45. REINO NEL 1753

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Copertina posteriore

I luoghi di Reino nel Catasto Onciario

Negli atti preliminari, nelle rivele e negli apprezzi del Catasto Onciario dell’Università di Reino sono riportate le denominazioni dei quartieri abitati e delle località di campagna.
Le contrade, o rioni, del centro abitato di Reino nel 1753 sono le seguenti: Costapagliaro, la Fontana, sotto la Fontana, sopra la Fontana, la Valle, lo Castello, sotto al Castello, a lo Palazzo del Signor Principe, Porta della Terra, la Risca, Santo Nicola, Santo Pietro, lo Cimitero, Porta della Valle, la Piazza Publica, Isca, la Chiesa, sotto la Chiesa, lo Campanile, lo Toppo, la Porta della Piazza, la Torretta, sotto il Castelletto, la Dogana, sotto la Taverna e li Fossi.
È evidente la conformazione urbanistica con impianto fortificato, collocato alle pendici del castello e protetto da una cinta muraria medievale. Sono infatti ancora presenti tre porte del borgo, che si aprono nelle mura difensive: la Porta della Terra – riportata di rado anche come Porta dentro Terra per specificare la porta principale oppure una porta inglobata in quel periodo nel tessuto urbano, e quindi forse appartenente ad una cinta muraria più antica e interna ad una successiva cinta – che doveva essere la porta d’ingresso della Terra di Reino; la Porta della Valle, che introduceva al rione detto la Valle, all’epoca molto abitato; la Porta della Piazza, che conduceva a la Piazza Publica, dove si svolgono i publici parlamenti dell’Università, ovvero le riunioni pubbliche dell’antico Comune di Reino.
Le contrade maggiormente abitate sono, oltre alla Valle e alla Piazza Publica: Costapagliaro, la Fontana con le sue zone adiacenti sopra e sotto di essa, lo Castello e sotto lo Castello, la Risca, Santo Nicola e la Chiesa. Costapagliaro è un quartiere così denominato per le abitazioni costruite con legno e paglia, dette appunto pagliari, in cui vivono molte famiglie ancora nel 1753, mentre la Risca, a cui probabilmente va assimilata l’Isca, quest’ultima derivata per aferesi della lettera “r” iniziale, ha origine forse in un toponimo più antico come potrebbe essere la Prisca. È da ricordare infatti che stesso il nome Prisca ha provenienza remota, ed il nomen Priscus già significava nell’antica Roma “delle prime età”, “molto vecchio”. Un ulteriore ipotesi di derivazione si può formulare considerando la denominazione Crisca, che si ritrova in altri toponimi rurali. Santo Nicola doveva così chiamarsi per la presenza, in passato, di una cappella o una chiesetta intitolata a questo santo, già inesistente nel 1753.
Poche sono invece le abitazioni che si ritrovano a Santo Pietro, lo Cimitero, la Torretta e lo Castelletto, che sono per lo più aree rurali in cui sono coltivate vigne e vi sono terreni seminatori, oppure a lo Toppo, la Torretta, la Dogana, lo Campanile, sotto la Taverna e a li Fossi78. Di Santo Pietro, ricorda Alfonso Meomartini: è su una collinetta verso Colle Sannita. Verso la prima metà dell’800 gli anziani vi ricordavano una chiesetta con le sepolture, la tradizione ne faceva una terra abitata. Era terra abitata e feudale, che si chiamava Sanctus Petrus Collectanus e si possedeva da Malgerio de Marcla, lo stesso che possedeva Pesco menzionato nel Catalogus Baronum. Non era nella Contea di Buonalbergo come Reino ma in terra di Capitanata79. Lo Cimitero doveva trovarsi vicinissimo alla Chiesa madre dell’Annunziata, seppellendosi i morti fino all’editto di Saint Cloud80 nelle chiese stesse, così come pure lo Campanile (da intendersi della chiesa madre), dove vive il massaro di campo Giambattista Capone che nella sua rivela specifica abitare a lo Campanile confinante con la cupola e la strada. La Dogana, istituita nel 1583 dal Viceré Spagnolo, la Torretta, lo Castelletto e la Taverna, alcuni di questi ancora oggi esistenti come toponimi, erano sicuramente altri punti importantissimi della Reino del Settecento. Del Castello restano oggi soltanto le fondamenta, visibili sul costone di roccia che sovrasta la chiesa dell’Annunziata81.
Una serie di toponimi sono legati alle aree rurali: l’Acqua Salza, l’Aria di Caruso, l’Aria di Piacquadio, l’Aria vecchia, lo Bosco / sotto il Bosco, Bosco del Monte, le Brecce, lo Canale, li Capanni, lo Calabrese, Castellone, Cavavallone (o L’Aiavallone), Cefaloni / Cefalone, le Cese, li Cerri di Carlone, la Cerza, la Cerza dello mpiso, le Cerze di Francesco Fragneto confinante con Santo Pauolo, la Chiusa, la Chiusella, Chiusa delli Verzini, Cicco Chiatto, la Chiusa di Francesco Chiatto, lo Cimino, lo Cimitero, la Crocella, Croce di Rocco, la Cupa, Cupa dello Perillo, li Demaniali, le Diserre, Lo Favale, li Fiancolli, lo Fiume, la Fiumara, la Fonatana, Fontana del tufo / la Fontana de’ Tufi, Fontana del Occhio, Fontana di Cuculo, Fontana di Santo Pauolo, Fontana di Sant’Elia, Fontana delle Peraglie, Fontana di Cola Domini, Fonte tre piedi, la Fontanella, Fonti Fiorillo, Fontepascale / Fonte Pascale, lo Fornillo, li Fornace, li Galizzi, lo Giardino, Grezzetella / Grezzete / Grasetello, Gresno, li Grutti, Insulano, Iaparente, Isca di Carlo, Isca di Censo, Isca di Laura (o di Lauora), li Laghi, li Lati, le Lame, l’Oliveto del Signor Principe, l’Ortera, Massaria di Petrillo, Montedino, le Mortine, le Morge, le Murge di Cimino, li Paduli / lo Padulo, li Pagliarini, lo Pagliaro per Morcone / lo Pagliaro di Morcone / lo Pagliaro di Morrone, le Pagliare, lo Pagliaro vecchio, la Piana, la Palata / la Palata del Molino, Parasacco / Parasano, lo Pastino, le Peraglie / le Perelle/ le Peraghe, lo Pesco di Carlo, Pesco Ceraso, Pesco Ianotto / Pesco Iannotto / Pesco Iannozzo, Pesco Marotta, Pesco di Pago, Pesco delli Monti / Pesco del Monte / Pesco de’ Monti, lo Pesco dello Fico, lo Pesco della Ficora, Pesco di Sacco, Pesco della Pietra, Pesco di Lembo, lo Petraro / lo Petrale, le Petrelle, Petrone, li Pianelli, lo Piano di Piatto (o di Piatta) / Piana di Chiatto, li Piani della Parata, Piano Milano (a volte Ianni Milanni), Pianello del Rosario, Pietra uta, Pietre Longa / le Pietre Lunghe Pietrelunghe, Pietro Cavota, Lo Piscaro, Piscero, lo Piscone, la Pischeta o Pischera, li Pirazzi, lo Pozzo (o pozza, o puzzo) dello Monaco, lo Puzzo, lo Puzzo strano, Pozza di Cionona, lo Pozzo di Cicco Chiatto, Puzzo di Pischetto, Puzzo di Lembo, Puzzo di Mastro, La Risca / la Crisca, Rondicino, li Salci, la Sappera, le Saude / li Saude / li Saudi82, le Serre, Serra di Campo, la Serra del Ceruso, lo Serrone, la Serra di Santo Janni / Costa di Santo Janni, Sant’Angelo, Sant’Elia, Santo Paulo, Santo Pietro, la Starza, Terre della Corte, li Termini, li Tufi, la Saleca, li Streppari / lo Stripparo / Streppara, li Soppara / la Sappera, lo Stortizzo, la Sturza, la Taverna, lo Toppo, lo Toppo di Russo, Toppo delle Perelle / Toppo delle Pecorelle, Toppo di Santo Pietro, Toppo la Serra, lo Tratturo, lo Vado delli Vaticali, lo Vario, lo Vallone / li Valloni, lo Vallone dell’accquaviva (o del Acquaviva / del Accquaviva), la Varcha, la via per beneventana, la via reggia, via nera, Vignera, la Vigna vecchia, la Vignaletta, la Vigna della Chiesa, li Vignali.
Per molti di essi si può facilmente risalire all’origine, o comunque ipotizzarla: l’Acqua salza per la presenza di acqua salata o sulfurea; i toponimi come l’Aria di Caruso83 o l’Aria di Piacquadio definiscono le aie con i loro antichi proprietari; le fontane, i pozzi, i fiumi e le fiumare e riconducono ai tantissimi luoghi ricchi di acqua presenti nel territorio di Reino; i toppi erano le alture; i peschi e le morge fanno riferimento alle aree rocciose; le serre, le chiuse, le lame e le coste sono territori agricoli delimitati naturalmente; le vigne, vignere e vignarelle riconducono alla coltivazione praticata; i percorsi e le vie di comunicazione sono segnalati da termini come il tratturo, il vado o la via.
Oggi, molti di questi toponimi sono rimasti quasi integri nella forma, tramandati da secoli fino alle nostre generazioni. Alcuni esempi sono: la Salera (dalla Saleca), la Fontana dell’Occhio (dalla Fontana del Occhio), la Cupa Perella (dalla Cupa delle Perelle), l’Isca del Mulino, il Padulo, il Piano, il Bosco del Monte, le Crocelle, la contrada San Paolo, via Dogana, Sant’Elia, via Castello, Petrara, Piscero, Saude, via Torretta, contrada Castellone, Montedino, Cefalone, Streppone, Strepara e Taverna del Ponte.

Il Catasto Onciario elenca anche gli istituti religiosi, cosiddetti luoghi pii, di Reino: la Chiesa della Santissima Annunciata e le Venerabili Cappelle della Santissima Annunciata, del Santissimo Rosario e di Sant’Antonio di Padua della Terra di Reino che vivono nella Communità eretta nella Chiesa della Santissima Annunciata di detta Terra.
La chiesa arcipretale dell’Annunziata nel 175384 è gestita dall’arciprete Reverendo Signor Don Domenico Fusco di 55 anni, figlio di Carmine ed Olimpia Granato coniugi della Terra di Vitolano, Arciprete di questa Terra di Reino, il quale rivela che la tale chiesa possiede la decima di tutte le vittovaglie a raggione d’ogni 11 tomoli ed esige capitali da diversi cittadini.
Le Cappelle della Santissima Annunziata, del Santissimo Rosario e di Sant’Antonio di Padova, secondo la rivela presentata dall’economo Ambrogio Zampelli, si reggono con i censi derivati dagli affitti di molte proprietà in Reino. Tantissimi sono i reinesi fittavoli delle proprietà delle cappelle o debitori di denaro da queste prestato con tasso d’interesse.

Description

I COGNOMI DI REINO (BN)

Il notaio Gaspare di Nunzio ha rogato a Reino dal 1750 al 1792 e ha lasciato ai posteri il ricordo della carestia del 1764 vissuta a Reino. La sua memoria, conservata presso l’Archivio di Stato di Benevento, ci racconta che le povere genti hanno perito (sono morte); si periscono fin dal mese di agosto. In quest’anno 1763 esta (c’è) la scarsezza d’ogni cosa grana (cereali), leume (legumi), frutti di ogni sorte, non si è fatto cosa alcuna. Nel mese di novembre fame grande. Le maggesi metà restate da seminare, fuvvi grandine nelli 25 del detto mese di novembre 63 vi fu una neve cosa mai veduta, da circa palmi sei di neve in queste parti ma nelle montagne di Colle, Circello e Santo Marco paesi vicini sono entrati nelle case per le finestre per la tanto neve consederate la fame sono ridotte le genti a mangiar carne di cavallo. Nel mese di dicembre provveduto il Re nostro Signore con ordini per la robba, ma non se ne ritrovano denari per comprarla, sfigurate la gente, morti i cani e le galline dalla fame. Le meglio case sono ridotte a mendicar volendo vendere e non ritrovano. Anno doloroso dello sessanta quattro che Iddio ce ne liberi più di tale annata, dal mese di gennaio sino ad agosto si sono vedute cose che mai al mondo si sono sentute, mortalità di ogni cedo (ceto), morire per le strade di fame senza sacramenti, mangiare carne de cani carne d’ogni schifoso animale. Il grano gionto a queste parti nostre ad Otto ducati il tomolo l’orzo e la granodindia a docati cinque il tomolo, il pane nell’ultimo prezzo arrivato, sino a grana tredici il rotolo e non se ne ritrovava, la brenda d’orzo e di grano à grana quattro e cinque il quartavolo, nella dogana di Benevento e di Montesarchio, ed Avellino è gionto a docati quaranta e trenta il sacco dal Re si è comprato il grano in Benevento con grande impegno a docati sette il tomolo in questo nostro paese, erano otto cento cinquanta anime nel detto anno 64 ne morirono 439, e poi, fatto meglio il cunto sono morti 461 non già di naturale ma di pura fame, li genti mettevano a sponzo (a bagno) li cuoi de cripi (setacci) e stivali, pelli di ogni sorte d’animali, e poi se li manciavano trasfigurati dalla loro natura il vino caro à grana 4 la caraffa l’oglio à grana 18 la caraffana ol lardo à carlini 4 il rotolo, pena penuria grande si era scanosciuto il tutto che padre abbandonava i figli e moglie e la moglie abbandonarsi marito e figli ad andar mendicando per vivere loro morti in campagna, per strada (…) in Napoli secondo le relazioni morivono il giorno da circa 700 persone il giorno, per queste altre parte convicine è stata una mortalità grande andandosi a seppellire fuori dell’Abbitato con bruciargli ancora per la moltitudine di cadaveri in sino li soreci (topi) si mangiavano per la fame38.
Ritornando al Catasto Onciario, le famiglie delle vedove sono 9: Anna Tozzi, Angela Boffo, Angela Ruggiero, Carmina Paolella, Domenica Cerrito, la Magnifica Giovanna Fasulo, Rosa Farasso e Gerolima Verzino, alcune delle quali già citate e tutte di estrazione popolare, fatta eccezione per la Fasulo.
La prole, all’interno delle famiglie, è parte integrante dell’economia domestica tramite la propria attività lavorativa. Già dall’età di 9 o 10 anni, le femine di casa sono considerate vergini o zite in capillis, quindi maritabili, mentre ai maschi sono assegnate mansioni di avvio alla dura vita lavorativa di campagna. Ci sono tantissimi bracciali adolescenti, tra cui Felice Penna, Anzelmo Borza e Nicola Cocca di 11 anni e Filippo Calzone di 12 anni39, oppure gualani, che sono giovanissimi lavoratori agricoli a contratto annuo, addetti alla custodia di terre o alla cura e al governo di animali (equini e bovini) che impiegano nei lavori di trasporto o di aratura, come Ignazio Tozzi di 16 anni, Silvestro Orsillo di 14 anni, Domenico Mastronunzio e Marco Caporaso di 13 anni, Nicola Volpe e Ludovico Tozzi di 12 anni, Giovanni Pietro Tozzi e Alesio (Alessio) Verzino di 10 anni e Giuseppe Smiraglia addirittura di 9 anni. Minori sono anche i custodi di bestie, come il porcaro Paolo Boffo di 10 anni figlio di Antonio, il custode di bovi Domenico de Masi di 15 anni e i custodi di pecore Domenico Verzino e Felice Tozzi, rispettivamente di 15 e 14 anni, nonché i pecorari Festo Orsillo di 16 anni, Ignazio Boffo di 14 anni, Giovanni Cacciano di 13 anni, i fratelli Gioacchino e Giovenale Tozzi di 12 e 10 anni, e Girolamo Vetrone e Gennaro Capone di 9 anni.
I più sfortunati sono il malsano Filippo di Nunzio di 23 anni figlio del bracciale Gianbattista, il malsano e matto Rosario Campolieto di 20 anni figlio della vedova Angela Boffo e l’inabile trentenne Ambrogio Cacciano figlio del bracciale Giovannangelo.
Singolare, infine, è il caso del massaro di campo Giuseppe Piacquadio, originario del Colle, che nella rivela risulta avere 100 anni e nell’apprezzo addirittura 106 anni, ma che nello Stato delle Anime del 1752 allegato al Catasto è registrato come poco più che ottuagenario.

I cognomi registrati a Reino nella metà del Settecento sono, in ordine di diffusione: Tozzo/Tozzi (13 famiglie), Capone/Caponi e Mastronunzio (8), Verzino (7), di Nunzio (6), Boffo/Boffa, Dentato/Dentati, Calzone e Piacquadio (5), Autore, Cacciano, Campolieto e Cocca (4), Altiero/Altieri, Bisconte, Bovino, Ursillo/Orsillo, Smiraglia e Volpe (3), Borza, Cerrito, di Domenico, Mastrodomenico, Palmiero, Perciasepe, Zampelli e Zerrillo (2), Barone, Caporaso, Cusano, D’Antonoli, de Masi, di Maria, Faga, Ferro, Ferrocchia, Fiore, Forlino, Gairro, Gallo, Gentile, Greco, Guarantello, Guerrera, Iacobaccio, Iavasile, Lembo, Pantasilena, Penna, Petrone, Ruggiero, Supino, Tosto, Veteri/Vietri, Vetrone e Volturara/Ulturara (1) 40.
Attualmente, i cinque cognomi più diffusi a Reino sono Tozzi, Verzino, Calzone, Petrone e Orsillo, tutti già presenti nel Catasto Onciario dell’Università di Reino in Principato Ultra del 1753.
Procediamo, quindi, con una sintesi etimologica e storica dei cognomi sopraelencati, seguendo l’ordine di diffusione rilevato nel Catasto Onciario, e non quello alfabetico.
TOZZO/TOZZI – Cognome panitaliano, ovvero largamente diffuso in tutto il territorio nazionale, deriva dall’ipocoristico aferetico Tozzo, originato da personali quali ad esempio Lambertozzo, Albertozzo, Robertozzo, Bertozzo, etc. Da non escludere la possibile origine dal longobardo Tozo o Tozilo, documentato in Italia a Bergamo già nella metà dell’VIII secolo, oppure dal soprannome canzonatorio cognominizzato “tozzo”, dal latino tunsus o tusus, participio passato di tundere (pestare, ammaccare), col significato di “persona dalla bassa statura e corporatura pesante e massiccia” 41. Si distinsero, con questo cognome, i sindaci Teodoro (1810-11), Giovanni (1846-51) e Donato (1851-56). Oggi a Reino resta il cognome più diffuso ed è registrato solo nella forma pluralizzata Tozzi42.
CAPONE/CAPONI – Tipico meridionale, deriverebbe da un soprannome formato da “capo” (testa), attribuito al capostipite in rapporto alle caratteristiche fisiche, esteriori, della testa o, in senso figurato, a peculiarità intellettuali e caratteriali. Può essersi formato, dunque, per denominare sia chi aveva “una testa grossa”, che colui che era “testardo”43.
MASTRONUNZIO – Estinto a Reino, e probabilmente assimilato al cognome di Nunzio, a sua volta trasformatosi nell’unica forma cognominale De Nunzio, ha origine nella fusione dell’appellativo mastro, ovvero magistro, da magister, “maestro artigiano”, con il personale Nunzio, a sua volta formatosi dal nome Annunziato che si diffuse in epoca altomedievale per il culto cristiano di Maria Vergine Annunziata44. Nei documenti antichi, il cognome è sempre trascritto nella forma abbreviata e in due elementi staccati: mro Nunzio (o mro Nuntio), con il significato, appunto, di Mastro Nunzio.
VERZINO – Tipico cognome sannita, originario di Reino e diffuso in Italia in due ceppi distinti soltanto nei Comuni di Reino, in Campania, e Rocca di Neto – presso Crotone – in Calabria, trae origine dal patronimico Verzino, nome derivato dal personale latino Vergelius, corrotto nella forma germanica Verzelius. Una seconda ipotesi etimologica ricondurrebbe l’origine del cognome al nome Vergino, legandolo al culto della Santa Vergine45.
DI NUNZIO – Oggi registrato soltanto nella forma De Nunzio, è tra i cognomi più antichi di Reino. A questo patronimico con ogni probabilità è stato assimilato anche il cognome Mastronunzio, che nei documenti a volte si ritrova a sua volta pure nella variante semplice Nunzio o Nuntio. Una famiglia di Nunzio, poi appunto De Nunzio, si distingue a partire dalla metà del Settecento con il notaio Gaspare di Nunzio, che rogò a Reino dal 1750 al 1792 e che durante la redazione del Catasto Onciario del 1753 è menzionato come Locotenente – luogotenente – della Terra di Reino. La casata annovera diversi sindaci: Francesco (1816-1820), Gaspare (1831-35), Remigio (1840-46), Nicola (1861) assassinato dai briganti, e Francesco (1883-1884).
BOFFO/BOFFA – Ancora presente a Reino e tipico di Pesco Sannita, ma registrato anche nel Salernitano, nell’Avellinese e nel Napoletano, dove è abbastanza diffuso, rappresenta la cognominizzazione del personale Boffo o Boffa, attestato nelle forme maschili Boffus e Boffo già in epoca medievale. Il cognome in questione potrebbe essere messo in correlazione anche con il termine dialettale “boffo”, o “boffato”, nel senso di “rigonfio”, “panciuto” (da “abboffato”). A titolo di curiosità, si ricordi un Boffo Grillo di Salerno, capitano reggente di Montefuscoli nel Sannio dall’anno 142546……….

Dettagli

EAN

9788872970133

ISBN

887297013X

Pagine

96

Autore

Paolucci

Editore

ABE Napoli

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Editorial Review

Mestieri, professioni e società

Sfogliando le rivele del Catasto Onciario di Reino, si ha la possibilità di immergersi totalmente nella società della metà del Settecento di questa località, “incontrando” tutte le famiglie dell’epoca, una ad una, con le annotazioni dei mestieri o professioni e dell’età di ogni singolo componente.
Nella parte del catasto vero e proprio, poi, si trascrivono fedelmente le notizie essenziali con l’elenco delle famiglie numerate e riordinate per nome del capofamiglia, anziché per cognome, con la stessa impostazione di ordine delle rivele. Tutto è registrato e trascritto dai deputati e dagli estimatori incaricati alla redazione del Catasto: i nomi e cognomi di tutti i capifamiglia sono riportati in ordine alfabetico di nome, con relativo mestiere e composizione del nucleo familiare, seguiti dal parametro dell’oncia per stabilire l’esatto valore del reddito imponibile. Seguono le rubriche delle Vedove e Vergini in capillis, dei cittadini e delle cittadine assenti, dei sacerdoti reverendi, cioè dei cittadini secolari, chiese e luoghi pii. Dopo l’elenco a parte che estrapola i beni ecclesiastici, tassati diversamente in base al Concordato con la Chiesa, il tutto viene registrato, confrontato e assommato nell’operazione di sommatoria definitiva delle tasse, che va sotto il nome di Collettiva delle once, per stabilire l’esatto importo della dichiarazione totale del reddito imponibile relativo all’Università.
La società reinese è prettamente rurale e ciò è dimostrabile dalla presenza, su 144 nuclei familiari registrati36 nel Catasto, di ben 88 capifamiglia bracciali, ossia braccianti agricoli e 2 definiti come lavoratori, ovvero semplici lavoratori di terra (Carlo Tozzi di 30 anni e Pietro Borza di 50 anni). È questa la classe sociale più povera, definita degli inferiori nel Catasto – per distinguerla dai mediocri, gli artigiani, e dai civili, i benestanti – che seppure può possedere una piccola proprietà, il più delle volte vive in condizioni disagiate. Sono infatti frequenti i casi di bracciali che abitano in un pagliaro di casa con le proprie famiglie: Antonio Mastronunzio, Andrea Mastronunzio, Angelo Boffa, Antonio Calzone, Ciriaco Mastronunzio, Domenico Fiore, Domenico Capone, Francesco Iacobaccio, Gianbattista Altieri, Ignazio Mastronunzio, Nicola Pantasilena, Nicola Barone, Pietro Piacquadio, Simone Piacquadio, e Saverio Autore sono i capifamiglia bracciali che abitano in case di paglia, ma non mancano casi di vedove come Anna Ruggiero vedova di Crescenzo Smiraglia e Domenica Cerrito vedova di Simone Vetrone, o dell’unico massaro di campo che è Gianbattista Boffa, che vivono in queste modestissime abitazioni.
Più redditizia del bracciale risulta, in alcuni casi, l’attività del massaro di campo: vero e proprio imprenditore agricolo, questa figura professionale disponeva a volte di proprietà e mezzi di un ceto benestante. I massari di campo più facoltosi di Reino nella metà del Settecento, tassati nel Catasto per oltre 100 once, sono nell’ordine: Gianbattista Capone (once 288:14), Giovanni Tozzi (192:24), Antonio Tozzo (165:19), Nicola Orsillo (150:11), Andrea de Masi (144:25), Ambrogio Zampelli (120:24), Tomaso Tozzo (112:02) e Giuseppe Piacquadio (107:04). Ovviamente, influisce sulla tassazione la presenza di altri componenti maschi nella famiglia, che costituiscono reddito stimabile per le braccia da impiegare nel lavoro. Nella maggior parte dei casi vivono con le loro numerose famiglie in case di uno o al massimo due membri, ossia stanze, con la sola eccezione del massaro Ambrogio Zampelli che possiede una casa addirittura di quattordici stanze, e coltivano fondi agricoli di proprietà o tenuti in affitto. Si occupano anche della gestione degli animali, come pecore, vacche, maiali, cavalli e somari, che possiedono in proprio o alla socida o socita – in società – o tengono a menanno o a menando in qualità di parsonali per conto dei padronali di bestiame.
Un solo capraro è annoverato nell’Onciario di Reino, e risponde al nome di Nicola di Maria, originario della Terra di Santa Croce e coniugato con la reinese Catarina Boffo.
Gli unici artigiani che compaiono sono i sartori Albano Autore, Francesco Smiraglia e Militone Tozzo, che vivono in discrete condizioni economiche, e il mastro scarparo Mandato Cusano, quest’ultimo originario della Terra di Vitolano che svolge pure attività imprenditoriale tenendo impiegati 60 ducati in negozio di scarparia, che riceve a credenza dal conciatore di Mataloni, e altri 20 ducati in negozio di panni di lana37.
Benestanti, ma senza alcun titolo onorifico, sono i civili Antonio Ferro, che abita in una casa di sette stanze a la Fontana con il nipote massaro di campo ventunenne Pascale Tozzo, e Nicolantonio Greco, il quale vive con la famiglia in una dimora di quattro stanze a la Piazza e tiene impiegati 22 ducati e mezzo per industria d’agnelli e 4 ducati in negozio di bottega lorda, che è il diritto di privativa spettante all’Università, generalmente offerto all’asta al migliore offerente, per la vendita a prezzi controllati di olio, formaggio, ricotta, salami e pesci affumicati, alle persone povere e bisognose.
Oltre ai civili, godono di una posizione sociale privilegiata pure i sacerdoti Reverendo Signor Don Giovanni Ferro, che abita in casa propria di due membri a la Piazza e possiede una vigna con casetta di fabrica a la Mortina e un terreno seminatorio nello stesso luogo, e Don Bartolomeo Cacciano, che vive in casa propria di sei membri a la Piazza e possiede un pagliaro di restoppia per uso di bovi, vigne a la Serra, un orto a lo Giardino e terreni seminatori a la Chiusa e li Stortizzi.

 

Ecco qualche cognome estratto dal testo di Paolucci a titolo di esempio

 

68. Il massaro di campo Giovanni Verzino di 55 anni, figlio di Andrea e Diana Sollazzo, abita in casa propria di 2 membri a Santo Nicola e possiede una vigna a la Cupa delle Perelle e terreni seminatori a Santo Janni, Castellone, le Cerze di Francesco Fragneto confinante con Santo Pauolo, Isca di Laura, Pesco Marotta e la Fontana di Sant’Elia. Ha un pagliaro per uso di bovi a Pesco Ianotto e tiene 3 bovi a menando del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle, una vacca annecchialica a capo prezzo dello stesso Signor Notar Alderisio, 15 pecore alla socita con Domenico Verzino di San Marco dei Cavoti e un somaro a menando di Notar Alderisio. Vive con la moglie Angela Calzone di 55 anni ed i figli Andrea lavoratore di 22 anni, Domenico custode di pecore di 15 anni ed Antonia zita di 17 anni. Once..................53:28
69. Il bracciale Giorgio Capone di 30 anni, figlio di Pietr’Antonio e Catarina Fischetti, abita in casa propria di un membro sotto lo Castello e possiede una vigna a le Vigne della Chiesa e terreni seminatori a lo Puzzo di Pischetto, lo Tratturo, Piano Milano e la Massaria di Petrillo. Tiene 8 capre di corpo alla socita con Lorenzo dello Mastro di Fragneto e un somaro alla socita con il Signor Don Francesco Marruchelli di Castelpagano. Vive con la moglie Felicia Autore di 27 anni e le figlie Brigida, Vittoria e Anastasia di 8, 7 e 4 anni. Once............................................................29:18
70. Il massaro di campo Guglielmo Tozzi di 40 anni, figlio di Gennaro e Delia Ferrocchia, abita in casa propria di un membro a la Risca e possiede una vigna al Pesco di Sacco e terreni seminatori a lo Vario, li Valloni, lo Castellone, Pesco Ceraso, li Saude, Murge di Cimino, la Crocella e li Termini, nonché due terreni paludosi a la Fontana del Occhio, uno dei quali con pagliaro per uso di bovi. Tiene in fitto alcune terre di Carlo Piacquadio del Colle e ha un bove a menando del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle e 6 bovi propri, 2 vacche di cui una figliata e una sterpa con giovenco sopr’anno, una bestia somarina, 30 pecore di corpo e 2 scrofe. Vive con la moglie Petronilla Tosto di 30 anni ed i figli Arcangela zita di 14 anni, Teresa di 2 anni, Gioacchino pecoraro di 12 anni, Giovenale pecoraro di 10 anni e Donato di 2 anni. Once...........................................84:25
71. Il massaro di campo Giovanni Tozzi di 52 anni, figlio di Gennaro e Delia Ferrocchia, abita in casa propria di 2 membri a lo Cimitero e possiede una vigna al Pesco di Sacco e terreni seminatori a lo Bosco, li Valloni, la Fontana del Occhio che è paludoso, la Chiusa, li Peraglie, Pesco di Sacco, li Termini, Fonti Fiorillo, Iaparente, le Saude, Pesco Ceraso e Petrone. Tiene 10 bovi per uso di campo, un bove a menando del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle, 2 vacche franche, 12 pecore di corpo alla socita con Salvatore Ferrocchia, 75 pecore di corpo, 12 capre, 2 scrofe e un somaro. Vive con la moglie Rosa di Lucia di 48 anni ed i figli Giacomo lavoratore di 19 anni, Ludovico gualano di 12 anni e Dorodea di 9 anni. Nella stessa casa vivono il fratello Berardino Tozzi lavoratore di 35 anni e sua moglie Matilda di Nunzio di 27 anni con i figli Gennaro e Dalia di 4 e 2 anni. Once......................................192:24
72. Il massaro di campo Giovanni Tozzo di 36 anni, figlio di Francesco e di Diana Dentato, abita in casa propria di un membro a la Piazza e possiede una vigna a la Serra di Santo Janni e terreni seminatori a li Valloni, la Fontana del Occhio, lo Piscaro, li Vignali, Bosco del Monte in affitto dal Signor Principe e la Chiusa. Tiene 2 bovi a menando di Carmino Capozzo di Santa Croce, una vacca annecchialica a capo prezzo del Signor Nicola Palmieri del Colle, un giovenco dello stesso Signor Palmieri e 26 pecore di corpo a capo prezzo del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle. Vive con la moglie Brigida Guarantello di 26 anni ed i figli Francesco, Antonio e Giuseppe di 5, 4 e 1 anno. Once............................................................37:19
73. Il massaro di campo Giuseppe Gallo di 28 anni abita in casa propria di 3 membri a la Porta della Valle e possiede terreni seminatori a lo Piano Milano, l’Insulano, li Vignali, la Chiusa di Francesco Chiatto, l’Aria di Caruso e la Piana e tiene tre bovi aratori franchi e una bestia somarina figliata. Vive con la moglie Liberantonia di Nunzio di 30 anni ed i figli Domenico e Giovanni di 6 e 2 anni. Nella stessa casa vive pure la madre Virgilia Piccirillo di 60 anni del Colle, vedova di Domenico Gallo di Reino. Once............................................................69:05
74. Il bracciale Giovanni Mastronunzio fu Filippo di 80 anni abita in casa propria di un membro sotto il Castello e possiede una vigna al Pesco di Sacco, un orto a lo Cimitero e terreni seminatori a lo Piscaro e la Cupa delle Perelle. Vive con la moglie Catarina Altieri di 61 anni ed i figli Antonia zita di 30 anni avuta dalla prima moglie Angela Zerrillo, Giovanni bracciale di 18 anni, Ignazio bracciale di 15 anni, Angela di 8 anni e Saverio di 5 anni. Once........................12
75. Il massaro di campo Giovanni di Nunzio di 30 anni abita in casa propria di un membro a la Fontana e possiede una vigna a lo Toppo, un pagliaro per uso di bovi con orto a la Saleca e terreni seminatori a la Saleca, Sant’Elia, lo Piscaro, la Sterpara, lo Pozzo di Lembo, li Valloni e lo Pesco di Laura. Tiene 4 bovi a menando e cioè uno della Signora Rosa Mandolfi di Castelpagano, uno di Giacomo Antonio di Cosimo di Circello, uno di Antonio Leopardo di Circello e l’ultimo di Domenico di Nunzio, 4 vacche di cui 2 sterpe e 2 figliate a capo salvo di Antonio Leopardo di Circello, un giovenco sopr’anno dello stesso Leopardo, 10 pecore alla socita e un somaro a menando del citato Giacomo Antonio di Cosimo. Vive con la moglie Rosa Verzino di 25 anni ed i figli Carlo, Andrea ed Arcangela di 6, 3 e 1 anno. Once............................................................48:06
76. Il bracciale Giuseppe Cerrito di 20 anni, figlio di Nicola e di Catarina Piacquadio, abita in casa propria di un membro a la Piazza e possiede una vigna a l’Aria di Caruso e terreni seminatori a Cavavallone, Insulano e Piano Milano. Ha 12 pecore di corpo e una capra e vive con la sorella Anna zita di 18 anni, i fratelli Marino bracciale di 15 anni e Criscenzio di 2 anni, e la madre Catarina Piacquadio di 50 anni. Once............................................................24:13
77. Il bracciale Giorgio di Nunzio di 55 anni, figlio di Filippo e di Elena Tozzo, abita in casa propria di 2 membri a la Porta della Terra e possiede una vigna a Santo Pietro e terreni seminatori a lo Pagliaro di Morcone, la Saleca, le Mortine, Isca di Laura, Pesco delli Monti e lo Toppo. Tiene 8 pecore di corpo e una giumenta e vive con la moglie Libera Iavasile di 45 anni ed il figlio Gasbarro di 25 anni. Once.......25:08
78. Il bracciale Giuseppe Autore di 45 anni, figlio di Antonio e di Angela Tozzo, abita in casa propria di 2 membri a la Torretta e tiene in affitto un’altra casetta di 2 membri a la Fontana della Chiesa. Possiede una vigna a Santo Pietro e terreni seminatori a Santo Pietro, Insulano, lo Toppo delle Pecorelle, Piano Milano, la Serra di Santo Janni, l’Aria di Caruso, la Fontana delle Peraglie e Piano di Piatta. Tiene un somaro a menando del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle e ha 2 pecore di corpo. Vive con la moglie Vittoria Capone di 29 anni ed i figli Antonio, Cosimo e Matteo di 8, 5 e 3 anni. Once............................................................38:29
79. Il massaro di campo Giuseppe Altieri di 30 anni, figlio di Domenico e di Vittoria Boffa, abita in casa propria di un membro a Costapagliaro e possiede una vigna a l’Aria di Caruso e terreni seminatori all’Insulano, Piano Milano e Montedino. Tiene 7 pecore di corpo alla socita con Francesco Boffo e ha una bestia somarina. Vive con la moglie Domenica di Domenico di 30 anni ed i figli Crispino ed Angela di 8 e 1 anno. Once.......................26:28
80. Il bracciale Giovannangelo Cacciano di 60 anni, figlio di Andrea e di Domenica Tozzo, abita in casa propria di 2 membri a lo Toppo e possiede una vigna a li Soppara, terreni seminatori a Isca di Censo, Santo Pietro e Aria di Caruso, un orto a la Valle e una pecora di corpo. Vive con la moglie Margarita Calzone di 50 anni e con i figli Ambrogio inabile di 30 anni, Pietro bracciale di 26 anni, Antonia zita di 20 anni, Ursola zita di 17 anni, Madalena zita di 11 anni e Melchiorre bracciale di 28 anni, quest’ultimo casato con Catarina Boffo di 20 anni. Once................................................39:13
81. Il massaro di campo Gianbattista Boffo di 55 anni, figlio di Giuseppe e Laura Iacobacci, vive in un pagliaro per propria abitazione a Costapagliaro e possiede vigne a la Crocella e terreni seminatori a Piano Milano e Cerza dello mpiso e un pagliaro per uso di bovi a la Crocella. Tiene 4 pecore di corpo alla socita con Antonio Verzino e 2 bovi a menando del Signor Carmino Capozzo di Santa Croce. Vive con la moglie Angela Cerrito di 56 anni ed i figli Nicola lavoratore e vedovo di 27 anni, Marianna zita di 18 anni ed Ignazio pecoraro di 14 anni. Once............................................................37:03
82. Il bracciale Giovanni Calzone di 70 anni, figlio di Domenico e di Domenica Boffa, vedovo di Ippolita di Paolo, abita in casa propria di 2 membri a Santo Nicola e possiede vigne a Serra di Santo Janni e l’Aria di Caruso e terreni seminatori a l’Insulano, Cavavallone, l’Aria di Caruso, lo Toppo delle Perelle, lo Pesco dello Fico, le Serre e la Serra di Santo Janni. Tiene una bestia somarina propria e 15 pecore di corpo del Signor Pasquale Palmieri del Colle. Vive con il figlio Pietro Calzone bracciale di 40 anni, sposato con Antonia Tozzi di 35 anni e padre di Brigida, Domenica, Pascale, Carmina e Silvestro di 14, 12, 8, 4 e 3 anni. Once.....50:16
83. Il bracciale Giuseppe Cacciano di 35 anni, figlio di Matteo e Camilla Andreani, abita in casa propria di un membro a la Valle e possiede una vigna a le Mortine, un orto al Castellone e terreni seminatori a l’Aria vecchia, lo Pesco di Ceraso, Acqua salza, l’Insulano e lo Pesco del Monte. Tiene 10 pecore di corpo alla socita con il Signor Don Saverio Fusco e vive con la moglie Felippa di Nunzio di 30 anni ed i figli Domenico, Angela e Madalena di 8, 5 e 3 anni. Once............................................................13:27
84. Il massaro di campo Giovanni Forlino di 40 anni, figlio di Angelo e di Domenica Mastronunzio, abita in casa propria di 2 membri a la Porta della Piazza e possiede vigne a li Paduli e lo Pesco dello Fico e terreni seminatori a li Paduli, Pietra lunga e Saleca. Tiene 2 bovi franchi, 2 bovi a menando e cioè uno del Principe e l’altro del Signor Fusco, una bestia somarina propria e 2 vacche alla socita con il Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle. Vive con la moglie Catarina Iavasile di 38 anni e la sorella Ursola Forlino zita di 30 anni. Once............................................................54.05
85. Il bracciale Ignazio Mastronunzio di 24 anni vive in un pagliaro per propria abitazione a Costapagliaro e possiede una vigna all’Aria di Caruso e un terreno seminatorio a li Valloni. Abita con la moglie Anna Boffo di 20 anni. Once................................................................14
86. Il bracciale Ignazio Cocca di 25 anni abita in casa propria di un membro a la Piazza e possiede una vigna a lo Toppo, 7 pecore e 5 capre. Vive con la moglie Anna Tozzi di 20 anni e la figlia Libera di 2 anni. Nella stessa casa vivono il fratello Giuseppe di 12 anni, la sorella Giovanna zita di 14 anni e la madre Diana Verzino di 47 anni vedova di Domenico Cocca. Once............................................................25.08
87. Il bracciale Libero Zerrillo di 52 anni, figlio di Domenico e Diana d’Emilia, abita in casa propria di 2 membri a la Piazza e possiede una vigna a la Serra di Santo Janni e terreni seminatori a Montedino, lo Piscaro e Pesco della Ficora. Ha 19 pecore di corpo e un somaro per uso proprio. Vive con la moglie Madalena Calzone di 49 anni ed i figli Domenico bracciale di 17 anni, Ignazio bracciale di 14 anni e Nicola di 3 anni. Once.........................................24:22
88. Il bracciale Lonardo Verzino di 48 anni, figlio di Andrea e Diana Sollazzo, abita in casa propria di 2 membri a Santo Nicola e possiede vigne a l’Aria di Caruso e le Cupe delle Perelle e terreni seminatori a Pesco Iannozzo, Sant’Elia, Isca, Ianni Milani (Piano Milano) e lo Cimino. Tiene 16 pecore di corpo alla socita con Don Saverio Fusco e Giuliano Zampelli. Vive con la moglie Criscenzia Cacciano di 38 anni ed i figli Domenica zita, Carmina zita, Libera zita, Elisabetta, Ursola e Domenico di 18, 15, 12, 9, 6 e 3 anni. Once.......................................20:27
89. Il sartore Militone Tozzo di 20 anni, figlio di Antonio e di Laura Petrone, abita in casa propria di un membro a la Risca e possiede terreni seminatori a la Sauda, li Pagliarini, il Bosco, lo Toppo, lo Fornillo e lo Piscaro. Once............................................................17:22
90. Il bracciale Marco Boffo (o Boffa) di 34 anni, figlio di Antonio e di Madalena Dentato, abita in casa propria di un membro nel luogo detto Castello e possiede una vigna a li Vignali e terreni seminatori a la Crocella e li Valloni. Vive con il fratello Ignazio Boffo bracciale di 30 anni casato con Liberantonia Capone di 31 anni e padre di Madalena, Donato e Apollonia di 5, 3 e 1 anno. Once...........26:15
91. Lo scarparo Mandato Cusano di 36 anni, figlio di Francesco e Teresa Marcarelli della Terra di Vitolano, abita in casa propria di 2 membri a la Valle e possiede una vigna a Santo Pietro e un terreno seminatorio all’Insulano. Tiene un somaro a molitura di Filippo Faga e tiene impiegati 60 ducati in negozio di scarparia, che riceve a credenza dal conciatore di Mataloni, e altri 20 ducati in negozio di panni di lana. Vive con la moglie Apollonia Calzone di 30 anni ed i figli Francesco, Gianbattista, Angela e Veneranda di 7, 5, 2 e 1 anno. Once........30:20
92. Il massaro di campo Marco Tozzi di 57 anni, figlio di Pietro e Pompilia Ferrocchia, abita in casa propria di 2 membri a la Fontana e possiede vigne al Pesco di Sacco, lo Tocco e la Fontana del Occhio e terreni seminatori a li Valloni, la Fontana del Occhio, Pozza dello Monaco e Santo Pauolo. Tiene 3 bovi a menando del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle, 2 bovi franchi, 10 pecore di corpo, 2 scrofe, 3 vacche di cui una figliata, una sterpa e l’altra annecchialica, alla socita col predetto Signor Notar Alderisio, un giovenco e un somaro per uso proprio. Vive con la moglie Sebastiana Verzino di 60 anni ed i figli Biaggio Tozzi gualano di 28 anni e Arcangelo Tozzi lavoratore di 35 anni, quest’ultimo casato con Carmina Cacciano (nello Stato delle Anime riportata come Capone) di 28 anni e padre di Pietro, Crispino e Domenico di 10, 5 e 2 anni. Once...........87:26
93. Il massaro di campo Marino Tozzi di 46 anni, figlio di Pietro e di Pompilia Ferrocchia, abita in casa propria di 2 membri sotto la Fontana, dove possiede pure un casalino diruto, ed è proprietario di vigne alla Serra di Santo Janni e terreni seminatori a Chiana di Chiatto, Fontana del Occhio, Fonte tre piedi e Santo Pauolo. Tiene 3 bovi a menando del Signor Carmino Capozzo di Santa Croce, un bove a menando del Signor Principe, un somaro a menando del citato Capozzo, 13 pecore alla socita con Andrea Mastronunzio e 2 scrofe con 2 porcelli alla socita col detto Mastronunzio. Vive con la moglie Carmina Cacciano di 41 anni ed i figli Gaetano lavoratore di 26 anni, Ignazio gualano di 16 anni, Felice custode di pecore di 14 anni, Antonia zita di 19 anni, Rosaria zita di 19 anni, Giovanna zita di 16 anni e Madalena zita di 15 ann. Once......52:26
94. Il massaro di campo Nicola Palmiero di 35 anni, figlio di Giovanni e Cecilia Barone coniugi del Colle, abita in casa propria di 2 membri a la Fontana e possiede una vigna a la Vignaletta, un terreno seminatorio a la Fontana di Cola Domini con un pagliaro coperto di restoccia e un orto adiacente. Tiene 4 bovi aratorj, un bove a menando di Tomaso Iansito, 8 pecore di corpo e una giumanta. Vive con la moglie Angela Tozzo di 28 anni ed i figli Carmina, Saveria e Giovanni di 20, 3 e 1 anno. Once.........................................................82:09
95. Il bracciale Nicola Pantasilena di 26 anni vive in un pagliaro per propria abitazione a Costapagliaro e possiede una vigna a Santo Pietro, un terreno seminatorio al Vallone e 10 pecore di corpo alla socita con Andrea di Masi. Abita con i fratelli Giovanni bracciale di 23 anni e Ferdinando bracciale di 19 anni, la sorella Arcangela zita di 22 anni e la madre Margarita di Nunzio di 45 anni vedova di Giuseppe Pantasilena. Once....................................39:15
96. Il bracciale Nicola Barone di 40 anni, figlio di Francesco e di Lucia Morrone coniugi di Santa Croce, vive in un pagliaro per propria abitazione nel luogo detto Costapagliaro e possiede una vigna alla Cupa delle Perelle e terreni seminatori a Santo Pauolo e li Termini. Tiene un somaro per uso proprio e abita con la moglie Arcangela Mastronunzio di 29 anni ed i figli Giovanna e Tomaso di 3 e 1 anno. Once............................................................18:10
97. Il bracciale Nicola Mastrodomenico di 35 anni, figlio di Onorio e di Angela Marino coniugi del Colle, abita in casa propria di 2 membri a la Valle e possiede vigne a Sant’Angelo e Cupa delle Perelle e terreni seminatori al Pesco Ceraso, le Saude e li Termini. Tiene 10 pecore di corpo alla socita con Onorio Mastrodomenico e una bestia somarina figliata. Vive con la moglie Ursola Ursillo (Orsillo) di 30 anni, la figlia Maria di 1 anno e la suocera Antonia Tosto del Colle di 50 anni vedova di Giuseppe Orsillo. Once..........................25:17
98. Il bracciale Nicola Bisconte di 39 anni, figlio di Antonio e di Sebastiana Cacciano, abita in casa propria di un membro a Santo Nicola e possiede una vigna a li Perelli e terreni seminatori a lo Fiume e Montedino. Vive con la moglie Madalena Nunzio (Mastronunzio) di 25 anni ed il figlio Andrea di 3 anni. Once............12:18
99. Il massaro di campo Nicola Capone di 40 anni, figlio di Pietr’Antonio Capone e Catarina Fischetti, abita in casa propria di un membro sotto il Castelletto e possiede una vigna a la Cupa e terreni seminatori a Pagliaro vecchio, Fonte Pascale, Massaria di Petrillo e lo Fiume. Tiene 2 bovi aratorj, una vacca figliata, 2 bovi, 20 pecore di corpo, 2 capre di corpo, una bestia somarina a menando di Francesco di Falco. Vive con la moglie Virgilia Smiraglia di 40 anni ed i figli Diodosia zita di 16 anni, Fortunata zita di 12 anni, Pietrantonio lavoratore di 10 anni e Ambroggio di 8 anni. Once.......................65:12
100. Il bracciale Nicola Altieri di 80 anni, figlio di Domenico e Angela Scardino, vedovo di Vittoria Fischetti, abita in casa propria di 2 membri sotto lo Castello e possiede vigne a lo Toppo e le Perelle e terreni seminatori a li Galizzi e lo Castellone. Ha una bestia somarina e vive con il figlio Antonio Altieri bracciale di 31 anni casato con Cristina Lembo di 36 anni e padre di Dorodea e Candida di 3 e 1 anno. Once............................................................28:25
101. Il bracciale Nicola Gairro di 42 anni, figlio di Tomaso e di Costanza Boffa, abita in casa propria di 2 membri a la Fontana e possiede una vigna a la Cupa e terreni seminatori a Cefolone, la Crocella e Pagliaro di Morcone, quest’ultimo bene dotale del figlio. Tiene un somaro a menando di Leonora Viola del Colle e 4 pecore di corpo. Vive con la moglie Rosa Piccirillo di 40 anni del Colle ed il figlio Donato bracciale di 20 anni casato con Eufrasia Fago di 25 anni e padre di Tomaso di 2 anni. Once............................................................24
102. Il massaro di campo Nicola Ursillo (Orsillo) di 57 anni, figlio di Giuseppe e di Diana Cardinale, abita in casa propria di 2 membri a la Piazza e possiede un’altra casa di 2 membri nello stesso luogo e terreni seminatori a Grezzetella, Cimino, li Cerri di Carlone, li Termini, li Saudi, Pietrelunghe, Pesco Ceraso, Sant’Angelo, Aria di Caruso ed altre contrade. Tiene 2 bovi a menando del Signor Principe, 3 bovi a menando del Signor Notar Giuseppe Alderisio del Colle, 1 bove a menando del Signor Carmino Capozzo di Santa Croce, 2 bovi franchi, un somaro, una bestia somarina di Notar Domenico Marruchelli di Castelpagano, 15 pecore di corpo di cui 4 alla socita con Anna Tozzo, una vacca figliata con un ciavarro, una scrofa alla socita con Antonio Ferro e 4 capre di corpo. Vive con la sua numerosa famiglia composta da: la moglie Domenica Tozzi di 60 anni; i figli Festo pecoraro di 16 anni, Silvestro gualano di 14 anni e Giovanni di 7 anni; Daniele Ursillo altro figlio massaro di campo di 24 anni e vedovo con sua figlia Vittoria di 1 anno; Samuele Ursillo altro figlio lavoratore di 20 anni casato con Rosaria Cacciano di 18 anni e padre di Antonio di 1 anno; Felice Ursillo altro figlio lavoratore di 28 anni sposato con Arcangela Verzino di 19 anni e padre di Giacomo di 1 anno; Domenico Ursillo altro figlio lavoratore di 30 anni casato con Elisabetta Mastronunzio di 23 anni e padre di Francesco di 1 anno. Once.......................................150.11
103. Il bracciale Nicola Borza di 42 anni, figlio di Nunzio e di Lorenza Volturara, abita in casa propria di un membro a la Risca e possiede una vigna a la Serra di Santo Janni e terreni seminatori a Isca di Lauora e Serra di Santo Janni. Tiene 8 pecore di corpo alla socita con Carlo Sollazzo del Colle, 2 capre alla socita sempre col Sollazzo e un orto in fitto dalla Chiesa al Cimitero. Vive con la moglie Angela Giamei di 30 anni ed i figli Nunzio bracciale di 17 anni, Madalena zita di 15 anni, Anzelmo bracciale di 11 anni e Carmino di 1 anno. Once............................................................23:25
104. Il bracciale Nicola Campolieto di 65 anni, figlio di Bartolomeo e di Domenico Autore, abita in casa propria di 2 membri sotto lo Castello e possiede una vigna all’Aria di Caruso e un terreno seminatorio a Santo Pauolo. Tiene una scrofa, due bestie somarine a menando del Signor Principe e un orticello al Castellone. Vive con la moglie Sebastiana Tozzi di 60 anni ed il figlio Domenico Campolieto bracciale di 39 anni, quest’ultimo casato con Rosa Bernarda di 30 anni e padre di Domenica, Alesio, Maria e Gaetano di 7, 5, 3 e 1 anno. Once...........28:20
105. Il massaro di campo Nunzio Verzino di 52 anni, figlio di Andrea e Catarina Rossi, abita in casa propria di 3 membri a la Risca e possiede una vigna a Sant’Elia e terreni seminatori a Sant’Elia, li Tufi, l’Aria di Caruso, Chiusa delli Verzini e Laiavallone. Tiene 2 bovi aratorj, 2 vacche figliate, una giumenta e 17 pecore di corpo. Vive con la moglie Catarina Cerrito di 50 anni ed i figli Anna Maria zita di 19 anni, Domenica zita di 17 anni, Domenico lavoratore di 15 anni, Beatrice di 11 anni, Alesio gualano di 10 anni, Benedetto di 7 anni, Matteo di 5 anni e Antonio di 1 anno. Once............77:13
106. Il capraro Nicola di Maria di 50 anni della Terra di Santa Croce abitante in questa di Reino vive in casa propria di un membro a le Rische e possiede una vigna a l’Aria di Caruso. Abita con la moglie Catarina Boffo di 40 anni ed i figli Agostino, Rosa e Carmina di 10, 5 e 2 anni. Once.................................................12:20
107. Il bracciale Nicola di Nunzio di 34 anni, figlio di Francesco e Madalena Marchese, abita in casa propria a la Fontana e possiede vigne a lo Toppo e terreni seminatori a la Saleca, le Mortine, lo Vallone del Acquaviva, Sant’Elia e Streppara. Vive con la moglie Felice Bovino di 25 anni delli Paupisi ed i figli Antonio e Madalena di 4 e 2 anni. Once...................20:16
108. Il bracciale Nunzio Piacquadio di 45 anni, figlio di Giuseppe e di Diana Tozzo, abita in casa propria di 2 membri nel luogo detto la Chiesa e possiede una vigna a la Crocella e terreni seminatori a Pesco di Carlo e li Lati. Ha 17 pecore di corpo e vive con i figli Giovanni lavoratore di 17 anni, Margarita zita di 16 anni, Domenica zita di 15 anni, Apollonia zita di 12 anni ed Arcangela di 8 anni. Once.............23:01
109. Il civile Nicolantonio Greco di 38 anni, figlio di Gianbattista e Felice del Pozzo, abita in casa propria di 4 membri a la Piazza e possiede una vigna a lo Fornillo e un orto a la Cupa. Ha un somaro a menando di Giacomo di Cosmo di Circello e 18 pecore alla parte con Francesco Saverio Tozzi. Tiene impiegati 22 ducati e mezzo per industria d’agnelli e 4 ducati in negozio di bottega lorda. Vive con il fratello Giuseppe Greco civile di 28 anni, casato con Rosaria Tozzo di 21 anni e padre di Carmina di 12 anni. Once...........................................20:19
110. Il bracciale Onofrio Petrone di 55 anni, figlio di Carlo e di Pompilia Grasso della Terra della Tufara, abita in casa propria di un membro a la Fontana e possiede una vigna a l’Aria di Caruso e un terreno seminatorio all’Insulano. Tiene 3 somari franchi e vive con i figli Carlo sartore di 17 anni, Apollonia zita di 15 anni, Giovanna di 12 anni e Lorenzo bracciale di 20 anni, quest’ultimo casato con Orsola Tozzi di 24 anni e padre di Lucio di 1 anno. Once............................................................48
111. Il bracciale Onofrio Cocca di 34 anni, figlio di Matteo e di Margarita Dentato, vedovo di Antonia Bisconte, abita in casa propria di un membro a la Piazza e possiede una vigna a lo Toppo e i terreni seminatori a Pesco di Carlo, li Capanni e le Serre. Tiene 8 pecore di corpo alla socita con Carmino Pannuccio. Vive con i figli Matteo bracciale di 23 anni, Nicola bracciale di 11 anni ed Arcangela zita di 15 anni. Once............................................................28:17
112. Il bracciale Pietro di Domenico di 25 anni, figlio di Giuseppe e di Angela Guerrera, abita in casa propria di un membro a la Fontana e possiede una vigna a lo Toppo di Santo Pietro e un terreno seminatorio a Pietro Cavota. Tiene una bestia somarina di Francesco di Falco e vive con la moglie Antonia Campolieto di 25 anni ed il figlio Giuseppe di 2 anni. Once............................................................15
113. Il bracciale Pietro Lembo di 25 anni, figlio di Domenico e di Domenica Smiraglia, abita in casa propria di un membro a Costapagliaro e possiede una vigna a li Vignali e terreni seminatori a Costa di Santo Janni e la Pozza di Cionona. Vive con la moglie Madalena Calzone di 27 anni ed i figli Domenico e Mariangela di 6 e 2 anni. Nella stessa casa vive la madre Domenica Smiraglia di 52 anni vedova di Domenico Lembo. Once.......................14:15
114. Il bracciale Pauolo Campolieto di 35 anni, figlio di Francesco e Angela Boffa, abita in casa propria di 3 membri a la Valle e possiede una vigna a la Fontanella. Vive con la moglie Vittoria Capone di 34 anni ed i figli Francesco bracciale di 14 anni e Matteo di 1 anno. Once............................................................18:15
115. Il bracciale Pietro Ruggiero di 56 anni, figlio di Domenico e di Antonia Verzino, abita in casa propria di un membro a la Fontana e possiede una vigna a Pietra uta e terreni seminatori a Saleca e li Grutti. Tiene 4 pecore di corpo proprie e un somaro a menanno di Notar Domenico Marruchelli di Castelpagano. Vive con la moglie Vittoria Tozzi di 43 anni ed i figli Domenico bracciale di 21 anni, Geremia bracciale di 20 anni, Satornino bracciale di 17 anni, Madalena di 12 anni, Arcangela di 9 anni, Cristina di 8 anni ed Antonia di 6 anni. Once............................................................46:06
116. Il bracciale Pietro Palmiero di 60 anni, figlio di Bartolomeo e di Diana Gagliardo coniugi del Colle, abita in casa propria di 2 membri a la Risca e possiede vigne al Pesco di Sacco e Sant’Elia e terreni seminatori a lo Vallone, Montedino e Via nera. Vive con la seconda moglie Antonia Verzino di 40 anni ed i figli Eufemia zita di 12 anni e Bartolomeo bracciale di 30 anni, quest’ultimo casato con Elisabetta Verzino di 36 anni e padre di Madalena di 8 anni. Once.............................34
117. Il bracciale Pietro Supino di 26 anni, figlio di Nicola e di Madalena Palumbo coniugi