IL SINDACO MASTRANDREA: FORENZA FEUDO DEI TEMPLARI DI GERUSALEMME

IL SINDACO MASTRANDREA: FORENZA FEUDO DEI TEMPLARI DI GERUSALEMME

UN LIBRO RICCO DI STORIA CHE RISCOPRE I MISTERI DI FORENZA

La pubblicazione di una ricerca storica con riferimento ad un luogo preciso sarebbe cosa meno ardua, se le vicende non fossero legate ad accadimenti che hanno suscitato e generato interessi e curiosità mai sopite, anzi che vengono alimentate ogni qualvolta se ne parla, incuriosiscono, e fanno discutere sempre di più. Ciò accade in particolare quando si prova a cimentarsi con storie che vivono da secoli per i tanti misteri che hanno generato.
Si parla di Templari. I Templari, che nel corso dei secoli hanno impegnato generazioni di studiosi. Questa volta si vuole partire da un piccolo centro del Sud Italia, Forenza.
Cosa c’entra con i Templari Forenza!? Questa pubblicazione affronta il tema, prova a dare una risposta, prova a dare una traccia, prova a dare una spiegazione. I Templari stranamente possedevano proprietà in questo pezzo d’Italia.
Le scarse memorie, gli scarsi studi, le scarse ricerche vengono utilizzate per tessere un quadro tale da offrire una idea più precisa per offrire, in umiltà, un contributo di conoscenza. Un’opera storica è sempre, oltre che opera della ricerca, un atto d’amore verso i luoghi narrati.
Riassumerei con queste parole il lavoro di ricostruzione storica guidato dell’esperto editore Arturo Bascetta; l’idea fondamentale che sorregge la ricerca è quella di dare una spiegazione alla presenza templare a Forenza inserendo il nostro paese in un discorso secolare più ampio, cioè nel panorama di quella che è stata la presenza templare nel Sud Italia, in un contesto territoriale interessato da precedenti insediamenti e da lasciti storici di diverse dominazioni che hanno avuto incidenze nella lingua, nei costumi, nella mentalità della popolazione.
Si è ben consapevoli della difficoltà che una tale prospettiva comporta, sia in ordine sia alla complessità della materia, sia alla scarsità delle fonti; tuttavia si affronta questa nuova sfida con lo scopo di dare un utile contributo alla conoscenza di vicende che hanno interessato il nostro territorio.

Francesco Mastrandrea
Sindaco di Forenza (Pz)

Le province commissariate e sequestrate ai feudatari di Re Tancredi Altavilla, tornarono ad essere amministrate dalla Chiesa, che nel salvaguardare l’eredità all’Imperatrice Costanza, riportava il potere alle carceri delle rocche con sede nelle contee.
Così rinacque l’amministrazione della giustizia periferica, dipendente da un carcere che ebbe sede in ogni singola contea. Tutte le contee appartennero ad una provincia in costruzione, cioè che si andava formando e quindi dai confini instabili, sottraendo feudi alle province storiche rimaste nelle mani dei sopravvissuti tancredini, ex fedelissimi del nemico Altavilla. Ogni provincia intese raggruppare tutte le terre demaniali strappate al defunto Re Tancredi Altavilla in Giustizierato. Nel caso del Giustizierato della provincia del Ducato Apulia e Principato Capua il giustiziario giustiziere fu il conte Giacomo di Sanseverino, detto dei Tricarici di Caserta, che fece nascere la contea nel luogo che mutò nome in Tricarico, sposando la figlia del deposto Re Tancredi, dei cui beni si era impossessato Enrico Imperatore, che si disse avvelenato dalla moglie Costanza. Tanto è vero che una volta avuto Federico II, restituì il regno al papa e ai Sanseverino.
Questo testo a più mani, introdotto dal cav. Francesco Russo e chiuso da Sabato Cuttrera sul periodo svevo, si avvale di uno studio del prof. Rotundo su Ugo e Pagano dei Pagani, a dimostrazione del grande lavoro svolto dai templari in diversi secoli nei luoghi strategici del Regno di Puglia.
Il libro si snoda intorno ad una ricerca sulle pergamene del Codice di Malta, in cui si conserva un documento dove si afferma che il feudo di San Martino di Forenza, cioè Forenza prima di Forenza, fu fondato dai templari gerosolomitani ai tempi della prima crociata, quando la zona apparteneva ai Pagani.
San Martino risulta infatti alle dirette dipendenze prima del Principe Tancredi e poi dell’arcivescovo di Nazareth fino alla caduta di Gerusalemme, quando venne annesso al territorio di Canne, poi inglobato a Barletta, con il consolidarsi del Regno di Sicilia Ultra. Il documento principale che fa da corona ad altre pergamene successive finite a Montevergine, fu estratto dai maltesi dall’Archivio della Chiesa di Nazaret. In esso, sotto Pietro della Volpe, vicario di Roberto II, Arcivescovo di Nazaret in Palestina, si numerano i beni, e le Chiese, che quell’ Arcivescovado possedeva nel Regno di Napoli. Da tal carta può chiaramente ricavarsi che nel tempo in cui fuggirono verso il Mare Superiore e sederono gli Arcivescovi Nazareni in Baruletto, tutto appartenne alla Casa del Tempio, cioè ai Templari della Chiesa di S.Maria di Nazareth. Dopo la totale perdita dei territori Palestinesi Barletta fu eretta a sede ordinaria degli Arcivescovi feudali, al comando dei Re di Sicilia Ultra, ai quali appartenne il titolo di Re di Gerusalemme, per via dell’originario Principato di Antiochia fondato da Tancredi I.
Fra tutti i beni appartenuti a Nazareth si elenca la chiesa di Forenza con il nome di San Martino, situata vicino alle mura della cittadella, anzi proprio «lungo il muro di essa». Di primo acchito parrebbe intendersi una sede diocesana, in realtà, non essendoci al momento ulteriori indizi, è meglio attenersi alla registrazione e quindi considerare la dipendenza gerosolomitana come luogo sacro dei templari, intorno a cui nacque il Casale di S.Martino dei poveri pellegrini. Da qui riparte la storia della chiesa sita Alla Forenza e che si chiamò Sancti Martini de pauperibus, i cui possedimenti giungevano nei fini di Acquabella e Acerenza.
Arturo Bascetta
Curatore dell’opera

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