26.ROTONDI E CAMPORA DEL TABURNO: il casale de Rotundis e la Madonna Stella. Con nomi e luoghi, da Casa Gallo a Pelagalli, Peroni, Zallossi e Maietta

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Copertina posteriore

DECINE DI FATTI, FATTARIELLI E MISFATTI

Il 31 luglio 1932, il Commissario Regionale per la liquidazione degli usi civici, reintegrava gli “occupatori delle zone demaniali”, relative alle zone dei demani di Santo Stefano, Orno, Chianola, Riespolo ed altri, come da ordinanza di legittimazione spedita al podestà il 4 febbraio del 1933.
L’elenco dei contribuenti morosi del Ruolo Demaniale (“irreperibili – scomparsi o deceduti”) è alquanto nutrito: Giacomo Lanni, Michele Perone, Raffaele Lanni, Arcangelo Lanni, Bartolomeo Vaccariello, Nicola Bruno, Pellegrina Bizzarro, Filippo Cardarelli, Pasquale Ferraro, Giuseppe Lanni, Michele Maietta, Aniello Coscia, Stefano Vaccariello. Presso l’Archivio Comunale di Rotondi è conservata anche la “Memoria per Il Comune di Rotondi” (protocollo n.1494 del 15.9.934) ad opera degli avvocati Vincenzo Maria Romanelli e Giuseppe D’Amato. Il 16 febbraio 1934, il regio commissario, scriveva che “possono essere prese in considerazione le istanze di legittimazione delle occupazioni dei coniugi Finelli – Lanni e Mercaldo -Raffaele, soltanto ora regolarizzate con la produzione delle procure, nonché l’altra di Maccaro Patrizio, tardivamente inoltarta”. In pratica, come accertato dall’istruttore perito Giuseppe de Lisa, erano stati occupati dei fondi: uno a contrada Comone da Pasquale Finelli e Michela Lanni, un altro in contrada Madonna da Gennaro Mercaldo e Filomena Raffaele, ed un altro a contrada Orno, di quasi 14 are, da Patrizio Maccaro; istruttore-perito, l’ingegner Giuseppe De Lisa di Pietrastornina, che già aveva fatto relativa verifica sulla montagna demaniale del comune, vista l’ordinanza commissariale del 12 luglio 1932 obbligante la reintegra al demanio di Rotondi di quei fondi rispettivamente posseduti dai cennati signori per non essere state allegate alle istanze le relative procure, facendo seguire la reintegra delle occupazioni. A seguito di un verbale nel 1933 dell’ufficiale giudiziario De Martino furono stabiliti esecuzioni o accordi. L’ispettore demaniale fu poi mandato a casa, forse per aver sbagliato i conti, e minacciò di provocare atti giudiziari se non fosse stato pagato. “Non ne otterreste vantaggio alcuno, mentre danneggereste il Comune di spese, frustando in tal modo la mia opera di risanamento del Bilancio”: gli implorava il podestà. Anche perché gli atti erano ora dall’ingegner Buontempo. “Frattanto il De Lisa”, scrive il commissario, “che da lungo tempo ha spesa opera utile per il Comune giustamente si duole di non potere essere ancora soddisfatto di quanto gli è dovuto”: non gli avevano pagato neppure gli acconti. “Mentre sono dolente”, scriveva il perito su una cartolina postale da 30 centesimi, “non sò decidermi a fare atti coattivi contro il Comune per un riguardo a voi, ma tenetemi in considerazione e abbiatemi a cuore. ………

Description

L’EX FEUDO NATO AI TEMPI
DELLA REGINA GIOVANNA D’ANGIO’

IL CENTRO STORICO
NATO NEL BORGO DI CAMPORA

Capitolo III
GLI SBANDATI DI FRANCESCHIELLO
DIVENUTI BRIGANTI DI LA GALA

Capitolo IV
FRAMMENTI INEDITI
IN DUE SECOLI

Capitolo V
LE CHIESE DI OGNI TEMPO
DI CUI SI HA MEMORIA

Capitolo VI
thè SCIACQUO, vino al piombo e biacca?
via a Regolamenti e Stemma comunale

Era il 20 settembre del 1878 quando questo regolamento veniva approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Luciano Vaccariello e dagli assessori Mattia Maietta e Federico Lanni, con un Maietta a segretario. Fra gli altri regolamenti (Rotondi detiene sicuramente un primato di tal genere), vi è anche quello più comune di polizia rurale, con la “solita” inibizione all’accensione dei fuochi a meno di cento metri dalle case, col taglio delle siepi per il libero passaggio delle strade, la “piantazione” regolare dei nuovi alberi di alto fusto.Oltre ai vari divieti, vi è l’inibizione “ai possessori di bestiame, di lasciarlo vagando e senza custodia nei fondi non chiusi da muro e da fitta siepe, se non sia sotto la vigilanza di un proporzionato numero di custodi…”: era il 18 novembre del 1893, ai tempi del sindaco Giuseppe Cioffi e degli assessori Luigi Mendozza ed Andrea Marotta, con Angelo Maietta a segretario.
Ma diamolo uno sguardo più completo verso l’amministrazione comunale, in quel 22 novembre del 1893, rammentando anche i nomi dei consiglieri Giuseppe Mercaldo, Filippo Maietta, Filippo Cioffi, Gennaro Mercaldo, Domenico Maietta, Antonio Vele, Giuseppe Boccalone, Raffaele De Capua, Giuseppe Cosentini, Giuseppe Meridozza, Vincenzo Lanni e Francesco Boccalone.
Tutti erano lì, pensate un po’, a modificare il terzo articolo di Polizia Rurale sulle nuove piantagioni. Ma le novità non finiscono qui, e la giunta del 10 ottobre 1870, approvava anche un regolamento di Polizia Rurale Amministrativo, con a sindaco Alessio Vaccariello. Un’ultima scartoffia, carina assai, riguarda il “Regolamento e provvedimenti per la distruzione delle cavallette”, a seguito della grande invasione del marzo 1894 (o 95), che spingeva il sindaco, il giorno 23, ad emanare un urgente avviso, dopo aver ricevuto regolare missiva da parte del prefetto Frate il 6 marzo precedente. “In alcuni Comuni di questa Provincia”, scriveva il prefetto, “una gran quantità di bruchi è comparsa nei campi danneggiando, con pericolo di invadere anche i comuni limitrofi tuttora innocui”.
Il funzionario invitava così il sindaco di Rotondi “ad adottare le misure prescritte dal Regolamento per l’esterminio dei bruchi (pagina 482, Bollettino di Prefettura anno 1892)”. Rotondi aveva accettato il regolamento il 15 febbraio 1893, con Andrea Marotta assessore facente funzione da sindaco.
Abbiamo ritrovato anche il “Regolamento Vaccinico” del 1895, oggetto di un consiglio comunale del 1894, con a sindaco facente funzioni Luigi Mendozza. Manca, alla lista, quello sulle capre. Siamo però sicuri che, da qualche parte, sbucherà fuori.
Prima o poi (adesso è quasi un piglio!); chissà, potrebbe averlo firmato il sindaco Luciano Vaccariello nel 1885 (sindaco anche nel 1887), o il suo omonimo, A.Vaccariello, nel 1872. Quando i regolamenti non c’erano, spesso i prefetti si arrabbiavano. Ma Rotondi aveva perfino il Regolamento Igienico, come chiariva il sindaco nel 1900, fin dal 1872. Riportiamo a questo qualche curiosità spicciola appuntata a margine del documento, in riferimento ai fucili esistenti nel posto di Guardia, “e proprio nella cancelleria comunale”.
Uno era stato dato ad Angelo Esposito (“Dato un fucile ad Esposito Angelo Pittore addì 19 Dicembre 1873”), forse da se stesso Angelo Esposito Sindaco; altri due, nel 1874, a Domenico e Nicola Lanni; un altro a Domenico Lanni, il 13 febbraio 1874, e poi a Pasquale Fevola; infine, il “15 marzo 1874, Giovanni Gallo ha ricevuto una carabina paesana, con della peazza”…..

Dettagli

EAN

9788872970416

ISBN

8872970415

Pagine

112

Autore

Bascetta,

Claudio Rovito

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Editorial Review

CON TUTTI I NOMI DEGLI ELETTORI ABITANTI DEL PRIMO NOVECENTO

 

Era il 20 settembre del 1878 quando questo regolamento veniva approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Luciano Vaccariello e dagli assessori Mattia Maietta e Federico Lanni, con un Maietta a segretario. Fra gli altri regolamenti (Rotondi detiene sicuramente un primato di tal genere), vi è anche quello più comune di polizia rurale, con la "solita" inibizione all'accensione dei fuochi a meno di cento metri dalle case, col taglio delle siepi per il libero passaggio delle strade, la "piantazione" regolare dei nuovi alberi di alto fusto.Oltre ai vari divieti, vi è l'inibizione "ai possessori di bestiame, di lasciarlo vagando e senza custodia nei fondi non chiusi da muro e da fitta siepe, se non sia sotto la vigilanza di un proporzionato numero di custodi...": era il 18 novembre del 1893, ai tempi del sindaco Giuseppe Cioffi e degli assessori Luigi Mendozza ed Andrea Marotta, con Angelo Maietta a segretario.
Ma diamolo uno sguardo più completo verso l'amministrazione comunale, in quel 22 novembre del 1893, rammentando anche i nomi dei consiglieri Giuseppe Mercaldo, Filippo Maietta, Filippo Cioffi, Gennaro Mercaldo, Domenico Maietta, Antonio Vele, Giuseppe Boccalone, Raffaele De Capua, Giuseppe Cosentini, Giuseppe Meridozza, Vincenzo Lanni e Francesco Boccalone.
Tutti erano lì, pensate un po', a modificare il terzo articolo di Polizia Rurale sulle nuove piantagioni. Ma le novità non finiscono qui, e la giunta del 10 ottobre 1870, approvava anche un regolamento di Polizia Rurale Amministrativo, con a sindaco Alessio Vaccariello. Un'ultima scartoffia, carina assai, riguarda il "Regolamento e provvedimenti per la distruzione delle cavallette", a seguito della grande invasione del marzo 1894 (o 95), che spingeva il sindaco, il giorno 23, ad emanare un urgente avviso, dopo aver ricevuto regolare missiva da parte del prefetto Frate il 6 marzo precedente. "In alcuni Comuni di questa Provincia", scriveva il prefetto, "una gran quantità di bruchi è comparsa nei campi danneggiando, con pericolo di invadere anche i comuni limitrofi tuttora innocui".
Il funzionario invitava così il sindaco di Rotondi "ad adottare le misure prescritte dal Regolamento per l'esterminio dei bruchi (pagina 482, Bollettino di Prefettura anno 1892)". Rotondi aveva accettato il regolamento il 15 febbraio 1893, con Andrea Marotta assessore facente funzione da sindaco.
Abbiamo ritrovato anche il "Regolamento Vaccinico" del 1895, oggetto di un consiglio comunale del 1894, con a sindaco facente funzioni Luigi Mendozza. Manca, alla lista, quello sulle capre. Siamo però sicuri che, da qualche parte, sbucherà fuori.
Prima o poi (adesso è quasi un piglio!); chissà, potrebbe averlo firmato il sindaco Luciano Vaccariello nel 1885 (sindaco anche nel 1887), o il suo omonimo, A.Vaccariello, nel 1872. Quando i regolamenti non c'erano, spesso i prefetti si arrabbiavano. Ma Rotondi aveva perfino il Regolamento Igienico, come chiariva il sindaco nel 1900, fin dal 1872. Riportiamo a questo qualche curiosità spicciola appuntata a margine del documento, in riferimento ai fucili esistenti nel posto di Guardia, "e proprio nella cancelleria comunale".
Uno era stato dato ad Angelo Esposito ("Dato un fucile ad Esposito Angelo Pittore addì 19 Dicembre 1873"), forse da se stesso Angelo Esposito Sindaco; altri due, nel 1874, a Domenico e Nicola Lanni; un altro a Domenico Lanni, il 13 febbraio 1874, e poi a Pasquale Fevola; infine, il "15 marzo 1874, Giovanni Gallo ha ricevuto una carabina paesana, con della peazza".....