REVISIONI STORICHE. RICAPITOLAZIONE
Innocenzo XII: PAPA Pignatelli
La ABE è ben felice di dare seguito alla collana con quest’opera del preside Virgilio Iandiorio che ci riporta nella provincia di Barletta e Trani ai primi del 1600. Lo fa attraverso le notizie tratte da Spinazzola, patria di Papa Innocenzo XII, e alle vicissitudini di questo pontefice, che divenne il papa più chiacchierato del suo tempo.
Questa premessa al volume su «Spinazzola e il suo Papa Innocenzo XII» vuole essere una nota introduttiva al lavoro di Iandiorio, sebbene egli stesso ne faccia considerazioni preliminari a soddisfazione, come di prassi, nei sui «quattro passi nel tempo», nei paesi del fu Regno di Napoli.
Non per questo egli tralascia le giuste notizie storico-geografiche sulla Spinazzola che fu, patria del pontefice, gettando un occhio alla famiglia Pignatelli, partendo dalla Francia. E’ una dettagliata biografia che parte dalla formazione culturale e religiosa del prelato, la cui canonizzazione avviene in S.Margherita di Scozia. Pignatelli si identifica subito nei primi provvedimenti contro il nepotismo dei pontefici, al motto che «i poveri vengono prima di tutti». Da qui l’abolizione di franchigie, le opere di bonifica e una sfilza di approvazioni per i nuovi beati, secondo i Tribunali ordinari, e di nuove canonizzazioni che fanno di questo papa un pontefice di politica internazionale. Lo si vede anche dai rapporti intrapresi con i principi, fornendo aiuti per la guerra ai Turchi, nel redarguire gli ambasciatori, e dalle stesse relazioni internazionali, che tratta alla stregua delle controversie interne al cattolicesimo.
Il libro spazia sui rapporti durante il viaggio in Polonia e l’ospitalità data al Papa per l’udienza della Regina, con un ricevimento veramente da Re.
Gli ultimi capitoli sul Giubileo, la morte del pontefice, la virtù della generosità e dell’umiltà fanno di questi «quattro passi» annunciati dall’Autore, un vero viaggio interiore e esteriore, nella politica nazionale e internazionale del tempo, nelle lettere come nella filosofia, che Iandiorio amabilmente mette insieme.
Il volume si conclude con una dedica e una lode al Papa e alla famiglia Pignatelli.
L’Editore
Il PONTEFICE che venne da Spinazzola di VIRGILIO IANDIORIO
Può oggi avere un valore e un significato il piacere della storia? Voglio dire non soltanto l’ essere contenti, soddisfatti della narrazione storica, ma il piacere che si può provare al contatto con le fonti di essa.
Una convinzione molto diffusa è quella che distingue la storia dei ricercatori professionisti e dei professori, che è specialistica e lenta da quella visibile, immediata, polemica e semplificata dei mass media; di quei cronisti che, in genere, fanno diventare “storico” ogni evento che per un istante può richiamare l’attenzione del pubblico. Il piacere della storia se non proviene dal gustare, dall’assaporare ma anche dall’essere in familiarità con le cose, diventa un godimento effimero e improduttivo.
L’interpretazione degli eventi storici si presenta ambivalente e relativa al suo contesto; perciò si fa di epoca in epoca sempre in modi diversi. “Le cose –scriveva S. Agostino – in quanto esistono, sono tutte vere; né si ha falsità se non quando si crede che esista ciò che non esiste…E le cose non solo s’accordano ciascuna con il proprio luogo, ma anche con il proprio tempo”1.
La ricostruzione, l’esposizione dei fatti va considerata nella sua funzione di chiarificazione e di spiegazione, in modo da poter sviluppare in tutti il senso di responsabilità pubblica. Perché la narrazione degli eventi contribuisce a non separare l’opinione dalla scienza. Questo è il motivo per cui sono così importanti la conoscenza e lo studio della storia per la formazione di una civile, sapiente e aperta convivenza.
Per quanto riguarda la storia del Mezzogiorno, una lettura in chiave attuale di essa, e non sono poche le sollecitazioni in tal senso, sono destinate ad una “gloria” effimera “ e tributaria della moda: come se al Mezzogiorno medievale [ ndr. e non solo ] ci avvicinassimo con l’interesse che certi economisti oggi mostrano per le aree depresse e sottosviluppate del terzo mondo, dallo studio delle quali si aspettano il correttivo alle disfunzioni del neocapitalismo, cioè un rassicurante modello di crescita zero; come se nell’ecclissi della ragione che ci minaccia, volessimo evocare con Vico la “barbarie ritornata” per esorcizzare la paura di un nuovo medioevo2″.
A chi può piacere la storia di Innocenzo XII, il Papa venuto da Spinazzola? Se riducessimo al solo ambito locale questo interesse, sarebbe riduttivo per il personaggio e per la città. La storiografia meridionale soffre di un pregiudizio, di cui fa fatica a liberarsi: il confronto con l’altra storia, quella dell’Italia del nord e, meglio, dell’Europa. “Il risultato è stato una storia del Mezzogiorno come depotenziata e privata delle sue ragioni più autentiche, una storia di ciò che s’accorda o che diverge dai parametri assunti, in definitiva quasi soltanto una storia comparata, con il rischio, gravissimo, di vedere dissolversi ogni sua sembianza al minimo mutar di orientamento della storiografia settentrionale”2.
Far rivivere per mezzo della narrazione storica un personaggio e il suo ambiente può aspirare a costruire una comunità migliore, se la ricerca è fatta con onestà e il necessario ausilio scientifico. Certamente non sfugge, e non è sfuggito, di considerare come negli stessi anni la regione pugliese al confine con la Basilicata abbia dato due pontefici: Innocenzo XII di Spinazzola e Benedetto XIII di Gravina; il primo più vecchio del secondo di una trentina di anni.
Note BIBLIOGRAFICHE
1. Agostino, Confessioni, lib. VII cap. Xi-XVI.
2. Mario Del Treppo, La libertà della memoria, Viella, Roma 2006.
3. Dennis R. Okerstrom, The Final Mission of Bottoms Up: A World War II Pilot’s Story, University of Missouri Press, 2011 p. 65 e segg.
4. Origini preistoria e Protostoria delle civiltà antiche, XXXI nuova serie 2009 Gangemi editore; Roberta Lorenzi Pisa, Marco Serradimigni Siena: Il sito neolitico delle Grottelline, Spinazzola, Bari.
5. Francesco Valente, Rocco Lanubile, Elide Bozzani, Spinazzola e il suo territorio nel catasto onciario del 1743, Arti Grafiche Favia, 2019.
6. Giuseppe D’Angola, Spinazzola nella storia: uomini e cose di un antico centro murgiano tra Basilicata e Nord-barese, dalle origini fino al 1860, monografia storica, Liantonio, 1988. Antonio Carabba, I templari a Spinazzola e dintorni. Con notizie storiche documentate sulla città tra XI e XIV secolo, Ed Insieme, 2010. Enthel Sollazzo, Spinazzola e i suoi uomini, Finiguerra, Lavello 1999.
7. Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, in dieci tomi, Napoli 1797-1816. Il lemma Spinazzola è riportato nel tomo IX (del 1805) p. 99.
8. Collezione delle leggi e de’ decreti reali del regno delle Due Sicilie. Bullettino delle Leggi, anno 1811 n.104 (n.922), Decreto per la nuova circoscrizione delle quattordici province. Parigi 4 maggio.
8. (Italis, Castellum, oppidulum muratum. Vita B. Torelli n. 3. tom. 2. Martii pag. 501) Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis (1883-1887), Léopold Favre compose la dernière édition, réimprimée jusqu’au XXe siècle, 10 tomes. Glossarium mediae et infimae graecitatis, 1688, 2 vol. in-folio., opera di grande valore per la comprensione del greco medioevale (bizantino).
9. “Nella storia del Mezzogiorno medievale e moderno l’universitas indica uno specifico ente collettivo: la universitas civium o universitas loci, che si autogoverna entro certi ambiti e con determinati poteri tradizionali, in dipendenza da un’autorità superiore (regia, feudale, cittadina)”. Francesco Senatore, Gli Archivi delle Universitates Meridionali: il caso di Capua ed alcune considerazioni generali, in: Archivi e Comunità tra Medioevo ed Età Moderna a cura di A. Bartoli Langeli-A. Giorgi e S. Moscadelli, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi 92, Siena 2009, p.447.
10. Guido Gregorio Fagioli Vercellone, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 57 (2001) s. v.G.L.
11. Louis Chasot de Nantigny, Les genealogies historiques des rois, empereurs, &c. et de toutes les maisons souveraines qui ont subsisté jusqu’à présent…, tome II, Paris 1736 pp.665-667.
12. Giuseppe de Novaes (1736- 1821), nacque in Portogallo da nobile famiglia. Divenne padre gesuita nel 1751,ma a causa della soppressione dell’Ordine, fu prete secolare; l’arcivescovo di Siena lo ebbe come teologo e lo nominò canonico della cattedrale. Tra le sue opere di storia della Chiesa e dei Papi, ha particolare rilievo: Elementi di Storia de’ Sommi Pontefici, I° edizione, in sette volumi, Roma 1775-1792; la II edizione in quattordici volumi, fu pubblicata a Siena tra 1802-1806; una terza, corretta ed ampliata, in diciassette volumi, pubblicata postuma a Roma 1821-1823.
13. Giuseppe de Novaes, Introduzione alle vite de’ sommi Pontefici o siano dissertationi storico critiche, tomo primo, Siena 1822 pp. IV, 1.
14. Giuseppe de Novaes, Elementi della storia de’ sommi pontefici da S. Pietro sino al felicemente regnante Pio Papa VII, tomo Xi, seconda edizione corretta ed ampliata, Siena 1805 pp. 106-178.
15. L. A. Muratori, Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1750, quinta edizione veneta, Volume 7, Venezia 1846 p.118.
16. Il Rinaldi indicato dal nostro autore è Odorico, nato a Treviso nel 1595 e morto a Roma nel 1671, egli fu autore degli Annales Ecclesiastici, continuazione di quelli del Baronio. Giuseppe Antonio Guazzelli – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 87 (2016) s. v. Rinaldi Odorico.
17. Nella liturgia cattolica le festività venivano classificate, secondo la Bolla di Pio V “Quod a Nobis” promulgata il 9 luglio 1568, con rito doppio, per quelle particolarmente solenni, semi doppio e semplice , per quelle di minore solennità. La denominazione derivava dal fatto che nelle prime si ripetevano gli stessi vespri sia nella vigilia sia nel giorno della festa e venivano ripetute le antifone venivano ripetute all’inizio e alla fine di ogni salmo.
18. Il Giansenismo fu un movimento teologico, religioso e politico, che prese il nome dal teologo olandese Giansenio (Cornelius Otto Jansen, 1585-1638), Aspetti importanti del giansenismo sono: forte accento sulla predestinazione (Dio, nella sua volontà imperscrutabile, concede la grazia ai predestinati, indipendentemente dai meriti), rigorismo, importanza data alla Bibbia e ai Padri antichi, primato dei vescovi e del concilio.
19. Luigi Elia du Pin, parigino, e dottore della Sorbona, venne al mondo nel 1657. Fu egli di talento e di sapere così grande, che valse a comporre libri presso che senza numero”. Venuto in sospetto per le sue idee sulla religione venne privato dell’insegnamento e mandato in esilio.” Presso gli italiani da grantempo era avuto in dispregio, come colui che con impegno sommo ed a tutta sua possa favorisse i tumulti suscitati dalla Sorbona contro l’a tutti nota Bolla di Papa Clemente XI, detta Unigenitus (1713,condanna del Giansenismo). Cessò di vivere nel 1719.cfr Pietro Antonio Gaetani, Museum Mazzuchellianum, Seu Numismata Virorum Doctrina praestantium, Tomo II, Venezia 1763, p.246-47.
20. Miguel de Molinos Zuxia (1628 – 1696) sacerdote e scrittore spagnolo è considerato il fondatore della corrente religiosa del quietismo, accusato di eresia malgrado l’abiura venne condannato al carcere a vita.
21. Aneta Markuszewska, Musica e politica.Il mecenatismo musicale di Maria Casimira Sobieska a Roma (1699-1714), pp. 7-28 in ATTI DELL’ACCADEMIA POLACCA VOL. V 2016, ROMA 2017.
22. Gaetano Platania, LE DONNE DI CASA SOBIESKI” NEI FONDI ARCHIVISTICI ROMANI in ACCADEMIA POLACCA DELLE SCIENZE BIBLIOTECA E CENTRO DI STUDI A ROMA – CONFERENZE 136- I POLACCHI E LE LORO STORIE PRIVATE NEGLI ARCHIVI ITALIANI E VATICANI, Atti del convegno, Roma 20-21 ottobre 2016, ROMA 2017 p.25
23. Accademia Polacca, Op. cit., Alessandro Boccolini, LA FIGURA DI MARIA CASIMIRA SOBIESKA ATTRAVERSO L’INEDITO DIARIO DI VIAGGIO CONSERVATO PRESSO L’ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, p.41.
24. Antonio Bassani, Viaggio a Roma di Maria Casimira, regina di Polonia vedova dell’invittissimo Giovanni III per il voto di visitare i Luoghi Santi et il Supremo Pastor della Chiesa Innocenzo XII, Roma 1699 pp.119 e seg.
25. Cristina di Svezia (1626-1689) regina di Svezia dal 1632, ma con pieni poteri solo dal 1650,; abdicò al trono nel 1654. Venne a Roma la prima volta nel settembre 1655. Stabilitasi definitivamente nella città morì nel 1689. La sua residenza a palazzo Corsini, divenne il centro di una notevole attività culturale, e dove ebbe origine l’Accademia dell’ Arcadia. Fu sepolta in S. Pietro. La sua biblioteca venne donata alla Vaticana.
26. Decimaquarta dioecesana Synodus S. Beneventanæ ecclesiæ ab eminentissimo… Fr. Vincentio Maria, celebrata die 24 Augusti 1699, Benevento 1699 – Appendice al decimo quarto sinodo diocesano della Santa Chiesa di Benevento. Regole da osservarsi negli Spedali de’ Pellegrini per l’anno santo 1700 nella Città e Archidiocesi di Benevento.
27. Rosalba Galvagno, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 23 (1979) s.v. – Biblioteca Universitaria di Napoli s. v. Carlo Celano Carlo. http://www.bibliotecauniversitarianapoli.beniculturali.it › …
La sua opera più nota, pubblicata l’anno prima della morte, è intitolata Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forastieri date dal canonico Carlo Celano napoletano, divise in dieci giornate. Napoli, 1692 . Cfr. a cura di Maria Luisa Ricci, Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dipartimento di Discipline Storiche Napoli, 2009, revisione a cura di Federica De Rosa, Simona Starita e Fernando Loffredo dagli esemplari della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”(Rari Brancacciani F.109) e della Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli (Libri SC.5.3).
28. Gianpasquale Greco, NOTIZIE DEL BELLO, DELL’ANTICO E DEL CURIOSO DELLA CITTÀ DI NAPOLI: LE TRE RIEDIZIONI SETTECENTESCHE DELLA GUIDA DI CARLO CELANO, Tesi di Dottorato di Ricerca, Università Federico II di Napoli, 2017, p. 238 (2517).
29. Carlo Celano, op. cit., pp. 3-5.
30. Ibidem, p, 286.
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