15. CAPRI: CENT’ANNI DI CANZONI E FESTIVAL DEDICATI ALL’ISOLA DELLE SIRENE 1890 – 1990 (Edizione lancio il 15 aprile 2024)

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Copertina posteriore

LE ORIGINI DEL FESTIVAL

Un nuovo festival che nasce alla fine degli anni ’40 è quello che si tiene a Capri tra il 1949 e il 1956, e che, rispetto alle altre gare canore partenopee degli anni ‘50, è quello che lancia moltissime canzoni napoletane al successo nazionale e pure internazionale, contribuendo notevolmente al rinnovamento della canzone napoletana.
La caratteristica del Festival di Capri è che esso assume tutte le caratteristiche di un’audizione di Piedigrotta perché organizzato da un’unica casa editrice, la Leonardi di Milano. Prende, però, i caratteri festivalieri perché le canzoni presentate gareggiano per aggiudicarsi il primo premio.
Il micro-Festival di Capri è organizzato e prodotto dalla casa editrice Gruppo Leonardi di Milano (a cui appartengono anche le etichette Souvenir, Luisiana, Musical Film, Cantanapoli) che si avvale di giovani autori per la proposta di canzoni napoletane moderne e, per questo motivo, diventa l’apripista del secondo rinnovamento della canzone napoletana. Infatti, dal punto di vista storico, è la prima rassegna che abbandona i generi musicali stantii e presenta una produzione canora tutta incentrata sul genere moderno, eseguita da giovani artisti, tra i più in voga del momento.
Roberto Murolo e Giuseppe Scarola sono i veri protagonisti di questi festival capresi e, di conseguenza, diventano i capisaldi del nuovo genere moderno sussurrato e confidenziale, contrapposto a quello tipico dei gorgheggi e delle cesellature utilizzato in tutte le altre manifestazioni canore.
I due cantanti-chitarristi contribuiscono notevolmente alla nascita e alla diffusione dello stile confidenziale, caratterizzato dall’uso di una dizione straordinariamente chiara, da una esecuzione inquadrata nel recitar/cantando e da una totale evasione al consueto schema tradizionale della strofa-ritornello della canzone napoletana.
Successivamente al trionfo nel 1949 della canzone Me so’ mbriacato ‘e sole, vincitrice della prima edizione (eseguita da Scarola), nel 1950 è Roberto Murolo ad aggiudicarsi la gara con Anema e core, una canzone che segna la storia del rinnovamento della canzone napoletana (pari merito con Luna rossa) e che riporta la melodia partenopea nelle hit parade europee e internazionali. Il brano, che si avvale di un sound generalmente più dolce e di atmosfere più intime, diventa la canzone simbolo dei night di tutto il mondo. È scritta da Tito Manlio, l’autore che, immediatamente al dopoguerra, sviluppa l’idea che la canzone napoletana, pur rimanendo fedele agli schemi di Ernesto Murolo e di Libero Bovio, deve adattarsi ai tempi moderni, rispettando l’antico linguaggio ma con uno stile completamente nuovo.
Anema e core vince la seconda edizione del Festival di Capri del 1950 e, nonostante la notevole performance di Roberto Murolo, essa diventa popolare sia sul territorio italiano che mondiale grazie al tenore Tito Schipa che la inserisce nei suoi concerti internazionali. È lo stesso Manlio a ricordarlo nell’intervista rilasciata al periodico L’Avvenire del Mezzogiorno di domenica 27 settembre 1953, nell’articolo di Franco Scozio intitolato A Posillipo con Tito Manlio:
Quest’ultima canzone piacque molto al celebre tenore Tito Schipa, il quale la cantò la prima volta durante un suo soggiorno all’estero. Ritornato in Italia, il tenore dall’ugola d’oro mi pregò di scrivere per lui, ed esclusivamente per lui, nuove canzoni in lingua ed in dialetto.
Anche Salve D’Esposito, l’autore della musica, conferma di come la canzone partita in sordina, sia poi diventata una hit internazionale nell’intervista pubblicata sul quotidiano Roma di sabato 7 marzo 1953, nell’articolo di Piero Girace intitolato Come nacque Anema e core:
La mia prima canzone è stata “Me so’ mbriacato ‘e sole”, che come sapete ha avuto un enorme successo. I miei amici, i miei familiari mi dicevano: – Ma perché non scrivi anche tu una canzone?
Dopo molte insistenze, alla fine, mi decisi a scriverla. E sapete perché? Mi piacquero i versi che mi diede il mio amico Tito Manlio nei quali sentivo la luce e l’aria della mia terra. Fu composta nel 1949. Nel 1950 scrissi “Anema e core” che era nata con un altro titolo “Che matenata ’e sole”!
Ma poi più di un amico mi fece notare che noi avevamo già fatto la canzone in cui si parlava tanto di sole, ed io rimasi davvero perplesso e dubbioso. Che fare? La musica l’avevo già composta, ed era quella che voi conoscete. Telefonai a Tito Manlio, e gli comunicai le osservazioni dei miei amici. Le trovò giuste: e quel giorno stesso venne a casa mia, dove insieme adattammo a quella musica, della quale non nascondo ch’ero entusiasta, nuove parole. E così nacque “Anema e core” che agli inizi non incontrò troppo; ma poi, dopo un anno, prese il volo, ed ancora oggi continua il suo viaggio per il mondo.
Il successo della canzone è arcinoto; lo slow con ritmo sincopato venne tradotto in moltissime lingue e inciso da importanti cantanti, quali Frankie Avalon, Cliff Richard, Eddie Fisher, Beniamino Gigli, Perry Como, Connie Francis, Amalia Rodriguez e tanti altri.
Lo spartito vendette milioni di copie e oltre centocinquanta furono le incisioni fonografiche, un primato mai più eguagliato da altra canzone napoletana. La canzone fruttò soltanto fino al 1953 ben 30 milioni di diritti d’autore, di cui l’ottava parte andò a Tito Manlio.
In definitiva, la canzone conosce un’affermazione senza precedenti che porta la melodia napoletana, su un ritmo ballabile, anche nei locali notturni e apre nuovi orizzonti considerati, fino al 1950, irraggiungibili.
Dalla canzone è anche tratta la trasposizione cinematografica. Nel 1951, Mario Mattoli, per la casa di produzione Excelsa Film, gira il film omonimo con Ferruccio Tagliavini, Franca Marzi e Riccardo Billi tra i protagonisti.
La pellicola, trasmessa a Napoli in prima visione venerdì 21 dicembre 1951 alla Sala Roma e che registra un incasso di circa 270 milioni di lire, racconta di due ladruncoli che tentano l’improvvisato mestiere d’impresario, gestendo un cantante fallito. Tra tante vicissitudini, alla fine riescono nell’intento reclutando una ragazza dalla voce potente.

Description

CENT’ANNI DI CANZONI E FESTIVAL DEDICATI ALL’ISOLA DELLE SIRENE 1890 – 1990

37° anno casa editrice ABE, 1013° titolo dal 1987, 15° volume in collana del prof Antonio Sciotti, storico dell’Almanacco Napoletano della canzone e del teatro, per la prima volta dedicato all’Isola di Capri. Edizione completamente CARTONATA formato maxi CM.17×24 Euro 44, oppure scontata sul sito www.abenapoli.it edizione cartoncino con foto interne A COLORI solo EURO 33 cm.16×23 solo a chi si prenota prima del 15 aprile 2024 (spedizione gratis tutta Italia).

Capri: cent’anni di canzoni e festival dedicati all’Isola delle Sirene è un libro diviso in due parti, ognuna delle quali raggruppa tutte le melodie dedicate all’isola delle sirene nell’arco di un secolo (1890-1990).
La prima parte è dedicata alla Capri festivaliera, o meglio al Festival di Capri che dal 1949 al 1956 ha rallegrato e movimentato il turismo caprese con tante belle melodie. Questa gara canora nasce addirittura prima del Festival della Canzone Napoletana e, come quest’ultimo, lancia moltissime canzoni napoletane al successo nazionale e internazionale.
La caratteristica del Festival di Capri è che, eccetto le due ultime edizioni, assume tutte le caratteristiche di un’audizione di Piedigrotta perché organizzato da un’unica casa editrice, la Leonardi di Milano. Prende, però, i caratteri festivalieri perché le canzoni presentate gareggiano tra loro per aggiudicarsi la vittoria. Quasi tutte le edizioni lanciano al successo una canzone che, qualche volta, assume anche carattere internazionale. Così, se nella prima edizione, vince Me so’ mbriacato ‘e sole di Manlio e D’Esposito, in quella successiva trionfa Anema e core, una delle canzoni partenopee più tradotta nel mondo, sempre firmata da Manlio e D’Esposito. In scia, i brani ‘Nu quarto ‘e luna, ‘O ciucciariello, Quanno staje cu mme, ‘O cavalluccio, Suspiranno mon amour e altri.
Fino al 1952 sono soltanto Scarola e Roberto Murolo, i cantanti-chitarristi più quotati del periodo (capisaldi del nuovo genere moderno sussurrato e confidenziale), che presentano al pubblico le nuove canzoni festivaliere, mentre dal 1953 si alternano Nilla Pizzi, Joe Sentieri, Luciano Glori, Marisa Del Frate, Laura Barbieri, Gino Latilla, Gloria Christian e altri.
La casa editrice Leonardi propone nelle prime cinque edizioni molti brani che diventeranno di successo. Infatti, diverse di queste canzoni, successivamente al Festival di Capri, parteciperanno ad altre gare canore, spesso più prestigiose, come il Festival de la Chansonn Italienne di Parigi, altre a diverse colonne sonore di film (poi campioni d’incasso) e altre che, tradotte in tutto il mondo (in primis Anema e core, Luna caprese e ‘Nu quarto ‘e luna), assumeranno carattere europeo e internazionale.
Sia nell’edizione del 1955 che in quella del 1956, la casa editrice Leonardi lascia l’organizzazione del festival all’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo e il suo ruolo si riduce a quello di semplice concorrente, alla pari con altre case editrici.
La prima di queste due edizioni è chiamata Primo Premio Capri della Canzone Napoletana, e si tiene nell’ambito della Canzone del Mare, nome assegnato al trofeo consegnato alla canzone vincitrice.
La seconda edizione è chiamata Secondo Premio Capri della Canzone Napoletana & Primo Premio Capri della Canzone Internazionale e assume carattere internazionale perché il marchese Ettore Patrizi (commissario prefettizio dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo) organizza tre gare distinte: quella delle canzoni in napoletano, quella delle canzoni in italiano e quella dei brani in francese, inglese e tedesco.
Dopo questa edizione, il Festival di Capri viene messo a tacere perché sostituito dall’Oscar della Canzone di Capri (anche Scala d’Oro di Capri), una manifestazione che, per quanto sia ben organizzata e frequentata da alte personalità dello spettacolo, della politica e del giornalismo, non è affatto una gara canora, bensì una semplice premiazione di artisti che si sono distinti durante l’anno e che, per l’occasione, propongono repertorio già edito.
Così, l’Oscar della Canzone diventa il sostituto ma non il continuatore del Festival di Capri perché viene a mancare la materia prima: la gara.
In allegato alla cronistoria del Festival di Capri, la sezione delle Istantanee formata da brevi schede biografiche di tutti gli artisti che hanno partecipato alla gara canora dal ’49 al ‘56.
Nella seconda parte del libro, (l’appendice documentaria), sono raggruppate in ordine cronologico tutte le canzoni che, nell’arco di un secolo, sono state dedicate all’isola delle sirene, a partire dal 1889, anno in cui viene pubblicata ‘A grott’azzurra di Pasquale Cinquegrana e Eduardo Di Capua. Questa prima canzone, che omaggia una delle più affascinanti e incantevoli grotte del mondo, è, in assoluto, il primo grande successo dedicato a Capri, nato nel periodo dell’industrializzazione della musica napoletana.
Iniziando da questo brano, l’appendice documentaria propone tutte le canzoni in cui l’isola dell’amore è protagonista, sia scritte in dialetto che in lingua (e anche in inglese). I brani strumentali e alcuni motivi cui si hanno pochissime notizie sono inseriti soltanto nella cronologia.
I brani composti prima del 1889 non sono contemplati perché la maggior parte di essi sono tratti da opere teatrali e tanti sono solo musicali, e comunque non rientrano nella categoria delle canzoni piedigrottesche.
La maggior parte delle canzoni dedicate a Capri omaggiano l’isola blu con i suoi panorami e le sue bellezze naturali e raccontano quasi tutte storie d’amore nate e finite durante le magiche estati isolane.
Il boom della produzione canora dedicata all’isola delle sirene avviene negli anni ’50 del Novecento, quando iniziano a diffondersi i primi festival che vanno a sostituire le antiche audizioni di Piedigrotta e, soprattutto, quando inizia il fenomeno della commercializzazione della canzone napoletana: l’abbondanza delle nuove composizioni si rifanno a Capri come meta turistica e come ritrovo di incontri d’amore. Sono principalmente le case editrici del nord Italia che pubblicano queste composizioni che, dal punto di vista concertistico, sono eseguite principalmente da cantanti-chitarristi, assai numerosi, che ravvivano le taverne e altri ritrovi turistici: Roberto Murolo, Enzo Conte, Enzo Gagliardi, Silvio Rosi, Scarola, Vittorio, Ernesto De Maria, Pizzulin, Rino Da Positano, Armando Romeo, Carlo Missaglia, Ugo Calise, Umberto Boselli, Gianni Festinese, Geppino Battaglia, Ettore Lombardi, Giovanni Mazzella, Nino Soprano, Gianni Morena, Franco Di Costanzo, Mimmo Di Lello, Rino De Sisto, Tony Sigillo, Gianni Mario, Renatino, Franco Esposito, Salvatore Zurria, Guido Lembo, Enzo Nicolai, ecc. ecc.
Tra tutti questi artisti, si distingue soprattutto Giuseppe Scarola (detto il cantore di Capri), il beniamino delle grandi star hollywoodiane dei ritrovi isolani, che lancia al successo la più conosciuta canzone in tutto il mondo dedicata a Capri, che oggi è una evergreen: Luna caprese. In scia Roberto Murolo per la pregevole interpretazione di Anema e core, oggi ricordata come successo di Tito Schipa.
Se Luna caprese è la più famosa canzone napoletana dedicata a Capri, senza dubbio quella italiana è Qui sotto il cielo di Capri di Enzo Bonagura e Armando Fragna, colonna sonora del film I pompieri di Viggiù, resa popolarissima da Claudio Villa.
La canzone in inglese più nota è sicuramente Isle of Capri di Jimmy Kennedy e Will Grosz, colonna sonora del film Carioca (Flying down to Rio) di Thornton Freeland.
I cantanti che hanno spesso cantato Capri sono soprattutto Roberto Murolo, Peppino Di Capri, Scarola e Franco Nico, con numerose incisioni di brani vecchi e nuovi.
Per ogni canzone è scritta la prima strofa per un immediato riconoscimento del lettore, pure perché molte canzoni possiedono titoli uguali. Ad esempio, brani col titolo Grotta azzurra ve ne sono oltre dieci e tutti raggruppati nel breve periodo di due decadi, per non parlare dell’abbondanza di motivi dal semplice titolo Capri.
La scelta delle composizioni (disposte in maniera cronologica) è legata alla popolarità acquisita o, comunque, alla pubblicazione in un album di spartiti o su un supporto discografico. Nell’appendice documentaria degli anni ’50 sono specificati i supporti discografici perché le etichette pubblicavano indistintamente sia 78 giri che 45 giri.

CENT’ANNI DI CANZONI E FESTIVAL

Introduzione: Capri, isola festivaliera

i parte
1949 – 1956

Tabella cronologica delle canzoni festivaliere

I FESTIVAL CAPRESI
1.

2.
Festival di Capri 1951

3.
Festival di Capri 1952

4.
Festival di Capri 1953

5.
i° Premio Capri della Canzone Napoletana 1955

6.
ii° Premio Capri della Canzone Napoletana 1956

7.
Oscar della CanzonE di Capri 1957

8.
Cronologia delle canzoni festivaliere

ISTANTANEE
Laura Barbieri
Carla Boni
Ugo Calise
Seba Caroli
Gloria Christian
Marisa Del Frate
Luciano Glori
Gino Latilla
Leo Moles
Roberto Murolo
Wanda Notis
Amedeo Pariante
Nilla Pizzi
Scarola
Joe Sentieri1

i parte
1951 – 1956

APPENDICE DOCUMENTARIA

‘A grotta azzurra
A Capri
Custantina (‘A canzone ‘e Capri)
Capri (Canzone paesana)
‘Nterra Capri
Pusilleco ‘e notte (‘A canzone ‘e Capri)
Nella grotta azzura
‘A canzone ‘e Capri
Grotta azzurra
Serenatella a Capri
Villeggiatura a Capri
Isola ‘e Capri
Sotto la grotta azzurra
Grotta blu
Tarantella a Capri
La canzone di Capri
Capri
Grotta azzurra
Capri gentile
Capri azzurra
Isle of Capri (Isola di Capri)
Marina piccola (Canzone caprese)
Canzone a Capri
Capri: incantesimo blu’
Luna su Capri
L’isola azzurra
Lacreme a Capri
Là nell’isola di Capri
Vieni a vedere Capri
Capri
Torna a Caèri
Capri fischer
L’isola del sogno
Capri azzurra
Capri
Grotta azzurra
Scalinatella
‘A sirena ‘e Capri
Ritorneremo a Capri
Qui sotto il cielo di Capri
Song of Capri
Quanno a Capri sponta ‘a luna
Ricordo ‘e Capri
Furastie’ venite a Capri
Malinconia di Capri
Bellezze a Capri
Isola d’oro
Capri sei tu
Sole di Capri
Luna caprese
‘O paradiso ‘e Capri
Viene a Capri cu’ me
Aria ‘e Capri
‘E bbocche ‘e Capri
‘Nu poco ‘e Capri/’A sirena ‘e Capri
Ll’aria ‘e Capri
Marina piccola
Sul vapore che va a Capri
Scalelle ‘e Capri
Che m’è ‘mparato a fa’
Capri
Viaggio ‘e nozze a Capri
Grotta azzurra
Capri (e chi te po’ scurda’)
Capri
Mambo Capri
Ci sposeremo a Capri
L’isola felice
Anacapri goodbye
Barcarola caprese
Ammore a Capri
Swing in Capri
Torna a casa Lilli’
Notte a Capri
Ciao Capri
Malinconia ‘e Capri
Si tuorne a Capri/Avventura a Capri
A Capri c’è la fortuna
Scugnizza caprese
Serenata caprese
Vicino ‘o mare
Baciami a Capri
Weekend in Capri
Capri si’ ttu
La piazzetta di Capri/Capri suonno d’ammore
Rimani a Capri
Canzonetta romantica
Resta ancora a Capri
Capri
Morire a Capri
Capri mon Capri/Capri c’est fini’
Ricordo di Capri/Il giro dell’isola
Capri n’esta pas fini’
Capri sultanto tu
Capri
I love Capri
A Capri cu tte
Rendez-vous a Capri/Capri c’esta la vie/Mezzanotte a Capri
Bella bella Capri
‘A grotta azzurra
Moon
Capri Capri’
Rosa di Capri
Capri ti ricorda
‘A grotta azzurra
‘Na tarantella a Capri/Anacapri pe’canta’/’Na serenata a grotta azzura
Ciao Capri/Se chiamma Capri/Capri luntana staie/Mare lucente/Nera nera
Bella caprese
Capri sempe blu
Capri e Ischia
Capri
Straniera a Capri

ii parte
1890 – 1990

Tabella cronologica delle canzoni dedicate a Capri

Ringraziamenti, Note sull’autore, Bibliografia

Recensioni

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