ATTI DI NOTAI del PARTENIO: Orfanelle e Loreto del Vaccaro, mariorascato dei Muscetta, Avellino dei Moscati, veste scarlatta a Pietrastornina, la sposa di Quadrelle, castello di Apice, Zunica e Perrelli

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un libro ricco di documenti inediti

1. gli sforza e i caracciolo: i padroni

2. fuga di Re Renato a pietrastornina

3. AQUINO SOBILLA DA PRATA A BENEVENTO

4. Gonzaga SU ARIANO dopo lautrec

5. I MarchesINI Piatti DI TUFO E di Carife

6. montagna di montefusco e campanaro

7. il Principe di Pietrelcina e i beni di Ischia

8. mezzo Palazzo Paulillo di PetRuro

9. i Duchi di chianche e Toccanisi

Introduzione agli atti dei notai
zigarelli, ragucci, leo e pappone

I panni colorati lavorati sono pregio, distinzione. Significativi a tal proposito sono i testamenti, come le ultime volontà dettate dall’uomo “seduto sulla sedia di paglia”.
Dettagli questi non da trascurare. L’occhio notarile è anche attento così al contesto, al vissuto. I testamenti rivelano l’atteggiamento dell’essere umano di fronte alla morte, insieme ai culti del territorio. Nel testamento di Orazio Principe della Terra di Apice leggiamo: Raccomando l’anima mia alla ss.Trinità essendo quella fiato della Maestà… Chiamando pure ad assistermi s.Liborio, s.Matteo, s.Antonio, s.Pascale, s.Filippo Neri, miei principali avvocati, s.Vito, s.Modestino, s.Domenico, s.Andrea di Avellino”.
Inoltre ordina che si celebrino “per l’anima di esso testatore due messe l’anno: una il giorno di s.Maria dell’angeli a s.Francesco… e che il suo corpo sia sepolto nella collegiale chiesa senza pompe funebri, atteso esso testatore essendo stata la più vile creatura, fosse stata nel mondo, non merita cortesia niuna, ma come mandria vile di pecorella infetta di tutti i vizi, qual confessa esservi stato commesso”.
Significativo anche il testamento del 1757 dell’analfabeta Vito di Torrioni che dona “le robbe” e dichiara che esse “sono miei propri sudorii”. Questi chiede di consegnare dei ducati all’oratorio del ss.Rosario e nel medesimo luogo essere seppellito.
Scorrendo gli atti notarili, di notevole importanza, si rivelano i patti iniziali per la cultura materiale e per l’immaginario che essa suscita.
Nel 1706 il notaio Onofrio Pappone della Terra di Apice, nel registrare il matrimonio della Magnifica Teodosia Sirena, riporta tutte “le cose” consegnate come le “lenzola di seta di Bari”, i “salvietti di Fiandra”, la “veste di scottino a colore del Carminio”.
I capitoli matrimoniali così dei notai del Principato ci restituiscono una società i costumi, i modi di essere, le singolari tradizioni locali, insieme alla dote e al “notamento dei panni”. Certamente una funzione significativa, che segnala la differenza e il valore dell’oggetto, viene affidata alla varietà cromatica e alla sapiente lavorazione del manufatto. Nell’elenco delle “robbe” c’è un “vestito con struscio giallo nuovo, altro vestito sottanetto di damasco rosso di color amaranto nuovo, un busto di pioppo ricamato novigno”. Ancora in dote compaiono “camicie accannatora di tela e pizzilli, la gonnella di saia imperiale con maniche anche di saja, guarnite solamente le maniche, e il busto di trene d’argento”.
A tal proposito, significativo ed efficace è lo studio comparativo di Arturo Bascetta fra i costumi dei singoli paesi come il confrontare l’usanza di Apice, nella Valle del Calore, con quella di Mercogliano e Altavilla, nella Valle di Avellino, e di altri centri del Principato. Inoltre, in un’altra documentazione di fine Settecento, possiamo leggere note di gioielli, di medaglie, di orecchini, di anelli, insieme a “una piuma di diamanti brillanti”, una scatola “e un astuchio d’oro”, una “bottoniera grande d’oro granita”. Ma un atto notarile particolare è quello redatto dal notaio napoletano Pasquale Leo fu Donato di Torrioni del 1821 che riguarda la signora donna Vincenza Bonito, figlia del fu don Domenico di S.Giorgio (del Sannio) domiciliata nel monastero salesiano, che “prima della nominazione deve avere la dote, la quale, secondo lo statuto di questo pio luogo è di ducati 800”. Da quanto scritto si evince che chi non possedeva le doti, pur possendendo la dote umana, non poteva accedere alla professione dei voti religiosi.
A questo punto occorre precisare che lo studio dell’Autore è abbastanza ampio e passa alla descrizione degli edifici sacri e, in modo particolare, di Apice, dove c’è la chiesa di s.Bartolomeo, “coverta di embrici”, intonacata, imbiancata, con il cimitero benedetto nel 1690 dal cardinale Orsini. E dietro “suddetta chiesa vi resta un orticello con albero di celzo rosso”. Sempre nella medesima Terra si registra il beneficio di s.Marco Evangelista eretto nella chiesa del palazzo ducale. Altro edificio sacro importante dello stesso centro è la badia di s.Lorenzo di patronato del collegio di s.Bartolomeo di Benevento, unita successivamente all’Annunziata di Pietradefusi.
Inoltre, l’autore, non trascura l’archeologia pre industriale e pertanto segnala il molino sul fiume Sabato del Duca di Monestarace, frutto di una convenzione “con li capomastri fabbricatori”, impegnati nel costruire la “parata” e nel collocare le macine. A tal proposito, l’ingegnere, deve tener conto “del masso sotto l’acque”, delle “pareti da battitura”. Previsti anche “forti urti delle acque”, tutti così all’opera per dar vita a questo edificio che vede impegnati mastri scalpellini, capimastri e per fare ciò, sono messe in opera “tre-quattro calcare di calgie”.

F.B.

Description

GLI ATTI DEI NOTAI LEO E ALTRI

LLe orfanelle di Mercogliano e il Loreto del Vaccaro, prosciutti a Valle, maiorascato Muscetta, i Moscati di Avellino, la veste scarlatta di Pietrastornina, la sposa di Quadrelle e S.Marco al Castello di Apice, con il testamento della famiglia Principe e la lite fra Zunica e Perrelli. Sono questi gli argomenti, e alcuni altri, trattati in questo libello di vera storiografia, estratta dai notai dell’Archivio di Stato di Avellino e mai pubblicati da altri. Pezzi di rogiti che sono lo spaccato di una società, quella a ridosso di Avellino e Benevento, ma che risente dell’influenza casertana e napoletana della montagna riabitata fin dal Medioevo con il Monastero del Monte Vergine di Montevergine.

INDICE

Introduzione agli atti dei notai
zigarelli, ragucci, leo e pappone

PREMESSA STORICA SUI FEUDI A.G.P.
FRA MERCOGLIANO E ALTAVILLA IRPINA

1. CHIESE E orfanelle DI MERCOGLIANO

2. prosciutti dell’Assunta A Valle

3. priorato VECCHIO e LORETO nuovo

4. L’EREDITA’ DEI MOSCATI E AVELLINO

5. La gonnella imperiale scarlatta

6. sposa di valle originaria di quadrelle

7. ENFITEUSI A 29 ANNI NEGLI ATTI DI PAPPONE

8. la san marco sul castello di apice

9. Il Covante ai frati di S.Francesco

10. Il maiorascato dei Muscettola

11. Il testamento di Orazio Principe

12. S.Lorenzo e Annunziata di Pietradefusi

13. GONNELLA per dote a pietrastornina

14. contese di zunica e perrelli sul sabato

note documentarie e bibliografiche

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Editorial Review

I DOCUMENTI IRPINI COMINCIANO DA QUI...

57. Luigi Conforti, Napoli dal 1789 al 1796 con documenti inediti, R. tipi di de Angelis (oggi A.Bellisario e C.), Napoli 1887. “La Biblioteca del Principe di Tarsia è superba: la sua scuderia è magnificamente dipinta e decorata, prova che l’intenzione del signore non era quella d’onorare le Muse. La Biblioteca del Principe di Tarsia era non solo ricca di opera, ma le pareti e gli scaffali, di fregi ed oro. Una sala fornita di molti strumenti matematici, un’altra di ritratti d’uomini dotti, nazionali e stranieri. Sulle porte, in caratteri d’oro, si leggeva il seguente distico di G. B. Vico: Heic Jovis e cerehro quae in coelo est nata Minerva / Digna Jove in terris aurea tecta colit. La Regina ha raccolto, da qualche anno a questa parte, una Biblioteca di opere tedesche per suo uso; Fuger, pittore di Vienna, l’ha dipinta con molto gusto. Erano, su per giù, queste le condizioni e la fisonomia sociale del Regno fino ai tempi di Carlo III, salvo, s’intende, quelle differenze proprie delle provincie cagionate dalla maggior o minor prevalenza del feudatario, del cattivo amministratore, e della maggiore minore lontananza dalla Capitale, ove era accentrato il potere il quale, per mancanza di sollecite comunicazioni, di frequenti scambi, non poteva infondere un’azione rapida e concorde in tutte le membra del Reame”.
2. R.Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, Napoli, 1977, vol. II, p.38.
3. R.Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, Napoli, 1977, vol. II, p.73; Francesco Abbate, Storia dell’arte nell’Italia meridionale, Volume 2, 1998, ISBN 88-7989-429-3
4. Sui giardini cit. lettera a Pietro di Borbone del 14 marzo 1495, tutto in: scuola secondaria di i grado “guido dorso”, Orti di Corte, Pacello da Mercogliano: i Giardini Reali e le Erbe del Partenio.M.Lena (docente), M.A.Carbone-A.Criscitiello (tutors), M. Goretti Oliviero (dirigente), Mercogliano 2010; Cfr. Luigi D’Aragona, Diario di viaggio del Cardinale Luigi D’Aragona, Napoli 1517. Cfr. Voce “Catello Mazzarotta”. Da Wikipedia, sito internet. Cfr. G.Mongelli, Storia di Mercogliano: dalle origini ai nostri giorni.
5. Anatole de Montaiglon, État des gages, des ouvriers italiens employés par Charles VIII, J.-B. Dumoulin, Paris 1852; cfr. Bosseboeuf, Louis Augustin, Palustre, Léon, La Tauraine, Amboise. Su Pacerot, v. Inventaire analytique des Archives communales d’Amboise, 1421-1789, Georget, Tours 1874.
6. Così scrivono: “Pacello introdusse gli agrumi, soprattutto l’arancio, i cui profumatissimi fiori erano l’omaggio annuale al principe. E una particolare varietà di prugna verde e tondeggiante, dalla polpa compatta e dolce che denominò Regina Claudia, in omaggio all’omonima regina. Inoltre sperimentò la fruttificazione in cassette di legno, e non solo in piena terra, trasportabili all’interno durante i rigori invernali. Creò, quindi, il sistema delle serre calde. Contemporaneamente, si dedicò alla totale revisione dei giardini reali di Amboise che rivoluzionò completamente, apportandovi tutte le innovazioni acquisite con gli studi e le esperienze naturali”. E così continuano su Leonardo: “Ivi il re offrì a Leonardo la somma di 700 scudi d’oro un vitalizio che ricompensava il geniale artista per l’onore che concedeva al re con la sua presenza dotta e straordinaria. Qui Leonardo si trattenne per tre anni finché il 2 maggio 1519, morì e fu sepolto dapprima nel chiostro reale di St.Florentin e poi nella cappella di St. Hubert posta all’interno del castello reale. Carlo VIII , suo mecenate, purtroppo, venne a mancare, prematuramente nel 1498. Ne fu designato, come successore, re Luigi XII, il quale, aveva già conosciuto e visitato i giardini di Pacello e gli dimostrò la sua attenzione, perfezionandogli la piena donazione di Chateau Gaillard, per cui, fino ad allora Pacello, aveva versato un canone, seppur esiguo, per la sua locazione”.
7. 18. A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona, Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007.
8.La vita di Consalvo Ferrando di Cordova detto il Gran Capitano, scritta per Monsignor Paolo Giovio Vescovo di Nocera, & tradotta per M.Lodovico Domenichi, Lorenzo Torrentino, Fiorenza 1552.
9. scuola secondaria di i grado “guido dorso”, Orti di Corte, Pacello da Mercogliano: i Giardini Reali e le Erbe del Partenio.M.Lena (docente), M.A.Carbone-A.Criscitiello (tutors), M. Goretti Oliviero (dirigente), Mercogliano 2010 Così scrivono: “Qui Pacello si cimentò nella realizzazione di quanto ordinatogli, impegnandosi per circa 10 anni (dal 1498 al 1508). Suddivise i giardini in: giardino interno e giardino esterno al castello. Razionalizzò l’inclinazione della collina in terrazzamenti di tante tipologie, denominate diversamente e unì le varie estremità con un ponte. Luigi XII e sua moglie Anna di Bretagna, prediligevano il cosiddetto “Giardino Basso” che era circondato da un vasto pergolato ricoperto da piante rampicanti. La leggende narra, che la regina lo utilizzasse con devozione, allorché chiedeva voto alla Madonna per dare degli eredi al re. Nella parte denominata “Giardino Alto” lasciò ampio spazio alle piante da orto e quindi insalate, rosmarino, timo, asparagi, gelsi e un vasto aranceto, numerosi esemplari di melograno che d’inverno ricoverava in serre calde e le già citate piante di prugne “Reine Claude”. E ancora: “Pacello consolidò la sua fama ed ebbe come ricompensa la colleggiata di Saint Souveur e una retribuzione di circa 700 lire tornesi annue. Ingaggiato dal cardinale Giorgio d’Amboise, all’epoca l’uomo più potente di Francia e amante dell’arte italiana, che a Gaillon, ridente cittadina di Normandia aveva fatto costruire la sua residenza in stile rinascimentale italiano, Pacello si interessò dei giardini. Ne diede una forma rettangolare, delimitandoli con mura di cinta di varia natura che sottostavano al bosco. Creò circa 26 aiuole, separate da viali. All’interno vi era un padiglione in pietra a pianta ottagonale e piante come timo, rosmarino, rose canine e roseti bassi. Più a nord ci si addentrava nella “Maison Blanche” o Hermitage, dove abili interventi e la natura stessa del luogo, anfratti e grotte naturali, si combinavano magicamente. A sud del castello, Pacello, volle, come di consueto il frutteto, con le caratteristiche che contraddistinguevano i suoi interventi”. In: scuola secondaria di i grado “guido dorso”, Orti di Corte, Pacello da Mercogliano: i Giardini Reali e le Erbe del Partenio.M.Lena (docente), M.A.Carbone-A.Criscitiello (tutors), M. Goretti Oliviero (dirigente), Mercogliano 2010; Archivio dipartimentale di Blois, 10 perg. 21/11/1510 - 27/6/1534; Cfr. Luigi D’Aragona, Diario di viaggio del Cardinale Luigi D’Aragona, Napoli 1517. Cfr. J.A. De Cerceau, Le plus excellentes bastiments de France, XVI Sec; F.Zecchino, Pacello da Mercogliano giardiniere alla corte di Francia.
10.A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona, Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007, in: Antonio de Beatis, Giornale di Viaggio, 1517; Antonio de Beatis, Itinerario di Monsignor reverendissimo et illustrissimo il cardinale de Aragona, mio signor, incominciato da la cita de Ferrara nel anno del Salvator MDXVII...., pubblicato a cura di L.Pastor, Die reise des Kardinals Luigi d’Aragona..., Frigurgo in Brisgovia 1905.
11. Dal sito internet: wikipedia, voce “Catello Mazzarotta”.
12. A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona, Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007. Cfr. Gennaro Toscano, Rinascimento in Normandia: i Codici della Biblioteca Napoletana dei Re d’Aragona acquistati da georges d’Amboise, Conferenza tenuta presso il Dipartimento d’Italiano dell’Università di Caen, Equipe de Recherche des Départements d’Italien et d’Espagnol, Caen 23 maggio 1990.
13. A.Bascetta, Juana. Giovanna d’Aragona, Le Regine di Napoli, ABE, Avellino 2007.
14. ASAV, Catasto onciario di Mercogliano. Cfr. A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010. ASAV, Catasti Onciari, Fotocopia dell’originale in 4 tomi, come da Archivio della Regia Camera della Sommaria, Serie Catasti Onciari, Provincia di Principato Ulteriore, [Distretto di Avellino], Mercogliano, pag.590 e segg. dell’originale, Rubrica Stato dell’Università. ASAV, Catasti Onciari, Fotocopia dell’originale in 4 tomi, come da Archivio della Regia Camera della Sommaria, Serie Catasti Onciari, Provincia di P.U., Mercogliano, pag.624 e segg. dell’originale, Rubrica Firme. Ivi, Mercogliano, Frontespizio dell’originale: Catasto o sia Onciario p[er] l’Uni[versi]tà di questa Terra di Mercogliano, feudo della Santa Casa A[ve] G[razia] P[lena] di Napoli, formato a simplicem istructionem p[er] essere esente in vigore di privilegij con il titolo oneroso, così dichiarato con sentenza della Regia Camera della Som[m]aria, nel quale sono giuste le regali istruzioni descritti cittadini, forastieri, ecclesiastici, chiese, e luoghi pii nell’anno 1754. Qui ci siamo limitati a trascrivere i cognomi e relativo mestiere o qualifica, così come riportato nel testo originale. Ivi. . Rubrica Cittadini assenti. Non possono specificarsi nè per fuochi, nè per dipendenti da fuochi perchè mai questa Terra di Mercogliano è stata numerata per fuochi. Ivi, pag.462 e segg. dell’originale, Rubrica Forastieri abitanti laici [Bonatenenti]. Ivi, pag.558 e segg. dell’originale, Rubrica Forastieri non abitanti laici. Ivi, pag.579 e segg. dell’originale, Rubrica Ecclesiastici Forastieri non abitanti. 1.Don Nicola Forti canonico della Terra dell’Ospedaletto per castagnale a Baccanico....19.5 - 2. Don Giuseppe Antonio Cesil sacerdote della Città di Avellino....8.5 Ivi, pag. 329. Rubrica Ecclesiastici cittadini. Ivi. Rubrica Chiese, Monasteri, Luoghi pii siti nel Paese e gli Reali Monasterio de PP.Benedettini di Monte Vergine, pag.386 e segg. Ivi, Rubrica Chiesa Parrocchiale, ed altri Luoghi Pij esenti in vigor Concordato. Ivi, pag.585 e segg., Rubrica Chiesa Parrocchiale, ed altri Luoghi Pij esenti in vigor Concordato. Ivi, pag.580 e segg. dell’originale, Rubrica Luoghi Pii Bonatenenti.
15. Zigarelli, nell’Elogio funebre per Pio VIII, dai Torchi di Giuseppe Guadagno, Avellino 1831.
16. ASAV, Catasto onciario di Mercogliano. Cfr. A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010.
17. ASAV, Catasto onciario di Mercogliano. Cfr. A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010.
18. Zigarelli, nell’Elogio funebre per Pio VIII, dai Torchi di Giuseppe Guadagno, Avellino 1831.
19. ASAV, Catasto onciario di Mercogliano. Cfr. A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010.
20. ASAV, Notai di Mercogliano.
21.A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010.
22.A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010.
23.A.Bascetta, Mercogliano nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2010.
24. A.Bascetta, Pietrastornina nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2006. Cfr.A.Bascetta, Il Principe di Avellino F.Marino II Caracciolo, II Edizione, Abedizioni, Avellino 2003.
25. Archivio di Stato di Avellino (d’ora in poi troverai scritto ASAV), Catasti Onciari, Fotocopia dell’originale in 4 tomi, come da Archivio della Regia Camera della Sommaria, Serie Catasti Onciari, Provincia di Principato Ulteriore, [Distretto di Avellino], Mercogliano, pag.585 e segg. dell’originale, Rubrica Chiesa Parrocchiale, ed altri Luoghi Pij esenti in vigor Concordato. Tutti i dati catastali sono stati inseriti in un volume a parte denominato Mercogliano nel 1754, di A.Bascetta, in via di pubblicazione per i tipi della nostra casa editrice. ASAV, Catasto onciario di Avellino. Cfr. A.Bascetta, Avellino nel 1742, Catasti onciari del Principato Ultra, Abe, Avellino 2005.
26. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3226, Regio Notaio Antonio Zigarelli del Casale di Valle, anno 1790.
27. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3177, Notaio Salvatore di Leo, anno 1746.
28. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3225, Regio Notaio Antonio Zigarelli del Casale di Valle, anno 1801.
29. ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Apice, anno 1742.
30. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3226, Regio Notaio Antonio Zigarelli del Casale di Valle, anno 1789.
31. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3218, Notaio Rossi di Mercogliano, anno 1780.
32. ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Pietrastornina, Notaio Ragucci, Busta 5200, pag.298.
33. Ivi, Busta 5201, pag.42.
34. Ivi, Busta 5204, pag.8.
35. Ivi, Busta 5204, pag.253.
36. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3219, Notaio Rossi di Mercogliano, anno 1785.
37. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3218, Notaio Salvatore Jacenna di Mercogliano, anno 1807.
38. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3257, Notaio Salvatore Jacenna di Mercogliano, anno 1786/87.
39. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3257, Notaio Salvatore Jacenda o Jacenna di Mercogliano, anno 1789.
40. ASAV, Notai di Avellino, Busta 3257, Notaio Salvatore Jacenda o Jacenna di Mercogliano, anno 1789.
41. Archivio di Stato di Avellino (d’ora innanzi, ASAV), Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1746, al f.25.
42. ASAV, Notai Avellino, notaio Girolamo Pappone di Apice, Busta 227, anni 1750-52.
43. Archivio di Stato di Napoli (d’ora innanzi, ASNA), Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Buste n.4-6, Inventario, da pag.401.
44. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.401.
45. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.401 e segg. La pianta è la n.70, fol.572 tergo.
46. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.458.
47. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.459.
48. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.460.
49. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei S.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.450.
50.ASAV, Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1747, al f.33.
51. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.533.
52. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.534.
53. ASNA, Benevento, Corporazioni religiose soppresse, Apice. Chiesa Parrocchiale dei SS.Niccolò e Bartolomeo, Busta n.4, Inventario, pag.401.
54. ASAV, Notai di Avellino, B.226, Notaio Onofrio Pappone di Apice, anno 1738.
55.ASAV, Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1747, al f.76
56.ASAV, Notai di Avellino, Busta 226, f.7971, anno 1747, al f.25.
57. ASAV, Notai di Avellino, Busta 223, Apice e San Nazaro, anno 1727.
58. ASAV, Notai di Avellino, Busta 223, Apice e San Nazaro, anno 1717.
59. ASAV, Notai Avellino, Busta 224, notaio di Apice Pappone Onofrio, anno 1732.
60. D.Pascucci, Pietradefusi. Nel Regno di Napoli, ABE, Avellino 2011.
51. G. De Corso, Pietradefusi. Memoria storica di un Cardinale e di un paese, Edizioni Bib.Parr., Pietradefusi 2002. In: D.Pascucci, Pietradefusi. Nel Regno di Napoli, ABE, Avellino 2011.
62. D.Pascucci, Pietradefusi. Paesi dell’ex Principato Ultra. N.35, ABE, Avellino 2011. Il barone dell’epoca era Don Leonardo VII de Tocco (1-1-1698 † 31-3-1776), 4° Principe di Montemiletto, Principe titolare d’Acaia, Marchese di Montefalcione, Manocalzate e Serra, Conte di Montaperto, Signore di Refrancore, Patrizio Napoletano e Patrizio Veneto, 3° Duca di Sicignano dal 1701, Duca d’Apice, Vicario Generale del Principato Ultra, Signore di Fontanarosa e Torre le Nocelle (investito nel 1727, 1734 e 1754). I discendenti assunsero il cognome di Tocco Cantelmo Stuart. Il 16 gennaio 1724 sposò Donna Camilla Cantelmo Stuart, 4° Principessa di Pettorano, 9° Duchessa di Popoli e Grande di Spagna di prima classe dal 1749, figlia ed erede del Principe e Duca Don Restaino e di Donna Beatrice Cantelmo Stuart dei Duchi di Popoli (1700 † 1752).
63. ASAV, Notai di Avellino, anno dei documenti. I notai trascrivono con frequenza atti di compravendita, specie quelli di matrimonio, da cui si evince il valore di una dote, con o meno allegate lettere di chiarimenti e suppliche: Olimpia Iacenna, moglie di Natale Matarazzo della Città di Avellino in Principato Ultra, umilmente serviente di Vostra Eccellenza, con supplica espone come in tempo fu collocata in matrimonio con detto Natale dalli sui genitori; vi furono promessi, e poi consegnati, docati centrotrenta di dote, cioè docati venti di panni di lino, lana, ed oro lavorato, e poi docati centodieci sine fu assegnata una casa di tre stanze, con orto e largo avanti nel Casale della Valle di Mercogliano.
64. ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Apice, anno 1742; ASAV, Notai del Distretto di Avellino, Notai di Pietrastornina, Notaio Ragucci, Busta 5200, pag.298; Ivi, Busta 5201, pag.42; Ivi, Busta 5204, pag.8; Ivi, Busta 5204, pag.253; Ivi, Busta 5200, pag.191; Ivi, fasc.10686; Ivi, pag.399; Ivi, pag.198; Ivi, Busta 5201, pag.130; Ivi, Busta 5202, pag.289; Ivi, Notaio Raguccio, fasc.11059; Ivi, Busta 5198, pag.416; Ivi, pag.401; Ivi, Busta 5195, pag.293; Ivi, Busta 5198, pag.416; Ivi, Busta 5205, pag.88.
65. Ivi, Busta 5205, f.88.
66. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, Notaio di Pietrastornina, fasc.17290.
67. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, cit.
68. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, cit.
69. ASAV, Archivio di Stato di Avellino, Notai di Avellino, I Versamento, cit.
70.ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
71. Ibidem.
72. Ibidem.
73.ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
74.ASAV, Sentenza Tribunale di P.U., n.1314, Intendenza, busta 384.
75. ASAV, Notai di Avellino, Busta 7366, fascicolo anno 1780, inserto al f.69.