18. STORIA DELLA PIEDIGROTTISSIMA: 1957 – 1973 . La Napoli festivaliera degli Anni Cinquanta

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LA CANZONE INIMITABILE


Lo spettacolo di Piedigrottissima nasce per iniziativa di Renato Barendson, presidente dell’Ente Provinciale del Turismo (E.P.T.) che, rivalutando la festa di Piedigrotta dal punto di vista turistico, si sofferma sull’importanza della valorizzazione e diffusione delle nuove canzoni napoletane su scala nazionale. Per questo motivo, in collaborazione con la Rai, patrocina la Piedigrottissima, ossia la presentazione a un pubblico nazionale delle più belle canzoni di Piedigrotta. L’Ente, per raggiungere lo scopo prefissato, chiede il supporto delle sette più importanti case editrici del momento (Acampora, Argoss, Bideri, La Canzonetta, Cioffi, Giba, Di Gianni) che, durante il corso della festa di Piedigrotta, hanno presentato le loro nuove produzioni.
L’idea dello spettacolo nasce dopo le movimentate vicende dell’ultimo Festival della Canzone Napoletana tenutosi nel mese di maggio. Infatti, in seguito alle accese controversie nate con la Rai si è tentato di risolvere il problema della radiodiffusione della canzone napoletana proprio con l’istituzione della Piedigrottissima. In altre parole, le polemiche nascono dal fatto che la canzone napoletana scritta da autori partenopei è ghettizzata a favore della canzone dialettale scritta da autori settentrionali. Alle forti accuse, la Rai si è sentita obbligata a rivedere il suo programma di radiodiffusione ed ha effettivamente accertato che su 600 canzoni napoletane trasmesse nel 1956, soltanto 64 sono quelle scritte e musicate da autori partenopei.
Da questa polemica, Renato Barendson in collaborazione con Pino Bianchi, presidente dell’Associazione Canzoni di Napoli, lancia l’idea alla Rai di pareggiare i conti istituendo la Piedigrottissima, ovvero uno spettacolo che permetta la radiodiffusione di canzoni napoletane piedigrottesche scritte, con schietto spirito partenopeo, da autori nati nella città canora.
Così, per la realizzazione di questo spettacolo, l’E.P.T. si rivolge agli editori partenopei che, grazie alle audizioni di Piedigrotta, tengono sotto contratto i più rinomati autori napoletani. Inizialmente aderiscono al progetto ben nove case editrici, poi ridotte a sette per due forfait.
Da questa richiesta, la Direzione Generale della Rai organizza innanzitutto il programma radiofonico Piedigrotta Napoletana 1957 da trasmettere sul secondo canale, per il lancio di 27 canzoni, 3 per ogni casa editrice organizzatrice di spettacoli di Piedigrotta, a scelta della casa stessa. Il programma viene replicato ben 15 volte, in modo da assicurare un lancio sufficiente all’affermazione delle canzoni.
Parallelamente a tutto ciò, Renato Barendson, oltre alla rubrica radiofonica, chiede alla Rai pure lo spettacolo televisivo Piedigrottissima che raccoglierebbe il meglio della nuova produzione piedigrottesca e che, grazie alla tv, si creerebbe un nuovo efficace strumento per la valorizzazione e la diffusione della canzone napoletana. Il presidente comunica alla Direzione Generale che di questo spettacolo provvederebbero per la produzione e l’organizzazione le stesse case editrici, eventualmente attraverso il contributo dell’E.P.T.
La direzione della Rai in un primo momento esclude che la Piedigrottissima televisiva potesse rientrare nel piano economico ed artistico della produzione prevista fino a settembre. Poi, considerando che avrebbe dovuto soltanto mettere a disposizione le telecamere e il proprio personale per la ripresa, mette al vaglio anche la possibilità di una ripresa televisiva. Alla fine, cedendo alle pressioni, viene programmata la prima rassegna televisiva dedicata a Piedigrotta.

Description

PARTICOLARI EDITI E INEDITI SULLE CANZONI IN TV NEGLI ANNI CINQUANTA

La storia dello spettacolo di Piedigrottissima affonda le sue radici nel meccanismo di promozione originatosi con l’insorgenza dell’industrializzazione della canzone napoletana di fine Ottocento.
L’industria della musica favorì a livello internazionale il processo di espansione della nuova canzone piedigrottesca e gli spettacoli furono i principali veicoli pubblicitari. Ad esclusione delle parate dei carri allegorici di Piedigrotta, nelle quali l’esecuzione delle nuove canzoni napoletane ebbe solo un carattere divulgativo, l’officina della musica si realizzò materialmente nelle rassegne musicali dove l’investimento economico faceva la sua parte. In ordine cronologico le kermesse musicali impegnate nel lancio delle nuove canzoni napoletane furono: il Concorso o Festival di Piedigrotta, la Mattinata di Piedigrotta e l’Audizione di Piedigrotta. Tutti e tre gli spettacoli avevano dei tratti distintivi in termini di organizzazione, e gli organizzatori operavano la scelta delle rassegne in ragione esclusivo del profitto.
Il Concorso o Festival di Piedigrotta ospitava una competizione canora a premi sulla base dei voti di una giuria di qualità o popolare che assegnava il riconoscimento alle canzoni che si posizionavano nei primi tre posti della classifica. Alla manifestazione si accedeva mediante bando di concorso e le canzoni venivano presentate da diverse case editrici, proprietarie del copyright, ovvero della gestione economica della canzone.
Il Concorso o Festival di Piedigrotta veniva organizzato nell’ambito di teatri, birrerie, caffetterie o di stabilimenti balneari e la manifestazione assolveva al ruolo di promozione della location. Gli organizzatori, infatti, erano proiettati esclusivamente sul beneficio derivante dal pubblico che accorreva allo spettacolo, una garanzia di visibilità dei luoghi della quale giovarono soprattutto alcuni teatri come il Circo delle Varietà e i teatri Eden ed Eldorado.
Al contempo si svolse il Concorso di Piedigrotta a porte chiuse, ovvero un concorso organizzato da una casa editrice che, soltanto in forma privata, premiava all’interno dell’azienda la canzone piedigrottesca (senza alcuna esecuzione pubblica). Di seguito la casa editrice si incaricava di pubblicizzare gli esiti della gara sui periodici. Il tutto avveniva totalmente in sordina e dal momento che per le canzoni premiate non veniva prevista alcuna esecuzione pubblica, il concorso fu presto abbandonato.
La Mattinata di Piedigrotta era uno spettacolo nel quale venivano presentate nuove canzoni (non in gara tra loro) firmate da un unico autore o da un unico musicista. Soltanto eccezionalmente il numero degli autori era più di uno. L’interesse economico dell’autore o musicista era quello di promuovere tutta la sua nuova produzione e, per questo motivo, spesso si addossava il costo e le responsabilità dell’intera organizzazione dello spettacolo.
La Mattinata di Piedigrotta, che veniva organizzata da autori o musicisti di grande popolarità, quali Salvatore Gambardella, Eduardo Di Capua o Aniello Califano, era slegata dai giochi editoriali, a meno che l’autore o il musicista non avesse un particolare contratto di esclusiva con un unico editore. Così, la maggior parte delle nuove canzoni che venivano presentate nella rassegna avevano il copyright di più case editrici e, per alcune canzoni, non c’era alcuna copertura editoriale.
Contrariamente al titolo La Mattinata di Piedigrotta non si svolgeva durante la mattina, ma in orari piuttosto insoliti per uno spettacolo, coprendo un arco temporale che partiva dalle 12.00 e fino alle 17.00.
L’Audizione di Piedigrotta era una rassegna di nuove canzoni di diversi autori e musicisti, organizzata da un’unica casa editrice che ne possedeva i copyright.
L’interesse economico degli editori, in questo caso, era congeniale ai loro interessi di utilizzare l’Audizione di Piedigrotta come vetrina per i loro prodotti. L’editore, oltre ad addossarsi il costo e l’intera organizzazione dello spettacolo, aggiungeva contratti di esclusiva con le case discografiche per fare in modo che, al termine della tournée dell’Audizione di Piedigrotta, la diffusione delle canzoni presentate continuasse il percorso promozionale sul mercato del disco. Quest’ultima forma di spettacolo è stata quella più longeva.
Nel corso degli anni, soprattutto a partire dalla prima metà degli anni ’10 del Novecento, le Mattinate di Piedigrotta e i Concorsi o Festival di Piedigrotta, non sopravvissero ai tempi, lasciando indisturbata la tenuta delle rassegne de l’Audizione di Piedigrotta. La kermesse nello specifico vantava un seguito notevole non esclusivamente partenopeo, diventando trampolino di lancio di grandi successi napoletani a carattere nazionale ed anche internazionale.
L’annata 1930 spiega in maniera incisiva il calibro di questa manifestazione che vide la presentazione delle monumentali Dicitencello vuie, Torna, Nun me scetà o Tutta pe’ mme (oggi delle evergreen). Nel solo 1930 si tennero oltre due dozzine di Audizione di Piedigrotta organizzate da storiche e anche improvvisate case editrici: l’audizione della Gennarelli si teneva ai Giardini Reali, quella della Epifani al teatro Trianon. La Canzonetta al teatro Augusteo, l’Azzurra al teatro Santa Lucia, la Bixio ai Giardini Reali, la Viviani al teatro Eldorado, la Santojanni, al teatro Politeama, la E. A. Mario al teatro del Dopolavoro, la Napoli Canta al teatro Reale, la Muzio al teatro Tarsia, l’Alba Musicale al teatro Olympia, ecc. ecc.
L’Audizione di Piedigrotta, col passare degli anni, si rinnovò e si adeguò alle nuove correnti musicali e, soprattutto, alle mutazioni delle esigenze teatrali. Così, da una semplice carrellata di canzoni, si trasformò negli anni ’20 in una singolare forma di varietà per l’inserimento del Preambolo Piedigrottesco, ovvero di uno idillio, scenetta, sketch o bizzarria teatrale, spesso recitata da attori di livello quali Eduardo e Peppino De Filippo, Nino Taranto, Raffaele Viviani, Tina Pica, Anna Fougez e Vincenzo Scarpetta, ai quali veniva affidata l’introduzione delle nuove canzoni.
A partire dagli anni ’40, l’Audizione di Piedigrotta venne inquadrata nella rivista perché tra l’esecuzione di una canzone e l’altra s’inserivano fantasisti, soubrette, corpo di ballo, attori comici, presentatori e altri artisti.
L’Audizione di Piedigrotta subì il tracollo dal 1952, quando la Rai istituì il Festival della Canzone Napoletana. Da quel momento, iniziò il declino, in parte dovuto agli altissimi costi di produzione che dovevano sostenere le case editrici per il fenomeno del divismo che si diffuse tra i cantanti e tra gli autori. Costituiva un’impresa formare un cast con cinque o sei cantanti noti provenienti dal Festival della Canzone Napoletana, per cui le case editrici dovevano ripiegare sull’ingaggio di un solo divo (al massimo due artisti popolari di sesso diverso); il completamento del cast avveniva con gli ingaggi di artisti in erba. Stesso discorso per gli autori delle nuove canzoni.
La mancanza di nomi tra i cantanti e tra gli autori comportava, come risultato finale, un bilancio in passivo al termine della tournée dell’Audizione di Piedigrotta.
In virtù di questa crisi, per salvare la storica forma musicale, la Rai e l’Ente della Canzone Napoletana istituirono la Piedigrottissima, ovvero uno spettacolo televisivo che presentasse il meglio della produzione canora annuale pubblicata dalle maggiori case editrici.
La Piedigrottissima offriva una notevole visibilità perché lo spettacolo veniva trasmesso in diretta televisiva sul canale nazionale e sul secondo programma radiofonico. Inoltre, le canzoni che vi partecipavano erano inserite in quindici programmi radiofonici dedicati alla Piedigrotta, trasmesse con cadenza bisettimanale sia sul primo che sul secondo programma radiofonico.
Così, con un progetto salvavita, gli editori continuarono anche per tutta la seconda metà degli anni ’50 a tenere l’Audizione di Piedigrotta, condizione necessaria per poter partecipare alla Piedigrottissima.
Nel 1960, la cancellazione della Piedigrottissima dal palinsesto televisivo fece calare definitivamente il sipario sulla storica Audizione di Piedigrotta.

Antonio Sciotti

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Editorial Review

NOTE SULL’AUTORE

Antonio Sciotti, napoletano, classe 1967, figlio e nipote d’arte, ha ereditato dal padre una mirabile collezione di cimeli legati al teatro e alla canzone napoletana.
Saggista, scrittore e storico del teatro e della canzone partenopea, si occupa attivamente di tutto il movimento relativo al recupero della memoria storica del mondo di Cantanapoli. Cura gli archivi musicali della casa editrice La Canzonetta e collabora con diversi periodici di collezionismo musicale. Direttore artistico del teatro Cortese di Napoli.
Ha scritto: Gilda Mignonette: Napoli New York solo andata (Ed. Magmata, 2008), Ada Bruges, l’ultima sciantosa di Cantanapoli (Ed. Rabò, 2010), Alcuni successi de La Canzonetta: Da Tu ca nun chiagne a Indifferentemente (Ed. La Canzonetta, 2011), Cantanapoli: L’Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981 (Ed. Luca Torre, 2012), Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 1° 1880-1922 (Ed. Bascetta, 2020), Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 2° 1923-1980 (Ed. Bascetta, 2020), Le Dive del Fonografo (Ed. Bascetta, 2021), I Divi della Canzone Comica (Ed. Bascetta, 2021), Isa Danieli e la dinastia teatrale dell’800 (Ed. Bascetta, 2021), La Storia della Bottega dei 4 di Libero Bovio (Ed. Bascetta, 2022), Le dive dalla vita spezzata (Ed. Bascetta, 2022), Storia delle canzoni dedicate a Ischia (Ed. Bascetta, 2023), Storia delle canzoni di Pulcinella (Ed. Bascetta, 2023), La canzone napoletana d’America (Ed. Bascetta, 2023), Storia del Festival di Piedigrotta (Ed. Bascetta, 2023), Storia della Sceneggiata Guappi di cartone dal teatro alla Tv (Ed. Bascetta, 2024), Capri, cent’anni di canzoni e festival dedicati all’isola delle sirene (Ed. Bascetta, 2024), Angela Luce, la dea dello spettacolo (Ed. Bascetta, 2024).

BIBLIOGRAFIA

- Almanacco della Canzone Napoletana 1923-1980 Vol. 2 di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2021, Napoli).
- L’Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981 di Antonio Sciotti (Ed. Luca Torre, 2012)
- Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana di Pietro Gargano (Ed. Magmata, Napoli, 2005).
- Le dive del Fonografo 1900-2000 di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2021, Napoli).
- I divi della canzone comica di Antonio Sciotti (Ed. Bascetta 2021, Napoli).
- Dizionario della Canzone Italiana di Gino Castaldo (Ed. Armando Curcio 1990, Milano).
- Dizionario del Cinema Italiano di Enrico Lancia e Roberto Poppi (Ed. Gremese, 2003, Roma).
- Enciclopedia del Festival di Sanremo di Adriano Aragozzini (Ed. Rusconi, Milano, 1990)
- C’era una volta il disco di Maurizio Carpinelli (Ed. Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa, 2001).
- La canzone italiana 1861-2011 di Leonardo Colombati (Ed. Mondadori, Milano, 2011).

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Corriere della Sera, Corriere di Napoli, La Stampa, Il Mattino, Il Mattino d’Italia, L’Unità, Il Roma.

 

 

 

 

INDICE

 

INTRODUZIONE DELL’AUTORE

i parte

1. La Rai organizza
la Piedigrottissima 1957

2. Classifica della
Piedigrottissima

3. Tabella
Discografica 1957

4. Le nuove regole
della Piedigrottissima 1958

5. Classifica
della Piedigrottissima

6. Tabella
Discografica 1958

7. La Piedigrottissima 1959
e l’omaggio a E. A. Mario

8. Classifica
della Piedigrottissima

9. Tabella
Discografica 1959

10. Il fallimento
della Piedigrottissima 1960

11. Classifica
della Piedigrottissima

12. Tabella
Discografica 1960

13. Il ritorno nel 1973
della Piedigrottissima

14. Tabella
Discografica 1973
Ii parte

ISTANTANEE
Mario Abbate
Raffaele Accardo
Alberto Amato
Tony Astarita
Antonio Basurto
Alberto Berri
Angela Bini
Umberto Boselli
Sergio Bruni
Antonio Buonomo

Cabarinieri
Gianna Cavalieri
Gloria Christian
Fausto Cigliano
Mario Da Vinci
Enzo Del Forno
Nicla Di Bruno
Peppino Di Capri
Mirna Doris
Aurelio Fierro

Enrico Fiume
Franco I°
Nunzio Gallo
Luciano Glori
Gloriana
Grazia Gresi
Angela Luce
Miranda Martino
Pino Mauro
Mario Merola

Gianni Migliardi
Roberto Murolo
Eva Nova
Marina Pagano
Tullio Pane
Amedeo Pariante
Maria Paris
Tina Polito
Nando Prato

Franco Ricci
Giacomo Rondinella
Antonello Rondi
Luciano Rondinella
Nino Taranto
Claudio Terni
Mario Trevi
Lucia Valeri
Claudio Villa
Luciano Virgili
Salvatore Zinzi

Note sull’Autore
Ringraziamenti
Bibliografia

RINGRAZIAMENTI

A fatica terminata voglio ringraziare quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo lavoro di recupero della memoria musicale partenopea di cui il presente volume è solo una parte, anche se notevole. Si ringraziano Maria Rosaria Vassallo, Salvo Domina, Raffaele Monaco, Salvatore Architravo, Pietro Catauro, Mariolina Cozzi-Scarpetta, Anna Sciotti, Maria Tommasina La Rocca, Assunta Coccorese, Laura Bourellis, Vincenzo D’Anna, Attilio Laviano, Anna Venuso e l’editore Arturo Bascetta.
Ringrazio principalmente mio padre, Alberto Sciotti, il suo prezioso archivio si è rivelato, ancora una volta, una fonte inesauribile e imprescindibile per la realizzazione di questo libro....