Bye Bye Covìd

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PANDEMIA

Dopo tre settimane di quarantena cominciai a sentire i primi scricchiolii. Non era depressione beninteso ma cominciavo a dubitare della forza interiore. I primi giorni, un po’ la paura un poco le immagini dalla Cina che scorrevano in modo impietose, trascorsero senza particolari problemi. Seguivo i vari comunicati, cercavo di scoprire attraverso gli specialisti di turno, le cause e le conseguenze relative. Era una materia, sotto certi aspetti, incomprensibile e anche uno come, probabilmente, nonostante i reiterati sforzi nell’apprendimento, qualche lacuna se l’era portata dietro. Sta di fatto che l’interpretazione e la relativa spiegazione dei tecnici non seguiva le regole ferree del rigore scientifico.
Avevo l’impressione che ci fosse anche da parte di questi signori impreparazione e l’improvvisa comparsa di questo virus avesse destabilizzato le certezze che avevano acquisito negli anni. Ho parlato di anni e quindi di ipotetica garanzia per noi poveri cittadini inermi. Ho scoperto invece che lor signori “avevano studiato su libri diversi”. E questa un’espressione che con piacere racconto perché, durante gli anni di studio qualche mattinata, lontano da scuola, mi aveva visto partecipe di formative partite di tressette con persone anche più grandi di me e soprattutto più esperte e quindi facili all’ironia e agli sfottò.
Qui non c’è ilarità ma tanta preoccupazione. Col passare dei giorni e con i bombardamenti televisivi, mi sono diventati familiari anche i visi per cui, prima di leggere i sottotitoli, sapevo che Tizio era il virologo di fama, Caio era il Presidente della fondazione…, Sempronio era il Direttore sanitario di…, e così tutta una serie di esperti che pontificavano dinanzi agli schermi. Il mio grado di confusione aumentava in maniera esponenziale! Avevo addirittura immaginato che gli ospiti erano diretta espressione delle reti televisive. I bollettini di guerra poi emessi dalla Protezione Civile rappresentavano un “dovere Istituzionale”!
Lo facevano perché il dovere dell’informazione era fondamentale come fondamentale era, ma non credo sia stato così, la scarna enunciazione della realtà cinese. Si vivevano due momenti semprepiù critici. La provincia cinese, con un numero di abitanti più grande dell’Italia del Nord, murata e accusata di abitudini alimentari scatenanti, era meritevole di pubblica lapidazione. Ma lì c’è il potere del popolo anche se è gestito dai grandi gerarchi di partito a cui è “d’obbligo obbedir”. Da noi invece, perché la pluralità è garantita e pur avendo nel nostro territorio persino la più alta figura ecclesiastica, non riusciamo a collegarci con qualcuno. Non sappiamo a quale Santo votarci: dalle Figure più alte dello Stato alle articolazioni governative.

Description

LA MASCHERA DELLA VITA

Un cittadino al centro della pandemia, bombardato da una serie infinita di notizie, considerazioni, speculazioni e mistificazioni. Sembra tanto un procurato allarme, ufficializzato dagli esperti che riversano sugli inermi, paure insicurezze utilizzando ogni mezzo, ignari di poter provocare profondi sintomi depressionali. E il protagonista di questo intrigante lavoro appare proprio al centro della confusione generale. Ha però la forza di abbandonare tutto e si rifugia in una realtà ai limiti della sopravvivenza. Lontano dalla società civile sceglie un modello di vita estremamente spartano. Rinuncia ai vantaggi che la vita cittadina offre, all’ausilio del telefonino e del computer, alla tv e persino alla corrente elettrica. Ne guadagna in una vita sana, piena di esperienze, che gode dei soli frutti della terra. E’ un allontanamento da tutto e tutti, nonché dagli affetti più cari. I conflitti generazionali con la figlia, però, dopo aver sperimentato questo modello di vita, si ribaltano. Ora è lei che si sostituisce al protagonista, che si impossessa dei campi e ci accoglie il suo compagno, il giovin signore che sloggia il protagonista nato dalla penna di Antonio Sasso, in questo spaccato moderno, fresco e veloce che esorcizza e vuole salutare a tutti i costi la brutta epoca vissuta. Bye Bye Covìd è proprio un libro che sdrammatizza quanto c’è da sdrammatizzare e riporta il lettore nel suo habitat naturale del quieto vivere.

Dettagli

EAN

9788872970997

ISBN

8872970997

Pagine

80

Autore

Sasso

Editore

ABE Napoli,

ABE Torino

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Editorial Review

LA FINE DI UN INCUBO

 

I giovani hanno i loro diritti ed è giusto che i genitori assecondino i loro desideri ma, qualche briciolo, qualche spazio, una qualche disponibilità la devono dare! Già la vita è maligna e non concede nulla. Subire poi la sofferenza di sentirsi superati, nella migliore delle ipotesi, se non addirittura un peso, è una vera e propria cattiveria. Il momento è difficile e mi rendo conto per la prima volta di ritrovare una compagna, sempre ai margini ma sempre pronta a mediare i contrasti, che annuisce con tristezza. In che cosa abbiamo sbagliato? In nulla rispondo e il perché è semplice, anch’io ho vissuto un forte conflitto con mio padre, ma è stato un conflitto generazionale che non ha nulla a che vedere con l’affetto.
Ora invece ho la sensazione che l’Io comincia ad avere sempre più campo. Francesco ha bisogno dei suoi spazi lavorativi e conseguentemente la nostra presenza non lo fa concentrare. E così, alla fine di una giornata piovosa, trascorsa fra il box, la cantina ed il pollaio, ci troviamo a cenare in un silenzio totale. Nessuno è contento della situazione e nessuno ha voglia di affrontare il discorso.
Uno sguardo d’intesa ed un calcetto mi riducono a miti consigli. L’indomani, di buon’ora, accudisco gli animali e rientro per il caffè. Trovo mia moglie che sta preparando il borsone e i due giovani che confabulano animatamente. La cosa mi amareggia e accetto che mia moglie decida sul da farsi.
Per la verità è evidente che dobbiamo andarcene, preparo anch’io un piccolo borsone con qualche cibaria e senza aggiungere altro, dopo un formale saluto, ci incamminiamo verso la fermata dell’autobus. Ma ci sono sempre da fare i conti con il Covid-19, subdolo ed imprevedibile, che tutto modifica.
E’ancora in grado di abbattere convinzioni consolidate? Può definitivamente minare equilibri già instabili e pervasi da un sottile senso di impotenza? Gli scienziati- ai posteri il giudizio! Ai prezzolati- un calice amaro per gli anni a venire. Ai parvenu della politica un repentino ritorno all’oblio.
A noi cittadini la speranza di liberarci da lacci e lacciuoli, masochisticamente accettati, che gli imbonitori di turno ci hanno proposto.