06. COMUNE DI CALABRITTO NEL 1755 (SENZA QUAGLIETTA -SA)

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Copertina posteriore

I primi cognomi del General Catasto nella Terra di Calabritto

Il progetto del Catasto Onciario, frutto dell’acume di re Carlo di Borbone, prese avvio dalle istruzioni emanate dalla Regia Camera della Sommaria il 17 marzo 1741, completate dagli “avvertimenti” del 15 agosto dello stesso anno, dopo il concordato raggiunto con la Santa Sede per quanto riguardava i beni degli enti ecclesiastici1. Il bando recitava: Riflettendo sempre più la Real Mente della Maestà del Re, nostro Signore (che Iddio sempre conservi) al Sollievo de’ suoi fedelissimi Vassalli, ha stimato necessario, che il peso che si porta da questa Università per la Regia Corte, per gli Fiscalarj, per gl’Istrumentarj, e per le spese inescusabili ordinarie, o estra ordinarie, sia con uguaglianza ripartito, in modo che il Povero venghi a’ pagare secondo che le sue forze comportano, ed il Ricco paghi a’ proporzione de suoi averi, sia permesso la sua Regal Clemenza, che si fosse in questa nostra Terra formato il General Catasto, per cui certamente riuscirà ad ogni uno, ed in particolare a’ Poveri, di farsi loro più lieve il peso, a cui presentemente soggiacciono: e potendosi con facilità pagare gl’enunciati pesi, sarà questa Università meno angustiata da Commissarj e da altre simili vessazioni, che per la di lei importanza si esperimentano (…)2.
Periodicamente, le Universitates civium3 ricevettero poi le istruzioni su come procedere nei lavori di confezione del Catasto Onciario, che doveva essere composto dagli atti preliminari (bandi, ordini, inviti, processi verbali, fedi, attestazioni varie), apprezzo (apprezzamenti agricolo-forestali effettuati da agrimensori ed esperti del territorio), rivele (dichiarazioni dei redditi dei cittadini), ed il catasto vero e proprio, detto onciario per la misurazione della tassa in once4.
I lavori per la confezione del Catasto iniziano a Calabritto, in via sperimentale come alcune altre Università, già nel 1739, con la raccolta di tutte le rivele di quell’anno. Un esempio di rivela, per comprenderne il formulario e l’impostazione integrale, ci può essere fornito dalla dichiarazione del bracciale, ovvero bracciante agricolo, Nicola Di Popolo di Calabritto:
Nicola di Popolo, di questa Terra di Calabritto, in Esecuzione dell’ordine dell’Illustrissimo Signor Preside di questa Provincia di Principato Citra delegato da Sua Maestà che Dio Guardi, per la formazione del Generale Catasto, rivela con Giuramento e sotto pena di falzo essere bracciale di anni ottanta, Casato con Catarina Pansurlo di questa Terra, di anni trenta otto
Foco = Carlo di Popolo, figlio (di Nicola) di anni trenta cinque in circa, bracciale, casato con Angiola Quartuccio di anni trenta in circa di questa Terra
Francesco di Popolo, di anni undici
Pascale, altro figlio, di anni nove
Felice, altro figlio di anni sette
Antonio, altro figlio di anni cinque
(Foco) = Giovanni di Popolo, figlio del Revelante (Nicola Di Popolo), di anni trenta in circa, bracciale
Nicola di Popolo, figlio di anni quattro in circa
Antonio di Popolo di anni uno e mezzo
Pascale di Popolo, figlio del Revelante, di anni venti
Maria, figlia del Revelante, di anni 18
Possiede un ospizio di casa a propria abbitazione
Possiede una Vigna di capacità di un quarto di Moggio in circa nel loco detto Persano confinante Giuseppe Carluccio, Giuseppe Farella e Angiola di Popolo
Possiede una Vigna di capacità di un quarto di Moggio in circa, confinante Francesca Felippone, Via Publica
Possiede un poco di territorio di capacità di mezzo quarto di Moggio in circa nel loco detto Lo Fiume, confinante Donato Sierchio, Via Publica ed altri
Possiede un territorio seminatorio di capacità di un moggio e mezzo in circa, in loco detto Praticho, confinante il Signor Don Carmine Berardinelli, Via Publica ed altri
Possiede un poco di territorio con tre piedi di olive dentro in loco detto La Savocca, confinante Antonio di Francesco Gonnella e Via Publica ed altri
Possiede una Vigna di capacità di mezzo quarto di Moggio in circa nel loco detto Petrognano, confinante Angelo Raimo, Orazio Del Guercio ed altri
Possiede un poco di territorio con seie5 piedi di olive dentro nel loco detto Lo Luccolo, fine Donato Quartuccio, il Vallone ed altri
Possiede un poco di territorio seminatorio petroso ed infertile, nel loco detto La Rosa Monna, confinante Paolo Spatola, Via Vicinale ed il Vallone
Possiede un territorio con poco piede di olive nel loco detto Petrognano di capacità di un quarto di Moggio in circa confinante Aniello Calcagno, Francesco Farella ed Antonio Centanni
Possiede un poco di territorio con poco olive, di capacità di un mezzo quarto di Moggio in circa nel loco detto La Serra, confinante Giovanni Pietro Pansi e Carmine Viscido e il Signor Nicola Berardinelli
Pesi e Cenzi:
Deve alla Cappella del Santissimo di questa Terra Docati seie e per essi annui carlini sette
Deve al Signor Saverio del Plato Docati venti cinque e per essi annui carlini venti due e mezzo
Deve al Reverendissimo Capitolo di questa Terra Docati seie e per essi annui carlini seie
Deve di rendita irredimibile ed in perpetuum in ogni anno a Santa Maria di Alta Sede carlini otto
Deve all’Illustrissimo Possessore di questa Terra di rendita irredimibile ed in perpetuum in ogni anno grana quattordici
X Segno di croce (di Nicola Di Popolo)6.

Dopo la raccolta delle rivele dal dicembre del 1739 al mese di gennaio 1740, le attività vengono sospese, per essere poi riprese nel 1755 con il pubblico parlamento del 9 marzo indetto dal Sindico Felice di Feo, il Capoeletto Giovanni Casieri e gli Eletti Francesco Spirato, Nicola Megaro e Verniero del Guercio, coadiuvati da Nicola Fino Ordinario Giurato della Terra di Calabritto e dal Cancelliero Giuseppe Francesco Viscido. Il verbale del parlamento, estrapolato dagli Atti Preliminari del Catasto, è il seguente:
In Dei Nomine Amen. Oggi li nove marzo 1755, nella Terra di Calabritto, e proprio nella publica piazza, luogo solito, e consueto, di radunarsi il popolo per concludere publici parlamenti, emanati specialmente j banni dell’ordinario Giurato per li luoghi soliti, e consueti, coll’assistenza non meno del Signor Don Giuseppe Natale, attuale Governatore della Terra sudetta, che del Dottor Signor Don Felippo Bombacaro Regio Direttore Delegato de Catasti di questa Provincia di Salerno, dalli sottoscritti attuali del Governo7, e stata fatta la seguente proposizione: Signori Cittadini, devono le Signorie loro sapere, come per gionta esecuzione da Regali ordini, fù per questa nostra Terra Università formato il Generale catasto, e come che quello riuscì in molti capi difettoso, e manchevole di qualità essenziali, e di notorio pregiudicio a’ poveri, da molti Cittadini se n’è avuto ricorso a Sua Maestà, Dio guardi, il quale con suo venerato dispaccio, s’a compiaciuta ordinare farsi nuovo apprezzo de territorij, e nuovamente farsi ancora tutti gl’atti, e scrittura, e formarsi il nuovo Catasto, e perche per potersi adempire detta opera, e di dovere eliggersi li nuovi sej deputati, li quattro estimatori, e lo scribente di Campagna, sul motivo che li primi non possono intervenire più in detto atto, perciò si propone alle Signorie loro per Deputati del primo Ceto le persone del Dottor Signor Don Gianbattista Berardinelli, il Dottor Fisico Signor Don Erberto di Feo, per Deputati del secondo Ceto le persone di mastro Francesco Carluccio, et Antonio Zecca, per Deputati del terzo Ceto mastro Nicola di Nicola, e Costanzo Calcagno. Per Estimatori Cittadini Donato Calcagno, e Antonio d’Alessio. Per Estimatori Forastieri Gianbattista Acciano della Quaglietta, ed Angelo Sierchio di Caposele. Per Scrivano di Campagna mastro Donato Chieffo. Et acciò che si sollecitino le rivele, e di bisogno destinarsi due persone scribenti, perciò si destinano le persone di Nicola Pansurlo, e Magnifico Giacomo di Mattia8.
Il 17 aprile 1755, i deputati dei tre ceti, de Civilibus, de Mediocribus e de Inferioribus9, e gli apprezzatori cittadini e forastieri prestano giuramento, mentre nel pubblico parlamento del 1° giugno 1755 vengono eletti i deputati e gli apprezzatori con il compito di valutare le rivele dei deputati e degli apprezzatori precedentemente nominati. Vengono scelti il notaio Berardino Corbo per il primo ceto, Antonio Megaro per il secondo e Mattia Centanni per il terzo. Come apprezzatori sono selezionati Donato Corbo e Vito Dragonetto. Il giuramento dei cosiddetti deputati dei deputati ha luogo il 6 giugno 1755.
Successivamente, il sindaco di Feo e gli eletti emettono la fede per il frutto degl’Animali ed altre rendite, in cui appare un vero e proprio spaccato della vita economica calabrittana nella metà del Settecento:
Ogni paio di Bove Aratorj rendono franchi al Padrone annui docati 4
Ogni paio di Vacche rendono franche al padrone, quando sono di corpo, ed a’ frutto, annui docati 4
Ogni cento pecore, di corpo e di frutto rendono al Padrone annui docati 15 franchi
Ogni cento Capre di frutto, e di corpo rendono franche al Padrone annui docati 12
Ogni scrofa di corpo, e di frutto rendono franche al Padrone annui carlini 12
Ogni Negri10 rendono franchi al Padrone annui docati 20
Ogni barrico11 rende franco al padrone annui carlini 12
Ogni Mulo, o mula di Vatica12, rendono franchi al Padrone annui carlini 20
Ciascheduno tomolo di Grano annui carlini 8, stabilitosi il prezzo
Ciascheduno tomolo di Germana s’è stabilito il prezzo per annui carlini 6
Ciascheduno tomolo di Grano d’India per carlini 4
Ciascheduno tomolo d’Orzo per annui carlini 4
Per ciascun tomolo d’Avena carlini 25
Ciascun tomolo di Faggioli, ceci e fave per annui carlini 80
Per ciascun tomolo di Salma di Musto13, carlini 10
Per un guarantino d’Oglio14, carlini 15

Le attività per la redazione del Catasto Onciario di Calabritto continuano senza ostacoli e si concludono nello stesso anno 1755.
Tutti i volumi degli atti preliminari, dell’apprezzo e delle rivele sono rilegati in unità archivistiche singole con copertine pergamenacee e custoditi presso l’Archivio di Stato di Napoli nel fondo Catasti Onciari dell’archivio della Regia Camera della Sommaria, volumi 4087-4091. Manca, purtroppo, il registro contenente l’elenco dei capifamiglia ed i relativi importi delle tasse calcolate in once da corrispondere al fisco15.

2. Mestieri, professioni e società

Sfogliando le rivele del Catasto Onciario di Calabritto, si ha la possibilità di immergersi totalmente nella società della metà del Settecento di questa località, “incontrando” tutte le famiglie dell’epoca, una ad una, con le annotazioni dei mestieri o professioni e dell’età di ogni singolo componente. Le famiglie sono ordinate alfabeticamente per nome del capofamiglia, anziché per cognome.
In ogni rivela, tutto è registrato e trascritto dai deputati e dagli estimatori incaricati alla redazione del Catasto: nome e cognome del capofamiglia con l’indicazione del mestiere o professione e della sua età; nome, cognome ed età della moglie; nomi dei figli con relativo mestiere, se in età lavorativa, o indicazione dello stato civile16; proprietà della famiglia con suoi pesi (spese) ed eventuali censi. Seguono le rivele dei Deputati, delle Vedove e vergini in capillis, degli Ecclesiastici Cittadini, Beneficiati e Cappelle (i cosiddetti luoghi pii), dell’Illustre Possessore, e dei Bonatenenti forastieri, ossia dei cittadini e delle cittadine assenti.
Dopo l’elenco a parte che estrapola i beni ecclesiastici, tassati diversamente in base al Concordato con la Chiesa, nei catasti solitamente il tutto viene registrato, confrontato e assommato nell’operazione di sommatoria definitiva delle tasse, che va sotto il nome di Collettiva delle once, per stabilire l’esatto importo della dichiarazione totale del reddito imponibile relativo all’Università. Manca, purtroppo, la Collettiva per Calabritto, ma vi è un Libretto d’esazzioni ricavato dal General Catasto dell’Università di Calabritto ascendente alla Somma di ducati mille cinquecento cinquanta, il quale lascia intuire che l’operazione di computo della collettiva, anche se non ne resta testimonianza, è stata comunque eseguita.
La società calabrittana è prettamente rurale e ciò è dimostrabile dalla presenza, su 378 nuclei familiari17 registrati nel Catasto, di ben 262 capifamiglia bracciali, ossia braccianti agricoli. È questa la classe sociale più povera, definita degli inferiori nel Catasto – per distinguerla dai mediocri, gli artigiani, e dai civili, i benestanti – che seppure può possedere una piccola proprietà, il più delle volte vive in condizioni disagiate. Sono infatti frequenti i casi di bracciali che non possiedono cosa alcuna, come Angelo Mattia, Antonio Megaro, Carmine Cardellicchio, Francesco Ficetola, Gioangiacomo Perna ed Orazio Mattia.
A questa fascia sociale appartengono pure i semplici guardiani di animali domestici, come i custodi di vacche Alessio d’Alessio, Carmine Filippone, Costantino Perna e Pasquale d’Alessio, i custodi di pecore Carmine Gonnella, Giuseppe Gonnella e Nicola Palmiero, o i custodi di capre Giacomo Ficetola e Ruggero Megaro. Solitamente quella del custode era una mansione destinata ai più piccoli della casa e molteplici sono i casi di questi lavoratori in tenera età, come ad esempio: Guglielmo Centanni custode di neri e Giuseppe Castagno custode di pecore, entrambi di 8 anni, e Donato Strazza custode di bovi, Amato Centanni custode di neri, Giuseppe Gregorio custode di neri, Giuseppe Viscido custode di pecore e Felice Gonnella custode di neri, tutti di 10 anni. I più piccoli in assoluto già inseriti nel duro mondo del lavoro restano i bracciali Vito Cuocciolo e Felice Carluccio di appena 6 anni18.
Più redditizia del bracciale e del custode risulta l’attività del massaro di campo: vero e proprio imprenditore agricolo, questa figura professionale disponeva a volte di proprietà e mezzi di un ceto benestante. I capifamiglia massari di campo di Calabritto nella metà del Settecento sono: Donato Corbo di 48 anni, che ha addirittura un fratello notaio, Francesco Carluccio di 70 anni, Francesco Mattia di 32 anni, Felice d’Alessio di 30 anni, Giovanni d’Alessio della stessa età del precedente, Giuseppe Moretto di 73 anni, il quarantenne Girardo di Cicco e Marino d’Alessio, quest’ultimo definito decrepito per la sua età avanzata. I massari coltivano fondi agricoli di proprietà o tenuti in affitto e si occupano della gestione degli animali, come pecore, buoi, vacche, maiali, cavalli e somari, che possiedono in proprio o alla socida o socita (in società) o tengono a menanno o amenando in qualità di parsonali per conto dei padronali di bestiame.
Un solo pastore delle pecore è annoverato nell’Onciario di Calabritto e risponde al nome di Marino Cardellicchio di 56 anni, il quale vive con il figlio mastro Francesco, quest’ultimo di professione scardalana.
A proposito degli artigiani, nella comunità calabrittana della metà del XVIII secolo compaiono svariate specializzazioni: vi sono i mastri sartori Filippo Viscito ed i fratelli Francesco ed Antonio Carluccio; il cusitore Giuseppe Viscido, i mastri barilari19 Carmine Grillo, Vito del Guercio e Vito Basile, quest’ultimo riportato nella rivela del fratello bracciale Giuseppe; i mastri fabricatori, ovvero muratori, Costantino Berardinelli, Matteo Perrotta e Nicola della Fera; i mastri ferrari Salvadore Sierchio figlio del decrepito mastro Donato, Riccardo Sierchio di 73 anni con il figlio ventiquattrenne Nicola, e Saverio e Filippo d’Alessio, padre e figlio; i mastri d’ascia Erberto del Guercio e Nicola Centanni; i mastri fà legnami Felice Sierchio figlio del predetto decrepito Donato, fratelli Felice e Giovanni Casiero, Giuseppe Iannuzzo, il succitato Vito del Guercio e Verniero del Guercio con i figli Domenico ed Antonio; il mastro calzolajo Francesco Iannuzzo e i calzolari Tomaso Chieffo e Nicola di Nicola; lo scarparo Gasparro Iannuzzo ed il lavorante di scarpe Nicola Pansurlo.
Benestanti sono il Notaro Decio Viscido di 52 anni, che abita in una casa palazziata alla Piazza di Baffa con la moglie Signora Orsola Fusanchia di 65 anni e con i figli Reverendo Don Pasquale, sacerdote di 30 anni, Magnifico Giuseppe Francesco di 24 anni, Magnifica Silvia di 22 anni, suor Lucia, monica di casa diciannovenne e Marianna di 2 anni; il Magnifico Francescantonio Viscido di 19 anni, che vive del suo in casa propria alla Piazza con la moglie Francesca Gasparro di 17 anni; lo Speziale di Medicina Signor Nicola Berardinelli di 53, il quale anni abita in casa palazziata propria alla Piazza di San Giovanni confinante con la strada ed il Signor Prencipe Eccellentissimo con la moglie Magnifica Solerzia Fabbiano di 38 anni ed i figli Magnifico Michelangelo che va’ alla scuola di 9 anni e Magnifica Liboria lattante; e il Dottor Signor Don Saverio del Plato del fu Magnifico Berardino di 55 anni, quest’ultimo di sicuro il più ricco di Calabritto nella metà del Settecento. Infatti, Don Saverio vive con le sue rendite e abita in casa propria palazziata con giardino a San Giovanni, possiede un vasto latifondo che conta ben 75 terreni, centinaia di capi di bestiame, capitali che riscuote a tassi d’interesse diversi da molti cittadini, 6 case date in affitto a Calabritto, 3 mule per uso proprio, 2 giumente e 35 vacche annecchiariche. Vive con la moglie Signora Grazia Caricchio di 40 anni e con i figli Don Berardino diacono di 22 anni, Don Guglielmo di 19 anni, Don Giuseppe clerico di 15 anni e Don Gaetano clerico di 12 anni e ha al suo servizio la serva Maria Calcagno di 24 anni, il mulattiero Pasquale Pucillo di 30 anni, e gli armigeri Felice Rizzolo di 47 anni e Antonio Perna di 48 anni. Questa famiglia ebbe il titolo baronale e fu nota per un episodio legato alla vita di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori20.
Casi unici nelle rivele sono il giudice a contratti21 Aniello Calcagno di 34 anni, l’armiggiero che stà al servizio di questa Corte locale Francesco Parisi di 36 anni, figlio del decrepito ed inabile alla fatiga Carlo Parisi, il maestro di scuola Giacomo Mattia di 48 anni, inserito nel nucleo familiare del fratello bracciale Francesco, e il giurato Nicola Fino di 63 anni.
Molteplici sono i calabrittani avviati alla scuola o alla vita religiosa: vanno alla scuola, ad esempio, Giuseppe Calcagno di 4 anni, figlio del predetto giudice a contratti Alessandro, Antonio Mileo di 8 anni figlio del bracciale Aniello, Donato Gigante di 6 anni figlio del bracciale Bartolomeo (mentre suo fratello Amato di 8 anni è custode di porci), Nicola Perna di 7 anni figlio del bracciale Francesco, i fratelli Francesco e Antonio Mattia di 13 e 8 anni figli del bracciale Giuseppe, Michelangelo Moretto di 6 anni figlio del massaro di campo Giuseppe, Francesco Iannuzzo di 6 anni figlio del mastro fà legnami Giuseppe, Giuseppe e Michele Chieffo di 7 e 6 anni figli del calzolaro Tomaso, Carlo d’Alessio di 5 anni figlio del custode di vacche Pasquale e tanti altri ancora. Tra coloro che sono destinati a prendere i voti troviamo: Francesco Megaro figlio del bracciale Donato, che a 15 anni sta al Monastero, Felice di Popolo di 18 anni che sta in Canservatorio di Sant’Onofrio in Napoli per farsi prete, mentre il fratello Francesco di Popolo è registrato come bracciale già a 15 anni, ed Antonio Liborio Viscido figlio del mastro cusitore Giuseppe è acolito a 20 anni.
I più sfortunati sono i malsani, stroppi ed inabili alla fatiga, come Giuseppe Strazza di 56 anni, in casa del fratello bracciale Antonio, il malsano, che patisce d’arenella, e pero inabile alla fatiga Andrea Spatola di 20, i piccoli Ricciardo figlio del bracciale Antonio Sierchio e Tommaso Perna di Gioangiacomo, ciechi rispettivamente a 5 e 9 anni, il malsano Antonio Corbo di 47 anni, il decrepito ed inabile alla fatiga Carlo Parisi di 78 anni, il cieco ed inabile Costantino Berardi di 75 anni, gli erniosi Donato Quartuccio di 70 anni, Donato Raimo di 61 anni, Francesco Palmiero di 66 anni, Francesco Onesta di 70 anni e Giovanni Quartuccio di 73 anni, il fatuo Domenico Ragone di 20 anni figlio della vedova Caterina Viscido, l’infermo e decrepito Filippo Raimo di 68 anni, Francesco Filippone di 12 anni che patisce di mal caduco, oppure, caso più eclatante, Nicola Viscido di Giuseppe di 50 anni che rivela patire di petto con butto di sangue, ed ernioso, ed è projbito di poter alzare una pagliuca da terra.
Sono assenti al momento della confezione del Catasto Pasquale Ragone di 17 anni, i fratelli Giovannantonio e Pasquale Moretto figli dell’inabile Francesco, di 12 e 10 anni, Lonardo Zecca di 12 anni figlio della vedova Antonia Vetracchio, e Pasquale di Popolo bracciale di 20 anni figlio della vedova Catarina Pansurlo. L’unico vagabonno è Carmine Onesta di 12 anni figlio del decrepito Francesco, mentre risultano rinchiusi nelle patrie galere Paolo e Carlo Quartuccio di 28 e 26 anni figli di Giovanni, Giuseppe Viscido di Antonio marito di Angela Gigante, Giuseppe Centanni marito di Cecilia Marcantuoni e Paolo Quartuccio marito di Elisabetta Centanni.

Alcuni cognomi registrati a Calabritto nella metà del Settecento sono:
Spatola (19), Centanni (15), Del Guercio (13), Rizzolo (13), Gonnella (12), Mattia (12), Raimo (11), D’Alessio (10), Grillo (10), Parisi (10), Perna (10), Ficetola (9), Megaro (9), Corbo (8), Quartuccio (8), Viscido (8), Burdo (7), Calcagno (7), Castagno (7), Filippone (7), Moretto (7), Zecca (7), Cardellicchio (6), Del Plato (6), Di Marco (6), Dragonetto (6), Gigante (6), Lione (6), Pucillo (6), Vetracchio (6), Carluccio (5), Di Gregorio (5), Di Nicola (5), Di Popolo (5), Di Trolio (5), Farella (5), Palmieri (5), Cocciolo (4), Papa (4), Battista (3), Berardinelli (3), Berardo (3), D’Alliegro (3), Iannuzzi (3), Onesta (3), Pansurlo (3), Sierchio (3), Colonna (2), Fino (2), Freda (2), Marcantuono (2), Pacifico (2), Perrotta (2), Viscito (2), Basile (1), Bottiglieri (1), Campione (1), Caputo (1), Carlione (1), Casieri (1), Cecere (1), Cercello (1), Chieffo (1), Curcio (1), D’Amato (1), D’Antoniello (1), Della Fera (1), Di Cicco (1), Di Feo (1), Di Vito (1), Franchino (1), Fungaroli (1), Galasso (1), Grieco (1), Mileo (1), Nisi (1), Nisivoccia (1), Pasquariello (1), Ragone (1), Sozio (1), Spirato (1) e Strazza…

Description

INTRODUZIONE

Circondata dai monti Cervialto, Altillo, Polveracchio e Pollaro, Calabritto si trova a circa 480 metri di altitudine su una collina che sovrasta la Valle del Sele. Ricca di fiumi sorgivi, alimenta con il fiume Zagarone il primo corso del fiume Sele, incontrandolo nella zona denominata Temete. La superficie del suo territorio, compreso Quaglietta, è di 51,67 km², e i suoi confini sono ad est Caposele e Valva, ad ovest Bagnoli Irpino e Acerno, a nord Bagnoli Irpino, Lioni e Caposele, a sud Acerno e Senerchia.
Diverse sono le ipotesi di origine del toponimo: da una locandiera di nome Britta; da una pianta del posto, forse il biancospino o altra pianta dei terreni rocciosi; dal cervo (britto)1. Le disparate versioni sull’etimologia del nome trovano comunque analogia con altre località del meridione, tra cui Calabricito presso Maddaloni, la Calabria ed altri toponimi lucani.
La zona dell’Alta Valle del Sele fu abitata già dal Neolitico, come testimoniato da alcuni ritrovamenti archeologici, in particolare quelli di Piedelmonte, località tra Calabritto e Senerchia, e si può supporre che le genti che popolarono Piedelmonte prima e Calabritto dopo, fossero composte in grande maggioranza da Picentini, che formarono certamente il nucleo principale degli insediamenti anche di Senerchia, Quaglietta, Oliveto Citra ed altri Comuni limitrofi, i quali per volere dei Longobardi divennero poi vere fortezze contro i Saraceni. La gente del luogo, infatti, per tener lontane le incursioni, eresse una fortezza solida da opporre alle orde saracene, aiutata dai Longobardi, giunti da alcuni anni nella Valle del Sele. Scelse un rilievo ben definito, uno spuntone roccioso, solido e compatto, che oggi non esiste più, essendo stato spianato in seguito alla ricostruzione post-terremoto del 19802. Da quella altura, il castello sorgeva a guardia e difesa della valle del fiume Zagarone, raccogliendo il primo nucleo di quella gente che dette origine ad un ordinato villaggio che prese il nome di Calabritto. Del castello già a partire dal Settecento non rimanevano che i ruderi e la torre di avvistamento, alta e quadrata. Fino alla sera del terremoto dell’80, i resti del castello e della sua torre vennero usati dall’amministrazione per scopi pubblici: venne installato l’orologio, indispensabile per orientarsi durante la giornata. Demolito dopo il sisma l’ultimo avanzo del fortilizio medioevale rappresentato dalla torre di avvistamento del castello di Calabritto, dunque, dell’antico paese non rimane più niente.
Il nome di Calabritto era anche legato alla nobile famiglia dei Tuttavilla, feudatari locali. Tale casata era famosa per la bramosia di potere e di alterigia, tanto da scatenare spesso la reazione della popolazione locale. Tuttavia, era anche nota per le forti doti di organizzazione e di comando, nonché per la presenza nella sua genealogia di importanti guerrieri. Inoltre, tra le famiglie nobili del tardo periodo feudale vi erano quella dei Del Plato e dei De Feo, le effigi e gli stemmi delle quali erano raffigurati presso i loro palazzi costruiti in paese. Furono i Mirelli, principi di Teora, ad essere l’ultima famiglia baronale di Calabritto e con essi, nel periodo che vedeva svolgere la Rivoluzione Francese, si chiuse la storia feudale di Calabritto3. Nei documenti relativi alla Valle del Sele, noi troviamo scritto Terra di Calabritto, Terra di Quaglietta, Terra di Senerchia, ad indicare non solo il feudo, ma anche il paese come entità civile e la gente che vi abitava con tutta la sua organizzazione amministrativa. Due erano le organizzazioni che si dividevano il territorio e che erano in contrasto tra di loro: l’Università e il Feudo. Il feudatario voleva imporre su tutti e su tutto il proprio potere, mentre l’amministrazione (Università) cercava di sottoporre al diritto degli usi civili alcuni territori appartenuti al feudo. Il primo documento riguardante il centro è un atto di donazione del 1020, dove è nominato un lohannes Calabritanus. Già a partire dal 1100, la Terra di Calabritto entrò a far parte di un esteso complesso feudale che riuniva Calabritto, Laviano, Massa ed Oppido (questi ultimi villaggi scomparsi da secoli), sotto la signoria del barone Guglielmo di Laviano. Alcuni anni più tardi, il feudo di Calabritto era diventato possesso di Filippo di Balvano, la cui baronia si estendeva anche sulla terra di Caposele e su quella di Sant’Angelo dei Lombardi.
Fino al febbraio del 1861, Calabritto aveva sempre fatto parte della provincia di Salerno (Principato Citeriore), per motivi storici e geografici, ma anche culturali e commerciali, per volere degli Angioini. Ma il Regno Sabaudo volle che Calabritto venisse a far parte della provincia di Avellino (Principato Ulteriore) e a nulla servirono le richieste per il ritiro di quel provvedimento. Tale distacco dal salernitano significò l’abbattimento di quei legami commerciali e giurisdizionali che si ebbero per secoli. Fu difficile fare in modo che Calabritto, insieme ad altri comuni come Senerchia, potessero di punto in bianco intrattenere relazioni di qualunque tipo con la provincia di Avellino, sia per l’asperità delle comunicazioni con i Comuni circostanti che per la mancanza di “legami storici”. Nel 1928, Quaglietta non ebbe più un’amministrazione autonoma: a causa del suo deficit nel bilancio, dopo centoundici anni di autonomia (dal 1817 al 1928), venne annessa come frazione al Comune di Calabritto.
Molteplici sono stati i terremoti che hanno interessato quest’area, tra i quali ricordiamo quelli particolarmente violenti del 1733 e del 1853, riducendo di volta in volta il numero degli abitanti del paese e cancellando le testimonianze del passato. Il segno tangibile della riduzione demografica è sempre stato lasciato negli anni, oltre che da eventi catastrofici, dal fenomeno dell’emigrazione. Infatti, tante famiglie originarie di Calabritto, tra cui Della Fera, Di Trolio, Di Popolo, Gonnella, Mattia, Megaro, Ficetola, Del Guercio, Fungaroli, Sierchio, Zecca, etc. hanno i loro ceppi sparpagliati tra le Americhe, il nord Italia, Germania e Inghilterra per la maggiore, e l’ondata migratoria fu più accentuata tra il 1881 e il 1921.
La storia di una comunità è sempre legata a quella dei suoi luoghi sacri e per i Calabrittani religiosità è sinonimo di devozione e orgoglio. Anche dopo il terremoto del 1980, alcuni di questi luoghi sono stati ricostruiti, ma parecchie chiesette, specie quelle presenti nei vari rioni del paese, si sono perse. Il Santuario della Madonna della Neve è il luogo a cui i Calabrittani sono particolarmente devoti: fu ricostruito con identica struttura architettonica dopo il sisma, insieme all’annesso convento, situato sul Monte Altillo che sovrasta la Valle del Sele. Prima usato dai monaci come luogo di preghiera e di raccoglimento, oggi è meta di visitatori e devoti, anche per lo splendido panorama che vi si osserva da quell’altura. Secondo la leggenda, la collocazione del santuario alle pendici dell’Altillo fu decisa dalla Madonna stessa che apparve in sogno all’arciprete del tempo, segnando l’area con neve all’inizio del mese di agosto (il 5 agosto è la festa della Madonna della Neve, Santa Patrona di Calabritto, insieme a San Giuseppe). Grazie ai fondi raccolti dalle comunità Calabrittane delle città venezuelane e inglesi, il santuario venne riedificato.
Altro importante luogo di culto è la cappella della Madonna dei Grienzi. La storica abbazia è una caratteristica chiesetta di montagna, ai confini con il territorio di Acerno, Caposele e Bagnoli. La statua della Madonna dei Grienzi è molto simile a quella della Madonna della Neve e del Fiume, e anch’essa è molto antica (si pensa sia dell’età rinascimentale). Ogni anno, dal 4 luglio del 1751, la prima settimana di luglio, si festeggia la Madonna dei Grienzi e verso la fine di giugno, il popolo si reca sulla montagna a prendere la statua della Vergine, portandola in paese. Dopo una settimana, la statua viene riportata in processione nella sua tranquilla residenza.
Altra chiesa importante, di origine bizantina, fu quella di Costantinopoli, sita nell’omonima strada del paese: probabilmente eretta dai monaci basiliani, prima fuori dal centro abitato, oggi con l’allargamento dello stesso si ritrova costeggiata dalle strade principali del paese. La chiesetta, recuperata dopo il sisma dell’80 e ufficialmente riaperta al culto nel maggio del 1990, venne usata come chiesa parrocchiale in attesa della ricostruzione della chiesa madre. Molte delle chiese andate perdute dopo il terremoto, tra cui quella di San Michele (la più antica del paese) e Sant’Antonio, non furono più ricostruite. Inoltre, da molti dimenticata, in un anfratto della costa della montagna che fa da lontano sfondo alla piazza Matteotti, in mezzo al rigoglio della vegetazione, si trova una grotta naturale che la gente del luogo ha chiamato “Grotta dell’Angelo”. In tempi remoti, sorgeva in essa un altarino e sulla volta un angelo con le ali aperte raffigurante San Michele Arcangelo. Ai piedi dell’altarino sgorgava una sorgente di acqua pura ed era luogo di visita di montanari e pastori. La festa di San Giuseppe, patrono di Calabritto, viene celebrata due volte l’anno, il 19 marzo, come vuole il calendario della Chiesa, e l’ultima domenica di luglio, rispettando la tradizione locale.
La prima occasione vede la manifestazione dei Falò di San Giuseppe nei diversi rioni del paese, una sorta di rituale tra il pagano e cristiano. Un tempo tra i rioni vi era una gara per chi avesse saputo realizzare il falò più grande e duraturo. L’ultima domenica di luglio si celebra la festa di San Giuseppe, sia perché in tale periodo estivo è più comodo e fastoso osannare un ciclo festivo ricco di manifestazioni religiose, sia perché il giorno della festa del Protettore è vicino al 5 agosto in cui si celebra la Madonna della Neve, cui i Calabrittani sono particolarmente devoti. La bellissima scampagnata, consacrata da una lunga tradizione, è per i Calabrittani quella che si celebra il lunedì in Albis. Il popolo si avvia alla volta della Grotta della Madonna del Fiume, posta fuori dal paese, lungo il pendio della montagna dal lato destro della valle del fiume Zagarone, affluente del Sele. La grotta di natura carsica presenta un ambiente molto suggestivo, nel quale anticamente la gente del luogo, che si recava sulla montagna, collocò l’immagine della Madonna su di un rustico altarino nella chiesetta addossata alla roccia. La Madonna del Fiume sollevò una rivendicazione di possesso nel 1500 dall’Università di Acerno, ma i Calabrittani non vollero conoscere quei motivi, contestando la proprietà dell’Università di Calabritto. La chiesa parrocchiale dedicata alla SS. Trinità, che in quella sera fatale del 23 novembre del 1980, sotto i colpi violenti del terremoto, fu distrutta nello spazio di un minuto, era il luogo più caro alla fede dei Calabrittani, ed era ancora quella stessa chiesa che nel 1735 era risorta dalle rovine della precedente distrutta dal terremoto del 29 gennaio del 1733: dopo tale evento, il tempio era sorto bello e maestoso, accanto al suo campanile che svettava sul panorama del paese. Per la ricostruzione di quel tempio, furono utilizzate le pietre dell’antico castello, anch’esso crollato per eventi sismici.
L’evento tellurico che Calabritto subì nell’80 polverizzò il 90% delle sue abitazioni. Le vittime furono molte, 87 in paese e 10 calabrittani morti in altri comuni limitrofi, con un gran numero di feriti e invalidi, e circa 3000 persone senza tetto4. Il colpo più violento si abbatté sulle chiese, che crollarono quasi tutte: crollò la chiesa madre, quella di San Michele Arcangelo e di Sant’Antonio da Padova, crollò infine lo stupendo santuario della Madonna della Neve in Alta Sede. Subirono gravi danni la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e quella della Madonna del Carmine, le quali ultime hanno ricevuto un adeguato restauro che ha conservato le forme e la struttura architettonica che avevano prima del sisma. Il maestoso e imponente campanile era crollato abbattendosi sul tetto della chiesa madre, sfondando tutto e sbriciolando ciò che la furia del sisma aveva già fatto crollare. I lavori di ricostruzione della chiesa madre iniziarono nell’anno 1997, modificando totalmente la struttura che aveva avuto da secoli, ma non la sua collocazione sulla collina del paese. Nello spazio di un breve minuto, in quel fatidico 23 novembre 1980, si consumò uno dei drammi più atroci patiti: interi comuni polverizzati, distrutti, inceneriti, cancellati; morti e feriti. Tutta la parte antica (che era la più estesa), il centro storico, le vetuste chiese, le case, furono ridotti in cumuli di ingombranti macerie. L’epicentro del sisma si può individuare in una zona compresa tra Sant’Angelo dei Lombardi e Laviano, a cavallo delle alte valli dell’Ofanto e del Sele. Oggi Calabritto è stata ricostruita dalle macerie, con un processo di ricostruzione che, pur presentando enormi difficoltà e durato anni, è stato realizzato con tutte le tecniche più progredite, per evitare che un nuovo terremoto possa recare gli stessi danni e provocare altre vittime5.
Per quanto riguarda il quadro economico, non solo di Calabritto, ma anche del resto dell’Alta Valle del Sele, la situazione non è particolarmente vivace. Si ha la sensazione, quasi tangibile, di una marginalità economica oltre che geografica, le cui ragioni risiedono nelle caratteristiche intrinseche del territorio che viene così a configurarsi come un sistema parzialmente chiuso. Eppure Calabritto non ha nulla da invidiare ad altri paesi: esso fa parte della Comunità Montana Terminio-Cervialto e dell’Ente Parco Monti Picentini, e possiede acqua e vegetazione in abbondanza. Il paesaggio è rigoglioso di vegetazione in estate e la neve compare in inverno su vaste aree, arrivando perfino in paese. Le nostre splendide montagne sono rimaste celebri nella storia del brigantaggio meridionale post-unitario come luogo di rifugio dei fuorilegge, che ne fecero spesso teatro preferito delle loro imprese, ma sono famose pure per le mete di culto, il verde incontaminato e lo splendido paesaggio che vi si osserva. Inoltre, ricchezze economiche dei Calabrittani sono da sempre state la coltivazione di oliveti, con la produzione del famoso olio di Calabritto, i vigneti, i castagneti (famosi i castagneti di Ponticchio) e altri alberi da frutta, il frumento, nonché una discreta pastorizia praticata da alcuni ancora con vecchi e antichi metodi6.
Francesco Ficetola

Dettagli

EAN

9788872970133

ISBN

887297013X

Pagine

96

Autore

Paolucci

Editore

ABE Napoli,

ABE Torino

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Editorial Review

Vedove e vergini in capillis di Calabritto

1. Angela Gigante di 40 anni moglie di Giuseppe Viscido di Antonio il quale da molto tempo sta nelle Regie Galere vita durante abita in casa propria all’Orto del Gallo e possiede una vigna a Prato e un oliveto con vigna a Jacovomajo.
2. Angela Papa di 36 anni vedova di Francesco Grillo abita in casa propria all’Ospedale e possiede terreni alle Coste, al Fajto, alla Brajola e alle Saude. Vive con le figlie Antonia, Maria e Rosa di 16, 12 e 2 anni.
3. Angela Bottogliero (Bottiglieri) di 68 anni vedova di Francesco del Guercio abita in casa propria a San Giovanni e possiede terreni a Santo Vito, alla Casciella, alla Serra e al Vallone. Vive con la figlia Tomasa del Guercio in capillis di 20 anni.
4. La vedova Antonia Spatola di Francesco di 30 anni abita in casa propria alla Parrocchia di San Francesco e possiede terreni ai Triengni, al Fiume, al Cerino e all’Acqua della Fico.
5. Angela Perna di Carlo di 55 anni vedova di Felippo Felippone (Filippone) abita in casa propria all’Orto di Ciaglia e possiede terreni al Puzzo, ai Triengni, alla Serra e alla Forma.
6. La vergine in capillis Antonia Onesta fu Nicola di 13 anni abita in casa propria al Torello e possiede terreni ai Triengni, a Jacovomajo e ai Vettodarj.
7. Angela del Popolo (di Popolo) di 60 anni vedova di Carmine Perrotta abita in casa propria al Serroccolo e possiede due oliveti alle Coste e alla Costa del Sette e un terreno incolto a Persano. Vive con la figlia Lucia Perrotta in capillis di 24 anni.
8. Angela Rajmo (Raimo) di 65 anni vedova di Lorito di Marco abita in casa propria alla Piazza e possiede terreni alle Coste di Rondinello, alla Valle di Vitale, alla Mattina e al Castelluccio.
9. Angela Castagno di 47 anni vedova di Antonio Corbo abita in casa a piggione sotto la Chiesa e possiede una vigna con olive al Canale e un castagneto alla Valla di Cacone.
10. Anna Dragonetto dimorante nella Terra di Eboli possiede terreni a Calabritto alle Fosse, al Canale e al Castagneto.
11. Antonia Gigante di Girardo di 30 anni vedova di Francesco Perna abita in casa propria all’Ospedale e possiede due vigne alla Serra e alli Locasi. Vive con le figlie Apollonia e Rosa Perna in capillis di 10 e 8 anni.
12. Antonia Spatola di Nunzio di 45 anni vedova Ficetola abita in casa propria al Pescone e possiede terreni al Carceturo e alle Coste. Vive con la figlia Elisabetta Ficetola in capillis di 15 anni.
13. Giovanna Lione di Carmine di 22 anni vedova di Nicola Berardo abita in casa di suo fratello all’Ospedale e possiede una vigna alla Serra e un oliveto al Canale.
14. Maria Mathia (Mattia) di 65 anni vedova di Francesco Burdo abita in casa propria alla Parrocchia di San Francesco e possiede una vigna alla Valle della Fera.
15. La vergine in capillis Angela Spatola di 50 anni abita in casa propria alla Parrocchia di San Francesco e possiede terreni alla Serra di Rovajo, alla Pezza del Preuete e alle Coste dell’Ogliaro.
16. Catarina Moretto di 26 anni vedova di Vito Parisi abita in casa di Donato Moretto suo padre che tiene in affitto da mastro Tomaso Chieffo alla Parrocchia di San Francesco e possiede terreni al Faito, al Canale, alle Coste dell’Ogliaro, al Torno e a Pianodanangelo. Vive con il figlio Giuseppe Parisi di 4 anni.
17. Catarina d’Alessio di 66 anni vedova di Nicola Felippone (Filippone) abita in casa propria alla Piazza e possiede una vigna al Fiume.
18. Catarina di Trolio di 40 anni vedova Centanni abita in casa d’affitto di proprietà di Antonio Megaro per la quale paga annui carlini 13. Vive con i figli Giuseppe e Amato Centanni di 8 e 4 anni.
19. Cecilia Marcantuoni di Girardo di 26 anni moglie di Giuseppe Centanni il quale si ritrova nelle Regie Galere abita in casa propria al Serroccolo e possiede terreni a Potregnano, alla Brajola e alla Scaramella.
20. La vedova Catarina Calcagno di 58 anni abita in casa propria alle Casi Foro confinanti con Santa Maria di Altasede e possiede terreni al Faito e alli Formusi.
21. La vergine in capillis Margarita Dragonetto di 24 anni abita in casa propria alla Tempa e possiede una vigna alla Grotta Grottuni e un cerqueto alla Grotta Cavutata. Vive con la sorella Rosa Dragonetto in capillis di 20 anni.
22. La vergine in capillis Francesca Rizzolo di 60 anni abita in casa propria all’Ospedale e possiede un terreno con olive a Potregnano.
23. Elisabetta Cientanni (Centanni) di 40 anni moglie di Paolo Quartuccio che sta nella Galera abita in casa d’affitto sotto lo Castiello e possiede un terreno con olive alla Tramma li Valloni.
24. Catarina Dragonetto abitante nella Terra di Eboli possiede in Calabritto una vigna al Canale e un terreno con castagne al Castagneto.
25. Elisabetta Centanni di Luca di 40 anni vedova di Carmine Pacifico abita in casa propria alla Parrocchia di San Francesco e possiede terreni all’Ische, alla Costa di Ferretto, all’Aria di Cimma e alla Forma. Vive con le figlie Antonia, Rosa e Cecilia Pacifico in capillis di 14, 12 e 6 anni.
26. La vergine in capillis Giovanna del Guercio di Domenico di 18 anni abita in casa propria alla Piazza e possiede terreni all’Ische, alle Fosse e a Santo Donato.
27. La zitella vergine in capillis Lucia Dragonetto di 18 anni abita in casa propria alla Parrocchia di Sant’Angilo e possiede terreni alle Fosse, a Iacovo Majo, al Canale e al Castagnito.
28. La vedova Maria Papa di 70 anni abita in casa propria alla Parrocchia di Sant’Angiolo e possiede un giardino con olive al Ponte.
29. Porzia Genosa di 68 anni vedova di Guglielmo Centanni abita in casa propria alla Piazza di San Giovanni e possiede una vigna al Molino e un castagneto alli Formusi.
30. Rosa Rajmo (Raimo) di Sebastiano di 40 anni vedova di Girardo Pocillo abita in casa propria a Sant’Angelo e possiede una vigna con olive al Molino.
31. Rosa Quartuccio di 30 anni vedova di Tomaso Galasso abita in casa propria alla Piazza e possiede terreni al Canale, a Piandanangelo, alla Pezza del Prete, alla Rosamarina, alli Formusi e alla Brajla. Vive con la figlia Angela Galasso in capillis di 8 anni.
32. Tomasa Sierchio di 35 anni vedova di Saverio Spatola abita in casa propria all’Orto del Gallo e possiede un quarto di moggio di vigna alle Saude.
33. La vedova Tomasa di Nicola di 60 anni abita in casa propria allo Spedale e possiede terreni a Santo Vito, alla Ficocella, alla Forma e al Pescone.
IV. ASNA Archivio della Regia Camera della Sommaria, Serie Catasti Onciari, volume n. 4090, anno 1755 Provincia di Principato Citra, Distretto di Campagna, Università di Calabritto. Ecclesiastici Cittadini, Beneficiati e Cappelle.
1. Il Monastero di Altasede che mantiene quattro Religiosi Sacerdoti per sodisfare le messe così piane come cantate e de’ Religiosi defonti com’anche tiene tre Fratelli lajci per servizio di detto Monastero. Possiede terreni e capitali (Tomaso di Gregorio procuratore).
2. L’acolito Felice Moretto per sacro patrimonio.
3. Don Giuseppe Carluccio sacerdote di 48 anni per sacro patrimonio
4. Reverendo Don Felippo d’Alessio sacerdote extraparte di 48 anni per sacro patrimonio
5. Reverendo Don Cristofano di Gregorio per sacro patrimonio (Girardo di Gregorio procuratore)
6. Don Felippo Viscido sacerdote di 63 anni per sacro patrimonio
7. Reverendo Don Orazio Carluccio sacerdote di 48 anni per sacro patrimonio
8. Cappella di Santa Lucia
9. Chiesa Parrocchiale della Terra di Calabritto
10. Don Carmine Berardinelli sacerdote extraparte per sacro patrimonio
11. Mensa Arcivescovile dell’Arcidiocesi di Conza (Don Gabriello di Feo procuratore Mensale)
12. Monte de’ Morti di Tuttavilla (Don Onofrio di Gregorio procuratore)
13. Cappella di Santa Maria di Loreto dei Papa
14. Dottor Don Saverio Cozzi della Terra di Senerchia Beneficiato e Rettore della Cappella di San Francesco d’Assisi eretta dentro il distretto della Terra di Senerchia
15. Reverendo Don Francesco d’Arciprete Beneficiato della Cappella di San Sebastiano unita all’Arcipretura
16. Francesco Papa che possiede una Cappella laicale sotto il titolo del Sacramento fondata l’anno precedente e dotata di beni
17. Cappella del Purgatorio dei del Plato
18. Cappella di Santa Rosa dei del Plato
19. Venerabile Cappella del SS.mo e della Chiesa di Costantinopoli
20. Cappella del Santissimo Rosario
21. Don Gabriello di Feo sacerdote secolare di 32 anni
22. Reverendo Don Tomaso canonico Rivera della Città di Barletta Beneficiato della Cappella della Santissima Annunciata (Francesco Papa procuratore)
23. Don Francesco arciprete d’Alessio e Don Felippo d’Alessio cappellani e rettori della cappellania instituita dal fù Don Ricciardo d’Alessio sotto l’invocazione di Santa Maria delle Grazie extra moenia di questa Terra
24. Arciprete Don Francesco d’Alessio per sacro patrimonio
25. Don Pasquale Viscido sacerdote di 30 anni per sacro patrimonio
26. Reverendo Don Marino Moretto sacerdote per sacro patrimonio
27. Beneficio della Cappella della SS.ma Immacolata Conceptione di Maria SS.ma (Giuseppe Viscido procuratore del clerico Liborio Viscido suo figlio Beneficiato)
28. Don Salvatore del Plato per sacro patrimonio
29. Reverendo Dottor Don Lione de Vecchis della Terra del Colliano Beneficiato e Rettore di due Cappelle di Santa Lucia extra moenia e dentro la Chiesa parrocchiale
30. Don Giovanni canonico Freda curato della Città di Acerno per beni che possiede la Parrocchiale Chiesa di San Marco
31. Cappella della SS.ma Concezzione
32. Beneficio di Santa Maria di Loreto
33. Venerabile Convento di San Francesco dell’Ordine dei Minori Conventuali della Terra di Caposele
34. SS.mo RosarioL’Erario Antonio Megaro rivela per l’Illustre Possessore della Terra di Calabritto:
- Li renditi minuti della Camera Baronale
- La Piazza e la Bagliva
- La Mastrodattia
- Lo Molino
- Lo Molino di Temate diruto
- Taverna ed abitazioni di Temate diruta e territori in detto luogo
- Giardino di olive detto Temata
- Terreni, case e animali
1. Don Saverio Cozzi di Senerchia beneficiato di San Francesco
2. Capitolo della Cattedrale di Acerno
3. Monistero di San Francesco di Caposele
4. Signor Antonio Papa di Caposele
5. Signor Notar Giuseppe Fongaroli di Caposele
6. Il mastro calzolaro Antonio Cerrone di 50 anni della Città di Acerno abitante nella Terra di Calabritto abita in casa propria al Celzo tiene la sua famiglia in detta Città ed esercita il suo mestiere in Calabritto, dove esigge capitali.
7. Nicola Corrado della Quaglietta
8. Nicolò Fabiano della Quaglietta possiede un terreno al Castelluccio
9. Monte laicale fondato dal fù Arciprete di Mattia
10. Il Clero della Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo della Terra di Caposele possiede un terreno a Fiano (Gennaro Salvatoriello procurato
1. Antonio di Francesco Farella. Once…....................................................…4.15
2. Antonio di Francesco Spatola. Once….....................................................…3.12
3. Antonio di Natale Rizzolo. Once….....................................................…3.90
4. Antonio di Leonardo Zecca. Once…....................................................…3.18
5. Angelo di Francesco Mattia. Once…......................................................…4.60
6. Antonio di Giuseppe Quartuccio. Once….....................................................…3.11
7. Antonio di Carmine Farella. Once…......................................................…4.65
8. Antonio di Angelo Gonnella. Once…...................................................…6.49
9. Antonio di Giuseppe Parisi. Once….....................................................…3.52
10. Amato di Gregorio. Once….....…5.80
11. Antonio di Berardino Raimo. Once…...................................................…3.45
12. Antonio di Giovanni Centanni. Once…....................................................…3.50
13. Antonio di Carlo Ficetola. Once…....................................................…3.13
14. Antonio Burdo. Once…..............…3.46
15. Antonio di Giuseppe Ficetola. Once…....................................................…3.33
16. Angelo di Donato Mattia. Once……3
17. Antonio di Berardino Corbo. Once……...................................................4.50
18. Antonio di Carmine Raimo. Once…..........................................................…3.4
19. Antonio Palmiero. Once…............…4
20. Ambrosio Rizzolo. Once……........3.39
21. Alessio di Marco d’Alessio. Once…....................................................…3.25
22. Antonio Farella. Once…..........…5.86
23. Antonio di Domenico Parisi. Once….....................................................…3.54
24. Antonio di Giuseppe Perna. Once…...................................................…4.38
25. Antonio di Donato del Plato. Once…...................................................…4.28
26. Angelo d’Alliegro. Once….........…3.86
27. Antonio di Carmine Megaro. Once…...................................................…3.15
28. Agostino Ficetola. Once……........3.19
29. Aniello Mileo.Once...............……3.12
30. Antonio di Domenico Castagno. Once…....................................................…3.9
31. Antonio di Francesco Centanni. Once…....................................................…3.12
32. Antonio di Cesare Spatola. Once…....................................................…3.45
33. Antonio di Donato Calcagno. Once…....................................................…3.16
34. Antonio di Domenico Castagno... 3.37
35. Antonio Spatola.........................…3.31
36. Antonio Sierchio. Once…........…3.18
37. Antonio di Francesco Gonnella. Once….....................................................…3.4
38. Antonio di Sabato Rizzolo. Once…...................................................…3.81
39. Antonio Viscido. Once…..........…3.49
40. Antonio di Berardino Spatola. Once…......................................................…3.46
41. Antonio Vetracchio. Once.....……3.84
42. Antonio di Domenico del Plato. Once…....................................................…3.84
43. Antonio Strazza. Once……..........3.64
44. Antonio di Vincenzo Megaro. Once…...................................................…3.54
45. Antonio di Francesco Castagno. Once…...................................................…4.15
46. Antonio Gonnella figlio di Rosa Perna. Once…...................................................…0.90
47. Angelo Chieppa. Once…............…0.18
48. Antonio Perna figlio di Giovanna Parisi. Once.............................................…0.9
49. Amato Moretto figlio di Rosa Centanni. Once…................................…0.46
50. Antonio Spatola figlio di Antonia Curcio. Once….....................................…0.20
51. Aniello Calcagno. Once……........4.46
52. Antonio Nisivoccia. Once….....…3.27
53. Antonio d’Alessio. Once…......…4.18
54. Andrea Gonnella. Once…........…4.33
55. Berardino Corbo. Once…..........…3.19
56. Bartolomeo Gigante. Once…....…6.47
57. Biaso del Guercio. Once….......…4.13
58. Berardino Cuocciolo. Once….....…4.2
59. Carmine Battista. Once…..........…4.41
60. Carmine Quartuccio. Once…...…3.10
61. Carmine Cardellicchio. Once……3.46
62. Carmine Moretto. Once….........…3.35
63. Carmine Filippone. Once…......…3.63
64. Carmine Marcantuoni. Once…..…4.93
65. Cesare di Trolio. Once…...........…4.16
66. Carmine Ficetola. Once…........…3.28
67. Carmine Burdo. Once…............…3.90
68. Carmine di Carlo Gonnella. Once….....................................................…3.9
69. Carmine Zecca. Once…...............…3.25
70. Carmine di Giuseppe Spatola. Once…....................................................…3.60
71. Carmine di Nicola. Once….........…4.3
72. Carmine Cuocciolo. Once….....…4.18
73. Carlo Parisi. Once….................…3.23
74. Carmine di Marco Raimo. Once....................................................……3.67
75. Carmine Nisi. Once…...............…10.23
76. Carmine Gonnella. Once….......…3.97
77. Carmine Pansurlo. Once….......…3.16
78. Cesare Grillo. Once…..............…4.23
79. Carlo Mattia. Once……..................5.3
80. Costantino Perna. Once…….........5.58
81. mastro Costantino Berardinelli. Once…....................................................…3.20
82. Carmine d’Alessio. Once…......…3.18
83. mastro Carmine Grillo. Once……7.00
84. Carmine di F. Filippone. Once……4.48
85. Donato del Guercio. Once….....…5.32
86. Dpnat’Angelo Pucillo. Once…..…3.17
87. Donato Curcio. Once............……5.93
88. Domenico Antonio di Gregorio. Once….....................................................…3.27
89. Donato di Berardino Corbo. Once....................................................……3.28
90. Domenico di Donato Castagno. Once….....................................................…3.22
91. Domenico di Donato del Plato. Once…....................................................…3.26
92. Donato Quartuccio. Once…....…3.35
93. Donato Palmiero. Once…........…3.37
94. mastro Donato Sierchio. Once.....................................................……7.31
95. Domenico Perna. Once…..........…3.25
96. Donato di Giampietro Moretto. Once…...................................................…3.27
97. Donato di M. Raimo. Once…...…3.27
98. Donato d’Antoniello. Once…....…3.4
99. Donato di Pasquale Berardo. Once......................................................……3.32
100. Donato di G. A. Moretto. Once... 3.18
101. Donato di Francesco Megaro...…4.30
102. Donat’Antonio di Nicola. Once......................................................……3.9
103. Donato di Angelo Megaro. Once……...................................................3.40
104. Donato Filippone. Once…........…4.99
105. Donato di Antonio Raimo. Once….....................................................…4.10
106. Donato di Francesco di Bartolomeo Megaro. Once…....................................…5.26
107. Domenico Megaro. Once….....…0.18
108. Donato di Antonio Corbo. Once……3
109. Donato Burdo. Once….............…3.93
110. Donat’Angelo Gigante. Once……4.68
111. Donato Carluccio. Once…......…3.88
112. Donato d’Alessio. Once….....…12.75
113. Notar Decio Viscido. Once…....…5.51
114. Donato Calcagno. Once…......…3.99
115. Erberto del Guercio. Once…...…3.35
116. mastro Francesco Iannuzzi. Once…...................................................…6.16
117. Francesco Parisi. Once…........…3.69
118. Francesco di Gennaro Gigante. Once…...................................................…3.76
119. Felice di Francesco Rizzolo. Once……...................................................3.18
120. Francesco di Lorenzo di Marco. Once…...................................................…3.49
121. Felice di Antonio Lione. Once……3.68
122. Felice di Antonio d’Alessio. Once…....................................................…9.88
123. Francesco di C. Spatola. Once……3.9
124. Felice di Giuseppe Centanni. Once…...................................................…4.42
125. Francesco di Cesare Rizzolo. Once….....................................................…3.4
126. Francesco del Plato. Once…....…3.28
127. Felice Pucillo. Once….............…3.67
128. Felice di L. Centanni. Once……3.28
129. Francesco Campione. Once……3.25
130. Filippo Raimo. Once….............…3.69
131. Francesco d’Alliegro. Once..4.3 e 1/2
132. Francesco d’Alessio. Once…...…3.99
133. Francesco di Antonio di Marco. Once…..........................................…4.33 e 1/2
134. Felice di Giacomo Centanni. Once…...................................................…3.72
135. Francesco Quartuccio. Once……3.31
136. Francesco Spirato. Once….....…4.87
137. Francesco di Pietro Mattia. Once…...................................................…6.35
138. Francesco Moretto. Once….....…3.64
139. Francesco di G. Mattia. Once….…6.92
140. Francesco di Marino Filippone. Once…..........................................…3.73 e 1/2
141. Magnifico Francesco Antonio Viscido. Once…...................................................…8.57
142. Francesco Papa. Once…............…7.59
143. Felice Casieri. Once….............…5.24
144. Francesco di Cesare Spatola. Once…............................................…3.4 e 1/2
145. Filippo Gonnella (straccione). Once…..........................................…0.13 e 1/2
146. Francesco di Carlo di Popolo. Once…...................................................…4.40
147. mastro Filippo Viscido. Once……5.16
148. Francesco di Leonardo Perna. Once…....................................................…7.70
149. Francesco di Giovanni Carluccio. Once….................................................…15.84
150. Giovanni Cardellicchio. Once……3.65 e 1/2
151. Gioacchino Lione. Once…........…3.35
152. Gerardo di Nicola. Once…...........…4
153. Gerardo di Giuseppe di Trolio. Once……3.13 e 1/2
154. Gerardo di Cicco. Once…........…5.36
155. Giovanni Calcagno. Once...4.91 e 1/2
156. Gioacchino Freda. Once.......……3.18
157. Giovanni Spatola. Once…….......3.71
158. Giuseppe Rizzolo. Once……......3.28
159. Gasparro Iannuzzi. Once…....…4.15
160. Giuseppe di S. Battista. Once.....3.76
161. Giacomo Burdo. Once…..........…3.76
162. Giuseppe di Carlo Parisi......3.7 e 1/2
163. Giacomo Bottiglieri. Once...……4.61
164. Giuseppe Nicola del Guercio. Once.............................................................3.34
165. Giuseppe di Vito Burdo. Once……3.9
166. Giovanni di Giuseppe Carluccio. Once…...................................................…3.36
167. Giovanni di Nicola Raimo. Once…....................................................…3.14
168. Giovanni Donato di Marco. Once….......................................................…3.9
169. Giuseppe di Angelo Gonnella. Once....................................................……4.63
170. Giovanni Caputo. Once................3.15
171. Leonardo Gregorio. Once...3.46 e 1/2
172. Giuseppe di Francesco di Trolio. Once............................................................3.51
173.Giovanni di Pietro Parisi. Once.............................................…3.27 e 1/2
174. Giuseppe Antonio Fungaroli. Once…..................................................…3.64
175. Giuseppe di Antonio Carluccio. Once.............................................................4.8
176. Giovanni Colonna. Once..…3.9 e 1/2
177. Giovanni Pansurlo. Once...3.37 e 1/2
178. Gerardo Grillo. Once……...........0.68
179. Giuseppe di Giovanni Angelo Battista. Once...................................................……3.36
180. Giacolo Ficetola. Once……3.19 e 1/2
181. Giovanni Spatola. Once…......…3.47
182. Giuseppe di Nicola. Once……...3.57
183. Gerardo Spatola. Once…........…3.60
184. Giuseppe Lione. Once……3.46 e 1/2
185. Giuseppe Cardellicchio. Onc..…0.6
186. Gerardo di Domenico Gonnella. Once…..........................................…3.46 e 1/2
187. Gioacchino Raimo. Once….....…3.60
188. Giovanni di Carlo Parisi. Once…..........................................…3.36 e 1/2
189. Giuseppe Farella. Once…3.35 e 1/2
190. Giovanni Ficetola. Once....….…3.31
191. Giuseppe Calcagno. Once....3.4 e 1/2
192. Giuseppe di Marco. Once…....…3.32
193. Gerardo Gigante. Once….......…3.90
194. Giuseppe Pacifico. Once….....…3.26
195. Giovangiacomo Perna. Once….....…3
196. Giuseppe di Leonardo Zecca. Once..........................................……3.19 e 1/2
197. Giuseppe Cocciolo. Once…....…5.16
198. Giacomo Franchino. Once..3.19 e 1/2
199. Gerardo di Francesco di Trolio. Once……....................................................3.62
200. Gerardo Mattia. Once….........…5.21
201. mastro Giuseppe Viscido. Once…...................................................…8.25
202. Giovanni di Giuseppe Parisi. Once…....................................................…3.36
203. Giuseppe del Guercio. Once……3.37
204. Giovanni Quartuccio...................... 3.9
205. Giovanni di G. Ficetola.........3.4 e 1/2
206. mastro Giuseppe Iannuzzi. Once…..........................................…5.80 e 1/2
207. Giuseppe Pucillo. Once…3.22 e 1/2
208. Giuseppe di Francesco Centanni. Once…..................................................…3.68
209. Giuseppe Mattia. Once…......…4.32
210. Giuseppe Sozio. Once…….........4.44
211. Giovanni Antonio d’Alliegro. Once…...................................................…3.73
212. Gennaro Rizzolo. Once…….........3.45
213. Giovanni di Vincenzo Megaro. Once……...................................................3.60
214. Gerardo Marcantuoni........3.94 e 1/2
215. Giovanni di Gregorio. Once……8.53
216. Giuseppe Moretto. Once……......5.51
217. Giovanni Freda. Once……0.46 e 1/2
218. Giuseppe di Nicola Mattia. Once...................................................……7.20
219. Giovanni di Antonio Gonnella. Once..........................................……3.46 e 1/2
220. Giovanni del Guercio.....…3.37 e 1/2
221. Guglielmo Rizzolo. Once.....……4.97
222. Giovanni di Popolo. Once…....…3.30
223. Giuseppe Basile. Once……........3.64
224. Giuseppe Burdo. Once……........3.24
225. Giovanni d’Alessio. Once….......…6.6
226. Gerardo Berardinelli. Once……3.59
227. Giuseppe di Giovanni Gonnella. Once....................................................……4.83
228. mastro Giuseppe Iannuzzi. Once…..................................................…3.72
229. Giacomo Viscido. Once……........4.56
230. Gerardo di C. Gonnella. Once……....................................................3.82
231. Giovanni Vetracchio. Once….…3.52
232. Giuseppe Grillo. Once….......…3.12
233. Lorenzo Centanni. Once…3.18 e 1/2
234. Lazzaro Grillo. Once…...............…3
235.Leonardo Cardellicchio. Once…....................................................…3.82
236. Lorenzo Rizzolo. Once…........…4.35
237. Luca Farella. Once…................…4.3
238. Matteo Perrotta. Once……........4.94
239. Marino d’Alessio. Once…......…8.56
240. Marco Castagno. Once….......…4.40
241. Marino Grillo. Once…............…3.40
242. Mattia Centanni. Once…........…3.63
243. Marino Spatola. Once…….........3.51
244. Marino Cardellicchio.....…3.31 e 1/2
245. Matteo Rizzolo. Once…........…3.32
246. Marino Vetracchio. Once......……4.3
247. Marino Castagno. Once…3.27 e 1/2
248. Matteo Mattia. Once…...........…4.29
249. Mattia del Guercio. Once……....5.84
250. Matteo Cecere. Once...........……3.39
251. Marino Gigante. Once..........……3.27
252. Nicola Viscido. Once…...........…3.84
253. Nicola Campione. Once............……3
254. Nicola Fino. Once….....................…3
255. Nicola Zecca. Once……................3.62
256. Nicola Mattia. Once…............…3.12
257. Nicola Pansurlo. Once…........…3.27
258. Nicola di Francesco Spatola. Once…...................................................…3.23
259. Nicola Quartuccio. Once…....…3.13
260. Nicola Spatola. Once…............…4.1
261. Nicola Pucillo. Once……...........3.58
262. Nicola Moretto. Once…..........…3.25
263. Nicola Palmiero. Once........3.94 e 1/2
264. Nicola Perna. Once…...........…10.56
265. Nicola di Giovanni Parisi. Once……3
266. Nicola del Plato. Once….........…3.33
267. Nicola Centanni. Once….......…3.27
268. Nicola della Fera. Once…......…3.30
269. Nicola di Angelo Raimo. Once..................................................3.63 e 1/2
270. Nicola Megaro. Once……3.82 e 1/2
271. Nicola Grieco. Once…….............3.24
272. Nicola di Giovanni Raimo. Once…....................................................…3.81
273. mastro Nicola Papa. Once……18.43
274. Nicola Centanni. Once..…3.19 e 1/2
275. Nicola Dragonetto......……3.40 e 1/2
276. Nicola Corbo. Once….....…3.22 e 1/2
277. Orazio Raimo. Once…….............3.25
278. Orazio Mattia. Once…..................…3
279. Pasquale Zecca. Once….…3.49 e 1/2
280. Pasquale di Vito Vetracchio. Once.........................................................……/
281. Paolo Spatola. Once….............…4.71
282. Pasquale di Domenico Vetracchio. Once…..........................................…0.13 e 1/2
283. Pasquale Fino. Once……............3.56
284. Pasquale d’Alessio. Once..........……8
285. Pasquale di Giuseppe Quartuccio. Once……...................................................3.14
286. Pasquale di Carmine Lione. Once...................................................……4.33
287. Pasquale di Gerardo Lione. Once...................................................……3.54
288. Pasquale Berardo. Once….......…4.86
289. Pasquale Grillo. Once…..........…3.37
290. Pietrantonio Corbo. Once….......…3.44
291. Pasquale di Carlo di Popolo. Once…...................................................…3.52
292. Pasquale di Giovanni Centanni. Once…..........................................…3.54 e 1/2
293. Pasquale di Cesare Perna. Once…...................................................…4.32
294. Pasquale di Antonio Rizzolo. Once…..........................................…0.77 e 1/2
295. Pasquale Pucillo. Once……3.16 e 1/2
296. Pasquale di Popolo. Once.....……3.54
297. Pietro Cannone. Once..........……3.30
298. Pietro Mattia. Once….............…4.48
299. Riccardo Sierchio.......……8.16 e 1/2
300. Ruggiero Megaro. Once…….........5.4
301. Salvatore Spatola. Once…3.22 e 1/2
302. Salvatore Viscido. Once….......…3.60
303. Saverio d’Alessio. Once….........…5.2
304. Saverio del Guercio. Once...……4.12
305. Silvestro di Marco...........…3.23 e 1/2
306. Signor Don Saverio del Plato. Once....................................................……63.12
307. Tommaso Rizzolo. Once…............…3
308. Tommaso Chieffo.......……3.52 e 1/2
309. Vito d’Amato. Once…......…3.7 e 1/2
310. Verniero di Antonio del Guercio. Once...................................................……5.15
311. Verniero di Domenico del Guercio. Once…….......................................................94
312. Vito Dragonetto. Once…….........3.51
313. Vito Grillo. Once…….........3.37 e 1/2
314. Vito del Guercio. Once…….......3.40

DEPUTATI

315. Nicola Berardinelli. Once……14.44
316. Felice di Feo. Once...............……6.11
317. Francesco di Giuseppe Carluccio. Once…...................................................…4.11
318. Antonio Zecca. Once…….............3.90
319. Nicola di Nicola. Once……...........4.18
320. Lorenzo Castagno. Once…….....4.40

VEDOVE E VERGINI IN CAPILLIS

321. Angela Gigante. Once……..........0.60
322. Angela Papa. Once……................0.40
323. Angela di Francesco Spatola. Once...........................................................0.60
324. Angela di Carlo Perna. Once……0.60
325. Antonia Onesta. Once…….........0.40
326. Angela di Popolo. Once….......…0.40
327. Angela Raimo. Once….............…0.40
328. Angela Castagno. Once…….......0.60
329. Angela Dragonetto. Once……....0.40
330. Antonia di Gerardo Gigante. Once……...................................................0.40
331. Antonia di Nunzio Spatola. Once…...................................................…0.40
332. Angela Spatola. Once…...........…0.40
333. Catarina di Donato Moretto....... 0.40
334. Catarina d’Alessio. Once….....…0.40
335. Catarina di Trolio. Once……......0.40
336. Cecilia Marcantuoni. Once….…0.60
337. Catarina Calcagno. Once….....…0.40
338. Catarina Dragonetto (Eboli). Once…...................................................…0.20
339. Elisabetta Centanni. Once……0.40
340. Francesca Rizzolo (povera). Once….........................................................…/
341. Giovanna di Carmine Lione. Once…...................................................…0.40
342. Giovanna di Domenico del Guercio. Once…....................................................…0.20
343. Lucia Dragonetto. Once…..............…/
344. Maria Papa. Once….......................…/
345. Maria Mattia. Once……..............0.40
346. Margarita Dragonetto. Once……0.20
347. Porzia Genosa. Once…...........…0.20
348. Rosa di Sebastiano Raimo. Once…....................................................…0.40
349. Rosa Quartuccio. Once….......…0.60
350. Tomasa Sierchio (povera). Once…....................................................…0.20
351. Tomasa di Nicola. Once…......…0.60

SACERDOTI E CAPPELLE

1. Sacerdote Carmine Berardinelli. Once…....................................................…2.45
2. Clerico Felice Moretto. Once…..…2.30
3. Sacerdote Giuseppe Carluccio. Once….....................................................…3.33
4. Sacerdote Filippo Viscido. Once…2.68
5. Cappella della SS.ma Concezzione. Once…..........................................…0.97 e 1/2
6. Menza Arcivescovile di Conza. Once….....................................................…6.19
7. Monastero di Santa Maria d’Altasede. Once…........................................................…9
8. Cappella di Santa Rosa delli Signori del Plato. Once….........................................…1.16
9. Cappella di Santa Lucia............16 e 1/2
10. Cappella di Sant’Antonio di Padova. Once….....................................................…2.66
11. Cappella del SS.mo Rosario, di San Giovanni e di Santa Maria del Castello. Once….....................................................…1.5
12. Cappella di Sant’Antuono. Once……....................................................1.35
13. Cappella di San Nicola. Once……0.27
14. Cappella della SS.ma Annunciata. Once…........................................................…2
15. Cappella del Purgatorio delli Signori del Plato. Once…...........................................…0.45
16. Cappella di Santa Maria di Loreto delli Signori Viscido. Once….........................…0.39
17. Cappella di Santa Maria di Loreto delli Papa. Once….........................................…0.18
18. Cappella di Santa Maria delle Grazie. Once…........................................................…2

BONATENENTI
LAICI ED ECCLESIASTICI

19. Don Salvatore Cozzi di Senerchia beneficiato di San Francesco. Once…....…2.50
20. Capitolo della Cattedrale di Acerno. Once…....................................................…0.58
21. Monistero di San Francesco di Caposele. Once....................................……6.26
22. Signor Notar Giuseppe Fongaroli di Caposele. Once……..........................0.10 e 1/2
23. mastro Antonio Cerrone della Città di Acerno. Once......................................……2.50
24. Nicola Corrado della Quaglietta. Once…....................................................…0.15
25. Nicola Fabiano della Quaglietta. Once…......................................................…0.21
26. L’Illustrissimo Possessore. Once…......................................................…5.4.................