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PARTICOLARI EDITI E INEDITI SULLE CANZONI IN TV NEGLI ANNI CINQUANTA
La storia dello spettacolo di Piedigrottissima affonda le sue radici nel meccanismo di promozione originatosi con l’insorgenza dell’industrializzazione della canzone napoletana di fine Ottocento.
L’industria della musica favorì a livello internazionale il processo di espansione della nuova canzone piedigrottesca e gli spettacoli furono i principali veicoli pubblicitari. Ad esclusione delle parate dei carri allegorici di Piedigrotta, nelle quali l’esecuzione delle nuove canzoni napoletane ebbe solo un carattere divulgativo, l’officina della musica si realizzò materialmente nelle rassegne musicali dove l’investimento economico faceva la sua parte. In ordine cronologico le kermesse musicali impegnate nel lancio delle nuove canzoni napoletane furono: il Concorso o Festival di Piedigrotta, la Mattinata di Piedigrotta e l’Audizione di Piedigrotta. Tutti e tre gli spettacoli avevano dei tratti distintivi in termini di organizzazione, e gli organizzatori operavano la scelta delle rassegne in ragione esclusivo del profitto.
Il Concorso o Festival di Piedigrotta ospitava una competizione canora a premi sulla base dei voti di una giuria di qualità o popolare che assegnava il riconoscimento alle canzoni che si posizionavano nei primi tre posti della classifica. Alla manifestazione si accedeva mediante bando di concorso e le canzoni venivano presentate da diverse case editrici, proprietarie del copyright, ovvero della gestione economica della canzone.
Il Concorso o Festival di Piedigrotta veniva organizzato nell’ambito di teatri, birrerie, caffetterie o di stabilimenti balneari e la manifestazione assolveva al ruolo di promozione della location. Gli organizzatori, infatti, erano proiettati esclusivamente sul beneficio derivante dal pubblico che accorreva allo spettacolo, una garanzia di visibilità dei luoghi della quale giovarono soprattutto alcuni teatri come il Circo delle Varietà e i teatri Eden ed Eldorado.
Al contempo si svolse il Concorso di Piedigrotta a porte chiuse, ovvero un concorso organizzato da una casa editrice che, soltanto in forma privata, premiava all’interno dell’azienda la canzone piedigrottesca (senza alcuna esecuzione pubblica). Di seguito la casa editrice si incaricava di pubblicizzare gli esiti della gara sui periodici. Il tutto avveniva totalmente in sordina e dal momento che per le canzoni premiate non veniva prevista alcuna esecuzione pubblica, il concorso fu presto abbandonato.
La Mattinata di Piedigrotta era uno spettacolo nel quale venivano presentate nuove canzoni (non in gara tra loro) firmate da un unico autore o da un unico musicista. Soltanto eccezionalmente il numero degli autori era più di uno. L’interesse economico dell’autore o musicista era quello di promuovere tutta la sua nuova produzione e, per questo motivo, spesso si addossava il costo e le responsabilità dell’intera organizzazione dello spettacolo.
La Mattinata di Piedigrotta, che veniva organizzata da autori o musicisti di grande popolarità, quali Salvatore Gambardella, Eduardo Di Capua o Aniello Califano, era slegata dai giochi editoriali, a meno che l’autore o il musicista non avesse un particolare contratto di esclusiva con un unico editore. Così, la maggior parte delle nuove canzoni che venivano presentate nella rassegna avevano il copyright di più case editrici e, per alcune canzoni, non c’era alcuna copertura editoriale.
Contrariamente al titolo La Mattinata di Piedigrotta non si svolgeva durante la mattina, ma in orari piuttosto insoliti per uno spettacolo, coprendo un arco temporale che partiva dalle 12.00 e fino alle 17.00.
L’Audizione di Piedigrotta era una rassegna di nuove canzoni di diversi autori e musicisti, organizzata da un’unica casa editrice che ne possedeva i copyright.
L’interesse economico degli editori, in questo caso, era congeniale ai loro interessi di utilizzare l’Audizione di Piedigrotta come vetrina per i loro prodotti. L’editore, oltre ad addossarsi il costo e l’intera organizzazione dello spettacolo, aggiungeva contratti di esclusiva con le case discografiche per fare in modo che, al termine della tournée dell’Audizione di Piedigrotta, la diffusione delle canzoni presentate continuasse il percorso promozionale sul mercato del disco. Quest’ultima forma di spettacolo è stata quella più longeva.
Nel corso degli anni, soprattutto a partire dalla prima metà degli anni ’10 del Novecento, le Mattinate di Piedigrotta e i Concorsi o Festival di Piedigrotta, non sopravvissero ai tempi, lasciando indisturbata la tenuta delle rassegne de l’Audizione di Piedigrotta. La kermesse nello specifico vantava un seguito notevole non esclusivamente partenopeo, diventando trampolino di lancio di grandi successi napoletani a carattere nazionale ed anche internazionale.
L’annata 1930 spiega in maniera incisiva il calibro di questa manifestazione che vide la presentazione delle monumentali Dicitencello vuie, Torna, Nun me scetà o Tutta pe’ mme (oggi delle evergreen). Nel solo 1930 si tennero oltre due dozzine di Audizione di Piedigrotta organizzate da storiche e anche improvvisate case editrici: l’audizione della Gennarelli si teneva ai Giardini Reali, quella della Epifani al teatro Trianon. La Canzonetta al teatro Augusteo, l’Azzurra al teatro Santa Lucia, la Bixio ai Giardini Reali, la Viviani al teatro Eldorado, la Santojanni, al teatro Politeama, la E. A. Mario al teatro del Dopolavoro, la Napoli Canta al teatro Reale, la Muzio al teatro Tarsia, l’Alba Musicale al teatro Olympia, ecc. ecc.
L’Audizione di Piedigrotta, col passare degli anni, si rinnovò e si adeguò alle nuove correnti musicali e, soprattutto, alle mutazioni delle esigenze teatrali. Così, da una semplice carrellata di canzoni, si trasformò negli anni ’20 in una singolare forma di varietà per l’inserimento del Preambolo Piedigrottesco, ovvero di uno idillio, scenetta, sketch o bizzarria teatrale, spesso recitata da attori di livello quali Eduardo e Peppino De Filippo, Nino Taranto, Raffaele Viviani, Tina Pica, Anna Fougez e Vincenzo Scarpetta, ai quali veniva affidata l’introduzione delle nuove canzoni.
A partire dagli anni ’40, l’Audizione di Piedigrotta venne inquadrata nella rivista perché tra l’esecuzione di una canzone e l’altra s’inserivano fantasisti, soubrette, corpo di ballo, attori comici, presentatori e altri artisti.
L’Audizione di Piedigrotta subì il tracollo dal 1952, quando la Rai istituì il Festival della Canzone Napoletana. Da quel momento, iniziò il declino, in parte dovuto agli altissimi costi di produzione che dovevano sostenere le case editrici per il fenomeno del divismo che si diffuse tra i cantanti e tra gli autori. Costituiva un’impresa formare un cast con cinque o sei cantanti noti provenienti dal Festival della Canzone Napoletana, per cui le case editrici dovevano ripiegare sull’ingaggio di un solo divo (al massimo due artisti popolari di sesso diverso); il completamento del cast avveniva con gli ingaggi di artisti in erba. Stesso discorso per gli autori delle nuove canzoni.
La mancanza di nomi tra i cantanti e tra gli autori comportava, come risultato finale, un bilancio in passivo al termine della tournée dell’Audizione di Piedigrotta.
In virtù di questa crisi, per salvare la storica forma musicale, la Rai e l’Ente della Canzone Napoletana istituirono la Piedigrottissima, ovvero uno spettacolo televisivo che presentasse il meglio della produzione canora annuale pubblicata dalle maggiori case editrici.
La Piedigrottissima offriva una notevole visibilità perché lo spettacolo veniva trasmesso in diretta televisiva sul canale nazionale e sul secondo programma radiofonico. Inoltre, le canzoni che vi partecipavano erano inserite in quindici programmi radiofonici dedicati alla Piedigrotta, trasmesse con cadenza bisettimanale sia sul primo che sul secondo programma radiofonico.
Così, con un progetto salvavita, gli editori continuarono anche per tutta la seconda metà degli anni ’50 a tenere l’Audizione di Piedigrotta, condizione necessaria per poter partecipare alla Piedigrottissima.
Nel 1960, la cancellazione della Piedigrottissima dal palinsesto televisivo fece calare definitivamente il sipario sulla storica Audizione di Piedigrotta.
Antonio Sciotti
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