22. COMUNE DI CALVI NEL 1753 (BN)

30,00


 Le sezioni riportate in Appendice Documentaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nelle pagine che seguono il lettore troverà la suddivisione della trascrizione dei sunti delle notizie in maniera fedele all’originale, almeno per quel che riguarda i nomi propri, così come si evince con caratteri diverse nelle sezioni.
Nel testo originario è allagata anche la prima stesura, forse risalente all’anno del bando, 1741, poiché compaiono alcuni nomi che poi non sono più presenti nell’edizione pubblicata nel 1753.
A seguire il lettore troverà il sunto relativo ai nomi ufficiali e alla tassazione del 1753 diviso in più sezioni.
Al n.I c’è la notizia appresa dal frontespizio ufficiale del Catasto, presso l’Archivio di Napoli, dove è stato consultato su bobina riferita al frontespizio [Archivio di Stato di Napoli (d’ora in avanti leggerai ASNA), Principato Ult. / Catasto Generale delli Calvi Casale della Città di Montefusco 1753, pag.I del faldone; originale: Catasto Generale dell’Università del Casale delli Calvi, pag.II].
La II riguarda l’elenco dei capifamiglia in ordine di nome seguito dal cognome e dal mestiere, dalle generalità dei familiari e dall’età di tutti, con alla fine il numero che rappresenta la tassazione riferita al Catasto [Sezione: Elenco capifamiglia con famiglie in ordine alfabetico di nome]. Si va dal n.1 al n.82, ultimo capofamiglia. Segue la III sezione riferita alle vedove [Rubrica delle Vedove] che sono in numero di 2.
La IV del Catasto [Robriche dei Sacerdoti] riguarda i 6 Sacerdoti del paese.
Nella V Sezione [Robrica dei Sacerdoti forestieri] sono i 3 Sacerdoti che provengono da fuori paese.
Nella VI Sezione si parla delle due cappelle nella Chiesa parrocchiale del paese [Robrica Luoghi Pii Cittadini] e di una privata a Coppacorte.
Alla Sezione n.VII. [Robriche Forastieri Abitanti] c’è l’elenco degli 13 forestieri giunti in paese dai paesi vicini.
La VIII Sezione [Robriche de Forastieri bonatenenti] riguarda i 10 forestieri possessori di beni in paese.
Al n. IX [Robriche dei Luoghi Pii Forestieri] sono elencate le 7 chiese di altri paesi che hanno beni a Li Calvi. Da essa sono state staccate le 2 chiese parrocchiali che dovevano formare una rubrica a parte da noi ricavata al n.X [Chiese parrocchiali cittadine] forse per distrazione del compilatore.
Seguono i nomi dei compilatori deputati alla redazione e al n.XI la collettiva generale delle once pagate dai cittadini [Collettiva Generale dei cittadini] e al n. XII [Collettiva Generale dell’Oncie] cioè di tutti a chiusura di conti per il totale della tassazione di Cittadini, Vedove, Luoghi pii cittadini, Forestieri abitanti, Clerici secolari forestieri, Forestieri non abitanti laici, Chiese e Luoghi pii forestieri, che danno un totale di once 4507…

Description

Calvi Vecchia primo luogo abitato che fu di S.Giorgio

 

 

 

 

 

 

 

Qui di seguito il lettore troverà un sunto fedele di tutto ciò che si scrisse nel Catasto Onciario di Calvi, a cominciare dall’elenco dei nomi di tutti gli abitanti, del mestiere, dell’età, del luogo di residenza e di qualche bene posseduto.
In realtà, sfogliando le pagine del Catasto, saltano fuori toponimi magari non più in uso, ma di enorme importanza, perché ci lasciano intendere come sono andate veramente le cose nella ripartizione dei casali della Montagna di Montefusco, durante gli scontri fra feudatari e re negli ultimi secoli del Seicento e Settecento. Alcune piccole notizie, come l’esistenza di una Calvi Vecchia, dove abitanto braccianti che debbono soldi o sono legati alla chiesa di San Giorgio la Montagna, fanno capire come questo Casale dove era nato il paese in precedenza sia stato un’ex dipendenza di San Giorgio, non di Montefusco, legata direttamente al vescovo di Benevento.

Lasciamo ora al lettore il divertimento di scoprire questi posti antichi così affascinanti che sono parte integrante della storia di Calvi e del suo nuovo distretto settecentesco che ebbe sede al centro di S.Nazzaro, cioè nella piazza del capitolo dell’arcidiocesi dell’arciprete beneventano dove nacque il nuovo centro, oggi diremmo il capoluogo di una cittadella che rinasceva in un luogo del distretto ben preciso: la Piazza de Li Calvi. E’ qui che fu apposta la Croce di Dio.
Ed è qui che si riuniva la nuova amministrazione comunale che inglobò i casali, quelli di sopra e sotto il Vallone, e la stessa ex amministrazione comunale di S.Agnese, ormai a regimine, cioè retta da un assessore e assorbita da Calvi Vecchia, che ora rinascevano insieme nel luogo detto Piazza de li Calvi, ovvero davanti alla cappella dell’ex casale di S.Nazzaro.
Del nuovo comune distretturale de Li Calvi fecero quindi parte Calvi vecchia con le sue frazioni, l’ex Comune di S.Agnese con le sue frazioni, compresa S.Nazzaro, nel cui perimetro, alla località Piazza, nacque l’arcipretura che si fece coincidere con la sede della nuova amministrazione comunale della cittadella.

Lasciata alle spalle le pagine dell’apprezzo, agli occhi del ricercatore, appare finalmente l’Onciario vero e proprio. Siamo sempre presso l’Archivio di Stato di Napoli (d’ora in avanti leggerai ASNA), nell’antica provincia di Principato Ultreriore, spesso abbreviata in Ultra’. Le pagine di questo librone chiamato col nome di Catasto Generale delli Calvi Casale della Città di Montefusco 1753, in realtà, come si legge dalla pag.I del faldone; si rifanno al Catasto Generale dell’Università del Casale delli Calvi, che è poi il punto di partenza che abbiamo visto anche per le rivele dei cittadini.
Il primo nome che compare è quello di un massaro, Angelo Genito, di 50 anni, il quale abita con la moglie Vittoria Mirra di 43 anni. E così saranno elencati tutti gli abitanti capofamiglia, non ordine alfabetico di nome (non di cognome), seguiti dal nome e dall’età dei propri figlioli, come nel caso di Carlo di 17 anni e Liberatore di 15 anni, Vincenzo di 13 anni, Luigi e Anna di 12, Saveria di 8. Nel caso di familiari adottivi senza casa si adotta il gergo di serva di casa, come Angela Izzo di 15 anni, che pur rientrando nella famiglia Genito ha, appunto, un altro cognome.
Segue poi l’indicazione della abitazione, se è tenuta in affitto, o trattasi come in questo caso di una casa propria di più membri (stanze) sita nel luogo detto Li Calvi con due misure d’orto contigue. Detto questo si passa agli altri beni abitabili o terrieri. In questo caso Genito possiede anche una massaria di fabbrica di 4 membri (due soprani e due sottani) a Loco Le Cesine ed altri beni, fra cui quelli a Campofreddo. Per meglio identificarli spesso, specie se i nomi dei luoghi scarseggiano, oppure un luogo è così ampio da contenere nel proprio perimetro molti appezzamenti, si elencano i confinanti. In questo caso la terra è vicino ai beni delli Signori Giovanni di M.Fuscolo, Paolo Mirra e via pubblica, con il possesso anche di alberi, nel caso sono querce, sempre a Le Cisine esattamente nel luogo di Rendite vicino ai beni delle Reverende Monache di S.Giorgio e via pubblica.
Altre querce del massaro Genito erano a Coppa Corte, che risulterà il centro più popoloso, ovvero Calvi propriamente detta, e altri a Loco Lo Malecangio.
Segue poi la tassazione, sottraendo delle percentuali da pagare se già si paga chi ha affittato un animale, chi ha dato dei soldi in prestito, chi possiede una casa col riscatto trentennale, etc. In questo caso Genito paga pesi alla Camera baronale di S.Agnese, che sappiamo essere un paese a parte che però è privo di sindaco, essendo in regime di reggenza, ed è stato raggruppato insieme a S.Nazario proprio a Calvi. Il distretto di questi tre paesi avrebbe avuto sede nella Piazza di S.Nazario, davanti alla croce, ma è evidente che la sede amministrativa dei tre Casali non va confusa con l’identità delle tre comunità, unite a causa della dissoluzione feudale, a cui abbiamo cercato di dare una indentificazione storica più certa.
Tanto per tornare alle tasse della famiglia Genito, per la rendita perpetuo sull’orto, paga 30 grana annue, alla Collegiata di S.Giorgio deve una percentuale per un prestito da 100 ducati, alla Cappella del SS.Rosario la deve per un capitale avuto da 140 ducati, alla Camera feudale del Barone di S.Agnese la deve per il diritto de Li Maritaggi essendo entrato nel possesso di ben 100 ducati di capitale.
Ha avuto un prestito anche dalla Cappella di S.Maria di Costantinopoli e altri 100 ducati li deve restituire a 6 ducati annui. Infine ha un piccolo debito da 20 carlini annui con la Cappella del Rosario della Chiesa Vicariale di S.Nazzaro per un fondo sopra un pezzo di territorio incorporato alla massaria. L’ultimo numero che leggiamo al termine di ogni dichiarazione dei redditi dei vari capifamiglia è riferito ad un numero chiamato oncia, che risulta essere una unità di misurazione da cui poi la tassazione versa e propria. In questo caso trattasi quasi di un nobile che per la sua industria quasi non paga tasse. Sicuramente ha ben organizzato la detassazione fra pesi e misure. Ad ogni modo, rispetto ad un semplice bracciante da 4/5 once, i Genito ne pagano 134,18.
Seguono così tutti gli altri nomi degli abitanti, Mottola in casa affitto di Baldassarro Mirra, i braccianti Frusciano del Casale delli Audisoli, al confine coi beni di Geronima Casazza e la via pubblica. In questo caso pagano 17 ducati dovuti alle Cappelle di S.Nazzaro, Calvi e S.Agnese quali tasse sopra la casa.
Un altro Mottola, per esempio, con casa propria con orto al Casale dell’Antisoli Distretto di S.Nazzaro, Calvi e S.Agnese luoghi promiscovi dei beni, et abitazione ab antiquo, et immemorabili solito, immune da qualunque peso Università di S.Nazzaro e S.Agnese per la promiscuità suddetta e gode la Chiesa comune sita in S.Nazzaro. Un altro ancora, con casa propria nel Casale di S.Nazzaro Luogo promiscuo de beni ed abitazione ab antiquo solito immune delli pesi Università di S.Nazzaro per la promiscuità suddetta perfettamente goduta ab antiquo at immemorabili solito ma nel caso il peso che assorbe la rendita e quindi non paga tassa. Per altri beni che possiede ivi, si tratta di un membro sottano per uso proprio e un territorio a S.Clemente (vicino i beni di Don Carlo Regina) paga di tasca propria il censo enfiteutico alle Venerabili Cappelle di S.Nazzaro, Calvi e S.Agnese per il suddetto territorio.
Quasi sempre, per gli altri bracciali, come nel caso di Alesantro Cillo, sessagenario bracciale di 64 anni abita con la figlia Angela di 22 anni in casa propria nel Casale di S.Nazzaro luogo promiscuo con Calvi e S.Agnese, si è franchi dai pesi per i suoi beni in S.Nazzaro e S.Agnese….

Dettagli

EAN

9788872970829

ISBN

8872970822

Pagine

96

Autore

Bascetta,

Muscetta

Editore

ABE Napoli

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Editorial Review

La Tassa di Bonatenenza prosciugata da Montefusco e le rendite del clero sui Casali indivisi

 

 

 

Sfogliando il Catasto Onciario, stavolta di Montefusco, scopriamo che l’Università della Città di Montefusco, secondo la situazione economica dell’anno 1737, fu mandata in tassa per 171 famiglie, “avendo ella non solo il territorio promiscuo, ma ancora indiviso, ed affatto interminato colle Università di S.Paolina, Calvi, S.Nazzaro, e S.Angiolo a Cancelli, Casali di detta città”.
Abbiamo quindi la conferma che Montefusco, essendo l’Univeristà comunale “Principale” fece “il pieno di tutte le oncie dei forestieri bonatenenti non abitanti che possiedono nel tenimento così di questa Università, come delle altre quattro degli enunciati Casali [Università di S.Paolina, Università di Calvi, Università di S.Nazzaro, Università di S.Angiolo a Cancelli], per poi ratizzarne a ciascuna di esse la diloro porzione a misura delle oncie per le quali al presente si ritrovano situate”, in base al numero delle famiglie. Facendo i dovuti calcoletti, si ottiene che questi fuochi, cioè i capofamiglia, delle cennate quattro Università dei casali erano di numero pari a 249 così tassati:
- Santa Paolina per fuochi 130,
- Calvi per 52,
- San Nazaro per 48,
- S.Angelo a Cancelli per 12.
Da qui le somme tirate a Montefusco, dove, “uniti a detti fuochi 171 e ¼ di questa Università, sono in uno 420 e ¼ che per ragione di carlini 42 a fuoco ai quali devono contribuire i forestieri bonatenenti non abitanti, importando la somma di annui ducati 1765,05 che ripartiti alle suddette oncie 81.419, come dalla collettiva, viene a cascare per oncia grana due, e cavalli due”.
Ed eccoci alle cifre totali, in quanto “importa la tassa di esse annui ducati 940,08” che si ottengono:
- Dalli Forestieri bonatenenti laici non abitanti per le suddette oncie 37694 e tt 25=817,07 e 1/12;
- Dalli Forastieri bonatenenti non abitanti ecclesiastici secolari per le suddette oncie 551,20=12,11 e 10/12
- Dalle Chiese, Monisteri, Badie, Benefici, e Luoghi Pii forestieri per le suddette oncie 5117,19=110:4:9
Deducendosi adunque dalle suddette oncie 41.419 le suddette oncie 43.362 per le quali si è dato carico a detti forestieri non abitanti bonatenenti, restano oncie 38.055. E da queste dedottene altre oncie 15.496 incorporate a questa Università per fare l’intiero pieno necessario per la tassa della bonatenenza dei forestieri bonatenenti non abitanti, e spettantino alle cennati quattro Università inferiori dei Casali, cioè:
- S.Paolina once…...........................7.623
- S.Nazzaro once..........................…2.461
- S.Angelo a Cancelli oncie...............1.926
- Calvi once………........................3.486
- In uno delle oncie…......................15.496
- Restano oncie…...........................22.559.

Il Reverendo Clero possiede l’infrascritte rendite (81 fondi) 41 Crediti in Capitali, a cominciare da quelli esatti a Torre le Nocelle Casale di questa città: da Domenico Todesca e Giulio Carofalo per d.10; da Michelangelo Todesca e fratelli d.100; da Nicola Penna d.50; dallo stesso per capitali d.22. Seguono quelli riscossi a Santa Paolina Casale di questa città: Pietro Fioretto per la casa di li Caprioli; Giacomo Feoli per fondo a Le Padule; da Mavilio di Rienzo per territorio a S.Caterina; dal Reverendo Don Nicola Spiniello per territorio a Le Valli; da Gennaro Fuccillo per fondo sulla casa a Lo Puntillo; da Francesco Dente sulla casa a Lo Ponticello; da Giovanni Fucillo per fondo a Fondicello; da Carlo Spiniello per Lenguacane; da Domenico d’Egidio per La Sala; da Antonio di Santolo per Vitorano; dallo stesso Antonio per Acquavivola; dal magnifico Notar Filippo Panza per l’Acquavivola; dagli eredi di Ciriaco Longo per Fontana Zirfa; da Gennaro e Giovanni de Luca per Viturano; da Don Andrea Ruggiero per territori di Cancielli; da Domenico Parente d.30; dagli eredi di Giuseppe de Angelij per ducati 18; dal Reverendo Don Giuseppe di Spirito d.20; e da altri 14 cittadini del Casale per capitali in prestito.
Sant’Angelo a Cancelli Casale di questa Citta per territori a Li Puzi e a Li Ziccardi.
San Nazaro e Calvi Casali di questa Città (Campore, San Giovanni Occiano, Le Ripe, Mezzapizza; Beneficio, l’Aspro, Cucciano, Campore, Cupalanza, Cretazzo, Macchiarelle, Belvedere) con pesi da dedursi con la chiesa arcipretale di Sant’Angelo a Cancelli per fondo di Lanola o Canola, per la chiesa arcipretale di San Nazaro per il territorio di Mezzapizza, per il Beneficio di S.Maria delle Grazie sul fondo di S.Lucia, al sacro Monte della Misericordia per il territorio che fu del Priore Calabria e per le Coste e per la bottega alla Piazza, sottraendo peso di messe e altro restano once 27.16.
Il venarabile Monistero dei PP Conventuali sotto il titolo di San Francesco possiede l’infrascritti effetti e rendite in Montefusco e Casali di S.Angelo a Cancelli a Mogavero e Starza, S.Paolina con vigna a Valle dei Santi e Lo Jardino, Marchitti, Spinola, Picoli seu Ponte di Iscla, San Nazaro per Piano Cotugno, Valle Noci, Aspro, Fontana dello Pennino, Tufi, Scarani, san Giovanni Occiano, Molino delle Vovole, L’Amendola, S.Croce, Coppacorte, Marchitti, Vertecchia. Crediti in Capitale a San Nazaro e Santa Paolina; renditi a S.Angelo (Toppa, Brecce, Vertecchia, S.Nazaro (col Vallone di Sanguariello e l’Orto di Tufi, l’orto di San Sebastiano, Soricelli).
Seguono i pesi da dedursi: Il Reverendo Collegio per la Starza, e per la Starza anche la Cappella di S.Angelo a Cancelli, il Clero per la Bottega alla Piazza, la Chiesa parrocchiale di San Nicola dei Franchi per territorio detto Le Modarelle, S.Caterina per la selva di S.Antuoni, della Misericordia le Coste, al Sacro Monte per Capofriddo, Pontaniello, Fondello, Mirra; per Beneficio della SS.Annunziata a Starza, alla Parrocchiale Chiesa di San Nazaro il territorio a Li Marchitti, alla Cappella di S.Nazaro per territorio a San Giovanni Occiano, al Principe di San Giorgio per il territorio di San Barbato, al Reverendo Collegio di S.Giorgio per territorio di La Jojola. Oglio per la lampada e messe varie. Once 1300,19.
Il venerabile Monistero di donne monache sotto il titolo di S.Catarina di Siena possiede l’infrascritti effetti e rendite: Sotto il Forno, Piazza, bottega alla Piazza e casa di tre membri ad uso di Macello nel luogo detto San Giovanni, taverna a San Giovanni, altra casa di più membri sottani con Forno ed ingegno da far maccaroni, con una bottega che sporge alla piazza nel luogo detto Sotto il Palazzo di esso monistero, altre case Sotto San Lionardo, territori a La Pietà, Campoceraso, territori a Li Vulpi vicino ai beni della Badia di S.Sofia e del Principe di San Giorgio, Li Bologna seu San Mercurio, Starza, Puzzo Stroiano, Cervetiello, Pezza Lo Piro, Selve, San Giovanni Occiano, S.Angelo, crediti vari anche dal Casale di S.Nazaro, e dai Casali di Calvi, S.Angelo a Cancelli per diversi territori fra cui a Montefalcone, Li Maj, Cupalanda, fondo Denticano, da Donato Zambetta di S.Angelo a Cancelli il fondo detto Acquavivola, Palatelle, Li Lotani. Pesi da dedursi. Al Collegio de Missionarij di Benevento per fondo sotto la massaria di (Monsignor) Bologna seu S.Mercurio, alla Cappella della Torre delle Nocelle per fondo Massarie, al Sacro Monte della Misericordia per Casa Palazziata e Botteghe alla Piazza, massaria alla Pietà, territorio ad Acqua di Cupo, piu corrisponde al Pio Spedale di questa città per decisione della Sacra Congregazione nella soppressione del Monistero di San Lionardo, anniversari, taverne, messe per la Cappella e il Monastero di S.Maria del Carmine soppressi ed annessati ad esso monistero, cattedratici per la Cappella delli Martiri soppressa, alla Chiesa di San Nazaro per la Cappella di Monserrato, al Monastero di San Francesco per la peschiera e altro. Once 1556,26.
La Confraternita sotto il titolo di San Giacomo possiede le infrascritte rendite: a) Censi enfiteotici a Stagliata, Santa Maria a Piazza, Macchiarelle, Cretazzo, Madari, Montenigro, Belvedere; b) Crediti in capitale dai 40 ducati di Antonio Zuccaro, ai 73 di Domenico Giordano ai 30 di Domenico Fioretto di Santa Paolina ed altro. Pesi da dedursi: per il Cattredati(co) all’Arcivescovo 5 carlini, per la Santa visita 15 carlini, al Reverendo collegio dei missionarj di Benevento per la casa che tiene censuata dal Reverendo Don Francesco di Martino, al beneficio di Santa Maria delle Grazie di S.Nazaro per fondo ed altro. Once 90,6.
La venerabile Cappella sotto il titolo del Monte dei Morti possiede l’infrascritte rendite: 40 ducati di capitale a Don Domenico Giordani, 10 a Domenico Consolazio del Casale di Santa Paolina e molti altri con pesi vari da dedursi. Once 7,8.
La Venerabile Confraternita sotto il titolo del SS.Rosariio con diverse rendite su capitali anche per i Casali di San Nazaro e Calvi e il Casale di S.Angelo a Cancelli.
Seguono i crediti in capitale dipendenti dalle Cinguine delli fratelli in città e nei Casali di S.Paolina e Torre le Nocelle ad altro con pesi da dedursi. Once 202.20.
Per tutti gli altri si rimanda al volume sul Catasto di Montefusco.