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UN LIBRO SUI COGNOMI, LE CHIESE E IL PROFILO STORICO SUL PAESE
1. Della Terra di Liveri è Catarina Nappo vedova del fu Giovanni Motone per territorio vitato e pintato di mela sotto Santo Nereo………………..49.10
2. Di Moschiano è la Signora Cecilia Caputo per capitale……………………………………………………6
3. Della Terra di Lauro è Maddalena Ferraro per capitale……………………………………………………..8.10
4. Della Terra di Marigliano è Teresa Foglia vedova del fu Angelo de Crisci……………………..13.10
1. Della Terra di Liveri è il Reverendo Don Francesco Sacerdote Secolare per territorio a Roiano……………………………………………………….35
2. Del Casale di Pago è il Reverendo Don Francesco Crisci canonico per territorio accosto S.Andrea e per due case a la Lavinella…………..15.15
3. Di Visciano è il Reverendo Don Pietro Ferrante canonico per territorio a Aschito e la gualana e lo Pompiano…………..174.16 e 2/3 da cui dedotta la tssa dicoesana restano…………………..91.62 e 2/3
1. La Venerabile Cappella del SS.mo Rosario di Pago e Pernosano, 23.11…………………………..11.27
2. La Cappella di S.Nicola beneficiale del Casale di Visciano per territorio a Roiano, 11………….5.15
3. Cappella beneficiale jus patronato della famiglia de Corbono del Casale di Carbonara per territorio a la Guolana, 33.10…………………….16.20
4. La Venerabile Chiesa di S.Sebastiano della Terra di Lauro per territorio a Aschito, 15…….7.15
5. La Venerabile Colleggiale di S.Maria Maddalena di lauro per territorio sotto Macerata, S.Nereo, Aschito, 138.15…………………..69.7 e 1/2
6. La Venerabile Chiesa di S.Maria di Costantinopoli di Pago, 6………………………………..3
7. La Venerabile Chiesa della SS.Annunziata di Fontananovella, 16.10……………………………….8.5
8. L’Eremo dei padri Camaldolesi di Nola per la selva a lo Ciappolo, 123.10………………………….61.20
9. Il Venerabile Monistero dei P.P. Agostiniani di Nola per territori a Sopra la Torre, Cerqueto, Chianolella, 23…………………………………………11.15
10. Il Venerabile Monistero delle Signore Donne Monache della SS.Trinità di Lauro, 46.20…..23.10
11. Il Venerabile Monistero delle Signore Donne Moniche di S.Chiara di Nola, per numerosi capitali, 141.10……………………………………………………70.20
12. Il Venerabile Monistero del Collegio delle Signore Donne Monache di Nola, 166.20……83.10
13. La Religione Gerosolomitana di S.Giovanni dei Cavalieri di Malta per l’ospizio di case a la Commenda, territorio a La Torre e capitali, 507……………………………………………………..253.15
L’intenzione resta quella di pubblicare un numero al mese, uno su ogni comune del Regno di Napoli. Abbiamo cominciamo con Torrioni, Avellino, Caserta, Salerno ed ora siamo a Montemiletto, cuore del Principato Ultra. Si tratta di volumi di storia locale, quella trascurata dalla Storia con la S maiuscola, tranne rapidi e spesso incomprensibili accenni, rivalutata nel secolo scorso dagli storici francesi degli Annales e ormai acquisita anche dalla maggior parte degli storici italiani, che ha un valore insostituibile per la conoscenza delle nostre radici. E’ un sapere vitale per la comprensione piena del nostro presente che ha appunto le radici in quel non tanto lontano periodo storico. Non è meno fondamentale l’acquisizione dei nostri giovani di nozioni storiche, tradizioni, abitudini, usi e costumi degli antenati. L’iniziativa, ne siamo certi, accoglie il favore della popolazione, in quanto è arricchimento di ogni cittadino dell’amore che sente per la propria terra nativa.
Perché i Catasti Onciari? Innanzitutto perché introducono nuovi sistemi di tassazione da cui si ricavano le condizioni reali della vita della gente. E’ vero. Nelle altre parti d’Italia i beni venivano valutati dal fisco, mentre nel Regno di Napoli si procedette su dichiarazioni di parte, con tutti gli inconvenienti (dichiarazioni orali con rivele fasulle, diminuzione della consistenza dei propri beni, negazione addirittura di possederne) che tale sistema comportava.
I catasti comunali, teoricamente, avrebbero dovuto servire alle amministrazioni locali per una equa tassazione, che, al contrario, molto spesso veniva fatta gravare artificiosamente addirittura sui meno abbienti. Era necessario per ovviare a questi veri e propri soprusi che i dichiaranti indicassero tutti i beni stabili, le entrate annue di ciascun cittadino e dei conviventi. I nobili dovevano rivelare i beni posseduti nella propria terra e anche quelli in cui abitano con la famiglia e con i congiunti, facendone una breve, chiara e distinta sintesi sul margine della rivela (autodenuncia).
Fine del Catasto Onciario era quello che il povero non fosse sottoposto a tasse esorbitanti e che il ricco pagasse secondo i suoi reali possedimenti. In base a questo principio i sudditi vengono tassati non solo per il possesso dei beni immobili, ma anche singolarmente per le industrie che possiedono, commercio, mestiere o arte che esercitano. Dunque, oltre all’imposta patrimoniale, restava in vigore anche la vecchia imposta personale. Infatti il focatico, l’imposta del nucleo familiare dovuto da ogni focolare, venne sostituito dal testatico, l’imposta pro capite a quota fissa, pagato da tutti coloro che non vivevano nobilmente, cioè solo da coloro che si dedicavano al lavoro manuale.
Un’indagine investigativa condotta su cittadini, congiunti e conviventi, attraverso una breve, chiara e distinta sintesi sui beni immobili, e sull’attività esercitata, sulle tasse – com’è stato scritto – caratteristiche che non escludono la vivezza della enunciazione formale e la passionalità del piglio giornalistico, ogni volta che occorra, per annodare e poi snodare un sistema complesso, articolato, che appare ripetitivo e impossibile a studiarsi, che fornisce dati quasi mai letti e trascritti prima, per portare a conoscenza di noi un atro pezzo di storia mai scritta, senza entrare nel merito di punti problematici, come nello stile delle pubblicazioni promosse da questa amministrazione.
Il programma della ABE, con la pubblicazione sul Catasto di Caggiano (seguirà quella su Pertosa) e di tanti altri volumi, ci fa entrare sempre di più nella storia di tasse e balzelli, fornendoci un lunghissimo elenco dei residenti di ogni singolo paese, dei nostri e di quelli a noi vicini. Questo aiuta i cittadini di oggi a scoprire i nomi, i mestieri e le arti dei propri antenati.
Un merito che va soprattutto ad Arturo Bascetta, che si è sobbarcato con perizia e volentieri l’immane lavoro di una collana aperta a più collaboratori, come già abbiamo visto per i volumi pubblicati.
E’ la meravigliosa documentazione del Catasto Onciario portata alla conoscenza diretta degli eredi di quei nonni. Interventi, studi e note di chi, con proprie capacità, intelligenza e amore per la storia locale, ha messo su carta la vera riscoperta essenziale delle radici e della storia. Che è poi la strada percorsa in questi anni da chi, come noi, ama la memoria storica di Caggiano e del Principato Citeriore.
Prof. Angelo Cillo +
Critico letterario
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