ABECEDARIO DELLA PIETRA STORNINA: toponomastica e genealogia

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la Pietrastornina del 1500, Torre della Regina di Napoli

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I.
CHIESE E TASSE NELL’EX PRINCIPATO
DELLA PIETRA STORNINA E DEI 36 CASALI
1. Dai Catasti a Gabella ai Catasti Onciari
2. La complessa elaborazione catastale: Pietrastornina consegna nel 1745
3. Il Distretto della Chiesa parrocchiale nei Catasti Onciari
4. Quattro chiese e un ospedale dell’Università comunale
5. S.Maria detta del Rosario: da sempre la chiesa forestiera di M.Vergine
Note Terra di Pietrastornina

II.
LE CHIESE ANTICHE:
S.BARTOLOMEO E S.GIOVANNI
1. Crolla S.Bartolomeo, il titolo unito a S.Giovanni alla Faenzera (1595)
2. La Chiesa dei SS.Apostoli Giovanni e Bartolomeo rinata a S.Giovanni
3. La nuova Chiesa con l’Ospedale di S.Rocco al Rione San Sebastiano
4. Le visite del Cardinale Orsini alla “fabbrica” di San Rocco
5. Dal 1698 al 1700 il Cardinale torna all’Ospedale e Chiesa di S.Rocco
6. Il titolo di Parrocchia di S.Bartolomeo trasferito nella nuova San Rocco
7. Rione Terra di San Sebastiano muta nome in Rione San Rocco
8. L’Inventario “avulso” del 1708 ricopiato nel 1792
9. 1755: c’è l’Arcipretale dei SS.Giovanni e Bartolomeo e S.Rocco
10.Il dubbioso documento del 1792 sulla S.Rocco a Contrada Ospedale
11.1800: il Rione si estende dalla Faenzera di S.Giovanni all’Ospedale
Note L’ex Arcipretale

III.
DALL’ABBAZIA DI SAN MARCO
ALLA COLLEGIATA DELL’ARCIPRETE
1. L’Abbazia prima della Collegiale di S.Maria da cui dipese Terranova
2. I beni stabili elencati dall’Abate di S.Maria de Juso nel 1634
3. La lampada d’argento, i quadri di S.Lorenzo e S.Giuseppe: i beni mobili
4. La prima visita del Cardinale di Benevento avvenuta nel 1686
5. Dieci altari e due cappelle: Concezione e SS.Cosma e Damiano
6. L’adiacente Cimitero con la croce di ferro e il nuovo Campanile
7. Altri 2 altari: 7 dolori e S.Biagio al posto di S.Vito e Crocefisso
8. La Sagrestia del Monte dei Morti al posto dell’Oratorio del Sacramento
9. La nascita delle Cappelle a Verzara e Pertecheta nel 1691
10.Nel 1693 il Cardinale torna a S.Maria
11.I danni ma non la distruzione causati dal terremoto del 1694
12.S.Maria de Juso rinasce con nuova pianta dopo il 1696
13.La nuova S.Maria de Juso e le campane nel luogo della vecchia
14.S.Maria de Juso con l’altare dei SS.Cosma e Damiano è la Chiesa Madre
15.La Collegiata: il titolo arcipretale di S.Rocco assorbito da S.Maria
Note S.Maria de Juso

Appendice documentaria

SUNTO DI GENEALOGIA E TOPONOMASTICA
ESTRATTO DAL CATASTO ONCIARIO
Trascrizioni di Bruno del Bufalo

1. L’Isca è il quartiere popolare, il Campanaro il rione dei ricchi
2. Il Palazzo del Principe nella Piazza, a Pergola le case dei notai
3. Profico: il vero centro ma con poveri industrianti e borghesi
4. Sotto S.Rocco: il Rione delle ultime case e S.Felice extra mura

I. Capifamiglia in ordine alfabetico di nome, mestiere e residenza
II. Vedove e Vergini in Capillis
III. Ecclesiastici Cittadini
IV. Luoghi Pii dei Cittadini
V.Forastieri Bonatenenti
VI. Luoghi Pii Forastieri
VII. Collettiva Generale delle Once
VIII. Rielaborazione dei Capifamiglia per cognome
IX. Rielaborazione dei Capifamiglia suddivisi per luogo abitato

Fonti, Bibliografia, Giornali, Riviste e Internet

Description

E’ LA STORIA DELLE FAMIGLIE DI PIETRASTORNINA
CON ALBERI GENEALOGICI ESSENZIALI DEL SETTECENTO

L’Ajrella con 19 case
1. Il bracciale Antonio Abbate
2/3. Il bracciale Felippo d’Antoniello di Carlo
4/5. Il bracciale Orso e Pietro Antonio d’Antoniello
6. Il bracciale Giovanni d’Antoniello di Giuseppe
7. Il Clerico Gennaro d’Antoniello
8/9. Il bracciale Aniello e Andrea d’Antoniello
10/11. I bracciali Bartolomeo e Nicola d’Antoniello
12. Il Reverendo Don Nicola d’Antoniello
13/14. Il bracciale Francesco e Giovanni d’Antoniello
15. Il bracciale Tomasi Iermano
16. La vedova di Domenico Rizzo
17. Il bracciale Alesandro Mucciariello
18. Il Reverendo Don Giuseppe Mucciariello
19. [/] Aniello Paolone

L’Aria di Sabatino Extra Moenia con 2 case
1. Il bracciale Andrea d’Antoniello di Giuseppe
2. Il bracciale Francesco d’Antoniello

Bosco Rotundo
3. Il bracciale Filippo d’Antoniello

Lo Tofariello con 3 case
1. Vive del suo il Magnifico Donato d’Alesio
2. Il bracciale Biasi Mucciariello
3. Il bracciale Nicola Simeone di Carlo

Lo Chianiello con 29 case
1. Don Ant.Lottieri d’Aquino Case
2/3. Il cositore Domenico e il vaticale Fabio d’Adamo
4. Il clerico Angelo d’Adamo
5/6. I bracciali Antonio e Giuseppe d’Andrea
7/8. I bracciali Pietro e Sabato d’Andrea
9. [/] Ascanio Ciardiello
10. Il bracciale Pietro Ciardiello di Antonio
11. Il bracciale Pietro Cafasso
12. La vergine Angela Cafasso di Giuseppe
13. Il Dottore Fisico Signor Marco Ferrari
14. Il Clerico Nicola Ferraro
15/16. I bracciali Domenico e Carmine Iermano di Santo
17. [/] Angelo Margiotta di Donato
18/19. [/] Francesco e Cosimo Pastore
20. Il bracciale Domenico Rullo
21. Il bracciale Giuseppe Russo
22/23. Il clerico Filippo Solda
24. Il bracciale Aniello Zullo
25. [/] Domenico de Lisa
26/27. I bracciali Sabbato e Pietro Simeone
28. [/] Saverio di Martino
29. Il servidore in Napoli Antonio Minuccio

San Nicola con 4 case
1. La vedova di Pietro Russo
2. Il bracciale Donato Russo
3. Lo stroppio Francesco Russo
4. La vedova d’Orso Romagnolo

Li Cesini con 1 casa, Cesina con 2
1. Il bracciale Giuseppe Simeone
1. Il bracciale Giovanni Simeone
2. Il bracciale Antonio de Simone

Il Largo della Fontana con 2 case
1. Padre onu. Magn. Dom. Federico da D.Nicola
3. Il Rev.Diacono Don Nicola Federico

La Fontana con 4 case
1. Il bracciale Francesco Ciardiello
2.[/] Giuseppe Iermano
3. Lo scolare Fr. Minuccio da Don Giuseppe
4. [/] Nicolò Abbate

La Chiesa di S.Maria delle Grazie
1. Casa del Real Monistero di Montevergine attaccata alla Chiesa

La Piazza col Palazzo, 1 casa e 1 sottano
1. Don Antonio Lottieri d’Aquino, Palazzo
2. Il Reverendo Don Giuseppe Minuccio
3. Il bracc. Domenico Padrone, sottana in affitto

Dietro Il Palazzo 1 sottano
1. Il bracciale Angelo Custolo sottana

L’Isca e Li Sonnao con 37 case
1. Il brac. Dom.Minuccio in sonnao proprio a I.
2. [/] Carmine d’Andrea
3. [/] Domenico d’Angiò
4/5. I bracciali Antonio e Alessandro Turtoro
6. Il matto Andrea Turtaro
7/8. I bracciali Giacomo e Gio:Battista Turtoro
9. Il bracciale Giuseppe Turtaro
10. La vedova di Francesco Turtoro
12. Il bracciale Antonio Menechiello
13. Il mannese Andrea Margiotta
14/15. I servidori Carmine e Geronimo Margiotta
16. Il bracciale Tomaso Margiotta
17. La vedova di Salvatore Piruozzo
18. Il bracciale Mercurio Piruozzo
19. Il bracciale Andrea Raguccio
20. Il bracciale Alfonzo Ciardiello
21. Il bracciale Tomasi Sasso
22. Il bracciale Berardino Silvestro
23/24. I braccialo Nicola e Tommaso Savino
25. Il bracciale Silvestro Minuccio
26. Il Clerico Gennaro Mucciariello
27. Il bracciale Francesco Mucciariello
28/29. Il brac. Domenico e la v. Laura Iermano di Simone
30. Il bracciale Alessandro Iermano
31. [/] Biasi Iermano di Giovanni
32. Il bracciale Biasi Iermano di Nicola
33. Il bracciale Pietro Iermano di Gio: Battista
34. Il Pio Osp.di S.Rocco, jus Padr. dell’Un., case
35. bracciale Pietro Ciardiello di Bartolomeo
36/37. Il bracciale Nicola e Gio: Battista de Filippo

L’Ospedale con 1 casa
1. La vergine Isabella Riccio di Andrea
[2. Chiesa Collegiata di S.Maria de Juso?]

San Rocco con 12 case
1. Chiesa di San Rocco
2. Il bracciale Giuseppe Ciardiello
3. [/] Il Dottor Don Giovanni de Luca
4. Il Reverendo Don Bartolomeo de Luca
5. La vedova di Domenico Minuccio
6. La vergine Vittoria Iermano di Nicola per carità
7. Il Reverendo Don Giovanni Sasso
8. Il Reverendo Don Franco Riccio
9/10. I bracciali Gennaro e Michele d’Alesandro
11/12. Matteo e Mattia d’Alesandro in casa di tavole

L’Orione o Lo Rione con 7 case
1. Il Collegio di S.Maria de Juso, casa diruta
2. Il bracciale Sabbato Ciardiello
3. Il bracciale Felice Barbato
4. Il bracciale Pietro Piantadoso
5. [/] Aniello di Renno
6. Il bracciale Gennaro Sasso
7. Il bracciale Carmine di Simone

La Fajenzera con 8 case
1. Chiesa dei SS.Apostoli SS.Giovanni e Bartolomeo
2. Don Antonio Lottieri d’Aquino, case
3. Il notare Magnifico Pietro de Luca.
4. Il cositore Giuseppe Custolo
5. La vergine Cristina Pirozzo
6/7. Il mandese Nicola e Donato Margiotta
8. Il bracciale Pascale Margiotta
9. Il bracciale Andrea d’Andrea

Sotto il Castello con 2 case
1. La vedova di Alfonzo de Simone
2. Il bracciale Andrea Minuccio di Santo
Framopreta Al confine col Castello con 4 case
1. Tomaso Ragucci
2. Il sartore Michele Raguccio
3. Il bracciale Aniello Pastore
4. [/] Donato Minuccio

Lo Ciesco d’Elice, Elice o Il[l]ice con 7 case
1. Il bracciale Pietro Raguccio
2. Il bracciale Simone Raguccio
3. Il mannese Aniello di Martino
4. Il bracciale Domenico Iermano
5. [/] Andrea Minuccio di Gennaro
6. [/] Giuseppe Giuliano
7. Il bracciale Pietro d’Alesandro

Sotto all’Ilice con 1 casa
1. Il bracciale Carlo Minuccio d’Aniello

Lo Campanaro con 4 case
1. Il notare Magnifico Nicola Capobianco
2. Di Benevento, il Magnifico Marco Mangiotti
3. Vive nobilmente il Magnifico Barbato Mentale di 50 anni con casa dell’Illustre Principe il quale possiede solo territorio a Campanaro.
4. [/] Agostino Minuccio
5. [Seconda casa di Donato Forte]

Posilipo con 3 case
1/2. Il bracciale Aniello e Gio: Battista Mocciariello
3. Il bracciale Sabato Porcaro in casetta diruta

San Bartolomeo con 1 casa
1. [/] Giovanni Mucciariello

Vallone con 1 casa
1. Il bracciale Pietro Minuccio di Giovanni

Lo Pontile con 15 case
1. La vedova di Gaetano Sacco per carità
2. La vergine Teresa Pucci di Vingenzo
3. Il bracciale Andrea Piantaduso
4. [/] Nicola Sacco
5. Il bracciale Domenico d’Alesandro
6. Il bracciale Antonio Ciardiello
7. [/] Mario Iermano
8. Il Reverendo Don Nicola Minuccio
9. Il vat. Pietro Minuccio dal frat.Sac. Don Nicola
10/11. I bracciali Paolo e Simone Minuccio
12. Il bracciale Domenico Minuccio di Biasi
13. Il bracc. Domenico Minuccio di Bartolomeo
14. Il bracciale Giuseppe Minuccio di Gennaro
15. Il bracciale Carmine Minuccio
Ortovalente con 3 case
1. Il vaticale Giulio Minuccio
2. [/] Natale Minucci
3. Il bracciale Nicola Minuccio d’Andrea

L’Arco con 1 casa
1. Vive del suo il magnifico Francesco Riccio

Li Peduti seu Pascone con 2 case
1. Il bracciale Biasi Rizzo
2. [/] Francesco di Luca

Lo Pascone con 4 case dei Rizzo
1/2. I bracciali Antonio e Domenico Rizzo
3/4. I bracciali Francesco e Filippo Rizzo

La Pergola con 24 case e Pergolata con 4
1. Lo spez. d.med.Magn.Bart.Minucci nel sottano
2. [/] Carlo Minuccio di Paolo
3. Il bracc. Andrea Minuccio di Santo col sott.fit.
4. Di Terranova, il Magnifico Domenico Capone
5. Del Magn. D.Capone è la mass. a Gio: di Blasio (ove?)
6. Il bracciale Alessandro Pastore
7. Il bracciale Francesco Minuccio d’Agostino
8/9. I bracciali Pietro e Nicola Romagnuolo
10. Il Reverendo Don Orsino Raguccio
11. [/] Agostino Sasso in sottano diruto
12. [/] Giuseppe Sasso d’Aniello
13/14. Il bracciale Domenico e Alojsi Sasso
15. La vedova del fu Nicola d’Andrea
16.Verg.Magn.Giov.Cafasso col cug.D.Orsino Raguccio
17. [/] Domenico Ciardiello
18. Il bracciale Gennaro Covino
19. Di Rocca, Nicola Covino
20. Il bracciale Giuseppe Cafasso
21. Il Coll.d.T. di P. di S.Maria de J. con sottana
22. La vedova di Antonio Iermano a Pergola
23. [/] Angelo Mauro a Pergola
24. Il clerico Andrea Simeone casa sottana
1. Il massaro Giuseppe Sasso
2. Il bracciale Giovanni Raguccio
3. Il bracciale Antonio Minuccio
4. [/] Antonio Raguccio

Torrecella con 1 casa
1. Il bracciale Nicola Turtoro a Torrecella

Rejllo o Riello con 6 case
1. Il Magn. Ant.Capobianco dal figlio prete D.Giuseppe
2. Il Reverendo Diacono Don Nicola d’Angiò
3. Il bracciale Donato d’Angiò
4. Il Real Monistero di M.Vergine, case
5. Il bracciale Francesco Minuccio
6. Il bracciale Luca Ferraro

Pertecheta con 4 case
1/2. Il bracciale Domenico e Carmine Sellitto
3. Il bracciale Giovanni Simeone
4. Salvadore Raguccio

La/Lo Profico con 22 case
1. L’Illustre Don Antonio Lottieri d’Aquino
2. Il Reverendo Don Giacinto Capobianco
3/4. Il bracciale Bartolomeo e Matteo Turtoro
5. Il padre onusto Magn.Dom.Federico cantina
6. Vive del suo il Magnifico Tommaso Salvi
7 Il bracciale Francesco Piantaduso
8. Il bracciale Nicola Piantadosi
9. [/] Il Magnifico Domenico Renno
10. Il servidore Giuseppe Margiotta
11. Il povero Antonio Margiotta
12. [/] Pietro Margiotta
13. Il bracciale Salvadore Minuccio
14/15/16. I bracciali Domenico, Gio: e Donato de Lisa
17. [/] Giovanni Battista Iermano
18. [/] Pietro Iermano di Nicola
19. Il bracciale Bartolomeo Silvestro
20. Il ferraro Francesco Pancione
21. Il bracc. Giuseppe d’Antoniello di Giovanni
22. Il fabricatore Francesco Arciolo

Li Fuorti con 6 case
1. La vedova di Antonio Turtoro
2. Il bracciale Nicola Simeone di Donato
3. Il bracciale Domenico de Luca
3. [/] Domenico Mocciariello
4/5. Il bracciale Giacchino e Donato Forte
6. Il bracciale Michele Minuccio

Trabucco con 2 case
1. Il bracciale Marcantonio Custolo sottano
2. [/] Paolo Simeone

San Felice extra moenia con 4 case
1/2. I bracciali Alfonzo e Bartolomeo Ciardiello
3/4. I bracciali Alesandro e Matteo Sellitto
Campo Apierto Extra Moenia con 2 case
1. Il bracciale Marco Saccone
2. Di S.Angelo, Nicola Pastore

Destrada con 10 case
1. [/] Antonio d’Alesandro
2. Il bracciale Andrea Sacco
3. Il bracciale Aniello Nappo
4. Il bracciale Biasi Sasso c. sottana
5. Il bracciale Carmine Vallone
6. Il bracciale Domenico di Fazio
7/8. I bracciali Alesandro e Lorenzo di Fazio
9/10. Il bracciale Aniello e Pietro de Fazio

Li Rossi con 1 casa
1. Il bracciale Domenico Russo

Li Sacconi con 2 case
1. La vedova d’Antonio Saccone
2. Il bracciale Ciriaco Saccone

Li Mabilia Extra Moenia con 13 case
1. Alesandro Iuliano di Luca
2/3. I bracciali Antoniello e Felice Mabilia
4/5. I bracciali Ciriaco e Virgilio Mabilia
6/7. I bracciali Nicola e Tommaso Mabilia
8. La vedova di Giovanni Mabilia
9/10. Il bracciale F.Antonio e Andrea Mabilia
11. Il bracciale Carlo Pastore
12. Il bracciale Salvadore Scalzo
13. [/] Rocco d’Antoniello

La Verzara con 3 case
1. [/] Giuseppe Giglio
2/3. I bracciali Tomasi e Donato Cafasso

Rastiello Extra Moenia con 12 case
1. La vergine Magnifica Gio:Cafasso, diruta
2. Lo stroppio Cosimo Iannuzzo
3. Il bracciale Carlo Iannuzzo
4. La vedova di Pietro Iannuzzo
5. Il bracciale Gio:Giacomo Iuliano
6. Il bracciale Alesandro Iuliano di Donato
7. Il bracciale Nicola Iuliano
8. Il bracciale Francesco Antonio Iuliano
9. [/] Francesco di Fazio
10. Il bracciale Antonio Mabilia
11. Il bracciale Berardino Leuci
12. Il bracciale Giovanni de Lisa di Pompo

Starza con 6 case
1. Don Antonio Lottieri d’Aquino Case
2. Il bracciale Pietro d’Antoniello
3. Il bracciale Nicola Cerullo
4/5. Il bracciale Domenico e Antonio de Filippo
6. Il bracciale Francesco Menechiello

La Padula con 2 case
1. Il lacchè Angelo Margiotta
2. [/] Alberto Iermano

La Maccaroneta con 1 casa
71. Il servidore Nicola Margiotta

La Romana con 1 casa
1. Il bracciale Gennaro Simeone

Lo Molino con 1 casa
19. Il bracciale Pietro d’Antoniello

Lo Molino Vecchio con 1 casa
1. Il bracciale Michele Sasso alias Esposito con casa a Lo Molino Vecchio.

Le Guardie con 2 case
1. Il bracciale Matteo Pianteduso
2. [/] Marco Fiore

Li Ragucci
1. Il bracciale Felippo Pisano
2. Il bracciale Mercurio Pisano sottana
3. Il bracciale Carl’Antonio Raguccio
4. Il bracciale Marco Raguccio
18. Il bracciale Carmine Pisano a Ragucci

Li Pisani
1. Il bracciale Domenico Aniello Pisano

Lo Bosco di Monte Forte con 1 casa
1. Il bracciale Vingenzo Piantadoso

Cerricopuni con 2 case
1. Il bracciale Nicola Paradisi
2. Il bracciale Giuseppe Paradiso

Lo Jardino con 18 case
1/2. I bracciali Alessandro e Lorenzo Iuliano
3/4. Il bracciale Simone e Orso Cafasso
5. La vedova di Giovanni Cafasso
6. Il bracciale Carmine Iermano
7. La vedova fu Pietro Mabilia
8/9 Il bracciale Giovanni e Bartolomeo Mabilia
10. Il bracciale Paolo Mabilia
11/13. I bracciali Giuseppe, Stefano e Luca Papa
14. Il bracciale Alesandro Romagnuolo
15/16. I bracciali Bartolomeo e Giovanni Romagnuolo
17. Il bracciale Carlo Sasiello a Iardino
18. Il bracciale Nicola di Fazio a Iardino

Jardiniello con 1 casa
1. Il bracciale Gaetano Iuliano a Iardiniello

Lo Furmo con 11 case
1/2. I bracciali Giuseppe e Nicola d’Antonio
3/4. I bracciali Domenico e Gennaro d’Antonio
5. Il bracciale Pietro Catalano
6/7. I bracciali Aniello e Nicola Iermano
8. [/] Il Clerico Carmine Forte
9. Il bracciale Giacomo Forte
10/11. I bracciali Domenico e Sebastiano Porcaro

Lo Vrecciale con 1 casa
1. Il bracciale Francesco Iermano

L’Aria di Gioiella cn 1 casa
1. Il Reverendo Don Domenico de Luca

Le Chiancelle con 2 case
1. Il bracciale Francesco Luciano
2. Il bracciale Matteo Serpone

Voccasanti con 1 casa
1. Il bracciale Biasi Sasso a Voccasanti

Pezzillo
1. Il bracciale Gennaro Coppola

Gaudifredo
6. Il bracciale Francesco Ferraro

Pisciariello con 1 casa
1. La vedova di Donato Gagliardo

Li Cecchettini con 1 casa
1. Il bracciale Giuseppe Majello

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Editorial Review

 

TUTTE LE COSE CHE NON SAPEVATE SU PIETRASTORNINA

E LE MAGIE DEI PRINCIPI DELLA STIRPE DI LOTTIERO D'AQUINO

LA PIETRASTORNINA DEL 1500, TORRE DELLA regina di napoli

Col seggio di Piazza Nido degli Aragonesi di Napoli: i Siscara

I Siscara, aragonesi giunti pare con Re Alfonso, si stanziarono in Calabria, a cominciare dalla Rocca di Cosenza. Dopo il 1500 Don Vincenzo Siscara fu signore di Pietrastornina, quando Don Innico fu vescovo d’Anglone in Basilicata e Don Lorenzo fu al seguito di Carlo V imperatore (Aldimari, Memorie).
Siamo a poco prima del 1550 e si tratta di Vincenzo Siscar dei conti di Ajello, che divenne primo Signore di Pietrastornina di tal famiglia, essendo già patrizio napoletano, sposo di Lucrezia Marchese dei signori di Castelpagano. Vincenzo comprò poi da Giovanni di Capua dei conti di Altavilla anche l’adiacente feudo di Terranova il 2 maggio 1566.
Lo seguì il fratello Francesco Siscar, Signore di Pietrastornina e patrizio napoletano, sposo di donna Isabella Siscar dei baroni di Tarzia. Il terzo fratello, Inigo Siscar Patrizio Napoletano, dottore in leggi, divenne Vescovo di Anglone e ne seguì l’estinzione (Libro d’oro della nobiltà Mediterranea).
Donna Vittoria, figlia di Don Pietro fu Don Lorenzo Siscara, soldato molto celebrato sotto Carlo V, dei conti di Aiello, abitava al seggio del Nido. Anche Donna Vittoria fu erede di Donna Sabella, maritata a Don Francesco Siscara, signore di Pietrastornina, perché successero ambedue al padre morto senza eredi maschi, estinguendosi la famiglia con Donna Giulia Siscara, moglie di Scipione Filomarino. Perciò Pietrastornina si ritrovò feudo dei don Sabella e Francesco coniugi Siscar (Ruffo, Discorso).
Cento anni dopo, la bottega marmoraria napoletana del 1634, scolpiva la Memoria funeraria per Gaspare Siscar e Diana Monsorio, a Napoli, in S.Maria la Nova, cappella maggiore (AA.VV., la Calabria del Viceregno).
Oggi il toponimo Siscara viene ricordato in una strada di Poggiomarino.

Landolfo Caracciolo, signore di Pisciotta nel 1269, generò Bartolomeo. Da Bartolomeo nacque Berardello. Da Berardello nacque Giovanni. Da Giovanni nacque Berardo II Caracciolo, detto Mazzandrone, maggiordomo maggiore, sposo di Caterina Galluccio con la quale generò Pietro detto Petracone.
Nella cattedrale napoletana di S.Gennaro, v’è la Cappella detta del Tesoro, ovvero dipinta dal Tesauro, pittore del 1520 circa, con le storie della vita del santo. Appresso si scorge l’antica Cappella di s.Giovanni in Fonte, dove si riuniva la compagnia di s.Restituta, seguita dalla sagrestia dipinta da Luca Giordano, con le sette cappelle.
Attaccatta a S.Giovanni vi è la Cappella dei Dentice, detta del Pesce, e poi l’antica cappelletta di Petraccone, Cavalier della Nave: e nella tavola di marmo, che sta collocata sopra d’un picciol altaretto, vi si vede il segno che detti cavalieri portavano:
- Entrati poi per le spalle del Coro nella Croce, si vede alla destra la Capella dell’antichissima famiglia Crispano... Segue la Cappella de Signori Caraccioli, dove vedesi un’immagine del Crocifisso, che è la prima che fusse stata collocata nella Chiesa Napoletana. Di poi viene la Cappella antica dei Signori Minutoli (Celano, Delle notizie del Bello).
Petracone I (fu Berardo II e Caterina Galluccio), divenne famoso per essere diventato Vicerè Vicario in Terra d’Otranto, le cui armi sono raffigurate col leone, ebbe per figlio Bernardo sposo di N.Caracciolo. Governò Castellammare, Vico, Pozzuolo, Procida, e Somma, divenendo anche Viceré della Capitanata (Della Marra).
Amelio fu Guglielmo del Balzo, Principe d’Orange, aveva già ricevuto i feudi di Pietrastornina e de «La Bella», divenendo capitano o maresciallo generale del Regno ai tempi di Roberto d’Angiò. Ne risultava vicario precettore dell’erede e sfortunato padre di Giovanna I, il Principe Carlo Duca di Calabria a Sala Consilina.
Ai tempi dell’invasione castigliana del 1338-48 del Regno tolto all’erede Regina dagli eredi di Sancia, vedova di Roberto, Giovanna I fu richiamata dal Papa ad Avignone, in Francia, anche Pietrastornina ne subì le conseguenze.
Fra il 1336-1338, infatti, morente il signore Amelio Del Balzo, divenuto Giustiziere della Provincia di Terra di Lavoro per via degli scontri con i Castigliani, invasori di tutte le coste delle province, il paese già subì il primo scossone per via dell’interregno e della successione del feudo a farsi nelle mani dell’erede Ceccarella, prima che passasse anch’ella a miglior vita, fra il 1346-48.
Matteo della Marra ne ebbe il possesso nel 1348, almeno prima del passaggio a Francesco de Balzamo, nel 1393, il quale comprò il feudo detto Duetorri, e quello della Mensa di San Martino, al quale successero Fabrizio, Antonello e Gasparo oltre il 1450.
Nel mentre?
Pippo, chiamato Ugoth, cavaliere, inizialmente seguace del duca d'Angiò, si riconciliò col ramo dei Durazzo di Re Ladislao, il quale gli restituì il suo sequestrato borgo di Campello, in Terra di Lavoro (Allgemeine Encyclopädie).
Ai primissimi del 1400, furono ancora i tempi di Re Ladislao e della ripudiata moglie Regina Costanza Chiaramonte, svernata in Altavilla Irpina e morta a Reino, al seguito del nuovo marito De Capua, primo ministro della Corona e feudatario delle ex terre capuane.
Il Re, non fidandosi dei traditori, ordinò un’informativa sul milite capitano di Terra Montefuscoli, Pippo Caracciolo, su segnalazione dell’abate e dei vassalli di Montevergine, lamentatisi con Ladislao perché Pippo comandò che «si spezzassero seras turris seu domus ipsius monasterii in» Pietradefusi (Mongelli, Regesto).
Il riferimento è a prepotenze ed estorsioni contro beni e vassalli del monastero, non solo e principalmente a Pietradefusi, da cui l’ordine di non disturbare più il monastero nel possesso dei suoi beni (Scandone, Documenti).
Filippo Caracciolo detto Pippo era Maresciallo del Regno quando la rocca di Pietrastornina, però era passata nelle mani dell’altro futuro Maresciallo, Petracone Caracciolo, detto Petraccone, che subì l’invasione dei Leonessa (nel 1426 non nel 1418), capeggiati dal gonfaloniere della Chiesa, Marino della Leonessa, avversario della Regina Giovanna II, o meglio di Sergianni.
«Ambasciatore in Francia, Maggiordomo della Corte, Regio Consigliere e Maresciallo del Regno», Petraccone, «per ordine della Regina Giovanna II si portò ad assediare la Terra di Candida tenuta dal ribelle Filippo della Candida» (Candida Gonzaga, Memorie).
Questi, avversario di Sergianni Caracciolo, si opponeva con le armi ai confini della Contea di Avellino e dei feudi posseduti da Caterina Filangieri, sua nipote, moglie del Gran Siniscalco Sergianni, erede del Conte Giacomo Filangieri, essendo i suoi quattro fratelli morti in poco tempo, non senza sospetto di veleno.
I papalini di Marino della Leonessa prepararono l’imboscata al Maresciallo generale del Regno di Napoli ai piedi del Matese, sulla via di Campitello, aspettando che le truppe regie tornassero al campo, situato verso il confine dello stato pontificio, dopo il colpaccio avuto a Candida.
«Nel ritornare Petraccone da quell'assedio, presso Boiano fu catturato dai vassalli di Marino della Leonessa e menato alla Terra di Pandarano ove fu messo in prigione.
I Leonessa lo condussero poi in Pietrastornina «Terra di quello, dove chiamato il castellano gl'intimò di consegnargli il castello, minacciando di morte il Petraccone Caracciolo, il quale, ceduta la Rocca, fu lasciato libero» (Candida-Gonzaga, Memorie).
L’altro storico lo chiama Pippo e dice che «nel 1426 Pippo Caracciolo di Napoli, milite della Corona, era già Maresciallo del Regno e regio consigliere. Costui nell'aprile della 15.a Indizione per ordine di Giovanna 2.a si portò ad assediare la terra di Candida, che possedevasi dal ribelle Filippo Filangieri, detto Preite, dove poiché stiede accampato per molti giorni, venne ad accordo col Filangieri. Nel ritornare dal campo, presso Boiano, fu catturato da' vassalli e familiari di Marino di Lagonessa e menato alla sua Terra di Cervinara e poi alla Terra di Pandarano dello stesso Marino, dove fu cacciato in prigione».
Indi il Lagonessa lo condusse a Pietrastornina feudo del Caracciolo, e chiamato il castellano gl'intimò di rendere il castello minacciando in contrario di uccidere Pippo. Per la qual cosa consegnato a Marino Lagonessa il castello e la terra di Pietrastornina, il Caracciolo fu lasciato libero».Quindi fu nel 19 agosto del 1426 che Giovanna II ordinò a Marino la restituzione della Terra di Pietrastornina a Pippo Caracciolo [Alla p. 141-742, dove si cita il fol. 49 del Fasc. 74] (Minieri-Riccio, Studi storici sui fascicoli)
Petracone I (m.18.4.1383) visse ai tempi di Marino e del terremoto del 1348, quando Giovanna I e il Papa erano ad Avignone.
Intorno al 1345 Marino, soprannominato Cassano, uomo assai possente, e splendido per molte ricchezze fù Viceré delle Province del Principato di là, e di Capitanata. Ma assai degno, e principal Cavaliere è Petracone Caracciolo signor di feudi, e Maiordomo della corte Reale, che per lo valore dell’armi, e per lo candor della fedeltà fu tra i più cari, e favoriti della Reina (De’ Pietri, Cronologia).
Da costui discendono i Duchi di Martina, i Principi di San Buono, e Marchesi di Bucchianico, i Duchi di Sicignano, et altri signori.
Vedesi nel Duomo la sua statua nel suo sepolcro di marmi, ove leggiamo:
- hic iacet nobilis, et strenuus
miles dominus petraconus
caracciolus senescallus
clarae memoriae dominae
regina ioannae illustriss.
qui obht anno domini
m.ccclxxxiii. die xviii.
mensis iv n ii vii indi.

(De’ Pietri, Cronologia)

Petracone, siniscalco regio sotto Giovanna I, ebbe giusto il tempo di prendere parte alla fondazione dell’ordine cavalleresco rifondato da Re Carlo di Durazzo, III di Napoli, che passò a miglior vita. Il simbolo della favola della nave di Argo era scolpito sulle tombe di Petracone e Boccapianola, nella cattedrale, dove furono sepolti, ad imitazione del greco Giasone e dei suoi 52 compagni. Così quelli che facevano parte dell’ordine dei Cavalieri della Nave, che si rifaceva ai vestimenti in onore di s.Nicola di Bari, istituito nel 1381, secondo la tradizione voluta prima da Carlo V e poi da Carlo III. Negli anni successivi, infatti, l’ordinamento militare del Regno di Napoli andò scemando e, nel 1415, anche l’ordine della Nave fece naufragio forse per l’ingresso di persone di ceto inferiore per cui la Regina Giovanna II dispose le rendite della chiesa sul molo, dove si radunavano, ad altro uso, inglobandola in un ospedale per i marinari, governato da due nobili del sedile di Porto e otto onorati cittadini (Carletti, Topografia).
A Petracone I successe Bernardo Caracciolo, diverso dal padre, ma comunque a sua volta padre di Petracone II in tempi in cui l’epoca delle conquiste lasciava il posto alle feste di Palazzo del pre-Rinascimento Napoletano.
Petracone II, fu Bernardo, divenne I Conte di Brienza e Maresciallo del Regno.
Dopo il primo matrimonio con Fiola Minutola, de quien no tubo hijos, sposò Caterina Iesualdo figlia di Sansone e Antonella Porceleto, nobile moglie francese (De Sosa, Noticia).
Dal matrimonio di Petracone II, I Conte di Brienza, con Catalina Iesualdo (fu Sansone e Antonella de Porceleto, francese) si ebbero due figli:
- Francesco Caracciolo signore di Sicignano;
- Iacome Conte di Brienza che divenne Gran Cancelliere del Regno sotto Ferrante I nel 1479, quando sposò Lucrezia del Balzo (figlia del conte di Alesano).
Quindi lo scambio di persona è fra Petracono e Filippo, solo che non c’è nessuno Filippo nella discendenza.
Quindi correva il 1426 e non il 1418?
E’ pur vero che il Filippo Caracciolo in questione sia esistito nei documenti e viene altresì denominato Pippo, fin dall’anno 1415, quando possedeva quasi tutti i feudi della Montagna di Montefusco, ma non Pietrastornina.
Suoi erano le Terre di Castello di Montefalcone, Castello Pagliara col casale di Bagnara e Montedurso, Casale di Sangiorgio, Lo Piesco, Terra di Pietrapolcina, feudo di Monterone, Bosco del Pino e feudo d’Orta, Casale Toccanisi ed una parte del Casale di Torrioni, come notifica l’attuario nel 1415.
Un caso emblematico «d'exclusion des femmes peut être relevé chez les Caracciolo de Montefalcone: en 1415, Pippo Caracciolo reçoit le fief», ebbe il rilievo del feudo, «pour lui et pour ses héritiers masculins et féminins». Una novità questa dell’eredità per femmine. E’ evidente che il figlio Berardo già non avesse eredi maschi, perciò nel 1446, son fils Berardo est investì du fief» che sarà ereditato dall’erede femmina, sua figlia Antonella (De Lille, Famiglie).
Pippo aveva 5 figli maschi e il primo si chiamò Berardo e ne fu erede universale la figlia Antonella sposa di Giacomo Minutolo e ne fu erede Marella moglie di Marino Tomacello. Lasciando a bacco asciutta gli altri figli, fra cui Cola da cui si originò la linea di Casalbore (Ricca, Storia dei feudi).
Da qui l’amicizia in grazia di Papa Bonifacio IX, Pierino Tomacello, zio materno di Pippo, il quale, al suo 7° anno di pontificato, gli donò Castello delle Ripe di Roma per obbligare il pronipote alla dote di Margherita Ruffo, figlia di Fulco, vedova di un Di Costanzo di Casalduno e S.Lupo, maritata a Nicolò Caracciolo primogenito di Pippo detto Ugot. L’altro figlio del Conte Fulco, Guglielmo, ricevette la Contea di Sinopoli in eredità nel 1393 per mano di Re Ladislao, già suo consigliere, sposo di Lucrezia Caracciolo (Istoria casa dei Ruffo).
Pippo ebbe poi, nel 1433, in qualità di cessionario della Regia Corte, ebbe i feudi di Toccanisi e S.Angelo a Torrioni, e una porzione di Casale Torrioni, approvata dalla Regina Giovanna II, il 10 giugno 1433, dopo averle tolte ufficialmente allo sfasolato Guarino del Turco di Montefusco (Ricca, Istoria).
Nel 1436 fu la nuova Regina Isabella di Lorena, dell’antiregno del marito Renato d’Angiò e sua vicaria, a concedere a Pippo una casa devoluta alla Curia Regia per ribellione di Enrico della Leonessa e Terina Caracciolo passati con gli Aragonesi:
- in curte Caracciolorum, iuxta domos dicti Pippi a parte superiori et a latere iuxa domos Stardi Crispani et domos Therine Caracciole et alios fines (in platea Capuana, loco Corte delli Caraczoli, Delle Donne-Iacono, Linguaggi).
Quindi Pietrstornina fu di Petracono, anche se la discendenza di Petracone II, ebbe un corso feudale diverso, perché divenne Gran Giustiziere.
Fu III Conte di Brienza, II Duca di Caggiano, I Duca di Martina; Petracone fu dal 2 novembre 1472 anche primo titolare della contea di Buccino, che gli era stata portata in dote (Napoli Nobilissima).
Seguì Giacomo Caracciolo I Duca di Caggiano, Gran Cancelliere del Regno e II Conte di Brienza. Sposò Lucrezia del Balzo da cui ebbe Petracone III, Duca di Caggiano e Martina e Gran Cancelliere del Regno sposo di Isabel de Ascarlona contessa di Bugino (De Sosa, Noticia).
Petracone III fu Gran Cancelliere della Regina. Poi l'infausto 1507, quando Ferdinando il Cattolico infrange la tradizione secolare e dà Martina Franca in feudo a Petracone III Caracciolo (Brandi, Viaggi). Mantenne un governo (1507-1522) per certi versi rispettoso delle tradizionali autonomie, specie in termini fiscali; ma il suo successore, Giambattista I Caracciolo (1522- 1524), mise in atto una politica (Fumarola-Musardo Talò, I Santi patroni).
Indi Petracone IV fu Gran Siniscalco (Bella-Bona, Ragguagli).
Nel 1540 una cappellania di S.Maria ad Nives di Napoli, come dice l’arcivescovo, di patronato di Marino Caracciolo di Montesardo, figlio di Petracone, ma in realtà fratello carnale. Tutti discendenti da Tiberio del ceppo del colonnello Muzio o da Marino ceppo dell’altro colonnello di Montesardo. Dal fratello di Petracone, cioè Marino, nacque la discendenza di Avellino e Brienza con Ettore e di Montesardo con Giuliocesare. Da Ettore nacquero Marino e Tiberio, capostipite del colonnello Duca di Castelluccio e di Muzio. Giovanni, morto Ettore, nel 1528, rilevò i feudi del padre riferiti al Monte di Brienza, cioè alle entrate feudali di Marsico Vetere, secondo le carte del vescovo Ottavio Caracciolo della città di Marsico (Mazzaccara, Per lo Signor).
Con istrumento 24.3.1545 per notaro Antonio Tispia da Buccino, tale Petracone Caracciolo duca di Martina concede in enfiteusi a Nicola Antonio Ferrarese da Brienza una casa in località S. Nicola «poveriello» (Paternoster, Brienza).
Quando i parenti di Sergianni furono imprigionati, la prigionia di Petracone non fu lunga. Castiello de l’Abate in mano di Messer Petracone (Faraglia, Storia della Regina).
Nel 1642, Petracone IV, fu dalla regina destinato a Commissario, o Vicario generale di Salerno con tutta la regia autorità, rimovendone Antonio Colonna, à cagione di sospetti di lui formati (Conte Bisaccioni, Historia).
Questo per chiarire che la Terra di Pietrastornina detta Rione di S.Rocco, ex Oppido del Campanaro della Pietra, fu scippata al Papa di Benevento e unita alla Piazza, quella con la Rocca della Torre o Castrum che dir si voglia, che è poi la casa Palazziata conosciuta come Palazzo Campobasso, dove ancora svetta l’ex stemma dei Della Leonessa, il cui Palazzo divenne la Rocca dei marescialli napoletani, con tanto di segrete alle spalle, ancora utilizzate dalla Guardia Nazionale borbonica. Palazzo Campobasso fu Castrum, ovvero la Rocca col Carcere di Petracone, centro militare dei Marescialli del Regno di Napoli.
Fu anche l’ex seggio del Principe Lottieri d’Aquino, quindi la sede politica e amministrativa, che si contese il feudo del Campanaro, che inglobò l’ex Terranova, i cui abitanti migrarono dai Ciardelli al Rione della Pietra, unendo al culto di San Sebastiano quello di San Bartolomeo. Un’altra volta parleremo del Campanaro di San Marco.
S. Cuttrera