Description
UN LIBRO DI STORIA AUTENTICA, DI DOCUMENTI, DI FATTI, DI NOMI, DI LUOGHI

Descripción bibliográfica: Il regno di Napoli in prospettiva : diviso in dodeci provincie, in cui si descrivono la sua Metropoli Fidelissima città di Napoli … Opera postuma divisa in tre parti / dell’abatte Gio. Battista Pacichelli ; Parte prima [-terza] … Del regno di Napoli in prospettiva / dell’abate Pacichelli. Parte prima. – In Napoli : nella Stamperia di Michele Luigi Mutio, 1703. – v. : principalmente il.; 4º . – Inic. adorn. y frisos dec. – Grab. calc. y h. pleg. grab. calc. de mapas de Cassianus de Silva.
Ilustrador: Cassiano De Silva, Francesco, il.
Impresor: Muzio, Michele Luigi, imp.
Lugar de impresión: Italia. Nápoles
Localización: fama.us.es/record=b1941299~S5*spi
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In queste pagine così ricche di eventi, l’Autore non si smentisce. Egli legge, trascrive e commenta i toponimi originari tratti dalle pergamene di oltre dieci monasteri, accompagnando il lettore nel ragionamento dello studioso incallito. Ed ecco ripresentarsi, una dietro l’altra, le vicende degli eredi del Guiscardo che persero la Puglia e ritornarono nel Cilento, fra i ruderi del diruto Porto sul fiume Malfia dell’antica Hea, dove stabilirono la colonia di Mariani di S.Paolo a Rano di Palinuro, al seguito di s.Andrea di Patrasso, ‘papa povero’ dei martiri greci.1
Borsa puntava alla capitale bizantina della Torre di Minori, ove condurre quel popolo senza casa nella città che voleva rifondare, Atrani, nel Ducato Heapula, disturbando i progetti della famiglia imperiale dei Magni di Costantinopoli, padroni della Costiera della Scala santa.2
L’arrivo dei Mariani e la convivenza con culti in opposizione al Papa portò presto allo scontro, allontanando il Pontifex Giovanni, giunto da Bisanzio, in direzione di Sala Consilina, da dove presero a risalire i monti, rifondando Conza e la sua diocesi, sottomessa al Principato.3
Con “Conza” Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della verde Irpinia.4
I Duchi guiscardiani, padre Rogero e figlio Viscardo, furono pronti a riorganizzare tutto in forma autonoma, liberandosi presto anche del viceré della Langobardia Minor, Ruggero I Altavilla, dopo il fallimento del Regno d’Italia del ribelle Re Corrado di Pavia.5
A Borsa, sloggiato il Doge, non restò che spostarsi di qualche metro, da Maiori a s.Lorenzo, e rifondare la nuova Amalfi su suolo cattolico per fare un favore al Papa, ottenendo in cambio il Principato di Aversa che tenne in associazione al figlio.
Nasceva l’era della «Post Recuperazione» di cui parlano le pergamene per riannettere ad una sola urbe cattolica, Nova Amalfi, sia le chiese greche che quelle bizantine. Fu così che Borsa si riprese dagli Altavilla e dai Sanseverino tutti i feudi strappati al Papa in nome dell’Imperatore, facendo tornare dalla sua parte sia il nuovo Principato neaheapolitano di Sala col Ducato vecchio sul fiume Malfia del Cilento, sia quello di «Nova» di rito evangelico che egli stesso aveva fondato in Atrani, corrodendo l’orto Santo appartenuto ai Magni.
Fondò cioè un solo Granducato in cui far rientrare gli stati con chiese di rito greco e bizantino per annullarle e cancellarle, ricostruendo solo chiese in nome di San Pietro e della Genitrice di Dio e non più in nome dei martiri di San Paolo e dei santi bizantini di S.Maria degli imperiali di Costantinopoli. Questi ultimi, in verità, ancora una volta, senza scomporsi, presero la via di Caserta, dove restarono qualche anno, prima di essere depauperati del titolo di Dogi che poi finirà nelle mani dei Maccabei gerosolomitani, giunti dal Gargano.6
E’ questo un libro da conservare, su cui riflettere, ogni tanto, su come così repentinamente, potevano e possono cambiare le condizioni di vita di interi popoli, ora immensi, ora ridotti a seguire un capobastone alla ricerca di un pezzo di terra per rifondare, ovunque sia possibile, la città della propria stirpe.
La diocesi di Conza del Principato di Sala Consilina resterà per dieci anni sottomessa a Novas, l’urbe del Principato e Ducato di Amalfi che durerà dal 1101 al 1111, lasciando il passo poi a Salerno.
Ma questo accadrà solo quando Borsa sarà assassinato perché s’era messo in testa di fare il vicario di Dio, in un regno che sarà solo del figlio dell’uomo che lui aveva ucciso: Ruggero II Altavilla.7
Questo succoso libretto analizza meticolosamente le condizioni della vita feudale, quando padrone del feudo era un solo signore che darà origine alla lunga dinastia dei Gesualdo e della loro Contea. I vari Conti e nobili che si susseguirono in questa parte del Principato di Salerno, poi assoggettata ad Avellino, daranno vita a un vivace territorio di cui sono stati riassunti luoghi, mestieri e abitanti, nonché chiese, preti e benefici, della università comunale.
Sono le vicende storiche della grande Diocesi conzana dei Salernitani che diede vita all’attuale Conza della Campania.
Arturo Bascetta, con questa sua opera, dà legittimazione e validità storica alla realtà di allora. Una ricerca, quella del Nostro, che ci fornisce una conoscenza, diretta e più vera, di momenti della storia irpina, non sempre esplorati con sistematicità e metodologie aggiornate e accurate.
Sabato Cuttrera
INDICE
Presentazione
Capitolo Primo
la marca di salerno donata
a URBE neapulia DEI LOMBARDI DI PAVIA
1. Ruggero Borsa fu Guiscardo
rifonda il Principato in S.Felice di Heapula
2. Serra Veteri di Loco Sepi a Cerasulo in Mitiliano
fra Tora e Apudmonte, extra Salerno a Capodacqua
3. Il Duca diventa Marchio del Papa
e dona S.Lorenzo (Cava?) a Rocca San Felice
4. Spunta una Trinità a Cava sede imperiale
alle spalle della Marca regionale di Salerno
5. Muore Re Corrado, No del Papa a Borsa console:
uccide Ruggero I e spunta il figliastro S.Severino
6. Un Principato Regio per i Magni di Bisanzio:
Doge Giovanni a Heapula, Tancredi a Neapulia
7. Arcidiaconia di Neapulia dell’isola Minor
fondata dal Principe Tancredi a Vico Irculano
8. Il Principato di Tancredi a Neapulia di Ircolanio:
l’urbe della frontale Torre Minor di Partenope
9. Borsa accetta l’archiepiscopio di Neapulia
contro Re, Altavilla, Loritello e Sanseverino
10. Rogero I «Il Nipote», di Adelizia II fu Ruggero I,
fu Enrico II fu Adelizia I che risposa Ruggero I
11. Borsa dona Salerno all’archiepiscopio Neapulia:
S.Maria è la Basilica greca in Principato di Sala
12. Il Principe Marchisio
parte per le Crociate
Capitolo Secondo
TRIBUNALE DA ATENA A CAMEROTA
IN VICEREGNO DEI LOMBARDI DI PAVIA
1. Inventario dei feudi
del Principato «de Rex»
2. Altavilla e Sanseverino da Cava scippano Salerno
e il Principato de Rex assorbe Nova Salernitana
3. Annessione della Diaconia di Hea al tribunale
di Camerota che dona tutto al Principato di Sala
4. Tancredi Altavilla rifonda il Ducato di Olevano
in Granducato di Atena e scippa il Principato di Sala
5. La disfatta della Contea di Fasanella:
l’instituzione dei tribunali di Atena e Camerota
Capitolo Terzo
i ducati assorbiti da neapulia
sede del principato «DE REX» di pavia
1. Il Principato Neapulia «de Rex» di Pavia
annette il Ducato di Heapula a Laureto di Sala
2.Il Ducato di Civitate Laurenti in Padula di Sala
e il Principato di Urbe Teano del Vallo di Teano
riuniti nel Marchionato di Nova Salerno
3. L’area dell’ex Principato del Vallo di Diano
andava da Eboli e Campagna fino a Muro
Capitolo Quarto
il Ducato diocesano di Conza
nel Catalogo dei Baroni del 1096
1. Il Ducato diocesano di Civitate Conza
annesso al Principato regio di Sala Consilina
sottomesso al Marchionato lombardo di Nova Salerno
2. Il Tribunale dei Lombardi fondato a S.Angelo
per demanializzare la Diocesi di Conza:
la Baronia da Bisaccia e M.Marano a Gesualdo
3. Herbert Middlesex, arcivescovo inglese a Conza
4. Medania e Re Tancredi (1189-1193):
i liberatori imperiali di Enrico VI
5. L’Imperatore Enrico occupa Salerno
e vi lascia l’Imperatrice Costanza
6. Ruggiero di Avellino via i Balbano di Re Enrico
7. Guglielmo Svevo fatto Marchio:
è il nuovo Principe e Duca (1194)
8. Conza al prelato-domino Pantaleone di Federico II
9. Nasce una provincia inglese
in Comitato del Giustiziariato?
10. Provincia di Conza: 50 feudi sotto l’arcivescovo
11. Balbano da Apice a Calabritto,
poi parte la Contea a Conza
12. Laviano Conti di Conza (1239),
e Giacomo è fatto arcivescovo
13. Il Principato finisce a Melfi e Lagopesole
Capitolo Quinto
Dal Quattrocento Conza e non Gesualdo
è la vera metropoli dei signori Gesualdo
1. I Gesualdo siedono a Conza:
Domini, Conti e Vescovi (1452-1517)
2. Da Carlo VIII a Spagnoli:
Prorè Cordova sequestra Conza (1505)
3. Il Conte Fabrizio
già trasferitosi a Napoli (1517-1572)
4. Il titolo a Luigi V, Carlo Gesualdo
e Donna Isabella (1573-1631)
5. Conza al Demanio (1636):
ai Ludovisi (1639) e Mirelli (1676-1774)
6. La Cattedrale distrutta (1694),
costruita altrove coi danni (1732)
7. Primicerio, canonici
e Cappella S.Marco e S.Leone della Cattedrale
8. La Congregazione laicale dei Morti
e il Pio Monte dell’Ospedale
9. Le cappelle di S.Maria della Scala e S.Maria della Caggia, S.Margherita, S.Cataldo e S.Bernardino
10. Gli abitanti del Catasto
più ricchi di Conza: i Magnifici omnibus
11. Massari, campesi e maestri d’arte:
i lavori che producono
12. Gli altri mestieri: calzolaio, vaticale,
cretaro, molinaro, fabbro
13. Agricoltori,
braccianti e lavoratori
14. I forestieri laici ed ecclesiastici
della Terra di Sant’Andrea e della Terra di Andreatta
15. Un calitrano e il convento di Ronza
appartenuto a Bagnoli
16. Bonatenenti di Cairano con laici
e sacerdoti di Castello Novo e Terra di Caposele
17. Forastieri di Guardia, Leoni e Morra;
Bonatenenti laici ed ecclesiastici di Teora
note bibliografiche
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