto, 1985, pag.186.
36. Arturo Bascetta - Sabato Cuttrera, Maria dewgli Arpad, Maria d’Ungheria Regina di Napoli, ABE 2022.
37. R. Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, Sansoni, 1973, vol. IV, pp. 1054 e segg. Cfr. Piero Gualtieri, 13 gennaio 1326: Carlo di Calabria accetta la nomina a signore di Firenze. Dalla rivista on line: https://www.storiadifirenze.org/?p=1885.
38. Ivi.
39. Angelo Calogerà, Raccolta d'opuscoli scientifici, e filologici. Tomo I, Volumi 1-2, Presso Zane, Venezia 1728.
40. Idibem.
41. Giovanni Evangelista di Blasi - Gambacorta abate cassinese, Storia civile del Regno di Sicilia scritta per ordine di S.R.M., Volume 7, Stamperia reale, Palermo 1816. Cfr. Stor. di Sic., part. 3., lib.10; Chr. di Sic. dei Re Aragonesi in Pietro II; Hist, lib. s.
42. Adriana Cannao, Camìola Turinga, la messinese che ribaltò la gerarchia dei valori sociali del medioevo. Da: https://lacriticonablog.com/2020/05/29.
43. Delle donne famose, di Giovanni Boccaccio, Volume 33, traduzione a cura di M.Donato Degli Albanzani di Casentino detto L’Appemmimigena, III Edizione, a cura di Giacomo Manzoni, presso Gaetano Romagnoli Editore, Bologna 1881, pag.374 e segg. «Torigo il cod. A e il fiorentino, Terico il B, Toringo la stampa, e l'ediz. di Berna. Tengo per più corretto Torringo, seguendo il domenicano Fazello, De rebus siculis. Dec. 2, Libro 9 Cap.4 p. 528, della prima e rara ediz. che è tra i miei libri».
44. Giovanni Boccaccio, Luigi Tosti, Volgarizzamento di Maestro Donato da Casentino dell'opera di Messer Boccaccio, Stab.Ateneo, Napoli 1836.
45. Ivi.
46. Michela D'Angelo, Camiola Turinga, in: Una strada un nome. Dizionario Toponomastico della città di Messina, a cura di Giovanni Molonia, Messina, 2013, pp. 122-123.
47. Cfr. Wikipedia, voce: https://it.wikipedia.org/wiki/Camiola_Turinga.
48. Adriana Cannao, Camìola Turinga, la messinese che ribaltò la gerarchia dei valori sociali del medioevo.
49. Tommaso Fazello, Della storia di Sicilia deche due: del R.P.M. Tommaso Fazello, Volume 3.
50. Adriana Cannao, Camìola Turinga, la messinese che ribaltò la gerarchia dei valori sociali del medioevo.
51. Gaetano Di Giovanni, Notizie storiche su Casteltermini e suo territorio, Tip. Montes, Girgenti 1869.
52. Massimiliano Murena,Vita di Roberto, re di Napoli, parte 19.
53. Tommaso Fazello, Della storia di Sicilia deche due: del R.P.M. Tommaso Fazello, Volume 3
54. Adriana Cannao, Camìola Turinga, la messinese che ribaltò la gerarchia dei valori sociali del medioevo.
55. Delle donne famose, di Giovanni Boccaccio, Volume 33, traduzione a cura di M.Donato Degli Albanzani di Casentino detto L’Appemmimigena, III Edizione, a cura di Giacomo Manzoni, presso Gaetano Romagnoli Editore, Bologna 1881, pag.374 e segg.
56. Gaetano Di Giovanni, Notizie storiche su Casteltermini e suo territorio, Tip. Montes, Girgenti 1869.
57. Ivi.
58. Ivi.
59. Massimiliano Murena,Vita di Roberto, re di Napoli, parte 19. Cfr. Caruso, p. 2. vol. 2. fog. 169; cfr. Lib. 9. cap. 5, Lib. 6., fog. 188; Cost. lib. 6. f. 191; Fazzel. lib. 9. cap. 5.
60. Ibidem.
61. Ivi. Regist. dell'ann. 1339. e 1340. litt. A. fog. 70. Chiocc. t. 6. p. 2. fog. 225. Chiocc. d. luogo fog. 237; Lib. 22. cap. 8. §; Chiocc. fog. 6. p. 2. fog. 46. 49. 51. §. 141.
62. Ivi. Engenio, fog. 237; Fazzello, lib. 9. cap. 5; Caruso t. 6. vol. 2. fog. 167; Chiocc. t. 6. p. 2. fol. 46 e fog. 240 e fog. 248.
63. Paolo Lampato, da: Il Gondoliere, giornale di amena conversazione, anno I, numero del 7 settembre 1833, novelle, Camiola Turingia.
64. Paolo Lampato, da: Il Gondoliere, giornale di amena conversazione, anno I, numero del 7 settembre 1833, novelle, Camiola Turingia.
65. Ivi.
66. Ivi.
67. Ivi.
68. Giacomo Manzoni, Delle donne famose, di Giovanni Boccaccio, Volume 33, traduzione a cura di M.Donato Degli Albanzani di Casentino detto L’Appemmimigena, III Edizione, a cura di Giacomo Manzoni, presso Gaetano Romagnoli Editore, Bologna 1881, pag.374 e segg.
69. Ivi.
70. Adriana Cannao, Camìola Turinga, la messinese che ribaltò la gerarchia dei valori sociali del medioevo.
71. Giacomo Manzoni, cit.
72. Delle donne famose, di Giovanni Boccaccio, Volume 33, traduzione a cura di M.Donato Degli Albanzani di Casentino detto L’Appemmimigena, III Edizione, a cura di Giacomo Manzoni, presso Gaetano Romagnoli Editore, Bologna 1881, pag.374 e segg.
73. V. nota 33.
74. Cfr. Wikipedia, voce: https://it.wikipedia.org/wiki/Camiola_Turinga.
75. Caio Domenico Gallo, Annali della città di Messina, II, Messina 1879, pagg. 199-200.
76. Cfr. Wikipedia, voce: https://it.wikipedia.org/wiki/Camiola_Turinga.
77. Cfr. Wikipedia, voce: https://it.wikipedia.org/wiki/Camiola_Turinga.
78. Cfr. Wikipedia, voce: https://it.wikipedia.org/wiki/Camiola_Turinga.
79. «In realtà Federico II d’Aragona, re di Sicilia, detto anche III, in quanto Federico II di Svevia, II come imperatore di Germania, in effetti era I di Sicilia».Angelo Manitta, Camiola Turinga: la Sicilia nel 'De claris mulieribus' di Boccaccio. in: Cultura e prospettive, Saggi e Studi, Gennaio-Marzo 2016, n.30, pagg.5-38.
80. Domenico Manzoni, cit.
81. Caio Domenico Gallo, Annali della città di Messina, II, Messina 1879, pagg. 199-200.
82. Delle donne famose, di Giovanni Boccaccio, Volume 33, traduzione a cura di M.Donato Degli Albanzani di Casentino detto L’Appemmimigena, III Edizione, a cura di Giacomo Manzoni, presso Gaetano Romagnoli Editore, Bologna 1881, pag.374 e segg.
83. Adriana Cannao, Camìola Turinga, la messinese che ribaltò la gerarchia dei valori sociali del medioevo. Da: https://lacriticonablog.com/2020/05/29.
84. Delle donne famose, di Giovanni Boccaccio, Volume 33, traduzione a cura di M.Donato Degli Albanzani di Casentino detto L’Appemmimigena, III Edizione, a cura di Giacomo Manzoni, presso Gaetano Romagnoli Editore, Bologna 1881, pag.376 e segg.
85. Salvatore Tramontana, Gli anni del Vespro. L'immaginario, la cronaca, la storia, Bari, 1989, pp. 290-293.
86. Dal sito: - http://monumenta.ch/latein/text.php?tabelle=Iohannes_Boccaccius.
Giovanni Boccaccio, De mulieribus claris, 1362, ispirando Philip Massinger che trecento anni dopo ne farà una commedia, The Maid of Honour, pubblicata nel 1632. Matteo Bandello, a sua volta, in Timbreo e Fenicia, ne fece la 22ª novella, tratta dal racconto messinese e la pubblicò nel 1554, poi tradotta in francese da François de Belleforest, ispirando addirittura Shakespeare, nel 1599, che redasse la commedia Much ado for nothing, tradotta in Molto rumore per nulla, che ambientò a Messina.
87. Giovanni Boccaccio, De mulieribus claris, manoscritto pubblicato per cura e studio di D.L.Tosti, Monaco di Montecassino, Napoli 1836, Milano, 1841, pp. 432-434.Cfr. Wikipedia, voce: https://it.wikipedia.org/wiki/Camiola_Turinga.
88. Domenico Gallo, cit.
89. Ivi.
90. Ivi.
91. Filadelfo Mugnòs, Teatro genologico delle famiglie nobili, titolate, feudatarie ed antiche. Tip.Pietro Coppola, Palermo 1647.
92. Tommaso Fazello, Della storia di Sicilia deche due: del R.P.M. Tommaso Fazello, Volume 3, Tipografia Giuseppe Assenzio, Palermo 1817.
93. Ivi.
94. Ivi.
95. Tommaso Fazello, Della storia di Sicilia deche due: del R.P.M. Tommaso Fazello, Volume 3, Tipografia Giuseppe Assenzio, Palermo 1817.
31. Gaetano Di Giovanni, Notizie storiche su Casteltermini e suo territorio, Tip. Montes, Girgenti 1869.
97. V. nota 29
98. Serafino Privitera, Storia di Siracusa antica e moderna, Volume 2.
99. Ivi.
100.Ivi.
101.Ivi
102.Ivi.
103.Fazello, cit.
104. Serafino Privitera, Storia di Siracusa antica e moderna, Volume 2. Vedi Pira, Cronologiae Reg. Sic.
105. Michael de Platea, Apud Pirri, in Not. Eccl. Messanens.; Cfr. Scobar, De Rebus Syracusanorum,
106. Michael de Plazza, Chronyc Sic.; C.Fazzillo, Dec. ll, lib.9, c.V. Tommaso Fazello, Le due deche dell'historia di Sicilia, Dal Ciotti, Palermo 1628.
107. Serafino Privitera, Storia di Siracusa antica e moderna del parroco, Volume 2, capitolo IV., tip. già del Fibreno, Napoli 1879.
108. Serafino Privitera, Storia di Siracusa antica e moderna del parroco, cit.
109. Ivi.