27. CARAPELLE IN CAPITANATA: Profilo storico sul comune della Puglia Piana EAN 9788872971598

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Copertina posteriore

ECCO LE NOVITA’ IN QUESTO AFFASCINANTE VIAGGIO NELLA PUGLIA PIANA DEL REGNO DI NAPOLI

1. Così si presentava la Puglia Piana

2. Gli insediamenti sul territorio

3. La Puglia Piana in età romana

4. La Puglia Piana nel Medioevo

5. Curiosando fra i libri degli autori del XVIII Secolo

6. Le opere di bonifica

note bibliografiche

Description

RIPARTENDO DAI FRAMMENTI DI PONTANO E DANZA SSULLA PUGLIA PIANA

Mi sono accinto a raccontare di Carapelle come può fare un archeologo quando inizia uno scavo in un sito dove si presume che ci siano stati degli insediamenti. Si cercano nelle cose ritrovate , gli indizi utili per raccontare delle vicende storiche. Gli indizi, però, non sempre sono numerosi e non sempre molto chiari. Mi sono riproposto di far raccontare a loro, agli indizi, le loro vicende, con le loro parole, non attribuire ad essi le parole che noi vorremmo che dicessero, o i fatti che noi vorremmo sentire raccontare. Non siamo mica in uno studio televisivo, quelli delle inchieste e dei commenti sui fatti di cronaca, dove ognuno se la canta e se la suona come gli pare.
Perciò ho cominciato col riportare storie realmente accadute e riferite in atti degni di fede, il racconto di uno storico del XV secolo (Giovanni Pontano) la relazione di un avvocato del XVII secolo (Eliseo Danza) con riferimento ai luoghi della Puglia Piana, dove è ubicata la città di Carapelle che porta lo stesso nome del fiume che scorre vicino.
L’attenzione al popolamento delle aree della Puglia Piana, come veniva anche chiamata la Capitanata, ci riporta a momenti della storia antica e soprattutto a quella medievale. Quanta gente abitava questi luoghi? Come vivevano? Domande a cui si può rispondere con la storia di millenni, in cui si sono visti incrementi demografici e depauperamento. Ed è la nostra storia.
Venendo a tempi a noi più vicini, arriviamo alle opere di bonifica del territorio (Storia delle bonifiche di Raffaele Ciasca), e all’insediamento nelle aree così recuperate con nuovi abitanti e nuovi abitati. La formazione recente di autonomia comunale segna la nascita di Carapelle. Ma è superfluo parlare di quello che tutti possono vedere con i propri occhi. Anzi potrebbero essere proprio gli abitanti di Carapelle a raccontarci la loro storia di questi anni, di più di mezzo secolo di storia. Perché è la loro.

V.I.

Dettagli

EAN

9788872970416

ISBN

8872970415

Pagine

112

Autore

Iandiorio

Recensioni

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Editorial Review

Il vicinato di «cidiniola» e «barulo» a cura dell’editore

 

Questo prime frammentarie notizie su Carapelle, riunite con maestria dal preside Virgilio Iandiorio, unitamente agli altri studi pubblicati da ABE, aprono nuovi scenari sulla vastità del panorama storico di aree così diverse riunite nell’ultima ripartizione politica in quella che oggi si chiama Regione Puglia. Ma come abbiamo visto i confini antichi erano ben altri e la stessa Puglia era divisa in più provincie, a loro volta riunite in diverse regioni, quelle che formarono le quattro parti del Regno che, manco a dirlo, prima di Napoli, si chiamò Regno di Puglia, tanto per alimentare la confusione a cui si trovano a fronteggiare gli storici moderni.
Non a caso quest’area andrebbe studiata approfonditamente e in continuazione, alla ricerca di elementi ultili per ricostruire gli antichi confini di fiumi, come il Carapelle, e di laghi, che qui erano tantissimi, come il Salpi. Non a caso andrebbero rilette le pergamene, anch’esse riunite in una sorta di calderone, ma che per fortuna abbiamo, come il Codice Diplomatico di Bari, in cui furono riunite pergamene provenienti da ambienti diversi, purtroppo lette in un’epoca in cui la lampada di wood era ancora un sogno, per cui i toponimi antichi sono spessi confusi con quelli altomedievali, bassomedievali e recenti, alimentando la confusione.
Ad ogni modo, a meglio rileggere il CDB, e meglio di noi, le generazioni future potranno cimentarsi alla ricerca della Via Antiqua dei romani, così degli speccla d’acqua, così sull’ubicazione della Civitate Salpie e di tutte le altre dell’Atense di Teano Apulo.

L’indicazione che ci viene dai documenti diplomatici è dunque quella di proseguire sul solco tracciato da Iandiorio e di soffermarsi sul Lago, sul fiume e sulla Civitate Salpe, cercando di rileggere nella giusta forma le pergamene barolitane di «Barulo», troppo spesso confusa con «Baruletta» e «Baro».
Cerignola, per esempio, con i luoghi di Camarella, Casa S.Pietro e contrada Cannaro, era proprio vicinissima a via Salparu, Lago Parso e Aquamena (Acquamena).
Essa è l’antica Cidiniola con la domum Sancti Petri, altre case di Iohannis de Rapolla e Guillelmus de Balneolo, Berardi Pironti.
L’antica Cannaro, addirittura, fu una contrada di Cerignola sullam Via del Lago Salpie
Fra i luoghi di Cerignola sveva, dunque, c’erano via Salparum e la contrada Cannarum.
Compare anche una massarie imperiale federiciana de Boneassissio. Item peciam unam de terra in Camarella, revocata, et aliam in via Fontane Fure, quas Petrus de Boyano reliquit eidem ecclesie, revocate sunt.
E c’è una terra in lacu Parsii, in Aquamena, e in tenimentum Canusii citra flumen Aufidi, revocatum quondam per dominum Paulum.

Il Papa, fatto console il Duce di neapolis Gaeta, aveva fondato la nuova metropoli di tutte le città del Regno a Canne, ovvero Nova Neapulia, trasferendo la capitale da Principato Neapulia di Barulo in Nova detta Baruletto Marchesato di Trane, Ariana o Yrano sulla via che va a Irano o per Bayrano che dir si voglia, abbandonando Barulo e avvicinandosi all’originaria Hea apula di Canosa.
Poco discosto dalla capitale del Marchesato di Nea Heapoli, c’era proprio il Ponte della Chiesa S.Clemente sull’Ofanto, dove Quartus de Soler, legato nazareno del canosino, dal 1098, riscuoteva i diritti di transito spettanti come proprietaria di quell’edificio, su cui provvedeva alla manutenzione.
A seguire c’era l’altro Ponte del Fiume Tressanti, dell’omonima Terra con l’ospedale.
Calcarola, di Torretta di Samaricio e S.Margherita di Tressanti erano luoghi di Salpi, tenimento feudale col rione di Pozzo del Sale o Pozzo Salsa.
In Salpis abbiamo notizia di un quartiere nato intorno alla casa in pictagio Putei Salsi, e nello stesso pittagio o loco iuxta domum Goffridi de Sancto Matheo.
Pittagio è un termine di origine greca che si rifà ad una tavolozza, ma è anche una “circoscrizione territoriale cittadina originariamente caratterizzata da una tavola incerata o impeciata per scrivere”. Il senso specifico è di “documento scritto” ma pettacia è riferito al quartiere foggiano, come avveniva a Monopoli nel 1212, in pictacio Portenove, come rivela uno studio di Michela Russo. Ella scrive che «il termine neutro pictacium è in relazione con la variante femminile pettacia nella documentazione pugliese»: in pectacia sancte Eugenie (Salpi 1209, Salpi 1238), in pectacia sancti Martini (Salpi 1226).
Così è dunque per il luogo sito in pictagio Sancte Eugenie. Altri beni sono in loco Torrecte de Samaricio iuxta terram Sancte Margarite que fuit Gricii et Gottaffridi fratrum.
Altri sono verso Tressanti, in manu massarie Trium Sanctorum e alla località Calcaroli, altri furono quelli di Iaconi Salpitani et est iuxta vineas Sancti Stephany.
Salpi resterò abitata fino a prima del 1500, quando il Re, a dire di Ricca, scriverà Civitatem Salparum inhabitalam.
Ma nulla di più sappiamo, se non che fu sulla via di Baroli, quella col Borgo nuovo e la chiesa della Trinità del Monte Sacro, e la via di Cannarum, fra le terre di S.Maria della Carità.
Cioè confinava con Cerignola, o meglio se non con i luoghi di Camarella e Casa S.Pietro, sicuramente con contrada Cannaro, essendo essa sulla via Salparu nel 1250.

Il primo diploma di Salpie conservato nel Codice di Bari è stato datato all’anno 1158.
Raynaldus f. Fredaldi regalis camerarius trovandosi in Salpiam, per definire faccende del re, riceve una lettera di Stefanus Amiratus et magister capitaneus tocius Apulie, con cui gli dà incarico di concedere a Moriliano, f(figlio di) Iermani, Civitatis Salpie habitator, per servizio del Re, la costruzione di unum Furnum in proprio territorio di Moriliani di Civitate Salpie su un suo terreno. Il camerario esegue l’ordine ricevuto, in presenza di Maroldi, venerabile episcopi eiusdem civitatis et SS.... iudicis Montis et Catipani Salparum et iudicum eiusdem Civitatis scilicet Adde et Abbane.
Sempre proveniente dal Codice Diplomatico di Bari e relativo a Civitate Salpie, c’è quello sulla via Canneto.
I coniugi Pasca, f. Ramfredi iudicis de Civitate Salpie e Ioachim notarius vendono a Morelianus miles f. Germani terreno que terre petia est in via Baroli. Confini: via puplica Baroli, terre sancte Marie Karitatis, via puplica Cannarum, fideiussore Roberto Maroldo.
Idem quello attribuito all’anno 1160, Foro Salpine Civitatis. Con il domino Wilelmo Re Sicilie Ducatus Apulie, nei documenti compare il Principatus Capue, giunto all’anno decimo di esistenza con questo Gugliemo, il quale regna dal 1150.
Nicolaus De Greco e il nipote Giovanni minorenne e figlio del fratello Andreas premorto e la moglie Cassandra, tutti di Civitate Salpie, vendono a Morelianus, f.Germani due case che avevano in comune in Foro Salpine Civitatis. Confini: case di milite Damiano, Umberto Pellipario, casa Damiani, Guirrisii f.Ursileo, Leone orealoro, via Puplica, Domo molini Ugonis Sabini.
I coniugi Martino Lombardus e Arsenda, viventes lege francorum, donano casa del mulino posta in Burgo nuovo di Civitate Barulo alla chiesa s.Iacopo in territorio Baruli, nelle mani del priore Benedictus, iuxta domun Petri Guerre, giusta la casa di Leone Salparum. Firmato Leo Baroli iudex et catapanus.
Infine c’è la pergamena della Trinità di Barulo.Iohannes Petittus dona alla chiesa della SS.Trinitatis di Montis Sacri dell’abate Albertus magister, casa e fovea di Civitate Salparum. Confini: Spararus. Testimone: Papa Salparum, Iohannes de Castello Novo. Anzi, testium: Iohannes Citus de Drobo et Papa Iohannes de Castello Novo et Goffridus de Galliana et Arnaldus.

1. https//www.Italpedia.it; s. v. Comune di Carapelle: storia, economia, news e indirizzi utili.
2. Calaggio - https://en.wikipedia.org ›, versione in inglese: The Calaggio is a river in the province of Avellino in Campania and the province of Foggia in Apulia.[1] The source of the river is north of Vallata in the province of Avellino in the Appennino Napoletano Mountains. It flows northeast and forms the border between the province of Avellino and the province of Foggia for a short distance before flowing into the province of Foggia. It flows through the comuni of Trevico and Candela. At its confluence with the Gennaro, the river Carapelle is formed. [Il Calaggio è un fiume della provincia di Avellino in Campania e della provincia di Foggia in Puglia. La sorgente del fiume è a nord di Vallata in provincia di Avellino nell’Appennino Napoletano. Scorre verso nord-est e segna per un breve tratto il confine tra la provincia di Avellino e la provincia di Foggia prima di sfociare nella provincia di Foggia. Attraversa i comuni di Trevico e Candela. Alla sua confluenza con il Gennaro si forma il fiume Carapelle].
3. Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del regno di Napoli. tomo XI De’ Fiumi, Lagni, Ponti, Golfi, Monti, Promontori, Vulcani e Boschi, Napoli 1816 pp.126-27. Compaiono nel brano i nomi di Natalis Marii Cimaliae, Antiquitates Venusinae tribus libris explicatae. Asculanensium antiquitates. Et Dauniae Apuliaeque veteris geographia. - Neapoli : typis Josephi Raymundi, 1757, p.289. I versi del poeta Orazio sono tratti dal Libro III delle Odi, carme XXX. Guglielmo Baxter è l’autore del lemma Danum nel Glossarium Antiquitatum Britanicarum, ed. Londini 1733 p. 99.
4. Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Napoli 1797 Vol. 3 p.160.
5. Giovanni Pontano, De Bello Neapolitano, pubblicato postumo a Napoli nel 1509 a cura di Pietro Summonte. La traduzione italiana è tratta dal t, III P. 40 dell’edizione ABE 2017.
6. Gianfranco Stanco s. v. Danza Eliseo in Dizionario Biografico dei Giuristi Italiani (XII-XX secolo), Bologna 2013. E recentemente un saggio gli è stato dedicato da Gustavo Adolfo Nobile Mattei, Eliseo Danza. L’immaginario creativo di un giurista barocco, 2023, ISLL Papers 2023 (Vol. 16)
7. Eliseo Danza, Tractatus De Pugna Doctorum Et Victorias Advocatorum, Montisfuscoli 1636, t.I pp.469-77, L’episodio era stato presentato da Palmerino Savoia in Rassegna Storica dei Comuni Periodico di studi e di ricerche storiche locali, a. I agosto-settembre 1969 n.4, pp.192-194 con il titolo , Catene di condannati alle triremi spagnuole dal carcere di Montefusco a quello della Vicaria di Napoli.
8. Roberto Maranta (1476-1535?) giurisperito di Venosa scrisse Consilia sive Responsa D. Roberti Marantae Venusini Iure Utroque Doctoris celeberrimi, pubblicato postumo nel 1591. Sono 148 “pareri” su spinose controversie giudiziarie, a lui richiesti dai giudici di diversi tribunali del Regno di Napoli. Il Consilium 34 concerne la retribuzione del lavoro prestato, che è dovuta anche de iure divino, non solo dalle leggi che regolano la vita sociale.
9. Sacra Bibbia, Levitico 19,13. Non morabitur opus mercenarii tui apud te usque mane.
10. Il Cardinale Antoine Perrenot, detto il Granvela (1517-1586), ministro di Carlo V, fu anche Viceré di Napoli dal 1571 al 1575.
11. Erano detti Antinieri gli organizzatori del reclutamento e dell’organizzazione della manodopera. Una forma di caporalato in agricoltura. La Prammatica XIV, datata Napoli 1588, posteriore di qualche anno all’episodio riportato dal Danza, gli Antinieri sono” quelli che pigliano danari da’ Massari per fare alcuno numero di mietitori per servizio di detti Massari per mietere il loro grano nel tempo congruo e opportuno, i predetti Massari hanno patito e patono molti interessi, sì per l’aumento del salario di detti mietitori, come ancora per li grani, che si vengono a perdere per non potersi mietere in loro tempo”. Biagio Altimari, Pragmaticae, Edicta, Decreta Regiaeque Sanctiones Regni Neapolitani, Napoli 1682, tomo I p.101
12. Giovanni Pontano, De Bello Neapolitano, traduzione italiana ABE Napoli 2017 p.28.
13. Leandro Alberti (Bologna, 12 dicembre 1479 – Bologna, 9 aprile 1552) è stato uno storico, filosofo e teologo italiano. La sua opera più importante, dedicata ai sovrani francesi Enrico II e Caterina de’ Medici, è la Descrittione di tutta Italia, pubblicata a Bologna nel 1550.
14. La fèrula è un’erba perenne, sorta di giunco o di canna, chiamata anche ferolaggine o finocchiaccio, cfr.. Treccani Enciclopedia on line s.v. gariga.
15. L. Alberti, Descrittione op. cit. pp. 251-54.
16. Pandolfo Collenuccio (Pesaro, 1444 – 1504) iurisconsulto in Pesaro scrisse il Compendio delle historie del Regno di Napoli,pubblicato a Vinegia per Michele Tramezino, 1548.
17. Edward Togo Salmon, Samnium and the Samnites, Cambridge 1967, p.20.
18. Jerzy Kolendo, L’agricoltura nell’Italia romana, Roma 1980 p.X-XI.
19. Ville e vici della valle del Carapelle (Puglia settentrionale) Approcci integrati allo studio dei paesaggi di età romana. Roberto Goffredo, Vincenzo Ficco et Chiara Costantino Mélanges de l’E’cole française de Rome 125-1 | 2013].
20. Ascoli è una città della Puglia, situata nell’interno della provincia, circa 10 miglia a S. di Herdonia, e 27 a SO. di Canusio. Fu celebrata per la grande battaglia tra Pirro e i Romani, combattuta nelle sue immediate vicinanze, a.C. 269. (Flor. 1.18.9; Plut. Pyrrh. 21; Zonar. 8.5; Dionys. xx. Fr. nov. ed. Didot.) Nessuna menzione di esso si trova nella storia prima di questa occasione, ma deve essere stato un luogo di rilievo, come apprendiamo dal suo aver coniato monete come città indipendente. Da questi risulta che la forma propria del nome era AUSCULUM o AUSCLUM (scritto in osco AUHUSCLUM), donde troviamo OSCULUM e “Osculana, pugna” citati da Festo da Titinio. (Friedländer, Oskische Münzen, p. 55; Festus, p. 197, v. Osculana pugna.) Viene nuovamente menzionato durante la Guerra Sociale insieme a Larinum e Venusia (Appian. a.C. 1.52), e apprendiamo dal Liber Coloniarum (p. 260) che il suo territorio fu spartito ai coloni, prima da C. Gracco, e poi da Giulio Cesare. Un’iscrizione conservata dal Lupoli (Iter Venusin. p. 174) prova che godette del rango di colonia sotto Antonino Pio, e altre iscrizioni attestano la sua esistenza come considerevole città di provincia fino al tempo di Valentiniano. È quindi non poco singolare che non se ne trovi menzione né in Strabone, né in Plinio, né in Tolomeo. Potremmo, infatti, sospettare che gli AUSECULANI di Plinio (3.11. s. 16) fossero il popolo di Asculum, ma che sembra (per quanto il suo elenco molto confuso ci consente di giudicare) collocarli tra gli Irpini. L’odierna città di Ascoli conserva pressoché l’antico sito, sulla sommità di un dolce colle, formante uno degli ultimi declivi dell’Appennino verso la pianura pugliese. Tra i vigneti sono ancora visibili notevoli resti dell’antica città priva delle moderne mura; e molte iscrizioni, frammenti di statue, colonne, ecc. sono stati trovati lì. La battaglia con Pirro fu combattuta nella pianura sottostante, ma nelle immediate vicinanze delle colline, dove parte delle forze romane si ritirò per proteggersi dalla cavalleria e dagli elefanti del re. (Vedi il frammento appena scoperto di Dionisio, pubblicato da C. Miller alla fine dell’edizione di Didot di Giuseppe Flavio, Parigi, 1847.) Il nome di Asculum non si trova negli Itinerari, ma apprendiamo da un’antica pietra miliare scoperta sul posto che era situato su un ramo della via Appia, che da Beneventum portava direttamente a Canusium. (Romanelli, vol. ii. pp. 248—251; Lupuli, Iter Venusin. pp. 157—175; Pratilli, Via Appia, p. 509.), Sub voce Asculum in Dictionary of Greek and Roman Geography (1854) William Smith, LLD, Ed.
21. Herdonea una città dell’interno della Puglia, situata sul ramo della via Appia che conduceva da Canusium, per mezzo di Equus Tuticus, a Beneventum. Distava 26 R. miglia da Canusium e 19 da Aecae (Troja). (Itin. Ant. p. 116; Tab. Peut.; Strab. vi. p.283, dove il nome è scritto corrottamente in tutti i manoscritti e nelle vecchie edizioni Êåñäùíßá.) Herdonea è notevole nella storia romana per aver assistito alla sconfitta di due. diversi eserciti romani di Annibale in un intervallo di soli 2 anni: quello di a.C. 212, sotto il pretore Cn. Fulvio Flacco; l’altro nel 210 a.C., sotto il proconsole Cn. Fulvio Centumalo. (Liv. 25.21, 27.1.) Dopo la seconda di queste vittorie, Annibale, non avendo fiducia nella fedeltà di Herdonea (che era uno dei luoghi che si erano uniti ai Cartaginesi dopo la battaglia di Canne), distrusse la città, e trasferì tutti i suoi abitanti a Metaponto e Turii. Deve essere stato successivamente ricostruito, ma sembra non essere mai più risorto in un luogo di rilievo. Silio Italico ne parla come di un luogo oscuro e deserto (8.568); e sebbene la sua esistenza come uno dei comuni della Puglia centrale sia attestata dai geografi e dagli itinerari (Plin. Nat. 3.11. s. 16; Ptol. 3.1.72; Strab. 1. c.), il suo nome non è mai più citato nella storia. Sembra però essere sopravvissuto fino al medioevo, e fu infine distrutto dai Saraceni. I ruderi dell’antica città, descritti come estesi e indicativi di un luogo importante, sono ancora visibili sulla sommità di un lieve colle, poco a sud dell’odierna Ordona, mero agglomerato di case tra Bovino e Cerignola , sulla strada maestra da Napoli a Otranto. Sono descritte dal Mola (Peregrinaz. per la Puglia, p. 44), e dal Romanelli (vol. ii. p. 258). Il nome di Herdonea è variamente corrotto in Erdonias (Itin. Ant. p. 116), Serdonis (Itin. Hier. p. 610), Ardona (Lib. Colon. p. 260): e non c’è dubbio che le ARDONEE menzionassero da Livio (24.20), dove Fabio stabilì i suoi quartieri invernali a.C. 214, è solo una corruzione dello stesso venuto, Sub voce Herdonea in Dictionary of Greek and Roman Geography, William Smith, LLD. London. Walton and Maberly, Upper Gower Street and Ivy Lane, Paternoster Row; John Murray, Albemarle Street. 1854.
22. Giuseppe Galasso, L’altra Europa. Per un’antropologia storica del Mezzogiorno d’Italia, Napoli 2009 ediz. III.
23. Clemente Merlo, Guida d’Italia del T,C.I, Italia meridionale, vol 1 Milano 1926 p.73
24. Renato Bordone, Spunti archeologici nelle descrizioni erudite fra Sette e Ottocento, in Medioevo rurale -sulle tracce della civiltà contadina, a cura di V. Fumagalli e G. Rossetti. Bologna 1980, pp. 139-40
25. Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Napoli 1797 Vol. 3
26. Pasquale Corsi, Città e villaggi nella Puglia del medioevo, Bari, Biblios Edizioni, 1999.
27. Pasquale Corsi, Federico II e la Capitanata., su reciproca.it. URL consultato l’11-01-2011
28. Lorenzo Giustiniani, op. cit.
29. La censuazione del Tavoliere, poneva un limite alla pastorizia. Con l’abolizione della Dogana di Foggia, veniva introdotto il possesso fondiario. Con i contratti di enfiteusi le terre erano liberamente utilizzabili per la coltivazione di cereali o altri prodotti molto più remunerativi, che non il formaggio e la lana.
30. Gargano e Daunia, supplemento della Rete del Mediterraneo testata giornalistica online, https://www.garganoedaunia.com › stornara.
31. Paolo Antonio Troyli, Supplica a sua maestà delle Due Sicilie per qualche opportuno rimedio sopra li gravami, che dalla Corte di Roma in materia di Benefici e Rendite ecclesiastiche soffre questo suo Regno di Napoli, senza indicazioni tipografiche, ma certamente non dopo il 1748, anno della morte del suo autore.
32. Ibidem, p.5.
33. Ibidem, p.4.
34. Ibidem, p.62. «ex Ughellio, Tom. 8 col.319 ant. Edit. Et Lubin. P.187».
35. Placido Troyli, Istoria generale del Reame di Napoli, Napoli 1747-54, Volume 1,Parte 1 p.94. l’autore era un colto abate dell’Ordine Cistercense, oltre che ad essere studioso di storia patria. Morì a Scafati (Salerno).
36. Carlo d’Asburgo (Vienna, 1º ottobre 1685 – Vienna, 20 ottobre 1740) imperatore del Sacro Romano Impero è stato anche Re di Napoli come Carlo VI (dal 1713 al 1734).
37. Placido Troyli, op. cit., Tomo IV parte II. P.118. nel capitolo Delle Persone , che si eligevano anticamente al Sacro Ministero e delli loro Benefici.
38. Paolo Antonio Troyli, op. cit., p.94. «Ex Ugellio, tom. 8, Italiae Sacrae col.225 nov. Edit.
39. Alberto Monticone, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 25 (1981) s.v. Ciasca Raffaele.
40. Raffaele Ciasca, Storia delle bonifiche del Regno di Napoli, Bari 1928 p.78. La congiura dei baroni contro Ferdinando I d’Aragona avvenne nel 1489, ma il sovrano riuscì a sventarla in tempo.
41. Maria Marra, Gli usi linguistici delle Prammatiche sanzioni del Viceregno spagnolo di Napoli, tesi di dottorato Unina 2015 ]
42. Lodovico Bianchini, Della storia delle finanze del regno di Napoli libri sette, Napoli 1859 p.374
43. Ibidem, p.413-23. SEZIONE III. Sommario TAVOLIERE di Puglia ; si dà a censo nel 1806- Commissione nominata nel 1815 per le cose del Tavoliere. Sua opera. Legge del 1817. Nuovi sagrifizi de’ censuari del Tavoliere. Quali desolanti conseguenze derivassero. Trista condizione del Tavoliere uel 1823. Instituzione del commissario civile. Altre cose riguardo al Tavoliere Demanio della Sila: sue vicende - Acque Caccia · - Pesca Foreste. Condizione della economia silvana ; leggi sul proposito - Fondi sul recinto delle piazze di guerra - Tesori Miniere Escavazioni di cose antiche Proprietà particolare.
44. Raffaele Ciasca, op. cit, p. 8
45. Ibidem, pp. 78-9.
46. Flavio Peloso, Incoronata di Foggia: Il primo millennio di storia del santuario Pubblicato in: L’Osservatore Romano, 8 aprile 2001, p. 4.
47. Raffaele Ciasca, op. cit., p.79
48. Ibidem, pp.81-82
49. Ibidem, p.82-83
50. 6° Convegno sulla Preistoria-Protostoria-Storia della Daunia, San Severo 14-16 dicembre 1984, Atti a cura di Benito Mundi-Armando Gravina, tomo I; Giuseppe Dibenedetto, Le bonifiche in Capitanata nella prima metà del XIX secolo.
51. https://www.italiapedia.it › comune-di-carapelle_Storia...